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Un nuovo prestigioso riconoscimento per Montecarlo, dopo la bandiera arancione del Touring Club italiano, premiato come unico ente pubblico toscano dall’associazione nazionale  dei Comuni Fioriti. Il comune di Montecarlo ha ottenuto, infatti, i due fiori all’edizione 2013 del Concorso Nazionale Comuni Fioriti, svoltasi a Savigliano in provincia di Cuneo, organizzata dall’Associazione Produttori Florovivaisti (As. Pro. Flor.). 

 
l concorso “Comuni fioriti” è organizzato dall’ASPROFLOR in collaborazione con l’ATL Distretto Turistico dei Laghi e la consulenza dello Studio Urbafor. Questa iniziativa di marketing turisticoambientale è adottata con successo ormai da decenni da molti paesi: sono oggi infatti circa 25.000 le città e i villaggi che partecipano in Europa a concorsi di fioritura, con importanti ricadute sulla qualità della vita e sull’immagine turistica (e conseguentemente sull’economia).
 
Con risorse limitate i concorsi hanno promosso tra le amministrazioni comunali e i cittadini un sano spirito di concorrenza e di emulazione che ha trasformato intere regioni e paesi in veri e propri giardini fioriti, sorridenti e accoglienti. A livello europeo il concorso Entente Florale mette poi in competizione i comuni più fioriti di 11 paesi: a questa iniziativa ha aderito nel 2006 anche l’Italia con l’Asproflor, e nelle successive edizioni sono numerose le medaglie d’oro, argento e bronzo vinte dai Comuni italiani.
 
Il Comune di Montecarlo, impegnatosi nell’ultimo anno e mezzo ad una più ampia ed accorta opera di manutenzione e rilettura dell’arredo urbano delle aree pubbliche, con particolare attenzione al centro storico, ha deciso di ampliare e diversificare le tipologie di arredo a verde e floreale per dare ancora maggiore risalto alla propria immagine ed alla particolare architettura del borgo antico. Un gesto apprezzato da visitatori e residenti.
 
Fonte: Comune di Montecarlo - Ufficio Stampa

E' diventata operativa la "banca della terra" della Regione Toscana. Ad un anno dal varo della legge regionale che istituisce l'Ente "Terre di Toscana" sono pubblici i primi bandi per l'assegnazione delle terre abbandonate o incolte a chi le vuole coltivare e far tornare produttive. I bandi sono ospitati sul sito di ARTEA, l'agenzia della Regione Toscana per le erogazioni in agricoltura. Nella home page dell'agenzia è riportato in evidenza il "logo" dell'Ente Terre e la scritta "Banca della Terra": basta un clic di mouse per entrare nel portale. I primi bandi riguardano la Val di Merse:

 
● 1.Unione dei Comuni della Val di Merse: 3 lotti di terreno così ripartiti:
a.118 ettari di terreno di cui 25 a seminativo;
b.17 ettari di terreno di cui 3,2 a seminativo e 14 di incolto
c.2,15 ettari di terreno di cui 1,57 di seminativo
 
● 2.Unione dei Comuni della Val di Merse: 3 lotti di ULIVETO così ripartiti:
a.3,17 ettari
b.2,69 ettari
c.1,87 ettari
 
Gli interessati possono partecipare alla procedura pubblica per l'affidamento in concessione di uno, più di uno o tutti i lotti a loro scelta.
I due bandi pubblicati prevedono la concessione dietro pagamento di un canone la cui base d'asta è differenziata a seconda del lotto (da un minimo di 300 euro/anno ad un massimo di 3.700 euro/anno).
Il termine per le domande è gia aperto e scadrà il 29 gennaio 2014
Le offerte, in questa prima fase di avvio, vanno presentate direttamente agli Enti delegati (in questo caso l'Unione dei Comuni val di Merse) attraverso spedizione postale, o consegna a mano. In un prossimo futuro sarà possibile affettuare la richiesta direttamente online.
Se l'Unione dei Comuni della Val di Merse è "l'apripista" della banca della terra in Toscana, altri Enti stanno per trasmettere la documentazione all'Ente Terre di Toscana. I prossimi bandi dovrebbero essere pubblicati entro la fine dell'anno.
"Con la Banca della Terra – sottolinea l'assessore regionale all'agricoltura, Gianni Salvadori – la Regione Toscana fa da apripista a livello nazionale per un nuovo modello di sviluppo, un modello di sviluppo sostenibile che valorizza le risorse invece di lasciarle abbandonate e contribuisce a garantire lavoro ai giovani e presidio dell'ambiente contro il dissesto idrogeologico. Ricordo – conclude Salvadoriche la priorità per queste domande spetterà ai giovani e che in Toscana l'imprenditorialità giovanile legata all'agricoltura ha dimostrato di essere molto vivace. In molti casi però, ad una buona idea imprenditoriale, faceva da contraltare la mancanza della terra per poterla attuare. Ora si comincia a dare risposte concrete a questi bisogni."
 
