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L’associazione, presieduta da Luca Cinelli, affronta il nuovo mandato con 30 soci produttori (pari a 80 ettari e 200 addetti) e due soci onorari, il Comune di Pescia e l’Istituto agrario Anzilotti. Il comitato tecnico è articolato in 5 comparti tipici dell’area: olivi, mimose, agrumi, piante ornamentali, vasetteria fiorita. Fra i progetti, formazione manageriale, identità digitale e presenza multilingue sul web, salvaguardia del patrimonio di competenze, marchi e disciplinari di produzione, marketing territoriale (di distretto) e dialogo con le istituzioni sul fronte normativo. Giurlani parlerà dell’associazione all’incontro del 7 aprile in Regione sulle sorti del Mefit

Prime iniziative dei Florovivaisti di Pescia: incontro con ex dirigente del Servizio fitosanitario regionale (13 aprile) e con un ente certificatore sulla produzione biologica florovivaistica (20 aprile).

Un’aggregazione di produttori che mira a rafforzare l’immagine di Pescia come centro di eccellenza nella produzione di piante. Nata nel 2011 e subito salita alla ribalta con un premio nella categoria delle partecipazioni collettive a Euroflora, l’Associazione Florovivaisti del Comprensorio di Pescia, conclusi i cinque anni del primo mandato, volta pagina e inaugura il nuovo corso mantenendo il suo scopo originario ma con alcuni cambiamenti strategici e con prospettive molto più promettenti.

A cominciare dall’alto numero di aziende florovivaistiche che hanno aderito, passate dalle 8 di allora alle 30 (anzi virtualmente 31) di oggi: 26 di Pescia e 5 di Uzzano (ma lo statuto apre le porte anche oltre i confini della Valdinievole, ai florovivaisti dei comuni lucchesi di Altopascio e Montecarlo), per un totale di circa 80 ettari prevalentemente a coltivazione intensiva, intorno ai 200 addetti e un numero di tipologie coltivate piuttosto elevato. Si va infatti dalle produzioni di olivi (in più di 20 aziende), a quelle di piante ornamentali (17), di agrumi (8), di mimose (5), ma anche di piante fruttifere (6), di vasetteria fiorita (2), e persino di fiore reciso (1), orchidee (1) e abeti (1).

«Una serie di aziende che spaziano dal classico settore olivicolo alle piante fiorite in vaso, al vivaismo ornamentale, alla specializzazione verticale su una singola colturasottolinea il presidente Luca Cinelli –, aziende vive e vitali di una generazione imprenditoriale abbastanza giovane e proiettata nel futuro, spesso innovative e soprattutto diverse fra loro, perché la diversità è ricchezza e consente di rispondere meglio al cambiamento». La risposta alla campagna di adesioni «è stata positiva al 99%», ha spiegato Cinelli, e un simile raggruppamento di soggetti «non si era mai visto prima a livello locale». Segno che il settore florovivaistico del comprensorio di Pescia sembra finalmente crederci nell’aggregazione ed è determinato a fare sul serio.

Uno slancio e una compattezza che il sindaco Oreste Giurlani ha deciso di incoraggiare confermando il Comune quale socio onorario dell’Associazione Florovivaisti di Pescia, al pari dell’Istituto agrario Dionisio Anzilotti, e ospitando nella propria sala consiliare la conferenza stampa di inizio mandato. «Sono contento – dichiara il sindaco Giurlani - perché se non ci aggreghiamo, non si va da nessuna parte. E questa energia dei florovivaisti di Pescia arriva nel momento giusto, alle porte dell'incontro in Regione del 7 aprile per decidere le sorti del Mefit, incontro che sarà duro». «Porterò in Regione questa vostra iniziativa – aggiunge – perché, checché se ne dica, il settore è economicamente importante e quindi è impensabile che la Regione non investa sul mercato dei fiori di Pescia e sul rilancio del distretto, visto che io vado in regione non solo per Pescia ma per tutto il distretto». «Una volta – continua - esisteva in Regione il tavolo del florovivaismo, dove Pescia era determinante, oggi dobbiamo tornare ad esserlo ed è per questo che nei giorni prossimi nominerò un tavolo tecnico che definisca le policy di settore». «Mi piace anche pensare – ha concluso Giurlanidi riuscire a riportare una manifestazione che recuperi lo spirito della biennale del fiore.

