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Saranno elaborate nuove proposte e soluzioni per la tutela del territorio e della biodiversità. Su questo fronte in Italia si sono già raggiunti importanti risultati con le esperienze di conservazione della natura condotte da Legambiente e altri partner. L’idea vincente  è stata quella di area protetta, che ha saputo coinvolgere il territorio in progetti di rilancio e sviluppo sostenibile

 
A Sydney per una settimana, migliaia di esperti di tutto il mondo si confronteranno sugli obiettivi di tutela della biodiversità, le emergenze del cambiamento climatico, i risultati della gestione delle aree protette. Se guardiamo all’Italia, su questo fronte, incontriamo Legambiente che è stata capace di conseguire importanti risultati, tramite esperienze di conservazione e valorizzazione della natura condotte dai circoli, dalla rete Natura e Territorio dell'associazione o insieme ad altri partner. E i dati parlano chiaro: sono circa 2000 gli esemplari di camoscio appenninico presenti oggi nei Parchi nazionali d'Abruzzo, Lazio e Molise, del Gran Sasso Monti della Laga, della Majella, dei Monti Sibillini e in quello regionale del Sirente Velino, le cinque aree protette coinvolte insieme a Legambiente in un progetto di conservazione a lungo termine della R
upicapra pyrenaica ornata. Grazie al Centro di recupero delle tartarughe marine di Manfredonia, invece, sono state salvate dal 2008 ad oggi oltre 634 tartarughe marine, delle quali 625 Caretta caretta e 9 Chelonia mydas, specie considerata rarissima nel Mare Adriatico. Nei territori di quattro aree protette del mar Ligure e dell’Alto Tirreno, Legambiente sta portando avanti delle attività per la salvaguardia del falco pescatore. La specie era scomparsa tra gli anni 50 e 60, ma grazie al progetto è stato possibile ricostituire una popolazione nidificante nel Parco regionale della Maremma. Mentre grazie all'esperienza del Santuario delle Farfalle, gestito dall’associazione sull’isola d'Elba, è stata scoperta la presenza di una sottospecie endemica di Zerynthia cassandra, una delle farfalle incluse nella Direttiva Habitat 92/43/CEE, come specie di interesse comunitario e che era considerata estinta da decenni. Ma i progetti non si fermano a questi ottimi risultati, come ricorda Antonio Nicoletti, responsabile del settore Aree protette di Legambiente:  “Ora occorre andare avanti per raggiungere gli obiettivi indicati dall’ONU entro il 2020 sull’estensione delle superfici protette, almeno il 17% del territorio e il 10% della superficie marina e per frenare la perdita di biodiversità. I parchi sono fondamentali per mitigare il cambiamento climatico in atto. Nel nostro paese la loro gestione piò e deve essere ancora migliorata, con un maggiore sostegno delle istituzioni”.
 
Redazione Floraviva

Il CIPE ha dato ieri il via libera ai finanziamenti promessi dal Ministro Martina al florovivasimo pistoiese, Fra le 8 imprese agricole beneficiarie due di Pescia: Flora Toscana e Oscar Tintori, a cui si aggiunge la società di consulenza pesciatina Asia. La Regione Toscana darà a fondo perduto 1 milione e 130 mila euro. Sarà realizzata una piattaforma di e-commerce B2B di filiera.

