Notizie
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Dal 21 aprile al 6 maggio nei parchi e musei di Nervi si alza il velo su Euroflora 2018, un emozionante esposizione all’aperto di 86 mila mq di giardini, 5 km di sentieri, ville storiche e scenografie di piante e fiori sul golfo di Genova. Spicca la vetrina ligure di 2500 mq con 40 mila piante e la presentazione al grande pubblico della margherita Itala e dell’elleboro Francesco. Collettive anche di Piemonte, Valle d’Aosta e Campania, mentre per la Toscana segnalati il Mercato dei fiori di Pescia e Giorgio Tesi Group. Ospite d’onore l’expo dell’orto-florovivaismo Pechino 2019.
Sta per aprirsi lo spettacolo verde fiorito di Euroflora, l’esposizione internazionale del fiore e della pianta ornamentale, una delle più importanti floralies europee, la cui undicesima edizione si terrà di nuovo a Genova, dal 21 aprile al 6 maggio, ma per la prima volta all’aperto, nei parchi (e nei musei) di Nervi (vedi nostro primo articolo). Nell’occasione le produzioni e realizzazioni di oltre 250 tra florovivaisti, paesaggisti, maestri fioristi e decoratori floreali trasformeranno il volto del grande parco affacciato sul Mediterraneo, uno scrigno di tesori botanici e d’arte.
La visita di Euroflora, spiegano gli organizzatori, offrirà quest’anno molteplici livelli di lettura, frutto di un’analisi preventiva realizzata in sede di progettazione dal team di Egizia Gasparini, con la condivisione della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici della Liguria. Prima di tutto il luogo: parchi in declivio sulla scogliera con esemplari straordinari, come l’araucaria Bidwillii originaria dell’Australia di oltre venticinque metri di altezza, i cui lavori di manutenzione sono stati effettuati in tempi record. Poi i tre Musei – Raccolte Frugone, Galleria d’Arte Moderna e Wolfsoniana – ricchi di tesori artistici. Da qui la necessità di vestire il parco di fiori e colori, di esaltare la corrispondenza tra arte e natura e la scelta di realizzare esclusivamente scenografie vegetali e installazioni artistiche nel rispetto dei parchi. Un lavoro delicato che ha avuto come protagonisti florovivaisti, giardinieri, paesaggisti, maestri fioristi, con la collaborazione straordinaria dei docenti e degli studenti dell’Istituto Agrario G.B. Marsano.
In oltre otto ettari di superficie dei parchi, sono stati sistemati milioni di fiori e piante originarie di ogni parte del mondo. Nei Musei e nei piccoli manufatti che si affacciano sul parco sono ospitate composizioni floreali e preziose collezioni di bonsai. Nella cappelletta adiacente alla Gam troveranno spazio le orchidee liguri; il “fienile”, allestito a cura dell’’Istituto Brignole, del Museo Diocesano e di Palazzo Reale, ospiterà incontri e laboratori; la serra storica sarà il cuore del basilico Dop. Ma la spettacolarità dell’evento sarà garantita, in particolare, dai sei grandi quadri che costelleranno il percorso di visita principale, quattro dei quali dedicati agli elementi naturali: fuoco, acqua, terra e aria. “Red Wave”, realizzato con il contributo di Basko, con lunghe fiamme di margherite rosse che arrivano a lambire la sommità del grande prato, il “Lago delle ninfee”, presentato da Fincantieri, ad accogliere il riflesso del paesaggio e del cielo, le contaminazioni tra arte e natura di “Germinazioni”, personalizzato Toyota, pareti di verde verticale che accompagnano in una sequenza di quinte vegetali “Capsica Red Light” di Giuseppe Carta, installazione scultorea di venti peperoncini rossi in bronzo e resina policroma, e del “Labirinto”, presentato grazie a Msc, un percorso di 200 metri di lunghezza, alto 180 centimetri, dove lo sguardo del visitatore si alzerà verso il “Bouquet de Coquelicots Suspendus” (Bouquet di papaveri sospesi) ideato dal costruttore di aquiloni Alain Micquiaux.
