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Siamo di fronte a una drammatica escalation con i sequestri che hanno già raggiunto nel 2014 il valore di circa mezzo miliardo nell’agricoltura e nell’alimentare, diventate aree prioritarie di investimento dalla criminalità organizzata che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché del cibo, anche in tempi di difficoltà, nessuno potrà fare a meno, ma soprattutto perché consente di infiltrare in modo capillare la società civile e condizionare la via quotidiana delle imprese e delle persone. E’ quanto ha denunciato Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti, che per contrastare questo fenomeno ha sostenuto la nascita in Italia della Fondazione ’“Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare”, promossa dalla Coldiretti con la presidenza del Comitato Scientifico del procuratore Giancarlo Caselli.

Le organizzazioni criminali legate a mafia, camorra e ‘ndrangheta - sottolinea la Coldiretti - sono state tutte coinvolte nelle operazioni piu’ rilevanti dei primi due mesi del 2014. All’inizio dell’anno gli agenti della Dia di Caltanissetta hanno sequestrato beni per un valore di 45 milioni di euro di cui facevano parte 10 imprese, 25 fabbricati, terreni per un estensione complessiva di circa 150 ettari e numerosi conti correnti bancari, tutti riconducibili ad un imprenditore della provincia di Palermo, residente a Caltanissetta, ritenuto essere soggetto in contatto e interlocutore privilegiato di personaggi di spicco di Cosa nostra nei territori di Caltanissetta e Palermo. In particolare, si è fatta luce su un terreno con annessa azienda agraria utilizzato come riserva di caccia ad uso dei più noti esponenti della mafia siciliana, e beneficiato anche da ingenti contributi pubblici erogati dall'Agea. Una vera e propria holding nel  settore della ristorazione si era insediata a Roma dove i Carabinieri hanno sequestrato 23 i locali, tra ristoranti-pizzerie e bar dal più noto "Pizza Ciro" in via delle Mercede, tra piazza di Spagna e Montecitorio, ma anche "Ciro & Ciro", "Zio Ciro", "Pummarola e Drink", "Sugo" e la gelateria "Ciucculà" al Pantheon. Un impero creato, secondo quanto reso noto dagli inquirenti, nell'ambito del maxi blitz contro il clan Contini di Napoli, dai fratelli napoletani Salvatore, Antonio e Luigi Righi ai quali è stato contestato il concorso esterno in clan camorristico. Immobili, aziende e numerosi rapporti finanziari per un valore di circa 250 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Dia a Palermo, in una complessa operazione che ha portato alla luce le rilevanti attività economiche dell'organizzazione mafiosa facente capo al clan dei Galatolo, legate al mercato ortofrutticolo e al suo indotto. Secondo l'accusa, monopolizzavano i commerci anche col ricorso ai servizi forniti dalla cooperativa "Carovana Santa Rosalia", operante nella compravendita di merce, facchinaggio, parcheggio, trasporto e vendita di cassette di legno e materiale di imballaggio. In tal modo, si poteva prestabilire  il prezzo dei prodotti ortofrutticoli a cui gli operatori dovevano uniformarsi, controllare il trasporto su gomma da e per la Sicilia occidentale ed i principali mercati di approvvigionamento  delle derrate alimentari nel centro Italia, gestire le attività connesse al commercio all'interno del mercato di Palermo. A fine febbraio la Guardia di finanza di Crotone ha eseguito sei nuovi provvedimenti di custodia cautelare, disposti dal gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia nell'ambito dell'indagine "Insula" a seguito di nuove risultanze investigative che evidenziavano sostanzialmente la compromissione degli organi amministrativi e tecnici del Comune di Isola Capo Rizzuto, i quali sarebbero stati pienamente consapevoli dell'interesse della cosca Arena all'aggiudicazione della gara per la gestione di un terreno confiscato alla stessa famiglia di 'ndrangheta. L'integrazione investigativa, grazie agli elementi acquisiti attraverso numerosi testimoni e l'esame di nuova documentazione, ha consentito una ricostruzione della vicenda sull'aggiudicazione della gara pubblica per l'affidamento del servizio di raccolta dei finocchi coltivati su circa 39 ettari di terreno già oggetto di sequestro e confisca alla famiglia Arena di Isola Capo Rizzuto.
 
