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Gian Marco Centinaio è il nuovo ministro delle Politiche agricole: è di Pavia, dove è stato vicesindaco, e ha esperienza manageriale nel settore turistico. Cia: «collaboriamo per lo sviluppo del settore primario». Coldiretti: «inizia una dura battaglia in Ue per difendere i primati dell’agricoltura italiana in valore aggiunto e qualità», ok al ritorno dei voucher previsto dal contratto di programma. Confagricoltura: «la riforma della Pac e le misure tendenti a creare tetti di finanziamento alle aziende più efficienti e che danno lavoro sono l’opposto di quello che serve».
      

Classe 1971, di Pavia, dove si è laureato in Scienze politiche con indirizzo economico-territoriale nel 1999, Gian Marco Centinaio è da oggi il nuovo ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Dopo alcuni anni di esperienza da manager nel settore dei tour operator, si è dedicato alla carriera politica diventando vice sindaco della sua città in quota Lega dal 2009 al 2014 e senatore nel 2013 e nuovamente alle ultime elezioni.
Il neo ministro Centinaio è stato promotore, fra l’altro, di disegni di legge legati alla valorizzazione delle radici cristiane, per la disciplina degli edifici destinati al culto islamico, oltre che di proposte in tema di valorizzazione dell'attività sportiva, del turismo e della prevenzione di alcune malattie. E, soprattutto, per citare temi affini a quelli che stanno a cuore ai vivaisti (ma anche ad altri agricoltori) sempre più spesso vittime di furti nei campi, è stato primo firmatario sulla legittima difesa e sull'inasprimento delle pene per i furti nelle abitazioni.
Non appena nominato, ha già ricevuto, oltre ai saluti e agli auguri di buon lavoro, alcune richieste dalle tre maggiori associazioni di categoria. La prima a mandare una nota è stata Cia – Agricoltori italiani, che si è limitata a dire, per bocca del presidente Dino Scanavino, «speriamo di attivare da subito un’importante sinergia che porti all’ulteriore sviluppo del settore primario. Da parte nostra c’è la massima disponibilità a collaborare, avanzando proposte e aiutando il dialogo».
Più nel merito di alcune questioni specifiche è subito entrato invece il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo, che ha dichiarato: «con la nomina di Gian Marco Centinaio a Ministro delle Politiche Agricole proprio nel giorno in cui l’Unione Europea ha presentato la riforma della politica agricola, inizia una dura battaglia per difendere il primato dell’agricoltura italiana in Europa per valore aggiunto, qualità, sicurezza alimentare ed ambientale». Moncalvo ha assicurato «piena collaborazione nella difesa e valorizzazione del Made in Italy agroalimentare, oggi minacciato dalla visione omologante del cibo rappresentata in Europa dai paesi del Nord», e ha detto che «sovranità alimentare, etichettatura di origine obbligatoria di cibi e bevande, un nuovo approccio nei trattati di libero scambio con i Paesi terzi e il ripensamento delle scelte fatte sui voucher, la cui cancellazione ha creato tanti disagi al settore, sono da sempre al centro dell’azione di Coldiretti e ora trovano riscontro anche nel contratto di Governo».
Anche il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti è entrato nello specifico di alcune istanze della sua associazione agricola. Insieme al Consiglio direttivo, Giansanti ha così riassunto le priorità per l’agricoltura italiana: «l’annunciata riduzione del budget agricolo europeo; le clausole di salvaguardia ed i trattati internazionali; la riforma di Agea ed i ritardi dei pagamenti; i provvedimenti straordinari per le calamità naturali; l’emergenza Xylella; la revisione della legge 30/91 sulla riproduzione animale; i fondi europei per le assicurazioni agevolate; i danni della fauna selvatica; l’OCM Vino/promozione ed il Comitato vitivinicolo; il tavolo ortofrutticolo». «Gli impegni e le difficoltà a cui l’Italia va incontro nel negoziato europeo – ha aggiunto Giansanti - vanno affrontati con grande determinazione e fermezza», in particolare «la riforma della Pac, la strisciante rinazionalizzazione  e le misure tendenti a creare tetti di finanziamento alle aziende più efficienti e che danno lavoro. Tutto questo è l’opposto di quello che serve al settore. La competizione sui mercati, la tutela dell’ambiente, la salvaguardia dell’occupazione e gli interessi generali del sistema rurale si affrontano con imprese efficienti e moderne alle quali non dovrà mancare l’adeguato supporto finalizzato agli investimenti, all’introduzione di nuove tecnologie, all’innovazione, all’internazionalizzazione ed alla sostenibilità ambientale. Le imprese vanno aiutate a crescere». 
 
