Secondo Cia-Agricoltori italiani le rivelazioni Istat evidenziano tutte le difficoltà delle aziende, alle prese con problemi noti e irrisolti. Il 2016 è l'anno "nero" per il settore che ha perso in un anno lo 0,7% del suo valore aggiunto, facendo registrare, dopo finanza e assicurazioni, la peggiore performance tra le attività economiche nazionali.
Il dato certifica la fase di difficoltà che sta vivendo il settore: questo è quanto rileva la Cia-Agricoltori Italiani analizzando i dati sul Prodotto interno lordo resi noti dall’Istat.
«Si è chiuso -spiega la Cia- un anno particolarmente difficile per le imprese agricole, così come emerge chiaramente dalla lettura di alcuni tra i principali indicatori economici, che certificano l’anno “nero” per il primario.»
«In primo luogo -prosegue la Cia- la dinamica delle quotazioni dei prezzi all’origine che, rispetto al 2015, hanno ceduto di oltre 5 punti percentuali, con flessioni particolarmente marcate nelle produzioni cerealicole (-12%) e negli olii vegetali (-18%). Accanto a ciò, il peggioramento della sostenibilità economica aziendale, è stato evidenziato dall’Eurostat e, in particolare, dall’indicatore che esprime il reddito reale per unità di lavoro.»
«Secondo l’Istituto statistico europeo -riferisce l’organizzazione degli agricoltori- l’Italia, nel 2016, ha registrato una flessione dell’8 per cento, mentre, nell’Unione Europea, la contrazione media si è attestata sul 2 per cento.
Il Bel Paese ha occupato la ventiduesima posizione nella classifica UE, davanti soltanto a sei Stati membri e neanche il calo dei costi produttivi del 2,1 per cento rilevato dall’Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) è stato sufficiente a risollevare la redditività degli agricoltori.
E proprio su questi temi, la Cia-Agricoltori italiani concentrerà i lavori dell’VIII Conferenza economica, in programma a fine mese a Bologna, dove verranno avanzate le proposte da sottoporre a Governo e Istituzioni per imprimere una svolta decisiva al settore.»
A Myplant & Garden Roberto Magni, vicepresidente dell’Associazione di tutela del marchio VivaiFiori, ha annunciato i controlli per i certificati di processo aziendale destinati a organizzazioni e/o imprese del florovivaismo italiano. Per ora tra gli 8 soci nessuna singola azienda ed è stato accreditato un solo ente terzo: Certiquality. Si lavora al riconoscimento reciproco con certificazioni internazionali come GlobalGap.
L’Associazione nazionale Piante e Fiori d’Italia, l’Associazione nazionale vivaisti esportatori (Anve), il consorzio FloraSì, l’Associazione Milazzo Flora, il Consorzio “Fiori Tipici del Lago Maggiore”, il Distretto florovivaistico Alto Lombardo, la Cooperativa Floricoltori “Riviera dei Fiori” e l’associazione Florveneto.
Sono questi al momento gli otto soci, fra cui tre organizzazioni florovivaistiche di livello nazionale e nessuna singola azienda, dell’Associazione nazionale di tutela del marchio VivaiFiori su cui la settimana scorsa, durante la conferenza stampa di Anve a Myplant & Garden, è stato fatto il punto della situazione. A parlarne è intervenuto uno dei due vicepresidenti, Roberto Magni (l’altro è il presidente di Anve Marco Cappellini), che ha annunciato il completamento delle fasi di sperimentazione e di definizione legale del marchio, e l’inizio della fase operativa con l’avvio degli audit (controlli) da parte di Certiquality di Milano (e di altri enti terzi di certificazione che saranno eventualmente accreditati) e il conseguente rilascio dei primi certificati di processo aziendale a marchio VivaiFiori.
