Notizie

piantiamola campagna cia festa della donna

Attualizzare la Festa della Donna compiendo un’azione verde: lo chiede l’associazione femminile della Cia che, dal Trentino alla Sicilia, sceglie una pianta simbolica e si mobilita per sensibilizzare i cittadini sul valore dell’agricoltura e dell’ambiente, contro i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità, ma anche sull’importanza del lavoro (in primis quello agricolo) contro la violenza di genere. In Italia il settore primario è sempre più “rosa”: sono 1,3 milioni le donne impegnate a vario titolo in agricoltura, nessun altro Paese in Ue fa lo stesso.

Lavanda in Toscana, piante officinali in Puglia e frutti antichi in Sicilia. Ma anche rampicanti, erbe aromatiche, alberi da frutto, pomodori e prodotti dell’orto. Per celebrare l’8 marzo, Donne in Campo-Cia lancia la campagna “Piantiamola!”, con cui invita i cittadini a recarsi nei banchetti allestiti per l’occasione dall’associazione, ma anche nei tanti vivai sparsi in tutt’Italia, per comprare o regalare un seme, una piantina, un alberello.
“Acquistare una pianta e impegnarsi nella sua cura è il modo migliore per celebrare la Festa della Donna -spiega la presidente Mara Longhin-. Non è soltanto un gesto ‘green’, puramente simbolico, ma un atto concreto per ‘dare la vita’ e far crescere un vegetale, promuovendo il rispetto della natura e dei suoi ecosistemi. Il suolo, i semi, le piante, rappresentano il primo anello della catena alimentare e sono il simbolo della sostenibilità ambientale: difenderli e curarli è il compito di tutti, a partire dalle agricoltrici che ogni giorno contribuiscono a garantire la sicurezza alimentare proteggendo la biodiversità”.

festa della donna fiori fiori

Secondo la Longhin “risvegliare e riabilitare il ‘femminile’ che alberga dentro ognuno praticando l’accudimento della vita vegetale è il miglior modo per combattere la violenza che si esprime a tutti i livelli, prima di tutto verso le donne. Comprendere che accudire la vita non è debolezza e distruggerla non è forza è il primo passo per un progresso collettivo, necessario e auspicato”.
Ma l’associazione “rosa” della Cia vuole cogliere l’occasione dell’8 marzo anche per ricordare che il lavoro è una risorsa per le donne, una potente arma antiviolenza, e che proprio l’agricoltura (insieme al commercio) è il settore produttivo con il più alto grado di “femminilizzazione”. In Italia, infatti, le aziende agricole con a capo una donna sono più di 497 mila, cioè oltre il 30% del totale, mentre le lavoratrici rappresentano quasi il 40% della forza lavoro complessiva del comparto. E c’è di più: questa presenza è molto più massiccia rispetto agli altri paesi dell’Europa occidentale. Secondo l’Eurostat, infatti, nel nostro Paese sono complessivamente 1,3 milioni le donne impegnate a vario titolo in agricoltura, contro le 340 mila circa di Stati come la Francia o la Germania. Persino in Spagna, altro paese Ue tradizionalmente agricolo, le donne che lavorano nel settore primario sono circa 660 mila, la metà rispetto a quelle italiane. 
“Le donne, insomma, sono un caso di resilienza e di resistenza nei territori rurali, ma soprattutto sono quelle che hanno raccolto per prime e meglio la sfida di dare un futuro all’agricoltura -sottolinea la presidente di Donne in Campo- costruendo al contempo risposte concrete alla sempre più accentuata carenza di welfare che le lascia spesso sole nelle cure familiari. Risposte che noi chiamiamo multifunzionalità, quindi agri-asili e agri-nidi, fattorie didattiche, aziende agri-sociali che includono persone disabili, anziani e migranti”.
Insomma, “sono queste le aziende femminili dell’agricoltura italiana e questo è il messaggio che vogliono condividere con i cittadini-. Donne che vogliono far sentire la loro voce, e non certo in modo rituale, anche in occasione dell’8 marzo”.

Redazione Floraviva

Il presidente di Metamorfosi spa Incerpi si dice pronto a confrontarsi subito sull’integrazione del suo progetto di grande parco di Pinocchio 2020 con quello della Fondazione Nazionale Carlo Collodi e riepiloga le tappe fin qui percorse, chiedendo agli «attori del territorio» di attivarsi per velocizzarne l’iter.