 
Con un po’ di ritardo, ma il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina è stato di parola e ha sbloccato i 7 milioni e mezzo di euro destinati al contratto di filiera del florovivaismo pistoiese guidato dalla società di servizi Pistoia Agricola (organizzazione professionale dell'Unione Agricoltori di Pistoia presieduta da Edoardo Chiti): un progetto che mette insieme otto aziende agricole della provincia (di cui due pesciatine, una di Quarrata, una di Serravalle e le restanti pistoiesi) e, oltre alla capofila, due imprese di consulenza (una di Pescia e l’altra di Massa e Cozzile). Al centro del progetto vi sarà la realizzazione di una piattaforma di e-commerce business-to-business gestita dalla cooperativa di Pescia Flora Toscana.
Il ministro Martina aveva annunciato, durante un incontro con i vivaisti tenutosi il 18 luglio nella sede della Provincia di Pistoia alla presenza della presidente Federica Fratoni e del deputato Edoardo Fanucci, che lo sblocco dei finanziamenti da parte del Cipe sarebbe avvenuto alla riunione di agosto (vedi articolo di Floraviva del 19 luglio). Così non è stato. Ma nella riunione del Cipe di ieri finalmente è arrivata la lieta notizia, che non riguarda solo il florovivaismo pistoiese, o meglio le otto aziende coinvolte, ma anche tanti altri settori dell’agricoltura italiana, come si legge in un comunicato del Ministero delle politiche agricole (Mipaaf): «le produzioni ortofrutticole destinate al consumo fresco, la filiera vitivinicola, quella zootecnica, i comparti uova e latte, la filiera dei foraggi […] e quella dei prodotti biologici». Dal Cipe sono stati approvati infatti sette nuovi contratti di filiera per 130 milioni di euro di investimenti, con le seguenti fonti di finanziamento: «62 milioni di euro del FRI [Fondo rotativo alle imprese, ndr] della Cassa depositi e prestiti, 2 milioni di euro di fondi Mipaaf, 1,8 milioni di euro di cofinanziamento regionale, 2,4 milioni di euro di finanziamento bancario ordinario, e altri mezzi propri per 4,5 milioni di euro».
Tornando alla filiera florovivaistica pistoiese, elenchiamo i nomi delle aziende agricole coinvolte, a cui vanno aggiunte le due imprese di consulenza Asia di Roberto Natali (Pescia) e Melograno di Michele Marchioni (Massa e Cozzile): Flora Toscana (Pescia), Magazzini Luca (Serravalle Pistoiese), Società agricola di Innocenti e Mangoni Piante di Innocenti Agostino (Pistoia), Società agricola Righetti Piante di Righetti Diana e Gori Claudio (Pistoia), Società agricola Tesi Tullio (Pistoia), Oscar Tintori Vivai di Tintori Alberto (Pescia), Vivai Piante Niccolai Francesco (Quarrata), Zelari Piante Società agricola (Pistoia).
Gli investimenti previsti sono € 7.558.385,00, di cui € 1.128.957,90 di finanziamenti in conto capitale (a fondo perduto) dalla Regione Toscana. La somma rimanente è così ripartita: € 3.224.713,55 (pari al 50%) a tasso agevolato (0,50%) e l’altro 50% (€ 3.224.713,55) a tasso ordinario.
 
Redazione Floraviva

mensa scolastica

II prodotti del territorio nelle mense, cominciando dalle mense  scolastiche: è questo il filo conduttore di progetti come "Mens(a) sana  in corpore sano", l'iniziativa i cui risultati sono stati presentati  oggi a Firenze, nei locali di Toscana Promozione, volta a promuovere il  "pesce dimenticato" come alimento per i bambini.

"Siamo molto  soddisfatti – ha commentato l'assessore all'agricoltura, caccia e pesca  della Regione, Gianni Salvadoriperchè questo progetto ha avuto  successo in tante scuole dell'infanzia e primarie della Toscana. I  bambini e gli insegnanti hanno apprezzato la qualità del "pesce  dimenticato", pescato nel mare toscano, molto di più del pesce, generalmente surgelato e pescato nell'oceano, che viene servito di  solito nelle mense e che, molto frequentemente, i bambini rifiutano.  Grazie a questo progetto – ha sottolineato Salvadoriche porta avanti  la riscoperta del "pesce dimenticato" dei nostri mari, su cui la Regione  è impegnata da alcuni anni, si fanno riscoprire ai bambini i sapori dei  prodotti locali, che sono di qualità e che sono genuini, e si compie un  vero e proprio investimento nella salute delle giovani generazioni."

L'assessore ha inoltre sottolineato un altro aspetto importante per la  Toscana, ricordando come proprio la Regione abbia promosso un protocollo  d'intesa per incentivare il consumo di prodotti locali nelle mense. "Incentivando l'uso di prodotti agroalimentari del territorio, e dunque  anche del nostro mare – fa notare Salvadori- si aiuta l'affermarsi di un  circuito virtuoso, che fa bene alla salute, fa bene all'ambiente e fa bene all'economia della Toscana. Per queste ragioni abbiamo sostenuto  questo progetto e continueremo a incentivare azioni virtuose che puntano  a valorizzare, fin dalla più tenera età, i prodotti, buoni e di qualità, del territorio."

