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Nessun paese è riuscito a contrastare in maniera efficace i mutamenti climatici in corso e a mantenere le emissioni globali al di sotto della soglia critica dei 2°C. Performance soddisfacente per Danimarca e Svezia classificati rispettivamente al 4°e 5° posto. L'Italia, senza un cambio di politiche, non centrerà gli obiettivi di riduzione della C02. Solo la congiuntura economica negativa ha permesso la riduzione di C02

 
Negli ultimi cinque anni vi è stato un rallentamento della crescita delle emissioni globali di CO2 e un loro disaccoppiamento rispetto alla crescita del PIL, dovuto al considerevole sviluppo delle rinnovabili in ben 51 dei paesi presi in considerazione, in molti dei quali si è registrata una crescita percentuale annua in doppia cifra. Un dato confortante che dimostra come vi siano le condizioni economiche e tecnologiche, in grado di contrastare seriamente i mutamenti climatici in corso. 
Ecco in estrema sintesi, il risultato del rapporto annuale di Germanwatch sulla performance climatica dei principali paesi del pianeta, realizzato in collaborazione con Legambiente per l’Italia, presentato il giorno 8 dicembre alla Conferenza sul Clima di Lima.
 
“Nei prossimi giorni a Lima i governi dovranno mettere in campo la necessaria volontà politica per sfruttare a pieno queste condizioni, in modo da garantire che il prossimo anno a Parigi si possa raggiungere un ambizioso accordo globale sul clima – ha dichiarato Mauro Albrizio, responsabile Clima di Legambiente -, ma è fondamentale che anche gli altri paesi sviluppati ed emergenti, che occupano le posizioni medio-basse della classifica mettano sul tavolo i loro impegni nazionali, in modo da dare nuovo slancio ai negoziati e spingere così anche i paesi in via di sviluppo a fare la loro parte”.
 
Il rapporto prende in considerazione la performance climatica di 58 paesi che insieme rappresentano oltre il 90% delle emissioni globali. La performance di ciascun paese è misurata attraverso il Climate Change Performance Index (CCPI) e si basa per il 60% sulle sue emissioni (30% livello delle emissioni annue e 30% il trend nel corso degli anni), per il 20% sullo sviluppo delle rinnovabili (10%) e dell’efficienza energetica (10%) e per il restante 20% sulla sua politica climatica nazionale (10%) e internazionale (10%).
 
Anche quest’anno le prime tre posizioni della classifica non sono state attribuite, in quanto nessuno dei paesi ha raggiunto la necessaria performance per contrastare in maniera efficace i mutamenti climatici in corso e contribuire a mantenere le emissioni globali al di sotto della soglia critica dei 2°C, tuttavia per la prima volta quest’anno due paesi - Danimarca e Svezia classificati rispettivamente al 4°e 5° posto - hanno raggiunto una performance soddisfacente, che se confermata nei prossimi anni potrà loro consentire di aggiudicarsi finalmente il podio.
La “top 10” della classifica - con l’eccezione del Marocco che conferma la positiva performance dello scorso anno - è occupata da paesi europei. Vi sono infatti - oltre ai due paesi scandinavi - Regno Unito, Portogallo, Cipro e Irlanda.
La Germania continua a rimanere nelle retrovie, confermando il 22° posto dello scorso anno, dopo molti anni di leadership. Caduta dovuta al rilancio del carbone che ha fatto aumentare le emissioni e compromettere il raggiungimento dell’ambizioso obiettivo di riduzione entro il 2020 del 40% delle emissioni rispetto al 1990. La Germania con il trend attuale si attesterebbe al 32%. Va pertanto salutato positivamente la revisione del suo piano nazionale sul clima - annunciato a Lima lo scorso 3 dicembre - che prevede misure aggiuntive, tese in particolare alla riduzione delle emissioni nel settore elettrico, al fine di centrare l’obiettivo del 40%.
Un esempio che il nostro paese dovrebbe seguire, sebbene si posizioni leggermente meglio. L’Italia si classifica, infatti, al 17° posto grazie alla riduzione delle emissioni dovuta in particolare alla recessione economica. Ma se si considera solo la sua politica nazionale sul clima, il nostro paese retrocede in fondo alla classifica occupando il 58° posto. Situazione confermata dal recente rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente (AEA) sull’attuazione del pacchetto clima-energia 2020. 
L’AEA evidenzia che il nostro paese senza nuove misure aggiuntive non è in grado di rispettare l’obiettivo di riduzione delle emissioni nei settori non-ETS (come trasporti, residenziale, servizi, agricoltura) del 13% rispetto al 2005. Per rispettare questo obiettivo, nel 2020 le emissioni italiane devono attestarsi a 287.9 milioni di tonnellate (MtCO2-eq), mentre secondo le proiezioni dell’AEA il nostro paese viaggia verso 299.4 MtCO2-eq. Con le misure aggiuntive annunciate nel 2012 e non ancora attuate, l’Italia sarebbe  invece in grado non solo di colmare il gap ma di garantire una considerevole riduzione raggiungendo 269.9 MtCO2-eq. 
 
