Filiera olivo-olio
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Con l’incontro sull’oleoturismo il 17 giugno e 2^ edizione di Oliveti Aperti 18 e 19 giugno, Olio DOP Riviera Ligure e turismo dell’olio in evidenza in Liguria.
Si apre domani a Genova con una tavola rotonda sull’oleoturismo con il sottosegretario Centinaio e il senatore Stefano la tre giorni ligure dedicata all’olio e alla sua valorizzazione turistica che proseguirà il 18 e 19 giugno lungo tutta la riviera con la seconda edizione di “Oliveti Aperti”, a cui interverrà anche il ministro del turismo Massimo Garavaglia.
L’incontro di domani pomeriggio alle ore 16 presso la Sala del Consiglio Metropolitano di Palazzo Doria Spinola, organizzato come tutta la manifestazione Oliveti Aperti dal Consorzio di tutela dell’olio DOP Riviera Ligure in collaborazione con Fondazione Qualivita e con il supporto della Regione Liguria, s’intitola “Oleoturismo: una nuova frontiera per la filiera olivicola della Liguria. Oliveti Aperti un esempio di integrazione fra produzione DOP e turismo” e mira a fare il punto sullo sviluppo territoriale legato al turismo esperienziale dell’Olio Riviera Ligure DOP anche in relazione alla nuova legge nazionale sull’oleoturismo. «Valorizzare l’oleoturismo significa riconoscere il lavoro dell’uomo nella direzione dell’ospitalità agrituristica, con proposte multifunzionali che possano coinvolgere produttori e visitatori» ha sottolineato il vice presidente di Regione Liguria con delega all’Agricoltura e al marketing territoriale Alessandro Piana, aggiungendo che questo incontro con le associazioni di categoria, il Consorzio di Tutela, Qualivita, l’Associazione Nazionale Città dell’Olio e le alte rappresentanze dello Stato e del Ministero Politiche Agricole non si limiterà a tracciare le prospettive dell’attuale normativa, ma delineerà «possibilità concrete per rafforzare l’intera filiera».
Tre i temi al centro della tavola rotonda: la valorizzazione integrata dell’olio Dop prodotto attraverso la costruzione di aziende multifunzionali orientate all’accoglienza; lo sviluppo locale tramite le sinergie tra operatori dei diversi settori economici nella creazione di un’offerta di turismo esperienziale che leghi varie eccellenze del territorio; la preservazione del paesaggio attraverso il mantenimento e recupero di oliveti secolari nell’ambito di servizi di ospitalità.
All’incontro, dopo i saluti del presidente del Consorzio di tutela Olio DOP riviera Ligure Carlo Siffredi, interverranno i presidenti liguri di Cia, Coldiretti e Confagricoltura, nell’ordine Stefano Roggerone, Gianluca Boeri e Luca De Michelis. Seguirà la tavola rotonda vera e propria fra l’assessore Alessandro Piana, il presidente dell’Associazione Nazionale Strade dell’Olio Michele Sonnessa e il direttore generale del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) Oreste Gerini. Subito dopo tireranno le conclusioni il senatore Dario Stefano, promotore della legge sull’oleoturismo, e il sottosegretario del MIPAAF Gian Marco Centinaio. A moderare l’incontro sarà Mauro Rosati, direttore generale della Fondazione Qualivita.
Sabato 18 e domenica 19 giugno si svolgerà “Oliveti Aperti”, che è articolata nelle seguenti grandi iniziative pensate per rendere la filiera DOP dell’olio ligure protagonista: il turismo esperienziale nelle aziende (18-19 giugno), gli inediti “Cammini dell’olio DOP Riviera Ligure (18-19 giugno), la tavola rotonda Turismo DOP (18 giugno) e un press tour per raccontare l’olivicoltura eroica regionale (18-19 giugno); a cui si aggiungono le già iniziate degustazioni di “Pane e o Olio” con i ristoranti Liguria Gourmet (8-18 giugno) e l’Olio Tour Liguria in bicicletta (4-17 giugno). Guida d’eccezione il comico ligure Dario Vergassola, che accompagnerà il racconto alla scoperta del territorio e la visita a luoghi e simboli storici come i “muretti a secco”, Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.
Da sottolineare, fra le iniziative sopra elencate, quale vera novità per gli appassionati di trekking, i 13 inediti “Cammini dell’olio DOP Riviera Ligure”, che sono stati realizzati in collaborazione con l’Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche e saranno gratuiti fino ad esaurimento posti. Degli itinerari da percorrere a piedi tra gli storici paesaggi olivetati della regione accompagnati da guide esperte prima di degustare i prodotti tradizionali proposti dalle aziende.
