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AgriAmbiente Servizi S.c.a.r.l., inaugurata alla presenza dell’assessore all’ambiente Fratoni e del consigliere regionale Baldi, è una cooperativa nata da un progetto di Cia Pistoia e accoglie già 76 aziende agricole. Il suo servizio, avviato in aprile, consiste nel deposito temporaneo nella stazione ecologica di Case Nuove di Masiano dei rifiuti consegnati dalle imprese agricole socie e nel loro corretto smistamento in vista del ritiro. Significativi risparmi, fino al 70% per le piccole aziende, e notevoli semplificazioni burocratiche (fra cui l’esonero dal Mud). Benefici anche per l’ambiente e la collettività, perché viene agevolato uno smaltimento tracciato e rispettoso delle norme. AgriAmbiente Servizi è aperta a nuove adesioni di imprese agricole. Il presidente di Cia Pistoia Orlandini: «si realizza una sorta di filiera corta degli scarti agricoli».

 
Un modello di raccolta, deposito temporaneo, smistamento e avvio allo smaltimento dei rifiuti agricoli che fa leva sull’aggregazione cooperativa degli agricoltori, e sulle norme che la incentivano, per abbattere i costi di gestione dei rifiuti delle aziende agricole socie (fino al 70% se piccole) e per semplificare drasticamente gli adempimenti burocratici. Un modello, dunque, che fa bene all’ambiente e a tutta la collettività, perché rende molto più agevole per le imprese lo smaltimento a norma di legge e tracciato dei rifiuti agricoli, disincentivando così i comportamenti scorretti.
E’ il nuovo sistema di gestione dei rifiuti agricoli avviato questo aprile, su iniziativa di Cia Pistoia, con la creazione della cooperativa “AgriAmbiente Servizi S.c.a.r.l.”, che è stata inaugurata ufficialmente sabato 30 aprile alla presenza dell’assessore all’ambiente della Regione Toscana Federica Fratoni, del consigliere regionale Massimo Baldi, del presidente di Cia Pistoia Sandro Orlandini e del presidente della cooperativa Antonio Lelli. AgriAmbiente Servizi, che ha già socie 76 aziende agricole, può contare su un punto di raccolta, o meglio una “stazione ecologica multiraccolta”, che si trova a Case Nuove di Masiano, nell’area di produzione terricci dell’Agraria Checchi, che ha concesso lo spazio alla cooperativa in comodato d’uso. In tale isola ecologica, che fungerà da deposito temporaneo di rifiuti, le aziende socie potranno conferire, per adesso ogni mercoledì mattina dalle 9 alle 12,30, i loro rifiuti agricoli (pericolosi e non) con mezzi propri. I rifiuti, che dovranno essere correttamente stoccati in azienda fino al conferimento alla stazione ecologica, verranno consegnati dagli agricoltori soci debitamente separati per categoria di rifiuto (contenitori vuoti di fitofarmaci, plastiche, tute e guanti contaminati, filtri, ecc.). Sarà poi un’azienda specializzata nel ritiro e trattamento di rifiuti, l’azienda quasi omonima AgriAmbiente Srl (che ha collaborato con Cia al progetto da cui è nata la cooperativa AgriAmbiente Servizi), a provvedere al ritiro tramite la sostituzione dell'intera stazione ecologica, una volta che questa si è riempita.
