Filiera olivo-olio

ASSITOL su mercato e scienza a Olio Officina

A Milano dal 2 al 4 marzo all’Olio Officina Festival 2023 tre incontri a cura di ASSITOL su stato del comparto, campagna olearia, analisi dei composti volatili.

 
La situazione generale del comparto, fra condizioni di mercato, andamento dell’ultima campagna olearia e ricerca scientifica. Ruoterà attorno a questi temi la partecipazione di ASSITOL, l’Associazione Italiana dell’Industria olearia, alla prossima edizione di “Olio Officina Festival”, la manifestazione dedicata alla cultura olearia in programma dal 2 al 4 marzo al Palazzo delle Stelline di Milano. Evento che quest’anno avrà per filo conduttore il claim “l’olio è progresso”.
«L’appuntamento milanese – spiega una nota di ASSITOL del 24 febbraio - giunge in un momento molto delicato per tutti i protagonisti della filiera olivicolo-olearia, in difficoltà a causa di inflazione e rincari energetici, oltre che per le conseguenze di una campagna olearia tra le peggiori degli ultimi decenni. Per queste ragioni, ASSITOL ritiene sia giusto approfondire alcuni grandi temi in occasione dell’evento milanese, che rappresenta da anni un punto di incontro e dibattito sul prodotto-olio».
Si comincia giovedì 2 marzo, alle ore 17,30, con la conferenza “Lo stato del comparto oleario nel 2023. Una visione d’insieme” di Andrea Carrassi, direttore generale di ASSITOL, che cercherà di «tracciare l’attuale scenario del mondo dell’olio d’oliva, mettendone in evidenza le ombre, come il deficit produttivo ed il cambiamento climatico, ma anche le luci, come l’attrattività dei consumatori, italiani ed esteri, nei confronti di questo prodotto e le sue potenzialità ancora inespresse sui mercati internazionali».
Venerdì 3 marzo alle ore 12,15 si scenderà ancora di più nello specifico con l’incontro “Extra vergini di oliva: le difficoltà della campagna olearia raccontate da industria e Gdo”. Il dialogo coinvolgerà Laura Stefanini, responsabile commerciale  reparto oli e conserve di Coop, Mauro Tosini, direttore commerciale di Salov SpA, e Andrea Carrassi. «I ridotti quantitativi di olio d’oliva dell’ultima campagna – sottolinea in anticipo ASSITOL - hanno costretto le aziende a lavorare con il 50% in meno di olio rispetto agli standard abituali, sempre con lo “spettro” delle vendite sottocosto, fenomeno che danneggia l’intero comparto e che ASSITOL contrasta da tempo».
Sempre venerdì 3 marzo, alle ore 17, saranno di scena la scienza e l’innovazione, indispensabili sia per far ripartire la produzione che, al tempo stesso, valorizzare le qualità dell’olio extra vergine. Nell’incontro “Composti volatili: cantiere aperto a sostegno dell’olio extra vergine” si farà il punto sull’analisi dei composti volatili, «sistema di analisi che una task force, creata ad hoc da ASSITOL, studia da alcuni anni per valutarne, in particolare, gli aspetti applicativi nell’ambito del controllo di qualità». «Questo nuovo sistema – spiega ASSITOL - consentirebbe di identificare, attraverso l’analisi chimica, le molecole alla base delle caratteristiche organolettiche dell’extra vergine, aprendo quindi la strada ad una migliore descrizione del profilo sensoriale dell’olio e al rafforzamento del panel test». Su questo argomento si confronteranno Anna Cane, presidente del gruppo olio d’oliva di ASSITOL, e Lanfranco Conte, presidente della Società italiana per lo studio delle sostanze grasse.
Ulteriori informazioni sul programma di Olio Officina Festival 2023 qua.
 

Redazione

tavolo di filiera dell'olio di oliva - La Pietra

Le reazioni di Assitol, Copagri, Uci al tavolo di filiera dell’olio di oliva del 16 febbraio col sottosegretario La Pietra, che ha promesso rilancio produttivo.

