Il vivaista

All’assemblea dei soci dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI), soggetto referente del Distretto vivaistico pistoiese, tenutasi ieri al Circolo di Masiano (Pistoia), sono stati approvati all’unanimità bilancio e nuovo Consiglio direttivo. Interventi del sindaco di Pistoia e di alcuni assessori regionali. Il presidente di AVI Magazzini ha letto un messaggio dell’assessora regionale all’agricoltura Saccardi, per la quale gli investimenti «in aree verdi» sono «interventi strutturali per le generazioni future» e bisogna salvaguardare le esigenze di competitività delle aziende vivaistiche. Presentato ai soci il neo presidente di distretto Francesco Ferrini, che ha illustrato i suoi obiettivi. Tra le novità dell’Associazione, tre nuovi membri nel Consiglio direttivo e acquisto di una nuova sede. Confermato il programma con risorse destinate alle attività di “promozione e ricerca e sviluppo” che salgono a 128 mila euro nel preventivo del 2021 (da 119 mila nel 2020) e grande impegno nella progettazione per bandi regionali che offrono cofinanziamenti in eco-sostenibilità e innovazione oppure formazione gratuita. Presidente e vice presidenti di AVI saranno votati al prossimo Consiglio direttivo entro luglio.

Si tratta di un’assemblea particolare, la prima in presenza dopo che la pandemia aveva fatto saltare quella dello scorso dicembre sul bilancio preventivo 2021, e che teniamo a luglio invece che a giugno perché il Covid ci ha impedito di organizzare prima questo evento in presenza, ma alla fine ci siamo riusciti. Votiamo il bilancio previsionale del 2021 e il consuntivo del 2020, e il rinnovo del consiglio direttivo, di cui era scaduto il mandato, con sei conferme e tre nuove figure più giovani del vivaismo pistoiese. Alla prima riunione del nuovo Consiglio direttivo, entro luglio, voteremo presidente e vice presidenti».
Così Luca Magazzini, presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI), soggetto referente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia, ha introdotto ieri l’assemblea di AVI, nella quale ha presentato ai soci il nuovo presidente del Distretto Francesco Ferrini, fresco di elezione: «una figura di spessore internazionale con grandi capacità tecniche e con grande voglia di mettersi a disposizione delle circa 1400 aziende produttrici di piante ornamentali». Un’assemblea che cade in una fase cruciale, ricca di opportunità, ma delicata per il vivaismo, perché, come ha spiegato Magazzini nella sua relazione, «da un lato c’è bisogno di aumentare e programmare meglio le produzioni per far fronte alla domanda, altrimenti è inutile parlare di milioni di alberi da piantare, e al tempo stesso i processi di innovazione per ridurre la chimica sono finora avvenuti con investimenti e risorse proprie delle aziende». Con riferimento in generale «al protocollo d’intesa del 2019 con la Regione Toscana per la progressiva riduzione degli agrofarmaci» nei vivai e più nello specifico al Progetto integrato di distretto (Pid) “Vivaismo per un futuro sostenibile”, il cui finanziamento è stato approvato da diversi mesi dalla Regione Toscana senza però che siano state avviate ancora le erogazioni dei cofinanziamenti regionali alle aziende partecipanti al Pid.
Sono stati quindi graditi gli interventi all’assemblea di importanti interlocutori istituzionali come il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, che ha detto fra l’altro nel suo intervento «ci aspettano battaglie sulla programmazione della produzione di piante per stare dietro alla domanda», dei consiglieri regionali Alessandro Capecchi (anche assessore comunale al governo del territorio e la riqualificazione urbana), Federica Fratoni e Marco Niccolai, che hanno confermato la centralità e ruolo trainante del comparto vivaistico con rassicurazioni sull’imminente erogazione dei finanziamenti deliberati. Così come è stata gradita la lettera inviata dall’assessore regionale Stefania Saccardi, letta da Magazzini durante l’assemblea, in cui la vicepresidente della Regione ha dichiarato che, grazie anche all’affermarsi della «consapevolezza dell’importanza del verde nelle nostre città», fra i «molti temi che potranno essere sviluppati con le risorse destinate dall’Europa per sostenere la ripresa dopo la crisi determinata dalla pandemia Covid 19» vi è «in primo luogo quello della rigenerazione delle aree urbane», perché «impiegare risorse per la realizzazione e il miglioramento delle aree verdi può rappresentare un importante intervento di tipo strutturale», un investimento per le generazioni future. Saccardi ha aggiunto che «il vivaismo resta un settore economico produttivo» che deve confrontarsi con «una competizione – anche internazionale – sempre più sostenuta» e con «l’esigenza di contenere i costi con l’obiettivo di commercializzare adeguatamente le produzioni», per cui «saranno necessari anche ricerca applicata, innovazione, lo studio di nuove metodologie produttive con impatti ambientali sempre minori, tecnologie per migliorare e diversificare l’offerta e aumentare la competitività».