Fra gennaio e marzo 2016 sono state portate a termine alcune modifiche allo statuto e il rinnovo delle cariche sociali, compresa, nell’ultima riunione del 22 marzo scorso, la definizione del nuovo comitato tecnico, che avrà come coordinatore il rappresentante dell’Istituto agrario Anzilotti, prof. Maurizio Giuntini – colui che, fra l’altro, dirige l’azienda agricola dell’istituto – e che sarà articolato seguendo 5 aree di specializzazione produttiva che contraddistinguono il florovivaismo pesciatino: Elena Sonnoli (area olivi), Stefano Rosellini (mimose), Davide Bonciolini (agrumi), Fabio Massei e Marco Canestrelli (ornamentali), Luca Beccucci (vasetteria fiorita). Ne faranno parte inoltre tre rappresentanti del consiglio direttivo dell’Associazione - che ha come vicepresidente Nicola Del Ministro, segretario Gianluca Ammazzini e tesoriere Nicola Giusti - quali Roberto Nannini, Juri Zagni e Riccardo Rosellini. Inoltre ci sarà un rappresentante del Comune di Pescia.

Riguardo alle cinque vocazioni produttive identificate nel comitato tecnico, Nicola Del Ministro spiega innanzi tutto che per “ornamentale” si intendono sostanzialmente «le piante da giardino o di abbellimento pubblico». «Mimose, agrumi e olivi – aggiunge Del Ministro - sono piante che non rientrano al 100% in uno schema classificato di domanda stabile e definito, in più hanno caratterizzazioni di produzione e di lavorazione peculiari. In ogni caso, si può dire che gli agrumi sono una coltura impegnativa che merita una sua categoria perché, semplificando la questione, non rientra nel concetto di giardino, se non parzialmente, in quanto è anche pianta da regalo e da hobbysmo. Insomma, è una cosa a sé, talvolta da giardino, talvolta un regalo, talvolta una pianta esotica da esibire. A Pescia ci si focalizza soprattutto sulla pianta lavorata in modo particolare, con cerchiatura e spallieratura». «La mimosa invece – continua Del Ministro - è legata a festività (festa della donna e S. Valentino) e ha un ciclo di vendita basato sulla fioritura che assorbe la quota rilevante; il residuo è alberatura da giardino. Per noi è rilevante soprattutto il primo aspetto, dunque è poco ornamentale. In più siamo specializzati nell’innesto, nostra caratteristica produttiva. Sugli olivi va precisato, infine, che la quota più rilevante per noi è l’olivo da impianto o da produzione, mentre la porzione ornamentale è una conseguenza ma non l’obiettivo produttivo primario».

Dunque le finalità dei Florovivaisti del Comprensorio di Pescia rimangono le stesse, sancite nello statuto: rimuovere i fattori che ostacolano lo sviluppo delle attività agricole e florovivaistiche in Valdinievole; realizzare iniziative di tutela e valorizzazione del ruolo e dell’immagine del florovivaismo; proporsi come punto di riferimento per le autorità locali nell’esame dei problemi legati alle attività agricole e florovivaistiche. Ma, a differenza del precedente quinquennio, in cui l’attività si era concentrata «su tematiche commerciali», con in particolare «partecipazioni in forma associata ad alcune importanti fiere di settore», come osserva il presidente Cinelli, nei prossimi cinque anni l’attività sarà a 360 gradi e con due parole d’ordine: concretezza e presenza sul territorio.

