Filiera olivo-olio

Per Italia Olivicola è urgente inserire misure di sostegno per il caro energia alle aziende della filiera olivicola (afflitta da bollette anche quintuplicate).

«L’aumento spropositato dei costi energetici rischia di rendere insostenibile, finanziariamente e economicamente, le attività di produzione e di trasformazione per le aziende del settore olivicolo-oleario, già vessate da una crisi prolungata, dall’emergenza climatica e da quella idrica».
A lanciare l’allarme nei giorni scorsi Italia Olivicola, che ha parlato di «una spesa per l’energia elettrica che in alcuni casi si è addirittura quintuplicata e che obbliga le aziende a considerare solo due terrificanti ipotesi: l’indebitamento o la cessazione dell’attività».
Per tali ragioni, il presidente di Italia Olivicola Gennaro Sicolo ha chiesto, «in vista della discussione in Aula a Palazzo Madama, prevista per il prossimo 6 settembre, del decreto-legge recante “Misure urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali”», di inserire nel Dl Aiuti bis misure di sostegno specifiche alla filiera olivicola «in grado di dare ossigeno alle imprese mentre attendiamo soluzioni strutturali finalizzate al raggiungimento dell’indipendenza energetica di cui il Paese ha urgente bisogno».

Redazione

olivicoltura impatto di caldo e siccità

La stima di Cia – Agricoltori Italiani su impatto di caldo a maggio e siccità in estate sull’olivicoltura delle regioni trainanti del Sud: produzione a -30%.

 
«Malgrado l’olivo sia estremamente resistente alla siccità, l’acqua mantiene un ruolo fondamentale in determinate fasi del ciclo vitale della pianta. Il caldo anomalo nel periodo di fioritura a maggio e il deficit idrico nella fase di accrescimento a luglio hanno infatti creato le condizioni per un’annata molto sfavorevole per la produzione di olive».
A ricordarlo è un comunicato di Cia – Agricoltori Italiani dell’8 agosto in cui viene annunciata una prima stima sui livelli produttivi della campagna olearia 2022-23 nelle principali regioni del Sud Italia (Puglia, Calabria, Sicilia e Campania): l’attesa è per un calo di produzione di olio di oliva pari a -30% rispetto alla scorsa campagna.
«Col mix di caldo e siccità – viene spiegato nella nota - la pianta si trova costretta a sacrificare parte della sua produzione e in alcuni casi sono già visibili frutti secchi, segno tangibile degli scompensi climatici. Ma anche quando le olive riescono ad accrescersi, lo stress idrico disidrata la polpa e ne compromette lo sviluppo, riducendo la formazione dell’olio. Ai problemi determinati dal clima, si aggiunge anche la minaccia incombente della mosca olearia, il parassita più preoccupante per gli uliveti italiani. In fase di pre-raccolta in autunno, il pericoloso insetto potrebbe infatti danneggiare ulteriormente la quantità e la qualità delle produzioni».
Il comunicato di Cia si conclude con un richiamo alle misure per difendere l’olivicoltura italiana dal cambiamento climatico: «invasi e infrastrutture idriche moderne, oltre a una migliore gestione del suolo, con tecniche volte al contenimento delle perdite idriche»; e uno al posizionamento dell’Italia fra i Paesi produttori di olio del mondo: «nell’ambito del bacino del mediterraneo, dove si concentra oltre il 75% della produzione mondiale di olive, l’Italia, insieme alla Spagna, alla Tunisia e alla Grecia gioca un ruolo fondamentale. La produzione nazionale incide per il 15% su quella mondiale e il settore si caratterizza per essere il secondo esportatore dopo la Spagna».
 

Redazione

resilienza dell'olivo al cambiamento climatico - Consiglio oleicolo internazionale

Dal 27 al 30 settembre 2022 in Portogallo workshop internazionale del Coi sulla resilienza dell’olivo al cambiamento climatico. Domande entro il 5 settembre.