Nella sua relazione, il neo presidente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia Francesco Ferrini, dopo essersi presentato alla platea dei soci di AVI ricordando le sue molteplici esperienze di ricerca attinenti al vivaismo, ha tra l’altro sostenuto che «la metà del Pil mondiale dipende fortemente o moderatamente dalla natura. Per ogni euro speso per il ripristino della natura, ci si può aspettare almeno 9 euro di benefici economici. E questo è un dato su cui dovremo far valere la nostra forza sui tavoli contrattuali. Perché la natura, intendo soprattutto la “natura urbana”, la si costruisce a partire dai vivai. Questo deve essere fortemente sottolineato. Non dobbiamo però andare dietro ai proclami dei milioni se non addirittura miliardi di alberi da piantare. Non dobbiamo dire quanti alberi pianteremo, ma quanti riusciremo a farne sopravvivere. Partendo da materiale di qualità, sicuramente le percentuali di successo saranno maggiori. E Pistoia è qualità. Nonostante la crisi, Pistoia ha sempre mantenuto standard qualitativi elevati e mediamente superiori a quelli di altre aree produttive».

Bilancio e nuovo Consiglio direttivo
Dopo la relazione di Magazzini, sono stati illustrati dal revisore dei conti Paola Fanti sia il bilancio preventivo del 2021 che il bilancio consuntivo del 2020 di AVI, la cui base associativa è stabile a 219 soci (contro i 221 dell’ultima assemblea) e che l’anno scorso ha deciso di acquistare una nuova sede cogliendo al volo una buona occasione immobiliare con un mutuo conveniente.
In generale i conti sono in ordine. Dal bilancio consuntivo di cassa del 2020 risultano infatti 257.816 € di uscite e 242.610 € di entrate, con un disavanzo di cassa di 15.206 € ampiamente coperto dall’avanzo di gestione precedente (51.704 €) e una disponibilità al 31 dicembre 2020 di 36.499 €.  Per quanto riguarda invece il bilancio preventivo di cassa del 2021, le uscite ed entrate previste (a pareggio) sono di 207.403 €. Fra le entrate previste, circa 50 mila euro arriveranno dalle quote associative e quasi 86 mila euro dalle sponsorizzazioni. Da notare, come sottolineato da Paola Fanti, che nel preventivo del 2021 salgono a 128.000 euro (da 119 mila euro del 2020) le risorse destinate alle attività di “promozione e ricerca e sviluppo” e che rappresentano gli scopi propri dell’associazione, con AVI impegnata in particolare nella progettazione per bandi regionali che offrono cofinanziamenti in eco-sostenibilità e innovazione oppure formazione gratuita. Entrambi i bilanci sono stati approvati all’unanimità.


