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Il presidente di Cia Dino Scanavino ha rivendicato il ruolo dell’agricoltore «custode», il 10 maggio a Roma durante l’incontro della Fao su “L’impresa sociale per la fame a 0”, a cui è intervenuto anche il ministro Martina. Per Scanavino la risposta a «perdita di equilibrio tra sviluppo e risorse disponibili», «spreco alimentare da 1/3 del cibo prodotto», «scarsità d’acqua» e «calamità per i mutamenti climatici», «rischio estinzione» di molte specie (il 60% in Europa in condizione non favorevole) è un’agricoltura che sappia conciliare funzione produttiva e sostenibilità ambientale.

«In un’epoca in cui la lotta alla fame passa per i nodi della food security, dello spreco alimentare e della sostenibilità ambientale dei processi di produzione, la sfida da vincere nei prossimi anni sarà quella di lavorare per un mondo con più agricoltori. Un’agricoltura protagonista e custode, capace di produrre più cibo ma meglio, tutelando i suoli con una gestione efficiente delle risorse».
E’ il messaggio lanciato dal presidente della Confederazione italiana agricoltori (Cia), Dino Scanavino, nella sua relazione di ieri al “Social Business for 0 Hunger” (L’impresa sociale per la fame a 0), iniziativa organizzata dalla Fao a Roma, presso lo Sheik Zayed Conference Center. Una “due giorni” di lavori che ha visto anche gli interventi del direttore generale della Fao José Graziano Da Silva, del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, della vicepresidente della Camera Marina Sereni e del premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus (noto come “il banchiere dei poveri”, fondatore della Grameen Bank e ideatore del microcredito moderno), per discutere di sicurezza alimentare globale e di business o impresa sociale.
«Una frontiera importante, un sistema di nuove esperienze imprenditoriali - ha commentato Scanavino - che rimettono al centro il benessere della collettività e, al cui interno, gli attori della filiera agroalimentare possono esercitare un ruolo strategico per la lotta alla fame del pianeta». Ruolo che gli agricoltori vogliono assumere «come protagonisti», ha affermato il presidente di Cia, quindi «consapevoli della propria responsabilità nella tutela dei suoli e nella gestione efficiente delle risorse naturali» ma anche «coscienti che non è più pensabile oggi assumere decisioni politiche che riguardano la sovranità alimentare senza coinvolgere gli agricoltori in prima persona».
L’iniziativa della Fao, ha ricordato Scanavino nel suo discorso, «è da ricondurre a un contesto fino a qualche anno fa inedito. L’economia mondiale è cresciuta a ritmi sostenuti e con un’intensità che ha reso sempre più evidente e preoccupante il problema della perdita di equilibrio tra sviluppo e risorse disponibili. Alcuni di questi cambiamenti stanno assumendo una dimensione strutturale: primo fra tutti la crescita della domanda alimentare, superiore all’offerta, legata agli incrementi demografici e al processo di crescita economica che sta interessando vaste quote della popolazione mondiale».
Di contro, «l’accesso al cibo è sempre più minacciato dallo spreco alimentare. Secondo uno studio Fao, un terzo del cibo prodotto a livello globale, circa 1,3 miliardi di tonnellate l’anno per un valore di quasi un trilione di dollari, viene perso o sprecato. Numeri preoccupanti che non possono essere ignorati - ha proseguito Scanavino - tanto più che invece potrebbero essere usati in prospettiva per far fronte ai bisogni degli 805 milioni di persone nel mondo che sono cronicamente sottoalimentate o malnutrite».
Altro tema è quello legato alla crisi ambientale: «negli ultimi decenni, la pressione esercitata sulle risorse naturali ha causato emergenze che coinvolgono l’intero pianeta. Tra queste, la scarsità di acqua è quella che rischia di avere le ricadute più drammatiche in termini di sostenibilità futura dell’approvvigionamento alimentare». Senza contare gli effetti dei cambiamenti climatici che «riducono i raccolti, provocano siccità, alluvioni ed eventi meteorologici estremi».
Grandi questioni, dunque, rispetto alle quali «il ruolo del settore agroalimentare, anch’esso al centro di forti cambiamenti, è diventato sempre più importante - ha ribadito il presidente della Cia -. L’agricoltura del futuro, infatti, dovrà sapersi adattare a tali mutamenti, innanzitutto per continuare a garantire cibo sano e duraturo per la popolazione mondiale». E la funzione produttiva dovrà «fare il paio» con la sostenibilità ambientale. «Tra le attività economiche, quella agricola gioca un ruolo da protagonista nel contrastare il processo di erosione delle risorse naturali. Il riferimento è soprattutto a quell’agricoltura distintiva e di qualità che, nelle sue varie forme, può rappresentare una soluzione in termini di riduzione dell’impatto ambientale e di salvaguardia rurale e paesaggistica - ha detto ancora Scanavino -. Senza trascurare la funzione vitale che l’attività primaria svolge in termini di mantenimento e sviluppo della biodiversità. Il crescente rischio di estinzione che sta interessando numerose e importanti varietà agro-forestali, è ormai acclamato: oltre un quinto del totale delle specie presenti nel nostro Paese sono a rischio di estinzione. Il 60% delle specie e il 77% degli habitat in Europa sono in uno stato di conservazione ‘non favorevole’. E il fenomeno assume una dimensione preoccupante nelle zone meno sviluppate del pianeta, dove il mantenimento della biodiversità agraria, inteso come produzione e conservazione delle sementi tradizionali, è un elemento di importanza vitale per combattere la povertà e la fame».
E’ chiaro, quindi, ha concluso il presidente della Cia, che «in un’epoca in cui la lotta alla fame passa per i nodi della food security, dello spreco alimentare e della sostenibilità ambientale dei processi di produzione, la sfida da vincere nei prossimi anni sarà quella di lavorare per un mondo con più agricoltori. Un’agricoltura protagonista, capace di produrre più cibo e meglio, inquinando meno. Un’agricoltura che, dal punto di vista agronomico, dovrà sapersi innovare per difendere la fertilità dei suoli e per garantire la sicurezza alimentare globale», ma che per questo richiede «il riconoscimento della propria funzione di ‘custode’ che manutiene, salvaguarda e valorizza il territorio». Ovvero «la ‘crosta’ della terra che dà il cibo e la vita».      
                                                                                                                               
