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Agrivoltaico e multifunzionalità agricola in Toscana verso una convivenza sostenibile

Legambiente promuove l'agrivoltaico. Sollecitato il governo a definire norme adeguate e uniformi per la realizzazione corretta e trasparente degli impianti, evitando approcci speculativi che potrebbero mettere a rischio l'attività agricola.

L'agricoltura e la produzione di energia pulita possono convivere armoniosamente? Questo è il tema centrale affrontato durante il convegno organizzato da Legambiente, intitolato "Agrivoltaico, multifunzionalità agricola, tutela del paesaggio: una convivenza possibile", che si è tenuto a Rispescia (GR). L'evento ha visto la partecipazione degli assessori regionali Monia Monni e Leonardo Marras, insieme a esperti del settore e rappresentanti istituzionali.

Secondo quanto emerso dal convegno l'agrivoltaico rappresenta una soluzione innovativa per produrre energia pulita, consentendo al contempo la pratica dell'agricoltura in modo sostenibile.

L'idea, in pratica, è quella di combinare impianti fotovoltaici con terreni agricoli, creando una sinergia tra produzione energetica e coltivazioni. L'obiettivo è quello di ottimizzare gli spazi e promuovere la multifunzionalità agricola, senza compromettere la tutela del paesaggio.

Attualmente, le leggi vigenti in Italia vietano gli incentivi per la produzione di elettricità per i nuovi impianti fotovoltaici a terra su suoli agricoli. Questa situazione paradossale, secondo gli intervenuti, limita le opportunità per piccoli operatori e aziende agricole, favorendo invece gli impianti di grandi dimensioni e le utility energetiche. Pertanto è necessario definire un percorso normativo che consenta la realizzazione degli impianti fotovoltaici in agricoltura, evitando gli errori del passato e promuovendo l'agrivoltaico, che si basa sull'uso di pilastri o strutture sospese per l'inseguimento del sole.

Durante il convegno, sono stati affrontati diversi temi cruciali legati all'agrivoltaico e alla multifunzionalità agricola. Si è discusso dell'ottimizzazione degli spazi agricoli per la produzione di energia pulita, dei benefici per la mitigazione dei cambiamenti climatici, del potenziale reddito aggiuntivo per gli agricoltori e della necessità di affrontare la crisi energetica.

L'evento ha inoltre sollecitato il governo a definire norme adeguate e uniformi per la realizzazione corretta e trasparente degli impianti, evitando approcci speculativi che potrebbero mettere a rischio l'attività agricola. Si è sottolineata l'importanza delle Regioni nel promuovere modelli replicabili e progetti ad alto valore tecnologico, che tengano conto sia dell'attività agricola che della tutela del paesaggio.

Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha ribadito l'importanza dell'agrivoltaico come soluzione sostenibile per conciliare agricoltura e produzione di energia pulita. Ha evidenziato che rallentare la transizione energetica avrebbe conseguenze negative sulla crisi climatica e sulla devastazione paesaggistica del Paese. È fondamentale comprendere, sostiene Ciafani, che l'agrivoltaico può rappresentare una soluzione vincente per il futuro.

Legambiente continua a promuovere la conoscenza e la consapevolezza sull'agrivoltaico, un'innovazione tecnologica che può contribuire in modo significativo al raggiungimento degli obiettivi climatici e alla sostenibilità del settore agricolo.

Redazione

peste suina - cooperazione Francia e Italia
Intesa fra i ministri dell’agricoltura italiano e francese per rafforzare la collaborazione contro la peste suina africana creando un apposito gruppo di lavoro congiunto.
L’accordo è stato annunciato in occasione del vertice Unione europea - Unione africana dei ministri dell'agricoltura del 30 giugno - 1 luglio a Roma. Il ministro Francesco Lollobrigida e il suo collega francese Marc Fesneau hanno concordato di incrementare i livelli di cooperazione tra i due Paesi con l'obiettivo di prevenire la diffusione della peste suina africana al di fuori delle zone infettate.   
La peste suina africana è una malattia virale che colpisce i suidi (suini e cinghiali) attualmente diffusa in diversi paesi europei. Si trasmette all'interno delle popolazioni di cinghiali selvatici per contatto diretto o indiretto tra suidi, per ingestione da parte dei suidi di prodotti a base di carne suina contaminati dalla malattia o per contatto con persone, veicoli o attrezzature portatori del virus. Nella lotta contro questa malattia, che non è trasmissibile all'uomo, la cooperazione transfrontaliera è uno strumento centrale che consente di scambiare informazioni e armonizzare i metodi di sorveglianza e controllo. 
Il «gruppo di contatto tecnico» con esperti di entrambi i Paesi in materia di salute animale, fauna selvatica e caccia, a livello regionale e nazionale, dovrà «coordinare le strategie per prevenire la diffusione della malattia». Tra i suoi obiettivi principali
- condividere esperienze sulle modalità di gestione operativa;
- lavorare su strategie comuni, in particolare sulla gestione della popolazione di cinghiali selvatici e la sorveglianza della fauna selvatica;
- favorire l'identificazione di progetti scientifici congiunti; 
- realizzare una cooperazione operativa per le zone di confine.
 