Il florovivaismo ligure in vetrina
In un’area di circa 2.500 mq saranno posate oltre 40 mila piante, mentre la cappelletta ospiterà le composizioni di orchidee coltivate in Liguria. Ad accogliere i visitatori all’ingresso dello spazio espositivo sei ulivi secolari di varietà taggiasca, simbolo del territorio e dell’agricoltura ligure. Alla base di ogni ulivo, vasi di margherite bianche – tra le produzioni di punta del comparto florovivaistico ligure da vaso -, nastri di fioriture colorate provenienti dalle coltivazioni liguri, le profumatissime aromatiche in vaso, invenzione dei produttori dell’area albenganese, esportate in tutto il Nord Europa a partire dai primi anni 2000. Nella Galleria di Arte Moderna le eccellenze della produzione ligure di fiore reciso: primi fra tutti i ranuncoli e gli anemoni, poi i papaveri, i girasoli e naturalmente garofani e rose produzione “storica” del vivaismo ligure, fino alle fronde verdi e fiorite per le quali la Liguria si distingue a livello internazionale per l’altissima qualità. Floral designer liguri di fama internazionale creeranno composizioni floreali che faranno da cornice alle opere d’arte esposte nel Museo. Il percorso ligure terminerà nel roseto, dove una serra storica sarà attrezzata per la coltivazione del basilico genovese DOP. Tra le attrattive della Liguria, ci saranno anche la margherita “Itala” e l’elleboro “Francesco”, frutto della ricerca varietale portata avanti dall’Istituto Regionale della Floricoltura, con sede a Sanremo, e sviluppata dalle aziende del territorio con la collaborazione delle cooperative commerciali. “Itala”, in onore di Italo Calvino, è una margherita adatta alla coltivazione in vaso con il fiore bianco, che ha da poco ottenuto la protezione comunitaria (Vedi la nostra intervista prima del debutto ufficiale e poi la notizia). “Francesco”, in onore di Papa Bergoglio, è invece un elleboro bianco presentato all’ultimo Festival di Sanremo, come fiore contro la violenza di genere. Per la prima volta il grande pubblico avrà la possibilità di ammirarli dal vivo a Euroflora.
Le partecipazioni italiane ed estere
Sono novanta le aree allestite a Euroflora, la superficie più grande è della collettiva della Regione Liguria, la più piccola di Bread & Roses. Accanto a presenze italiane storiche come il Piemonte, l’unica Regione, oltre alla Liguria, ad aver fatto il pieno di presenze dal 1966, alla Valle d’Aosta, alla Campania, al Mercato dei fiori di Pescia e ai Comuni di Genova, Roma e Sanremo, in primo piano alcuni dei nomi più celebri del florovivaismo italiano: tra questi i Vivai Porcellato, Giorgio Tesi Group, Castagno Vivai oltre ai più prestigiosi florovivaisti presenti all’interno della collettiva ANVE – Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori. Presenti anche il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, il Gruppo Giardini Botanici d’Italia e l’Università di Genova. Di grande valore naturalistico e didattico la presenza del Parco dell’Aveto e delle Miniere di Gambatesa e del Parco dell’Antola, a promuovere le specificità del territorio ligure ci saranno i Comuni di Camogli, Chiavari, Avegno. Borzonasca, Zoagli e Andora. A “tifare” Euroflora anche Genoa e Sampdoria con due aiuole dedicate.
Tra le presenze straniere Taiwan con le orchidee di Joseph Wu, gli Stati Uniti, la Francia anche con le “gemelle” Floralies di Nantes, la Spagna con significative realtà produttive e la città di Murcia. Un’aiuola sarà firmata dall’intero Corpo consolare di Genova, in rappresentanza di 56 Paesi.
Ospite d’onore Pechino 2019
Ospite d’onore di Euroflora 2018 sarà Pechino 2019, l’esposizione internazionale di orticoltura, cui sarà dedicato uno spazio importante all’ingresso della manifestazione. Quella di Genova sarà la prima presentazione ufficiale in Italia.