La tendenza in atto è destinata a far salire il volume d'affari complessivo della criminalità organizzata che, secondo il rapporto Agromafie Coldiretti/Eurispes, aveva raggiunto  circa 14 miliardi di euro nel 2013, con un aumento record del 12 per cento rispetto a due anni fa, in netta controtendenza rispetto alla fase recessiva del Paese, perché la criminalità organizzata trova terreno fertile proprio nel tessuto economico indebolito dalla crisi. È peculiarità del moderno crimine organizzato estendere, con approccio imprenditoriale, il proprio controllo dell’economia invadendo i settori che si dimostrano strategici ed emergenti, come è quello agroalimentare. Per questo le mafie – sottolinea la Coldiretti - hanno già imposto il proprio controllo sulla produzione e la distribuzione di generi alimentari del tutto eterogenei tra loro. Controllano in molti territori la distribuzione e talvolta anche la produzione del latte, della carne, della mozzarella, del caffè, dello zucchero, dell’acqua minerale, della farina, del pane clandestino, del burro e, soprattutto, della frutta e della verdura. Potendo contare costantemente su una larghissima ed immediata disponibilità di capitale e sulla possibilità di condizionare parte degli organi preposti alle autorizzazioni ed ai controlli, si muovono con maggiore facilità rispetto all’imprenditoria legale. Con i classici strumenti dell’estorsione e dell’intimidazione impongono la vendita di determinati marche e prodotti agli esercizi commerciali, che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente. Alcune stime - precisa la Coldiretti - valutano almeno 5.000 locali di ristorazione in Italia in mano alla criminalità organizzata (bar, ristoranti, pizzerie), nella maggioranza dei casi intestati a prestanome. Questi esercizi non garantiscono solo profitti diretti, ma vengono utilizzati anche come copertura per riciclare denaro sporco. In alcuni casi agenti dei clan rappresentano specifici marchi alimentari, che impongono in tutta la loro zona di influenza. Per raggiungere l’obiettivo i clan ricorrono a tutte le tipologie di reato tradizionali: usura, racket estorsivo, furti di attrezzature e mezzi agricoli, abigeato, macellazioni clandestine, danneggiamento delle colture, contraffazione e agropirateria, abusivismo edilizio, saccheggio del patrimonio boschivo, caporalato, truffe ai danni dell'Unione europea. A tutte le pressioni e minacce, esercitate in particolare nei confronti degli agricoltori del Mezzogiorno, si aggiungono i nuovi sistemi di condizionamento mafioso per imporre dazi illegali ed assorbire grosse fette del settore. Secondo la Direzione Investigativa di Roma ben il 15 per cento del fatturato realizzato dalle attività agricole appartiene all’illecito. Mettendo le mani sul comparto alimentare le mafie hanno inoltre la possibilità di affermare il proprio controllo sul territorio. Non solo si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza ed il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma – conclude Coldiretti - compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy.
 
Ufficio Stampa Coldiretti

“Quello dimostrato dalle autorità statunitensi rappresenta un importante segnale di apertura dovuto anche al crescente numero di Paesi, Organizzazioni Internazionali e stakeholders, che hanno manifestato le loro preoccupazioni sulle assegnazioni dei nuovi domini generici di primo livello e in generale sull’attuale governance di internet. La dimensione globale che ha assunto la rete internet, richiede, infatti, una gestione differente da quella che ha contraddistinto i suoi primi 25 anni di attività e si deve basare su un coordinamento fra le Amministrazioni pubbliche a livello italiano, europeo e internazionale.”

 
Commenta così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, la notizia secondo la quale il Dipartimento USA nazionale Telecomunicazioni - NTIAintende avviare una fase di transizione con la quale cedere il controllo dei domini generici di primo livello, fin qui gestito dall’Internet Corporation for Assigned Names and Numbers - ICANN - ente privato di diritto californiano, a una “comunità globale di attori”.
 
“Accanto allo sforzo messo in campo finora per migliorare il funzionamento e la fruibilità globale della rete, oggi si impone l'affiancamento, altrettanto importante, degli esperti e delle Amministrazioni pubbliche, rispetto in primo luogo ai settori legati alla salute, alla tutela dei diritti dei consumatori-navigatori della rete, alla concorrenza, all’antitrust, alle posizioni dominanti sul mercato virtuale e alla proprietà intellettuale. A proposito di questo ultimo punto - ha proseguito Martina -, sono convinto che sia necessario garantire un’attenzione specifica alla difesa delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche, che sono il fiore all'occhiello dello straordinario patrimonio agroalimentare italiano, che ogni giorno viene danneggiato da crescenti fenomeni di contraffazione internazionale sui mercati reali e virtuali”.
 