Metamorfosi spa, promotore del progetto di Grande parco 2020 di Pinocchio a Collodi, che si prefigge di attirare 3 milioni di visitatori all’anno, risponde positivamente all’appello delle istituzioni politiche a fare sistema con la Fondazione Nazionale Carlo Collodi, che gestisce l’attuale Parco di Pinocchio e ha a sua volta un progetto per ampliarlo con Parco degli amici europei di Pinocchio. «L’integrazione dei progetti – dichiara il presidente di Metamorfosi spa, Federico Incerpi - è la nostra vision fin dalla nascita della società e del progetto 17 mesi fa. Siamo pronti al confronto immediato».
La società Metamorfosi ha fatto sapere oggi di «aver ricevuto dall’amministrazione comunale di Pescia una convocazione per un incontro congiunto insieme alla Fondazione Nazionale Carlo Collodi finalizzato alla creazione di un’offerta integrata a Collodi sul tema di Pinocchio». «Abbiamo scritto e detto in tutte le sedi – aggiunge Federico Incerpi -  che la nostra volontà è quella di integrare l’offerta del territorio, non solo con riferimento ai parchi, ma a tutti gli attrattori e i motori economici. Per questo, poche ore dopo aver ricevuto dal Comune di Pescia l’invito al confronto con la Fondazione Collodi, lo abbiamo immediatamente accolto e fatto nostro, dando la totale disponibilità fin dai primi giorni di marzo». «Siamo pronti a confrontarci sui fatti come finora abbiamo dimostrato di saper fare – conclude Incerpi –, su questo la nostra disponibilità sarà totale. Contiamo sul fatto che gli attori del territorio si attivino per
consentirci di velocizzare l’iter di un importante progetto di livello regionale e nazionale che darà impulso al benessere e all’innovazione del territorio».
Incerpi ha poi ricordato i fatti su cui è basata la strategia di Metamorfosi, nata con lo scopo di realizzare il parco di Pinocchio in vari step. In soli 17 mesi di vita dalla sua costituzione, ha messo in fila numerosi passi, tutti molto concreti:
- acquisizione del diritto di superficie per 99 anni in Collodi su un’area di oltre 55 ettari;
- progettazione del Grande Parco 2020 su Pinocchio, che possa attrarre 3.000.000 di visitatori su base annua e possa dare, tra diretto e indotto, circa 4.000 posti di lavoro. Orizzonte temporale previsto anno 2020;
- definizione acquisto ex cartiera Panigada il 23.11.2015, ubicata in centro a Collodi;
-progettazione parco indoor su Pinocchio di ultimissima generazione, unico sull’intero territorio italiano
che possa attrarre 300.000 visitatori su base annua e possa dare tra diretto e indotto circa 300 posti di
lavoro. Orizzonte temporale previsto fine 2017/inizio 2018;
- avvio di un road show che ha toccato già 2 importanti piazze italiane come Firenze e Bari;
- accordo con il CIP-Comitato Italiano Paralimpico che vedrà Pinocchio testimonial a Casa Italia durante le Paralimpiadi a Rio De Janeiro nel settembre 2016;
- avvio di una funzione di attrazione di investimenti basata su numerose aziende del territorio che complessivamente fatturano 70 milioni di euro e che hanno partecipato a tre aumenti di capitale per sostenere lo start up; tale attività ha già prodotto numerose proposte di adesione da parte di grandi istituti internazionali e di fondi di investimento, nonché di grandi operatori del settore edutainment.
 
Redazione Floraviva


marco remaschi

Un Vinitaly ‘toscano', uno spazio per la promozione e valorizzazione delle produzioni toscane. E' l'idea lanciata dall'assessore all'agricoltura Marco Remaschi in occasione della presentazione della Festa delle Donne del Vino. "Un percorso ancora tutto da studiare – ha spiegato l'assessore – e sul quale dovremo confrontarci con i colleghi di giunta, con le organizzazioni professionali e con Consorzi e produttori".
Intanto il prossimo 5 marzo, in oltre venti cantine e luoghi del vino di tutta la Toscana, si celebra per la prima volta in Italia la Festa delle Donne del Vino. Un appuntamento unico nel suo genere, nato da un'idea di Donatella Cinelli Colombini, neo presidente nazionale dell'Associazione Donne del Vino, la realtà che raggruppa produttrici, enologhe, enotecarie, giornaliste, esperte e sommelier, legate al mondo del vino al femminile, e promosso dalla delegazione toscana. L'evento è stato presentato oggi a Palazzo Strozzi Sacrati, a Firenze.
"L'interesse da parte delle donne per il settore agroalimentare – ha detto Remaschi - è in crescita, come testimoniato dal sempre più nutrito numero di donne che si avvicinano al mondo agricolo ed in particolare al settore delle produzioni vitivinicole. Gli ultimi progetti per i giovani imprenditori agricoli hanno visto una grande partecipazione femminile. Le donne hanno un'attitudine molto positiva nei confronti di questo prodotto perché alla capacità imprenditoriale uniscono la loro dote innata per la ricerca e la cura di ogni dettaglio. E sono molto più portate ad innovare, elemento molto importante in questo settore che nel 2015 ha fatto segnare un +22% dell'export toscano. Mi auguro che questa iniziativa possa essere l'inizio di un percorso virtuoso, soprattutto perché insiste su un fattore decisivo come quello della promozione delle produzioni toscane".
E a proposito di promozione arriva la proposta dell'assessore di creare una sorta di Vinitaly ‘toscano'. "La promozione è fattore decisivo per far conoscere e valorizzare i nostri prodotti, come testimoniato dal successo delle Anteprime e Buy Wine. Un Vinitaly ‘toscano'? Occorre anzitutto confrontarci in giunta, con le organizzazioni professionali, con Consorzi e produttori. Un'iniziativa del genere, che all'inizio potrebbe essere ‘chiusa' alle produzioni toscane e senza voler interferire con il Vinitaly, sono convinto che potrebbe dare una spinta rilevante a tutto il comparto. Senza contare gli effetti sul turismo. Ma ancora, ripeto, è un percorso in fase embrionale, da discutere e analizzare riguardo a modalità, tempi e luoghi".
 