L.S.
 

Siglata l'intesa tra Syngenta e Confagricoltura per rilanciare la filiera del mais italiano: «Dobbiamo recuperare terreno, e il protocollo “Mais in Italy” punta proprio a valorizzare le produzione di mais italiano, migliorandone la qualità e la produttività al fine di promuovere la produzione interna rispetto alle importazioni» così spiega il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, che dichiara di non aver paura di fare accordi con una multinazionale.

L’accordo “Mais in Italy” siglato lo scorso sabato, durante il "Food & Science Festival" di Mantova, tra la multinazionale svizzera Sygenta e l’associazione agricola Confagricoltura punta dunque a migliorare qualità, quantità e redditività dei produttori nel rispetto della sostenibilità. Una vera e propria alleanza sul campo per rilanciare la filiera del mais italiano, vittima di una perdita di superficie del 40% nel giro di un decennio. 
«La produzione nazionale di mais non solo ha perso il 40% delle superfici negli ultimi 10 anni, ma nello stesso tempo ha visto l’Italia quintuplicare le importazioni - ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti -. Dobbiamo recuperare terreno, e il protocollo “Mais in Italy” punta proprio a valorizzare le produzione di mais italiano, migliorandone la qualità e la produttività al fine di promuovere la produzione interna rispetto alle importazioni. Non abbiamo alcuna paura a dialogare e confrontarci con una multinazionale, perché vogliamo favorire l’innovazione e in genere i progressi della tecnica e della scienza in agricoltura e coniugare la tutela dell'ambiente con la produzione di beni primari».
Negli anni, ha ricordato Cesare Soldi, presidente dell'Associazione maiscoltori italiani (Ami), «sono state diverse le cause che hanno portato alla crisi della produzione del mais, dai fattori meteo climatici, al dimezzamento del valore degli aiuti diretti assicurati dalla Pac, dal rallentamento del miglioramento genetico ai problemi derivati dalla piralide e le micotossine, per arrivare a quotazioni di mercato del tutto insoddisfacenti».
Il protocollo “Mais in Italy” si articola in una serie di buone pratiche agricole e ambientali, attuabili in più passi, che comprendono la protezione del seme, la fertirrigazione a goccia, il ricorso al precision farming e l'utilizzo sostenibile degli agrofarmaci. «Applicando il protocollo – ha precisato Francesco Scrano, Marketing Head di Syngenta Italia – lo scorso anno in un'azienda agricola in provincia di Milano abbiamo quadruplicato i profitti rispetto alla media e aumentato del 18% la disponibilità nell'utilizzo del trinciato per biogas in una realtà del Veneziano».

Redazione

Il 26 e 27 maggio oltre mille aziende italiane apriranno le loro cantine agli enoturisti. Il settore è ad una svolta grazie alla nuova normativa in arrivo. Il presidente del Movimento turismo del vino, D'Auria : «I tempi sono maturi per l'istituzione di un tavolo permanente sull'enoturismo».

La 26a edizione di "Cantine aperte" si svolgerà sabato 26 e domenica 27 maggio: oltre 1000 cantine in tutta Italia apriranno le proprie porte a enoturisti per visite guidate in cantina o nei vigneti, per degustazioni o per iniziative culturali.
La manifestazione è nata nel 1993 quando l’enoturismo non era ancora diventato un vero e proprio fenomeno com'è oggi. Secondo i dati del XIV Rapporto sul turismo del vino in Italia, l’enoturismo è arrivato a produrre un giro d’affari di 2,5 miliardi di Euro. Questo trend si riscontra anche nella stessa manifestazione "Cantine aperte" che nel corso degli ultimi anni è cresciuta molto fino a superrare, nello scorso anno, la soglia di un milione di visitatori.
Bisogna inoltre ricordare che il settore del turismo in cantina sta vivendo una nuova fase di svolta grazie alla legge sull’enoturismo che proprio in queste settimane sta terminando il proprio iter di approvazione.
Nicola D’Auria, presidente del Movimento turismo del vino (che organizza Cantine aperte) afferma: «E’ ora il momento di proporre un passo successivo: i tempi sono infatti maturi per l'istituzione di un tavolo permanente sull'enoturismo che svolga attività di ricerca e sviluppo nel nostro settore su scala nazionale e internazionale. E che si faccia promotore di iniziative e proposte che siano di stimolo per le istituzioni nazionali, al fine di delineare le future traiettorie di sviluppo dell'sistema enoturistico italiano. La nostra proposta è quella di organizzare dei veri e propri Stati Generali dell'Enoturismo Italiano che siano un punto di incontro sia per le associazioni di categoria, operatori del settore, singoli produttori ed esperti del mondo del vino che abbiano idee da mettere in campo nel prossimo futuro».
Gli appuntamenti regione per regione sono consultabili sul sito del Movimento turismo del vino.

