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Una ricerca CNR e Università di Pisa rivela le potenzialità cardioprotettive degli scarti della melagrana. Una tecnica innovativa estrae composti beneficiosi solubili in acqua, aprendo a trattamenti per l'ipertensione e la riduzione dell'impatto ambientale.

 

Una svolta nella ricerca cardiovascolare arriva dal lavoro congiunto dell'Istituto per la bioeconomia del CNR di Firenze e dall'Università di Pisa, con uno studio che svela come gli scarti della melagrana possano offrire una valida protezione contro l'ipertensione. Pubblicata su Nutrients, la ricerca illumina il percorso verso innovative applicazioni mediche e una gestione più sostenibile dei residui agro-alimentari.
Attraverso una tecnica di estrazione avanzata, che sfrutta la cavitazione idrodinamica, i ricercatori hanno ottenuto un estratto completamente solubile in acqua da bucce e semi di melagrana, sottoprodotti non edibili che rappresentano il 60% del peso totale del frutto. Questi residui sono noti per le loro proprietà benefiche, attribuite principalmente agli ellagitannini, come la punicalagina e l'acido ellagico.
Francesco Meneguzzo, del CNR-Ibe, sottolinea l'efficacia della cavitazione idrodinamica, una metodologia che permette di ottenere estratti naturali solubili in modo efficiente, a bassa temperatura e con un consumo energetico ridotto. Il successo di questa tecnica apre la strada a un suo utilizzo più ampio nella valorizzazione dei sottoprodotti agro-industriali, promuovendo un approccio sostenibile nella gestione delle risorse.
Lo studio si è concentrato sulla somministrazione orale dell'estratto di melagrana a ratti spontaneamente ipertesi, osservando una notevole bioaccessibilità intestinale e la capacità di mitigare efficacemente l'aumento della pressione sanguigna. La ricerca ha evidenziato miglioramenti significativi nella funzione endoteliale e una riduzione dell'infiammazione a livello cardiaco, suggerendo un ampio spettro di protezione vascolare.
Lara Testai, dell'Università di Pisa, evidenzia come l'estratto di melagrana possa influenzare positivamente i livelli di citochine, riducendo i processi infiammatori e fibrotici a livello cellulare. Questi risultati aprono nuove prospettive nella ricerca per la prevenzione e il trattamento dell'ipertensione, oltre a valorizzare ulteriormente la filiera della melagrana, riducendo al contempo l'impatto ambientale dei suoi scarti.
La collaborazione tra CNR e Università di Pisa dimostra una volta di più il valore intrinseco degli scarti alimentari, che possono trasformarsi in risorse preziose per la salute umana e l'ambiente. Con studi come questo, il cammino verso una bioeconomia circolare e sostenibile si arricchisce di nuove e promettenti direzioni.


Redazione

Una ricerca guidata dal Cnr-Isac di Bologna in collaborazione con il NIES giapponese introduce un innovativo modello ad alta risoluzione per valutare le emissioni di CO2, migliorando la precisione delle stime sia antropiche che naturali.

 

Il 1° marzo 2024 segna una svolta significativa nella ricerca ambientale grazie ai risultati pubblicati sulla rivista Environmental Research Letter da un team internazionale di scienziati. L'Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna (Cnr-Isac), in stretta collaborazione con il National Institute of Environmental Studies (NIES) del Giappone, ha sviluppato un metodo all'avanguardia per la stima delle emissioni di anidride carbonica (CO2).
Questo approccio innovativo utilizza un modello climatico di nuova generazione ad alta risoluzione, insieme a una vasta rete di misurazioni terrestri, per fornire stime più precise delle emissioni di CO2, sia quelle di origine antropica che quelle naturali. I dati analizzati dal 2015 al 2019 provengono da diverse reti di monitoraggio, tra cui l'osservatorio italiano “O. Vittori” sul Monte Cimone, un laboratorio fondamentale per la raccolta di informazioni sui gas serra.
A differenza di studi precedenti che fornivano stime su larga scala (continentale o nazionale), la ricerca attuale si concentra sulle emissioni a livello regionale, offrendo così un livello di dettaglio senza precedenti. L'uso di dati provenienti da reti di osservazione globali ha permesso di ridurre significativamente il margine di errore nelle stime delle emissioni, sia quelle derivanti dall'uso di combustibili fossili che quelle di origine naturale.
Pamela Trisolino, coautrice dello studio e ricercatrice presso il Cnr-Isac, sottolinea l'importanza dei progressi tecnologici e della raccolta dati in situ per il successo della ricerca. “I risultati ottenuti,” afferma Trisolino, “non solo migliorano la precisione delle nostre stime sulle emissioni e gli scambi di anidride carbonica ma forniscono anche un contributo essenziale per affinare le previsioni ambientali e supportare le politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici.”
Il progetto beneficia del supporto della Joint Research Unit “ICOS Italia”, finanziata dal Ministero dell'Università e della Ricerca (MUR), che dimostra l'impegno italiano nella ricerca ambientale e nel rafforzamento delle capacità di osservazione del sistema ICOS nel Mediterraneo.
Questa ricerca rappresenta un passo avanti cruciale verso la comprensione e la gestione delle dinamiche climatiche globali, confermando l'importanza di investire in scienza e tecnologia per affrontare le sfide ambientali del nostro tempo.