Redazione

contributo Conai sui vasi di plastica per fiori/piante

Assofloro: la delibera del Conai del 24 novembre scorso prevedeva il pagamento di un contributo ambientale sui vasi di plastica per piante e fiori dal 1° luglio, ma a seguito di una sentenza della Cassazione il Conai ha sospeso la delibera fino al 31 dicembre 2023. 

 
Con una circolare del 28 giugno scorso, il Conai, Consorzio Nazionale Imballaggi, ha accolto le richieste pervenute da aziende (produttori di vasi e utilizzatori del settore ortoflorovivaistico) e associazioni di categoria di sospendere l’applicazione del contributo ambientale sui vasi in plastica per fiori/piante che avrebbe dovuto entrare in vigore dal 1° luglio 2023, per effetto di una delibera del Conai del 24 novembre scorso.
La delibera del Conai (“Procedura di applicazione, dichiarazione ed esenzione del Contributo ambientale Conai (CAC) sui vasi in plastica per fiori/piante costituenti imballaggio”), come ricordato ieri l’altro in un comunicato di Assofloro, prevedeva infatti, a partire da domani, «il pagamento di un contributo ambientale sui vasi utilizzati per la coltivazione di piante e fiori, con uno spessore parete (misurato a metà del vaso) fino a 0,8 mm, indipendentemente dal diametro e da altre caratteristiche strutturali e se adibiti o meno al contenimento di fiori/piante per il consumatore». 
Ma Assofloro è stata promotrice insieme a Coldiretti, così come le altre associazioni di categoria agricole e le aziende produttrici di vasi, di un’azione volta a far comprendere che «i vasi utilizzati in ambito floricolo non sono imballaggi ma bensì beni strumentali alla produzione, in opposizione alla delibera del Cda Conai del 24 novembre 2022», e che tale delibera era in conflitto con il D.lgs. 152 del 2006 che individua fra gli imballaggi «i vasi da fiori da usare solo per la vendita e il trasporto di piante, mentre risultano esclusi i vasi da fiori destinati a restare con la pianta per tutta la sua durata di vita».
A maggio 2023 la Cassazione ha messo il punto finale alla questione con una sentenza in cui è stato enunciato il principio che, come sintetizza la nota di Assofloro, «non è tanto la funzione di contenitore e protezione che definisce un oggetto “imballaggio” bensì la destinazione alla circolazione sul mercato di ciò che è contenuto e protetto, sia quello delle materie prime o quello dei prodotti finiti». Mentre «i vasi impiegati in ambito floricolo e vivaistico inseriti nel ciclo produttivo in quanto ausilio strumentale e duraturo all'attività d'impresa non sono considerabili imballaggi».
«La sospensione della circolare da parte del Cda del Conai fino al 31 dicembre 2023 – conclude Assofloro - è un passaggio importante: continueremo il dialogo con il Conai affinché si possa raggiungere un risultato condiviso, che sia sostenibile, e che non vada a pesare ulteriormente sui costi di produzione delle aziende floricole, riducendo ulteriormente i già risicati guadagni o facendo aumentare i prezzi al consumatore finale».  
 

Redazione

Prevenzione incendi boschivi - divieto di abbruciamento di residui vegetali
Scatta da domani 1° luglio e resta in vigore fino al 31 agosto in tutta la Toscana il divieto assoluto di abbruciamento di residui vegetali agricoli e forestali. 
È vietata inoltre qualsiasi accensione di fuochi, ad esclusione della cottura di cibi in bracieri e barbecue situati in abitazioni o pertinenze e all'interno delle aree attrezzate. Ma anche in questi casi vanno rispettate le prescrizioni del regolamento forestale. 
La Regione potrà prolungare il periodo di divieto assoluto, anche per singolo territorio comunale, in base all'indice di pericolosità per lo sviluppo degli incendi boschivi.
Durante il periodo a rischio incendi è disponibile sulla homepage regionale un bollettino di informazione per la cittadinanza che consente di vedere in maniera semplice, su una scala a 4 colori, il livello di rischio giornaliero di sviluppo e propagazione di incendio boschivo. Nel sito è prevista anche una sezione che spiega i comportamenti corretti da tenere sia per evitare l'innesco di un incendio forestale sia per segnalarne l’avvistamento.
Chiunque avvistasse focolai di incendio boschivo deve segnalarli al numero unico di emergenza 112 o al numero verde 800.425.425 della sala operativa regionale antincendi boschivi.
 