Va sottolineato, infine, il piccolo passo in avanti fatto da Stati Uniti e Cina, che grazie ai significativi investimenti nel settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica degli ultimi anni, risalgono il fondo della classifica e si posizionano rispettivamente al 44° e 45° posto. Ulteriori passi in avanti si prevedono per i prossimi anni, se i nuovi impegni annunciati dai due paesi lo scorso novembre verranno tradotti in realtà. Si tratta comunque di primi impegni, politicamente rilevanti, ma ancora insufficienti - come quelli europei dello scorso ottobre - a garantire il giusto contributo di questi paesi a mantenere il riscaldamento globale sotto la soglia critica dei 2°C.
 
Redazione Floraviva


"Fatevi avanti che il futuro è vostro". E' con queste parole che il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha concluso il suo saluto ai quasi diecimila studenti che il 10 dicembre hanno gremito il Palamandela per il diciottesimo meeting dei diritti umani. Un intervento con cui, in primo luogo, ha voluto salutare le delegazioni di studenti e insegnanti arrivati dall'Istria e dalla Normandia, per la prima edizione del meeting con una dimensione europea.

 
"Tre Regioni si sono messe insieme e hanno ottenuto un finanziamento dalla Commissione europea che consentirà di organizzare il meeting anche per i prossimi anni – ha ricordato il presidente – C'è anche un'Europa buona, insomma, quella degli Erasmus e degli incontri. L'Europa che ci ha dato 70 anni di pace e che ha consentito ai giovani di conoscersi. Poi abbiamo bisogno anche dell'Europa del lavoro".
 
Pace, giustizia, accoglienza. E' su questi grandi temi che si è soffermato il presidente, ricordando anche la frase biblica "Ama il prossimo tuo". "Questa frase – ha sottolineato Rossi – non si riferisce a un prossimo astratto, ma al vicino che abbiamo. Il primo obbligo che abbiamo, allora, è stare in pace con chi arriva da lontano, in pace".
 
E quindi l'agricoltura sempre più importante anche per il futuro della Toscana. "C'è una buona notizia, in agricoltura contiamo 10 mila posti di lavoro in più. E il governo regionale, insieme all'Unione europea, intende aiutare i giovani che vogliono tornare all'agricoltura. Questo è il nostro futuro, questo significa garantirci anche sicurezza, perché l'agricoltura non produce solo cibo, ci aiuta anche contro le alluvioni".
 
Ed è in questo contesto che il presidente ha ricordato la decisione del governo toscano di impedire nuovo consumo di territorio. "I campi devono rimanere campi, non si deve più costruire dove non si è ancora costruire. Questa è la legge più importante che abbiamo fatto".
 
Redazione Floraviva

pescia piazza mazzini

Pescia il 12 dicembre, UNCEM Toscana e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti  si fanno promotori dell’importante iniziativa “La Toscana dei Piccoli Comuni” per il recupero di edifici pubblici, riqualificazione delle aree urbane degradate e realizzazione di nuove infrastrutture. Il progetto sarà presentato a Pescia, presso l’Hotel Villa delle Rose, il 12 dicembre dalle ore 10.00 alla presenza del Sindaco e Presidente UNCEM Toscana Oreste Giurlani, del Sen. Riccardo Nencini, Vice Ministro Infrastrutture e Trasporti, e di Giovanni Guglielmi, Direttore Generale per l’edilizia statale e gli interventi speciali del Ministero Infrastrutture e Trasporti. Interverranno anche l’ing. Giacomo Parenti, Direttore generale Area Coordinamento Sviluppo Urbano di Firenze, Tommaso Dal Bosco, responsabile Dipartimento patrimonio, urbanistica per ANCI e Giordano Ballini Sindaco Villa Basilica.