 
Fornire una panoramica su diversi temi relativi alla sostenibilità delle filiere dell’olio d’oliva e delle olive da tavola aprendo le menti degli operatori al nuovo “pensiero sostenibile”. 
Questo lo scopo del workshop internazionale “Olive Resilience to Climate Change” che il Consiglio oleicolo internazionale (Coi) organizza dal 27 al 30 settembre 2022 in Portogallo, a Lisbona ed Èvora.
Nell’occasione si riuniranno i coordinatori di progetti sulla sostenibilità e resilienza dei sistemi di produzione olivicola per i seguenti obiettivi:
- riconoscere lo stato di avanzamento, le metodologie e i risultati dei diversi progetti;
- fornire opportunità alle parti interessate di fare rete e condividere esperienze;
- creare nuovi consorzi, con il supporto del Coi, per sviluppare nuovi progetti di ricerca e strategie di ricerca e sviluppo; 
- coordinare e dare assistenza sulla resilienza e sostenibilità olivicola.
I coordinatori dei principali progetti attualmente in corso nel settore olivicolo sono incoraggiati a partecipare, a integrare le varie attività, a generare percorsi di comprensione e collaborazione tra diversi gruppi e promuovere sinergie per rendere gli uliveti più resilienti.
Chi sta gestendo o ha condotto un progetto relativo al settore olivicolo ed è interessato a partecipare è invitato dal Coi a comunicarlo entro il 5 settembre 2022: tramite una e-mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., con Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. in copia. 
Nelle domande di partecipazione vanno inclusi i seguenti dettagli del progetto: titolo, obiettivi, durata, finanziamento totale, istituzioni partecipanti.
Il Coi contatterà i project manager selezionati entro il 10 settembre 2022.
Il seminario si svolgerà esclusivamente in lingua inglese
A causa del suo budget limitato, il Coi non sarà in grado di coprire le spese per tutti i project manager partecipanti. Chi desidera partecipare coprendo le proprie spese, può farlo sapere alla segreteria esecutiva nella e-mail della domanda di partecipazione.
Per maggiori informazioni fare clic qui. 
 

Redazione

La proposta della CE di apertura alla vendita d’olio d’oliva sfuso su base volontaria per Agrinsieme è rischiosa per qualità e concorrenza. Sollecito al Mipaaf.

Una lettera di sollecito al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) «affinché si adoperi a respingere con forza al proposta della Commissione Ue di autorizzare la vendita di olio d’oliva sfuso su base volontaria».
L’ha scritta e inviata nei giorni scorsi il coordinamento Agrinsieme, che riunisce Cia – Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, secondo il quale tale ipotesi, che prevede la modifica del Regolamento di esecuzione 29/2012, comporterebbe «seri rischi di sicurezza, di mercato, di reputazione e di frode».
Il primo rischio, per Agrinsieme, riguarda «la qualità dell’olio d’oliva e la sicurezza sanitaria per il consumatore che sarebbero compromesse dalla commercializzazione del prodotto in bottiglie aperte e riutilizzabili. Modalità che non darebbero alcuna garanzia neanche sul rispetto delle norme igieniche».
La proposta della Commissione Ue aumenterebbe anche il rischio di frodi, «poiché risulterebbe molto difficile, se non impossibile, monitorare la qualità dell'olio d'oliva rimanente nel contenitore dopo la sua apertura. Ad essere compromessa sarebbe poi la trasparenza nei confronti dei consumatori, che non avrebbero garanzie sulla corrispondenza tra quanto indicato in etichetta e quanto contenuto nella bottiglia riempita».
Tutto ciò, puntualizza Agrinsieme nella missiva al Mipaaf, «vanificherebbe gli sforzi degli operatori del settore che nel corso degli anni hanno lavorato duramente per garantire la qualità dell'olio d'oliva immesso sul mercato e investito nella sensibilizzazione su qualità e valori nutrizionali di questo prodotto di eccellenza e simbolo della dieta mediterranea. Se venisse autorizzata la vendita di olio sfuso su base volontaria, verrebbero annullati molti di questi risultati e si andrebbe incontro ad una distorsione della concorrenza interna nel mercato unico».  
Inoltre, per Agrinsieme, «l’autorizzazione alla vendita di prodotti sfusi su base volontaria non risponderebbe, come auspicato dalla Commissione, alle preoccupazioni dei consumatori in materia di sostenibilità ambientale: la vendita di prodotti sfusi al dettaglio, infatti, non riduce, né elimina, l'impatto ambientale dell'imballaggio, poiché il prodotto dovrebbe essere comunque riconfezionato in contenitori nei negozi. Tali contenitori non offrirebbero lo stesso livello di garanzie igieniche degli imballaggi standardizzati, visto che non sarebbero soggetti a controlli obbligatori di conformità alle normative ambientali».
Agrinsieme chiede quindi «con forza il sostegno dell’amministrazione italiana sul mantenimento dell'obbligo di imbottigliamento per l'olio d'oliva, per non metterne a rischio sicurezza, qualità e reputazione, nonché per il bene dei produttori e dei consumatori».