Redazione Floraviva

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Durante la Giornata dell’Innovazione, celebrata venerdì 6 maggio nella Sala Maggiore del Comune di Pistoia, è stato ufficializzato l’accordo fra la CNA e il CNR per favorire i processi di innovazione all’interno delle piccole e medie imprese. Come ha specificato Alberto Silvani del CNR: «L’intesa che abbiamo siglato prevede di realizzare iniziative comuni che riguarderanno la condivisione delle conoscenze, lo sviluppo di attività di sportello sul territorio, la realizzazione di iniziative e progetti comuni». A stringere la mano al rappresentante del CNR il presidente nazionale della CNA, Daniele Vaccarino: «Noi oggi abbiamo un compito importante, quello di avvicinare i centri di ricerca e le università al mondo delle imprese, approfittando dei timidi segnali di ripresa che ci sono e che ci permettono di guardare avanti».

L’iniziativa è stata organizzata da CNA Industria Pistoia, in collaborazione con CNA Industria Toscana e CNA Industria Nazionale, ed ha visto, oltre all’importante accordo, diversi momenti di alta formazione per le imprese con esperti, professionisti e ricercatori dell’IRPET, del MISE e di Invitalia. Sono intervenuti poi il presidente nazionale di CNA Industria, Alfeo Carretti, la presidente della CNA di Pistoia, Elena Calabria, il presidente della Camera di Commercio di Pistoia, Stefano Morandi, il presidente di CNA Industria di Pistoia, Argeo Bartolomei, l’onorevole Caterina Bini, il consigliere regionale Marco Niccolai, e il vicesindaco di Pistoia, Daniela Belliti. Carretti e Bartolomei hanno ribadito: «CNA oggi rappresenta un mondo orizzontale in cui trovano spazio piccole, medie, ma anche grandi imprese. La giornata di oggi e i progetti che sono stati  presentati dimostrano come si possa fare innovazione anche all’interno della piccola e della piccolissima impresa». Ed infatti anche Elena Calabria ricorda che le piccole e medie imprese rappresentano il motore di sviluppo del tessuto economico, essendo il 95% delle imprese italiane. I processi di innovazione servono dunque per aiutare a crescere queste imprese  e in quest’ottica Calabria sottolinea: « Crediamo che l'iniziativa di oggi sia in perfetta sintonia con la nomina di Pistoia a capitale della cultura 2017 perché c'è un profondo legame fra la cultura è il mondo dell'artigianato».