 
«Rilanciare il settore produttivo dell’olio d’oliva italiano non è una possibilità, ma un preciso impegno del ministero dell’Agricoltura». 
Lo ha dichiarato in un post sulla propria pagina Facebook il 16 febbraio sera il sottosegretario all’agricoltura Patrizio La Pietra a suggello del tavolo di filiera dell’olio di oliva tenutosi presso la sede del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) alla presenza dei principali attori del comparto olivicolo-oleario italiano. «Dobbiamo recuperare – ha aggiunto La Pietra - i 33mila ettari di terreno coltivato ad olivi persi negli ultimi 10 anni e aumentarli ulteriormente nei prossimi cinque anni. Maggiore produttività di un’eccellenza agroalimentare qual è quella dell’olio d’oliva italiano favorirà la crescita dell’esportazione, la diminuzione delle importazioni e un conseguente beneficio economico per il comparto e per tutto il Made in Italy, grazie al valore aggiunto di un prodotto 100% italiano».
Ma quali sono state le reazioni dei soggetti presenti all’incontro? Tre dei soggetti partecipanti si sono espressi pubblicamente il giorno seguente attraverso specifici comunicati stampa. 
Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia, ha manifestato «grande soddisfazione» e la «massima disponibilità a collaborare» con il Masaf per risolvere i problemi del comparto. Secondo quanto riferito da Assitol, le due linee di intervento messe in luce da La Pietra includono «la difesa del territorio e del valore sociale dell’olivicoltura» e «l’aumento della produzione nazionale in un’ottica di innovazione e apertura a nuovi e più efficienti sistemi olivicoli, investendo anche nella ricerca di cultivar italiane adattabili alle nuove esigenze agronomiche». «Condividiamo le linee strategiche proposte dal Sottosegretario – ha commentato Anna Cane, presidente del Gruppo olio d’oliva di Assitol – e il ruolo centrale dell’unità di filiera nel raggiungimento degli obiettivi indicati. Da tempo invochiamo la necessità di fare squadra contro la progressiva perdita di posizioni dell’Italia olearia rispetto ai suoi competitors. Da questo tavolo crediamo che debba e possa nascere invece un percorso virtuoso, capace di rivitalizzare l’intero settore». Anna Cane si è detta «totalmente d’accordo» con il sottosegretario La Pietra anche sulla urgenza di lavorare insieme pure attraverso un’interprofessione unica.
Positivo anche il parere sull’incontro del presidente di Copagri Tommaso Battista: «l’olivicoltura italiana – ha detto - sta vivendo una fase molto complessa, caratterizzata da una congiuntura negativa che ha portato a un sensibile calo della produzione, dovuto all’andamento climatico sfavorevole, alla delicata congiuntura di mercato, con rincari record per i costi di produzione e dell’energia, e non da ultimo alle ripercussioni ancora tangibili della drammatica epidemia della Xylella, che non accenna a placarsi». Per tali ragioni è stata importante una riunione del tavolo dell’olio di oliva dopo diversi mesi dall’ultimo confronto. Anche secondo Battista «il settore necessita di un rapido e deciso intervento che riporti la barra a dritta sulla necessità di incrementare la produzione, recuperando il terreno perduto nei confronti dei nostri competitor comunitari, e che punti con sempre maggiore decisione sulle innumerevoli possibilità offerte dall’innovazione e dalla ricerca applicata all’agricoltura […] per aumentare la produttività, andando al contempo a tutelare il territorio e il valore sociale dell’olivicoltura». Copagri ritiene prioritario «strutturare e rendere permanente il Tavolo di filiera, facendo sì che si riunisca e si confronti periodicamente per valutare le strategie da attuare per incrementare la produzione di olio extravergine d’oliva italiano e che, in particolare, si occupi di redigere il tanto atteso Piano olivicolo nazionale, strumento principe nel quale incardinare tutte le iniziative da mettere in campo». Con tale Piano per Copagri si potrebbero anche realizzare «politiche di medio-lungo periodo» che consentano di «stabilizzare produzione e prezzi» e di agire su questioni strutturali del comparto quali «reperimento della manodopera», «recupero dei terreni abbandonati» ed «eccessiva burocrazia».
Tra le priorità indicate dall’Unione coltivatori italiani (Uci) «la valorizzazione dell’olivicoltura delle aree interne del Paese a rischio abbandono, il miglioramento della capacità e della qualità dello stoccaggio e la concentrazione dell’offerta, l’invito a procedere con lo strumento dei contratti di filiera puntando ad una comunicazione istituzionale che possa mettere in evidenza le qualità dell’evo, e dunque porre le aziende italiane nelle condizioni di poter ambire a mercati sempre più importanti». L’Uci si è poi soffermata sulla necessità di intervenire, per ridurre gli effetti della Xylella, sul sostegno al reddito degli olivicoltori del Salento. Nello specifico ha chiesto al Sottosegretario di «intervenire prontamente con alcune deroghe per consentire l’applicazione dell’ecoschema del tipo 3, rendendo ammissibile tale tipologia di pagamento destinato alla manutenzione degli olivi per i produttori che manifesteranno impegno al reimpianto di nuovi olivi».
 

