Filiera olivo-olio

La cv. Leccino CSS 02 Minerva è uno dei cloni brevettati dai Vivai Attilio Sonnoli di Uzzano, storica azienda toscana: oltre ad essere resistente al freddo e a poter vantare maggiori qualità e quantità di produzione di olive, è stato dichiarato dal CNR di Bari resistente alla Xylella, in quanto appartenente alla famiglia varietale del leccino.

 
L’azienda Vivai Attilio Sonnoli ha richiesto all'Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante – CNR di Bari una valutazione scientifica sulla sua brevettata Minerva, pianta dalle alte prestazioni già verificate: la risposta è chiara, Minerva è stata dichiarata resistente alla Xylella in base alla sua appartenenza alla famiglia varietale del leccino, varietà policlonale a suo tempo già dichiarata dallo stesso Istituto resistente alla Xylella. 
Al dato scientifico fornito dal CNR di Bari si aggiunge il dato proveniente dall'esperienza sul campo: sono infatti vent'anni che 200 piante di Minerva si trovano piantate in Puglia, in zona infetta da Xylella, e queste sono perfettamente integre. La verifica è stata fatta dallo stesso Vivaio di Luigi Vergaro, che ha potuto constatare come la varietà Orgiarola, piantata accanto a Minerva, sia stata invece rinvenuta totalmente infetta. Le piante erano state piantate nel 1997 qui, a Lecce, nel centro della zona infetta da Xylella, assieme ad altre 200 Diana e 200 Frantoio, sempre dei Vivai Attilio Sonnoli: ancora oggi le 200 piante di Minerva risultano non contagiate.
Oltre a Minerva, saranno testati i livelli di resistenza anche dei tipi Diana e Tosca, olivi sempre appartenenti alla Vivai Attilio Sonnoli, che dimostra ancora una volta la sua professionalità e precisa capacità di rispondere ai problemi del vivaismo e della produzione olivicola.
L’olivo Minerva, oltre a questa importante qualità di resistenza, possiede una serie di caratteristiche superiori: resistenza al freddo, produzione di olive di grandezza maggiore (30/40% in più rispetto al leccino normale) e dunque di quantitativi maggiori, migliore qualità dell’olio. 
Gli olivicoltori pugliesi, ai quali da pochi giorni la Comunità Europea ha concesso la possibilità di reimpianto nelle zone infette, hanno dunque oggi un'altra varietà, che dà loro la speranza di realizzare una nuova olivicoltura più efficiente e moderna. 
 
Redazione

Il tavolo tecnico sul verde agricolo e floreale di Pescia riprende i suoi lavori partendo dal Distretto Olivicolo. Dopo la conferma del ruolo determinante da parte del Commissario prefettizio, Silvia Montagna, il Pav ha presentato il progetto di distretto all'associazione Vivai di Pescia: «Ottenuto il sì unanime dei Vivai di Pescia al Distretto, procederemo ora ad incontrare gli altri attori necessari» annuncia Andrea Vitali, segretario Pav.

 
Si è tenuto l'11 agosto l'incontro col Commissario di Pescia, Silvia Montagna, che, presa visione della precedente istituzione del Tavolo da parte del Comune e del suo ruolo strategico per Pescia, che necessita di confronto e di policy strutturate, ha deciso di far proseguire la sua attività, riconfermandolo.
«In seguito a tale incontro», ricorda il presidente del Pav, Franco Baldaccini, «si è subito proceduto ad una convocazione del Tavolo, il 4 settembre, per trattare uno degli argomenti centrali del nostro lavoro, il Distretto Olivicolo, la cui promozione era già stata da noi sollecitata all'amministrazione precedente.» 
Dopo la riunione del Tavolo, Andrea Vitali, in qualità di segretario, ha presentato i vantaggi e le possibilità che si aprono con la costituzione del Distretto Olivicolo all'assemblea dell'associazione Vivai di Pescia, tenutasi in data 29 settembre. «Ho illustrato il progetto di Distretto Olivicolo, evidenziando come Pescia sia in possesso di tutte le caratteristiche per la stesura di questo, posto il suo know-how storico e tecnico-commerciale.» 
Così Andrea Vitali, segretario Pav, ha ottenuto un sì unanime dell'assemblea dell'associazione, che, come riportato nel suo verbale, dichiara: «L'associazione decide di partecipare in maniera attiva alla stesura del progetto sia nei tavoli comunali che in quelli regionali, impegnandosi da subito nell'attivazione dello stesso.» 
Al Distretto Olivicolo hanno dato così il loro consenso unanime venti olivicoltori su trenta associati vivaisti. Il Pav procederà adesso ad incontrare gli altri attori necessari alla costruzione del Distretto, fissando entro fine di ottobre un'ulteriore riunione sull'argomento.
 
Redazione

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che oggi, nella riunione del Comitato Fitosanitario Permanente di Bruxelles, è stato approvato il testo di modifica delle misure europee di emergenza per la gestione delle aree contaminate dalla Xylella fastidiosa: arriva così l’ok definitivo al reimpianto olivi.

