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In tutto il pianeta si promuove oggi una giornata intera senza consumo di carne. Enpa coglie l'occasione per ribadire la richiesta, fatta al Governo e al Parlamento italiano in occasione del vertice di Parigi, di istituire tre giorni a settimana di “sciopero” della carne nelle mense pubbliche. L'Ente Nazionale Protezione Animali chiede anche maggiori responsabilità da parte dei Ministri dell'Ambiente e della Salute per l'emergenza ambientale e un sistema alimentare più giusto.
«Una iniziativa intelligente, civile e di ottimo gusto, nel vero senso della parola»: così dichiara Annamaria Procacci, responsabile Enpa per ambiente e biodiversità, commentando il World Free Meat Day che cade oggi. «E' ormai sempre più conosciuto l'effetto devastante che questo consumo comporta per il pianeta e per gli animali generalmente reclusi negli allevamenti intensivi, vera negazione – prosegue Procacci - di ogni esigenza etologica. Ben 27 miliardi di esseri viventi ridotti allo stato di pure macchine da polpetta». Uno studio voluto dal Ministero dell'Agricoltura italiano attesta che per ogni chilo di carne bovina portata in tavola vengono prodotti più di 18,7 chili di anidride carbonica. Inoltre, la filiera della carne comporta l'emissione di enormi quantità di gas serra, deforestazione, desertificazione, enormi consumi di acqua, uno spreco di creali sottratti all'uomo e destinati all'ingrasso dei disgraziati “animali da piatto”, come li definisce Enpa. In previsione del vertice di Parigi, Enpa chiese al Parlamento e al Governo italiani, una campagna per ridurre il consumo di carne, e propose tre giorni alla settimana di “sciopero” della carne nelle mense pubbliche. Per Enpa è giunto il momento per i Ministri dell'Ambiente e della Salute di uscire dal silenzio, «sia per l'emergenza ambientale dovuta alle emissioni serra legate alla carne sia, per il pesante impatto sulla salute che questo consumo comporta (più di 78 chili pro-capite in Italia nel 2015). Ma anche per smettere di nutrire un sistema alimentare ingiusto, crudele e sbagliato.»
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Giovedì 16 giugno, alle ore 17.30, Claudia Massi e Gianluca Chelucci analizzeranno alcune opere del maggior paesaggista italiano del Novecento per mostrare e far comprendere quanto egli abbia influenzato tutta la cultura italiana del paesaggismo. L'incontro, con ingresso libero, è organizzato dalla Fondazione Pistoiese Jorio Vivarelli e si terrà a Villa Storonov, in via Felceti 11 a Arcigliano (PT), nella Sala Museo.
Claudia Massi e Gianluca Chelucci analizzeranno, nella data di giovedì 16 giugno e per tutti gli interessati, alcune opere di Pietro Porcinai per tessere la trama dei suoi rapporti con la realtà locale del florovivaismo e la sua attività artistica sul territorio. Tutto inizia negli anni Trenta con l'apprendistato nel Grande Stabilimento Orticolo di Martino Bianchi e gli esordi professionali di Porcinai sono a tutti gli effetti pistoiesi. La maturità porterà poi il paesaggista a lavorare, in un dialogo continuo con l'opera d'arte e il design, nel territorio della Valdinievole: dalla città termale di Montecatini al parco di Pinocchio a Collodi. Per informazioni sull'incontro contattare la Fondazione Vivarelli allo 0573477423 o scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
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Oggi il Cervim sarà presente alla Conferenza annuale della Sezione Europea dell’Associazione Internazionale dei Giuristi del vino francesi (AIDV), in programma fino all'11 giugno a Lione. Il presidente del Centro di Ricerche, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura Montana, Roberto Gaudio interverrà su “Vigneti di montagna, una viticoltura eroica in Europa: le prospettive del Cervim” per ribadire la necessità di tutelare queste eccellenze.