«VivaiFiori – ha detto Roberto Magni, che è anche presidente del Distretto florovivaistico alto lombardo – è un marchio privato registrato, volontario e di processo. Ovvero non intende certificare l’origine italiana di prodotti florovivaistici ma i processi di produzione delle aziende florovivaistiche. VivaiFiori certifica l’adozione volontaria di un sistema di verifica aziendale il cui fine è garantire il miglioramento dell’attività produttiva e l’ottimizzazione delle risorse verso la sostenibilità». Questo certificato di processo, ha aggiunto Magni, è rivolto solo alle aziende di produzione del florovivaismo italiano, ma comprende tutti i comparti produttivi: tutti i tipi di piante (floricoltura in vaso, fiori recisi e fronde, piante ornamentali da esterno) e tutti tipi di coltivazione (dalle colture protette a quelle all’aperto).
«Per poter accedere alla certificazione VivaiFiori - ha spiegato Magni a Floraviva –, essere socio dell’Associazione nazionale di tutela del marchio VivaiFiori è un requisito essenziale». Questa condizione può essere soddisfatta dalle aziende in due modi: diventando socie direttamente oppure in quanto membri di associazioni o cooperative che sono o diventano socie dell’Associazione di tutela VivaiFiori, che detiene ormai sia la gestione che la proprietà del marchio. Ovviamente la via maestra per ottenere il marchio da parte delle aziende più piccole è attraverso organizzazioni florovivaistiche che le rappresentino, perché l’adesione e gli audit hanno dei costi, che nel caso delle organizzazioni vengono spalmati su più imprese (basti pensare che ogni anno gli audit vengono eseguiti solo su un campione di imprese pari alla radice quadrata del numero di aziende di ogni organizzazione, per cui se si tratta di 50 aziende il controllo verrà effettuato su 7).
Roberto Magni ha fatto sapere che è stata intrapresa l’attività di benchmarking per il riconoscimento del marchio VivaiFiori nell’ambito di sistemi di certificazione di processo internazionale quali GlobalGap (sulla Good agricultural practice o Buone pratiche agricole). Il benchmarking, ha spiegato, «non è altro che un’attività di verifica sulla sovrapposizione del marchio VivaiFiori, che ovviamente segue un disciplinare, per cui deve rispettare dei limiti al di sotto dei quali non si può andare», con le procedure di certificazione e i disciplinari legati ad altri marchi internazionali. «Questa attività di verifica – ha detto Magni - è stata posta in essere con GlobalGap e sta per essere iniziata con MPS. Con Global Gap si è già visto che esiste la sovrapponibilità e quindi si cercherà, costruendo un accordo specifico, di rendere compatibili anche nelle parti più specifiche i due marchi, in modo che ci possa essere effettivamente la riconoscibilità reciproca». Un simile accordo darebbe molta più visibilità all’estero alle aziende florovivaistiche dotate di marchio VivaiFiori.
A Myplant & Garden i datidiEuromonitorsulmercatoeuropeo del giardinaggio, pari a vendite per 31 miliardidi euro. Previsto un ulteriore -1% daora al 2021. In Italia l’11% del totale e unaspesa pro capite per ilverdedi 45 euro, controuna media europeadi 63. Presentate le tendenzedeimodellidiconsumonei garden e in tutti i rivenditorispecializzati, chevalgonopiùdell’80% del totale. Il caso in controtendenzadellaSvezia (+4% nel 2016).
Consumatorimediamentepiùvecchi, ma chespendono per ilpropriobenessere, e cheabitanopiùfrequentemente in centriurbani e in abitazionipiccole. Rivenditorisemprepiùcaratterizzatidalletecnologie e dallacompenetrazionetral'online e l'offline, con conseguentilivellipiùaltidiservizio. Parole chiave, oltre a tecnologia e benessere, la sostenibilitàambientale, la condivisionedeiprodotti e delleesperienze, con ad esempio la diffusionedispazidiristorazione e momentidiformazionenei garden center.
