Notizie

Come da tradizione, la ricorrenza di San Valentino al Mercato dei Fiori della Toscana si è confermata una delle più importanti occasioni per l’acquisto di fiori recisi. Nei quindici giorni che hanno preceduto la festività di San Valentino il giro di affari complessivo è risultato essere di circa 1.800.000 Euro, con un incremento percentuale del 3,2 rispetto all’anno precedente

Questo incremento, di tutto rispetto, secondo molti addetti trova una spiegazione anche per il fatto che la ricorrenza, a differenza del 2016 quando cadde di domenica, è coincisa quest’anno con un giorno lavorativo, e questo, unito alle buone condizioni climatiche, ha favorito la domanda di fiori da parte degli innamorati. La domanda all’ingrosso è stata importante, soprattutto negli ultimi cinque giorni e sono state evase consegne sino alla sera del martedì
Il gusto dei clienti si è orientato verso i fiori recisi di colore rosso e in tutte le sue sfumature degradanti, particolarmente richieste le rose rosse.
Nel periodo indicato sono transitati nel MeFiT circa 2 milioni e trecentomila steli di rose, suddivisi nei vari colori e lunghezze, circa il 50% (1.065.700 steli) di queste risulta proveniente da produzioni di aziende italiane, situate in Valdinievole, in Versilia ed in altre regioni del Centro-Sud Italia. La parte rimanente, è costituita da rose d’importazione (proveniente da Olanda, Ecuador, Kenia, Etiopia e Zimbabwe). 
floreverLe quantità commercializzate sul Mercato dei Fiori della Toscana sono aumentate rispetto all’anno passato, con un incremento di circa il 9%. I prezzi, relativamente alle quotazioni delle rose di coltivazione italiana, sono rimasti su livelli stabili, o in qualche caso, per quanto riguarda gli steli più corti, con il prezzo medio ponderato in diminuzione di pochi centesimi di euro.
Quest’anno in particolare è da segnalare una novità a livello varietale, tra le rose di colore rosso provenienti dai Paesi Bassi, la “Red Eagle”, che si aggiunge alle più desiderate quali la “Red Naomi” e la “Myrna”. Tra le varietà tradizionali resistono la “Freedom”, l’”Explorer” e la “Sexy Red”, tra quelle provenienti dall’Ecuador.
Accanto alle rose fresche recise è decisamente aumentato l’interesse verso le rose stabilizzate, di lunga durata, che hanno la particolarità di non avere la necessità di essere tenute in acqua ed il vantaggio di essere già confezionate singolarmente o in multipli. In questo caso la richiesta ha riguardato quasi esclusivamente le rose stabilizzate di colore rosso.
Naturalmente fra gli omaggi floreali alla persona amata non mancano le Orchidee Cymbidium, vendute sia a tralcio che a fiore, confezionate e non, ed altri tipi di fiore come fresie, tulipani, pesco fiorito, ranuncoli e anemoni, utilizzati per la composizione di mazzi fioriti misti.
Tra le fronde e le foglie, per il mercato di San Valentino, sono state vendute bene le fronde lunghe come Ruscus ed Asparagus o corte come Aralia ed Aspidistria.
La festa degli innamorati, come logico, ha spinto le vendite pure nel settore degli articoli per fioristi, buone vendite si sono riscontrate per i complementi impiegati nel confezionamento. Il reparto delle piante ornamentali da interno e da terrazzo risente invece in maniera minima del traino positivo di San Valentino, tuttavia le vendite di Azalee, rododendri e rose in vaso a cespuglio sono state su livelli soddisfacenti.
 
Redazione

Cia Pistoia plaude alla mozione approvata dal Consiglio regionale per incentivare il verde e dare ossigeno al vivaismo. Di seguito le dichiarazioni.

«Non possiamo che apprezzare e sposare i contenuti e gli obiettivi della mozione approvata ieri dal Consiglio regionale della Toscana per incentivare il verde pubblico e il vivaismo». 
Ad affermarlo è Sandro Orlandini, presidente di Cia Pistoia, che aggiunge: «sostegno al florovivaismo, qualificazione e valorizzazione del verde pubblico urbano e introduzione di forme di agevolazione fiscale per la sistemazione del verde privato sono battaglie anche di Cia e di tutta Agrinsieme. Speriamo che seguano presto atti concreti, sia perché avrebbero ricadute molto significative sulla qualità della vita e la salute dei cittadini sia perché il comparto del vivaismo ornamentale e più in generale tutto il settore del florovivaismo hanno bisogno di un po’ di spinta e incentivi per ripartire dopo gli ultimi anni di crisi economica generalizzata e di stagnazione della domanda».
 
Redazione

La giusta direzione è aumentare il verde urbano, e verso questo obiettivo va la mozione approvata dal Consiglio regionale della Toscana. Aria più pulita da un lato e stimolo allo sviluppo del florovivaismo, fabbrica del verde che ha in Pistoia la sua capitale.