Redazione Floraviva

comparto piante in vaso olanda

Jan van Brouwershaven e Jan van der Wel di Impulse Plants, azienda olandese specializzata nell'import/export di piante in vaso a livello europeo, incontrati durante la fiera del florovivaismo di Milano, confermano che in Italia vendono soprattutto piante fiorite (80/90%) e orchidee (20/25%). Qualche suggerimento ai produttori italiani.

Tra gli operatori presenti a Myplant & Garden c'erano anche due olandesi di un'affermata azienda di import/export in ambito europeo di piante in vaso, con base a Wijk en Aalburg e accreditata presso l'asta di FloraHolland di Aalsmeer. Si tratta di Jan van Brouwershaven e Jan van der Wel, rispettivamente direttore e sales manager di Impulse Plants, ai quali Floraviva ha posto qualche domanda.
Al direttore, che si occupa in prima persona dell'import/export di piante in vaso fra Olanda e Regno Unito ed Irlanda, abbiamo chiesto prima di tutto quali tipi di piante commercializza Impulse Plants. Ecco la traduzione in italiano della risposta a questa e alle successive domande.
"Sia piante da interno che da esterno, rigorosamente in vaso. E ne compriamo molte in Italia, specialmente in Sicilia. Ma anche in Toscana, a Grottamare, nel Lago Maggiore, un po' ovunque".
Ha qualche novità o trend nel comparto da segnalare ai florovivaisti italiani e ai nostri lettori, o almeno qualche suggerimento da dare per operare all'estero?
"Una cosa fondamentale in Olanda è ascoltare i clienti. Alcuni produttori italiani non ascoltano i clienti. È molto importante avere i prodotti con belle etichette, con i vasi puliti e in ordine e così via. Ad esempio, abbiamo incontrato in fiera un produttore con delle belle piante e gli ho chiesto se mi poteva dire i prezzi di alcuni prodotti, ma lui mi ha risposto che dovevo compilare un modulo in una e-mail e inviargliela. Gli ho detto di no, che volevo sapere il prezzo subito, e lui mi ha replicato che andava a chiamare il direttore. Cinque minuti dopo è arrivato un commerciale che mi ha detto che mi avrebbe mandato lui il listino dei prezzi. Io gli ho detto che non volevo il listino, ma solo il prezzo di quelle piante . Sono passati 20 minuti e non abbiamo concluso niente. Io non posso fare affari con gente così. In questo business bisogna esser veloci ed efficienti".
Ma per fortuna questi sono solo alcuni esempi negativi e Jan van Brouwershaven era soddisfatto di come stavano andando le cose in fiera.
A Jan van der Wel, che in Italia vende principalmente piante in vaso da interno, ma anche da esterno, e soprattutto nel nord Italia e ai garden center, abbiamo chiesto se vende anche in Toscana.
". A Lucca, Pistoia e Firenze: nei garden center e a grossisti".
Ha qualche novità da segnalare nel suo business?
"La gente cerca sempre qualcosa di nuovo, i miei clienti cercano sempre nuove varietà, nuovi prodotti. Questo è molto difficile perché ci vuole molto tempo per realizzare una nuova pianta o una nuova linea. Sono d'accordo con Jan che c'è bisogno di ascoltare di più i clienti: spesso sia in Olanda che in Italia i produttori sono un po' miopi da questo punto di vista: fanno quello che è più comodo per loro da produrre, ma bisogna ascoltare i mercati, guardare cosa fanno gli altri ecc.".
Quali piante hanno più successo in Italia in questo momento?
"Piante fiorite. L'80/90% sono piante fiorite. Fra queste soprattutto orchidee, che valgono circa il 20/25% del business oggigiorno".