Ma ovviamente al centro di tutto saranno le 28 aziende produttrici di Olio DOP Riviera Ligure, dislocate lungo tutta la Liguria, da Ponente e Levante, ciascuna delle quali offrirà ai turisti numerosi tipi di esperienze all’insegna dell’olio DOP e del suo territorio: visite a oliveti e frantoi, degustazioni di prodotti tipici, itinerari di arte, laboratori didattici ed eventi culturali e enogastronomici.
Redazione
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Sono 52 gli oli evo DOP e IGP di qualità della Selezione Toscana 2022, che avrà Carlo Conti come ambasciatore. La produzione d’olio generale è calata del 45%.
Ottima annata in termini qualitativi, accompagnata però da una forte riduzione della produzione dovuta alle penalizzanti condizioni climatiche della campagna olearia 2021-2022. Con un risultato finale di 11 mila tonnellate di olio di oliva prodotto nella nostra regione nel 2021, pari a -45% rispetto alla quantità dell’anno precedente.
Questo il quadro che è emerso oggi alla tradizionale presentazione annuale – tornata davvero in presenza presso il Cinema della Compagnia a Firenze – della Selezione degli oli extravergine di oliva DOP e IGP della Toscana - 2022. Iniziativa promossa dalla Regione Toscana in collaborazione con la Camera di Commercio di Firenze, insieme a PromoFirenze e Fondazione Sistema Toscana, che ha visto quest’anno la partecipazione di tutte le 44 aziende produttrici dei 52 oli selezionati quale eccellenza della produzione olearia regionale.
Evento a cui era presente, insieme al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e alla vice presidente nonché assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi, il presentatore Carlo Conti, insignito con il riconoscimento di appunto «Ambasciatore egli oli extravergine di oliva DOP e IGP della Toscana». E con loro, fra gli altri, Tiziana Sarnari di ISMEA e Alessandro Parenti, capo panel e docente universitario in rappresentanza degli assaggiatori che hanno partecipato alle commissioni regionali della Selezione.
La Toscana vede 90 mila ettari di oliveti, di cui 16mila di superficie biologica, con oltre 15 milioni di piante e 80 varietà di olivo autoctono, un patrimonio genetico unico, legato profondamente al territorio. Tra le varietà più diffuse troviamo: Frantoio, Moraiolo, Leccino, Maurino e Pendolino. Sono 32.700 le imprese del settore e 393 i frantoi attivi.
Dai dati elaborati da ISMEA emerge che la nostra regione è quella che «meglio ha interpretato le indicazioni geografiche, IG, nel settore olivicolo. A differenza di altre, infatti, ha una quota di prodotto IG sulla produzione totale che oscilla tra il 13% e il 28%, quando la media nazionale si attesta tra il 2% e il 7%. Il panorama delle IG toscane conta 4 DOP: Chianti Classico, Lucca, Seggiano e Terre di Siena e 1 IGP: Toscano».
«La produzione certificata IG regionale nel 2021 è tornata sulla soglia dei 3 mila tonnellate – si legge ancora nel comunicato della Regione -. L'IGP Toscano rappresenta circa il 95%, segue a molta distanza il Chianti Classico con una quota del 4% e a seguire le altre 3 DOP. Nel 2020 il valore della produzione dell’olio IG della Toscana si era assestato a quota 25,4 milioni di euro, ben il 36% dei 71 milioni nazionali. Sulla scia del successo dell’IGP Toscano altre regioni hanno visto riconosciuta l’IGP regionale per dare maggior impulso al settore. La Sicilia prima, poi Puglia, Calabria, Basilicata, Marche hanno scelto il riconoscimento regionale».
Il primato toscano «si consolida anche nell’export degli oli IG. In volume le produzioni toscane raggiungono punte del 50% del totale nazionale mentre in valore la quota supera il 60%. Dell’intero fatturato all’export degli oli IG della Toscana, oltre il 75% viene realizzato fuori dai confini della UE».
Molto importanti sono poi anche i risvolti turistici dell’olio di qualità. E proprio pochi giorni fa è stata approvata dal Consiglio regionale della Toscana la legge sull’oleoturismo, una norma alla quale la Regione e in particolare l’assessorato all’Agroalimentare, ha lavorato molto negli ultimi mesi per aiutare le imprese agricole a sviluppare tutte quelle attività legate al turismo rurale che possono rappresentare una marcia in più per l’agricoltura toscana e lanciare l’oleoturismo sui percorsi di promozione che si merita.