Redazione

Le linee del nuovo presidente di Assitol, Associazione italiana dell’industria olearia, Riccardo Cassetta, e dell'ancora presidente dell’Olio d'oliva Anna Cane.

Riccardo Cassetta, amministratore unico di Olio Levante srl, impresa del comparto olio d’oliva di Andria (in provincia di BAT – Barletta-Andria-Trani), succede a Marcello del Ferraro quale presidente di Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia, aderente a Federalimentare e Confindustria. La nomina è avvenuta nei giorni scorsi, un paio di settimane dopo che Anna Cane, Corporate Quality Coordinator & Italy Director di Deoleo (proprietario di Carapelli Firenze Spa), era stata confermata alla presidenza del gruppo “Olio di oliva” di Assitol.
Classe 1963, Cavaliere al merito della Repubblica, Riccardo Cassetta è stato vicepresidente del Consorzio Tutela dell’Olio DOP Terra di Bari e attualmente è vicepresidente di Confindustria Bari-Bat. «Sono onorato e felice per questa nomina – ha dichiarato il neo presidente – che arriva in coincidenza con il 50° anniversario della nascita di Assitol. Al tempo stesso, sono consapevole del grande lavoro che mi aspetta. Sono tanti i fronti su cui l’associazione è chiamata a impegnarsi per il cambiamento: basti pensare al coacervo di norme, spesso obsolete, che appesantiscono l’attività industriale. Se vogliamo ridare slancio al nostro agroalimentare, oltre alla semplificazione di norme e regolamenti, dobbiamo puntare su una sempre maggiore collaborazione con le istituzioni, la pubblica amministrazione e, al tempo stesso, con la controparte agricola. L’obiettivo è di riuscire a conciliare le necessità di industria, agricoltura e politica, in modo da essere più competitivi e coesi, come i Paesi nostri concorrenti». In questa ottica va letto anche il difficile momento attuale. «Le conseguenze del conflitto in Ucraina, l’inflazione, i rincari legati alla siccità – ha concluso - si affrontano lavorando insieme alla filiera e agli interlocutori coinvolti, nessuno escluso».
Al fianco di Cassetta, nel ruolo di vicepresidenti di Assitol, sono stati nominati Pietro Marseglia, vicepresidente del Marseglia Group, Ivano Mocetti, presidente del CdA di Costa d’Oro, Fabio Maccari, amministratore delegato della Salov, ed Enrico Zavaglia, trading manager della Cereal Docks. Entrati nel direttivo anche Mario Rocchi, amministratore dell’Oleificio Rocchi, Gianmaria Martini, amministratore delegato di Unigrà, Dora De Santis, responsabile qualità di Agridè, Roberto Sassoni, direttore generale di Carapelli Firenze, e Saverio Panico, direttore commerciale di Bunge. Assitol ha anche nominato Leonardo Colavita presidente onorario, in virtù del suo lungo impegno nell’associazione e nel settore oleario.
