Filiera olivo-olio

oli EVO italiani - JOOP-Japan Olive Oil Prize 2023

I risultati dei nostri oli extravergini all’11^ edizione del JOOP-Japan Olive Oil Prize (538 etichette da 23 Paesi). Il Giappone importa 88 mln d'olio italiano.

 
Annunciati nei giorni scorsi i vincitori e tutte le classifiche dell’11esima edizione del JOOP-Japan Olive Oil Prize (vedi), il principale concorso internazionale del Giappone per gli oli extravergini: un’ampia selezione che «mira a promuovere l’olio di oliva extravergine di tutte le origini» nella terra del Sol Levante. Dove, come si evince da una nota dell’8 aprile di Ansa Terra e Gusto, è stato importato nel 2022 olio extravergine (EVO) per 47 mila tonnellate e 220 milioni di euro (+8% sul 2020), con una quota italiana del 40% in valore (88 milioni) e del 34% in volumi (16 mila t).
Come riferito nella nota dell’Ansa, a questa edizione hanno partecipato 538 etichette provenienti da 23 Paesi, fra cui l’Italia, e gli oli extravergini finalisti sono stati valutati dagli 11 giudici internazionali certificati con blind tasting. I tre panel leader erano uno giapponese, uno greco e uno italiano.
Oltre alle categorie degli oli EVO Igp, Dop, Biologico, Monocultivar, Blend nazione per nazione, sono state valutate le categorie “olio aromatizzato” e “alto contenuto di polifenoli” a livello internazionale. Ebbene gli italiani si sono aggiudicati il 1° posto in ciascuna di queste ultime due categorie, con il riconoscimento di migliore “aromatizzato” a un olio di Terraliva (Siracusa) e di migliore olio ad “alto contenuto di polifenoli” a un olio dell'Oleificio Fam Sas (Avellino).
Solo 13 fra gli oli italiani sono riusciti a raggiungere il massimo punteggio, abbinato al riconoscimento di “Best in Class”, e solo in alcune delle categorie. Fra questi tredici il migliore, o “Best of Italy”, è stato giudicato l’olio Cenzino Ogliarola del Bradano dell’azienda agricola Vincenzo Marvulli (Matera).
Ecco l’elenco, tratto dal sito di JOOP, di tutti e tredici questi oli EVO italiani Best in Class nelle rispettive categorie.
Blend:
Pietra – Azienda Agricola De Ferri – Le Donne Del Notaio
Ulivè – Azienda Agricola Sanarica Emmanuel
Monocultivar:
Olio Extra Vergine Di Oliva Cetrone In – Azienda Agricola Alfredo Cetrone
Mimi’ Coratina – Azienda Agricola Donato Conserva
Coppadoro – Ciccolella Soc. Agr A R.l.
Racemi – La Notte Pasquale
Biologico:
Gran Pregio Bio – Coratina – Azienda Agricola Caputo Maria
Oliomania Biologico – Azienda Agricola Marina Palusci
Cenzino Ogliarola Del Bradano – Azienda Agricola Vincenzo Marvulli
Olio Della Pace – Il Fontanaro
Il Palagio Extra Virgin Olive Oil Monocultivar Moraiolo – Maybell Japan Co. Ltd.
Il Palagio Olive Oil – Maybell Japan Co., Ltd.
Exterra – Sabino Leone
 
Redazione

oleoturismo o turismo dell’olio nella regione Toscana

Presentato il video Turismo dell’Olio in Toscana del Coordinamento regionale delle Città dell’Olio. Saccardi: acquistare olio è investire su paesaggio e salute.

