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Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che entro la fine del mese di febbraio si procederà ad effettuare i primi pagamenti dei contributi sulle assicurazioni agricole agevolate nell’ambito del Programma di sviluppo rurale nazionale 2014-2020 (PSRN). L'importo cedibile ammonta a 32,6 milioni di euro.

Le domande di pagamento già presentate ad Agea ad oggi ammontano a quasi 25.000 per un importo concedibile di circa 32,6 milioni di euro.
La campagna assicurativa 2015 ha portato alla sottoscrizione di oltre 153mila polizze agricole agevolate. A fronte delle polizze sottoscritte, sono stati presentati dalle aziende beneficiarie circa 120.000 Piani assicurativi individuali (PAI).
Per quanto riguarda la campagna assicurativa 2016, il relativo bando sarà pubblicato entro fine febbraio, mentre per i primi giorni di marzo 2017 è previsto il rilascio dei Piani assicurativi individuali (PAI) propedeutici alla stipula delle polizze 2017.
Superata questa fase di avvio del nuovo sistema, verranno sviluppate ulteriori semplificazioni finalizzate a snellire gli adempimenti burocratici a carico degli agricoltori e delle amministrazioni. L’obiettivo è quello di consentire alle aziende agricole di utilizzare tutte le opportunità introdotte con la riforma della politica agricola comune varata nel 2015 garantendo l’accesso agli strumenti di gestione del rischio da parte delle aziende agricole per utilizzare.
«L’obiettivo – ha dichiarato il Sottosegretario Castiglione - è quello di ampliare significativamente il numero delle aziende agricole assicurate, superando le asimmetrie territoriali tutt’oggi esistenti, ma anche favorire la diffusione dei nuovi strumenti in fase di implementazione, ad iniziare dalle polizze innovative e dai fondi di mutualità per la stabilizzazione dei redditi
 
Redazione

biometano

Si è tenuta ieri a Bologna la conferenza nazionale organizzata da Legambiente che ha evidenziato l'enorme potenziale, in termini energetici ed economicidi biogas e biometano. Il direttore generale Ciafani chiede il completamento del quadro normativo che vieta l'immissione del biometano in rete.

Il biometano, prodotto nel rispetto della biodiversità e dell’uso dei suoli agricoli, può rivestire un ruolo fondamentale nella strategia energetica del nostro Paese e sul fronte della lotta al mutamento climatico. È una grande opportunità per rendere più sostenibile il consumo di energia domestica e industriale ma anche la mobilità, per ridurre l’inquinamento atmosferico e migliorare la gestione dei rifiuti.
Per approfondire le nuove prospettive del biometano Legambiente ha organizzato ieri, lunedì 6 febbraio, una giornata di lavori a Bologna, realizzata con il patrocinio della Regione Emilia Romagna. Legambiente è infatti tra i sostenitori e sottoscrittori della Piattaforma Biometano, promossa dal Consorzio Italiano Biogas per sottolineare non solo l’importanza energetica di questa risorsa, ma anche il suo importante contributo in diversi settori apparentemente lontani tra loro, con benefici ambientali e socio economici. Stando alle stime del CIB, per esempio, lo sblocco del biometano porterebbe alla nascita di 12 mila nuovi posti di lavoro solo nel settore del trattamento rifiuti, gestione discariche e il ciclo degli impianti agro industriali.
Oggi gli impianti a biometano nel nostro Paese sono soltanto 7, di cui 6 a scopo dimostrativo. Eppure il potenziale producibile al 2030 potrebbe raggiungere gli 8,5 miliardi di metri cubi (di cui 0,5 da rifiuti - escluso il potenziale da discarica difficile da stimare - e il resto da agricoltura).
«Lo sviluppo del biometano - ha commentato Agostino Re Rebaudengo, presidente di assoRinnovabili - avrà forti sinergie con due asset fondamentali del nostro Paese in tema di politiche energetiche: la rete nazionale del gas naturale, una delle più capillari ed estese d’Europa, in cui potrebbe essere immesso; e il parco auto a metano, di gran lunga il più importante d’Europa, che, grazie al biometano, potrebbe svilupparsi ulteriormente.» 
«La possibilità di sfruttare le infrastrutture esistenti per la distribuzione del biometano, come la rete gas che attraversa il nostro Paese - ha proseguito il direttore generale di Legambiente Stefano Ciafani - è un aspetto particolarmente interessante di questo biocombustibile in quanto la possibilità di utilizzarlo facilmente e subito nella copertura dei fabbisogni domestici. È necessario, però, completare definitivamente il quadro normativo che ancora oggi vieta l’immissione del biometano in rete, pratica utilizzata invece da molti anni in diversi paesi europei. Anche l’autotrazione ne beneficerebbe, perché il biometano potrebbe essere utilizzato nei camion per trasporto merci di lunga percorrenza, in sostituzione del gasolio, ben più inquinante».
 