Redazione

Il 14 febbraio a Roma incontro sull’esperienza Confagricoltura-Carapelli Firenze e sulle prospettive dell’olio di oliva. Conclude il sottosegretario La Pietra.

“Olio di Oliva: Impresa, Sostenibilità, Mercati. L’esperienza Confagricoltura e Carapelli Firenze: le opportunità di filiera”.
Questo è il titolo dell’incontro che Confagricoltura e Carapelli Firenze organizzano domani 14 febbraio mattina, dalle ore 10,30 alle 13, a Roma presso Palazzo della Valle, sede di Confagri.
A introdurre i lavori sarà Vincenzo Lenucci, direttore Area Politiche di Sviluppo economico delle Filiere agroalimentari di Confagricoltura. Seguiranno gli interventi su “Il mercato e le tendenze di consumo” di Denis Pantini, responsabile agroalimentare Nomisma, e su “L’orientamento legislativo europeo sulla sostenibilità” di Pasquale Di Rubbo, policy analist della DG AGRI della Commissione europea. 
Poi sarà la volta di una tavola rotonda intitolata “Una storia di successo: l’accordo di filiera Confagricoltura Carapelli Firenze. Attualità e prospettive del settore”, con gli interventi di Walter Placida, presidente della federazione nazionale di prodotto Olio per Confagricoltura; Anna Cane, direttore scientifico e agli affari pubblici di Carapelli Firenze - gruppo Deoleo; Tommaso Loiodice, presidente di Unapol; Paolo Mariani, direttore dell’OP Confoliva; Luigi Polizzi, DG delle politiche internazionali e dell’Unione europea – MASAF.
Concluderanno i lavori il presidente di Deoleo Ignacio Silva, il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e Patrizio La Pietra, sottosegretario al ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste con delega, fra l’alto, alla “filiera olivicola” (vedi).
Per partecipare è necessario registrarsi all'e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Redazione

export Olio Toscano IGP - agropirateria web

Il Consorzio Olio Toscano IGP lancia l’allarme: al boom d’export s’abbina balzo d’inserzioni fraudolente sul web. Filippi: in Usa registrata la certificazione.