Redazione Floraviva

martina maurizio

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che si è svolta oggi pomeriggio al Palazzo dell’Agricoltura una riunione del Ministro Martina con gli assessori all’agricoltura delle Regioni italiane. Tra i temi discussi ci sono state alcune tematiche dello sviluppo rurale, in particolare dello stato di attuazione delle misure di gestione del rischio, infrastrutture irrigue e biodiversità animale, oltre che alcune azioni a livello europeo sul settore del latte e della zootecnia. In particolare il Ministro ha illustrato i punti del position paper che l’Italia presenterà alla Commissione europea in vista del prossimo Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura di marzo e che contiene anche un focus specifico sul latte.

“Ci aspettiamo risposte concrete dalla Commissione Ue – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina – in particolare per la crisi del settore lattiero che è europea e non solo nazionale. Per questo abbiamo voluto condividere con le Regioni le proposte d’intervento che l’Italia chiede con urgenza a Bruxelles. Sono 4 gli assi fondamentali della nostra proposta all’Europa per il latte: rafforzamento delle norme Ue su etichettatura del latte e prodotti lattiero caseari, raddoppio della soglia degli aiuti de minimis per 3 anni, maggiore tutela degli allevatori con regole chiare sui contratti e meccanismi di indicizzazione dei prezzi, nuove misure di promozione del latte per contrastare il calo dei consumi. Azioni che sono state rimandate per troppo tempo e che possono contribuire nella gestione di una fase complicata. Il Governo continua a lavorare su tutte le leve possibili di intervento, tenendo sempre presente l’esigenza di una tutela effettiva del reddito di oltre 35 mila allevatori italiani, ora in oggettiva difficoltà. Come annunciato agli assessori, nelle prossime settimane verranno erogati gli aiuti relativi all’intervento straordinario da 25 milioni di euro ottenuti a Bruxelles e abbiamo attivato l’aumento della compensazione Iva al 10% come previsto dalla legge di Stabilità. Ora rilanciamo la sfida a livello europeo, soprattutto sul fronte della valorizzazione dell’origine, perché questo è un nodo fondamentale che va sciolto ora”.

POSITION PAPER - FOCUS SETTORE LATTE E CARNE

Etichettatura di origine latte e carne
Un fronte fondamentale sul quale intervenire è quello dell'etichettatura del latte e dei prodotti derivati, per dare al consumatore la possibilità di scegliere in maniera consapevole, trasparente e informata. È necessario un quadro europeo innovativo, che avanzi rispetto al passato e applichi al settore norme che hanno già dimostrato di essere efficaci su altri prodotti, come la carne, dove il sistema di tracciabilità è stato introdotto a seguito di problemi sanitari. La richiesta italiana è quella di un intervento a livello UE da realizzare il prima possibile per dare risposte ad una crisi come quella lattiera che riguarda tutto il mercato europeo.

Soglia de minimis aumentata per le aziende di produzione di latte per almeno il prossimo triennio
Prevedere l’aumento della soglia de minimis, raddoppiandola, almeno per i prossimi tre anni, in modo da poter aiutare in misura più efficace le aziende lattiere, zootecniche e degli altri settori in crisi.

Rafforzamento del potere contrattuale degli allevatori: trasparenza ed equità nella formazione del prezzo
Le misure previste nell’ambito del “pacchetto latte” dell’UE non si sono dimostrate sufficienti a recuperare il gap esistente tra l’allevatore ed il resto della filiera alimentare. E’ pertanto necessario uno sforzo maggiore per adottare un quadro regolamentare che possa consentire agli Stati membri di applicare regole più stringenti in materia di contratti e di adeguamento dei prezzi.
In particolare, è innanzitutto necessario assicurare la possibilità di effettuare controlli sulla effettiva sottoscrizione di contratti formali tra agricoltori e acquirenti di prodotti zootecnici, che siano antecedenti alla effettiva transazione e che siano sufficientemente chiari rispetto a tutti i principali parametri contrattuali, dal prezzo alle norme qualitative. Sempre in questo ambito contrattuale, inoltre, sarebbe necessario promuovere l’introduzione di appositi meccanismi di indicizzazione (parziale o totale) dei prezzi, in modo da assicurare l’adeguamento progressivo dei prezzi della materia prima a diversi indici di natura economica, tecnica e finanziaria, a seconda delle differenti realtà territoriali e delle diverse specializzazioni produttive. Ciò dovrebbe garantire una maggiore regolarità e chiarezza contrattuale, oltre che una più compiuta e corretta formalizzazione.

Misure di promozione e comunicazione rafforzate ed aggiuntive per i prodotti del latte
È fondamentale sostenere campagne di comunicazione mirate ad incentivare, in particolare, il consumo di latte fresco, visto il drastico calo che continua a registrare. Queste campagne potrebbero essere realizzate direttamente dalla UE, oppure dagli Stati membri, attraverso il cofinanziamento di specifici programmi condivisi a livello europeo.


Redazione Floraviva