Redazione

Le due principali fiere dell'industria florovivaistica, Hortiflorexpo China e IPM ESSEN, annunciano il rinnovo della loro partnership per promuovere lo scambio internazionale nel settore e aprire nuove reti d'affari in Cina, soprattutto per gli espositori tedeschi. L'evento "Hortiflorexpo IPM Beijing" si terrà dal 23 al 25 maggio 2024 presso il nuovo China International Exhibition Center di Pechino.


La cooperazione tra Hortiflorexpo China, la fiera di riferimento per l'industria orticola in Cina, e IPM ESSEN, la più importante fiera mondiale dedicata all'orticoltura, prosegue con successo. Con la firma dell'accordo il 5 marzo 2024, le due entità confermano il loro impegno a favorire lo scambio internazionale nel settore orticolo e a offrire nuove opportunità di business, in particolare per gli espositori tedeschi nel mercato cinese.
La prossima edizione dell'evento "Hortiflorexpo IPM Beijing" si svolgerà dal 23 al 25 maggio 2024 presso il nuovo China International Exhibition Center di Pechino. Questa collaborazione tra le due fiere consente agli espositori di beneficiare di effetti sinergici significativi, agevolando l'instaurazione e l'espansione di contatti commerciali cruciali nel mercato cinese.
Oliver P. Kuhrt, CEO di Messe Essen, sottolinea l'importanza di questa partnership intercontinentale: "Il rinnovo del contratto non solo rafforza la nostra cooperazione ma sottolinea anche la posizione di Hortiflorexpo IPM China come fiera leader nel settore orticolo in tutta l'Asia."
La firma del contratto è avvenuta durante la 40° edizione di IPM ESSEN (dal 23 al 26 gennaio 2024), evento al quale hanno partecipato Xuemei Liu, Vice Segretario Generale dell'Associazione Cinese dei Fiori, rappresentando Hortiflorexpo, e Oliver P. Kuhrt, CEO di Messe Essen, per sigillare l'accordo di collaborazione.
Considerata la piattaforma più importante per le innovazioni, il networking e le opportunità commerciali nel settore orticolo dell'intera regione asiatica, Hortiflorexpo IPM China si tiene annualmente, alternando le sedi tra Shanghai e Pechino. Per l'edizione di maggio a Pechino, si prevede la partecipazione di oltre 700 aziende provenienti da 20 nazioni, che occuperanno uno spazio espositivo di 40.000 metri quadrati.
I visitatori professionali avranno l'opportunità di scoprire le ultime tendenze, prodotti e tecnologie del settore verde, oltre a partecipare a un programma di eventi collaterali che include presentazioni dal vivo, forum e escursioni orticole. Questa iniziativa rappresenta una preziosa occasione per approfondire la conoscenza del mercato cinese e esplorare nuove possibilità di espansione per le imprese del settore orticolo.

Redazione

Il presidente Agostino Re Rebaudengo dichiara: "un PNIEC più ambizioso non solo accelererebbe la decarbonizzazione del settore elettrico, ma faciliterebbe anche quella degli altri settori, grazie a un maggior utilizzo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili".