 
«Con 41 milioni di euro di prodotto esportato all’estero (+8 milioni di euro) secondo l’ultimo rapporto Qualivita-Ismea 2022 l’olio Toscano IGP è il primo olio di qualità italiano, il più famoso ed apprezzato ed anche per questo uno dei prodotti dell’agroalimentare Made in Italy oggetto di numerosi tentativi di contraffazione ed inserzioni fraudolente».
A lanciare l’allarme su questo effetto collaterale del trend positivo dell’export è stato ieri il Consorzio per la tutela dell'Olio Extravergine di Oliva Toscano IGP, in occasione dell’appuntamento promosso con Coldiretti Toscana e Unaprol nell’ambito di Taste, il salone del gusto organizzato a Firenze da Pitti Immagine sul fenomeno dell’italian sounding (l’uso di espressioni che richiamano l’Italia per commercializzare prodotti che italiani non sono). Un fenomeno riassunto in questo caso con i seguenti dati: «+25,1% di esportazioni per l’olio Toscano IGP» ma al contempo un balzo in avanti delle inserzioni fraudolente sul web: «137 i casi di riferimenti illeciti in due anni sulle piattaforme di e-commerce». Problema da non sottovalutare per il Consorzio dell’Olio Toscano IGP, che con i suoi 8 mila operatori, tra produttori e trasformatori, su 23.160 totali a livello nazionale, e 7 milioni di piante iscritte, «è la più importante realtà olivicola consortile».
«L’interesse per l’olio toscano è in crescita. Siamo arrivati ad esportare il 60% di prodotto certificato IGP, più del 40% negli Stati Uniti – ha dichiarato il presidente del Consorzio Olio Toscano IGP Fabrizio Filippi -. Per il consumatore straniero è più difficile difendersi dalle contraffazioni perché in alcuni paesi non ci sono accordi bilaterali, regolamenti o controlli. Per alzare il livello di protezione dai tentativi di contraffazione negli Stati Uniti dopo un lungo percorso legale siamo riusciti a registrare anche il processo di certificazione. La tutela non si limita più e soltanto a quella del marchio di impresa, che già avevamo ottenuto, ma anche come il nostro olio viene prodotto nel rispetto del disciplinare. Questo ci consentirà di avere maggiore capacità di difesa nei confronti di chiunque utilizzerà falsamente ed impropriamente il brand Toscano IGP sia dal punto di vista figurativo che evocativo. L’Italian Sounding è un grande danno per le imprese ma che paradossalmente certifica la grande voglia di Toscana nel mondo».
L’altra strada avviata per tutelare i consumatori e quindi le imprese che producono prodotti di qualità è quella culturale. La Evooschool di Coldiretti ha proprio questo obiettivo: «denunciare il falso Made in Italy sensibilizzando l’opinione pubblica e coloro che devono scrivere le regole», come ha detto il direttore generale di Unaprol Nicola Di Noia, che ha poi sottolineato l’importanza di «lavorare sulla riconoscibilità del prodotto». «Con la nostra Evooschool – ha detto - spieghiamo la differenza tra un olio buono ed un olio cattivo: se il consumatore capisce la differenza, per quanto vestito di italianità, l’olio non sarà più acquistato con lo stesso slancio». «Dobbiamo essere onesti nei confronti del mercato – ha aggiunto Di Noia - perché creiamo di fatto in Italia il mercato internazionale. Dobbiamo vigilare affinché anche che le nostre regole, quelle italiane, vengano applicate. Quelle comunitarie sono deboli. Prima di affrontare il mercato internazionale dobbiamo lavorare sul fronte interno ed essere i primi a dare l’esempio. Quando arrivano i turisti in Italia dobbiamo fare i modo che abbiamo un’esperienza reale dei nostri prodotti. Ma spesso sulle tavole dei ristoranti trovano un olio di scarsa qualità, mal conservato, che non offre quell’esperienza reale. Lo stesso fa la grande distribuzione che non ci sta aiutando. Se non mettiamo in condizioni le imprese di fare reddito non ci sarà futuro».
 

Redazione

Fino al 21 marzo (con sconto fino al 28 febbraio) 2023 possibile iscriversi al premio oleario Japan Olive Oil Prize, che apre una porta sul mercato giapponese.