In cosa consistono l’elemento di novità e il vantaggio economico, soprattutto per le imprese agricole piccole, di questo sistema cooperativo di gestione dei rifiuti agricoli? Il fatto è che, agendo individualmente, le imprese agricole devono affidarsi a ditte esterne per il ritiro e smaltimento dei rifiuti, e pagare ogni anno, sia che producano 10 kg di rifiuti sia che ne producano 200 kg, un viaggio di camion che può costare da 150 a 200 euro. Spesa tanto più ingiustificata quanto minore è la quantità di rifiuti prodotta annualmente. E nella maggioranza dei casi le aziende agricole iscritte a Cia Pistoia producono meno di 50 kg di rifiuti all’anno da smaltire. Invece, agendo in una cooperativa come AgriAmbiente Servizi e nell’ambito quindi di un circuito organizzato di raccolta, grazie alle normative vigenti, e in particolare al Decreto Legislativo n. 152 del 2006 (Norme in materia ambientale) e alle semplificazioni del Decreto Legge n. 5 del 2012 (Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo), ci sono diversi vantaggi per le piccole aziende agricole
A cominciare dalla possibilità di portare da soli, senza ricorrere a camion di ditte esterne, i rifiuti alla stazione di raccolta comune, e abbattere così significativamente i costi. Infatti, a parte la quota simbolica di adesione di 30 euro, che si paga una volta sola, al momento di diventare socio, il costo di smaltimento per le aziende agricole socie di AgriAmbiente Servizi consiste in un importo variabile in proporzione alla quantità di materiale smaltito (da un minimo di 0,25 euro a un massimo di 1,75 euro al kg di materiale): assai meno della spesa per un camion che faccia il ritiro in azienda. Tali importi andranno all’azienda specializzata AgriAmbiente Srl (da non confondere con la cooperativa AgriAmbiente Servizi S.c.a.r.l.) che effettua il ritiro e lo smaltimento dei rifiuti. Secondo le stime di Cia Pistoia un’azienda agricola medio-piccola socia, con questo sistema, non dovrebbe spendere più di 50 euro all’anno, salvo casi particolari.
Altri vantaggi sono le semplificazioni burocratiche, che peraltro possono comportare anche ulteriori riduzioni dei costi aziendali, legate alle normative sopra richiamate e/o all’aggregazione cooperativa. Ad esempio, non si avrà più l’obbligo di possedere e aggiornare il registro dei rifiuti e di presentare il Mud (Modello unico di dichiarazione ambientale) ogni anno. Ci sarà inoltre l’esonero dall’iscrizione all’Albo nazionale Gestori Ambientali degli imprenditori agricoli per certi tipi di trasporti dei rifiuti nell’ambito del circuito organizzato di raccolta. La tenuta dei registri di carico e scarico rifiuti sarà più semplice. 
AgriAmbiente Servizi è aperta a nuove adesioni di imprese agricole. Per diventare socie della cooperativa e poter conferire i propri rifiuti (ricordiamo che l’obbligo di legge prevede almeno 1 conferimento all’anno), le imprese interessate possono recarsi presso le sedi di Cia Pistoia.
«Sono orgoglioso di questo progetto – ha commentato Sandro Orlandini -. Il modello di gestione della raccolta e smaltimento dei rifiuti è tutto sommato abbastanza semplice, una volta realizzato, ma alle spalle c’è stato uno studio da parte di Cia della fattibilità economica e normativa di esso, oltre alla verifica dell’interesse delle nostre aziende per questo servizio». «Lo smaltimento dei rifiuti che si producono in azienda è un tema molto sentito dalle imprese agricole – ha aggiunto Orlandini – e un ringraziamento va all’Agraria Checchi Silvano che ci ospita in questo ambiente spettacolare dal punto di vista della logistica e che ben si presta a operazioni di questo tipo. Piazzare i container dell’isola ecologica in un ambiente migliore di così non era possibile, perché è pulito e facilmente raggiungibile con i mezzi di trasporto. Qui si ha una situazione positiva da molti punti di vista. Si realizza una sorta di filiera corta degli scarti, perché questa possibilità di conferimento degli agricoltori nella stazione ecologica vale entro un raggio di 10 km. In sintesi, risparmio, minore inquinamento e una filiera di rifiuti o sottoprodotti molto più corta di prima».