I giardini di “Meraviglia nei Parchi”
Tredici i giardini selezionati dalla giuria di esperti nell’ambito del concorso “Meraviglia nei Parchi”, promosso in collaborazione con Aiapp, dieci per la categoria professionisti, tre per gli under 25. A questi se ne aggiungono quattro fuori concorso. Giocose, immaginifiche, concettuali, simboliche o geometriche, le realizzazioni andranno e coniugare l’architettura del paesaggio con la rappresentazione della natura circostante e si contraddistingueranno per l’uso di trasparenze. Il materiale ricorrente, ma mai predominante, sarà l’acciaio corten; lo spazio è lasciato al colore, al colore dei fiori. Alcune realizzazioni saranno più virate all’installazione di land art, per ottenere un effetto di stupore in contrasto con le piante secolari del parco.
EurofloraWeeks e iniziative del territorio
Le EurofloraWeeks propongono un calendario “petaloso” di eventi che coinvolgerà in modo accattivante genovesi, visitatori e turisti: la città sarà in continuo fermento con visite guidate e aperture straordinarie nei Musei e nei Palazzi dei Rolli, mostre a tema e concerti, manifestazioni e iniziative in ogni angolo. Tante proposte anche nei quartieri: rassegne jazz, happening di danza, animazioni per bambini oltre che degustazioni tipiche e promozioni commerciali. E la festa supera i confini della città, invade Bogliasco, Pieve, Sori, Recco, Avegno, Uscio, Camogli, Santa Margherita, Rapallo, Zoagli e Chiavari che hanno preparato per l’evento aiuole a tema, coinvolto negozianti e artigiani del territorio con il concorso “Città in fiore”.
L.S.
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Coldiretti preoccupata per gli effetti del maltempo sul trasporto del polline delle api e sui livelli dei primi raccolti di stagione del miele, dopo un tragico 2017 con la produzione italiana di miele scesa sotto 10 milioni di kg. In Toscana si produce il 10% del prodotto nazionale per circa 16 milioni di euro (4700 gli apicoltori, una parte dei quali hobbisti).
Api che restano nelle arnie per la pioggia durante la fioritura senza riuscire a svolgere il prezioso lavoro di trasporto del polline da una pianta all’altra. Ma in forte ritardo è anche la produzione di miele con cali fino al 50% per i primi raccolti di stagione, a seconda delle zone.
Coldiretti lancia l’allarme sugli effetti sulle api del maltempo e delle piogge, che a marzo sono state addirittura superiori del 74% alla media, dopo che il gelo di inizio anno aveva causato la regressione dello sviluppo delle famiglie e ulteriori perdite di quelle già deboli e debilitate per via dalla siccità della scorsa estate.
La primavera instabile sta creando grossi problemi agli alveari in alcune aree del Paese, avverte Coldiretti, perché il maltempo ha compromesso le fioriture e le api non hanno avuto la possibilità di raccogliere il nettare e quindi non stanno riuscendo a produrre miele. E difficoltà si registrano anche per l’impollinazione delle piante da frutto, con la prevedibile conseguenza di una minore disponibilità di prodotto, senza una decisa inversione di tendenza.
Tutto ciò rischia di aggravare una situazione già difficile, «dopo che la produzione di miele nel 2017 si è ridotta a meno di 10 milioni di chili – spiega Coldiretti -, uno dei risultati peggiori della storia dell’apicoltura moderna da almeno 35 anni, mentre le importazioni hanno superato i 23 milioni di chili con un aumento di quasi il 4% rispetto all’anno precedente. Quasi la metà di tutto il miele estero in Italia arriva da due soli paesi: Ungheria con oltre 8 milioni e mezzo di chili e la Cina con quasi 3 milioni di chili ai vertici per l’insicurezza alimentare».
Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, consiglia la Coldiretti, occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole: «il miele prodotto sul territorio nazionale dove non sono ammesse coltivazioni Ogm (a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina) è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti. La parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”».