Riguardo al Gruppo Olio di Oliva, l’8 giugno, appena riconfermata presidente, Anna Cane aveva così riassunto le politiche di Assitol nel suo comparto: «il nostro focus non cambia, intendiamo continuare il nostro programma di valorizzazione del prodotto-olio, dal punto di vista alimentare e nutrizionale, mettendo in luce il lavoro delle aziende, il loro “saper fare”, ancora poco riconosciuto. Confermiamo quindi il nostro impegno a favore della ricerca, essenziale per garantire ai consumatori l’autenticità e la genuinità del nostro olio, senza dimenticare la sostenibilità ambientale, economica e sociale ed il dialogo con le istituzioni e la filiera, in un’ottica collaborativa».
In ambito scientifico, il Gruppo si è speso negli ultimi anni sperimentando il nuovo sistema analitico per la determinazione dei composti volatili negli oli extra vergini. «Ribadiamo la centralità dell’analisi sensoriale – ha detto la presidente Cane – occorre però irrobustire questo metodo, ed i composti volatili rappresentano lo strumento ideale. Siamo stati i primi a crederci, quando ancora c’era molto scetticismo intorno a questa nuova ipotesi a supporto del panel test, ed i risultati oggi ci danno ragione». A tale scopo Assitol ha creato alcuni anni fa una task force ad hoc, composta da aziende diverse, con l’obiettivo di valutare l’applicazione del nuovo sistema di dosaggio dei composti volatili su campioni di diverse cultivar e campagne olivicole, confrontandosi anche con i ricercatori di “Oleum”, progetto europeo coordinato dall’Università di Bologna nell’ambito di Horizon 2020 (vedi). «Li abbiamo studiati utilizzandoli nella pratica quotidiana delle imprese, che analizzano centinaia di oli ogni anno – ha chiarito Anna Cane –. L’indagine dimostra che questo è il sistema più adeguato da affiancare all’analisi sensoriale nella classificazione degli oli. Occorre arrivare al più presto ad un metodo validato a livello istituzionale e internazionale».
La squadra di Assitol ha visto la riconferma di quasi tutti gli altri presidenti di gruppo: Carlo Tampieri per il  gruppo “Oli da semi”, Paolo Grechi per il gruppo “Lievito da zuccheri”, Michele Martucci per il gruppo “Olio di sansa”, Giuseppe Allocca per il gruppo “Condimenti spalmabili”, Joern Schneider per il gruppo “Biodiesel”, Maurizio De Maria per il gruppo “Oli per usi tecnici”. Conferma anche per Palmino Poli, delegato alla presidenza per “Fiere ed eventi”. E’ invece al primo mandato Alberto Molinari, appena eletto presidente di AIBI, l’Associazione Italiana Bakery Ingredients, che rappresenta le aziende dei prodotti semilavorati della panificazione, pizzeria e pasticceria.

L.S.

Con l’incontro sull’oleoturismo il 17 giugno e 2^ edizione di Oliveti Aperti 18 e 19 giugno, Olio DOP Riviera Ligure e turismo dell’olio in evidenza in Liguria.