Redazione Floraviva


Il sindaco di Pescia Oreste Giurlani, commentando i dati delle vendite al mercato dei fiori nel periodo che precede le festività dei santi e dei morti, lancia la proposta di una cabina di regia unica per i due distretti del florovivaismo toscano: quello floricolo interprovinciale Lucca - Pistoia e quello vivaistico-ornamentale pistoiese. Incontrerà a breve il sindaco di Pistoia Samuele Bertinelli per parlarne. Il direttore del Mefit Salvadorini comunica che nel 2014, ad oggi, i produttori iscritti sono aumentati del 2,5% e il volume d’affari è stimato in crescita di quasi il 2% grazie al settore commerciale.

 
«Il buon andamento al mercato dei fiori di Pescia delle vendite di crisantemi e altri fiori e piante tipici di Tutti i Santi è un’altra conferma di quanto sto dicendo da tempo: il florovivaismo è vivo e ha ulteriori margini di ripresa. Purché si capisca che il momento di agire e dare il sostegno necessario al settore è adesso, in questa fase di attraversamento della perdurante crisi economica».
E’ quanto sostiene, con riferimento in particolare al ruolo della Regione Toscana, il sindaco di Pescia Oreste Giurlani nel commentare i risultati della seconda metà di ottobre 2014 - il periodo cruciale in cui si vendono all’ingrosso i fiori e le piante per le festività dei santi e dei morti -  che gli sono stati presentati in questi giorni dalla direzione del Mefit (Mercato Fiori Piante ToscanaCittà di Pescia), l’azienda speciale che ha in gestione il mercato di via Salvo d’Acquisto.
Giurlani non si limita a un generico appello e lancia la proposta di «creare una cabina di regia unica per i due distretti del florovivaismo»: quello floricolo interprovinciale LuccaPistoia e quello vivaistico-ornamentale pistoiese. Approfittando anche del fatto che ora la Pac (Politica agricola comune europea) ha aperto le porte dei propri cofinanziamenti a pieno titolo pure alle coltivazioni florovivaistiche. «E’ arrivato il momentodichiara Giurlaniche il distretto floricolo e il distretto vivaistico si mettano insieme e capiscano fino in fondo di essere complementari e di poter investire proficuamente in una strategia di rilancio comune. Mettiamoci intorno a un tavolo e facciamo veramente sinergie». A tale proposito Giurlani annuncia di avere già sentito il sindaco di Pistoia Samuele Bertinelli e che si incontreranno a breve per parlarne.
I presupposti ci sono tutti, secondo il sindaco Giurlani, se è vero che pur nelle mille difficoltà dovute alla crisi economica generale che sta creando problemi anche nel forte distretto vivaistico, è bastato che la direzione di Mefit mettesse in ordine la gestione del mercato all’ingrosso e che, tramite la collaborazione con Diade, avviasse una sia pur parsimoniosa strategia di marketing e comunicazione pubblicitaria, per vedere, in un solo anno, promettenti segnali di miglioramento
Ma vediamo in cosa consistono tali segnali, richiamando alcuni dati generali sul mercato dei fiori e i risultati della seconda metà di ottobre messi in evidenza nei suoi report dal direttore di Mefit, Fabrizio Salvadorini.