 
“La Toscana dei Piccoli Comuni” nasce dalla necessità di intervenire sul territorio per riqualificare determinate aree per cui urgono risorse e piani specifici. Il territorio infatti non è rappresentato solo dall’ambiente in cui si vive, ma rappresenta anche una vera risorsa da tutelare e valorizzare per la qualità della vita delle popolazioni che lo abitano e per il loro futuro. UNCEM Toscana e il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture hanno pensato allora a discutere l’iniziativa da loro ideata e promossa nella giornata di venerdì 12 dicembre, presso l’Hotel Villa delle Rose di Pescia, con Sindaci e Tecnici. Il convegno ha l’obiettivo di approfondire tre principali tematiche che corrispondono alla programmazione di interventi sul territorio. Programma 6000 campanili: si tratta, in termini di risorse, di 100 milioni di euro stanziati per consentire ai Comuni con meno di 5000 abitanti di procedere all’adeguamento normativo di edifici pubblici esistenti, alla messa in sicurezza del territorio, alla ristrutturazione e ri-funzionalizzazione di edifici pubblici, a costruirne di nuovi e a realizzare e mantenere reti viarie e infrastrutture o reti telematiche di NGN e Wi-Fi. Piano nazionale delle Città: questo programma è dedicato alla rigenerazione delle aree urbane degradate e consente un coordinamento di una serie di interventi per queste relativi a nuove infrastrutture, riqualificazione urbana, costruzione di parcheggi, alloggi e scuole. Tutto questo grazie al reperimento di risorse pubbliche, di cui 225 milioni di euro subito disponibili. Definizione dei criteri per l’assegnazione degli interventi ammessi a finanziamento: discussione tecnico-politica finalizzata a superare le criticità riscontrate con il sistema del “click-day” nel precedente programma di 6000 campanili. Aprirà il convegno Oreste Giurlani, Sindaco del Comune di Pescia e Presidente UNCEM Toscana; seguirà alle ore 10.30 l’intervento dell’ing. Giovanni Guglielmi, Direttore Generale per l’edilizia statale e gli interventi speciali del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, alle ore 11.00 Giacomo Parenti, Direttore Generale Area Coordinamento Sviluppo Urbano del Comune di Firenze, alle 11.30 invece interverrà Tommaso Dal Bosco, Responsabile Dipartimento patrimonio, urbanistica, infrastrutture e politiche per la casa di ANCI, alle 12.00 Giordano Ballini, Sindaco di Villa Basilica. Dopo gli interventi ci sarà una discussione aperta e infine, alle 13.00, le conclusioni del Senatore Riccardo Nencini, Vice Ministro Infrastrutture e Trasporti.
 
Redazione Floraviva

 

"La Banca della terra", ad un anno dalla nascita, ha presentato oggi il suo primo "bilancio" e viaggia spedita verso il futuro con importanti novità -ha detto oggi l'assessore all'agricoltura Gianni Salvadori durante una conferenza stampa indetta per l'occasione- "Siamo estremanente soddisfatti perchè ci siamo fortemente impegnati in questo progetto, che è stato il primo di questo genere in Italia e anche in Europa, e oggi i risultati ci danno ragione e premiano il nostro impegno. Sono orgoglioso perchè non solo la "banca della terra" funziona e serve, come dimostrano i dati, a recuperare alla coltivazione, all'attività di allevamento e in genere alle attività agroalimentari, terreni e fabbricati che erano stati abbandonati, ma anche perchè si è dimostrata uno strumento importante per dare la terra ai giovani che vogliono fare gli agricoltori, ma finora non avevano i mezzi per procurarsela. Questi risultati sono così positivi che la "banca della terra" entra ufficialmente a far parte delle misure del progetto Giovanisì della Regione Toscana."