Sì, perché come spiega Nicola Del Ministro, «molte aziende di medio-piccola dimensione sono state saltate dai grandi cambiamenti degli ultimi anni e non hanno dedicato tempo e risorse sufficienti alla gestione aziendale, a parte la tecnica di coltivazione del prodotto su cui sono fortissime, e invece sono necessarie anche competenze gestionali, come ad esempio la pianificazione finanziaria». Pertanto fra le linee di azione dell’Associazione Florovivaisti di Pescia vi saranno iniziative diformazione manageriale. Inoltre, siccome la domanda sta cambiando per effetto di Internet che spazza via gli intermediari inefficienti, dovranno essere adottati «schemi di comunicazione moderni, con sito web multilingue aziendale poggiato su una piattaforma comune (sito Internet del distretto)» con il prerequisito della definizione, da parte di ciascuna impresa, di una propria identità digitale. Fondamentale sarà anche ilmarketing territoriale, con la valorizzazione delle aziende florovivaistiche che dovrà andare a braccetto con quella dei luoghi di produzione, in modo da aumentare in parallelo la notorietà di entrambi. Senza dimenticare, appunto, il dialogo con le istituzioni, «per far sì che norme e regolamenti comunali che ci riguardano siano calzanti e pertinenti, un’opportunità e non un ostacolo». Infine, dato che «il fattore chiave di successo del distretto sono sempre state le sue competenze, diffuse nelle mani degli imprenditori agricoli, in un mix di abilità tecniche ed esperienza che va preservato» come un patrimonio, saranno implementati progetti di salvaguardia di tali best practices, le quali verranno catalogate per tramandarle ma anche per migliorarle.

Come sostenuto dal neo coordinatore del comitato tecnico Maurizio Giuntini, a cui spetterà specialmente il compito di cerniera fra mondo scientifico e imprese, sarà molto importante «valorizzare il distretto, fare marketing attivamente, il che significa lavorare su marchi di prodotto legati al territorio, su sistemi di riproduzione vegetale innovativi, su manifestazioni, ma ancor prima su disciplinari di produzione, perché solo regole certe e condivise possono garantire un’offerta seria, omogenea con alti standard qualitativi, che poi è quello che oggi chiede il mercato. Altrimenti si rischia di essere risucchiati verso il basso, in un tipo di competizione che non ci qualifica e che servirebbe veramente a poco».

Giuntini conclude segnalando le prime iniziative messe in calendario dall’Associazione, che sono a carattere scientifico e pensate per addetti ai lavori, ma con la formula dell’open day aperto anche a chi non è socio, per favorire la riflessione comune sul territorio. Mercoledì 13 aprile, nella sala convegni dell’Istituto agrario Anzilotti (in orario ancora da definire), è previsto un incontro con l’ex dirigente del Servizio fitosanitario della Regione Toscana, Riccardo Russu, per analizzare insieme a lui le ricadute del Pan (Piano di azione nazionale) sui prodotti fitosanitari. Mentre mercoledì 20 aprile (in orario non ancora stabilito), nella sala Lucignolo della Fabbrica dell’Ossi, si terrà un incontro con un ente di certificazione sulla produzione biologica in ambito florovivaistico.

Redazione

In programma a Veronafiere, il Vinitaly compie cinquant’anni: Cia parteciperà anche per questa edizione con molti eventi in programma, dalle degustazioni alla presentazione del progetto “Piemonte barbera, la tradizione si rinnova” con il presidente nazionale Dino Scanavino per restituire una precisa identità alle varie tipologie delle Dop Barbera. E ancora, si parlerà di vini “solidali” provenienti dall’agricoltura sociale, quale strumento di riabilitazione e inclusione sociale, e della collaborazione con Libera per la legalità in questo settore.   