Questo, in sintesi, lo scenario futuro del gardening tratteggiatonellaconclusionedell'interventodi Sara Rovai, analistadiEuromonitor International, intervenutail 24 febbraio al saloneinternazionale del verdedi Milano Myplant & Garden per presentaregliultimidatidellevenditedeiprodottidigiardinaggio e le tendenzeneimodellidiconsumo in questoambitochesistannoaffermando in Europa, con un focus sulcasodellaSvezia, in controtendenzariguardoall’andamentodellevendite.
Il valoretotaledellevenditedell'intera gamma deiprodotti del settore del verde, dallepiante e fiorisinoagliaccessori per ilgiardinaggio, in Europanel 2016 èstatodi circa 31 miliardi, pari a un calodell'1% rispettoall'annoprecedente, soprattutto a causadeisegnimenodiPaesiqualil'Italia, la Spagna e la Francia. Ma neiprossimi 5 anni, prevedeEuromonitor, ilcalosaràmoltopiù lento: -1% daora al 2021. In Sveziainvecenel 2016 sièregistrato un +4% sull'annoprecedente e siprevedechenelprossimoquinquennio le venditecontinueranno a crescere, anche se assaipiùgradualmente: +1% in cinqueanni.
All'interno del mercatoeuropeo, èstatospiegatoda Sara Rovai, l'Italia ha una quota dell’11% del totale, mentre la Germania, con il 23%, ha la fettapiùgrossadellevenditediprodottidi gardening in Europa. La Sveziasièattestatainvece al 3%. Riguardoallaspesa pro capite in prodottidigiardinaggio, la media europeaèdi 63 euro all'anno, chesalgono a 83 euro in Svezia e 87 in Germania, mentrel’Italiaèferma a 45 euro. La percentualemaggioredivenditerientranellacategoria “Horticulture”, comprensivaditutte le tipologiediprodottivegetali. Infine, dalpuntodi vista deicanalidivendita, circa l'80% avvieneattraverso i rivenditorispecializzati, a cominciaredai garden center, perché i consumatori non vogliono rinunciare alleinformazioni e all’assistenzasuiprodottiche non possonotrovarenellagrandedistribuzioneorganizzatageneralista.
Il 21 febbraioil polo vivaisticodiPiancastagnaioèstatoacquistatoall’astafallimentare, con base 3,5 milioni, daunacordatadiimprenditoritoscani e pugliesiunitinellasocietàAmiataFlor. Il direttoregeneralediTesi Group Cappellini: «gliazionistidiAmiataFlorhanno le competenzenecessarie, ma ilcompito non è facile, nonostante le potenzialitàdei 27 ettaridiserreriscaldate a geotermia».
Allaterzaastafallimentare, dopochenelluglioscorso era andatodesertoilsecondotentativo con base d’asta a 11,6 milioni, la societàagricolaFloramiata, dichiaratafallitanel 2015, ha trovatofinalmentel’acquirente. Si trattadiunasocietàformatadaimprenditoritoscani e pugliesi del settoreflorovivaistico e dialtricomparti, denominataAmiataFlor, chel’haacquistataall’asta del Tribunaledi Siena del 21 febbraio per 3,5 milionidi euro. La vendita, come riportatodaToscana 24, aveva per oggettol’interocomplessoaziendale e ilmarchioFloramiata, con 500 mila euro destinatiall’acquistodellepianterimaste. GliazionistiprincipalidiAmiataFlor, unicaofferenteall’asta, sonol’aziendaflorovivaisticadiPistoia Giorgio Tesi Group, la Barile Flower Service diTerlizzi (Bari) e la HomlegdiPoggibonsidi Alberto Dainelli. Quest'ultimoèilpresidentediAmiataFlor, che ha per amministratoredelegato Marco Cappellini, direttoregeneraledi Giorgio Tesi Group. Nellavenditasonoinclusi i rapportidilavorodeidipendentiattualmente in forza, con l’obbligo a garantirel’occupazionedialmeno 75 diessi. La