Durante la mattinata sono state assegnate le menzioni speciali “Selezione Origine”, “Selezione Bio”, “Selezione Monovarietale”, “Selezione Biofenoli”, a cui quest’anno si è aggiunta la “Selezione Packaging”. Inoltre è stato assegnato il riconoscimento al “Migliore olio” per ciascuna DOP e IGP, scelto in una rosa di almeno tre oli (vedi tabella allegata). Grosseto, Firenze e Siena sono risultate le provincie con le aziende più premiate.
La Selezione degli oli ha l’obiettivo di evidenziare i migliori oli DOP e IGP della Toscana per far crescere in Italia e all’estero, attraverso azioni promozionali economiche e di immagine, il comparto olivo-oleicolo regionale, e allo stesso tempo per diffondere la cultura dell’olio extravergine di oliva di qualità certificata, stimolando lo sforzo delle imprese olivicole al continuo miglioramento della qualità del prodotto.
In occasione dell’evento è stato presentato il Catalogo della Selezione 2022, redatto sia in lingua italiana sia inglese, pubblicato anche on line sul sito della Regione Toscana; raccoglie le schede descrittive di tutti gli oli selezionati e rappresenta un valido strumento di valorizzazione per le aziende produttrici.
«Il nostro obiettivo – ha detto il presidente Eugenio Giani - è portare l’olio evo allo stesso livello di conoscenza e apprezzamento che esiste per il vino. La Toscana già premia tecniche innovative di estrazione rispettose del prodotto, premia la biodiversità, la tradizione, il miglioramento della redditività delle aziende, il mantenimento del paesaggio olivicolo oltre che la crescita professionale degli olivicoltori. Così, insieme, vogliamo dare vita a una vera e propria rivoluzione dell’olio, con protagonisti i produttori, artefici di una storia che fa parte del nostro dna. Noi saremo a loro fianco per proteggere e promuovere al meglio uno dei simboli più forti e più identitari della Toscana».
«La selezione oli toscani – ha detto l'assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi - è una grande occasione per stimolare l’impegno delle nostre imprese olivicole al continuo miglioramento della qualità del prodotto che già è un’eccellenza e di premiarle favorendo la conoscenza dei loro oli attraverso azioni promozionali economiche e di immagine. L’olio toscano deve diventare un attrattore come il vino toscano e la selezione è uno degli strumenti più validi che ci sostengono in questo percorso».
Redazione
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Dal 24 al 25 maggio l’Olio Toscano Igp è in missione presso Eataly di Monaco di Baviera come ambasciatore della dieta mediterranea fra i consumatori tedeschi.
Missione diplomatico-agroalimentare in Germania per l’Olio Toscano Igp, l’extravergine a denominazione di origine numero uno in Italia per quantità e valore secondo l’ultimo report Ismea – Qualivita (vedi).
Grazie al sodalizio fra il Consorzio per la tutela dell’Olio extravergine di oliva Toscano IG e la catena di store Eataly, il nostro olio sarà a Monaco di Baviera martedì 24 e mercoledì 25 maggio, presso lo store Eataly al Viktualienmarkt 15 nell’edificio dello storico mercato di Schrannenhall, per una due giorni di degustazioni e incontri con i consumatori tedeschi. L’obiettivo è far conoscere meglio l’ingrediente cardine della dieta mediterranea, che nel 2021 è stata giudicata la migliore al mondo nella classifica di U.S. News & World Report.
Del resto, sono già conosciuti in tutto il mondo e continuano ad aumentare le evidenze dei benefici sulla salute derivanti dal consumo di olio extravergine di qualità. E «l’emergenza sanitaria Covid – come sottolinea una nota del Consorzio Olio Toscano Igp - ha provocato una svolta salutista nei consumatori che hanno privilegiato la scelta nel carrello di prodotti alleati del benessere sia in Italia che all’estero. L’olio extravergine è stato uno di questi con un aumento medio del 9,7% dei consumi nel 2020».
Dopo Monaco di Baviera, l’Olio Toscano IGP - che conta quasi 9.000 soci, 300 frantoi (l’80% della regione) e 500 imbottigliatori rappresentando ogni anno in media fra il 15%-25% della quantità di olio extravergine prodotto in Toscana - è atteso il 4 giugno allo store Eataly di Milano per incontrare in presenza i consumatori italiani.
Redazione
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Dal COI i dati sull’import di olio 2020-2021 degli USA, nazione che vale il 35% dell’import mondiale: 390.534 t. Italia prima esportatrice in USA con 121.466 t.
Le importazioni di olio di oliva negli Stati Uniti nella campagna olearia 2020-2021 sono scese a 379.539 tonnellate (-3%) rispetto all’anno precedente.