«Questo progetto pilota è già oggetto di osservazione da parte delle altre provincie – ha dichiarato il presidente della cooperativa AgriAmbiente Servizi Antonio Lelli -. In questa ottica, possiamo dire che Cia Pistoia è promotrice e precursore di un modello che potrebbe essere presto replicato in altre località». «L’intento – ha ricordato Lelli - è di venire incontro alle esigenze delle piccole aziende, per le quali il costo dello smaltimento dei rifiuti fatto con il tradizionale ritiro a domicilio è molto più gravoso di quanto non sia sul bilancio di una grossa azienda. Poi nelle poche settimane di attività ci siamo accorti che anche aziende più grandi e più strutturate stanno usufruendo di questo servizio». «Il vantaggio – ha precisato Lelli -  è avere un presidio fisso a cui fare riferimento, dove gli agricoltori soci possono trasportare in proprio i propri rifiuti e scaricarli. Dopo di che l’unica incombenza che hanno è la conservazione per tre anni del documento che viene loro rilasciato e che sostituisce a tutti gli effetti il formulario di smaltimento. Questo perché la cooperativa si fa carico anche di quegli adempimenti amministrativi che altrimenti sarebbero di competenza di ogni singolo agricoltore. E questo vediamo che è particolarmente apprezzato proprio dai piccoli soggetti, piccole aziende dove magari l’imprenditore è la stessa persona che sta sul campo a coltivare. Il costo è minimo perché l’adesione alla cooperativa prevede una quota di 30 euro una tantum, che non è altro che il capitale sociale portato da ogni socio, che oltretutto se un giorno dovesse (speriamo di no) decidere di uscire dalla cooperativa, gli viene restituito. Quindi si può definire una sorta di cauzione. Il costo per lo smaltimento dei rifiuti è variabile in funzione della tipologia e delle quantità di rifiuti conferiti, ma vediamo che il costo medio delle fatture che rimettiamo a un piccolo-medio agricoltore è di 35/40 euro per un servizio che comprende non solo lo smaltimento dei rifiuti ma anche l’aggiornamento del registro e del Mud». 
«Agevolare in silenzio le iniziative che ci sembrano importanti per gli associati – ha detto il direttore di Cia Pistoia Alessandro Coppini - è sempre l’obiettivo mio e di Cia. Sono quasi meravigliato di quello che è stato costruito, di questo nuovo soggetto, che ha delle potenzialità molto significative. E poi è comunque un legame, anche se su un aspetto particolare, che si crea fra le aziende. Bisogna essere ottimisti sulle possibilità che ci sono di gestire insieme i servizi. E, per le realtà medio-piccole, è molto importante una gestione in comune dei servizi». «Ora – ha sottolineato Coppini -  si tratta di seguire questa cooperativa e di sostenerla il più possibile, di fare le parti amministrative e gli adempimenti necessari, perché per gli associati deve essere la cosa più semplice che si può immaginare: quando hanno il rifiuto, lo prendono e lo portano a questo deposito transitorio, da dove poi verrà ritirato e smaltito, niente di più».
