Filiera olivo-olio
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L.S.
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Le stime del Consiglio oleicolo internazionale sulla produzione mondiale di olio d’oliva nella campagna 2020/21 in Unione europea e fuori Europa. Consumo visto in calo dell’1,5% e poco inferiore alla quantità prodotta: 3 milioni e 185 mila tonnellate contro 3 milioni e 197 mila tonnellate. E il quadro dei dati (quasi definitivi) della stagione 2019/20.
La produzione mondiale di olio d’oliva nella campagna 2020/21 dovrebbe raggiungere 3.197.000 tonnellate, pari a una diminuzione dello 0,3% rispetto alla campagna precedente.
Questa la stima del segretariato esecutivo del Consiglio oleicolo internazionale (Coi), basata sui dati ufficiali dei singoli Paesi, che è stata comunicata alcuni giorni fa in una nota del Coi da cui si viene a sapere anche che il 93,82% della produzione mondiale, pari a 2.999.500 t, sarà da attribuire ai paesi membri del Coi. Con la previsione nei paesi produttori di olio d’oliva dell’Unione europea «di 2.232.500 t, con un aumento del 16%» sul 2019/20. Mentre saranno gli altri paesi membri del Coi, quelli extra europei, a registrare un forte calo, con una produzione totale di 767.000 t, pari a «una diminuzione di 317.500 t (-29,3%) rispetto all'anno precedente». Il consumo mondiale invece dovrebbe attestarsi su 3.185.500 t di olio d’oliva, in calo dell'1,5% rispetto alla campagna precedente e di poco inferiore alla quantità prodotta.
Dati del 2019/20
Riguardo alla campagna 2019/20, questo il quadro dei dati (non ancora definitivi) riportati nella nota del Coi. Produzione mondiale di 3.207.000 tonnellate, in calo dell’1,7% (55.000 t) rispetto al 2018/19 (quando si raggiunse il livello di 3.262.000 tonnellate triplicando i quantitativi rispetto a 60 anni prima). Consumi di circa 3.234.000 t (+5,8% sul 2018/19) e importazioni ed esportazioni di 1.156.000 e 1.205.000 t rispettivamente.
I paesi membri del Coi - Algeria, Argentina. Egitto, Iran, Israele, Giordania, Libano, Libia, Marocco, Montenegro, Palestina, Tunisia, Turchia, Unione Europea e Uruguay - avrebbero prodotto 3.008.500 t, ovvero il 93,80% del totale mondiale, nella stagione 2019/20.
La produzione del gruppo dei paesi europei avrebbe raggiunto 1.924.100 t, in calo del 15% rispetto alla campagna precedente. In Spagna la produzione sarebbe stata di 1.125.300 t (-37,1%), in Italia di 366.000 t (+110,8%), in Grecia di 275.000 t (+48,6%) e in Portogallo di 140.500 t (+40,1%).
La produzione degli altri paesi membri del Coi sarebbe aumentata del 32,9%, raggiungendo un totale di 1.084.500 t. La Tunisia si è distinta con 350.000 t (+150%), seguita dalla Turchia con 225.000 t (+16,3%), il Marocco con 145.000 t (-27,5%) e l'Algeria con 125.500 t (+29,4%).
Il consumo nei paesi membri del Coi avrebbe raggiunto le 2.204.000 t, con un aumento del 3,4%, mentre nei paesi non membri il consumo sarebbe stato di circa 1.030.000 t, con un aumento dell'11,4% rispetto alla campagna precedente.
L.S.
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Firmato decreto che destina 5 milioni di euro per coprire gli interessi sui mutui maturati nel 2019 dalle aziende del settore oleario. Bellanova: «l’obiettivo è mettere in sicurezza l’intera filiera». Soggetto attuatore Ismea, che ridurrà proporzionalmente i contributi dei beneficiari se le richieste complessive superassero le risorse disponibili.
La ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova ha firmato un decreto che destina 5 milioni di euro per la copertura, totale o parziale, dei costi degli interessi maturati dalle imprese della filiera olearia nel 2019 sui mutui bancari contratti entro il 31 dicembre 2018.
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Confagricoltura Pistoia replica a Coldiretti ribadendo la divergenza di vedute su come promuovere le produzioni di olivi pesciatine. Il presidente Zelari: «non abbiamo intenzione di interferire con le attività del distretto floricolo, che anzi guardiamo con interesse, ma pensiamo che il centinaio di aziende di produzione di olivi che si concentrano nel territorio di Pescia e dintorni esprimerebbero meglio le proprie potenzialità commerciali, elevatissime e dalla proiezione internazionale, se riunite in un distretto specializzato. Confagricoltura crede in un’imprenditoria agricola che punta alla competitività delle aziende e alla massima affermazione possibile dei loro prodotti sui mercati». Inoltre, aggiunge Andrea Zelari, «l’olivo per il suo valore è una pianta diversa dalle altre e non può essere classificata sotto la voce florovivaismo».
