Notizie

Legge europea sul ripristino della natura: nuovo stop al testo nell’Europarlamento

Il 27 giugno in Commissione Ambiente dell’Europarlamento la proposta legislativa europea per il ripristino della natura non ha raggiunto la maggioranza. Ora l’assemblea dovrà votarne il rigetto. Soddisfatti gli agricoltori: per il Copa-Cogeca la proposta è mal costruita e senza budget dedicato, per cui va bocciata e rispedita alla Commissione Europea per un’ampia riformulazione; per Cia - Agricoltori italiani è irrealistica e con troppi ostacoli burocratici ed economici ai singoli Paesi; per Coldiretti è ideologica, toglie terreni produttivi agli agricoltori, impedisce interventi di salvaguardia sui fiumi e causerebbe un aumento dell'import di prodotti dannosi da Paesi terzi.
                        

Dopo lo stop di alcuni giorni fa in Commissione Agricoltura, il testo emendato della proposta di legge della Commissione Europea per il ripristino della natura (vedi), non ha raggiunto ieri la maggioranza nemmeno in Commissione Ambiente del Parlamento Europeo. Soddisfazione da parte del Copa-Cogeca, la voce unita degli agricoltori e delle cooperative agricole europei, e di Cia – Agricoltori Italiani e Coldiretti.
Come riferito da un comunicato stampa dell’Europarlamento, dopo le votazioni sugli emendamenti alla proposta della Commissione, tenutesi giovedì 15 giugno e proseguite martedì 27 giugno, la Commissione Ambiente ha infine respinto la proposta legislativa europea sul ripristino della natura nella versione emendata. Il voto finale è stato di 44 voti a favore, 44 contrari e 0 astensioni: niente maggioranza. Adesso la Commissione Ambiente presenterà all’assemblea del Parlamento Europeo la proposta di respingere quel testo di legge e quest’ultimo, probabilmente nella sessione plenaria di luglio a Strasburgo, dovrà decidere.
Per il Copa-Cogeca si è trattato di «un chiaro messaggio alla Commissione Europea che deve ritirare la sua proposta iniziale e presentare un’alternativa realistica». Come spiegato in una lettera aperta firmata ieri l’altro da Christiane Lambert, presidente del Copa, l'opposizione dei comparti agricolo, forestale e della pesca «non riguarda l'obiettivo da raggiungere». Le critiche si sono piuttosto «concentrate su un'iniziativa che è mal costruita, non ha un budget dedicato ed è stata oggetto di consultazioni notevolmente improduttive tra la Commissione europea e coloro che dovranno metterla in pratica». Il Copa-Cogeca ha sottolineato il «forte segnale da parte del Parlamento europeo che ha cercato in tutti i modi di rendere questo testo più accettabile e pragmatico, ma non ha potuto funzionare a causa del cattivo stato della proposta originale». Il Copa-Cogeca ha invitato tutti gli eurodeputati «a rispettare i risultati delle commissioni, in modo da respingere la proposta della Commissione in plenaria e rinviarla alla Commissione per una revisione approfondita».
Sulla stessa linea Cia – Agricoltori Italiani e Coldiretti. Per il presidente di Cia Cristiano Fini «lo stop in Commissione Ambiente, dopo quello della Comagri Ue, dà sempre più voce alle nostre perplessità rispetto a una proposta che di fatto è irrealistica, pone troppi ostacoli economici e burocratici ai singoli Paesi, senza alcun reale beneficio per la natura e la sua biodiversità» e «la salvaguardia ambientale è prerogativa del mondo agricolo e l’Europa deve tenerne conto definendo, proprio con il comparto, le misure e le risorse finanziarie più idonee per un’applicazione davvero sostenibile del Regolamento».
Secondo il presidente di Coldiretti Ettore Prandini respingere questa normativa equivale a salvare «una filiera agroalimentare Made in Italy che vale oggi 580 miliardi» e scongiurare «il rischio di un significativo aumento delle importazioni di prodotti dannosi per il consumatore e per l’ambiente da Paesi terzi». «La tutela dell’ambiente e perdita di biodiversità – sostiene Prandini – si combatte non con posizioni ideologiche, togliendo terreni produttivi dalla disponibilità degli agricoltori, o vietando interventi su decine di migliaia di km di percorsi fluviali (con gli effetti drammatici che ne derivano) ma piuttosto favorendo lo sviluppo della multifunzionalità, della vendita diretta ed opponendosi all’omologazione ed alla standardizzazione delle produzioni».