“Alla luce delle recenti novità presentate dagli USA, auspico vivamente che il meccanismo di assegnazione dei nuovi domini generici di primo livello, avviato da ICANN nel corso del 2013, abbia una pausa di riflessione”.
 
“Bisognerà fare in modo, a partire dalla prossima sessione del Governamental Advisory Committee (GAC) a Singapore dal 23 al 27 marzo, che ci sia una approfondita analisi. E saranno sicuramente necessarie le informazioni che la delegazione statunitense fornirà, soprattutto in merito alla definizione di comunità globale di attori, in quanto non è ancora chiaro cosa si intenda per comunità globale di attori. Mi impegnerò, -  ha continuato il Ministro Martina – ad assicurare che a livello di Governo siano date istruzioni in tal senso alla delegazione italiana che parteciperà ai lavori.”
 
“Con l’obiettivo di tutelare il consumatore/navigatore e il mercato interno è mia intenzione - ha concluso il Ministro - portare i temi dell'assegnazione dei nuovi domini generici di primo livello e, più in generale, della governance di internet all'attenzione del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri competenti, in particolare il Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, il Ministro degli Affari Esteri, Federica Mogherini, il Sottosegretario del MISE, Antonello Giacomelli e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche europee, Sandro Gozi, visto che la stessa Commissione europea, l'11 febbraio scorso, ha pubblicato la comunicazione ‘Internet Policy and Governance Europe's role in shaping the future of Internet Governance’”.
 
Redazione Floraviva

Il presidente Stefano Morandi spiega i motivi e si attende che sia «il punto di partenza per l’attività futura del mercato al fine del suo definitivo rilancio». Il rappresentante degli agricoltori nella giunta camerale Sandro Orlandini dice: «ci eravamo presi l’impegno di dare sostegno a qualche iniziativa per la floricoltura che fosse concreta e di immediata attuazione» e annuncia il sostegno di Cia ai floricoltori nella ricerca dei finanziamenti europei. Baldaccini (nella foto), amministratore di Mefit, presenta i primi risultati del piano di marketing: siamo al primo posto fra i mercati di fiori italiani per numero di fan su Facebook e si tratta in maggioranza di operatori del comparto floricolo: dai fioristi ai garden.

