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raccoltapomodoro

Ad aggravare l'insoddisfazione degli agricoltori per un prezzo di riferimento del pomodoro che, secondo loro, stenterà a coprire i costi di produzione, si aggiungono l'andamento meteorologico e lo sviluppo di alcune malattie. Interi appezzamenti distrutti dalle piogge e danni diretti e indiretti conseguenti allo sviluppo di patologie fungine.

agritoIl prezzo di riferimento scelto per il pomodoro da industria al Centro-Sud va dagli 87 ai 97 euro a tonnellata: cifra insufficiente secondo gli agricoltori per coprire i costi di produzione. Come se non bastasse, si aggiungono condizioni climatiche sfavorevoli e lo sviluppo di alcune malattie che hanno già colpito diverse aree. Da qui nascono le preoccupazioni delle Unioni nazionali dei produttori, Italia Ortofrutta e Unaproa, le quali hanno comunicato che piogge torrenziali, grandinate ed eccessi di calore hanno provocato la distruzione di interi appezzamenti e numerosi danni. Agli innumerevoli vantaggi di una produzione fresca corrispondono del resto le difficoltà di coltivazione e gli imprevisti climatici. Anche Confagricoltura ha rimarcato la difficile situazione in cui versa il pomodoro. Al sud è il parassita Orobanche ad essere ormai un flagello nei campi del Foggiano. 
La nota positiva deriva dalla diminuzione, già richiesta, della produzione di quest'anno, che registra un calo del 10% su tutta la produzione nazionale senza sovrapposizioni dei calendari di raccolta. All'impegno degli agricoltori non è però corrisposto quello della parte industriale: i contratti possiedono infatti valori del 20% più bassi rispetto all'anno scorso.
 
Redazione

risicoltura

Secondo le prime stime dell'Ente risi, nelle campagne italiane la risicoltura guadagna altri ettari, ma senza subire pressioni al ribasso per quanto riguarda il prezzo. Al contrario si mostrano valori stabili o in aumento, seppure con vendite più rallentate rispetto alla scorsa campagna. 

floravivaLe proiezioni di semina elaborate dall'Ente nazionale risi nei giorni scorsi hanno decretato quest'anno il terzo aumento stagionale consecutivo. Rispetto a quanto previsto inizialmente dall'Istat c'è stata una crescita maggiore, pari al 4,5% anno su anno. Guardando poi il trend storico delle superfici risicole si osserva una forte variabilità degli investimenti. L'ultimo picco risale al 2010, quando si erano sfiorati i 248 mila ettari. Fino al 2013 si è registrata invece una discesa, raggiungendo un minimo di 216 mila ettari per poi risalire fino ad arrivare al 2016 con 237.500 ettari a riso. Se questi dati saranno confermati, si registrerà la crescita annua più alta dal 2009. L'indagine al momento si basa su oltre tremila denunce dei risicoltori, corrispondenti a tre quarti circa delle superfici seminate. 
Ente risi fornisce anche elementi di dettaglio per i diversi gruppi varietali con un quadro articolato ma non positivo per la categoria “Lungo B”, in calo per il terzo anno di fila e ai minimi da oltre un decennio (contrazione del 4% rispetto al 2015 con 33.700 ettari attuali). Per i risi tondi si registra invece una forte ascesa (da 56.946 ettari nel 2015 a 72.800 ettari nel 2016 con un +28%). I risi più diffusi, appartenenti al gruppo “Lungo A” hanno invece ceduto il 4%, scendendo a 121.200 ettari per quest'anno. In questa categoria si è avuto comunque un andamento a due velocità: +2% per le varietà destinate al mercato interno e -12,5% per i parboiled. In crescita i risi medi con un +3,5% su base annua. 
In generale la risicoltura avanza anche nel resto del mondo: il dipartimento americano dell'Agricoltura, Usda, prevede un raccolto record per luglio di 481,2 milioni di tonnellate su scala mondiale (base lavorato), ovvero il 2% in più rispetto all'ultima annata, su cui aveva influito El Niño. Le superfici risicole, sempre secondo Usda, dovrebbero portarsi a 161,2 milioni di ettari, segnando un aumento di 2,7 milioni. 
 
Redazione

cinghiale

La proposta di CIA Toscana per superare lo stallo in cui è ferma la Legge obiettivo della Regione Toscana per uscire sull'emergenza degli ungulati. Il presidente Luca Brunelli: «Troppe manovre per bloccare la Legge obiettivo della Regione Toscana. È ora di dire basta, la Regione vada avanti con coerenza e determinazione, nell’interesse dell’agricoltura e dell’ambiente»