Subito dopo si è passati alla votazione del nuovo Consiglio direttivo, che ha visto l’ingresso di tre nuovi consiglieri: Bartolini Massimo (per Vivai Piante Bartolini Massimo), Bartolini Maurizio (Vivai Reali V.) e Masetti Gianna (Vivai Piante Masetti Sabino). Confermati Bessi Marco (Bessi Vivai di Mauro & Marco S.S.A.), Ghelardeschi Leonardo (Gherlardeschi Piante), Innocenti Grazia (Rolando Innocenti & Figli), Magazzini Luca (Az. Agr. Magazzini Luca), Stanghini Gilberto (Vivai Stanghini G. di Alessio Stanghini) e Vignoli Francesco (Vivai Piante Vignoli). Anche il nuovo Consiglio direttivo è stato approvato all’unanimità.

Redazione

 

 

Andrea Zelari e Sandro Orlandini

Sia il presidente di Cia Toscana Centro Sandro Orlandini, che l’ha proposto, sia il presidente di Confagricoltura Pistoia Andrea Zelari, che è un importante vivaista del Distretto vivaistico pistoiese, hanno espresso piena soddisfazione per l’elezione del prof. Ferrini alla presidenza del Distretto.


Reazioni molto positive da parte di due delle associazioni di categoria agricole competenti sul territorio pistoiese alla elezione di Francesco Ferrini, professore di “Arboricoltura generale e coltivazioni arboree” all’Università di Firenze: Cia – Agricoltori italiani Toscana Centro presieduta da Sandro Orlandini e Confagricoltura Pistoia, il cui presidente è Andrea Zelari, importante vivaista del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia.
Sandro Orlandini, a cui si deve la candidatura del prof. Ferrini, si è così espresso in un comunicato diffuso subito dopo l’elezione del docente di arboricoltura dell’ateneo fiorentino: «siamo molto soddisfatti perché Ferrini è una personalità di alto profilo e perché è stato il nome da noi proposto come successore di Mati». «In una fase in cui i temi della sostenibilità ambientale e le novità fitosanitarie ci impongono un sempre più stretto rapporto di collaborazione fra mondo della ricerca e imprese florovivaistiche – ha sottolineato Orlandini - il nome di Ferrini va in questa direzione». Orlandini ha poi ringraziato il presidente uscente Francesco Mati «per il grande lavoro svolto in questi anni, che ha permesso una crescita dell’intero comparto» e anche per aver ricordato nel suo intervento di saluto all’assemblea distrettuale Roberto Chiti, vivaista pistoiese responsabile del vivaismo per Cia anche all’interno del distretto, che è prematuramente scomparso l’estate scorsa a neanche 43 anni ma è riuscito a dare un contributo tangibile al vivaismo pistoiese. 
Qualche ora più tardi è arrivata la dichiarazione di soddisfazione del presidente di Confagricoltura Pistoia Andrea Zelari, con le sue congratulazioni al neo presidente a nome dell’intera Unione provinciale pistoiese. «Francesco Ferrini – ha commentato Andrea Zelari – è una figura di spessore nazionale ed internazionale nell’ambito dell’arboricoltura urbana e delle coltivazioni arboree e allo stesso tempo trasversale nel mondo associativo e produttivo, capace quindi di rappresentare unitariamente il vivaismo pistoiese in Italia e nel mondo».


Redazione


Le prime dichiarazioni del prof. Francesco Ferrini dopo l’elezione di oggi alla presidenza del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia. Ferrini ha detto che si impegnerà a rappresentare tutti e ad ampliare il dialogo con le istituzioni anche di livello nazionale ed europeo. E ai vivaisti ha ricordato che «vendere una pianta è come vendere una medicina biologica, a impatto zero, con tutta una serie di benefici diretti e indiretti per la vita dell'uomo». Prioritario aumentare gli investimenti nella ricerca ministeriali, adesso fermi allo 0,0004% del giro d’affari del settore florovivaistico, contro una «già bassa media nazionale dell’1,4%».  