Redazione Floraviva

Sono già migliaia gli agricoltori e gli allevatori che dalle prime ore della mattina, sfidando il freddo intenso, hanno invaso la frontiera del Brennero tra Italia e Austria per la mobilitazione “La battaglia di Natale: scegli l’Italia” promossa dalla Coldiretti per difendere l’economia e il lavoro delle campagne dalle importazioni di bassa qualità che varcano le frontiere per essere spacciate come italiane

 
Nel piazzale scelto come campo base all'area di parcheggio “Brennero” al km 1 dell'autostrada del Brennero – direzione sud (Austria-Italia) ci sono trattori e decine di pullman che, nella notte, hanno già portato al valico gli imprenditori agricoli provenienti da tutta Italia. Gli allevatori si sono schierati attorno al tracciato stradale e hanno iniziato a fermare i camion per sapere cosa arriva e dove va a finire mentre sono sollevati cartelli, indirizzati agli automobilisti in transito, per chiedere di sostenere la proposta di etichettatura obbligatoria per tutti i prodotti alimentari: “615mila maiali in meno in Italia grazie alle importazioni alla diossina dalla Germania”, “1 mozzarella su 4 è senza latte”, “Italia Germania 3 a 1, undici politici con le palle cercasi” con la foto della squadra vincitrice dei mondiali 1982”, “Il falso prosciutto italiano ha fatto perdere il 10 % dei posti di lavoro”, “Basta inganni scegli l’Italia”, “Subito l’etichetta per succhi di frutta, salumi, formaggi e mozzarelle”, “il falso Made in Italy uccide l’Italia”, “Fuori i nomi di chi fa i formaggi con caseine e cagliate”. Si contano diversi trattori, una quarantina di camper e numerosi furgoni che hanno portato prodotti tipici dalle diverse regioni per il vettovagliamento. E’ stata alzata dalla Coldiretti, infatti, una grande tenda sotto la quale potranno alternarsi per mangiare e difendersi dal freddo agricoltori e allevatori.
 
Redazione Floraviva

World Farmer’s Organisation:“L’azienda familiare è la spina dorsale dell’agricoltura in tutto il mondo” Agricoltura familiare, un modello organizzativo per uscire dalla crisi: quali politiche necessarie e quali già presenti tra i membri del WFO

 

Così l’Organizzazione Mondiale degli Agricoltori (OMA-WFO) è intervenuta nel corso della conferenza della Commissione europea "Agricoltura familiare: un dialogo verso un modello sostenibile e flessibile in Europa e nel mondo" che si è tenuta, oggi, a Bruxelles per l’"Anno internazionale dell'agricoltura familiare". A rappresentare l’OMA all’evento odierno erano presente Luis Miguel Etchevehere, membro del consiglio direttivo WFO, Marco Marzano de Marinis, WFO direttore esecutivo e Cinzia Pagni, testimoni del ruolo attivo dell’organizzazione all’iniziativa globale delle Nazioni Unite prevista per il 2014. Insieme alla FAO ed alle altre organizzazioni, l’OMA, infatti, partecipa attivamente all’International Steering Committee per l’Anno Internazionale dell’Agricoltura Familiare, finalizzato al raggiungimento degli obiettivi preposti dalle ONU.
 
L’agricoltura familiare ha una grande rilevanza  tra le organizzazioni agricole dell’Organizzazione Mondiale degli Agricoltori che, attualmente, possiede circa 60 membri di quasi 50 Paesi differenti. In alcuni Stati, il family farming corrisponde totalmente o quasi all’agricoltura del Paese come in Belgio, Ghana, Norvegia e Svezia, mentre costituisce il 95% Svizzera, Gran Bretagna, Finlandia, Irlanda, Uganda, Australia. In altri, comunque, rappresenta la struttura agricola prevalente con percentuali che variano dal 91% della Nuova Zelanda al 50% del Mozambico.
 