Le nuove disposizioni introdotte tengono conto delle richieste avanzate dall’Italia e prevedono: la possibilità di reimpianto delle specie ospiti nella zona infetta (ad esclusione degli ultimi 20 km più a nord); la possibilità di non abbattere le piante monumentali risultate non contaminate che si trovano nei 100 metri da una pianta infetta, a patto che venga protetta dal vettore e ispezionata periodicamente; la libera movimentazione dalla zona demarcata delle tre varietà di vite risultate non suscettibili (Negramaro, Primitivo e Cabernet Souvignon).
«Si tratta di un risultato importante – afferma il ministro Maurizio Martina - ottenuto grazie al costante lavoro diplomatico fatto in queste settimane a Bruxelles. Ora dobbiamo ripartire, guardando al futuro dell’olivicoltura e dell’agricoltura salentina. Bene anche le misure di protezione rispetto alle importazioni dall’estero che danno più garanzie di sicurezza».
Stabilito il rafforzamento delle ispezioni nei siti di produzione europei che coltivano sei specie, tra cui olivo, oleandro e mandorlo, identificate come ad alto rischio a causa dell’elevata sensibilità al batterio.

Redazione

Si terrà a Pisa dal 18 al 20 ottobre 2017 il IV convegno Nazionale dell'Olivo e dell'Olio, organizzato nell'ambito del gruppo di lavoro SOI dal Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell'Università degli Studi di Pisa e dall'Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa con il contributo del Gruppo di Lavoro Olivo e Olio della SOI.

Il convegno è patrocinato dall’Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio di Spoleto, dall'Accademia dei Georgofili e da Regione Toscana. Durante la tre giorni tecnici, ricercatori, imprenditori ed amministratori presenteranno i risultati del proprio lavoro e discuteranno su importanti temi della filiera olivicola-olearia: biologia e biotecnologie, vivaismo, tecnica colturale, meccanizzazione, difesa, tecnologie estrattive e di conservazione, mercato e valorizzazione dei prodotti e dei sottoprodotti.
Il programma del Convegno si articolerà in relazioni ad invito, comunicazioni orali e poster selezionati dal Comitato Scientifico, e visite di interesse tecnico-scientifico.
Qui la scheda di iscrizione da scaricare e compilare per partecipare al Convegno.

Redazione
La campagna 2016-2017 del settore dell’olio di oliva si archivia come la peggiore degli ultimi decenni. Secondo la stima Ismea su dati Agea la produzione si è attestata a 182 mila tonnellate, con un calo del 62% rispetto all’annata precedente. Un dato ben peggiore delle già basse stime realizzate in corso di campagna.
La scarsa produzione ha condizionato notevolmente sia il mercato interno, con prezzi all’origine dell’extravergine che, in alcuni periodi, hanno superato i 6 euro/kg, come media nazionale, sia gli scambi con l’estero, che nei primi quattro mesi del 2017 hanno registrato una flessione del 19% dei volumi esportati e un contemporaneo incremento del 20% degli acquisti, soprattutto di olio di provenienza spagnola.
La campagna di raccolta 2017/18 si prospetta più abbondante di quella precedente ma risentirà certamente degli effetti di un inverno particolarmente rigido, seguito da gelate primaverili e siccità estiva.
 
Redazione
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ll Consorzio nazionale degli olivicoltori (Cno) e l’Unione nazionale produttori olivicoli (Unasco), due delle maggiori organizzazioni italiane di olivicoltori, hanno avviato le procedure per arrivare alla fusione. Nascerà quella che l’Ansa ha definito «una maxi unione di coltivatori e produttori olivicoli»: la più grande in Italia. Pari a oltre 300 mila olivicoltori per una superficie di oliveti di quasi 390 mila ettari. 
L’annuncio dell’imminente fusione è stato dato nei giorni scorsi, a margine dell’incontro organizzato da Unasco a Telese Terme (Benevento) sul tema “Storia dell’olivicoltura di domani. Tracciamo insieme il nostro futuro”, dai presidenti di Unasco Luigi Canino e di Cno Gennaro Sicolo, che hanno ricevuto mandato a tal fine dalle assemblee delle rispettive organizzazioni. La decisione, che rafforza la voce dei produttori di olio extravergine di oliva, contribuisce a dare un forte impulso di convergenza verso un sistema Italia per l'EVO made in Italy, di cui è espressione la Filiera olivicola olearia italiana (Fooi), l’organizzazione interprofessionale dell’olio d’oliva e delle olive da tavola costituita verso la fine del 2016 dalle sigle del tavolo di filiera: Aipo, Cno, Unapol, Unasco e Unaprol per le associazioni di organizzazioni di produttori, Federolio per la federazione nazionale del commercio oleario, Assitol per l’associazione italiana dell’industria olearia, Aifo e Assofrantoi per il settore della prima trasformazione.
«Abbiamo ricevuto mandato nelle rispettive sedute assembleari di sviluppare tramite i cda il percorso di unificazione delle nostre organizzazioni – hanno sottolineato Luigi Canino e Gennaro Sicolo - perché siamo convinti che sullo scenario internazionale e ai tavoli istituzionali governativi, solo una compiuta visione strategica condivisa possa determinare il rilancio di un settore che connota l'agricoltura italiana, e con essa il nostro territorio, la nostra tradizione, la nostra capacità come Paese di essere attrattivi verso i flussi turistici internazionali, sempre più esigenti e concentrati sulla qualità».
 
L.S.