Se consideriamo anche l’olio di sansa di oliva, le importazioni sono state di 390.534 t, con un calo pari a -1,6% sul 2019-2020. Di questo import totale, il 78,9% viene da Italia (121.466 t, +1,4%), Spagna (106.085 t, +4,9%) e Tunisia (80.662 t, -6,1%), seguite da Portogallo (25.646 t, -25,4%%) e Turchia (17.480 t, -2,9%).
Gli Stati Uniti contribuiscono a circa il 35% delle importazioni mondiali di olio di oliva e olio di sansa di oliva, più dell’Unione Europea (al 15%), del Brasile (8%), del Giappone (6%) e del Canada (5%). Cinque nazioni che valgono insieme il 69% delle importazioni nel mondo.
Di questo import totale statunitense, il 73% ricade nel codice 15.09.10 (olio vergine di oliva), il 24,2% nel codice 15.09.90 (olio di oliva) e solo il 2,8% nel codice 15.10.00 (olio di sansa di oliva).
Infine, riguardo alle tipologie di contenitori utilizzati, si registra che in Italia la maggior parte sono al di sotto dei 18 chili, con solo il 7,1% sopra i 18 kg. Quindi si tratta di oli confezionati. Un quadro simile a quello di Portogallo, Grecia, Libano, Israele e Siria. Mentre per Spagna, Turchia, Cile, Marocco, Austria, Olanda, Australia ed Egitto, in più del 75% della merce si tratta di contenitori sopra i 18 kg.
Redazione
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Presentata a Firenze la Guida agli Extravergini 2022 di Slow Food Italia: 125 collaboratori hanno recensito 750 aziende (120 novità) fra olivicoltori, frantoi e oleifici segnalando 1.180 oli Evo di qualità, di cui 536 certificati bio e 164 presìdi. Riconoscimenti di quest’anno: 35 aziende di 11 regioni con la chiocciola, 107 “grandi oli slow” e 72 “grandi oli” (con la Toscana prima nelle tre categorie). Fra gli “speciali”, premio Soracco a Nicola Solinas per l’aiuto in Montiferru e tre menzioni per la salvaguardia della biodiversità a un olio di Agrigento, uno di Roma e uno del Salento. Turismo dell’olio: oltre 200 delle aziende agricole offrono ristorazione e 344 alloggio. La curatrice Baldereschi sull’emergenza clima: «fenomeni atmosferici anomali e violenti stanno vanificando in pochi anni l’evoluzione e l’acclimatamento millenario delle centinaia di varietà dell’olivo nel Mediterraneo».
Una guida che «con il passare degli anni si è imposta all’attenzione del pubblico e degli olivicoltori diventando uno strumento indispensabile per i consumatori che vogliono districarsi nel complesso e articolato mondo dell’olio, un prodotto così importante e così quotidiano e per le aziende produttrici di extravergine d’oliva buono, pulito e giusto, che possono così farsi conoscere e costruire un necessario dialogo tra loro e con gli acquirenti».
Così la presidente di Slow Food Italia Barbara Nappini ha presentato sabato 30 aprile a Palazzo Vecchio a Firenze la Guida agli Extravergini 2022, la 23esima. E la sede non poteva essere migliore per il battesimo pubblico di questa edizione, dal momento che la Toscana risulta quest’anno la regione con più chiocciole (6 delle 35 aziende che sposano la filosofia produttiva di Slow Food), più “grandi oli slow” (21 dei 107 oli evo capaci di emozionare in relazione a cultivar autoctone e territorio di appartenenza e ottenuto con pratiche agronomiche sostenibili) e più “grandi oli” tout court (16 dei 72 oli evo eccellenti per pregio organolettico, aderenza al territorio e alle sue cultivar).
Ma vediamo i numeri di questa vasta panoramica dell’Italia dell’olio, visa con le lenti di Slow Food, che è il frutto del lavoro di 125 collaboratori che sono sia esperti degustatori che aggiornati conoscitori delle realtà olivicole del territorio, dagli oliveti alle bottiglie. Sono ben 750 le realtà raccontate tra frantoi, aziende agricole e oleifici (120 novità a testimonianza di un settore molto vivace) per un totale di 1.180 oli recensiti tra gli oltre 1.500 assaggiati, con l’aumento del numero delle aziende che certificano in biologico l’intera filiera (536 oli certificati) e dei produttori (126 per 164 oli) che hanno aderito al Presidio Slow Food Olio extravergine italiano, il progetto che promuove il valore ambientale, paesaggistico, salutistico ed economico dell’olio, che tutela oliveti antichi, cultivar autoctone e raggruppa produttori che non adoperano fertilizzanti di sintesi e diserbanti chimici. Qui l'elenco di tutti i Presìdi presenti in Guida.
