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flower garden show 2016 - flormart

Aperte le iscrizioni alla 2a edizione del concorso internazionale di architettura del paesaggio Flormart Garden Show organizzato da Padova Fiere, con la rete di università europee Uniscape quale partner principale, nell’ambito di Flormart 2016: il salone del florovivaismo e del verde in programma dal 21 al 23 settembre. Montepremi di 20 mila euro e patrocinio dei ministeri delle Politiche agricole e dell’Ambiente. Termine ultimo per iscriversi il 30 aprile 2016.

Dopo il successo della prima edizione, torna il concorso internazionale di architettura del paesaggio “Flormart Garden Show”, nel contesto della 67esima edizione di Flormart, il salone internazionale del florovivaismo e del giardinaggio in programma dal 21 al 23 settembre 2016 alla Fiera di Padova.
L’iniziativa, lanciata in occasione della Green Week - forum di discussione sui temi della green economy che si è svolto dall’1 al 6 marzo –, vede quest’anno rafforzata la propria dimensione internazionale grazie al coinvolgimento, in qualità di partner principale, accanto a PadovaFiere, di Uniscape, la rete di 52 università per l’attuazione della Convenzione europea del paesaggio, che offrirà il proprio contributo anche alla promozione del concorso. Cresce così quest’anno la qualità del Flormart Garden Show, ma cresce parallelamente anche l’investimento sulla manifestazione, con un montepremi totale che sale a 20 mila euro.
Obiettivo del concorso è sviluppare il tema del paesaggio ed il rapporto tra architettura e natura, valorizzando i progettisti, gli studenti, gli operatori e i soggetti pubblici o privati che operano in questo settore e al tempo stesso stimolando - attraverso le idee che usciranno da questa proposta - un nuovo dibattito, a partire da soluzioni concrete su un tema centrale nel disegno delle città del futuro.
Due le sezioni previste. La prima sezione premierà i tre migliori progetti di intervento a Lozzo Atestino, nel cuore dei Colli Euganei, per la riqualificazione della struttura industriale in fase di dismissione di Fischer Italia, che ha deciso di sostenere il progetto come main sponsor. La seconda sezione è dedicata a progetti di giardini temporanei che verranno poi realizzati all’interno del quartiere fieristico in occasione di Flormart. «Se la prima sezione permetterà di aprire una riflessione sul grande tema della riconversione delle aree industriali dismesse - spiega l’architetto Giorgio Strappazzon, presidente della giuria -, particolarmente urgente in una Regione come il Veneto in cui ad ogni campanile corrisponde spesso una piccola zona industriale, la seconda sezione è occasione per valorizzare e rilanciare il ruolo centrale del verde privato, accanto a quello del verde pubblico, come elemento di riqualificazione urbanistica ed estetica della città, e come strumento per contribuire a rispondere ai gravi problemi di inquinamento con cui i contesti urbani si trovano oggi a fare i conti».
Due proposte di riflessione che saranno centrali nell’edizione 2016 di Flormart, che vuole riaffermarsi, oltre che come importante e qualificata vetrina espositiva, come spazio di pensiero sulle opportunità di rilancio e sviluppo per il settore del florovivaismo che possono derivare da una diversa concezione del verde urbano. A giudicare le diverse proposte sarà un’autorevole commissione, presieduta appunto dall’architetto Giorgio Strappazzon dello studio VS Associati, progettista del Nuovo orto botanico di Padova e vincitore del concorso di idee internazionale di progettazione urbana “Padova Soft City”.  Ad affiancarlo in commissione saranno Paolo Botton, assessore al verde del Comune di Padova, Giuseppe Cappochin, presidente dell’Ordine degli architetti di Padova, Manuel Palerm Salazar, presidente di Uniscape, Michelangelo Savino, docente di Tecnica e pianificazione urbanistica presso l’Università di Padova, Daniele Villa, amministratore delegato di PadovaFiere spa, Novella Cappelletti, direttore della rivista Paysage e Lucia Bortolini, docente di Manutenzione delle aree verdi presso l’Università di Padova.
Il concorso ha ottenuto i prestigiosi patrocini del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, della Regione Veneto, della Provincia di Padova, del Comune di Padova, della Camera di commercio di Padova, del dipartimento Tesaf e Icea dell’Università degli studi di Padova, del Consiglio nazionale architetti pianificatori paesaggisti e conservatori e della Greeen Week.
Iscrizione al concorso entro il 30 aprile.
Il bando è online - sul sito www.flormart.it.
 