Massimo Baldi, consigliere regionale della Toscana, ha usato tre parole per definire questa iniziativa di Cia Pistoia sul fronte dello smaltimento dei rifiuti agricoli: «prima parola: “intelligenza”. La qualità dell’agricoltura pistoiese – ha sostenuto - non dipende soltanto dalla qualità climatica, dalla qualità della terra, dalla qualità dell’ambiente», ma dipende anche dal fatto che «qui abbiamo un’eccellenza e una qualità che altrove non c’è», non solo «nell’ambito della produzione di piante in senso stretto, ma anche nell’ambito dei servizi che aiutano l’agricoltore a portare in fondo il suo lavoro». «Un luogo come questo – ha affermato Baldi - aggiunge un elemento di intelligenza in più, e cioè quello di facilitare le aziende in un compito necessario e che invece magari spesso è risolto in un modo più sbrigativo. Io sono convinto che quando si fanno dei servizi, e anche la politica lo dovrebbe imparare, non si fanno per costringere la gente a essere virtuosa mettendo lacci e lacciuoli, ma si fanno tendendogli una mano e dandogli la possibilità di essere virtuosa». «La seconda parola che mi viene in mente – ha continuato Baldi - è “cooperazione”, perché qui come altrove si dimostra che mettendo insieme le forze anche delle piccole e medie aziende, si riesce a costruire un servizio che diventa eccellente, di qualità e conveniente». Infine, «la terza parola è “ambiente”, perché, e in ambito agrario si dovrebbe essere pionieristici da questo punto di vista, dobbiamo iniziare quasi a dimenticarci della parola “rifiuto”. Il rifiuto non è un rifiuto, è qualcosa che viene prodotto accanto al prodotto e che può avere un’altra sorte: può diventare cippato, può diventare compost, può diventare, essendo ambiziosi e con dimensioni più elevate, energia, gas, metano». «Quindi complimenti per avere avuto questa idea – è stata la sua conclusione -. Spero che sarete sempre i primi, ma spero anche che qualcuno vi imiti, affinché queste buone pratiche si diffondano».
«Sono molto contenta di riprendere da assessore regionale un tema che come presidente della provincia ho vissuto in maniera piuttosto approfondita – ha dichiarato Federica Fratoni, assessore all’Ambiente della Regione Toscana -.  Purtroppo quell’operazione in quel momento non ebbe l’esito sperato, ma nel frattempo certamente la Cia, in collaborazione con l’Agraria Checchi, ha creato le condizioni perché quel progetto possa effettivamente arrivare a compimento. Sicuramente l’associazione ha svolto un ruolo fin qui formidabile di agevolazione alle aziende, e non solo sul piano del contenimento dei costi, ma anche della semplificazione amministrativa; e ha costruito la prima parte del ragionamento, cioè quella per cui un’azienda conferisce del materiale (anch’io voglio da qui in avanti smettere di chiamarlo rifiuto). Ma ora dobbiamo costruire l’altra parte del percorso, cioè quella per cui in una logica di prossimità – quindi con una lavorazione fatta in loco, perché anche questo è meno inquinante – si riesce a chiudere il ciclo». «Oggi – ha spiegato l’assessore - si parla tanto di economia circolare, anche l’Europa l’ha messa al centro delle prossime direttive che arriveranno nel 2017, ma dobbiamo acquisire un po’ questa concezione per cui l’economia circolare non si applica e non si costruisce tanto nel settore dei rifiuti urbani, sui quali ormai sappiamo tutto (sappiamo che fine devono fare, sappiamo come devono essere recuperati), ma la grande partita della circolarità si gioca sui rifiuti speciali e ogni distretto produttivo ha una sua tecnologia che permette di recuperare e di destinare a nuova vita quel tipo di sottoprodotto, perché […] quello che è l’output di un processo produttivo può tranquillamente diventare input di un altro processo produttivo che si collega in filiera con quello precedente. Anche il distretto vivaistico e quindi le aziende vivaistiche di Pistoia è giusto che si misurino con questa sfida e abbiano l’opportunità di chiudere il cerchio». 
 