Oggi a Pistoia, presso il Circolo di Masiano, l’assemblea del Distretto vivaistico ornamentale pistoiese ha scelto come nuovo presidente il professor Francesco Ferrini, ordinario di “Arboricoltura generale e coltivazioni arboree” dell’Università di Firenze, fra i massimi esperti a livello internazionale di arboricoltura urbana, insignito nel 2019 dell’Award of Merit della International Society of Arboriculture (ISA), che è l'onore più alto alla carriera conferito dall’ISA, ma anche vincitore nel 2009 del premio Fabio Rizzi per l’impegno «nella ricerca e nella divulgazione delle conoscenze tecnico-scientifiche in materia di vivaismo e arboricoltura ornamentale, in continuo contatto con i produttori in tutto il mondo».
Francesco Ferrini, che era stato proposto dal presidente di Cia Toscana Centro Sandro Orlandini e non ha trovato candidature alternative in seno a un’assemblea distrettuale a cui non ha partecipato Coldiretti, succede a Francesco Mati, che ha presieduto il Distretto delle piante per due mandati, dal 2015 ad oggi, durante i quali il vivaismo pistoiese ha saputo superare con forza vari momenti di crisi. Per Luca Magazzini, presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani, che è il soggetto referente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia, «dal prof. Ferrini ci si aspetta un ulteriore salto di qualità scientifico nella divulgazione del settore vivaistico e dei benefici della produzione del verde per la salute e l’ambiente. E l’operato di AVI anche con la presidenza di Ferrini sarà improntato all’apertura, al coinvolgimento di tutti e alla trasparenza delle azioni al fine di rafforzare il distretto pistoiese».
«Coloro che mi hanno preceduto – ha detto Francesco Ferrini, dopo essere stato eletto, rivolgendosi a Mati e Vannucci - hanno permesso di attuare le molteplici attività del Distretto che ne hanno garantito la crescita, pur in un contesto di crisi come quello degli ultimi anni. Per cui a loro va il mio personale ringraziamento, che penso sia condiviso da tutti». «Le cose da fare sono tante – ha continuato Ferrini -, non perché non sono state fatte, ma perché semplicemente nell’ultimo anno e mezzo è cambiato tutto: è cambiata la prospettiva con cui si guarda al verde urbano».
«Il vivaista deve essere sempre più consapevole – ha affermato il neo-presidente Ferrini – che quando vende una pianta, vende una medicina. Non voglio esagerare, ma è come se vendesse una medicina biologica, a impatto zero, che non fa bene solamente al corpo, ma anche allo spirito. Questo è il punto preliminare. Un vivaista non vende un semplice prodotto ma molto di più, cioè tutta una serie di benefici diretti e indiretti per la vita dell’uomo che contano molto di più del mero valore estetico della pianta. Vende qualcosa che assorbe CO2, che intercetta le polveri sottili, che riduce l’inquinamento, che fa ombra e quindi mitiga gli effetti del cambiamento climatico».
Il presidente Ferrini, dopo aver sottolineato che si propone di coinvolgere tutti in modo che il distretto sia al servizio di tutte le imprese e del territorio, ha annunciato che si prenderà un po’ di tempo per stilare un vero e proprio programma. Ma intanto ha evidenziato alcuni punti fondamentali.
Centralità dei vivai. Essi devono «diventare i driver del neo rinascimento verde che sta rivoluzionando le città e non essere contattati solo al momento dell’acquisto di piante, quando tutto è stato già deciso – ha detto Ferrini -. Non è pensabile piantare milioni di alberi, rendere le nostre città molto più verdi, senza partire dalle esigenze di chi tali piante le produce. Anche per favorire l’espansione delle attività e magari verso certi prodotti rispetto ad altri possibili».
Più visibilità al distretto. Per Ferrini va «migliorata la visibilità dell’attività vivaistica, che è meno conosciuta di quanto si pensi», con molte persone ad esempio che anche in Toscana non hanno la minima percezione dell’importanza di livello internazionale del polo vivaistico pistoiese o non sanno che le piante che si vedono nelle città sono state prodotte nell’arco di 6, 7, 10 anni.
Più internazionalità. Bisogna migliorare il dialogo con le istituzioni e allacciare nuovi rapporti anche a livello nazionale ed europeo. «E a onor del vero – ha detto Ferrini – questo punto è stato caldeggiato anche da chi mi ha preceduto».
Più investimenti nella ricerca. Adesso gli investimenti nella ricerca per il florovivaismo sono fermi a circa lo 0,0004% del giro d’affari del settore florovivaistico, contro una «già bassa media nazionale dell’1,4%» di investimenti in ricerca sul Pil. Se il florovivaismo vale circa 2,5 miliardi di euro, l’1,4% significherebbe 35 milioni di euro, che sarebbero 35 volte di più di quanto viene investito oggi dal ministero competente.
Informatizzazione. Il distretto dovrà dotarsi di un sito web dove saranno fornite tutte le informazioni sulle attività svolte e Ferrini invita i soci a sostenerlo nell’attuazione di questo cambiamento e a fornire il proprio contributo in termini di idee.
«Chiedo quindi a tutti i Soci di sentirsi direttamente coinvolti – ha concluso Ferrini -. Perché serve il contributo di tutti. Vi assicuro che ogni idea sarà apprezzata, ogni suggerimento valutato».

