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Il concorso nazionale, organizzato da Green Cross Italia e promosso in collaborazione con il Miur, chiude la sua XXIV edizione con oltre 30.000 partecipanti, di cui 134 si sono aggiudicati la vittoria per il tema "Tutti pazzi per il clima". Ai vincitori è attribuito un premio di 1.000 euro da impiegare a sostegno di iniziative ambientali nella scuola o nel territorio di appartenenza. Una delegazioni di studenti vincitori sarà accolta e premiata dal Presidente Mattarella.
C’è chi sogna di diventare scienziato per salvare il Pianeta, chi veste i panni del giornalista per documentare gli effetti dei cambiamenti climatici, chi dipinge scenari apocalittici con le capitali del mondo sommerse dall’acqua a causa dell’innalzamento dei mari. E ancora, chi segue ricette per ridurre consumi, rifiuti e impronta ambientale. Queste le storie raccontate dai 134 studenti vincitori. Il tema quest’anno era “Tutti pazzi per il clima”: alluvioni, desertificazione e scioglimento dei ghiacciai sono alcuni degli effetti dei cambiamenti climatici su cui i giovani si sono confrontati per questa edizione dedicata al clima. Nell’anno della Cop21 di Parigi, il concorso per le scuole ha raggiunto uno straordinario record di partecipazioni, con più di 1.200 elaborati presentati dagli istituti di tutt’Italia. Boom di adesioni soprattutto da parte dei teenager: l’impegno di oltre 13.000 studenti delle scuole secondarie di I grado dimostra che la generazione over 12 è la più pronta ad agire in prima persona per la difesa del clima. Regione capofila contro i cambiamenti climatici, per numero di scuole partecipanti, la Sicilia, seguita da Lazio, Marche e Campania, quest’ultima vincitrice di una menzione d’onore con l’Istituto comprensivo “Giuseppe Moscati” di Benevento, scuola travolta dall’alluvione del 15 ottobre 2015 e tuttora inagibile: studenti e insegnanti non si sono dati per vinti e, ospitati in un altro edificio, hanno proseguito le attività didattiche e documentato gli effetti dei cambiamenti climatici con un cortometraggio ispirato ai tragici eventi verificatisi nella loro città. In totale sono 15 le scuole a cui la commissione di esperti, composta da giornalisti e specialisti di comunicazione ed educazione ambientale, ha conferito primi premi e menzioni d’onore. Un altro riconoscimento speciale è stato assegnato a “Il Giaggiolo” di Firenze, centro socio educativo per persone disabili, che ha realizzato un’edizione speciale di un telegiornale rappresentando con ironia le conseguenze del riscaldamento globale. Ai vincitori è attribuito un premio di 1.000 euro da impiegare a sostegno di iniziative ambientali all’interno della scuola o nel territorio di appartenenza. Inoltre, una delegazione di studenti avrà la possibilità di essere ricevuta e premiata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della cerimonia di premiazione che, tradizionalmente da oltre 20 anni, si svolge al Palazzo del Quirinale.
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Un video-denuncia con Fortunato Cerlino, il boss della serie tv Gomorra, spiega cosa si nasconde dietro un semplice sacchetto della spesa, uno di quelli che in Italia per legge deve essere biodegradabile. Scopriamo così che dietro una busta può nascondersi la criminalità organizzata, che in Italia controlla gran parte del mercato dei sacchetti di plastica bio: 40mila tonnellate di plastica illegale per un valore di 160milioni di euro.