 
Il senso dell’oleoturismo in Toscana espresso attraverso uno spot emozionale. Una storia quotidiana per raccontare il paesaggio olivicolo toscano e le esperienze legate all’olio EVO che si possono vivere nella regione che con questo prodotto di alta qualità è conosciuta in tutto il mondo.
Oggi presso a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del video Turismo dell’Olio in Toscana realizzato dal Coordinamento regionale delle Città dell’Olio della Toscana con la produzione e regia di Marco Salvatore Talladira (Grafiko.it). Nel video storie, esperienze e sapori custoditi dal paesaggio olivicolo si rivelano e si svelano attraverso la memoria gustativa.
«L’olio toscano - ha detto la vicepresidente e assessora all'agroalimentare Stefania Saccardi - ha sicuramente una marcia in più e acquistare olio toscano significa sia fare un investimento sulla nostra olivicoltura che rende così unico il nostro paesaggio sia fare un investimento in qualità e in salute considerando le proprietà nutraceutiche elevate che l’olio possiede. Non a caso abbiamo fatto la legge sull’oleoturismo che estende a questo le stesse disposizioni già emanate per l’enoturismo, la Toscana vanta ben quattro produzioni a denominazione di origine protetta DOP ed una IGP che possono valorizzare le tante straordinarie varietà territoriali. Vogliamo in questo modo lanciare l’oleoturismo sui percorsi di promozione che si merita e che si merita la Toscana tutta, dove l’olio extravergine d’oliva rappresenta una delle sue eccellenze più consolidate».
«Per la nostra Associazione l’oleoturismo è un tema centrale e strategico – ha dichiarato Marcello Bonechi, vicepresidente delle Città dell’Olio -. Noi crediamo la promozione dell’olio EVO e quella del territorio in cui viene prodotto vadano di pari passo. Comunicazione efficace delle esperienze turistiche legate all’olio e formazione degli operatori del settore sono gli strumenti che abbiamo a disposizione per qualificare e dare slancio al turismo dell’olio che rappresenta una concreta opportunità di crescita per tante piccole economie locali».
 

Redazione

Corso del COI “Uso efficiente dell’acqua negli oliveti in un contesto di cambiamento climatico” il 18-23 settembre (pure online). Iscrizioni entro il 15 aprile.

I paesi olivicoli hanno adottato nuove politiche sulla gestione dell'acqua che avranno un impatto significativo sul futuro del comparto dell’olivicoltura. Queste politiche eserciteranno un'elevata pressione sull’irrigazione, poiché l'acqua diventa un bene sempre più scarso.
Con questo in mente, il Consiglio Oleicolo Internazionale (COI) (International Olive Council) e l'Istituto Agronomico Mediterraneo di Saragozza (IAMZ) (Mediterranean Agronomic Institute of Zaragoza) organizzano un corso avanzato intensivo sul tema dell’“Uso efficiente dell'acqua negli oliveti in un contesto di cambiamento climatico”.
Il corso si terrà presso la sede del CIHEAM  (International Centre for Advanced Mediterranean Agronomic Studies) di Saragozza per un periodo di 1 settimana, dal 18 al 23 settembre 2023, in sessioni mattutine e pomeridiane. Può essere seguito anche on-line. A causa delle diverse nazionalità dei relatori, alcuni anche italiani, sarà fornita un’interpretazione simultanea, nelle seguenti lingueinglese, francese e spagnolo.
Pensato per 35 partecipanti in presenza e 30 partecipanti online, il corso è rivolto a manager e decisori pubblici e privati, agronomi, ambientalisti, consulenti tecnici ed esperti di istituti di ricerca e sviluppo, con una laurea, coinvolti nella gestione dell'acqua e nell’olivicoltura.
Il corso illustrerà come utilizzare l'acqua in modo efficiente nell'olivicoltura, come adottare le strategie di gestione raccomandate per prevenire le perdite d'acqua in campo e come introdurre tecnologie innovative per l’ottimizzazione dell'uso di acqua e altre risorse.
Il termine di scadenza delle iscrizioni è il 15 aprile.
Maggiori dettagli sul programma, sui relatori e sulle modalità di iscrizione si trovano qui.

Redazione

Il 22 marzo alle 15,30 il 2° webinar (gratis) di Vigna & Olivo 2023 per operatori. Tra i temi Piano Xylella, difesa fitosanitaria sostenibile e fertilizzazione.