«Bisogna intervenire in modo strutturale per combattere lo smog con un bonus fiscale verde per favorire la diffusione di parchi e giardini in città capaci di catturare le polveri e di ridurre il livello di inquinamento, -dichiara Simone Ciampoli, direttore di Coldiretti Pistoia-. E qui in Toscana si è inserito un altro tassello per rendere più agevole e conveniente avere più alberi e piante nelle città. Bene hanno fatto i consiglieri regionali pistoiesi, Marco Niccolai e Massimo Baldi, a proporre la mozione che poi è stata approvata dal Consiglio regionale».
La mozione implica l'impegno della Giunta regionale di attivarsi con Anci Toscana per coordinare con i Comuni misure per la qualificazione del verde urbano nelle città, ma anche a rilanciare nella Conferenza Stato-Regioni la questione delle agevolazioni fiscali sul verde privato, supportando le iniziative legislative.
Una pianta adulta - sottolinea la Coldiretti - è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno.
Stimolare la diffusione del verde pubblico e privato è un’opportunità importante da sfruttare anche per evitare il rischio della maximulta in arrivo dall’Ue per lo sforamento dei limiti di polveri sottili. Possibilità purtroppo concrete: la Commissione Ue ha avviato la seconda fase della procedura d'infrazione contro l'Italia per l’inquinamento eccessivo riscontrato nell'aria di città come Roma, Milano e Torino. Secondo l’analisi della Coldiretti queste metropoli italiane hanno una ridotta disponibilità di spazi verdi che concorrono a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi, che va dagli appena 15,9 metri quadrati di verde urbano per abitante a Roma ai 17,2 di Milano fino a 21 di Torino.
«Aumentare la superficie a verde avrebbe ripercussioni positive sul nostro florovivaismo -conclude Coldiretti-, che a livello Toscano rappresenta il 15% della produzione lorda vendibile florovivaistica nazionale e circa il 30% della produzione lorda vendibile dell’intero settore agricolo della Toscana»
 
Redazione

orlandini

Dopo Flora Toscana anche Cia Pistoia risponde all’appello di Giurlani per il rilancio del Distretto. Sandro Orlandini è d’accordo col sindaco sul coinvolgimento di tutti i Comuni ad alta vocazione florovivaistica del territorio distrettuale pistoiese e lucchese e sul ruolo strategico del Mercato dei fiori della Toscanacittà di Pescia. A Valter Incerpi dice: «condivido la necessità di ripensare la strategia distrettuale, ma ricordandosi che nell’approccio di Agrinsieme la produzione si aiuta considerando tutti i segmenti della filiera». 

Il presidente di Cia Pistoia Sandro Orlandini risponde all’appello per il rilancio del Distretto floricolo interprovinciale Lucca Pistoia del sindaco di Pescia Oreste Giurlani, che nei giorni scorsi ha chiesto alle associazioni di categoria e ai Comuni ricadenti nel territorio distrettuale, a cominciare da quello di Viareggio, di partecipare al rinnovamento del distretto, divenuto non prorogabile sia perché il mandato del Comitato di distretto è scaduto da fine 2014 sia perché sta per essere approvata una nuova legge regionale sui distretti che cambia le regole del gioco. Il presidente di Cia Pistoia, aderendo all’appello di Giurlani, replica anche alle dichiarazioni del direttore di Flora Toscana Valter Incerpi, che qualche giorno fa si è detto d’accordo con il sindaco di Pescia sulla necessità di far ripartire su nuove basi il Distretto floricolo interprovinciale, ma ha messo nero su bianco alcune indicazioni su come procedere al rilancio che, a parere di Orlandini, hanno bisogno di alcune integrazioni, a cominciare dal ruolo da attribuire al Mefit (Mercato dei fiori della Toscanacittà di Pescia) all’interno delle politiche distrettuali e dall’impossibilità di mettere al centro la produzione senza considerare anche tutto il resto della filiera floricola sino al momento delle vendite ai consumatori.  
«Stiamo con il sindaco Giurlani – afferma Sandro Orlandini – nel suo tentativo di coinvolgere e chiamare a partecipare al ripensamento del distretto floricolo interprovinciale non solo le associazioni degli agricoltori, ma anche i sindaci degli altri Comuni ad alta vocazione florovivaistica presenti nel territorio distrettuale, perché ovviamente il piano di sviluppo del distretto floricolo, che sarà obbligatorio con la nuova legge regionale dei distretti, li riguarderà direttamente». «D’accordo con il sindaco di Pescia – prosegue Orlandinianche sul fatto che all’interno delle nuove politiche distrettuali il Mefit non potrà più essere trascurato, ma anzi dovrà assumere un ruolo fondamentale. La scelta fatta dalla Regione a fine 2016 di dare sostegno finanziario al Mefit per l’adeguamento strutturale e di partecipare alla cabina di regia per il suo business plan parla chiaro in tal senso».
«Riguardo alle dichiarazioni alla stampa del direttore di Flora Toscana – aggiunge Orlandini – condividiamo il suo invito al presidente uscente Marco Carmazzi a convocare presto una riunione per avviare il rinnovamento del Distretto, reso indispensabile anche perché il suo mandato è terminato da oltre 2 anni, e che ci sia bisogno di “ripartire su nuove basi”. Ma proprio per questo vogliamo precisare due punti (oltre al già citato ruolo strategico del Mefit): 1) nell’approccio di Agrinsieme (il coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari) la produzione si può aiutare davvero solo considerando tutti i segmenti della filiera; 2) per una nuova strategia del distretto che sia al passo coi tempi lo studio sulla logistica di Lucense del 2012, cioè di cinque anni fa, non deve costituire la fotografia di riferimento, ma solo un utile spunto per nuove indagini. A parte queste due integrazioni, concordiamo con lui». 
 