Redazione

cipe

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che il CIPE di oggi ha assegnato 200 milioni di euro al Mipaaf per il finanziamento agevolato dei contratti di filiera e di distretto. Le risorse sono a valere sulla quota del 30% di quelle non utilizzate del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e agli investimenti in ricerca (FRI).
I “Contratti di filiera e di distretto”  sono uno strumento agevolativo efficace per il sostegno della competitività, espressamente destinato alla valorizzazione e allo sviluppo delle filiere produttive del settore agricolo e agroalimentare a livello nazionale.
"Vogliamo investire sulle filiere 100% italiane - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - consentendo un'integrazione sempre maggiore tra produzione e trasformazione. I 200 milioni di euro destinati oggi dal CIPE sono utili per raggiungere questo obiettivo, sostenendo progetti concreti e favorendo comparti strategici per il nostro modello agroalimentare come olio, latte, ortofrutta, grano-pasta e un fronte innovativo come quello luppolo-birra artigianale. Parliamo di risorse importanti che agevolano gli investimenti privati con un effetto moltiplicatore. Il Governo conferma ancora una volta la sua attenzione a un settore chiave, l'agroalimentare, che sta trainando la ripresa con numeri da record nell'export e sul fronte dell'occupazione. Un segnale ancora più importante oggi per la Festa dei Lavoratori".
"Continuiamo a lavorare - ha aggiunto il Vice Ministro Andrea Olivero - per rendere sempre più forte l'agroalimentare italiano. La decisione del CIPE di oggi dimostra che questo settore è centrale nelle scelte di politica economica del Paese. Vogliamo sostenere la creazione di nuovi posti di lavoro e tutelare sempre meglio il reddito degli agricoltori, aiutando i trasformatori a scegliere ancora di più materie prime italiane di qualità".
L'assegnazione di oggi consentirà:
di aprire lo sportello per la presentazione delle domande di contratto di filiera e di distretto sul nuovo regime di aiuti;
di dare un contributo attivo e costruttivo agli obiettivi individuati dall’Accordo di partenariato 2014-2020;
di favorire la costituzione di partnership rappresentative di tutte le fasi produttive della filiera agroalimentare e del territorio coinvolto nel processo;
di rispondere in tempi brevi alla domanda di investimenti finalizzata alla crescita e all’innovazione delle principali filiere agroalimentari e ad aumentare la competitività dei prodotti italiani garantendo una massa critica della produzione, adeguata a competere sui mercati internazionali in termini di qualità, innovazione di prodotto;
di concentrare gli investimenti sui progetti con il maggiore impatto sul mercato nazionale.

Redazione Floraviva

flormart 2016

Ottime opportunità di affari e spunti di tendenza lungo tutta la filiera alla 67a edizione di Flormart, il salone professionale di Padova del florovivaismo, del giardinaggio e dell’architettura del paesaggio, in programma dal 21 al 23 settembre 2016. Un appuntamento per il business-to-business verde rivolto a grossisti, importatori ed esportatori di piante e fiori, vivaisti e floricoltori, garden center, fioristi, god/gds (grande distribuzione organizzata/specializzata), architetti paesaggisti, giardinieri e operatori delle energie rinnovabili.
Nell’edizione del 2016 di Flormart si completa il riposizionamento innovativo della fiera avviato l’anno scorso grazie alle seguenti novità: la concomitanza con il Sipac (Salone internazionale delle attrezzature per camping e outdoor); l’introduzione della sezione Gpp Lab (Laboratorio di Green public procurement, dedicato al mercato degli acquisti verdi da parte della pubblica amministrazione) in collaborazione con Adescoop; il ritorno alla terza settimana di settembre, come da tradizione; e le tariffe speciali del 2016 per gli espositori. Questa sorta di piccola rivoluzione del salone del florovivaismo e dell’architettura del paesaggio di Padova prevede anche un’edizione itinerante, chiamata ‘Flormart in tour’, che sarà presentata in anteprima il 24 giugno a Pistoia in occasione di ‘Vestire il paesaggio’ e la cui prima edizione avrà luogo a inizio 2017 in Toscana.
I nuovi appuntamenti vanno a integrare un’offerta di contenuti, che ripropone le novità e gli appuntamenti di maggiore successo dell’anno scorso. Fra questi: il concorso internazionale di architettura del paesaggio ‘Flormart Garden Show’, le dimostrazioni sulle ultime tendenze floreali dell’autunno-inverno 2016-17 di ‘Master Flower’ e il premio ‘nòva_green – le radici del successo’, che quest’anno lancia nella sezione “Forme di vendita” una menzione speciale riservata a soggetti della gds del verde, a cominciare dai garden center. E poi ancora il forum internazionale del verde tecnologico ECOtechGREEN, iniziativa di Paysage sostenuta dalla rivista Topscape; Agrienergy, sulle energie rinnovabili applicate al florovivaismo; il ‘Focus verde urbano’, con una sezione del Premio ‘La città per il verde’; il premio Rizzi a personaggi di spicco della filiera florovivaistica.
Tra i punti di forza da sottolineare di Flormart 2016, i padiglioni completamente rinnovati, la realizzazione al centro di uno di essi di un grande media center attorno al quale potranno trovare posto i protagonisti dell’editoria specializzata del florovivaismo e del verde, italiani e non solo. E infine, sul fronte buyer, le sinergie con Ita-Ice, l’agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese, con operatori provenienti da Azerbaijan, Francia, Emirati Arabi e Gran Bretagna; e con alcune camere di commercio all’estero, che porteranno buyer svizzeri, tunisini e turchi.
Per ulteriori informazioni sulle modalità di iscrizione: www.flormart.it.