La sostenibilità in olivicoltura fra presente e futuro. Questo il tema principale del 2° webinar della 11^ edizione di “Vigna & Olivo” 2023, che si terrà domani mercoledì 22 marzo alle ore 15,30. Un evento online gratuito che è dedicato ad aziende, tecnici professionisti e altri addetti ai lavori del comparto olivicolo e in cui sono previsti anche crediti formativi per i professionisti.
L’appuntamento è organizzato dall'Associazione Vento di Maestrale con i patrocini dell'Ordine degli agronomi della Provincia di Bari, del Coordinamento regionale periti agrari della Puglia (Corepa), dell'Associazione regionale pugliese tecnici e ricercatori in agricoltura (Arptra), dell'Associazione italiana per la protezione delle piante (Aipp) e della Rete Gas Puglia - Gruppi di acquisto solidale. A moderare l’incontro il presidente di Arptra Gianluca Chieppa e il giornalista Tommaso Cinquemani.
Iscrizioni qua. Per informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Programma
Dopo i saluti istituzionali del presidente dell’Associazione Vento di Maestrale Gerardo Tedesco, del dirigente dell’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia Salvatore Infantino, del presidente dell’Ordine degli agronomi della Provincia di Bari Oronzo Milillo, del rappresentante del Corepa Ettore Zucato e del presidente dell’Associazione italiana per la protezione delle piante (AIPP) Gianfranco Romanazzi, inizieranno le relazioni vere e proprie:
- “Xylella fastidiosa: Piano d'azione 2023-2025 della Regione Puglia” Salvatore Infantino, dirigente dell'Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia
- “Aggiornamenti delle conoscenze sull'eriofide dell'olivo (Aceria oleae)”, Enrico de Lillo, professore del Dipartimento di Scienze del suolo, della pianta e degli alimenti dell'Università degli Studi di Bari
- “La mosca delle olive (Bractrocera oleae): attuali soluzioni di controllo”, Antonio Guario, responsabile Ricerca e Sviluppo di Agrolab
- “L’innovazione nella corretta fertilizzazione dell’oliveto”, Domenico Labriola di Chimiberg Diagro - Diachem Spa e Luigi Quarta di Biolchim 
Infine una finestra sulle “Nuove proposte per il controllo sostenibile dei parassiti e malattie dell'olivo” delle aziende, con Andrea Bergamaschi (Upl), Francesco Vito Campanale (Biogard Cbc), Gianluca Scarcia (Sipcam), Luigi Amoruso (Manica), Roberto Balestrazzi (Nufarm), Luigi Evangelista (Gowan), Danilo Slanzi (Bayer), Giuseppe Depinto (Corteva Agriscience), Santina Rivela (Syngenta Italia) e Vincenzo Coscia (Fmc).

Redazione

Clima: la siccità fa crollare la produzione di olio di oliva

Per Coldiretti nel 2022-23 l’olio prodotto da noi sceso a 208 mln di kg. Forte calo pure in Spagna. Spesa per l’evo in Italia +7,5%. Prandini: filiera da 3 mld.

«A causa della siccità e dei cambiamenti climatici l’Italia ha perso il 37% della produzione di olio d’oliva con un impatto pesante sulla disponibilità di prodotto e sui bilanci delle aziende, colpite dagli aumenti record dei costi di produzione legati alla guerra in Ucraina».
E’ quanto emerso da una analisi di Coldiretti su dati Ismea diffusa l’11 marzo al Villaggio contadino di Cosenza, secondo la quale «complessivamente la campagna 2022-2023 vede una produzione di 208 milioni di chili di olio d’oliva contro i 329 milioni di chili dell’annata precedente».
Come spiega il comunicato di Coldiretti, «a pesare sono stati soprattutto gli effetti dei cambiamenti climatici, con la mancanza di pioggia e il freddo primaverile che hanno danneggiato la fioritura e l’allegagione (la trasformazione del fiore in frutto) con fenomeni di cascola. Una situazione proseguita anche nei mesi successivi dove la carenza idrica e le alte temperature estive hanno stressato le piante, mentre in molti territori non si riusciva neppure a ricorrere alle irrigazioni di soccorso a causa della mancanza di invasi e dell’esaurimento dei pozzi. Senza dimenticare il fenomeno della Xylella che purtroppo continua ad avanzare e che ha già ucciso più di 21 milioni di piante di ulivo».
Ma le difficoltà di quello che Coldiretti chiama l’«Uliveto Italia» non sono isolate, perché anche altri Paesi produttori di olio di oliva hanno registrato cali produttivi significativi. A cominciare dal Paese produttore numero 1 al mondo, la Spagna, dove «le prime stime – fa sapere Coldiretti - parlano di un calo dal 30 al 50% rispetto a 1,4 miliardi di chili dello scorso anno, per continuare con la Tunisia dove si prevede una flessione intorno al -25%, secondo Ismea». Solo la Grecia, ricorda il comunicato, «potrebbe superare i livelli produttivi dello scorso anno portandosi sopra i 300 milioni di chili».
Questi dati produttivi potrebbero pesare anche sui consumi, secondo Coldiretti: «nel 2022 la spesa degli italiani per l’olio extravergine d’oliva è comunque aumentata del 7,5% nei dodici mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2021» secondo un’analisi di Coldiretti su dati Ismea Ac Nielsen. «Non a caso l’Italia – viene precisato – è fra i primi tre maggiori consumatori di olio extravergine di oliva al mondo con circa 480 milioni di chili, subito dopo la Spagna e prima degli Stati Uniti e rappresenta il 15% dei consumi mondiali» secondo elaborazioni di Coldiretti sugli ultimi dati IOC (International Oil Council).
«Gli italiani – prosegue la nota - usano in media 8 chili a testa di olio extravergine di oliva e ogni famiglia spende in media 117 euro all’anno per acquistare olio d’oliva, che è anche l’alimento più popolare sulle tavole nazionali, addirittura più di pane e pasta, utilizzato da oltre il 97% degli italiani nell’ultimo anno», secondo un’analisi di Coldiretti sui dati Istat sugli stili alimentari, «con una crescente attenzione verso il prodotto di qualità che ha favorito la nascita di corsi e iniziative come la Fondazione Evo School di Coldiretti che forma gli esperti dell’olio del ventunesimo secolo». E in Italia «resta forte la propensione all’acquisto all’interno delle grandi catene commerciali, ma cresce la tendenza all’acquisto diretto dalle aziende agricole e dai frantoi».
«Occorre intervenire – ha dichiarato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini - per salvare un patrimonio unico del Paese con 250 milioni di piante che tutelano l’ambiente e la biodiversità, ma anche un sistema economico che vale oltre 3 miliardi di euro grazie al lavoro di un sistema di 400mila imprese tra aziende agricole, frantoi e industrie di trasformazione che producono un alimento importante per la salute che non deve mancare dalle tavole degli italiani». «L’obiettivo – ha concluso - è rilanciare una produzione nazionale dell’olio d’oliva messa a rischio anche dal Nutriscore, sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio ed incompleto che finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali come l’olio d’oliva, che è uno dei pilastri della Dieta Mediterranea conosciuta in tutto il mondo grazie agli effetti positivi sulla longevità e ai benefici per la salute».