CIA Toscana, nella riunione della propria Giunta dell’ 1 agosto, ha fatto il punto sullo stato di attuazione della “Legge obiettivo” per la riduzione della fauna selvatica in Toscana. «Dopo quasi sei mesi dalla sua approvazione, la situazione è molto preoccupante – dichiara il presidente Cia Toscana Luca Brunelli – Nonostante gli indubbi sforzi della Regione Toscana e dell’Assessore Marco Remaschi, soprattutto sull’avvio della caccia di selezione, l’attuazione della Legge obiettivo è una vera corsa ad ostacoli, che  in parte sono oggettivi, in parte derivano da alcune  incertezze decisionali,  ma troppo spesso portano il nome e cognome di chi non aspetta altro che il fallimento della Legge».
floravivaPer uscire dallo stallo la Cia Toscana propone alla Regione di “prendere il cinghiale per le zanne” intervenendo subito con nettezza e determinazione. La proposta della Cia Toscana si articola in cinque azioni immediate: superare lo stallo degli ATC, dando subito piena legittimità di governo degli ambiti agli amministratori. Accelerare nel frattempo la ridefinizione degli ATC, mantenendo l’impianto della Legge di riordino, coniugato con il riconoscimento, per alcune aree, del criterio di omogeneità territoriale; potenziare le attività di controllo previste dall’Art. 37 della Legge Regionale 3/94, superando le lungaggini procedurali che ne rendono difficile l’attuazione; concludere il percorso di definizione delle aree non vocate, che debbono comprendere, come prevede la Legge, tutti i territori agricoli potenzialmente a rischio di danni; proseguire l’azione di allargamento della caccia di selezione, indispensabile strumento da affiancare alla caccia programmata ed agli interventi di controllo; intervenire con decisione per garantire agli agricoltori il giusto risarcimento dei danni. «Come Cia Toscana è dal novembre 2014 che lo diciamo: non si tratta di calamità naturale, ma di emergenza istituzionale! – conclude Brunelli – La Regione Toscana deve trovare la forza e la determinazione necessarie per riprendere il controllo del territorio. Noi agricoltori saremo al fianco delle Istituzioni, se sapranno operare per la salvaguardia dell’ambiente e dell’agricoltura».
 
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alberihera

Sono tremila gli alberi che Hera ha piantumato: questo incredibile risultato è stato reso possibile grazie ai 150mila clienti che sono passati alla bolletta on-line nell’ambito della campagna “Elimina la bolletta. Regala un albero alla tua città”. 

floravivapubbSono ben 89 le aree verdi realizzate da Hera nei 59 comuni più virtuosi per numero di adesioni alla bolletta on-line. Dopo aver raggiunto con due anni di anticipo le 100mila adesioni, Hera centra anche l’obiettivo successivo, superando gli ulteriori 50mila passaggi alla bolletta elettronica. Questa importante campagna di sensibilizzazione di una buona pratica permetterà all'azienda di regalare altri 500 alberi, che saranno messi a dimora entro il prossimo inverno.
Partita nel novembre del 2012 e rilanciata a giugno del 2015, la campagna prevedeva la destinazione di un albero ogni 50 adesioni alla bolletta on-line nelle aree individuate dai comuni partner di Hera. Gli obiettivi raggiunti con le due edizioni della campagna permettono di evitare ogni anno la stampa e il recapito fisico di circa 800mila bollette. Nello specifico, oltre 3 milioni e 600mila fogli di carta non sono stati così utilizzati e si è evitata l’emissione di 67 tonnellate di CO2 associate a produzione, stampa e recapito della bolletta cartacea. Altro obiettivo degno di nota: gli alberi piantati assorbono complessivamente 300 tonnellate di CO2 ogni anno. Inoltre, mettendo a dimora gli alberi nelle città, si contribuisce a contenere l’effetto isola di calore, tipico dei centri urbani e ad assorbire inquinanti gassosi e polveri sottili. I clienti Hera con bolletta on-line hanno superato quota 16%, collocando così Hera al primo posto tra le utility italiane per riduzione di carta.
 
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gardencenter

Mercoledi 21 settembre, Flormart di Padova e il trade magazine Greenline, organizzeranno il convegno "Il Centro Giardinaggio Cross Canale" dedicato all'evoluzione del sistema distributivo italiano

L’avvento di internet e l’ingresso nella nuova era digitale stanno rivoluzionando il modo di interagire fra domanda e offerta, in particolare nell’anello finale cioè tra i consumatori e i prodotti che intendono acquistare
flormart Oggi il consumatore si informa online, ha gli strumenti per conoscere le esperienze d’acquisto degli altri consumatori, frequenta i punti vendita per avere consulenza e toccare con mano i prodotti più tecnici, per poi concludere l’acquisto privilegiando il prezzo e il servizio che ritiene più opportuno. Uno scenario che spesso allarma, giustamente, i punti vendita, ma che se ben analizzato offre moltissime opportunità di crescita anche per i centri giardinaggio. Basta saperle cogliere nel modo corretto
Nell’incontro verranno affrontate le insidie e le opportunità che i centri giardinaggio stanno vivendo nei primi anni della nuova era digitale: non un convegno sugli scenari, ma un workshop “sul campo” che si propone di offrire risposte concrete e strumenti tangibili a favore dei retailer del verde. Tra i relatori: Paolo Valassi, strategic account development manager di e-Bay, Paolo Montagnini, fondatore di Studio Montagnini e Paolo Milani, direttore editoriale di Greenline. L'incontro si terrà il primo giorno di Flormart, mercoledi 21 settembre, dalle ore 14.00 presso la sala 7B del padiglione 7. L'ingresso è gratuito ma è obbligatoria la registrazione online: per prenotare il tuo posto a sedere registrati qui.
 
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