«Il mercato dei fiori di Pesciaafferma Salvadorini - rappresenta anche nel 2014 una realtà che, nonostante la crisi, stima in quasi 700 le aziende iscritte, suddivise tra produttori (280) - in lieve incremento rispetto al 2013 (+2,5%) -, commercianti (345), trasportatori (17 abituali e 14 saltuari) ed attività correlate. Ogni mattina, all’avvio delle trattative, la platea accoglie mediamente più di 800 persone che qui operano e lavorano, mediante l’esposizione dei prodotti da parte dei produttori e dei commercianti, negli spazi loro assegnati dalla gestione. Giornalmente accedono al mercato, come media dell’ultimo triennio, 450 veicoli, con punte di 800, durante le 24 ore di apertura del mercato».  
«Il volume d’affari nel corso del 2014 – aggiunge il direttore di Mefit - è stato stimato in oltre 70 milioni di euro, sulla base delle dichiarazioni fatte nella domanda delle impese iscritte, che vede la ripartizione dei pesi economici tra i settori agricolo, commerciale ed artigianale pari rispettivamente a: 10%; 78% e 12%. Si valuta un leggero incremento di quasi il 2%, dovuto principalmente ad un aumento della componente del settore commerciale».
Riguardo all’andamento delle vendite all’ingrosso al Mefit nelle due settimane precedenti Tutti i Santi, come è stato comunicato alla stampa alcuni giorni fa, il mercato dei fiori di Pescia ha tirato bene e la maggior parte degli operatori è riuscita a vendere tutte le merci. Così è stato soprattutto per i fiori e le piante tipici delle ricorrenze dei santi e dei morti, a cominciare dal crisantemo, che è di produzione locale e costituisce quindi un forte elemento di richiamo verso il mercato pesciatino per i compratori di piante e fiori, che qui possono trovare una gamma vastissima di varietà. In generale, poi, sono state solo le produzioni di maggiore qualità a riuscire a spuntare qualche aumento dei prezzi di vendita.
Secondo l’indagine di Mefit, nel complesso le vendite sono state soddisfacenti. Al mercato sono stati richiesti i fiori tradizionali del periodo: crisantemi a fiore unico, crisantemi multiflora, rose, orchidee, anthurium, gypsophila, verde ornamentale, piante in vaso di crisantemo, ciclamino, phalaenopsis e la gamma di articoli ed accessori per fioristi.
Si stima che la vendita dei crisantemi a fiore unico sia stata pari a circa 2.000.000 di steli, in leggero aumento quantitativo ma a prezzi costanti rispetto all’anno scorso. Per i crisantemi multiflori, pur registrando da parte di alcuni produttori una leggera flessione della produzione, i quantitativi commercializzati sono stati dell’ordine di 4.000.000 di steli, in linea con l’anno precedente e con prezzi per partite di qualità in aumento anche del 15%.
Le rose di produzione locale e d’importazione sono state vendute per circa 2.500.000 di steli, con leggero incremento rispetto all’anno precedente e anche in questo caso, per produzioni locali di qualità, con prezzi in aumento: da 3 a 5 centesimi a stelo.
Gli steli di dendrobium venduti hanno superato i 2.000.000, in linea con l’anno precedente ed a prezzo costante.
Sono stati trattati anche 150.000 steli d’anthurium, oltre 35 tonellate di gypsophila e risultano buone le vendite di garofani anche d’importazione.
Il verde ornamentale, complessivamente in leggera flessione, ha registrato prezzi stabili.
Per le piante in vaso, ciclamini, crisantemi e phalaenopsis hanno avuto vendite in linea o in alcuni casi in aumento anche del 10% rispetto all’anno precedente, con prezzi stabili
Infine gli articoli ed accessori per fioristi hanno registrato vendite in linea con l’anno scorso.
 