Riconoscimenti e menzioni speciali
Il premio speciale in ricordo di Diego Soracco, attivo leader di Slow Food sin dalle origini e per molti anni curatore della Guida agli Extravergini, è andato non a un olio, ma all’idea e all’azione di Nicola Solinas, titolare dell’azienda Masoni Becciu e produttore del Presidio dell’extravergine, che per aiutare gli olivicoltori colpiti l’estate scorsa dal disastro degli incendi che in Sardegna ha distrutto buona parte del patrimonio olivicolo del Montiferru, si è impegnato, con il sostegno della rete di Slow Olive e di questa Guida, per una raccolta fondi e ha attivato i vivaisti della zona per donare olivi alle persona danneggiate.
Mentre tre menzioni speciali sono state assegnate nell’ambito di una nuova sezione della Guida creata in collaborazione con BioDea per premiare oli accomunati dall’obiettivo di salvaguardare la biodiversità e creare al contempo prodotti di qualità, anche in condizioni difficili, talvolta estreme: a) all’olio Diodoros frutto di un progetto di recupero avviato all’interno del Parco Archeologico della Valle dei Templi (Agrigento) gestito dall’azienda Val Paradiso (olivi secolari di una varietà minore la Piricuddara che vanno ad aumentare la bellezza di questo sito archeologico); b) all’olio monovarietale Rosciola dell’azienda Oro delle Donne di Marino (Roma) come esempio di attenzione alla biodiversità olivicola che ogni territorio può esprimere con le proprie cultivar con ottimi risultati; c) Lavra, olio varietale prodotto con la Cellina di Nardò dall’azienda Caliandro e frutto della lotta quotidiana contro la Xylella che, qui, viene combattuta con metodi naturali.
Le tendenze dell’olivicoltura in relazione al clima
Alla curatrice della Guida Francesca Baldereschi è stato chiesto un commento sull’annata olivicola 2021. «Purtroppo – ha risposto - dobbiamo nuovamente evidenziare una costante negativa di questi ultimi anni, molto più pericolosa e indecifrabile di altre: il clima. Se, sino a qualche anno fa, era una preoccupazione per i contadini, ora è un’emergenza. Fenomeni atmosferici anomali e violenti stanno vanificando in pochi anni l’evoluzione e l’acclimatamento millenario delle centinaia di varietà dell’olivo nel Mediterraneo». Infatti le avversità meteorologiche non hanno colpito a macchia di leopardo, come avveniva un tempo, ma tutta la penisola, con grande siccità in estate e forte instabilità primaverile che non ha favorito lo sviluppo vegetativo dell’olivo e, poi, le gelate che si sono abbattute, in modo particolare, nel nord, riducendo la produzione ai minimi termini. Nel complesso la produzione è stata inferiore sia rispetto alle aspettative sia rispetto alle potenzialità. Circa 315 mila tonnellate l’olio prodotto, un +15% in più rispetto all’annata precedente, contraddistinta da un raccolto scarso. Importante ripresa al Sud e in Puglia in particolare – nonostante certe aree siano ancora colpite dalla Xylella – che ha contribuito a riportare il saldo produttivo complessivo in campo positivo.
«La Guida, da sempre, vuole essere anche un invito per andare a visitare queste realtà che fanno parte di un settore strategico per il Made in Italy che concorre a disegnare il volto paesaggistico della nostra nazione – ha aggiunto Barbara Nappini –. Questi consigli di acquisto e visita oggi sono ancora più importanti, perché ci portano a contatto con la natura, a scoprire borghi bellissimi della nostra penisola, incontrare comunità e realtà produttive straordinarie. Questa, quindi, è una Guida sempre più indirizzata a creare relazioni: tra produttore e consumatore, tra luoghi e prodotti». L’invito di Slow Food Italia è di programmare gite sul territorio italiano senza dimenticarsi di andare a trovare anche produttori di olio tra quelli segnalati dalla Guida: ben 236 offrono ristorazione e 344 possibilità di alloggio.
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Il Progetto integrato di filiera (Pif) “Evo 2.0” coordinato da Coldiretti Pistoia ha tracciato il bilancio il 22 aprile in occasione dell’inaugurazione di un nuovo frantoio, costruito con pietre locali recuperate, a Pontassieve (Firenze): «2,3 milioni di investimenti in ricerca, in uliveto ed in frantoio: per dare futuro all’olivicoltura autoctona toscana».
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