Redazione

 

 

florovivaismo vivaismo floricoltura

Tra le istanze di Confagricoltura intorno al ddl sul florovivaismo, la previsione di una differenziazione nel Piano di settore fra vivaismo e floricoltura, l’autorizzazione di distretti solo in aree davvero vocate, evitare la proliferazione di marchi senza una valutazione dell’impatto su quelli esistenti. Giansanti: i risultati ottenuti dal settore durante la pandemia frutto della collaborazione di tutti. Il valore alla produzione del florovivaismo italiano è di 2,6 miliardi di euro e la bilancia commerciale ha un saldo attivo di oltre 400 milioni di euro.


Nel corso dell’audizione di ieri pomeriggio in Commissione Agricoltura al Senato, per la discussione sul disegno di legge “Disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico”, Confagricoltura ha ribadito l’importanza del verde e dei suoi numerosi effetti positivi sul paesaggio, sulla salute dei cittadini, sul benessere della collettività e sull’occupazione.
«Abbiamo sempre lavorato per rafforzare i rapporti con le altre organizzazioni perché siamo convinti che per arrivare lontano si debba lavorare in una logica di collaborazione – ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, intervenuto all’audizione – E proprio grazie alle alleanze sono stati raggiunti risultati importanti, come il bonus verde: uno strumento importante, oggi da migliorare ulteriormente a nostro avviso, ma che è un passo avanti per sostenere un comparto duramente colpito dagli effetti del covid-19». Idem per altri risultati quali le aperture durante il lockdown, non solo dei produttori ma poi anche degli operatori del commercio e dei manutentori del verde, e l’esonero contributivo parziale per i vivaisti e altri comparti agricoli.
In merito al disegno di legge “Disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico”, che per Confagricoltura costituisce un’opportunità unica per un riassetto complessivo e il rilancio definitivo del settore florovivaistico riconosciuto come settore di rilevanza strategica, l’Organizzazione ribadisce alcuni punti essenziali:
- la definizione di attività agricola florovivaistica deve strettamente richiamarsi ai principi contenuti nell’articolo 2135 c.c. ed anche i riferimenti alle altre attività (manipolazione in primis) devono comunque rinviare al concetto di connessione alla attività di produzione vegetale come anche la definizione dei centri di giardinaggio;
- i distretti devono essere rappresentativi di realtà davvero vocate;
- la necessità di evitare la proliferazione di nuovi marchi e valutarne le conseguenze rispetto a quelli esistenti, che potrebbero essere danneggiati;
- occorre prevedere una differenziazione, nel Piano di settore, tra misure ed interventi per il comparto floricolo e vivaistico.
«Il settore florovivaistico ha sempre avuto un ruolo centrale nell’economia per Confagricoltura – è dichiarato nella conclusione del comunicato post audizione -. Oggi, nonostante l’inevitabile flessione dovuta al Covid-19, il settore rappresenta un valore alla produzione di oltre 2,6 miliardi di euro ed un saldo attivo della bilancia commerciale di oltre 400 milioni di euro per un totale di 27 mila imprese che danno lavoro ad oltre 100mila addetti».