«Il cofinanziamento della Camera di Commercio vuole essere d’impulso ad un’azione concreta, potenzialmente suscettibile di importanti ricadute sulle imprese del settore operanti in provincia che vanno ben oltre l’importo dell’investimento stesso, che non si potrà certo esaurire nel programma presentato, ma che dovrà rappresentare un punto di partenza e una guida per l’attività futura del mercato al fine del suo definitivo rilancio».
Lo afferma il presidente della Camera di Commercio di Pistoia, Stefano Morandi, spiegando le ragioni del contributo di 19 mila euro concesso, a titolo di cofinanziamento al 50%, nei giorni scorsi al Mercato dei Fiori della Toscana – Città di Pescia (Mefit) - l’azienda speciale del comune pesciatino che gestisce il servizio di mercato all’ingrosso nell’ex Comicent - per il piano di marketing e comunicazione del 2014, che rappresenterà una delle leve per il rilancio del mercato. «Un’attività, quella di marketing e comunicazione, - osserva l’amministratore unico di Mefit Franco Baldaccini – che ha ricevuto un contributo dell’8% pure dalla Banca di Pescia e che è stata affidata a Diade – Consulenti d’innovazione, agenzia pubblicitaria di Pescia che l’ha declinata soprattutto, ma non solo, sul web e su social media come Facebook, e che in poche settimane ha già ottenuto risultati più che lusinghieri. Basti pensare che a fine 2013 l’attività di comunicazione invernale aveva portato la pagina Facebook “Mercato dei Fiori della Toscana” a 400 fan, ma adesso sono già più che triplicati salendo a oltre 1450, in prima posizione su Facebook fra i mercati di fiori italiani». «E che – aggiunge Baldaccini - le campagne pubblicitarie per Natale, San Valentino e la festa della donna, grazie anche a sapienti promozioni di mirate tipologie di fiori o piante, hanno avuto come risultato l’esaurimento delle merci in offerta dai magazzini.
Sandro Orlandini, presidente di Cia Pistoia e membro della giunta della Camera di Commercio di Pistoia come rappresentante del settore agricolo, commenta così l’assegnazione del finanziamento: «ci eravamo presi l’impegno di dare sostegno a qualche iniziativa per la floricoltura che fosse concreta e di immediata attuazione. E il bisogno di promozione era particolarmente sentito dai floricoltori che operano al mercato dei fiori di Pescia, visto anche che da anni, in seguito alle note vicende del fallimento e del commissariamento, non si faceva più niente in tal senso. Quindi ci siamo subito ritrovati nell’obiettivo del progetto di promozione presentato da Mefit e abbiamo deciso di cofinanziarlo al 50%, che è il limite massimo per questo genere di contributi». Sulle ricadute che potrebbero esserci per la floricoltura pesciatina e del distretto floricolo Lucca-Pistoia, Orlandini dice che «il mercato è l’unica speranza per molti produttori, per cui è giusto sostenerlo e promuoverlo, e dalla promozione potrebbero venire fuori anche risultati significativi».
«Il comparto floricolo – ricorda Stefano Morandi contestualizzando la decisione  - riveste, fin dall’800, una rilevante importanza per l’economia della Valdinievole e per quella pesciatina in particolare dove, grazie a condizioni climatiche favorevoli e alla fertilità dei terreni, si è assistito al progressivo sviluppo e consolidamento di un sistema di imprese in grado di garantire un’ampia gamma di prodotti floricoli in tutte le stagioni dell’anno e con elevate punte di qualità. Lo sviluppo di tale tessuto imprenditoriale, oggi ricompreso nel più ampio distretto floricolo interprovinciale, che include anche la piana lucchese e la Versilia, è stato favorito per lungo tempo da una posizione geografica strategica che rendeva il mercato locale particolarmente competitivo rispetto ai mercati del nord. Purtroppo l’apertura di nuovi mercati, la concorrenza sempre più aspra sia a livello internazionale che interno, lo sviluppo di nuove forme di contrattazione hanno modificato questa situazione, rendendo indispensabile l’adozione di strategie di marketing mirate al fine di rilanciare il settore». «La consapevolezza dell’importanza dell’adozione di simili strategie – conclude il presidente della Camera di Commercio di Pistoia - ha determinato la scelta operata dalla Giunta della Camera di Commercio di cofinanziare il progetto di marketing e comunicazione presentato dall’azienda speciale Mercato dei Fiori della Toscana, in quanto in esso si sono rinvenute le potenzialità necessarie per avviare un riposizionamento del mercato all’ingrosso dei fiori di Pescia».
«Dopo aver avviato l’analisi di mercato nel mese di dicembre – spiega Franco Baldaccini -, abbiamo iniziato la comunicazione sull'attività sia corporate che più propriamente commerciale di Mefit allo scopo di far comprendere agli operatori, con trasparenza, che cosa è e che cosa fa Mefit. Abbiamo strutturato un piano di marketing che ha definito nel tempo (12 mesi) tutte le attività di comunicazione e di promozione. In questo modo potremo verificare il raggiungimento degli obiettivi e l'adattamento alle variabili di mercato: il quadro normativo, quello politico, economico e socioculturale». «A proposito dei risultati sul web e delle centinaia di migliaia di visualizzazioni dello spazio su Facebook – prosegue Baldaccini – è da sottolineare che il pubblico è selezionato. Non si tratta di utenti comuni, ma di player del nostro mercato: fioristi, garden center, grande distribuzione organizzata, wedding planner, ecc.».
E a proposito di iniziative utili ai floricoltori e più in generale agli agricoltori, Sandro Orlandini si è soffermato anche sul capitolo finanziamenti europei 2014-2020, e in particolare su quelli a gestione diretta dell’Unione europea, di cui si è parlato il 6 marzo in un incontro organizzato proprio dalla Camera di Commercio di Pistoia (vedi articolo di Floraviva). «In genere – ha detto il presidente di Cia Pistoia - il grosso dei finanziamenti per l’agricoltura passa per il Piano di sviluppo rurale, la cui attuazione sarà regionalizzata, ma sulle voci ricerca e innovazione oppure energie rinnovabili e ambiente esistono bandi a gestione diretta in cui si potrebbe trovare qualche opportunità interessante. Come Cia daremo il nostro supporto pure su questo fronte agli agricoltori, per aiutarli a intercettare anche questi finanziamenti». Da non dimenticare poi la partita dell’overbooking, che si sta per aprire a marzo: in pratica, ha spiegato Orlandini, «a Pistoia, dove c’era un surplus di richieste di finanziamento da parte delle imprese agricole, dovrebbe arrivare parte di quei finanziamenti che non sono stati spesi altrove nell’ambito della programmazione precedente».
 