Il più importante Salone internazionale dedicato al mondo del vino e dei distillati si terrà a Veronafiere dal 10 al 13 aprile e Cia avrà il suo spazio, dove si svolgeranno numerose iniziative e presentazioni. “Il nostro mondo del vino, dentro e fuori la bottiglia” recita lo slogan di Cia-Agricoltori Italiani per questa edizione. Ed infatti si parlerà delle politiche utili per il settore, trattando il tema dell’identità culturale e della tutela internazionale delle indicazioni geografiche. Lunedì 11 aprile, alle ore 15.00, sarà presentato il progetto della Cia di Asti “Piemonte Barbera, la tradizione si rinnova” con il presidente nazionale, Dino Scanavino, e il presidente del Consorzio di Tutela, Filippo Mobrici: si tratta di un piano per fornire una forte e precisa identità alle varie tipologie delle Dop Barbera, sotto il motto “sai cosa bevi”. Cia ribadisce infatti che la Doc Piemonte è stata troppo spesso utilizzata quale valvola di sfogo delle altre denominazioni, con risvolti negativi nella percezione del consumatore e ricadute economiche insoddisfacenti rispetto alla qualità diffusa del prodotto. Sempre l’11 aprile, alle ore 10.00, si terrà un convegno dal titolo “Vino: produttori e protagonisti in Europa e nel mondo” con Scanavino, Mario Guidi (presidente Confagricoltura), Sandro Boscaini (Federvini), Domenico Zonin (Uiv), Riccardo Cotarella (Assoenologi), Riccardo Ricci Curbastro (Federdoc) e la coordinatrice settore vitivinicolo di Alleanza delle cooperative agroalimentari, Ruenza Santandrea, modererà il giornalista Andrea Scanzi. Martedì 12, alle ore 14.30, si terrà un altro importante evento: “I vini ‘solidali’ dell’agricoltura sociale” con il viceministro delle Politiche agricole, Andrea Olivero, e il Forum dell’Agricoltura Sociale, nel cui coordinamento si trova anche Cinzia Pagni, vicepresidente vicaria di Cia. In quest’occasione si parlerà dell’agricoltura quale bene comune per la collettività in quanto potente strumento di inclusione sociale e di riabilitazione. Alle ore 11 di martedì si terrà anche un incontro con Libera per parlare dell’esperienza di collaborazione con Cia per la legalità in agricoltura. Non mancheranno appuntamenti musicali: l’11 aprile, alle ore 16.30, con “Violino di-vino. Note di musica, note di terra” della violinista Francesca Lorenzini, accompagnata dalla degustazione dei vini di Tenute del Cerro. 

Redazione Floraviva

Dal 4 al 10 aprile in Garfagnana e nella Valle del Serchio “Selvaggia”, la “festa delle erbe spontanee, dei fiori e delle gemme”. Remaschi: importante «operazione di sensibilizzazione culturale». La Regione presente per informare sul Psr e sulle sottomisure per la protezione delle foreste. Incontri dedicati a cannabis, coltivazione della canapa e addomesticamento delle piante spontanee. Il piatto di questa edizione è la “zuppa di erbi” di Castiglione.
 