Redazione

Sono stati due ibridatori italiani e due stranieri, uno tedesco e uno statunitense, ad aggiudicarsi i primi quattro posti del 60° Concorso internazionale dell’Iris, il fiore simbolo di Firenze, conclusosi il 12 maggio scorso con la cerimonia di premiazione a Palazzo Vecchio. 
La competizione annuale di Iris barbate ibride provenienti da tutto il mondo, organizzata dalla Società Italiana dell’Iris presieduta da Vincenzo Corti, ha visto come vincitore assoluto l’ibrido “Anima cara” di Angelo Garanzini, a cui è andato il Fiorino d’oro del Comune di Firenze. Al secondo posto si è classificato invece “Sina at Home” di Klaus Burkhardt (Germania), che ha ricevuto il premio della Regione Toscana.
Ma ecco l’elenco di tutte le categorie di premi assegnate (e non assegnate) in questa edizione del concorso, per ospitare il quale nel 1954 è nato il Giardino dell’Iris sotto piazzale Michelangelo, dove le varietà vengono coltivate per tre anni prima di poter partecipare alla gara.
 
Categoria barbate alte
1° – Fiorino d’oro offerto da Luca, Ilaria e Chiara Martinelli in ricordo di Anna e Sandra Dodi a “Anima cara” di Angelo Garanzini (Italia)
2° – Premio della Regione Toscana a “Sina at Home” di Klaus Burkhardt (Germania)
3° – Premio Associazione Industriali di Firenze a “Esabella’s” di Tiziano Dotto (Italia)
4° – Medaglia “Piero Bargellini” della Società Italiana dell’Iris a “Wicked Cool” di Jim Hedgecock (USA)
 
Menzioni onorevoli
5° –  “Baba Jaga” di Tiziano Dotto (Italia)
6° –  “Mille tre” di Augusto Bianco (Italia)
7° –  “Poco di buono” di Angelo Garanzini (Italia)
8° –  “Long Play” di Augusto Bianco (Italia)
9° –  “Lucomone I°” di Simone Luconi (Italia)
10° – “Almast” di Tiziano Dotto (Italia)
 
Premi speciali
- Premio Comune di Firenze per la migliore varietà di colore rosso a “Lucomone I°” di Simone Luconi
- Premio Camera di Commercio di Firenze per la migliore varietà commerciale a “Sina at Home” di Klaus Burkhardt
- Premio Amici dei fiori “Silvio Bidallo” per la miglior varietà di un ibridatore Italiano ad “Anima cara” di Angelo Garanzini
- Premio Louise Branch per la varietà con migliore ramificazione a “Mille due” di Augusto Bianco
- Premio Garden Club di Firenze per il colore più originale a “Il canto delle sirene” di Lorena Montanari
- Premio Garden Club di Perugia per la varietà più profumata a “Esabella’s” di Tiziano Dotto
- Premio Rora e Luciano Bausi per la migliore varietà di colore blu NON ASSEGNATO
- Premio Giorgio Saviane per la migliore varietà precoce a “Wicked Cool” di Jim Hedgecock
- Premio Antonio del Campana per la migliore varietà tardiva a “Mille due” di Augusto Bianco
- Premio Laura Tancredi per la migliore varietà di colore rosa NON ASSEGNATO
 
Categoria barbate da bordura
- Premio Società Toscana di Orticoltura per la migliore varietà barbata da bordura a “Valdarno” di Augusto Bianco
 
Redazione

Euroflora 2018 si è conclusa il 6 maggio a Genova con 285 mila ingressi, di cui 246 mila paganti. Nel Secolo XIX si è parlato di 5 milioni di euro da bigliettazione, mentre Repubblica di Genova ha indicato in 205 mila biglietti l’obiettivo originario di pareggio, anche se, come ha ricordato l’Ansa, il sindaco a inizio manifestazione aveva esternato un ancor più ambizioso target di 250 mila biglietti. Ecco i dati relativi ad allestimenti, piante e manutenzione. La prossima edizione sarà nel 2021. 