Redazione Floraviva
 
 
 

piantiamola campagna cia festa della donna

Attualizzare la Festa della Donna compiendo un’azione verde: lo chiede l’associazione femminile della Cia che, dal Trentino alla Sicilia, sceglie una pianta simbolica e si mobilita per sensibilizzare i cittadini sul valore dell’agricoltura e dell’ambiente, contro i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità, ma anche sull’importanza del lavoro (in primis quello agricolo) contro la violenza di genere. In Italia il settore primario è sempre più “rosa”: sono 1,3 milioni le donne impegnate a vario titolo in agricoltura, nessun altro Paese in Ue fa lo stesso.

Lavanda in Toscana, piante officinali in Puglia e frutti antichi in Sicilia. Ma anche rampicanti, erbe aromatiche, alberi da frutto, pomodori e prodotti dell’orto. Per celebrare l’8 marzo, Donne in Campo-Cia lancia la campagna “Piantiamola!”, con cui invita i cittadini a recarsi nei banchetti allestiti per l’occasione dall’associazione, ma anche nei tanti vivai sparsi in tutt’Italia, per comprare o regalare un seme, una piantina, un alberello.
“Acquistare una pianta e impegnarsi nella sua cura è il modo migliore per celebrare la Festa della Donna -spiega la presidente Mara Longhin-. Non è soltanto un gesto ‘green’, puramente simbolico, ma un atto concreto per ‘dare la vita’ e far crescere un vegetale, promuovendo il rispetto della natura e dei suoi ecosistemi. Il suolo, i semi, le piante, rappresentano il primo anello della catena alimentare e sono il simbolo della sostenibilità ambientale: difenderli e curarli è il compito di tutti, a partire dalle agricoltrici che ogni giorno contribuiscono a garantire la sicurezza alimentare proteggendo la biodiversità”.

festa della donna fiori fiori

Secondo la Longhin “risvegliare e riabilitare il ‘femminile’ che alberga dentro ognuno praticando l’accudimento della vita vegetale è il miglior modo per combattere la violenza che si esprime a tutti i livelli, prima di tutto verso le donne. Comprendere che accudire la vita non è debolezza e distruggerla non è forza è il primo passo per un progresso collettivo, necessario e auspicato”.
Ma l’associazione “rosa” della Cia vuole cogliere l’occasione dell’8 marzo anche per ricordare che il lavoro è una risorsa per le donne, una potente arma antiviolenza, e che proprio l’agricoltura (insieme al commercio) è il settore produttivo con il più alto grado di “femminilizzazione”. In Italia, infatti, le aziende agricole con a capo una donna sono più di 497 mila, cioè oltre il 30% del totale, mentre le lavoratrici rappresentano quasi il 40% della forza lavoro complessiva del comparto. E c’è di più: questa presenza è molto più massiccia rispetto agli altri paesi dell’Europa occidentale. Secondo l’Eurostat, infatti, nel nostro Paese sono complessivamente 1,3 milioni le donne impegnate a vario titolo in agricoltura, contro le 340 mila circa di Stati come la Francia o la Germania. Persino in Spagna, altro paese Ue tradizionalmente agricolo, le donne che lavorano nel settore primario sono circa 660 mila, la metà rispetto a quelle italiane. 
“Le donne, insomma, sono un caso di resilienza e di resistenza nei territori rurali, ma soprattutto sono quelle che hanno raccolto per prime e meglio la sfida di dare un futuro all’agricoltura -sottolinea la presidente di Donne in Campo- costruendo al contempo risposte concrete alla sempre più accentuata carenza di welfare che le lascia spesso sole nelle cure familiari. Risposte che noi chiamiamo multifunzionalità, quindi agri-asili e agri-nidi, fattorie didattiche, aziende agri-sociali che includono persone disabili, anziani e migranti”.
Insomma, “sono queste le aziende femminili dell’agricoltura italiana e questo è il messaggio che vogliono condividere con i cittadini-. Donne che vogliono far sentire la loro voce, e non certo in modo rituale, anche in occasione dell’8 marzo”.

Redazione Floraviva

Il presidente di Metamorfosi spa Incerpi si dice pronto a confrontarsi subito sull’integrazione del suo progetto di grande parco di Pinocchio 2020 con quello della Fondazione Nazionale Carlo Collodi e riepiloga le tappe fin qui percorse, chiedendo agli «attori del territorio» di attivarsi per velocizzarne l’iter.