 
Ma entriamo nel dettaglio dei dati: già assegnati oltre 270 ettari di terreni pubblici. In corso altre assegnazioni di terra e fabbricati che dal 29 novembre 2013, quando la "banca della terra" è stata ufficialmente avviata sono stati pubblicati 14 bandi (di cui due tutt'ora aperti), e resi disponibili ben 28 lotti, di cui 17 per soli terreni, 6 per soli fabbricati, mentre 5 hanno messo in concessione sia fabbricati che terreni.
 
Sono stati messi a disposizione oltre 500 ettari di terreno (castagneti da frutto, boschi, oliveti, pascoli e seminativi) e 12 fabbricati, tutti di proprietà pubblica, situati nei comuni di: Radicondoli, Murlo, Sarteano, Chianciano Terme in provincia di Siena; Cantagallo in provincia di Prato; San Godenzo e Londa in provincia di Firenze; Follonica, Grosseto, Monterotondo Marittimo in provincia di Grosseto; Loro Ciuffenna, Pieve Santo Stefano, Anghiari, Badia Tedalda, Arezzo in provincia di Arezzo; Buti in provincia di Pisa.
 
Molto positiva è risultata la risposta degli imprenditori; dei 28 lotti complessivi, ne sono stati già assegnati 15, per un totale di oltre 270 ettari, di cui 173 di bosco, 42 di seminativo, 42 di pascolo e 9 di oliveto. Per 11 lotti si stanno completando le operazioni, mentre per gli ultimi 2, il termine per le domande è ancora aperto.
 
Entro la fine dell'anno si prevedono almeno quattro nuovi lotti, a Cantagallo (PO), Buti (PI), Londa (FI) e Cortona (AR).
 
L'Ente terre regionali: a gestione diretta solo le attività di interesse pubblico come la banca del germoplasma
 
La "banca della terra" rientra in un progetto più ampio che ha visto anche la trasformazione dell'Azienda agricola di Alberese in "Ente Terre Regionali Toscane", che mira ad attuare il riordino e la valorizzazione del patrimonio agricolo forestale pubblico. Rimarranno a gestione pubblica le attività come la tutela della biodiversita con la "banca del germoplasma", lo svolgimento di attività di sperimentazione, innovazione e ricerca in agricoltura. In sintesi: le attività di interesse pubblico. I rimanenti terreni e fabbricati saranno dati in concessione ad operatori privati. L'attività è già iniziata con due bandi, nel 2015 il patrimonio reso disponibile sarà più ampio.
 
Con l'occasione dei risultati presentati da Regione Toscana anche l'annuncio che l'Istituto degli Innocenti mette a disposizione 300 ettari, infatti lo scorso 2 Dicembre l'Ente Terre ha siglato con l'Istituto degli Innocenti di Firenze una Convenzione per l'inserimento di oltre 300 ettari di terreno in proprietà dell'Istituto in Banca della Terra ed entro la fine dell'anno sarà pubblicato un bando per due importanti lotti di terreno in provincia di Firenze (rispettivamente di 108 e 81 ettari, comprendenti seminativi e boschi). La scadenza per la presentazione delle domande sarà la fine di febbraio, il che permetterà agli assegnatari di avviare la coltivazione già dalla primavera 2015.
 
I giovani agricoltori avranno priorità nell'assegnazione dei terreni ed il pagamento del canone di affitto sarà scalare nel tempo. Solo a partire dal quarto anno sarà corrisposto l'intero importo stabilito nel contratto. Ciò al fine di dare la possibilità agli imprenditori di avviare il proprio progetto con maggiore tranquillità.
 
"La collaborazione nata fra Ente Terre e Istituto degli Innocenti – ha sottolineato Salvadori - rappresenta un esempio ed un punto di riferimento per le attività future di Ente Terre; l'esperienza che si sta compiendo apre la strada ad una nuova modalità di collaborazione fra Enti, nella ricerca di una sinergia tesa a recuperare ed ottimizzare la produttività degli ambienti marginali interni della collina toscana, a concedere nuove opportunità di lavoro e di vita ai giovani, a promuovere una nuovo rapporto fra proprietà pubblica e capacità imprenditoriale privata.
 