Roma, 4 marzo 2024 – La transizione energetica italiana potrebbe ricevere un decisivo impulso da un Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) più ambizioso. Questa la visione di Elettricità Futura, principale Associazione del settore elettrico in Italia, che nel corso dell'evento tenutosi alla Fiera Key di Rimini ha evidenziato la necessità di accelerare il processo di decarbonizzazione attraverso una maggiore incisività e concretezza nelle politiche energetiche.
Il Presidente Agostino Re Rebaudengo ha messo in luce come l'attuale bozza del PNIEC possa rappresentare un punto di partenza, ma sottolinea l'urgenza di elevare l'asticella degli obiettivi per realizzare una transizione energetica efficace e sostenibile. Secondo Re Rebaudengo, "Un PNIEC più ambizioso non solo accelererebbe la decarbonizzazione del settore elettrico, ma faciliterebbe anche quella degli altri settori, grazie a un maggior utilizzo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili".
Uno degli ostacoli maggiori identificati dall'Associazione riguarda il complesso iter autorizzativo che attualmente caratterizza il settore. Per superare questa sfida, Elettricità Futura propone l'introduzione del "Provvedimento Unico Nazionale", una soluzione innovativa che mira a semplificare e velocizzare il processo di autorizzazione degli impianti di produzione, stoccaggio e distribuzione dell'energia elettrica. L'obiettivo è ridurre drasticamente i tempi di rilascio dei titoli autorizzativi, eliminando l'attuale frammentazione normativa e le lungaggini burocratiche che frenano lo sviluppo delle infrastrutture energetiche necessarie per la transizione.
Inoltre, l'Associazione sollecita un aggiornamento normativo che, attraverso la creazione di un Testo Unico per le autorizzazioni, possa offrire un quadro chiaro e semplificato a supporto degli investitori e degli operatori del settore. Questa riforma sarebbe un passo fondamentale per garantire il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del Paese, in linea con gli impegni assunti a livello europeo e con le aspettative dei cittadini italiani.
L'appello di Elettricità Futura rappresenta quindi un invito a tutte le parti coinvolte – istituzioni, imprese e società civile – a collaborare per una riforma energetica che ponga l'Italia alla guida della transizione verde in Europa, assicurando allo stesso tempo sicurezza energetica, sostenibilità ambientale e vantaggi economici per il sistema Paese.


Redazione

 

La Regione Campania ha approvato la richiesta di proroga per l'uso del 1,3-dicloropropene, una decisione ora pendente per l'approvazione del MASAF. La misura, fondamentale per le colture florovivaistiche nelle province di Napoli, Caserta e Salerno, ha visto il plauso del presidente Malafronte che ha espresso gratitudine verso Coldiretti e gli uffici regionali. Resta ora in attesa del via libera definitivo dal MASAF.


In una recente dichiarazione, Enzo Malafronte, presidente del Consorzio Produttori Florovivaisti Campani (CPFC), ha espresso soddisfazione per la decisione della Regione Campania di inviare al Ministero della Salute la richiesta di proroga per l'utilizzo della fumigazione con 1,3-dicloropropene nelle colture floreali. Tale sostanza è fondamentale per combattere i nematodi fitoparassiti che minacciano le colture sia in ambiente protetto sia in pieno campo, durante l'intero ciclo vegetativo.
Malafronte ha sottolineato l'importanza del 1,3-dicloropropene come mezzo di difesa indispensabile per proteggere l'ingente investimento necessario per l'allestimento di una coltura floreale. Gli attacchi dei nematodi, infatti, possono compromettere gravemente la sanità del suolo e la produttività delle piante, rendendo la fumigazione non solo una misura preventiva ma una vera e propria necessità.
Il plauso di Malafronte si estende agli uffici regionali, all'assessore Nicola Caputo e ai rappresentanti di Coldiretti per il supporto ricevuto. Grazie all'approvazione del Ministero della Salute, l'uso del 1,3-dicloropropene sarà possibile per le aziende florovivaistiche delle province di Napoli, Caserta e Salerno, garantendo così la continuità produttiva e la qualità delle coltivazioni florovivaistiche in una delle regioni più prolifiche e rappresentative del settore in Italia.

Redazione