Redazione

Il 16 marzo per il Centenario del CNR incontro al Politecnico di Bari “Emergenza Xylella: la scienza al centro delle soluzioni”. Ci sarà la presidente Carrozza.

L’epidemia del batterio Xylella fastidiosa ha provocato forti danni ambientali, paesaggistici ed economici, con conseguenti tensioni sociali, nella Puglia meridionale. Danni che sono all’attenzione della cronaca pugliese e nazionale (ma anche estera) da ormai circa 10 anni. E anche di recente, come riportato dal Giornale di Puglia e richiamato ieri nel sito web di Italia Olivicola, si è svolto ad Alberobello un convegno sui danni nel territorio pugliese colpito dalla Xylella, che ormai è arrivata nella Valle d’Itria, alle porte della provincia di Bari.
Come sottolineato nel notiziario online dell’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (IPSP), «per poter giungere a far convivere le attività olivicole/agricole nelle aree infette, un ruolo di primo piano sia nello studio del patogeno che nella ricerca di soluzioni per il contenimento della sua diffusione è stato ricoperto dal Consiglio Nazionale delle Ricerche».

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A rimarcare questa funzione, il 16 marzo, in occasione del Centenario della fondazione del CNR, presso il Politecnico di Bari si terrà, dalle ore 10 alle 12, l’incontro/dibattito intitolato “Emergenza Xylella: la scienza al centro delle soluzioni”, che sarà un’occasione per discutere delle nuove strategie della ricerca anche con istituzioni e rappresentanti degli stakeholder coinvolti.
All’incontro, a cui parteciperà tra gli altri la presidente del CNR Maria Chiara Carrozza, interverranno il direttore dell’IPSP Mauro Centritto, che aprirà i lavori, Donato Boscia, responsabile della sede di Bari dell’IPSP, con la relazione “L’evoluzione del problema Xylella alla luce dei risultati già acquisiti dalla ricerca”, e la ricercatrice dell’IPSP di Bari Maria Saponari con la relazione “Il piano strategico dei futuri progetti scientifici del CNR”.
Seguirà una tavola rotonda a cui parteciperanno Giuseppe Blasi, capo Dipartimento delle Politiche Europee e Internazionali e dello Sviluppo Rurale del Ministero dell'agricoltura, David Granieri, presidente Unaprol - Consorzio Olivicolo Italiano, Salvatore Infantino, dirigente Sezione Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia, Gianluca Nardone, direttore Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale e Ambientale della Regione Puglia, Eugenio Scandale, presidente dell’Accademia Pugliese delle Scienze, e Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola.
A tirare le conclusioni sarà Maria Chiara Carrozza. Modera l’incontro il giornalista de Il Foglio Luciano Capone.
Per partecipare all’evento è obbligatoria la prenotazione qua.

L.S.