Arte Verde
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- Scritto da Andrea Vitali
Arte che attinge dalla natura e che ad essa ritorna inesorabilmente: questa la formula che potrebbe descrivere al meglio l’arte di Martin Hill, artista inglese che dal 1992 si dedica alla creazione di sculture ambientali davvero particolari. Assieme all’artista Philippa Jones, Hill asseconda la natura in tutto e per tutto: le forme delle sue opere sono ispirate ad essa, così come i materiali con cui sono create provengono direttamente da essa. Le fotografie, note ormai in tutto il mondo, sono l’unica cosa che rimane di queste effimere, ma preziose sculture. Un cerchio perfetto è dunque ciò che Hill disegna nelle sue opere. Tutto ritorna alla natura e l’arte diventa così ispiratrice di un modello di vita alternativo. Forte sostenitore della necessità di un cambiamento verso un’economia sostenibile, l’artista lavora in luoghi selvaggi, quali spiagge desolate, camini vulcanici e montagne. Dal 2006 Hill è allo studio dei principi di sostenibilità e viaggia per conoscere studiosi e scienziati dell’economia sostenibile. Con Philippa Jones continua a esplorare tutto il mondo e a creare, scalando montagne e affrontando impervietà, incredibili sculture ambientali.
Arte Verde è una rubrica curata da AnneClaire Budin
testi di Anna Lazzerini (da Ginevra)
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- Scritto da Andrea Vitali
Quando l’arte non ricrea un paesaggio fantastico o surreale, ma si dedica piuttosto alla rappresentazione reale del corso delle cose, allora ci spinge a un’interrogazione profonda di noi stessi, che in essa ci specchiamo. “Washed up” è proprio questo specchio in cui vediamo riflesso l’inquinamento causato dalla plastica nell’oceano e sulle rive di Sian Ka’an. Alejandro Duran è l’artista, nato a Città del Messico nel 1974 e che attualmente vive e lavora a Brookyn, che ha dato vita a questo incredibile lavoro sulla più grande riserva federalmente protetta del Messico. Sian Ka’an è infatti patrimonio mondiale dell’Unesco grazie a più di venti siti archeologici precolombiani e al fatto di essere la seconda barriera corallina costiera più grande del mondo. Qui purtroppo si vanta anche un altro triste primato: Sian Ka’an è un deposito di rifiuti a livello mondiale, plastica e molto altro convergono portati dalle correnti marine. La pazienza e l’arte di Alejandro hanno individuato rifiuti provenienti da ben cinquanta nazioni di sei continenti. E questi sono diventati delle vere e proprie opere d’arte capaci di porci degli interrogativi sul nostro irresponsabile consumismo. “Washed up” è un insieme di rifiuti sistemati come le onde dell’oceano potrebbero averli disposti o che prendono la forma di alghe, radici, fiumi o frutti per farci riflettere su quanto la plastica sia diventata parte integrante del paesaggio naturale. Alejandro Duras continua oggi ad esaminare il rapporto che si sta creando fra il mondo naturale e quello sovrasviluppato attraverso la fotografia, le installazioni e video.
Arte Verde è una rubrica curata da AnneClaire Budin
testi di Anna Lazzerini (da Ginevra)
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- Scritto da Andrea Vitali
Conosciuti per la grande capacità di mescolare assieme la loro tecnica e il loro estro, Gerda Steiner e Jörg Lenzlinger sono i due artisti svizzeri che hanno dato vita all'intricato ed elegante giardino sospeso dal soffitto della chiesa di San Stae a Venezia. "Fallender Garten" si accorda perfettamente all'atmosfera mistica della chiesa in cui è situato, al centro della navata. Al di sopra di un letto, numerose piante si sviluppano in volute aeree: germogli, fiori e rami, naturali e artificiali, si intrecciano con soluzioni saline per dar vita a un originale universo di colori. Chi ha la fortuna di ammirare questo giardino sospeso si ritrova sotto una pioggia vegetale, che è invitato a ricevere lasciandosi andare su un letto, posto al centro della navata. Questa installazione porta il segno riconoscibile della conoscenza, della tecnica e della pratica di Gerda Steiner e Jörg Lenzlinger. Essi lavorano infatti sull'interazione fra uomo e ambiente al fine di rendere più bello questo quotidiano interagire delle persone con ciò che le circonda. La trasparente prospettiva che i due artisti sanno realizzare nelle loro opere è spesso costruita con materiali usati e ricollocati in un particolare ambiente. Centinaia di petali di fiori, di piume o di piccoli elementi organici e naturali danno vita a opere di grandi dimensioni nelle abili mani di Gerda e Jörg. Le loro creazioni interrogano i nostri atti mondani e il nostro rapporto con l'ambiente circostante mettendoci di fronte agli oggetti quotidiani in una nuova veste.
Arte Verde è una rubrica curata da AnneClaire Budin
testi di Anna Lazzerini (da Ginevra)
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- Scritto da Andrea Vitali
Melanie Bonajo oggi vive e lavora ad Amsterdam, ma la sua fama varca i confini del Belgio, suo paese natio, come dimostrano le esposizioni dei suoi lavori in numerose istituzioni d’arte internazionali. L’arte di Melanie spazia dalla fotografia, alle installazioni, ai video fino alle performance: sempre alla ricerca dei soggetti connessi al progresso, che tutto coinvolge e sconvolge. Melanie Bonajo indaga sull’io di ognuno per trovare ciò che lo allontana da se stesso, da quel connato senso di appartenenza all’umanità. Il suo lavoro parte da un approccio diverso, capace di portare l’io nell’arte in modo intuitivo e emotivo. Così, anche le sue opere riguardanti la natura portano il segno inconfondibile della sua firma, estremamente personale, emotiva e spirituale. Quello che Melanie cerca con la sua arte è il motivo dell’allontanamento dell’uomo da se stesso e dalla natura, scandagliando in questa direzione nella contemporaneità del benessere e nei concetti di casa, di genere e di valore.
Arte Verde è una rubrica curata da AnneClaire Budin
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- Scritto da Andrea Vitali
Alberto Burri nasce a Città di Castello in Umbria e si laurea in medicina, ma ben presto la sua passione per l’arte ha la meglio nel suo percorso professionale: dopo essersi arruolato come ufficiale medico, nel 1943 viene fatto prigioniero a Tunisi dagli inglesi e l’anno successivo trasferito in un campo di prigionia in Texas. Qui inizia la sua attività artistica e al suo ritorno in Italia si dedica interamente ad essa. La ricerca artistica di Burri indaga le qualità espressive della materia. Contrassegno della sua arte è l’intervento successivo: dopo che i materiali sono stati usati, essa li imprime nel ricordo. L’esempio più grande del segno artistico di Burri è il suo “Cretto”, il gigantesco monumento che ricorda la distruzione della città di Gibellina, oggi chiamata Gibellina Vecchia, causata dal terremoto del Belice il 14 gennaio del 1968. Burri ha realizzato un’opera di circa dieci ettari che ripercorre le vie e i vicoli della vecchia città, proprio dove un tempo essa sorgeva. Le macerie sono così cementificate nel “Cretto” , che mantiene viva, ancora oggi, la memoria storica del paese. Ecco come una serie di fratture di cemento sul terreno diventano un prezioso ricordo che l’arte di Burri ha conservato per la città di Gibellina. La forza dell’opera e di tutta la realizzazione artistica di Burri sta proprio nel mostrare la vita e la realtà con trasparenza e sincerità, senza imitazione.
Arte Verde è una rubrica curata da AnneClaire Budin
testi di Anna Lazzerini (da Ginevra)