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Torna, dopo il successo autunnale, il corso di disegno e acquerello botanico di Maria Rita Stirpe dal 21 al 25 aprile all'Orto Botanico di Padova. Il tema sarà la rappresentazione dei fiori tipici della primavera, in particolare iris e rose, che proprio in questo periodo iniziano le loro incantevoli fioriture.

flormart, floraviva, padovaDopo il successo degli appuntamenti dell’autunno 2016, riprendono i corsi di disegno e acquerello botanico tenuti dall'artista Maria Rita Stirpe presso l’Orto Botanico di Padova (dal 21 al 25 aprile 2017). Il tema dei primi corsi sarà la rappresentazione dei fiori tipici della primavera, soprattutto delle iris e delle rose, che in questo periodo dell'anno iniziano le loro incantevoli e variopinte fioriture. Durante i cinque giorni sarà possibile anche effettuare una visita guidata dell’Orto e prendere parte a numerosi approfondimenti scientifici.
Maria Rita Stirpe si dedica con profonda passione all'attività didattica con l'obiettivo di contribuire alla conoscenza e alla divulgazione di un genere artistico in costante equilibrio tra arte e scienza, ma prima ancora di trasmettere agli allievi la passione e gli strumenti tecnici necessari a sviluppare una loro propria personalità artistica.
Le lezioni si terranno nella sala erbario dell’Orto Antico e nella sala della vecchia serra dell’Araucaria. Si potrà scegliere di frequentare l’intero corso di cinque giorni o di seguirlo solo in forma parziale (due o tre giorni). Coloro che parteciperanno al corso per intero riceveranno in omaggio un abbonamento annuale per visitare l’Orto.
I corsi si terranno dalle ore 9:30 alle 13:00 e dalle 14:30 alle 17:30 per un massimo di dodici partecipanti a giornata. I costi vanno dai 260 euro per due giorni ai 360 euro per tre giorni per arrivare ai 500 euro per il corso completo di cinque giorni.
Per ulteriori informazioni scrivere una mail con oggetto "Corso acquerello botanico" a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., indicando i giorni in cui si desidera partecipare al corso.
 
Redazione

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Sta per sorgere a Milano, all’interno del parco pubblico di Porta Nuova, un’intera area dedicata alle foreste circolari ed agli orti didattici. Si chiamerà “Biblioteca degli alberi”: il primo lotto è già stato inaugurato con campi, percorsi continui e foreste circolari.

Nella Biblioteca degli alberi saranno radunate singole specie arboree per creare delle "stanze vegetali" illuminate in modo diverso dal resto del verde; miniforeste alle quali si arriverà attraverso viali e sentieri, collegati alle fermate della metropolitana o degli autobus, con percorsi ciclabili e pedonali. 
Il primo lotto da 7.500 metri quadrati è stato inaugurato lo scorso 29 marzo, mentre il secondo lotto, che si estenderà per 95.000 metri quadri, verrà ultimato entro quest'estate. Durante le fasi del cantiere l'area accoglierà 'MiColtivo nel parco', un palinsesto di iniziative promosso dalla fondazione Riccardo Catella, allo scopo di riportare l'attenzione sull'importanza della valorizzazione del verde urbano attraverso il coinvolgimento dei cittadini nella realizzazione del parco con visite guidate nel cantiere, piantumazione collettiva e laboratori di orticultura urbana. 
Una volta ultimata, la Biblioteca degli alberi sarà il terzo parco pubblico più grande del centro di Milano con 8 ettari dove si troveranno 23 specie diverse di piante con miniforeste circolari. ll percorso è iniziato nel 2003 con una gara internazionale vinta dallo studio Inside Outside di Petra Blaisse il cui obiettivo era «creare un parco che fosse veramente pubblico e che mettesse in comunicazione tutta la comunità».
 
Redazione

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A cura dell’Istituto Regionale per la Floricoltura di Sanremo, in collaborazione con i settori tecnici della Cooperativa "L’Ortofrutticola" di Albenga e della Cooperativa "Floricoltori Riviera dei Fiori" di Arma di Taggia, le principali avvertenze colturali e fitosanitarie per il mese di aprile per le produzioni in vaso e da reciso.

Le piante uscite da un inverno decisamente mite hanno prontamente risposto alla primavera con vegetazioni rigogliose e fioriture abbondanti, in alcuni casi anticipate. Le produzioni in vaso, soprattutto di margherite ed aromi, sono in genere di buona qualità e il mercato le sta assorbendo in modo adeguato; invece per quanto riguarda le produzioni da reciso le temperature miti hanno favorito le fioriture e il mercato il mese scorso non è riuscito ad assorbire l’intera produzione, ora parrebbe che la situazione stia migliorando. 
Per quanto riguarda la situazione fitosanitaria, le malattie presenti negli impianti sia da reciso che da vaso ancora in atto, sono soprattutto mal bianchi, tracheopatie e alterazioni di origine virale (soprattutto maculature/necrosi da TSWV); tra i parassiti animali tripidi, cicaline, afidi, aleurodidi stanno diffondendosi negli impianti, anche se in alcuni di essi, soprattutto quelli in serra, sono già presenti fin dall’inverno.
Qui le problematiche di particolare rilievo (fonte: Bollettino di informazione per la floricoltura a cura del Centro Servizi per la Floricoltura della Regione Liguria di Sanremo).
 
Redazione

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Il ponte-giardino che dovrebbe collegare il nord e il sud di Londra, dalla fermata della metropolitana Temple a South bank, forse non si farà: una revisione dei conti di Margaret Hodge mette in evidenza che esso non rappresenta più un buon investimento per i cittadini.