Ufficio Stampa

Giurlani Mefit Pescia

La richiesta del neo candidato sindaco di Pescia del Pd, Oreste Giurlani, quantificata intorno a 6 milioni di euro regionali, è stata divulgata stamani dopo la visita al mercato dei fiori pesciatino, dove ha incontrato i vertici di Mefit e produttori e commercianti. «Si tratta di un’occasione unica per il rilancio del mercato e della produzione floricola di qualità del distretto».

«Ho rivisitato il mercato dei fiori stamani e ho visto un clima relativamente più sereno fra gli operatori. C’è un po’ più di vitalità e di voglia di riscatto. I tempi sono duri, ma le ultime iniziative promozionali sono andate bene in termini di quantità di merci vendute. Desidero ribadire l’importanza del mercato dei fiori di Pescia, che va rilanciato».
E’ quanto affermato da Oreste Giurlani - fresco della vittoria alle primarie di domenica scorsa, che l’hanno eletto candidato del Pd alle elezioni amministrative di Pescia del prossimo maggio - dopo la visita di stamani alla struttura mercatale pesciatina. Sopralluogo durante il quale Giurlani ha parlato con i vertici di Mefit, l’amministratore unico Franco Baldaccini e il direttore Fabrizio Salvadorini, e con i produttori e commercianti al lavoro.
Per rilanciare il mercato di Pescia e tutta la floricoltura del distretto interprovinciale Lucca – Pistoia, che si riunirà proprio in via Salvo d’Acquisto il 13 marzo al cospetto dell’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori, Oreste Giurlani afferma che «va chiesto alla Regione Toscana di mettere sul piatto ad ottobre 5/6 milioni di euro riservati a progetti di filiera sulla floricoltura, che significherebbero innescare investimenti per circa 12 milioni: un’opportunità unica per il rilancio della produzione floricola di qualità del distretto e del mercato di Pescia».
«Bisogna creare subito – conclude Giurlani - una task force, composta da rappresentanti istituzionali ed esponenti delle associazioni di categoria del comparto florovivaistico, che si dedichi alla elaborazione di progetti di filiera sulla floricoltura che coinvolgano il mercato e il distretto».

Lo dice Franco Baldaccini, amministratore unico del Mercato dei Fiori della Toscanacittà di Pescia, in una nota in cui ribatte alle obiezioni della cooperativa Flora Toscana. A cominciare dall’idea di abbandonare a se stesso un mercato che è un bene storico-architettonico di grandissimo valore, è dotato di perfette precondizioni logistiche, ha le dimensioni giuste ed è solo da sottoporre a efficientamento energetico per arrivare a costi di gestione ottimali. Baldaccini si dice comunque disponibile a trovare insieme un modo per coniugare il rilancio avviato da Mefit con le eventuali esigenze competitive della cooperativa, che, va però ricordato, vale in termini occupazionali e di volumi di affari molto meno della metà del mercato dei fiori.