Redazione Floraviva

pac 2014 2020

Maggiori i finanziamenti  per gli under quaranta e per coloro che praticano il greening. Inseriti aiuti di base per vigneti ed orto-fruttaPremi per i seminativi virtuosi da accoppiare mentre aumenta la franchigia ad ettaro e viene inserito l’obbligo d’iscrizione all’INPS per meritare i contributi. Penalizzata le coltivazioni del Ruscus coltivazione leader nazionale in ValdinievolePerso anche il premio aggiuntivo all’olivicoltura che invece viene confermato a Puglia e Calabria. Cia introduce per i suoi assistiti un sistema di -screening e calcolo previsionale- dei contribuiti che l’agricoltore può prendere in proiezione dal 2015 al 2020.

Gianluca Fioravanti, CIA Pistoia, ci ha fornito una chiara e semplice presentazione della nuova Politica Agricola Comunitaria in rapporto al territorio della ValdinievoleAnche se è ancora presto per esprimere un’opinione definitiva, in quanto il decreto legislativo non è ancora stato reso ufficiale, Fioravanti ricorda l’importante aiuto che CIA fornirà ai suoi agricoltori con consulenze sulle contabilità e anticipazione dei pagamenti che potranno ricevere. Molte le novità introdotte dalla PAC 2015-2020 accolte positivamente dal mondo degli agricoltori rappresentato da CIA: innanzitutto gli aiuti ai giovani under 40, che riceveranno una maggiorazione del 25% sul valore medio dei pagamenti per i primi cinque anni di attività. La grande novità per il territorio pistoiese è poi rappresentata dal fatto che nei terreni che possono ambire al contributo PAC rientreranno anche quelli destinati al florovivaismo. Altrettanto importante è la possibilità di accedere ai contributi base per i vigneti e il settore ortofrutticolo, che prima non potevano invece beneficiare dei fondi PAC. Ovviamente ci sono delle  regole che non rendono automatico il contributo, come superficie minima, dimostrazione di essere agricoltore  attivo, a seconda che si tratti di coltivatori o di aziende con partita Iva. Per accedere alle risorse PAC gli agricoltori che hanno un premio aziendale superiore ai 1250 euro dovranno dimostrare di essere agricoltori attivi, ovvero in possesso di un’azienda iscritta all’INPS e condotta da coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali (Iap) con partita iva. Anche tutti coloro che nell’anno precedente hanno ricevuto pagamenti diretti non superiori ai 5000 euro saranno considerati attivi. Per chi non si trovasse in possesso di uno dei titoli precedenti, CIA fornirà assistenza con costi ridotti per la contabilità per riuscire ad ottenere la PAC semplificata o compilare la domanda normale del 15 maggio: nel primo caso gli agricoltori non potranno però vendere o affittare i propri titoli e trasmetterli solo per successione, mentre nel secondo caso si. Per tutti i suoi agricoltori CIA valuterà in anticipo quanto potranno ricevere dai contributi PAC  da qui al 2020, valutando l’eventualità di accedere, oltre al pagamento base, anche al greening o pagamento ecologico, al pagamento per i giovani e al pagamento accoppiato per la specifica produzione. La simulazione realizzata in questo modo da CIA terrà conto delle oscillazioni a cui saranno sottoposti i pagamenti provenienti dalla PAC, non più costanti, ma diretti verso il raggiungimento di un valore medio nazionale. Interessante per CIA il contributo ecologico per seminativi a cui si può accedere rispettando le seguenti condizioni: per chi possiede una superficie agricola utilizzabile (SAU) che va dai dieci ai trenta ettari è previsto l’obbligo di diversificare almeno due colture, non valgono quelle a rotazione; chi supera invece i trenta ettari dovrà diversificare con almeno tre colture. In generale, chi possiede oltre quindici ettari di SAU, dovrà destinarne almeno il 5% ad aree di interesse ecologico, e in questo caso CIA consiglia di destinarle a colture azotofissatrici. Molto apprezzata anche la novità del premio supplementare (contributo accoppiato) per alcuni seminativi che in Toscana, rientrando fra le regioni del centro Italia, saranno i girasoli, la colza, le leguminose da granella, il frumento duro, gli erbai e le sole leguminose: i semi di tutti questi inoltre non dovranno più essere  certificati e questo comporta una netta riduzione dei costi per gli agricoltori. Rispetto all’estensione di molti diritti, la franchigia per gli agricoltori aumenterà notevolmente, raggiungendo i 250 euro a ettaro, a fronte dei precedenti 100 euro previsti negli scorsi anni, e questo significa che molte aziende non riusciranno a fronteggiare tali spese. Altro criterio negativo per CIA è l’eliminazione del premio per il ruscus: soprattutto in zone come quella pesciatina, dove la floricoltura rappresenta un settore molto attivo, si trattava di un piccolo aiuto che andava mantenuto. Infine CIA si trova in disaccordo con la mancata ricezione per la Toscana del premio aggiuntivo olivicoltura, ottenuto invece da regioni come Puglia e Calabria in quanto in possesso di oliveti in pianura, presenti però anche in Toscana.

Redazione Floraviva