L.S.

in Olanda l’edizione autunnale 2023 della fiera GROEN-Direkt

Il 23 e 24 agosto nei Paesi Bassi la fiera autunnale per le piante da giardino GROEN-Direkt insieme a Plantarium | GROEN-Direkt. In esposizione più di 5.000 lotti di piante, almeno 50 concetti di vendita e un grande stand per gli alberi di Natale. Novità: i “Green Retail Awards”.                           

 
Un’occasione per dare uno sguardo a una vasta gamma stagionale di piante da giardino, incluse tante novità, e prendere ispirazione. Un evento pensato per i rappresentanti dei centri di giardinaggio e gli esportatori e grossisti di piante da giardino provenienti dall'Olanda e dall'estero.
La prossima edizione della fiera autunnale GROEN-Direkt si terrà il 23 e 24 agosto 2023 nei Paesi Bassi (Noorwegenlaan 37 / Hazerswoude-Dorp) in contemporanea con l’edizione autunnale di Plantarium | GROEN-Direkt. In esposizione vi saranno più di 5.000 lotti di piante da giardino presentati da 500 produttori e una “concepts plaza” (piazza dei concepts) con almeno 50 concetti di vendita. I visitatori potranno ordinare le piante da giardino direttamente in fiera attraverso i consueti passaggi oppure acquistarle online nel webshop di GROEN-Direkt sulla base di foto campione aggiornate. 
Alla fiera autunnale di GROEN-Direkt inizia la prevendita degli alberi di Natale. Alberi natalizi di tutte le dimensioni e di diverse specie e qualità possono essere visionati in fiera e acquistati con sconti interessanti. Ci sarà anche un'ampia esposizione di tutto ciò che serve alla vendita degli alberi di natale. 
Anche a questa fiera verranno presentate nuove piante. Da quest'anno la presentazione delle novità avverrà tramite il concorso “Green Retail Awards”, che prevede diverse categorie. Ci sarà la migliore novità KVBC, cioè selezionata dalla Koninklijke Vereniging voor Boskoopse Culturen (Società Reale di Orticoltura di Boskoop) e, come di consueto, pure i visitatori saranno invitati a votare la loro novità preferita. Inoltre da questa edizione una giuria professionale, in collaborazione con un garden center o un’organizzazione di vendita al dettaglio, selezionerà la “migliore innovazione di mercato”: il premio sarà uno spazio in esposizione nel centro coinvolto. Quest'anno si tratta della catena di centri di giardinaggio Intratuin. Ogni anno sarà un'organizzazione internazionale di vendita al dettaglio diversa.
Per ulteriori informazioni su GROEN-Direkt qui.
 

L.S.

Fabrizio Tesi ancora presidente di Coldiretti Pistoia
Il vivaista Fabrizio Tesi è stato confermato all’unanimità presidente di Coldiretti Pistoia, che ha rinnovato il consiglio direttivo per metà dei componenti. Un terzo del direttivo è costituito adesso da donne.
Lo ha riferito ieri sulla propria pagina Facebook Coldiretti Pistoia con un post in cui si legge anche che il legale rappresentante di Giorgio Tesi Group è in carica come presidente dal 2017 e avrà altri 5 anni di mandato.
Ecco l’elenco dei consiglieri eletti dall’assemblea di Coldiretti Pistoia, che, come sottolineato dal direttore Francesco Ciarrocchi, rappresentano equamente tutto il territorio provinciale pistoiese. 
Nuovi eletti: Marini Sara, Pagliai Daniela, Attucci Serena (Coldiretti Giovani Impresa), Pagni Giuseppe, Remo Chiostri (associazione Pensionati), Andreini Guido.
Confermati: Giorgi Paolo, Massaro Alessandro, Marchini Alfio, Ferroni Simone, Niccolai Paolo e Nieri Michela (Coldiretti Donne Impresa). 
Parteciperanno ai lavori del Consiglio anche Don Luciano Tempestini, Consigliere ecclesiastico, e Giuseppe Corsini, presidente agriturismi di Terranostra Pistoia.
 

Redazione

rete nazionale boschi vetusti

Pubblicato il 15 giugno il decreto che istituisce la "Rete nazionale dei boschi vetusti": sono 166 per oltre 4 mila ettari. Ministero dell’agricoltura: l’Italia è la prima in Europa a crearla.                             