Redazione Floraviva

 

New Alliances for Flormart 2016: a Great Opportunity for Horticulture and Green b2b

Excellent business opportunities and suggestions and ideas on new trends throughout the sector at the 67th edition of Flormart, the professional salon of horticulture and landscape architecture, which will take place from next September 21st to 23rd in Padua. A business-to-business trade show addressed to wholesalers, importers and exporters of plants and flowers, nurseries, florists, garden centers, large specialized distribution, landscape architects, gardeners and producers and distributers of renewable energy.
In 2016 edition Flormart completes its innovative repositioning started last year thanks to the following novelties: the conjunction with the Sipac (International Exhibition for camping and outdoor equipment); the introduction of the section “GPP Lab” (Laboratory of Green Public Procurement, dedicated to the market of green purchasing by the public administration) in collaboration with Adescoop; the return to the third week of September, as in the past; and special rates for exhibitors of 2016. This sort of revolution of Padua’s trade show of horticulture and landscape architecture also includes an itinerant edition, called 'Flormart on tour', which will premiere on June 24 in Pistoia on the occasion of 'Dressing the landscape' and whose first edition will take place in early 2017 in Tuscany.
The new events mentioned above will complement the contents offered at the fair, that include the successful events from last year. Among them: the international competition of landscape architecture 'Flormart Garden Show', the demonstrations on floral trends for autumn-winter 2016-17 'Master Flower' and the prize 'nòva_green - the roots of success',  which launches this year a special prize reserved for garden centers and specialized distributers in the section "Forme di vendita". Moreover there will be the international forum of technological green ECOtechGREEN, an initiative by Paysage supported by Topscape magazine; Agrienergy, on renewable energies applied to horticulture; the 'urban green Focus', with a section of the prize 'The city for the green'; and the Prize Rizzi to the stars of the floriculture sector.
Among the points of strength of Flormart 2016 are the completely refurbished pavilions, with a great media center set up in the center for specialized publishers of horticulture and green sectors. Finally, the synergies with ITA-ICE, the Italian Agency for the Promotion Abroad and the Internationalization of Enterprises, will bring in Flormart 2016 buyers from Azerbaijan, France, United Arab Emirates and United Kingdom; and the cooperation with some Italian Chambers of Commerce abroad will bring Swiss, Tunisians and Turks buyers.
For more information on registration: www.flormart.it.

Redazione Floraviva

orticola 2016

A Milano, dal 6 all’8 maggio ai Giardini Montanelli, la XXI edizione di Orticolamostra mercato di fiori, piante e frutti insolitisarà una vetrina sulla creatività dei produttori italiani di piante in vaso. La Società di ortoflorofrutticoltura italiana presenterà il progetto di inventario delle piante da collezione in Italia. Per la prima volta una ‘Giuria di stile’ accanto a quella botanica.