 
«Apprezziamo la volontà della cooperativa Flora Toscana di non “polemizzare” più con noi, perché è il momento di fare sistema, ma non possiamo non rispondere alle considerazioni della cooperativa, in particolare sul ruolo e uso della splendida struttura mercatale di Pescia, che giudichiamo del tutto sbagliate. Chiarito ciò, massima disponibilità da parte nostra a confrontarci con Flora Toscana».
Esordisce così Franco Baldaccini, amministratore unico di Mefit (Mercato dei Fiori della Toscanacittà di Pescia) - l’azienda speciale del comune di Pescia che gestisce il servizio pubblico di sostegno al commercio di fiori e piante all’ingrosso presso l’ex Comicent -, replicando al secondo comunicato diffuso oggi da Flora Toscana in merito alle sorti del mercato dei fiori di Pescia. Baldaccini risponde alle affermazioni di Flora Toscana a cominciare dalla richiesta di vendere l’immobile di via Salvo d’Acquisto, progettato dagli architetti Santi e Savioli, per comprare non si sa bene quale altra struttura e dove ubicata.
«Vogliamo aggiungere – dice Baldaccini - un immobile vuoto e abbandonato nel centro della città, per di più di altissimo valore storico-architettonico, dotato di perfette precondizioni logistiche, niente affatto sovradimensionato e solo un po’ costoso al momento perché bisognoso di efficientamento energetico per arrivare a costi di gestione ottimali? E tutto ciò per comprare cosa e dove e a quale prezzo? E’ al corrente Flora Toscana che, tanto per fare un esempio, a Firenze, sotto la guida di Pitti Immagine, si è puntato come sede fieristica, nonostante le ripercussioni negative sul traffico fiorentino (da noi assenti), sulla Fortezza da Basso anche per le sue qualità storico-architettoniche ed estetiche, che sono considerate un valore aggiunto e un elemento di attrattività enorme, se ben giocate?». «Flora Toscana può non essere interessata alle questioni extra-floricole  – chiude l’argomento Baldaccini – ma si tratta di un immobile pubblico che costerà comunque qualcosa alla collettività, qualsiasi cosa se ne voglia poi fare, perché appunto non può essere abbattuto e deve essere messo a norma».
Riguardo poi all’utilità di avere una struttura mercatale con certi tipi di servizi per i floricoltori e i commercianti di fiori, Baldaccini risponde che «il mercato dei fiori di Pescia, come sa benissimo Flora Toscana che è nostra “cliente”, non è solo un contenitore, un semplice cash & carry, ma anche un servizio pubblico fatto di tante attività che sono messe in evidenza sul nostro sito web: sub concessione di magazzini, box e uffici, noleggio posti vendita e parcheggio, copertura assicurativa Rct e Rco, rilevazione e pubblicazione settimanale dei prezzi, promozione e marketing dei prodotti commercializzati, rete wifi gratuita, bar, sala convegni e ultimamente anche un motore di ricerca per operatori e produttori della toscana (Agrito). Gli utenti pagano tariffe, i nostri dati sono pubblici e trasparenti e lo saranno ancora di più via via che saranno realizzati i piani di Mefit, che è alla guida della struttura solo dall’anno scorso. Ad esempio presto sarà online il nostro bilancio e, come da statuto, sarà sottoposto all'approvazione del consiglio comunale». 
«Per tutte queste ragioniafferma Baldaccini - in qualità di ente pubblico economico e ragionando da padri di famiglia che hanno la responsabilità della sorte di 2000 persone (a tanto ammonta l’indotto del mercato dei fiori), ci pare che le risorse pubbliche da destinare all'immobile adibito al servizio di mercato siano doverose proprio per la comunità, così come sono stati legittimi i finanziamenti ricevuti negli anni dai privati, come ad esempio le cooperative. La differenza semmai è che i finanziamenti alla struttura mercatale, nel contesto di un progetto multifunzione, impatterebbero su tutto il tessuto economico di Pescia e della Valdinievole». 
Senza replicare a tutte le altre affermazioni discutibili che sono contenute nel comunicato di Flora Toscana, Baldaccini tocca la questione delle 70 ditte di trasporto iscritte che ha tanto meravigliato la cooperativa: «Comprendiamo che dall’esterno si possa non avere la percezione delle ditte di autotrasporto che accedono al mercato, ma ad oggi sono 71 le ditte di trasporto iscritte, tra abituali e occasionali, e pagano le tariffe previste con regolare fattura». 
A conforto della sua posizione, Baldaccini riporta la recente dichiarazione di Maurizio Del Ministro, membro del distretto floricolo, in risposta al primo comunicato shock di Flora Toscana, secondo la quale «immaginare di venderlo [il mercato, ndr] e di fare un altro mercato, con questi chiari di luna, è al didella fantascienza» e «sulle vendite in nero non posso garantire per tutti (neppure per chi opera fuori dal mercato) ma è un’accusa veramente molto datata, personalmente, ma potrei parlare per tutti gli altri commercianti, devo dire che la merce arriva tutta fatturata e così facciamo noi con i nostri clienti, ed è così da molti anni» e, infine, «piaccia o non piaccia il fatto di avere un mercato a Pescia continua a permettere di avere un reddito, se pur gramo, a centinaia di famiglie di commercianti e produttori […] dobbiamo tenere presente che questi oltre che essere numeri sono persone».
«Se il Mercato dei Fiori funziona sempre meglio e dà servizi migliori ai floricoltori – conclude Baldaccini – è per forza di cose un potenziale concorrente di Flora Toscana in relazione ai suoi produttori. Comunque si può e si deve trovare il modo di coniugare il rilancio avviato da Mefit con le eventuali esigenze competitive della cooperativa – che, anche se in termini occupazionali e di volumi di affari vale molto meno della metà del mercato dei fiori, ha numeri importanti – e se ci verranno proposte dai privati, e perché no da Flora Toscana stessa, per avere in gestione porzioni della struttura mercatale siamo disposti a ragionarne insieme. L’importante è smettere con le polemiche e iniziare a dialogare davvero».
 
 
Per ulteriori informazioni:
Azienda Speciale Mefit, 
tel. 0572-453108
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.