Redazione Floraviva

villa pergola

Il 15 maggio ai giardini di Villa della Pergola di Alassio il secondo appuntamento di “Una domenica in giardino” è con il laboratorio “Una rosa è una rosa…”: un’immersione nelle rose antiche in fiore. Il progetto, pensato per le famiglie e con percorsi di manipolazione, è di Nadia Nicoletti.

Durante il mese di maggio i visitatori dei giardini di Villa della Pergola, ad Alassio, potranno ammirare le fioriture delle spiree, splendidi arbusti che si ricoprono di candidi fiorellini, delle prime buganvillee e delle rose.
E proprio alla regina del giardino, la rosa appunto, è dedicato il laboratorio del 15 maggio “Una rosa è una rosa…”, organizzato nell’ambito di “Una domenica in giardino”, un ciclo di appuntamenti rivolti ai bambini e alle famiglie realizzati su un progetto di Nadia Nicoletti che propongono vere e proprie attività sperimentali con le piante e la terra, affiancate da percorsi di manipolazione e ricerca di profumi e sapori. Si tratta del secondo evento del ciclo, dopo che nel primo, in aprile, intitolato “Profumo di glicine”, sono state illustrate le 28 varietà di glicine coltivate a Villa della Pergola. A cui seguirà un terzo evento il 12 giugno sul tema “Agapanti, lavande e agrumi: aromi e sapori da giardino”.
Fiori Fiori festa della mamma 2016Domenica 15 maggio, nel periodo di fioritura delle rose del giardino di Villa della Pergola, si conosceranno da vicino tutte le rose antiche che qui vengono coltivate. Si andrà alla scoperta delle Rose Banksiae, della Rosa Bracteata e delle Rose Cinesi e si scopriranno le caratteristiche e la storia di questi meravigliosi fiori. Durante il  laboratorio, inoltre, si imparerà una tecnica di propagazione delle rose e si utilizzeranno i petali per un’attività curiosa.
Una buona occasione per conoscere questi giardini realizzati alla fine del XIX secolo: uno dei rari esempi di giardino inglese in Italia e, grazie all’attento restauro curato dall’architetto paesaggista Paolo Pejrone, capace di unire sapientemente la tipica vegetazione mediterranea con piante rare della flora esotica. Nei 22.000 mq di superficie sono ospitate importanti collezioni botaniche come quella dei glicini e una collezione botanica unica in Europa con più di 350 varietà di agapanti.
Il progetto “Una domenica in giardino” è una proposta per adulti, bambini e famiglie per trascorrere una domenica diversa con le visite guidate ai giardini di Villa della Pergola abbinate a una serie di laboratori di giardinaggio a tema stagionale. Le attività sono adatte per tutti ma particolarmente consigliate per le famiglie. Tutte le attività saranno basate sull’osservazione, sull’apprendimento diretto, sulla manualità, sul saper fare e sulla sostenibilità.    
Il laboratorio si terrà domenica 15 maggio alle ore 9,30, 10.30, 11.30, 15, 16, 17. Durata un’ora.
Costo del laboratorio abbinato alla visita guidata: € 15 adulti,  € 12 soci FAI, € 5 bambini (gratuito per bambini fino ai 6 anni accompagnati da un adulto).
Prenotazione obbligatoria a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Tel. 0182646130/ 0182646140  - Cell. 335 664550 / 338 1252079 (Davide).

Redazione Floraviva

luca iozzelli

Con lui e i nuovi sindaci revisori si apre una nuova storia per i professionisti della zona che fanno parte della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. Iozzelli ha infatti da subito ribadito il forte impegno della Fondazione in ambito sociale vista la perdurante crisi. Lo scopo dichiarato è dunque quello di trovare una «visione strategica comune, superando anacronistiche divisioni e contrapposizioni».