Redazione

cibobio

Il commento di Cia ai dati Istat: «Freddo e gelo hanno “gonfiato” i prezzi al supermercato, vegetali +20% a gennaio». Confermati dunque gli effetti del maltempo sui listini al consumo, con il carrello della spesa spinto in alto soprattutto dagli alimentari freschi

Anche l’Istat certifica gli effetti al supermercato del “mix” drammatico di maltempo e terremoto, che a gennaio si è abbattuto sull’Italia provocando danni per 700 milioni di euro circa all’agricoltura tra coltivazioni distrutte, strutture aziendali crollate e soprattutto mancata commercializzazione.
L’inflazione ha rialzato la testa spinta in alto proprio dai prezzi degli alimentari freschi, in primis degli ortaggi, che sono cresciuti del 14,3% rispetto a dicembre e addirittura del 20,1% su gennaio 2016. Così l’Ufficio Studi della Cia-Agricoltori Italiani sui dati diffusi dall’Istituto nazionale di statistica.
«La gelata drammatica di inizio anno, dunque, ha penalizzato non soltanto gli agricoltori ma anche i consumatori. Freddo e neve hanno messo in ginocchio migliaia di imprese agricole soprattutto al Sud, dove si produce appunto il 61% degli ortaggi italiani e il 97% degli agrumi nazionali -spiega la Cia-. Produzioni intere falcidiate dalle gelate o bloccate nei magazzini aziendali per le cattive condizioni stradali, che hanno rallentato fortemente la circolazione dei tir e quindi le consegne di prodotti freschi lungo la filiera. Con conseguenze immediate sul rialzo dei prezzi al consumo.»
«Quanto all’ingresso nel nuovo paniere Istat dei prodotti “Veg” -aggiunge la Cia- si tratta di una scelta obbligata, visto che il numero di vegetariani e vegani in Italia è in sensibile crescita (sono arrivati a oltre 4 milioni). Molto bene l’entrata nel paniere della “birra artigianale”, molto spessa prodotta dalle stesse aziende agricole. Oggi nel nostro Paese si contano quasi 1.000 microbirrifici artigianali, di cui il 20% circa “bio”, che valgono il 3% del mercato nazionale, producendo in media 500 ettolitri l’anno e fatturando oltre 200 mila euro.»
 
Redazione

giurlani

Il messaggio è rivolto in primis a Viareggio, l’altro territorio comunale ad alta vocazione florovivaistica del Distretto floricolo interprovinciale Lucca Pistoia, negli ultimi tempi latitante su questo fronte. Ma l’appello riguarda tutti i Comuni dell’attuale area distrettuale

«Vista la scelta regionale di credere nel Mefit (Mercato dei fiori della Toscanacittà di Pescia) e la volontà manifestatasi di rilanciare il florovivaismo, mi appello a tutti i Comuni che si trovano nell’area attuale del Distretto floricolo Lucca Pistoia. Abbiamo la fortuna di un distretto interprovinciale che copre molti comuni abbracciando tutte le aree produttive del florovivaismo, sfruttiamolo partecipando tutti attivamente alla sua riforma, divenuta necessaria con la nuova legge regionale sui distretti vicina all’approvazione definitiva, e al suo rilancio!».
Lo dichiara il sindaco di Pescia Oreste Giurlani in seguito alla riunione del comitato del Distretto floricolo interprovinciale Lucca Pistoiatenutasi il 2 febbraio a Pescia alla presenza dell’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi. Un incontro dal quale è emersa la volontà anche da parte della Regione Toscana di verificare seriamente le possibilità di rilanciare il distretto. Il tutto tenendo conto del mutato contesto normativo definito dalla nuova disciplina regionale in materia di distretti che è in dirittura d’arrivo
«Secondo il Comune di Pesciaafferma Oreste Giurlani - è importante che il Distretto, nato oltre dieci anni fa, rimanga in essere, perché è una risorsa per le aziende del settore presenti nel territorio. Pertanto chiedo agli attuali soggetti promotori che lo compongono di lavorare per mantenerlo e anzi rafforzarlo».
«E’ necessario – continua Giurlani - coinvolgere gli altri Comuni, a cominciare da Viareggio, che è l’altra area produttiva floricola importante del distretto, e mettersi intorno a un tavolino a fare un progetto di rilancio restando uniti. Dobbiamo adeguare il Distretto alla nuova legge regionale, che è già stata scritta ma deve essere approvata definitivamente dal Consiglio regionale fra due o tre mesi, e stilare il progetto o piano di sviluppo distrettuale in essa previsto». 
«La nuova legge regionalespiega il sindaco di Pescia - indica infatti, da un lato, procedure più snelle di formazione e funzionamento e al posto del comitato di distretto un’assemblea (a cui possono partecipare tutti i soggetti coinvolti a qualunque titolo nel settore produttivo o territorio alla base di esso) e almeno un soggetto referente; dall’altro lato che ogni distretto elabori un piano di sviluppo pluriennale (da 3 a 5 anni) che, se poi non viene attuato, si può determinare lo scioglimento del distretto».
«Dunque – conclude Giurlani - bisogna che tutti i Comuni attualmente compresi nel distretto, Viareggio in testa, ci credano e uniscano le forze per rifondare e rilanciare il distretto floricolo».
 
