Un albero, fiore, pianta per...

Al presidente di Orticolario, la manifestazione sul «giardinaggio evoluto» di Cernobbio sul Lago di Como, è stata intitolata una pianta. Si tratta di una cultivar di Psidium guajava, denominata appunto L. ‘Moritz Mantero’: una mutazione compatta e nana avvenuta circa 15 anni fa nei vivai di Natale Torre a Milazzo. Natale ha provveduto a selezionarla con cura, ma non l’ha mai immessa sul mercato sino ad oggi, perché attendeva il momento opportuno che è arrivato con il settantesimo compleanno di Moritz Mantero. I Vivai Torre la presenteranno ed esporranno a Villa Erba dal 30 settembre al 2 ottobre 2016 durante l’ottava edizione di Orticolario, che avrà per tema “Il risveglio” e come fiore dell’edizione l'anemone, il fiore del vento.
floravivapubbLa guaiava o guava (spesso chiamata con il nome spagnolo guayaba), è un piccolo albero appartenente alla famiglia delle mirtacee. L'albero è diffusamente coltivato per il valore commerciale dei suoi frutti. Il suo luogo di origine non è certo, ma si ritiene che sia un'area compresa tra il Messico meridionale e l'America Centrale. È stata poi diffusa dall'uomo, dagli uccelli e da altri animali in tutte le aree temperato-calde dell'America tropicale e nelle Indie Occidentali (dal XVI secolo). La guava era già nota agli Aztechi, che la chiamavano Xalxocotl (prugna di sabbia); in tempi successivi le prime notizie storiche risalgono ai primi decenni del Cinquecento ad opera di Hernandez de Oviedo. Appartengono al genere Psidium circa 100 specie e il nome Psidion in greco significa “melograno”, per via dei piccoli semi sparsi nella polpa. La specie originaria è un alberetto alto da 2 a 7 metri.
La guava ‘Moritz Mantero’ è interessante per la sua decoratività, per i suoi fiori (la fioritura avviene solitamente a fine giugno-luglio) e per i suoi frutti, la cui maturazione avviene a partire da settembre-ottobre sino a dicembre; in alcune varietà rifiorenti si può protrarre fino a primavera. La cultivar ‘Moritz Mantero’, in centro e sud Italia, dove non gela, può essere coltivata in piena terra in giardino. Nelle regioni del nord va protetta d’inverno. Può resistere sino a -7 °C, in determinati stadi di crescita, e può essere coltivata in vaso come gli agrumi.
 
L.S.

E’ dedicata al segno zodiacale della Vergine (23 agosto – 22 settembre) la seconda tappa del viaggio fra oroscopo e fiori di questa rubrica di Floraviva. Anche nel caso di questo segno zodiacale, il cui elemento naturale è la terra e che si contraddistingue per razionalità, chiarezza e sincera fierezza, fonti diverse associano differenti fiori o piante. Se ad esempio Msn Lifestyle indica le ortensie e i narcisi (vedi), l’astrologo Kim Allen sceglie due piante che aiutano a dormire e rilassarsi: valeriana e verbena (vedi). Ma Floraviva sceglie il giglio, il genere Lilium, e in particolare la specie Lilium candidum, sulla scia di Marianna Tognini di Donna Moderna, che lo nomina secondo «fiore portafortuna della Vergine» subito dopo la gardenia, in quanto simbolo di purezza e sincerità come quest’ultima, ma anche di fedeltà e nobile fierezza (vedi); e di Wikipedia, che lo affianca al gelsomino.

I fiori del genere Lilium, che vengono prodotti per essere venduti sia come piante ornamentali in vaso sia come fiori recisi, sono distribuiti infatti in un’ottantina di specie e numerosi ibridi e cultivar con differenti sfumature di significato a seconda del colore. Per esempio, come ricordato su www.giardinaggio.it, i gigli gialli possono rinviare nel linguaggio dei fiori alla falsità, mentre quelli arancioni o rossi, richiamando la fiamma della passione, è come se dicessero «io brucio per te». Però, il più delle volte, quando si parla del significato del giglio, si pensa al giglio bianco, che rimanda a purezza, castità e candore. Al Lilium candidum, originario dei Balcani e dell’Asia occidentale, vengono attribuiti anche altri significati, legati a leggende o a sue caratteristiche botaniche, quali lo stelo alto e dritto che non si piega, da cui deriva l’associazione alla fierezza e nobiltà. Per cui regalare un fiore a una persona amata è come comunicarle «tu sei la mia regina». Nella storia dell’arte, i gigli bianchi compaiono spesso nei dipinti della Madonna, la Beata Vergine Maria, al punto che il Lilium candidum viene anche chiamato «giglio della Madonna». Questo fiore è presente anche nell’iconografia di alcuni santi, fra cui Sant’Antonio da Padova, che viene raffigurato con il giglio bianco in mano a rappresentare la purezza del corpo e dell’anima, tant’è che il Lilium candidum viene detto anche «giglio di Sant’Antonio».