Redazione


Da una serie di indagini risulta che il 68% di italiani cerca piante dei nostri vivai per le proprie abitazioni, che nell’anno della pandemia è raddoppiato l’interesse per case con giardino, che il 74% delle famiglie ha almeno un balcone e che le vacanze di 3 milioni di connazionali saranno in parchi e oasi naturalistiche. Il presidente di Coldiretti Prandini: benissimo anche l’export di piante, con un «aumento record del 33% nel primo trimestre del 2021».

«Con la pandemia quasi 7 italiani su 10 (68%) vanno a caccia di piante nei vivai per abbellire le proprie case e i giardini, per combattere afa e caldo, per difendersi da zanzare e insetti molesti o addirittura per coltivare direttamente frutta e ortaggi da portare in tavola».
E’ quanto emerso dall’indagine Coldiretti/Ixe’ diffusa circa una settimana fa in occasione di un incontro sul tema “Il vivaismo italiano post Covid-19”. Segno che l’emergenza sanitaria «ha cambiato le priorità dei cittadini facendo esplodere il bisogno di verde nelle case, nelle città e sul territorio nazionale».
«Una vera piante-mania – ha sottolineato la Coldiretti – evidenziata dalla stessa Bankitalia che nell’ultima relazione annuale del Governatore Ignazio Visco ha rilevato come nell’anno della pandemia sia raddoppiato l’interesse per le case con giardino con un profondo cambiamento nel mercato immobiliare spinto dalla voglia degli italiani di spazi verdi sia all’interno che all’esterno delle abitazioni». E «per godersi un po’ di piante il 74% delle famiglie – ha reso noto Coldiretti sulla base di dati di Gfk Sinottica - può contare almeno su un balcone, mentre il 42% vive proprio in una casa con giardino, che nell’anno della pandemia è stato un vero e proprio sfogo per adulti e bambini». Inoltre, osserva Coldiretti, «se in passato erano soprattutto i più anziani ad avere il pollice verde, memori spesso di un tempo vissuto in campagna, adesso la passione per le piante dopo le lunghe settimane di lockdown si sta diffondendo anche tra i più giovani o tra persone che di solito non si occupavano di vasi, torbe e trapianti».
«Non a caso – continua la nota di Coldiretti - la voglia di verde esplosa con l’emergenza Covid spinge tre milioni di italiani a trascorrere le vacanze estive 2021 in parchi, oasi naturalistiche e riserve. Le limitazioni adottate per arginare i contagi hanno rafforzato la voglia di stare nel verde insieme a una nuova sensibilità ambientale che si esprime anche nei quasi 90 milioni di metri quadrati di parchi urbani nelle città capoluogo di provincia in Italia, dove dal 28 giugno si può andare senza indossare la mascherina a meno che non ci siano assembramenti».
L’uscita dalla pandemia ha rafforzato la voglia di verde degli italiani, ma prima il settore florovivaistico aveva pagato «un prezzo pesantissimo all’emergenza Covid con un crack da 1,7 miliardi di euro. Un vero e proprio tsunami senza precedenti nella storia dell’Italia con l’azzeramento di eventi pubblici, fiere e assemblee, cresime, comunioni, battesimi e sposalizi, oltre al rallentamento se non la paralisi della manutenzione di parchi e giardini e degli investimenti in verde pubblico». «Il settore florovivaistico – ha dichiarato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini - è fra quelli più duramente colpiti dagli effetti economici generati dalla pandemia, ma dimostrando una grande capacità di resilienza è anche fra quelli che si sta riprendendo più rapidamente con una forte domanda anche dall’estero, dove si registra un aumento record del 33% delle esportazioni di piante Made in Italy nel primo trimestre del 2021». Come evidenziato da Prandini, il florovivaismo è «un comparto chiave del Made in Italy agroalimentare che offre circa 200mila posti di lavoro con un valore della produzione italiana di fiori e piante che arriva a 2,7 miliardi di euro».