Si apre domani a Genova con una tavola rotonda sull’oleoturismo con il sottosegretario Centinaio e il senatore Stefano la tre giorni ligure dedicata all’olio e alla sua valorizzazione turistica che proseguirà il 18 e 19 giugno lungo tutta la riviera con la seconda edizione di “Oliveti Aperti”, a cui interverrà anche il ministro del turismo Massimo Garavaglia.
L’incontro di domani pomeriggio alle ore 16 presso la Sala del Consiglio Metropolitano di Palazzo Doria Spinola, organizzato come tutta la manifestazione Oliveti Aperti dal Consorzio di tutela dell’olio DOP Riviera Ligure in collaborazione con Fondazione Qualivita e con il supporto della Regione Liguria, s’intitola “Oleoturismo: una nuova frontiera per la filiera olivicola della Liguria. Oliveti Aperti un esempio di integrazione fra produzione DOP e turismo” e mira a fare il punto sullo sviluppo territoriale legato al turismo esperienziale dell’Olio Riviera Ligure DOP anche in relazione alla nuova legge nazionale sull’oleoturismo. «Valorizzare l’oleoturismo significa riconoscere il lavoro dell’uomo nella direzione dell’ospitalità agrituristica, con proposte multifunzionali che possano coinvolgere produttori e visitatori» ha sottolineato il vice presidente di Regione Liguria con delega all’Agricoltura e al marketing territoriale Alessandro Piana, aggiungendo che questo incontro con le associazioni di categoria, il Consorzio di Tutela, Qualivita, l’Associazione Nazionale Città dell’Olio e le alte rappresentanze dello Stato e del Ministero Politiche Agricole non si limiterà a tracciare le prospettive dell’attuale normativa, ma delineerà «possibilità concrete per rafforzare l’intera filiera».
Tre i temi al centro della tavola rotonda: la valorizzazione integrata dell’olio Dop prodotto attraverso la costruzione di aziende multifunzionali orientate all’accoglienza; lo sviluppo locale tramite le sinergie tra operatori dei diversi settori economici nella creazione di un’offerta di turismo esperienziale che leghi varie eccellenze del territorio; la preservazione del paesaggio attraverso il mantenimento e recupero di oliveti secolari nell’ambito di servizi di ospitalità.
All’incontro, dopo i saluti del presidente del Consorzio di tutela Olio DOP riviera Ligure Carlo Siffredi, interverranno i presidenti liguri di Cia, Coldiretti e Confagricoltura, nell’ordine Stefano RoggeroneGianluca Boeri e Luca De Michelis. Seguirà la tavola rotonda vera e propria fra l’assessore Alessandro Piana, il presidente dell’Associazione Nazionale Strade dell’Olio Michele Sonnessa e il direttore generale del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) Oreste Gerini. Subito dopo tireranno le conclusioni il senatore Dario Stefano, promotore della legge sull’oleoturismo, e il sottosegretario del MIPAAF Gian Marco Centinaio. A moderare l’incontro sarà Mauro Rosati, direttore generale della Fondazione Qualivita.
Sabato 18 e domenica 19 giugno si svolgerà “Oliveti Aperti”, che è articolata nelle seguenti grandi iniziative pensate per rendere la filiera DOP dell’olio ligure protagonista: il turismo esperienziale nelle aziende (18-19 giugno), gli inediti “Cammini dell’olio DOP Riviera Ligure (18-19 giugno), la tavola rotonda Turismo DOP (18 giugno) e un press tour per raccontare l’olivicoltura eroica regionale (18-19 giugno); a cui si aggiungono le già iniziate degustazioni di “Pane e o Olio” con i ristoranti Liguria Gourmet (8-18 giugno) e l’Olio Tour Liguria in bicicletta (4-17 giugno). Guida d’eccezione il comico ligure Dario Vergassola, che accompagnerà il racconto alla scoperta del territorio e la visita a luoghi e simboli storici come i “muretti a secco”, Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.
Da sottolineare, fra le iniziative sopra elencate, quale vera novità per gli appassionati di trekking, i 13 inediti “Cammini dell’olio DOP Riviera Ligure”, che sono stati realizzati in collaborazione con l’Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche e saranno gratuiti fino ad esaurimento posti. Degli itinerari da percorrere a piedi tra gli storici paesaggi olivetati della regione accompagnati da guide esperte prima di degustare i prodotti tradizionali proposti dalle aziende.
Ma ovviamente al centro di tutto saranno le 28 aziende produttrici di Olio DOP Riviera Ligure, dislocate lungo tutta la Liguria, da Ponente e Levante, ciascuna delle quali offrirà ai turisti numerosi tipi di esperienze all’insegna dell’olio DOP e del suo territorio: visite a oliveti e frantoi, degustazioni di prodotti tipici, itinerari di arte, laboratori didattici ed eventi culturali e enogastronomici.

Redazione