Da ventuno edizioni impegnata nella promozione della cultura italiana del giardino, Orticola, mostra mercato di fiori, piante e frutti insoliti, presenta quest’anno come filo conduttore tematico il “giardino contenuto”: inteso sia come fiori e piante coltivate in vaso, sia come aree verdi di piccole e medie dimensioni, mini appezzamenti, terrazzi, balconi.
Nei tre giorni dal 6 all’8 maggio, ai Giardini pubblici Indro Montanelli di via Palestro a Milano, sarà dato spazio ai vivaisti e paesaggisti di tutta Italia per allestire i giardini e la fontana, ma anche alle materie prime italiane, come la terracotta o il marmo, con cui erano costruiti i grandi vasi e le imponenti fioriere del passato, e alle piante verdi e fiorite da coltivare in contenitore o solo in piccole aree. «Approfondire il tema del giardino in vasospiegano gli organizzatori - significa prendersi cura dei propri spazi, offrire a tutti la possibilità di creare piccole oasi di verde e coltivare le proprie passioni anche sul balcone di casa, attingendo a una tradizione e a un patrimonio di grande valore». «Oggi la tradizione della coltura in vasosi legge ancora nel comunicato - continua e la consuetudine a coltivare le piante nei contenitori più disparati e originali permette a Orticola non solo di recuperare le tappe migliori della storia del giardino italiano», ma di presentare, attraverso le loro infinite proposte e soluzioni, la creatività dei produttori italiani di piante e fiori in vaso.
Stimolare la ricerca e la raccolta di piante per creare collezioni uniche per numero e rarità è da sempre ciò che Orticola chiede ai suoi espositori e loro rispondono al meglio. Ecco quindi che quest’anno si troveranno in esposizione, tanto per citare alcuni esempi, una collezione di 45 mente diverse, una di melograni, un’altra di piante californiane, e poi conifere slovene, fucsie da collezione, specie insolite come Chloranthus e Radbosia, kokedama, vale a dire sfere di muschio e sfango per ospitare orchidee e piante tropicali. Saranno inoltre presenti realtà importanti quali l’Aba (Associazione botanici appassionati) e l’Adipa (Associazione per la diffusione di piante amatoriali), cui si affiancheranno l’Aib (Associazione italiana bambù) e la Soi (Società ortoflorofrutticoltura italiana), che presenterà un importante progetto di censimento delle piante presenti sul territorio nazionale per la creazione di un inventario delle collezioni di piante (specie, varietà, cultivar, ibridi) di rilevante importanza, che porterà anche a una classificazione delle suddette in termini di qualità, consistenza, correttezza tassonomica e fruibilità.
Sono circa 160 gli espositori ospiti di Orticola 2016, numero superiore alle passate edizioni, e fin da adesso sulla pagina Facebook della manifestazione si possono conoscere i loro nomi e le loro collezioni e peculiarità. Le giurie diventano due. Ci sarà ancora la ‘Giuria botanica’, che assegnerà il Premio Speciale Orticola alle piante più particolari, con l’intento di aiutare e promuovere florovivaisti intraprendenti e creativi. Ma per la prima volta sarà affiancata da una ‘Giuria di stile’, composta da amanti delle piante, appartenenti ai settori del giornalismo, dell’arte e della cultura milanesi, della paesaggistica o del design.
Tra le tante novità, “In … vasi di marmo”, un’invasione di vasi che circonderà la fontana a cura dell’architetto paesaggista Silvia Ghirelli, che proporrà un allestimento corale con i vasi fatti a mano dal Laboratorio San Rocco. E poi il bosso di Minari Buxus, pianta storica e nobile, le gallerie di bambù del Bambuseto, le sculture di Nicola Zamboni e Alison Grace Martin, che creeranno un giardino delle meraviglie nel cuore della mostra. In particolare, quest’ultima, artista inglese residente in Italia che sperimenta le forme geometriche in natura, presenterà sfere, cerchi, stelle, spirali e altre sue incredibili composizioni che l’hanno resa celebre. Un altro artista ospitato quest’anno è Marco Nones, svizzero, amante dell’Italia e del Cavalese in particolare, dove vive, che esporrà alcune sue opere. Il suo percorso di land artist si muove a partire dal rispetto della «storia scolpita nelle radici».
Tantissimi poi i momenti d’incontro con gli esperti, i laboratori, i corsi, le dimostrazioni totalmente gratuiti dedicati ai visitatori, adulti e bambini, perché la mission di Orticola è divulgare e promuovere la conoscenza delle piante, la cultura del giardino, dell’orto e del verde in genere. Nel calendario 2016 molti appuntamenti dedicati al tema dell’anno (il giardino contenuto) e quindi alle piante più adatte alla coltivazione in vaso. Ad esempio su come coltivare in vaso i glicini, sulla coltivazione delle peonie in terrazzo. Ma ci saranno incontri sulle orchidee spontanee italiane, su come realizzare erbari cittadini o imparare a conoscere le piante. E sarà possibile immergersi persino nello «spirito della giungla in vaso», con il supporto attivo di Hermès e di giovani esperti illustratori dell’Accademia di Brera, a disposizione del pubblico per condividere e sviluppare il tema di quest’anno attraverso raffinate arti grafiche e di découpage.