Un'altra collaborazione in corso è stata siglata fra Regione Toscana, Ente Terre e Parco Regionale di San Rossore; anche in questo caso sono stati individuati terreni, situati all'interno della Tenuta Presidenziale che saranno inseriti in Banca della Terra, presumibilmente già a partire dai primi mesi del 2015.
 
Anche i privati possono mettere a disposizione della "banca" la terra che non coltivano
 
La legge regionale della Toscana (L.r. 80/20129 considera espressamente fra i beni da inserire in "banca della terra" anche i terreni di proprietà privata. Il Regolamento 60/2014 definisce le modalità con cui il proprietario privato presenta istanza ad Ente Terre per l'inserimento, grazie ad una specifica modulistica approvata dall'Ente. Ad oggi già due proprietari si sono fatti avanti per chiedere l'inserimento dei propri terreni. "In questo modo – ha sottolineato l'assessore Salvadori - la "banca della terra" diventa fattivamente uno strumento di incontro fra la domanda e l'offerta di terre private, attualmente pressoché inesistente sul territorio regionale". Anche su questo aspetto sono in corso le istruttorie delle richieste e nei tempi più rapidi possibili saranno inseriti tutti i dati nella Banca.
 
Terreni abbandonati e incolti: il recupero per combattere degrado e squilibrio idrogeologico
 
"La legge 80/12 attribuisce un ruolo fondamentale al recupero dei terreni abbandonati e incolti, perchè – ha sottolineato ancora Salvadori - grazie a questo è possibile contenere il degrado ambientale, salvaguardare il suolo e gli equilibri idrogeologici, limitare gli incendi boschivi, favorire l'ottimale assetto del territorio. La legge, ed il successivo Regolamento di attuazione, individuano nei Comuni i soggetti tenuti al censimento dei terreni abbandonati, ossia dei terreni lasciati improduttivi negli ultimi tre anni solari. Per agevolare i Comuni in queste operazioni – ha spiegato l'assessore - è stata siglata una Convenzione fra Ente Terre e Unione delle Province della Toscana (UPI Toscana) attraverso la quale 10 giovani operatori, uno per provincia, hanno avuto il compito di effettuare il censimento dei terreni abbandonati."
 
La superficie da censire è di oltre 107mila ettari, frazionati in più di 270 mila particelle catastali. Questa è la dimensione complessiva delle aree che, pur essendo agricole, non hanno beneficiato negli ultimi tre anni di contributi e premi comunitari e che pertanto potrebbero essere non utilizzate. Di questa superficie ad oggi sono stati verificati, sia attraverso il ricorso a strumenti informativi georeferenziati che a sopralluoghi specifici, più di 24 mila ettari, quasi un quarto del territorio regionale da censire, per circa 65 mila particelle catastali.
 
Per 68 comuni il censimento è concluso e si stanno avviando le procedure che porteranno all'inserimento in banca della terra; per ulteriori 19 Comuni le verifiche sono in via di completamento.
 
Ente Terre, di concerto con UPI Toscana, ha selezionato ed avviato una collaborazione con 36 comuni per inviare lettere ai proprietari dei terreni, ultimo passaggio prima dell'inserimento di questi beni in "banca della terra".
 
Intanto stanno arrivando le prime risposte da parte dei proprietari e molti di loro si sono impegnati a recuperare i propri terreni, che fino ad oggi erano abbandonati. All'inizio del 2015 i primi terreni per i quali i proprietari non hanno espresso questa intenzione saranno inseriti nella "banca" e saranno avviate le procedure per l'assegnazione a nuovi agricoltori.
 
La Banca della terra è visbile sul sito di ARTEA, l' Agenzia Regionale Toscana per le Erogazioni in Agricoltura all'indirizzo www.artea.toscana.it. Il portale permette di conoscere in tempo reale i terreni/beni che vengono resi disponibili, è aperto a tutti e permette di scaricare tutta la documentazione necessaria per la presentazione delle domande. E' stata creata una mailing list in cui sono inseriti tutti coloro che a vario titolo hanno manifestato interesse allo strumento (al momento oltre 120 contatti), attraverso il quale si avvisano gli interessati di tutte le novità e della pubblicazione di nuovi bandi. Adesso il collegamento con il Portale di Giovanisì (www.giovanisi.it) nell'area "Fare impresa" (www.giovanisi.it/le-opportunita-per-fare-impresa/) servirà ad accrescere la conoscenza della banca della terra e lo farà in particolare verso i giovani.
 