Redazione

Un settore che vale 2,5 miliardi e vanta 100 mila addetti in 27 mila aziende: questi i numeri del florovivaismo italiano riportati dal Ministro Martina, che ricorda come questo non sia solo Sanremo. Il Mipaaf a sostegno di salvaguardia del reddito, tutela sui mercati internazionali e ricerca

«Sanremo - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - offre un palcoscenico unico e privilegiato ai fiori d’Italia e più in generale al florovivaismo italiano. Un settore che vale complessivamente oltre 2,5 miliardi di euro e con 100mila addetti in 27mila aziende. Un settore che vogliamo sostenere puntando su 3 pilastri fondamentali: salvaguardia del reddito, tutela sui mercati internazionali e ricerca. Sul primo fronte è l'impegno costante che stiamo portando avanti per gli agricoltori. Per tutelare il reddito interveniamo sulla leva fiscale e una prima risposta è arrivata con l’azzeramento della Irpef agricola con la legge di Bilancio 2017, ma credo vada approfondita un’analisi sugli incentivi al verde urbano. Si tratta di un settore cruciale anche per rendere sempre più sostenibili le nostre città e contribuire così alla protezione della salute dei cittadini, a partire dai più piccoli. L'idea di un bonus verde come quello per l'edilizia deve essere presa in considerazione come investimento strategico. Continueremo poi il nostro impegno in Europa per tutelare il florovivaismo made in Italy dalle importazioni a basso prezzo da Paesi extraeuropei che penalizzano le produzioni nazionali. Sul fronte della ricerca, potrà essere ulteriormente sviluppato l’impegno del Crea per dare risposte utili alle nuove esigenze del settore».
IL FLOROVIVAISMO IN NUMERI
Il florovivaismo in Italia vale oltre 2,5 miliardi di euro, di cui circa 1,15 per la sola produzione di fiori e piante da vaso. Sono ben 27mila le aziende impegnate nel settore, per un totale di 100mila addetti e quasi 29mila ettari di superficie agricola complessivamente occupata. Per quanto riguarda le giovani piante ornamentali, in Italia sono interessate ben 2mila aziende per una superficie complessiva di oltre 1500 ettari.
NON SOLO SANREMO
Non solo la Liguria. Tra le regioni più vocate per i fiori recisi e le fronde ci sono la Toscana, il Lazio, la Campania, la Puglia e la Sicilia. Per le piante in vaso e da vivaio, invece, la produzione è distribuita su molte regioni. Tuttavia vanno menzionate la Liguria per le piante aromatiche e alcune piante fiorite tipiche da esterno; il Piemonte per le piante acidofile; la Lombardia, oltre che per le acidofile anche per le latifoglie e le conifere; la Toscana per la vasta gamma di alberi e arbusti tra cui le conifere, gli alberi a foglia caduca e sempreverdi, gli alberi da frutta ornamentali; il Lazio per le piante mediterranee; la Sicilia per le piante mediterranee tra cui spiccano gli agrumi ornamentali, le piante grasse e le palme.
EXPORT: ¼ DELLA PRODUZIONE
L’export rappresenta un quarto del valore complessivo annuo della produzione florovivaistica in Italia. Tra i principali mercati di destinazione delle piante in vaso si annoverano la Germania, la Francia, i Paesi Bassi, la Gran Bretagna e il Belgio, mentre come mete di alberi e arbusti, oltre ai Paesi già citati, vanno aggiunti la Spagna, la Turchia e la Svizzera. Tra i Paesi che importano fogliame nostrano spiccano invece Paesi Bassi, Germania e Francia, mentre per i fiori recisi il primo sbocco di mercato è quello dei Paesi Bassi.
RICERCA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE
Il principale ente di ricerca italiano dedicato all’agroalimentare è il CREA, che vanta un ampio settore di studio dedicato al comparto ornamentale e florovivaistico soprattutto con i Centri di ricerca di Sanremo e di Pescia. L’introduzione di novità e il miglioramento della qualità e longevità di fiori recisi e piante in vaso rappresentano importanti strategie per competere sui mercati internazionali delle produzioni ornamentali. Un altro fondamentale settore di ricerca investe le piante aromatiche con effetti curativi, di resistenza alle malattie e conservanti. Grande attenzione è poi attribuita alla salvaguardia dell'ambiente e alla razionalizzazione dell’uso delle risorse per migliorare l’utilizzo di acqua, fertilizzanti e fitofarmaci
 
Redazione