Redazione

Legge europea sul ripristino della natura: nuovo stop al testo nell’Europarlamento

Il 27 giugno in Commissione Ambiente dell’Europarlamento la proposta legislativa europea per il ripristino della natura non ha raggiunto la maggioranza. Ora l’assemblea dovrà votarne il rigetto. Soddisfatti gli agricoltori: per il Copa-Cogeca la proposta è mal costruita e senza budget dedicato, per cui va bocciata e rispedita alla Commissione Europea per un’ampia riformulazione; per Cia - Agricoltori italiani è irrealistica e con troppi ostacoli burocratici ed economici ai singoli Paesi; per Coldiretti è ideologica, toglie terreni produttivi agli agricoltori, impedisce interventi di salvaguardia sui fiumi e causerebbe un aumento dell'import di prodotti dannosi da Paesi terzi.
                        

Dopo lo stop di alcuni giorni fa in Commissione Agricoltura, il testo emendato della proposta di legge della Commissione Europea per il ripristino della natura (vedi), non ha raggiunto ieri la maggioranza nemmeno in Commissione Ambiente del Parlamento Europeo. Soddisfazione da parte del Copa-Cogeca, la voce unita degli agricoltori e delle cooperative agricole europei, e di Cia – Agricoltori Italiani e Coldiretti.
Come riferito da un comunicato stampa dell’Europarlamento, dopo le votazioni sugli emendamenti alla proposta della Commissione, tenutesi giovedì 15 giugno e proseguite martedì 27 giugno, la Commissione Ambiente ha infine respinto la proposta legislativa europea sul ripristino della natura nella versione emendata. Il voto finale è stato di 44 voti a favore, 44 contrari e 0 astensioni: niente maggioranza. Adesso la Commissione Ambiente presenterà all’assemblea del Parlamento Europeo la proposta di respingere quel testo di legge e quest’ultimo, probabilmente nella sessione plenaria di luglio a Strasburgo, dovrà decidere.
Per il Copa-Cogeca si è trattato di «un chiaro messaggio alla Commissione Europea che deve ritirare la sua proposta iniziale e presentare un’alternativa realistica». Come spiegato in una lettera aperta firmata ieri l’altro da Christiane Lambert, presidente del Copa, l'opposizione dei comparti agricolo, forestale e della pesca «non riguarda l'obiettivo da raggiungere». Le critiche si sono piuttosto «concentrate su un'iniziativa che è mal costruita, non ha un budget dedicato ed è stata oggetto di consultazioni notevolmente improduttive tra la Commissione europea e coloro che dovranno metterla in pratica». Il Copa-Cogeca ha sottolineato il «forte segnale da parte del Parlamento europeo che ha cercato in tutti i modi di rendere questo testo più accettabile e pragmatico, ma non ha potuto funzionare a causa del cattivo stato della proposta originale». Il Copa-Cogeca ha invitato tutti gli eurodeputati «a rispettare i risultati delle commissioni, in modo da respingere la proposta della Commissione in plenaria e rinviarla alla Commissione per una revisione approfondita».
Sulla stessa linea Cia – Agricoltori Italiani e Coldiretti. Per il presidente di Cia Cristiano Fini «lo stop in Commissione Ambiente, dopo quello della Comagri Ue, dà sempre più voce alle nostre perplessità rispetto a una proposta che di fatto è irrealistica, pone troppi ostacoli economici e burocratici ai singoli Paesi, senza alcun reale beneficio per la natura e la sua biodiversità» e «la salvaguardia ambientale è prerogativa del mondo agricolo e l’Europa deve tenerne conto definendo, proprio con il comparto, le misure e le risorse finanziarie più idonee per un’applicazione davvero sostenibile del Regolamento».
Secondo il presidente di Coldiretti Ettore Prandini respingere questa normativa equivale a salvare «una filiera agroalimentare Made in Italy che vale oggi 580 miliardi» e scongiurare «il rischio di un significativo aumento delle importazioni di prodotti dannosi per il consumatore e per l’ambiente da Paesi terzi». «La tutela dell’ambiente e perdita di biodiversità – sostiene Prandini – si combatte non con posizioni ideologiche, togliendo terreni produttivi dalla disponibilità degli agricoltori, o vietando interventi su decine di migliaia di km di percorsi fluviali (con gli effetti drammatici che ne derivano) ma piuttosto favorendo lo sviluppo della multifunzionalità, della vendita diretta ed opponendosi all’omologazione ed alla standardizzazione delle produzioni».

L.S.