Per denunciare questo racket Legambiente ha lanciato la campagna #UnSaccoGiusto, con testimonial d’eccezione Fortunato Cerlino - alias Pietro Savastano, il superboss della serie Tv Gomorra - che ha prestato la sua immagine per un corto di denuncia su questo nuovo business della criminalità organizzata. Si considera che circa la metà dei sacchetti in circolazione siano illegali, un volume pari a circa 40 mila tonnellate di plastica, una perdita per la filiera legale dei veri shopper bio pari a 160 milioni di euro, 30 solo per evasione fiscale. Una filiera nera che danneggia chi produce correttamente bioplastiche compostabili e disincentiva gli investimenti nel settore. Il tutto senza considerare i gravi danni all’ambiente e al mare, oltre all’aggravio dei costi di smaltimento dei rifiuti quantificato in 50 milioni di euro. La campagna chiama all’azione anche i singoli cittadini che sul sito di Legambiente potranno segnalare le illegalità e gli esercizi dove vengono usati shopper taroccati. Il corto è anche dedicato alla storia della CoopVentuno, una piccola start up che produce prodotti compostabili e che promuove la legalità in questo settore proprio a Castel Volturno. Una bella realtà di riscatto nata dall’idea di Gennaro Del Prete e Massimo Noviello, due uomini accomunati dalla morte dei rispettivi padri uccisi dalla camorra perché volevano un’Italia libera dalle illegalità e perché avevano cercato di fermare il racket delle buste di plastica.
Per riconoscere un sacchetto conforme alla legge e segnalare quelli illegali: http://www.legambiente.it/unsaccogiusto/#
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Dal 21 al 24 novembre 2016 a Jeddah si terrà la quarta edizione della fiera internazionale con prodotti alimentari e bevande provenienti da oltre 35 paesi. Internazionalità, professionismo, qualità e marketing ne fanno oggi la manifestazione di riferimento del settore agroalimentare in Arabia Saudita, con un particolare interesse per l'Italia: nel 2015 il valore dell'export italiano ha raggiunto ben 278 milioni di euro (+40%).
Nella precedente edizione Foodex Saudi ha visto la presenza di 209 aziende in rappresentanza di oltre 500 marchi, provenienti da 32 paesi, con 5.000 visitatori. Per il settore agroalimentare infatti l'Arabia Saudita si configura come un mercato di particolare interesse, dato che dipende per il 90% da importazioni e possiede una popolazione di circa 30 milioni di abitanti. Basti pensare che nel 2014 il Paese ha importato prodotti alimentari e bevande dall'estero per un valore che rappresenta circa il 14% del totale dell'import saudita, con un aumento del 11,2% rispetto al 2013. Per il prossimo quinquennio è previsto un incremento medio annuo almeno del 5% dell'import. Nel 2015 il valore dell'export italiano di settore ha raggiunto ben 278 milioni di euro (+40%), risultando così in forte crescita: +36% per l'agroalimentare, +48% per i prodotti agricoli (ortofrutta), +107% per le bevande (fonte ICE, Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane). Proprio perché il mercato dell'Arabia Saudita si è dimostrato ricettivo in modo particolare al food italiano e sensibile alle azioni promozionali svolte sul territorio del Regno, l'Agenzia ICE ha organizzato per le aziende italiane una partecipazione collettiva alla fiera Foodex Saudi Arabia. Lo spazio previsto sarà di 81mq per tutti gli interessati con sette-nove stand di aziende italiane.
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L'artista toscana dimostra ancora una volta che la grande capacità di lavoro, accompagnata da perseveranza, dà vita a ottimi risultati: dalla sua presenza nello spazio “Arte verde” al Flormart di Padova 2015 all'intervista andata in onda sul TG1 lo scorso martedì, Emy Petrini si afferma sempre di più come floral designer di successo.
Diplomata in Interior Design all'Istituto per l'Arte e il Restauro a Firenze e successivamente formatasi in Floristry presso il Welsh College of Horticulture a Northop, Emy Petrini opera oggi al confine fra arte floreale, land art e moda. Come si legge nella sua presentazione, Emy ama «lavorare in armonia con la Natura, con le Stagioni. È come se la Natura conducesse le mie mani. Nel mio lavoro uso l'elemento naturale in accordo con il suo habitat, la sua crescita e l'ambiente.» Esattamente una settimana fa Emy era presente in un servizio sul TG1 delle 20.00 e un anno fa esponeva a Flormart le sue due sculture/installazioni vegetali “Il grande nido” e “Vulcano”. Alla fiera padovana, Emy è stata presente anche con una serie di fotografie che documentavano il suo lavoro ed erano state scattate da Beatrice Speranza, che collabora artisticamente da molti anni con lei. Scegliere con sapienza giovani artisti di successo come Emy Petrini porta un notevole valore aggiunto a manifestazioni come Flormart, la cui qualità passa anche dall'attenzione volta al connubio fra land art e arte vegetale.