«E’ una grande operazione di sensibilizzazione culturale, già significativa dal nome, molto evocativo e capace di esprimere in maniera appropriata un’identità territoriale». Lo ha affermato l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi intervenendo oggi alla presentazione a Firenze, nella sede della presidenza della Regione Toscana, della seconda edizione di "Selvaggia - Festa delle erbe spontanee, dei fiori e delle gemme" che si svolgerà dal 4 al 10 aprile in Garfagnana e nella Valle del Serchio. Un’occasione per andare alla riscoperta delle erbe della tradizione di quei territori. Con lui sono intervenuti Andrea Tagliasacchi, sindaco di Castelnuovo Garfagnana, Paolo Fantoni, presidente dell'Unione dei Comuni della Garfagnana, Enzo Brogi, primo firmatario della legge sulla cannabis per uso terapeutico, Fabrizio Diolaiuti, l'ideatore di Selvaggia, e il naturopata Marco Pardini.
Al centro dell’originale manifestazione le erbe, o meglio gli "erbi", come si dice in Garfagnana, i cui nomi sono quelli della tradizione popolare, ma si intrecciano anche con i termini scientifici: dall'ingrassaporci all'ombelico di venere, dalla berretta del prete al narciso, passando per il tarassaco, la pimpinella, l'elicriso, la genziana, la carlina, il cardo mariano, la ioseride, il fiordaliso, il rafano, le monete del papa ecc. E ci sarà pure la cannabis, che sarà oggetto di un talk show sabato 9 aprile, ore 16.30 a Castelnuovo di Garfagnana con Enzo Brogi (primo firmatario della legge regionale sull'uso terapeutico della cannabis), Ubaldo Bonuccelli (professore di neurologia dell'Università di Pisa), Anna Rita Bilia (professoressa del Dipartimento di Chimica dell'Università di Firenze) e Paolo Poli (medico esperto in terapia del dolore).
A Castelnuovo Garfagnana le erbe verranno raccolte e posizionate in 5 piramidi, una per ciascuna tipologia (le erbe velenose, le gemme ecc.), che riporteranno il nome in volgare e quello in latino e saranno analizzate da un punto di vista terapeutico, antropologico e culinario. Lo chef stellato Cristiano Tomei, uno dei primi ad usare le erbe spontanee nella grande ristorazione, realizzerà in diretta (sabato 9 aprile ore 12 a Castelnuovo di Garfagnana) un piatto con le erbe spontanee raccolte poche ore prima nelle vallate e sui monti della Garfagnana. Intanto in piazza delle erbe a Castelnuovo 16 banchi racconteranno la loro storia con prodotti a tema: ceste fatte con il falasco, marmellate di fieno, lana tinta con erbe naturali, tisane, liquori, formaggi, pani, torte e focacce con le erbe. Nei ristoranti menù a tema con le erbe spontanee, musica celtica, spazio bambini con giochi antichi, escursioni guidate a "caccia di erbi". , perché Selvaggia 2016 prevede anche escursioni con le scuole, dalle elementari alle superiori, per iniziare fin da piccoli a conoscere le erbe
Tra gli appuntamenti si ricorda venerdì 8, alle 18, a Gallicano un convegno intitolato “Canapa: ritorno al futuro” con Cesare Tofani (presidente Toscanapa), Matteo Provvidenza (presidente VersilCanapa), Giacomo Bulleri (M126 Volterra Canapa), Massimo Giorgi (Chef). Mentre il 9 aprile a Castelnuovo di Garfagnana, dopo le escursioni guidate del mattino a cura di Ivo Poli, esperto di etnobotanica, alle 12 al Palco Loggiato Porta si terrà l'appuntamento con lo chef Cristiano Tomei e alle 16.30 il talk show sulla cannabis tra mito e realtà con esperti e professori universitari. Domenica 10 Aprile: escursioni a caccia di erbi con Stefano Benvenuti (Prof dip. scienze agrarie UniPi) e Marco Pardini (Naturopata); alle 16,30 dibattito sul tema “Le Selvagge si possono domare? Il processo di addomesticamento delle erbe spontanee e delle piante”, con Damiano Remorini (Prof. Arboricoltura Ornamentale UniPi) Marco Pardini (naturopata) Stefano Benvenuti (Prof. del Dipartimento di Scienze agrarie dell’Università di Pisa); alle 17,30 “Conoscere e coltivare le hepatiche” con Iacopo Lazzareschi Cervelli; e alle 18 la Zuppa di Erbi di Castiglione di Garfagnana con Mario Pioli e Ivo Poli.
Selvaggia sarà anche l'occasione per fare informazione sulle opportunità del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Toscana per il settennato 2014-2020. La Regione ha infatti previsto, nell'ambito della manifestazione, sia la distribuzione di materiale informativo, sia la presenza nei giorni 9 e 10 aprile di un tecnico specializzato che sarà a disposizione di chi desidera informazioni in uno specifico stand. Sarà distribuita anche una brochure divulgativa su "Le opportunità del PSR 2014-2020 per la competitività del settore agricolo, lo sviluppo delle economie e le comunità rurali". Particolare spazio verrà dato ai bandi delle sottomisure 8.3 "Sostegno alla prevenzione dei danni arrecati alle foreste da incendi, calamità naturali ed eventi catastrofici" e 8.4 "Sostegno al ripristino delle foreste danneggiate da incendi, calamità naturali ed eventi catastrofici”, dal momento che la zona interessata alla manifestazione (Castelnuovo Garfagnana e la Valle del Serchio) rappresenta un territorio ad alta vocazione forestale.
L.S.