Con la sua presenza abbondante di vegetazione, il ponte progettato da Thomas Heatherwick potrebbe essere un meraviglioso ponte sospeso verde sopra il Tamigi. Oggi questo progetto va però incontro ad un contenzioso: nonostante siano già stati spesi soldi pubblici per un valore di 45 milioni di sterline, sembra che la costruzione del ponte debba interrompersi.
Margaret Hodge, ex presidente della commissione conti pubblici, è stata incaricata, da parte del sindaco di Londra Sadiq Khan, di redigere una revisione al fine di valutare se il progetto del Garden Bridge potesse rappresentare un buon uso del denaro dei contribuenti. Il suo rapporto ha così messo in evidenza come lo schema iniziale, che prevedeva un investimento di 60 milioni di sterline, oggi non sia più valido: i costi sono infatti aumentati e ammontano adesso a 200 milioni. 
floraviva, garden, bridge, londraNon si tratta di valutare se il concept di giardino sospeso sul Tamigi sia o meno una buona idea, ha sottolineato Hodge, semmai di evidenziare che molte cose sono andate storte nello sviluppo e nella realizzazione del progetto. A partire dalla poca trasparenza che ha visto l'assegnazione del progetto allo studio Heatherwick.
Secondo il rapporto di Hodge sarebbe meglio per i contribuenti londinesi accettare la perdita finanziaria, annullando il progetto, piuttosto che rischiare ulteriori costi aggiuntivi e incertezze per le casse pubbliche, procedendo ancora in questa direzione. 
Nel clima attuale di continua pressione sulla spesa pubblica è difficile giustificare ulteriori investimenti pubblici nel progetto del Garden Bridge. Il progetto, secondo Hodge, potrà proseguire solo se il Garden Bridge Trust assicurerà la presenza del capitale privato. Finora 37,4 milioni di sterline sono state spese dal pubblico per i 367 metri del ponte, con un finanziamento aggiuntivo che porterebbe la somma a 46,4 milioni, qualora il progetto fosse cancellato. 
Inoltre due grandi donatori all'interno del Garden Bridge Trust sono andati persi e, fino ad oggi, si sono assicurati solo 69 milioni dai fondi privati. Mancherebbero così ancora 70 milioni per il capitale di investimento. 
Da parte sua, il Garden Bridge Trust ha confermato la sua intenzione di portare avanti il progetto: la decisione è adesso nelle mani del sindaco Sadiq Khan.
 
Redazione

Il Mipaaf rende noto che a Verona, in occasione dell'apertura del 51esimo Vinitaly, il Ministro Maurizio Martina ha avuto un incontro bilaterale con il Commissario europeo all'agricoltura Phil Hogan: al centro dell'incontro le sfide più importanti dell'agricoltura in vista della riforma della Pac post 2020. 

Si è concordato sulla necessità di confermare lo stanziamento delle risorse per il comparto agricolo, che rappresenta un investimento strategico nel processo di integrazione europea non solo per gli agricoltori, ma per tutti i cittadini. L'attività agricola svolge un ruolo insostituibile nella produzione del cibo, nella tenuta del paesaggio e nella sostenibilità ambientale complessiva del continente.
Il Ministro Martina ha ricordato le priorità per l'Italia a partire da rafforzamento ed estensione del modello delle organizzazioni comuni di mercato ad altri settori, attraverso un terzo pilastro dedicato. L'obiettivo è dotare di strumenti più forti le filiere, guardando anche al successo di questo modello nel settore vitivinicolo. Servirà una nuova Pac più semplice, con strumenti diretti di gestione del rischio che rispondano meglio alle esigenze di tutela del reddito di chi produce. Sulla ripartizione delle risorse l'Italia ha ribadito la contrarietà al solo criterio della superficie, che non tiene conto degli sforzi produttivi e di tutela della biodiversità degli agricoltori italiani in particolare. Sul fronte dello sviluppo rurale il Commissario europeo ha annunciato un pacchetto di iniziative di semplificazione, ribadendo l'importanza per le piccole e medie imprese della piattaforma italiana multiregionale di garanzia lanciata ieri per la prima volta in Europa con quasi mezzo miliardo di investimenti Ue e nazionali.
Il Ministro ha chiesto al Commissario anche un'azione forte a sostegno della filiera risicola, troppo penalizzata dall'ingresso a dazio zero delle produzioni dei Paesi Eba. Su questo punto il Commissario si è impegnato ad approfondire la questione per dare risposte concrete ai risicoltori.
«A 60 anni dai Trattati di Roma - ha dichiarato dopo l'incontro il Ministro Martina - dobbiamo affrontare un passaggio cruciale allargando l'orizzonte dell'impegno europeo dalla politica agricola a quella agroalimentare. Un lavoro che l'Italia ha iniziato con Expo Milano 2015 e che ora deve trovare la sua prosecuzione naturale in ambito europeo. L'agricoltura produce beni pubblici fondamentali per tutti i 500 milioni di cittadini europei e sarà un elemento chiave anche per raggiungere gli obiettivi sostenibili 2030. Ecco perché è necessario proseguire negli investimenti sul settore e valorizzare il lavoro delle imprese agricole, sul fronte della resilienza, della sostenibilità e della qualità. Sono caratteristiche tipiche del modello agricolo italiano che vogliamo non solo difendere, ma far crescere ancora guardando alle sfide che ci aspettano.»
 
Redazione