Il family farming è, dunque, una realtà fondamentale nel panorama agricolo attuale di cui i Paesi e le loro politiche devono prender atto ma, mentre in alcuni Stati sono già attive misure che incentivano le aziende agricole familiari, in altri è ancora necessario applicarne. Tra i membri dell’OMA, a segnalare la necessità di misure che rendano più competitivi i family farmers sul mercato e  meno dipendenti dai fondi della PAC sono, ad esempio, Paesi come Gran Bretagna, Svizzera e Finlandia. C’è invece chi chiede maggiori fondi dedicati come l’Albania, il Sud Africa, il Ghana e l’Uganda che, ad esempio, chiede facilitazioni per l’accesso al credito,
 
“L’OMA è consapevole delle difficoltà comuni alle famiglie agricole: carenza di accesso al credito, posizione marginale nella filiera, carenza di adeguate infrastrutture, scarso accesso alle informazioni, esclusioni dal Forum mondiali e dalle agende dello sviluppo, adattamento ai cambiamenti climatici, necessità di un reddito adeguato – ha dichiarato Cinzia Pagni dell’Organizzazione Mondiale degli Agricoltori –. Per questo come World Farmers Organisation ci impegniamo a considerare il 2014 come un’eccellente opportunità per riportare al centro della società civile e delle istituzioni nazionali, europee e mondiali l’attenzione sui valori distintivi del modello agricolo familiare. Sarà questo il nostro impegno per l’Anno internazionale dell’Agricoltura familiare in cui puntiamo ad accrescere la consapevolezza politica del valore dell’impresa familiare, per prospettare e veicolare soluzioni alle difficoltà presenti”.
 
Come ha sottolineato la WFO durante la conferenza, l’agricoltura familiare può rappresentare  anche una best practice per uscire dalla crisi economica, in quanto modello organizzativo che contempla segni distintivi. Nelle aziende agricole familiari, ad esempio, il ricambio generazionale garantisce la continuità aziendale ed apporta innovazione e miglioramenti gestionali. La condivisione delle informazioni e delle responsabilità rappresenta un vantaggio organizzativo e di coesione. L’orizzonte temporale non è dominato dal breve periodo, ma è esteso anche alle future generazioni.  Sono questi i valori distintivi che garantiscono un valore aggiunto al modello agricolo familiare. Modello che –  come hanno segnalato alcuni membri dell’OMA – alcuni Paesi hanno compreso, dando inizio a politiche incentivanti. Tra i membri del WFO, gli esempi positivi arrivano dagli Stati Uniti dove esistono reti di protezione sociale dedicate o dal Canada dove sono previsti prestiti agevolati per i giovani imprenditori. Ancora l’Argentina dispone di misure speciali di inserimento nel mercato, per costruire alleanze tra i vari attori della filiera, nonchè di incentivi alla produzione. Un buon esempio arriva anche dall’Australia dove sono già presenti agevolazioni e aiuti fiscali per le aziende agricole familiari. Il Governo, inoltre, lavora direttamente con le comunità rurali tramite un collegamento tra investimento e sviluppo. Tra i membri dell’OMA anche alcuni Stati africani prevedono misure di supporto, come l’Uganda e l’Etiopia che, ad esempio, ha già in atto politiche di sviluppo che assicurano il controllo e l’accesso alla terra. Un caso positivo arriva, infine, anche dalla Svizzera che ha misure finanziarie e legali di sostegno per l’accesso alla terra e prevede perfino attività di formazione. 
 
Redazione Floraviva

A Milano nel 2013 sono 181 le imprese, tra sedi e unità locali, che dichiarano di esercitare questo tipo di attività come principale, In base al registro delle imprese della Camera di Commercio di Milano, nella capitale meneghina nel 2013 sono 181 le imprese, tra sedi e unità locali, che dichiarano di esercitare questo tipo di attività come principale, in crescita dell’ 11,7% rispetto allo scorso anno, quasi il 68% in più negli ultimi tre anni.

I distributori automatici presenti a Milano rappresentano quasi la metà del totale provinciale, pari a 367 imprese. L’incremento del numero è accompagnato anche dall’aumento del prodotti commercializzati. Nei distributori automatici è infatti possibile acquistare di tutto: oltre a cibo e bevande, si trovano anche articoli sanitari, giocattoli, dvd, libri e in alcuni persino fiori e cellulari. Tra i prodotti commercializzati si trovano anche bevande alcoliche, in particolare lattine di birra e bottiglie di vino.
 
Come avviene per i distributori di sigarette, per acquistare questi prodotti occorre inserire la tessera sanitaria della Regione Lombardia che, attraverso il chip, dimostra l’età dell’acquirente che per legge deve essere superiore ai 18 anni. Prima i distributori automatici erano legati ai momenti di pausa al lavoro, non luoghi dove scambiare quattro chiacchiere con i colleghi sorseggiando una tazzina di caffè di scarsa qualità, oppure erano presi d’assalto dagli studenti di scuole e università durante la ricreazione. Oggi invece sono ovunque, in molte strade cittadine accanto ai classici negozi, ma anche in luoghi di passaggio come le stazioni della metropolitana o gli aeroporti e sono frequentati in tutte le ore del giorno e della notte. Il valore aggiunto dei distributori automatici è infatti proprio quello di essere aperti 24 ore su 24 e di poter essere collocate ovunque, anche dove mancano i negozi tradizionali.
 
Redazione Floraviva