 
La prima “Rete nazionale dei boschi vetusti” europea è quella dell’Italia. Lo rende noto oggi il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle Foreste annunciando che il 15 giugno è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto istitutivo della Rete. 
Si tratta di un nuovo strumento per la valorizzazione della biodiversità degli ecosistemi forestali previsto dal Testo Unico delle foreste. «I boschi vetusti – ha dichiarato il ministro Francesco Lollobrigida - costituiscono importantissimi scrigni di biodiversità e sono di fondamentale importanza per lo studio delle dinamiche naturali che caratterizzano i boschi e quindi per lo studio della sostenibilità della gestione forestale, che deve rappresentare un elemento trainante per la valorizzazione delle aree interne della nazione». 
In Italia sono stati censiti 166 boschi vetusti, per una superficie complessiva di oltre 4.000 ettari. Devono essere estesi almeno 10 ettari, non utilizzati dall'uomo da oltre 60 anni e presentare tutti gli stadi di evoluzione naturale degli alberi: dalle piantine giovani agli alberi adulti, dagli alberi morti in piedi a quelli atterrati, con una profonda lettiera e ampi spazi arbustivi ed erbacei.
Tutti i boschi vetusti riconosciuti e identificati come tali dalle singole Regioni saranno inseriti nella Rete nazionale, alla cui gestione, monitoraggio e aggiornamento provvederà la Direzione generale delle foreste del Masaf, sul modello operativo già adottato con successo per la tutela degli alberi monumentali d'Italia. 
Le foreste vetuste d'Italia iscritte nella Rete nazionale saranno georeferenziate sul sito web del Masaf e mappate nella futura Carta forestale d'Italia, anch’essa in corso di realizzazione da parte della Direzione foreste, del CREA e dell'Università di Firenze. 
Nella rete nazionale dei boschi vetusti saranno inserite, in una sezione a parte, anche le 13 faggete vetuste primordiali riconosciute dall'Unesco come Patrimonio mondiale dell'umanità, per un'ulteriore superficie complessiva di 2.150 ettari.
Ecco il link in Gazzetta Ufficiale al testo del decreto.
 

Redazione

decreto Parco Agrisolare via libera dell'Europa

La Commissione Europea ha detto sì al secondo decreto di attuazione della misura Parco Agrisolare presentato dal Governo. Contributi a fondo perduto fino all’80% e superato (con limitazioni) il vincolo dell’autoconsumo.                               

 
La Commissione Europea ha dato il via libera al nuovo decreto del bando Agrisolare. Lo ha annunciato oggi il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida ricordando che questa misura del Pnrr ha un fondo di 1 miliardo di euro e «prevede finanziamenti a fondo perduto fino all'80% per la realizzazione di impianti fotovoltaici. Una percentuale che, in alcuni casi, risulta raddoppiata rispetto al precedente provvedimento» (vedi).
«Il decreto che ho firmato e che a breve sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale - spiega il ministro Lollobrigida - istituisce il nuovo regime di aiuti per interventi su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale. L'obiettivo è favorire lo sviluppo delle energie rinnovabili e la riduzione dei costi di produzione delle imprese. Le spese per l'approvvigionamento energetico, infatti, in media rappresentano oltre il 20% dei costi variabili a carico delle aziende. La possibilità di autoprodurre energia da fonti rinnovabili utilizzando i propri fabbricati, e quindi senza alcun consumo di suolo, è non solo un grande passo verso la sostenibilità del comparto ma anche un'occasione per abbassare le spese di produzione e, allo stesso tempo, di crescita, in competitività, della nostra Nazione».
I punti del decreto:
- 80% di contributo a fondo perduto per le imprese agricole di produzione primaria su tutto il territorio nazionale nei limiti dell'autoconsumo, con la nuova fattispecie dell’«autoconsumo condiviso». Dotazione finanziaria pari a circa 700 milioni di euro;
- fino all'80% di contributo a fondo perduto e possibilità di vendita dell'energia prodotta sul mercato, senza vincolo di autoconsumo, per le imprese di trasformazione di prodotti agricoli. Dotazione finanziaria pari a circa 150 milioni di euro;
- 30% di contributo a fondo perduto (con maggiorazioni per piccole e medie imprese e per aree svantaggiate) e possibilità di vendita dell'energia prodotta sul mercato, senza vincolo di autoconsumo, per le imprese agricole di produzione primaria. Dotazione finanziaria pari a circa 75 milioni;
- 30% di contributo a fondo perduto (con maggiorazioni per piccole e medie imprese e per aree svantaggiate) e possibilità di vendita dell'energia prodotta sul mercato, senza vincolo di autoconsumo, per le imprese della trasformazione da agricolo in non agricolo;
- raddoppio della potenza massima installabile che passa da 500 kw/p a 1.000 kw/p;
- raddoppio della spesa ammissibile per accumulatori che passa da 50.000 euro a 100.000 euro;
- raddoppio della spesa ammissibile per dispositivi di ricarica che passa da 15.000 euro a 30.000 euro;
- raddoppio della spesa massima ammissibile per beneficiario che passa da 1.000.000 di euro a 2.330.000 euro incluse le spese accessorie (es. rimozione amianto).
 

Redazione