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Orlandini: «bene il patto con Anci, a cui però chiediamo di risolvere lo stallo delle attività forestali»
Per il presidente di Cia Pistoia l’accordo di oggi fra Cia Toscana e il livello regionale dell’Associazione nazionale comuni italiani «è positivo e può essere sfruttato per fare iniziative utili sul territorio sui temi che interessano agli agricoltori pistoiesi». Ma anche per sollecitare Anci nella materia forestale di sua competenza, perché «la parte autorizzativa è adesso completamente ferma e non si può più fare un taglio nei boschi».

I livelli regionali della Confederazione italiana agricoltori (Cia) e dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) hanno firmato oggi a Firenze, a margine di un convegno organizzato dai due soggetti sul tema “Come cambia la Regione Toscana: le nuove istituzioni, le imprese, le aree rurali”, un protocollo d’intesa che prevede un patto di consultazione permanente e un programma di iniziative su temi quali: integrazione delle politiche urbanistico-paesaggistiche con il settore agricolo; diffusione delle politiche forestali nella nuova governance territoriale; semplificazione burocratica e fiscalità locale per l’imprenditoria agricola; infrastrutture, servizi, mobilità e welfare nelle aree rurali; valorizzazione delle tradizioni e tipicità; sostegno alle aree rurali e montane marginali. Il programma, ancora da calendarizzare, riguarderà anche il territorio pistoiese.
Il presidente di Cia Pistoia Sandro Orlandini, che era presente al convegno, ha così commentato la firma dell’accordo: «il protocollo d’intesa è positivo e può essere sfruttato per fare iniziative utili sul territorio sui temi che interessano agli agricoltori pistoiesi. Ma colgo l’occasione per sollecitare Anci su uno dei temi che le è stato delegato. Mi riferisco al fatto che la Regione Toscana ha delegato tutto il tema della forestazione, che prima era in capo alle province, alle unioni dei comuni e quindi all’Anci che le rappresenta. Questo perché, come mi stanno denunciando le imprese forestali e l’Associazione boscaioli pistoiesi, in questo ambito siamo completamente fermi: non c’è più modo di autorizzare un taglio boschivo e tutta la parte autorizzativa è in una sorta di standby. Tutte le nostre aziende forestali, dalla prima all’ultima delle nostre associate, ci hanno detto che il problema è drammatico e va risolto al più presto».
«Come affermato questa mattina dal nostro direttore regionale Giordano Pascucci – ha detto Sandro Orlandini - la Confederazione italiana agricoltori non ha condiviso la scelta della delega al livello dei comuni della materia forestale e avrebbe preferito che venisse anch’essa assorbita dalla Regione, come il resto delle attività del settore agricolo. Ad ogni modo, bisogna assolutamente sbloccare le attività forestali, perché le imprese del comparto sono in grave difficoltà e non riescono a lavorare». Per il resto Orlandini è soddisfatto del protocollo d’intesa, che è «senz’altro positivo perché rinsalda dei rapporti che si stanno consolidando negli ultimi tempi e consentirà di fare iniziative molto utili anche nel nostro territorio, come quella di stamani con il livello regionale».
«E’ chiaro infatti – ha concluso il presidente di Cia Pistoia - che è soprattutto sui territori che bisogna dare gambe all’accordo, perché è a quel livello che si dà concretezza ai progetti. C’è già anche una bozza di calendario di iniziative che riguarda le macro aree della nostra regione e anche noi pistoiesi, che ci collochiamo nell’area metropolitana, e naturalmente manterremo alta l’iniziativa sulle nostre vocazioni: vivaismo e floricoltura e tutta la tematica del verde».