«I terreni impervi da tutelare producono vini unici» queste le parole ben chiare del presidente Gaudio: il Cervim persegue proprio la sua missione proponendo soluzioni per la protezione del territorio, per ridurre i costi di produzione e valorizzare la qualità dei prodotti vitivinicoli, intraprendendo anche ricerche scientifiche ed esperienze virtuose. I vigneti eroici sono presenti in tutta l'area del Mediterraneo: Italia, isole comprese, e poi Francia (Rhône-Alpes e Languedoc Roussillon), Spagna (Galizia) e Portogallo (Douro); ma anche Germania (Renania Palatinato), Austria (Styria e Wachau) e Svizzera (Canton Ticino e Cantone Vallese). «Si tratta di autentiche “isole della biodiversità viticola“ e vere perle enologiche, che – spiega Gaudio-, corrono però il rischio di scomparire a causa degli alti costi di produzione; dal momento che la coltivazione di un vigneto in queste zone costa dieci volte di più di un vigneto in pianura. La viticoltura eroica rappresenta una “sentinella” nei territori impervi, e per questo eroici, dove si producono comunque vere e proprie eccellenze enologiche». Fra le iniziative organizzate dal Cervim per tutelare i vini eroici e la viticoltura di montagna, anche il “Concorso Mondial des Vins Extrêmes” che valorizza i vini prodotti da uve di vigneti che presentano almeno una delle seguenti difficoltà strutturali permanenti: altitudine superiore ai 500 m s.l.m., ad esclusione dei sistemi viticoli in altopiano, pendenze del terreno superiori al 30%, sistemi viticoli su terrazze o gradoni e viticolture delle piccole isole.
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Nel prospetto generale positivo una nota negativa rimane, fa notare Confagricoltura: i prezzi all'origine dei prodotti agricoli continuano a diminuire. I dati Istat parlano chiaro: rispetto al 2014 la crescita è stata del 5,6% a prezzi correnti, e del 3,8% in volume, mentre i prezzi all'origine dei prodotti agricoli sono diminuiti dello 0,5% nel 2015, con un ribasso del 13,9% ad aprile 2016 su aprile 2015.
Il settore primario ha dunque raggiunto risultati importanti con aumento dell'occupazione e dei salari e con la crescita del PIL. Lo si vede bene dai dati Istat, che segnalano una crescita significativa dell’occupazione in agricoltura (+2,8%) nel 2015. Un aumento delle retribuzioni dei dipendenti (+5,7%), con analogo incremento anche per gli oneri sociali a carico dei datori (+5,7%). A dispetto della crisi generalizzata, nel 2015 c’è stato un salto positivo del valore aggiunto agricolo, che è cresciuto del 3,8% rispetto al 2014, quasi sei volte la crescita globale del PIL nazionale (+0,6% rispetto al 2014). Confagricoltura commenta con prudenza: «Si tratta però solo di un recupero rispetto agli anni passati e, nel primo trimestre del 2016, l’incremento rispetto al corrispondente trimestre del 2015, è stato più contenuto (+0,7%) ed inferiore all’aumento del PIL complessivo. Un dato che merita attenzione». Confagricoltura intende così sottolineare come ancora ci sia da fare per la semplificazione burocratica nel settore e l'alleggerimento degli oneri sociali. I prezzi all'origine dei prodotti agricoli sono poi diminuiti dello 0,5% nel 2015 ed hanno continuato a diminuire, registrando -13,9% ad aprile 2016 su aprile 2015 (dato Ismea). «Nei primi mesi del 2016 si è sicuramente acuita la dinamica della deflazione ed i prezzi non erano così bassi dal 2010. Il settore agricolo continua a subire le dinamiche dei prezzi e mai a governarle» conclude Confagricoltura.
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Flormart 2016: a inizio giugno più che raddoppiati gli spazi espositivi e in crescita gli espositori
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- Scritto da Andrea Vitali
Soddisfatto l’amministratore di PadovaFiere Villa per l’andamento delle prenotazioni di spazi espositivi alla 67^ edizione del salone del florovivaismo di Padova (21-23 settembre). Flormart ha partecipato al convegno di Anve in Puglia sul futuro del florovivaismo e sarà presente all’anteprima di Vestire il Paesaggio a Pistoia il 24 e 25 giugno.