Redazione

 

 

Il 30 giugno webinar per fare il punto della situazione sull’efficientamento dei trattamenti fitosanitari organizzato dalle tre agenzie di sviluppo regionali di Basilicata, Marche e Sardegna con il patrocinio di Aipp ed Enama e la collaborazione di AgroNotizie. Si parlerà anche dell’esperienza di rete fra le tre regioni nella gestione dei controlli funzionali.

«Un efficace utilizzo delle macchine irroratrici è un aspetto importante della sostenibilità dell'uso dei prodotti fitosanitari. Aver reso obbligatorio dal 2017 il controllo funzionale di queste macchine per tutte le aziende agricole europee è stato un passaggio importante ma solo propedeutico al loro uso razionale. L'efficacia della distribuzione del prodotto fitosanitario, infatti, si ottiene solo con un'adeguata regolazione dell'irroratrice che, una volta controllata, va adattata alle specifiche condizioni di utilizzo in campo, intervenendo sui parametri tecnici».
Questa la motivazione alla base del webinar “Dal controllo alla regolazione delle irroratrici – fare rete per la sostenibilità dei trattamenti fitosanitari” in programma su Zoom mercoledì 30 giugno, a partire dalle ore 10. A organizzarlo sono le tre agenzie di sviluppo regionali di Basilicata, Marche e Sardegna, AlsiaAssam e Laore, con il patrocinio di Aipp – Associazione italiana per la protezione delle piante ed Enama – Ente nazionale per la meccanizzazione agricola e la collaborazione di AgroNotizie, media partner dell'evento.
«L’elevato numero di irroratrici in uso in Italia e l'ampia tipologia – viene spiegato nella presentazione della conferenza online - ha comportato un notevole sforzo organizzativo a livello nazionale e regionale per attivare la rete dei Centri prova accreditati che attualmente è sostanzialmente a regime. L'attenzione dei servizi pubblici di divulgazione e consulenza dovrebbe ora concentrarsi sui metodi di regolazione delle irroratrici, migliorando la competenza tecnica degli operatori, spesso inadeguata».
Nel webinar si farà il punto della situazione sull'efficientamento dei trattamenti fitosanitari a livello nazionale ed europeo e sarà presentata un'attività di collaborazione che le tre regioni coinvolte hanno avviato sia nella gestione dei controlli funzionali che nella divulgazione della regolazione, con interessanti sinergie.
Per partecipare all'incontro è necessario iscriversi a questo link, il numero massimo di partecipanti è 500.

Programma
L'incontro, moderato da Arturo Caponero di Alsia Basilicata, si aprirà con i saluti di Gianfranco Romanazzi, presidente di Aipp, Aniello Crescenzi, direttore di Alsia, Andrea Bordoni, direttore di Assam e Marcello Onorato, direttore di Laore Sardegna.
Seguirà la commemorazione di Angelo Zannotti, già responsabile del Servizio per il controllo funzionale e regolazione delle macchine irroratrici della Regione Marche.
Spazio poi agli interventi, di 15 minuti ciascuno:
Paolo Balsari, Disafa, Università degli studi di Torino, “L'efficienza dei trattamenti fitosanitari per la strategia Farm to fork”,
Emilio Gil, Upc, Università politecnica della Catalogna, “Irroratrici: la formazione e la diffusione della conoscenza, i pilastri per un'agricoltura migliore”.
Pasquale Falzarano, Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf), “Gestione delle irroratrici in Italia. Cosa prevederà il prossimo Pan”
Giulio Cesare Corradetti, Regione Marche, e Sergio Mallucci, Assam Marche, “La gestione dei controlli nelle Marche e lo sviluppo del software Irrora”.
Salvatore Aresu, Laore Sardegna, “Le decisioni in campo: i risultati che contano. Sinergie regionali fra Basilicata, Marche e Sardegna”.
Seguiranno gli interventi programmati degli assessori all'Agricoltura di Basilicata, Marche e Sardegna, la discussione. Le conclusioni sono previste per le ore 13.
Il programma può essere scaricato qua.

Redazione