Metamorfosi spa, promotore del progetto di Grande parco 2020 di Pinocchio a Collodi, che si prefigge di attirare 3 milioni di visitatori all’anno, risponde positivamente all’appello delle istituzioni politiche a fare sistema con la Fondazione Nazionale Carlo Collodi, che gestisce l’attuale Parco di Pinocchio e ha a sua volta un progetto per ampliarlo con Parco degli amici europei di Pinocchio. «L’integrazione dei progetti – dichiara il presidente di Metamorfosi spa, Federico Incerpi - è la nostra vision fin dalla nascita della società e del progetto 17 mesi fa. Siamo pronti al confronto immediato».
La società Metamorfosi ha fatto sapere oggi di «aver ricevuto dall’amministrazione comunale di Pescia una convocazione per un incontro congiunto insieme alla Fondazione Nazionale Carlo Collodi finalizzato alla creazione di un’offerta integrata a Collodi sul tema di Pinocchio». «Abbiamo scritto e detto in tutte le sedi – aggiunge Federico Incerpi -  che la nostra volontà è quella di integrare l’offerta del territorio, non solo con riferimento ai parchi, ma a tutti gli attrattori e i motori economici. Per questo, poche ore dopo aver ricevuto dal Comune di Pescia l’invito al confronto con la Fondazione Collodi, lo abbiamo immediatamente accolto e fatto nostro, dando la totale disponibilità fin dai primi giorni di marzo». «Siamo pronti a confrontarci sui fatti come finora abbiamo dimostrato di saper fare – conclude Incerpi –, su questo la nostra disponibilità sarà totale. Contiamo sul fatto che gli attori del territorio si attivino per
consentirci di velocizzare l’iter di un importante progetto di livello regionale e nazionale che darà impulso al benessere e all’innovazione del territorio».
Incerpi ha poi ricordato i fatti su cui è basata la strategia di Metamorfosi, nata con lo scopo di realizzare il parco di Pinocchio in vari step. In soli 17 mesi di vita dalla sua costituzione, ha messo in fila numerosi passi, tutti molto concreti:
- acquisizione del diritto di superficie per 99 anni in Collodi su un’area di oltre 55 ettari;
- progettazione del Grande Parco 2020 su Pinocchio, che possa attrarre 3.000.000 di visitatori su base annua e possa dare, tra diretto e indotto, circa 4.000 posti di lavoro. Orizzonte temporale previsto anno 2020;
- definizione acquisto ex cartiera Panigada il 23.11.2015, ubicata in centro a Collodi;
-progettazione parco indoor su Pinocchio di ultimissima generazione, unico sull’intero territorio italiano
che possa attrarre 300.000 visitatori su base annua e possa dare tra diretto e indotto circa 300 posti di
lavoro. Orizzonte temporale previsto fine 2017/inizio 2018;
- avvio di un road show che ha toccato già 2 importanti piazze italiane come Firenze e Bari;
- accordo con il CIP-Comitato Italiano Paralimpico che vedrà Pinocchio testimonial a Casa Italia durante le Paralimpiadi a Rio De Janeiro nel settembre 2016;
- avvio di una funzione di attrazione di investimenti basata su numerose aziende del territorio che complessivamente fatturano 70 milioni di euro e che hanno partecipato a tre aumenti di capitale per sostenere lo start up; tale attività ha già prodotto numerose proposte di adesione da parte di grandi istituti internazionali e di fondi di investimento, nonché di grandi operatori del settore edutainment.
 
Redazione Floraviva


marco remaschi

Un Vinitaly ‘toscano', uno spazio per la promozione e valorizzazione delle produzioni toscane. E' l'idea lanciata dall'assessore all'agricoltura Marco Remaschi in occasione della presentazione della Festa delle Donne del Vino. "Un percorso ancora tutto da studiare – ha spiegato l'assessore – e sul quale dovremo confrontarci con i colleghi di giunta, con le organizzazioni professionali e con Consorzi e produttori".
Intanto il prossimo 5 marzo, in oltre venti cantine e luoghi del vino di tutta la Toscana, si celebra per la prima volta in Italia la Festa delle Donne del Vino. Un appuntamento unico nel suo genere, nato da un'idea di Donatella Cinelli Colombini, neo presidente nazionale dell'Associazione Donne del Vino, la realtà che raggruppa produttrici, enologhe, enotecarie, giornaliste, esperte e sommelier, legate al mondo del vino al femminile, e promosso dalla delegazione toscana. L'evento è stato presentato oggi a Palazzo Strozzi Sacrati, a Firenze.
"L'interesse da parte delle donne per il settore agroalimentare – ha detto Remaschi - è in crescita, come testimoniato dal sempre più nutrito numero di donne che si avvicinano al mondo agricolo ed in particolare al settore delle produzioni vitivinicole. Gli ultimi progetti per i giovani imprenditori agricoli hanno visto una grande partecipazione femminile. Le donne hanno un'attitudine molto positiva nei confronti di questo prodotto perché alla capacità imprenditoriale uniscono la loro dote innata per la ricerca e la cura di ogni dettaglio. E sono molto più portate ad innovare, elemento molto importante in questo settore che nel 2015 ha fatto segnare un +22% dell'export toscano. Mi auguro che questa iniziativa possa essere l'inizio di un percorso virtuoso, soprattutto perché insiste su un fattore decisivo come quello della promozione delle produzioni toscane".
E a proposito di promozione arriva la proposta dell'assessore di creare una sorta di Vinitaly ‘toscano'. "La promozione è fattore decisivo per far conoscere e valorizzare i nostri prodotti, come testimoniato dal successo delle Anteprime e Buy Wine. Un Vinitaly ‘toscano'? Occorre anzitutto confrontarci in giunta, con le organizzazioni professionali, con Consorzi e produttori. Un'iniziativa del genere, che all'inizio potrebbe essere ‘chiusa' alle produzioni toscane e senza voler interferire con il Vinitaly, sono convinto che potrebbe dare una spinta rilevante a tutto il comparto. Senza contare gli effetti sul turismo. Ma ancora, ripeto, è un percorso in fase embrionale, da discutere e analizzare riguardo a modalità, tempi e luoghi".
 