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Per Scanavino, coordinatore nazionale di Agrinsieme, «non basta un semplice “lifting” dell’attuale quadro normativo, ma è necessario “riaprire” i regolamenti di base». Occorre inoltre favorire tutte le forme di aggregazione degli agricoltori, anche «le più leggere».
«Gli strumenti finanziari promossi dalla Ue nell’ambito della nuova programmazione dello Sviluppo rurale possono essere un’opportunità di sostegno per le imprese agricole, ma necessitano di un’attuazione urgente e, soprattutto, devono essere affiancati da un rilancio più generalizzato delle politiche orientate ad agevolare l’accesso al credito». Lo ha affermato il coordinatore nazionale di Agrinsieme, Dino Scanavino, che oggi è intervenuto al seminario sugli “Strumenti finanziari FEASR per l’agricoltura e lo sviluppo rurale 2014-2020” organizzato a Roma da FiCompass EAFRD e BEI-Banca Europea degli Investimenti. «Finora le possibilità di finanziamento introdotte nella nuova programmazione sono rimaste sulla carta - ha detto Scanavino-. Colpa dei ritardi accumulati nella riforma della Pac e, nello specifico, nei Psr, che soltanto in questi mesi hanno preso il via. Per questo ora serve un’accelerazione. Accanto a un progetto organico d’interventi che possa mettere gli imprenditori agricoli nella condizione di sfruttare realmente le nuove opportunità finanziarie». In questo senso, per il responsabile del coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari, ciò impone prima di tutto il superamento dei vincoli strutturali e organizzativi che caratterizzano la struttura produttiva agricola e che ne ostacolano l’accesso al credito. Si deve far fronte, quindi, alla necessità di favorire tutte le forme di aggregazione ivi comprese quelle più “leggere” e funzionali. «D’altra parte - ha ricordato Scanavino - nelle zone svantaggiate e rurali del Paese gli agricoltori non hanno spesso quella forza e quella dinamicità per sfruttare le potenzialità delle misure del secondo pilastro della Pac. Paradossalmente, in questi territori, la sopravvivenza delle imprese è funzionale all’utilizzo delle risorse del primo pilastro. Il pagamento unico; gli interventi per i piccoli agricoltori; il sostegno accoppiato: sono spesso gli unici strumenti che assicurano il mantenimento e lo sviluppo delle attività produttive». È necessario rilanciare, dunque, il ruolo e le finalità della politica di sviluppo rurale, in un’ottica di modernità e semplificazione, al fine di valorizzare la funzione di “gestione della terra” svolta dagli agricoltori. Una priorità che diventa fondamentale nelle aree geografiche più marginali, dove il Psr può e deve rappresentare l’argine rispetto ai fenomeni di spopolamento e assicurare il mantenimento di un’agricoltura capace di offrire sostegno economico e servizi ambientali. Altrettanto fondamentale è la necessità di affiancare agli interventi di rilancio delle politiche di accesso al credito la definizione di strumenti moderni ed efficaci per gestire la tensione dei mercati agricoli. Insomma, «serve uno sforzo aggiuntivo per introdurre gli adeguati aggiustamenti al sistema e, in quest’ottica, la revisione di medio termine della riforma della Pac rappresenta la chance da cogliere senza indugi». «Non basta un semplice “lifting” dell’attuale quadro normativo - ha concluso Scanavino - ma è necessario “riaprire” i regolamenti di base. È questa la strada da seguire se si vogliono mettere le imprese nella condizione di accedere più agevolmente agli strumenti finanziari e, più in generale, per assicurare agli agricoltori, italiani ed europei, un futuro più stabile e certo».
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