Luca Iozzelli è stato sindaco revisore di società capitali, fondazioni e associazioni, e, dal 2002 al 2007, è stato Vicesindaco del Comune di Pistoia e Assessore con deleghe alle aziende partecipate e alle risorse umane. In ambito culturale e sociale ha dunque già svolto numerose attività, vantando anche la presidenza della Fondazione Pistoiese Promusica e la nomina di Amministratore delegato della Società Pistoia Eventi Culturali. Nella Fondazione Carpit è stato Consigliere di amministrazione dal 2009 e, dal 2011, ne è Vicepresidente. Fiori Fiori festa della mamma 2016Il Consiglio ha anche nominato il nuovo collegio dei sindaci revisori: confermati Giovanna Evangelista (nominata presidente) e Antonella Giovannetti (revisore effettivo); nuove nomine, invece, per Alberto Busi (revisore effettivo), Alberto Innocenti e Daniela Lari (revisori supplenti). Con queste nuove nomine si entra in un periodo diverso per la Fondazione Carpit che punterà sulla costruzione di un progetto strategico comune. Come si evince dal Programma di mandato 2016-2020, in cui il neoeletto Presidente della Fondazione dichiara: «La perdurante situazione di crisi – che non ha precedenti nella storia dell’economia moderna ed ha interessato anche il nostro territorio ed i suoi tradizionali microdistretti industriali – non può che confermare, anche per il futuro, il forte impegno della Fondazione in ambito sociale. D’altra parte tale crisi dovrebbe spingere i principali soggetti, pubblici e privati, a collaborare attivamente al fine di individuare una “visione strategica comune”, superando anacronistiche divisioni e contrapposizioni. La recente nomina di Pistoia a Capitale italiana della cultura per il 2017 potrebbe infatti presentarsi non solo come un’eccezionale occasione di crescita culturale ed economica per il nostro territorio, ma anche come un’opportunità irripetibile per progettare concretamente insieme un futuro possibile».

Redazione Floraviva

federica fratoni

Regolamentare e gestire il Padule di Fucecchio in un quadro unitario, presupposti fondamentali alla valorizzazione di un patrimonio di pregio naturalistico e turistico della nostra regione. È l'obiettivo della Regione Toscana che dal primo gennaio 2016 ha ripreso le competenze in materia di aree protette e biodiversità. "Porremo la nostra attenzione e il nostro impegno sulla riserva naturale del Padule, per il suo valore naturalistico e ambientale riconosciuto anche a livello europeo. Lo faremo in collaborazione con i Comuni, per costruire insieme un quadro unitario e lavorare ad una gestione sempre più omogenea e coordinata dell'area per la salvaguardia di questa area e della biodiversità".

Così l'assessore regionale all'ambiente Federica Fratoni che stamani ha partecipato al nuovo incontro del tavolo sul Padule di Fucecchio per fare il punto sullo stato di attuazione dell'accordo con gli Enti locali sottoscritto lo scorso novembre e sugli strumenti di regolamentazione attualmente in vigore per questa area umida su cui insistono due riserve naturali che fino al 31 dicembre 2015 sono state gestite, ciascuna con specifici regolamenti, dalle rispettive Province di Firenze e Pistoia.

La nuova gestione unitaria partirà anche dalla costituzione di una specifica Consulta del Padule, come esiste già per Firenze, che sarà unica per tutto il territorio e vedrà il coinvolgimento dei portatori d'interesse. Altra novità, il coinvolgimento del Comune di Altopascio per l'inserimento nell'area umida della riserva di Sibolla in un'ottica di sistema e di gestione unitaria finalizzato alla valorizzazione delle tre riserve.

"Nel nuovo contesto generale si inserisce la necessità di uniformare le attività di taglio della vegetazione palustre, sia per quanto riguarda le procedure che la tempistica, attraverso specifiche disposizioni operative - ha proseguito Fratoni - materia che verrà regolamentata grazie a una apposita delibera di giunta di prossima approvazione perché l'avvicinarsi della stagione estiva motiva l'esigenza e l'urgenza da parte della Regione, nuovo soggetto gestore, di uniformare il quadro normativo e indicare specifiche disposizioni operative".

Per quanto riguarda la proposta presentata dalla Provincia di Pistoia in base all'accordo di novembre 2015, per la valorizzazione turistica ambientale del Padule, "si tratta - ha concluso l'assessore regionale - di un contributo prezioso per lo sviluppo di un progetto complessivo e organico sull'intera area, per il quale è necessario l'impegno di tutti, a partire dai Comuni rivieraschi.

Redazione Floraviva