«In Italia – aggiunge Coldiretti – esistono più di 50 varietà di miele a seconda del tipo di “pascolo” delle api: dal miele di acacia al millefiori (che è tra i più diffusi), da quello di arancia a quello di castagno (più scuro e amarognolo), dal miele di tiglio a quello di melata, fino ai mieli da piante aromatiche come la lavanda, il timo e il rosmarino. Nelle campagne italiane – conclude la Coldiretti – ci sono 1,2 milioni gli alveari curati da 45.000 apicoltori tra hobbisti e professionali con un valore stimato in più di 2 miliardi di euro per l’attività di impollinazione alle coltivazioni».
Nelle campagne della Toscana, fa sapere Coldiretti regionale, si producono mediamente 23mila quintali di miele, circa il 10% della produzione nazionale, per un valore di circa 16 milioni di euro. Gli apicoltori nella nostra regione sono circa 4700 e sebbene sia un settore dove è sviluppato l’hobbismo, una buona parte di questi sono veri e propri imprenditori agricoli. L’anagrafe regionale ad oggi censisce oltre 98.000 arnie.
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Il report annuale della Giunta regionale sull’applicazione della legge di gestione degli ungulati (L.R. 10/2016) mostra effetti positivi, soprattutto con i cinghiali nelle aree agricole, dove il prelievo annuale è passato da 11.629 capi del 2015 a 26.608 nel 2017; ok la caccia di selezione, con prelievi di oltre 13 mila cinghiali in 20 mesi. Forti incrementi dei danni però alle colture a Firenze e Siena, nella seconda a causa dell’aumento di quelli dei caprioli.
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Per questa edizione 2018 Vinitaly ha aumentato del 25% il numero degli espositori esteri presenti all’interno del padiglione International_Wine Hall, con delegazioni commerciali selezionate da 58 Paesi e una media di operatori professionali provenienti ogni anno da 140 nazioni. Cresce anche l’offerta “green” con le aree ViVIT, VinitalyBio e Fivi e nasce una innovativa directory online con 4.319 espositori da 33 Paesi e 13.000 vini iscritti.
Queste sono alcune delle novità e degli elementi caratterizzanti l’edizione numero 52 di Vinitaly che si terrà dal 18 al 18 aprile 2018 ed è oggi il più grande salone al mondo per metri quadrati e presenze estere dedicato al settore del vino e dei distillati.
Anche quest’anno Vinitaly è preceduto dall’evento internazionale OperWine, che sabato 14 aprile fa da ouverture alla rassegna nel palazzo della Gran Guardia, presentando 107 aziende di tutte le regioni italiane, selezionate dalla rivista americana Wine Spectator. Vinitaly si presenta come un unicum espositivo a livello internazionale grazie alla compresenza di Sol&Agrifood, salone internazionale dell’agroalimentare di qualità, rassegna interattiva che attraverso cooking show, momenti educational e degustazioni valorizza in chiave business le peculiarità dell'agroalimentare e l’olio extravergine d’oliva in particolare, e di Enolitech, appuntamento internazionale con la tecnologia innovativa applicata alla filiera del vino e dell’olio.
Il tutto legato da un ensemble di chef stellati, proposte di wine&food pairing, degustazioni di livello internazionale che fanno di ogni edizione di Vinitaly una annata irripetibile con appuntamenti di formazione tecnico-scientifica.
«Vinitaly si è sempre dichiarato uno strumento di servizio per le istituzioni e il sistema delle imprese, in chiave business e di relazioni internazionali – spiega Maurizio Danese, presidente di Veronafiere –. Il coinvolgimento della rassegna nel piano di promozione straordinaria del made in Italy è stato un passaggio importante per promuovere in modo unitario l’export vitivinicolo italiano. In tal senso, la collaborazione che stiamo portando avanti con ICE Agenzia, in particolare sui mercati di Cina e USA, è una modalità operativa che auspichiamo possa coinvolgere sempre più attori in un progetto di logica aggregativa. Sul fronte interno, continuiamo il lavoro iniziato nel 2015 per potenziare il
profilo professionale del visitatore di Vinitaly e la presenza di top buyer».