Redazione Floraviva

comparto piante in vaso olanda

Jan van Brouwershaven e Jan van der Wel di Impulse Plants, azienda olandese specializzata nell'import/export di piante in vaso a livello europeo, incontrati durante la fiera del florovivaismo di Milano, confermano che in Italia vendono soprattutto piante fiorite (80/90%) e orchidee (20/25%). Qualche suggerimento ai produttori italiani.

Tra gli operatori presenti a Myplant & Garden c'erano anche due olandesi di un'affermata azienda di import/export in ambito europeo di piante in vaso, con base a Wijk en Aalburg e accreditata presso l'asta di FloraHolland di Aalsmeer. Si tratta di Jan van Brouwershaven e Jan van der Wel, rispettivamente direttore e sales manager di Impulse Plants, ai quali Floraviva ha posto qualche domanda.
Al direttore, che si occupa in prima persona dell'import/export di piante in vaso fra Olanda e Regno Unito ed Irlanda, abbiamo chiesto prima di tutto quali tipi di piante commercializza Impulse Plants. Ecco la traduzione in italiano della risposta a questa e alle successive domande.
"Sia piante da interno che da esterno, rigorosamente in vaso. E ne compriamo molte in Italia, specialmente in Sicilia. Ma anche in Toscana, a Grottamare, nel Lago Maggiore, un po' ovunque".
Ha qualche novità o trend nel comparto da segnalare ai florovivaisti italiani e ai nostri lettori, o almeno qualche suggerimento da dare per operare all'estero?
"Una cosa fondamentale in Olanda è ascoltare i clienti. Alcuni produttori italiani non ascoltano i clienti. È molto importante avere i prodotti con belle etichette, con i vasi puliti e in ordine e così via. Ad esempio, abbiamo incontrato in fiera un produttore con delle belle piante e gli ho chiesto se mi poteva dire i prezzi di alcuni prodotti, ma lui mi ha risposto che dovevo compilare un modulo in una e-mail e inviargliela. Gli ho detto di no, che volevo sapere il prezzo subito, e lui mi ha replicato che andava a chiamare il direttore. Cinque minuti dopo è arrivato un commerciale che mi ha detto che mi avrebbe mandato lui il listino dei prezzi. Io gli ho detto che non volevo il listino, ma solo il prezzo di quelle piante . Sono passati 20 minuti e non abbiamo concluso niente. Io non posso fare affari con gente così. In questo business bisogna esser veloci ed efficienti".
Ma per fortuna questi sono solo alcuni esempi negativi e Jan van Brouwershaven era soddisfatto di come stavano andando le cose in fiera.
A Jan van der Wel, che in Italia vende principalmente piante in vaso da interno, ma anche da esterno, e soprattutto nel nord Italia e ai garden center, abbiamo chiesto se vende anche in Toscana.
". A Lucca, Pistoia e Firenze: nei garden center e a grossisti".
Ha qualche novità da segnalare nel suo business?
"La gente cerca sempre qualcosa di nuovo, i miei clienti cercano sempre nuove varietà, nuovi prodotti. Questo è molto difficile perché ci vuole molto tempo per realizzare una nuova pianta o una nuova linea. Sono d'accordo con Jan che c'è bisogno di ascoltare di più i clienti: spesso sia in Olanda che in Italia i produttori sono un po' miopi da questo punto di vista: fanno quello che è più comodo per loro da produrre, ma bisogna ascoltare i mercati, guardare cosa fanno gli altri ecc.".
Quali piante hanno più successo in Italia in questo momento?
"Piante fiorite. L'80/90% sono piante fiorite. Fra queste soprattutto orchidee, che valgono circa il 20/25% del business oggigiorno".

Redazione Floraviva