«Il Giappone è il più grande mercato asiatico per il consumo di olio extravergine di oliva (Evo) e il 4° a livello mondiale al di fuori dell'Unione Europea. L'olio EVO di alta qualità sta rapidamente guadagnando un ruolo da protagonista nella fiorente scena della cucina raffinata di Tokyo e nella lunga tradizione giapponese del regalo. Inoltre, i consumatori giapponesi sono sempre più inclini all'idea di fare un uso quotidiano di olio EVO, sia per migliorare le proprie condizioni di salute sia per aggiungere un sapore in più alla loro dieta, occidentale o giapponese».
Così gli organizzatori del Japan Olive Oil Prize (JOOP) presentano agli olivicoltori italiani e non solo le ragioni per iscriversi alla 11esima edizione di questo premio dedicato agli oli EVO di qualità, che si svolgerà nell'aprile 2023 a Tokyo. La scadenza per iscriversi è il 21 marzo, ma se ci si iscrive entro il 28 febbraio si avrà uno sconto di 30 € sulla quota di iscrizione di 180 €. 
Il sistema di valutazione, decimale, è basato su punti compresi tra un minimo di 8 e un massimo di 10 e garantisce un'equa attribuzione del premio basata sulla qualità complessiva degli oli.
I premi saranno così assegnati:
- tra 8 e 8,99: premio d’argento
- tra 9 e 9,49: premio d’oro
- tra 9,50 e 10: “best in class”
Gli oli EVO concorreranno nelle seguenti categorie: biologici, blend, monocultivar, Dop e Igp.
Gli oli con il punteggio più alto di ogni Paese saranno premiati come “Best of Country” (Migliore del Paese) e gli oli con altre qualità distintive saranno premiati con il Certificato di Eccellenza.
Ulteriori informazioni sulle modalità di partecipazione e le quote di iscrizione si trovano qua o anche contattando il project manager Gino Ciccognani qua Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Redazione

Le iscrizioni al 23° premio Mario Solinas Quality Award per i migliori oli evo, organizzato dal COI, sono aperte: scadenza 14 febbraio 2023. Ritoccate le regole

Con 5 modifiche adottate dal Consiglio Oleicolo Internazionale (COI) il 30 novembre scorso, si sono aperte le iscrizioni alla 23esima edizione del concorso internazionale per oli extravergini di qualità “Mario Solinas Quality Award”: premio in omaggio e nel nome del compianto Mario Solinas, che tanto ha fatto nel campo della ricerca per standardizzare i criteri di qualità, a cui possono partecipare aziende sia dei Paesi membri che dei Paesi non membri del COI.
A comunicarlo una nota del COI (in inglese IOC: International Olive Council) del 18 gennaio scorso in cui si informa anche che il termine ultimo per inviare campioni e documenti alla segreteria esecutiva del Premio (in Calle Príncipe de Vergara 154, 28002 Madrid, Spagna) è il 14 febbraio 2023.
Frutto di una decisione unanime degli esperti di valutazione organolettica alla riunione di revisione del regolamento del Premio del 20 e 21 settembre scorso, le modifiche approvate mirano a realizzare ancor meglio lo scopo del concorso Solinas, che è quello di «incoraggiare i singoli produttori, le associazioni di produttori e i confezionatori dei Paesi produttori a commercializzare oli extra vergini di oliva dalle caratteristiche organolettiche armoniose e incoraggiare i consumatori a riconoscere e apprezzare le caratteristiche organolettiche di tali oli».
Ecco le 5 modifiche introdotte nel regolamento del Premio Solinas:
- specificare che una società può partecipare al concorso con un solo nome registrato;
- richiedere la menzione della categoria del campione iscritta nell'atto notarile;
- i produttori devono dimostrare che la produzione di olio di oliva vergine è la loro attività principale (più del 75% della loro attività);
- richiedere il documento di tracciabilità del lotto e la dichiarazione che il partecipante non partecipa o possiede altre società o nomi di società che hanno presentato campioni a questo concorso;
- specificare il volume del lotto nel modulo di registrazione.
Il testo integrale del regolamento del “Mario Solinas Quality Award” 2023 si può leggere qui.

L.S.