Redazione Floraviva

"Con l'approvazione da parte della Giunta della risposta alle osservazioni pervenute l'impianto del Piano paesaggistico ne esce confermato. Le modifiche apportate in recepimento delle osservazioni sono state l'occasione per migliorare i singoli contenuti, chiarendoli e precisandoli ove necessario anche per non dare luogo a interpretazioni incoerenti e per renderne più efficace l'applicazione".
 
Lo ha affermato oggi l'assessore Anna Marson, presentando i risultati del lavoro svolto dopo l'adozione del Piano da parte del Consiglio regionale. "Abbiamo esaminato con grande attenzione tutte le osservazioni pervenute, accogliendo tutte quelle pertinenti e coerenti con le finalità del Piano paesaggistico. Abbiamo migliorato complessivamente le sue argomentazioni, con particolare riguardo alle analisi di livello regionale e alle descrizioni dei venti ambiti in cui è suddiviso il territorio regionale, affinando i dispositivi normativi".
 
Sono state in tutto 605 le osservazioni pervenute, che hanno riguardato in grande prevalenza gli aspetti della perimetrazione e della disciplina dei beni vincolati ai sensi del Codice nazionale del paesaggio e le relazioni tra il Piano paesaggistico e le attività economiche, ma anche i temi della semplificazione e della partecipazione.
 
"La discussione che si è sviluppata nel complesso intorno al Piano – ha detto ancora Marson - ritengo che dia un contributo importante alla questione del rapporto tra paesaggio e attività economiche, agricoltura compresa. Il tema del paesaggio rispetto alle attività agricole, in particolare, è un tema che sta diventando centrale anche rispetto alle politiche europee e nazionali. In questo caso la Regione Toscana può dire di avere già avuto modo di approfondire l'argomento".
 
Rispetto all'esigenza di semplificazione espressa da molto interlocutori, l'assessore Marson ha ricordato i risultati conseguiti in sede di concertazione istituzionale con il Ministero. Gli elementi di semplificazione, in coerenza con il piano adottato, sono infatti il contenuto di un'intesa sottoscritta il 28 ottobre 2014 presso il Mibact. Nello specifico si tratta di 32 interventi - all'interno di aree riconosciute come gravemente compromesse e degradate a seguito di una procedura coordinata tra Regione e Mibactche non richiedono più il rilascio della autorizzazione paesaggistica, in quanto volti alla riqualificazione dell'edificato esistente. Sono però esclusi i centri storici. Una ulteriore semplificazione riguarda le aree di pertinenza fluviale, di laghi, fascia costiera e boschi, per i quali sia verificata, in base a una ricognizione coordinata di Regione e Mibact, la non sussistenza del valore paesaggistico. All'interno di queste ultime aree qualsiasi intervento non dovrà più essere dunque sottoposto a autorizzazione paesaggistica.
 
Quanto ai rilievi ricorrenti in merito alle modalità di informazione, comunicazione e partecipazione che il piano ha adottato per la propria formazione, l'assessore fa presente che il Piano è stato costruito con un coinvolgimento di cittadini e amministrazioni locali assai più esteso di quanto non preveda la legislazione toscana vigente. Sono stati tenuti circa 70 incontri fra il marzo del 2013 e il giugno del 2014 con enti locali, associazioni di categoria, di cittadini, associazioni culturali e ambientaliste in tutti gli ambiti in cui si articola il paesaggio toscano. Il Piano è stato altresì presentato nella sua impostazione e discusso nelle sue scelte anche in due serie di incontri nei diversi territori tra l'estate del 2012 e la primavera del 2013 che hanno consentito una serie di approfondimenti tematici con le amministrazioni e le popolazioni direttamente interessate.
 
Redazione Floraviva