notiziaèstataaccolta con favoredallaCgildi Siena. Come ha dichiarato Marco Cappellini, «il pool ècostituitodasoggettichehannol’expertisenecessaria. Infatti con noisonocoinvolti la Barile Flowers di Nino Barile, unagrandesocietàpugliesedicommercializzazionenelsettore del florovivaismo, e poi un investitore come Alberto Dainelli, moltoconosciutonelsenese, che ha investimentinelcampodell’edilizia. A lorosiaggiungono due azionistiminoritari, ma altrettantoimportanti, deisettoridell’efficienzaenergetica e dellaproduzionedipianteornamentalidainterno». «Floramiataèun’aziendamoltoconosciutanelsettore del florovivaismo e in particolaredellepiantedainterno – ha aggiuntoCappellini – solo che ha avutovicendemoltoparticolari. Noiabbiamostudiato le strutture e gliinterventida fare e cisonodellepotenzialitàdalpuntodi vista dellesuperficidisponibili: 125 ettaridicui 27 diserreriscaldatedallageotermia». «Si èfatto un piano industriale per farlatornare ad essereun’aziendadipunta – ha conclusoCappellini -, ma bisognapartirecoipiedidipiomboperché la situazioneècomunquemoltocomplessa e difficile, anche se altrettantostimolante, e dobbiamocomunquerisolvere la partita deidipendentimedianteaccordisindacali».
Riflettoripuntatisuiprodottiinnovativi e diqualitàlungotutto la filieraflorovivaistica e del verde al terminedella prima giornatadiMyplant & Garden 2017, ilsaloneinternazionale del verde in corso a Fiera Milano dal 22 al 24 febbraio.
Ieri sera sonostatiassegnatidaunagiuriapresiedutadaRenatoFerretti i premidella“VetrinadelleEccellenze”. La giuria era compostaanchedaSilvanoFrigo, Alberto Locatelli, Paolo Milani, Ester Nunziata, ValterPironi, Francesco Tozzi e GaetanoZoccali.
Nellacategoria A, “Nuovevarietàdipianteornamentali”, ha vinto la Sanseveriacylindrica‘Budda Hand’delladittaPaganoPiante per «le fogliespesse e resistenti, per la forma compatta e per la curvaturadellefoglieche la rendonoancorapiùinteressantedalpuntodi vista ornamentale», come sileggenelcomunicatodellagiuria.
Al primopostonellacategoria B, “Nuovevarietàdifiorirecisi”, sièclassificatoilfioreLysianthusEustoma ‘Arena’delladittaGambinFloricoltura, «per ilcolorerossointenso e la dimensionedeifiori».
A vincere la categoria C, “Nuoviassortimenti e preparazionicommercialidipianteornamentali e difiorirecisicheabbiano un particolaresignificatoecologico, ambientale e/o equosolidale”, sono state le orchideesenzapesticididellaStolck Flora, una «varietàdiorchidee certificate diagricolturaecocompatibile».
Nellacategoria D, “Innovativimezzidiproduzione”, ha prevalsoOdrip-reservedellaAjs: «irrigatore a goccia mono piante con riservad’acqua, utilizzabileanche a livelloamatoriale, chefunzionaanche con bassepressioni».
La prima posizionenellacategoria E, “Innovative macchine, attrezzature e impianti per la produzioneflorovivaistica”, èstatadiOmnigreendella It Selling Solutions, «caratterizzatodallaintegrazionedipiùsistemidicontrollodaremoto per la gestionedipiùimpiantid’irrigazione e dotatodi un sistemadiallerta in casodimalfunzionamento, rottureecc.».
Infineilprimopostonellacategoria F, “Nuovimaterialiedili e/o arredi per la realizzazione del giardino e del paesaggio”, se l’èaggiudicatoilgeofiltroIpm Italia, un «sistemadipavimentazionepermeabile e filtrante, ecocompatibilechemantiene le caratteristicheambientalisenzanecessitàdivaschediaccumulo».