 
Per il consuntivo preciso di Euroflora 2018, la 11^ esposizione internazionale del fiore e della pianta ornamentale, conclusasi ieri l'altro a Genova nei parchi di Nervi, ci vorrà ancora qualche giorno. Ma nella stampa locale ligure sono venute fuori alcune indiscrezioni e stime anche su incassi e bilancio: nel Secolo XIX online di ieri si parlava ad esempio di circa 5 milioni di euro lordi di ricavi da bigliettazione (con un costo della manifestazione che è stato di quasi 4 milioni di euro) e in un articolo di Repubblica.it di Genova si affermava che con 246 mila biglietti venduti si è ampiamente raggiunto e superato l’obiettivo di pareggio, fissato a quota 205 mila tagliandi, mentre l’Ansa ha scritto ieri che il numero di 246 mila ingressi paganti sfiora l’obiettivo 250 mila biglietti che il sindaco di Genova si era posto, alzando ottimisticamente l'asticella della sfida, nella conferenza stampa inaugurale della manifestazione (vedi nostro articolo).
Fatto sta che le cifre ufficiali che sono state fornite ieri dagli organizzatori di Euroflora in conferenza stampa e con un successivo comunicato sono già ragguardevoli: 246.095 biglietti venduti (il prezzo pieno era di 23 euro, ma esistevano varie forme di riduzioni), con cinque giornate di sold out (domenica 22, mercoledì 25, sabato 28, domenica 29 e lunedì 30 aprile), presenze complessive pari a circa 285 mila (numero che include, oltre ai biglietti venduti, gli ingressi gratuiti riservati ai bambini fino a 8 anni, ai disabili [100%] e ai loro accompagnatori, i pass di servizio e dei giornalisti accreditati e spesso rientrati più volte), ingressi nei musei (dove c’erano esposizioni di fiori recisi) pari a 92.335 e 1400 partecipanti a tour guidati. Tutte queste presenze a fronte di 250 espositori fra florovivaisti, maestri fioristi, decoratori floreali e progettisti prevalentemente italiani, con presenze estere da Francia, Spagna, Taiwan, Cina, Stati Uniti e una rappresentanza del Corpo consolare con 56 Paesi presenti.
Interessanti anche i numeri della ristorazione, vale a dire dei 14 punti ristoro di varie dimensioni disponibili: il pre-bilancio registra un fatturato complessivo di 1 milione e 150 mila euro.
Ecco inoltre alcuni dati organizzativi che possono interessare florovivaisti, giardinieri, architetti e altri addetti ai lavori:
- Allestimenti: 15mila metri quadrati di tappeto erboso, 14mila margherite rosse per il Red Wave 430 photiniae per il labirinto, 10mila tra solanum jasminoides e lithodora blu, 1500 metri di juta, 1440 metri quadrati di tappeto rosso, 4 chilometri di tubo per innaffiare i parchi, 25 corpi illuminanti a led da oltre 50mila lumen cadauno.
- Installazioni artistiche: 21 i peperoncini in resina e bronzo realizzati dallo scultore sardo Giuseppe Carta, 23 i Coquelicots sospendus (papaveri) di Alain Micquiaux.
- Manutenzioni: 13.500 ore di lavoro in 17 giorni, 5000 mq di prato per le sostituzioni nelle aree calpestate, 1.200 piante di solanum jasminoides, 300 lithodora blu per il quadro di ingresso, 565 calanchoe. Per quanto riguarda le composizioni floreali sono state manutenute e rinnovate quotidianamente utilizzando in parte le fioriture conservate nei 3 container frigoriferi messi a disposizione dall’organizzazione. Le fioriture sono state monitorate e manutenute ogni giorno dall’organizzazione e dai singoli espositori.
Già indicate le date della prossima edizione, la 12^: dal 24 aprile al 9 maggio 2021.
 
L.S.