Redazione Floraviva

architettura paesaggio ifla 2016

Centralità del progetto e cultura delle trasformazioni possibili nel “Manifesto per il progetto di paesaggio per lo sviluppo equo e sostenibile” lanciato da Torino nel giorno di chiusura del 53° Congresso della federazione internazionale degli architetti paesaggisti, coincidente con la Giornata mondiale della Terra.

«Il progetto di paesaggio è lo strumento irrinunciabile e fondamentale per garantire la qualità e l’evoluzione equa e condivisa dei paesaggi nel nostro pianeta», e tale strumento va inteso «come attività applicata per orientare tutte le trasformazioni ad ogni scala». Inoltre bisogna «diffondere la cultura delle trasformazioni possibili» e far capire che «riconoscere i valori paesaggistici contribuisce ad orientare le politiche dei Paesi per regolare, nel tempo, la qualità delle trasformazioni possibili e la conservazione, l’evoluzione e il rinnovo dei paesaggi», che sono «risorse indispensabili di tutto il nostro pianeta e delle popolazioni che lo abitano».
Queste le due affermazioni di principio fondamentali del “Manifesto per il progetto di paesaggio per lo sviluppo equo e sostenibile” in cinque punti lanciato da Torino il 22 aprile nella cerimonia di chiusura dell’ultimo giorno del 53° Congresso mondiale degli architetti del paesaggio, Ifla 2016 (International federation of landscape architects), coincidente con la Giornata mondiale della Terra.
Un documento che rappresenta l’eredità di Ifla 2016 e che nella premessa definisce il paesaggio come «sistema dinamico, complesso, che si modifica nel tempo in risposta ai processi naturali e umani, con fondamentali valenze sociali e culturali, con relazioni strette con lo sviluppo economico, l’utilizzo e il mantenimento delle risorse naturali, la giustizia sociale, le culture e le identità collettive». E che richiama esplicitamente «le indicazioni scaturite da COP21 – Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite, che si è tenuta lo scorso dicembre 2015 a Parigi», ritenendo indispensabile renderle «operative», anche perché «ridurre il riscaldamento globale del pianeta, migliorare la qualità dell’aria e incentivare una maggiore produzione di ossigeno sono obiettivi che si raggiungono progettando, realizzando e gestendo i paesaggi secondo principi di condivisione e sostenibilità, completando il quadro dei fondamentali valori della salvaguardia dell’identità dei luoghi, delle culture, e di quelle interazioni umane che vanno dal disegno del paesaggio agricolo all’inurbamento trasponendo nel fare umano i princìpi della biodiversità».
Un altro punto fondamentale del Manifesto di Torino è il 5°: «attuare la Convenzione europea del paesaggio», sottoscritta nel 2000 e assai lungimirante nel sottolineare del paesaggio per il miglioramento della qualità della vita delle popolazioni. Mentre i restanti due, il 3° e il 4°, riguardano più specificamente come deve essere la formazione dell’architetto del paesaggio e il ruolo della professione.
Il Manifesto è aperto a chiunque voglia sottoscriverlo: non solo i professionisti del paesaggio ma anche gli operatori della filiera del verde e tutti coloro che desiderano appoggiare il progetto. Pertanto il documento sarà disponibile nei prossimi giorni nel sito web di Aiapp (Associazione italiana di architettura del paesaggio: www.aiapp.net), presieduta da Anna Letizia Monti.

L.S.