L’obiettivo dichiarato è quello di essere sempre più una piattaforma per gli affari delle aziende comparto. Anche per questo nel 2018 Vinitaly propone, in collaborazione con Wine Monitor di Nomisma, l’outlook sul futuro dei mercati mondiali target per il vino ed un focus specifico riservato agli USA, al quale seguiranno approfondimenti su Cina, Russia, Giappone, Regno Unito e Germania.
Particolare attenzione poi al digitale con una innovativa directory online con 4.319 espositori da 33 Paesi e 13.000 vini iscritti ad oggi che, attraverso un portale informativo in italiano, inglese e cinese, consente un matching b2b tutto l’anno, progettato lungo la linea del nuovo sviluppo di servizi digitali previsto dal pianto industriale. Piano che prevede investimenti anche per il miglioramento delle infrastrutture di quartiere e di pertinenza dello stesso (parcheggi, recupero e utilizzo già da quest’anno delle Gallerie Mercatali, manufatti di archeologia industriale prospicenti l’area espositiva) e un cesura sempre più marcata tra la fiera business nel quartiere e le iniziative di Vinitaly and the City dedicate ai wine lover in città, a Verona e, quest’anno, in tre borghi suggestivi della provincia: Bardolino, Soave e Valeggio sul Mincio.
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Il Mipaaf annuncia che l’obbligo d’indicare nell’etichetta degli alimenti lo stabilimento di produzione o confezionamento è in vigore da oggi. All’Ispettorato repressione frodi (Icqrf) il controllo e l’applicazione delle sanzioni: da 2 mila a 15 mila euro. Il vice ministro Olivero: «il nostro impegno si rivolge alla tutela del consumatore».
Da oggi, giovedì 5 aprile 2018, è scattato l’obbligo di indicare in etichetta la sede e l’indirizzo dello stabilimento di produzione o di confezionamento degli alimenti, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 145/2017.
A comunicarlo è il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) ricordando che tale indicazione «si aggiunge a quelle obbligatoriamente previste dal regolamento europeo (denominazione, ingredienti, presenza di allergeni, quantità, scadenza, nome del responsabile delle informazioni, paese di origine, istruzioni per l’uso, titolo alcolometrico e dichiarazione nutrizionale)».
Gli operatori dovranno, pertanto, indicare la località e l’indirizzo dello stabilimento (o solo la località se questa consente l’immediata identificazione dello stabilimento) di produzione o di confezionamento, se l’alimento è confezionato in uno stabilimento diverso da quello dove è stato prodotto. E l’obbligo riguarda gli alimenti prodotti in Italia e destinati al mercato italiano. In questo modo vengono garantite una corretta e completa informazione ai consumatori, una migliore e immediata rintracciabilità degli alimenti da parte degli organi di controllo e, di conseguenza, una più efficace tutela della salute.
«Il nostro impegno si rivolge alla tutela del consumatore – afferma il Vice Ministro Andrea Olivero - assicurando un’informazione piena che consenta di poter scegliere la qualità che si desidera. Sono certo che le nostre imprese agroalimentari sapranno cogliere appieno questa opportunità, andando incontro alle esigenze di un consumatore sempre più attento».
In caso di mancato rispetto dell’obbligo, l’operatore che non indicherà in etichetta lo stabilimento di produzione o di confezionamento sarà sottoposto a una sanzione amministrativa pecuniaria che varia da 2.000 euro a 15.000 euro. Sono previste sanzioni dello stesso importo anche per il caso in cui l’impresa che disponga di più stabilimenti non evidenzi quello effettivo mediante punzonatura o altro segno e sanzioni da 1.000 euro a 8.000 euro se non vengono rispettate le modalità di presentazione.
La legge di delega affida la competenza per il controllo del rispetto della norma e l'applicazione delle eventuali sanzioni all'Ispettorato repressione frodi (Icqrf).
Redazione