L.S.

Inizia sotto il segno del sole il viaggio in dodici puntate fra oroscopo e piante fiorite che la rubrica “Un fiore per…” di Floraviva affronta da oggi. Un percorso in dodici tappe che farà sorridere, come di fronte a un passatempo scherzoso, chi non crede ai segni zodiacali. Ma che non deve necessariamente portare a sminuire la loro efficacia simbolica nei contesti sociali. Tanto più se essi vengono combinati al linguaggio (o linguaggi) dei fiori.
Fonti diverse indicano come congeniali al segno del Leone (23 luglio - 23 agosto) differenti piante e fiori. Così l’astrologo Kim Allen, citato in un articolo di Tiscali Ambiente dell’11 luglio 2016 (dall’originale), annovera fra le piante che i nati sotto questo segno sono adatti a coltivare, in quanto attirano energie positive rendendo allegro l’ambiente, anche la camomilla. Mentre Msn Lifestyle del 30 giugno 2016 elenca pure le dalie e le calendule. Ma le principali fonti che abbiamo consultato mettono al primo posto, come fiore per il Leone, il girasole: il fiore che meglio rappresenta un segno ritenuto maestoso e carismatico, coraggioso e leale, per quanto a volte un po’ egoista e accentratore.
loghivarifiori.gifE in effetti il girasole comune o specie Helianthus annuus, dal greco helios (sole) e anthos (fiore), che deve il suo nome all’eliotropismo, cioè la tendenza a orientare il capolino verso il sole, ha un fortissimo impatto visivo che lo rende inconfondibile e adatto a svariati usi decorativi: in casa, nelle vetrine dei negozi e all’aperto. Coltivato sia per i semi commestibili che per l’olio che se ne ricava, è diffuso anche come fiore spontaneo. E’ originario del Perù, dove gli Incas lo consideravano l’immagine del loro Dio del sole. Nel linguaggio dei fiori indica l’adorazione, ma è stato recentemente associato alla liberazione dalle armi nucleari, dopo che l’Ucraina, nel 1996, trasferì fuori dai propri confini l’ultima testata nucleare e l’evento fu celebrato spargendo semi di girasole nel terreno. Indimenticabili i dipinti del 1888 di Vincent Van Gogh che lo hanno immortalato nella storia dell’arte.
 
L.S.
Martedì 26 luglio, ci ha lasciati Pia Pera, scrittrice lucchese di opere di saggistica e narrativa, oltre che di traduzioni (soprattutto dal russo). La sua dolce penna ha saputo descrivere i giardini e le piante con amorevole attenzione e piacere intellettuale.
Noi la ricordiamo oggi con il fiore che "VerdeMura", manifestazione lucchese di giardinaggio, le aveva dedicato lo scorso aprile: la camelia "Pia Pera". Nei numerosi articoli scritti per il mensile "Gardenia" Pia ha saputo dar vita a un'immagine del giardino nuova quale vera e propria palestra culturale e luogo preferito per scandagliare il proprio io, nelle sue molteplici forme specchiate nelle piante e nei fiori. Grande lezione di vita il suo ultimo libro: "Al giardino ancora non l'ho detto" (Ponte alle Grazie), il diario di una progressiva perdita delle possibilità del corpo, causata dalla SLA, ma sempre accompagnata dal suo sorriso.
 
Redazione
Era gennaio quando dallo spazio l'astronauta della NASA, Scott Kelly, comunicava dai suoi social network alla terra che una nuova forma di vita era nata: Zinnia, il primo fiore sbocciato nello spazio. Appartenenti alla famiglia delle Asteracee, gli esemplari di Zinnia sembrano delle margherite dai petali arancioni e dal rigoglioso fogliame verde.
Le Zinnie nate sulla ISS, Stazione Spaziale Internazionale, erano state piantate da Kjell Linfgren lo scorso 16 novembre in una mini-serra costruita a bordo della stazione orbitante. Per la sua crescita al posto del sole ci sono stati qualche led rosso e blu, e terra e acqua come da manuale. Nonostante alcuni imprevisti, come muffa, epinastia (fenomeno che porta le foglie a piegarsi) o guttazione per l'eccessiva umidità, l'esperimento è infine riuscito e ha portato tanta soddisfazione.
Nonostante la loro bellezza, i fiori di Zinnia non sono stati scelti per questo, ma per capire come nascono e crescono i fiori in generale in condizioni di microgravità. Dal fiore al frutto: dopo il successo di Zinnia, i ricercatori intendono provare a coltivare pomodori i cui semi dovrebbero arrivare all'astro-serra per il 2017. Piccoli passi per nuove forme di vita "spaziali".
 
Redazione