Redazione Floraviva

luca brunelli

Durante il convegno Cia e Anp sul riordino del sistema socio sanitario della Toscana è emersa la preoccupazione per le fasce deboli e zone rurali: gli 860 mila over 65 raddoppieranno nei prossimi 40 anni

Toscana sempre più anziana e tagli indiscriminati alla sanità in agguato. L’auspicio è che il processo di riorganizzazione del sistema sanitario regionale, in corso, non penalizzi le fasce più deboli della popolazione, gli anziani e chi vive nelle aree rurali. A sottolinearlo sono Cia e ANP-Associazione nazionale Pensionati della Toscana, in occasione del convegno che si è tenuto oggi a Firenze, dedicato al nuovo sistema socio sanitario, che ha visto l’intervento dell’assessore regionale Stefania Saccardi.
In Toscana gli over 65 sono già 860 mila e nei prossimi 40 anni si assisterà a un raddoppio anche degli anziani con disabilità che passeranno presumibilmente dai 37 mila attuali a 74 mila nel 2050. Evoluzione che porterà ad un tasso maggiore di assistiti anziani - sostiene Anp Toscana -, e a cronicità delle patologie, non autosufficienze, modificazioni strutturali dell’ordinamento sociale. Le famiglie composte da una sola persona, infatti, sono in costante aumento. Il problema della tutela di queste fasce di popolazione, si aggrava ulteriormente per le aree rurali ed in particolare per le zone montane, dove la popolazione residente è mediamente più anziana: il 25,3% dei cittadini che hanno più di 65 anni in Toscana vivono nei comuni montani. 
«Il tema delle risorse necessarie al sostegno del sistema- ha sottolineato Luca Brunelli, presidente Cia Toscana - è argomento sensibile soprattutto in periodi di crisi economica; quindi è necessario riuscire a coniugare razionalizzazione, lotta agli sprechi e alle inefficienze, con una politica di nuovi investimenti finalizzati ad una riorganizzazione del sistema capace di dare risposte all’insieme delle problematiche ai cittadini toscani soprattutto verso gli anziani. La partecipazione è un elemento essenziale per impostare i programmi e organizzare le azioni in equilibrio con i bisogni reali dei cittadini, e al tempo stesso è un modo per monitorare la qualità e l’efficienza dei servizi». Fondamentale che si sviluppino politiche e azioni per promuovere l’utilità sociale degli anziani costruendo progetti per il coinvolgimento degli anziani nelle attività sociali che è anche il modo per favorire ciò che anche la scienza medica definisce “l’invecchiamento attivo” degli anziani. 
«Meno burocrazia e più servizi – ha affermato il presidente Anp Cia Toscana Alessandro Del Carlo -, soprattutto per gli anziani. Siamo consapevoli che la legge nasce da esigenze obiettive di contenimento dei costi di funzionamento, rispetto ad un quadro finanziario nazionale mutato e indebolito dalla crisi economica, rispetto anche alla crescita dei costi dovuti ai nuovi processi di diagnosi e di cura e alle nuove esigenze assistenziali legate alla cronicità, conseguenza del fenomeno dell’invecchiamento della popolazione. Proprio perché siamo di fronte a problemi oggettivi, non abbiamo partecipato alle dispute politiche, che si sono manifestate nella fase di preparazione della legge. E una sfida importante per il sistema socio sanitario della Toscana – ha concluso Del Carlo -, per migliorare in efficienza, (a cominciare dalla riduzione delle liste d’attesa), garantire più qualità nei servizi, elevare i livelli di eccellenza, per confermare il carattere pubblico e universalista della sanità, che è una delle maggiori conquiste sociali e civili del nostro paese».
Redazione Floraviva