Redazione

agronetwork

La nuova associazione, costituita da Confagricoltura, Nomisma e Luiss, opererà per la valorizzazione del sistema agroalimentare in una logica di integrazione tra produzione, trasformazione industriale, ricerca e nuovi modelli di business. Potranno farne parte le imprese della produzione agro-alimentare e altri enti.

Il profondo cambiamento avviato dagli organi direttivi della Confagricoltura ha avuto, tra i risultati, anche l’apertura al mondo della trasformazione, ovvero al sistema agroindustriale. Molte aziende associate, infatti, sono ampiamente inserite nel sistema agroindustriale e molte altre ci si stanno avvicinando perché produrre solamente oggi non basta più, per stare sul mercato e guardare all’export, e perché i rapporti di filiera si fanno sempre più stretti.
Questa apertura si è concretizzata con una modifica statutaria approvata dall’assemblea del 21 giugno scorso, che ha introdotto tra le Federazioni nazionali di categoria, che inquadrano in sede sindacale le categorie imprenditoriali rappresentate, la Federazione nazionale dell’alimentare, dell’agroalimentare e dell’agroindustriale, che si aggiunge a quelle dei proprietari conduttori in economia e delle forme associative, degli affittuari conduttori in economia e dell’impresa agricola familiare.
Dalla modifica statutaria alla nascita dell’associazione per l’agroindustria “Agronetwork”, recentemente costituita a Roma presso la sede di Confagricoltura, che è uno dei soci fondatori insieme Nomisma e Luiss, con l’obiettivo di promuovere ed agevolare lo sviluppo della competitività delle imprese agroalimentari e più in generale del patrimonio agroalimentare, come dato identitario del Paese, attraverso il consolidamento dei rapporti con le imprese di trasformazione industriale e di distribuzione, facendo network con realtà di primo piano dei mondi delle imprese, della ricerca e della formazione.
L’assemblea generale ha eletto all’unanimità alla presidenza Luisa Todini, alla vicepresidenza Guido Folonari, Matteo Caroli e Denis Pantini, alla segreteria  generale  Daniele Rossi.
«Agronetwork – ha detto il presidente di Confagricolturanasce dalla consapevolezza della strategicità del settore agroalimentare per la ripresa economica del nostro Paese, con 200 miliardi di euro di fatturato, 35 miliardi di export e quasi 8 miliardi spesi in innovazione; ma dalla altrettanta consapevolezza della necessità di operare in una logica di filiera al servizio delle imprese».
«In questo senso c’è ancora molto da fare – ha confermato la presidente Luisa Todini –.  Tutti conosciamo le sfide e le insidie della concorrenza sempre più globalizzata e il potenziale inespresso che caratterizza il nostro Paese, su cui incide, non ultimo, l’agire in ordine sparso, senza l’approccio sistemico che caratterizza invece altri Paesi a noi vicini. Per questo Confagricoltura, LUISS e Nomisma hanno deciso di dare vita ad un ‘think tank’ strategico ad una maggiore integrazione della filiera
Potranno far parte di questa associazione le Imprese della produzione agro alimentare, iscritte e non iscritte a Confagricoltura, e/o appartenenti anche ad altri sistemi associativi, le imprese fornitrici e clienti del sistema agroalimentare del Paese, gli enti di ricerca, della certificazione, del credito ed dell’assicurazione, della formazione e del trasferimento tecnologico, sia pubblici sia privati, attivi nel sistema agroalimentare, le associazioni di categoria e di prodotto e altre organizzazioni ed aggregazioni interessate al sistema agroalimentare del Paese.
Tra gli obiettivi prioritari di Agronetwork, la valorizzazione del made in Italy agroalimentare in tutte le sue declinazioni, dal marketing all’internazionalizzazione, promovendo la creazione di reti d’impresa. E, infine, il grande tema della sostenibilità e dell’economia circolare attraverso iniziative e progetti in ambito ambientale, energetico, del turismo, e più in generale della tutela e valorizzazione dell’eredità culturale enogastronomica e del paesaggio italiano.
 
Redazione