«Il "distretto del vivaismo olivicolo pesciatino" ci sarebbe già, ma si chiamerebbe “Distretto rurale interprovinciale florovivaistico di Pistoia e Lucca”. Basterebbero queste due citazioni del comunicato di Coldiretti Pistoia per sancire che non si tratta di distretto specializzato nelle produzioni di piante di olivo della Valdinievole. E potremmo chiuderla qua, aggiungendo solo che tale distretto ha come soggetto referente un’associazione denominata “Associazione florovivaistica interprovinciale – Afi”. Ma ciò avrebbe l’effetto di attizzare la polemica, per cui preferiamo precisare con serenità quali sono i punti di divergenza tra la nostra posizione e la loro, nel rispetto delle vedute altrui».
Inizia così la replica del presidente di Confagricoltura Pistoia Andrea Zelari al comunicato stampa diffuso ieri l’altro da Coldiretti Pistoia in seguito alla sua proposta, lanciata nella Giornata internazionale dell’olivo, di istituire un distretto rurale del “vivaismo olivicolo della Valdinievole”, o dell’olivo, se si preferisce la terminologia suggerita il giorno dopo dal sindaco del Comune di Pescia (che è uno dei soggetti fondatori dell’Associazione florovivaistica interprovinciale che gestisce il Distretto floricolo di Lucca e Pistoia), purché con “distretto dell’olivo” si intenda un distretto specializzato unicamente nelle produzioni di piante di olivo, destinate ai produttori d’olio di tutto il territorio regionale e nazionale.
«Quando abbiamo avanzato l’idea di istituire un distretto del vivaismo olivicolo della Valdinievole o di Pescia – spiega Zelari - non abbiamo nemmeno citato il Distretto floricolo interprovinciale perché non abbiamo intenzione di interferire con le sue attività e i suoi Pid. Semplicemente pensiamo che il centinaio di aziende di produzione di piante di olivo che si concentrano nel territorio di Pescia e nei Comuni limitrofi, riunite in un distretto formalmente riconosciuto e superando i conflitti che le hanno attraversate in passato, potrebbero esprimere al meglio le proprie potenzialità commerciali, che sono elevatissime e con proiezione internazionale. E per chi come noi crede nell’agricoltura come attività imprenditoriale che punta in primo luogo al miglioramento della competitività delle aziende e alla massima affermazione possibile dei loro prodotti sui mercati questa è la strategia da perseguire. Mentre non crediamo nell’idea collocare e di fatto nascondere questa eccellenza pesciatina del vivaismo olivicolo dentro la cornice composita della floricoltura interprovinciale. Non è questa la strategia più lungimirante a lungo termine». «Senza dimenticare – osserva Zelari – che l’olivo è una pianta così importante dal punto di vista commerciale (sia per l’olio che come ornamentale) e dal punto di vista simbolico che non può essere equiparata alle altre e classificata sotto la voce florovivaismo».
«D’altra parte, contrariamente a quanto afferma Coldiretti Pistoia, né il testo della legge regionale dei distretti rurali né quello del successivo regolamento attuativo – aggiunge Zelari – impediscono la creazione di un altro distretto nel medesimo territorio, che poi medesimo non è visto che noi abbiamo in mente Pescia e gli altri Comuni della Valdinievole in cui si concentrano i produttori di olivi e non il territorio interprovinciale. Del resto sarebbe stato poco lungimirante da parte del legislatore regionale imporre una simile rigida restrizione. E a quanto ci risulta esistono diverse aziende vivaistiche olivicole di primo livello che non fanno parte del Distretto interprovinciale che in teoria potrebbero essere interessate a un ragionamento nella direzione da noi indicata».
«Nel frattempo – conclude Zelari – è giusto che il Distretto floricolo interprovinciale prosegua secondo il suo programma e noi ovviamente lo seguiremo con attenzione, perché siamo interessati anche all’andamento del settore floricolo».
Redazione
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Il 26 novembre, in occasione della celebrazione della Giornata mondiale dell’olivo da parte del Consiglio oleicolo internazionale (Coi), sono stati proclamati i vincitori dell’edizione 2020 del Premio Mario Solinas, un concorso che ha tra i suoi fini «incoraggiare i singoli produttori, le associazioni di produttori e i confezionatori dei Paesi produttori a commercializzare oli extra vergini di oliva che presentino caratteristiche organolettiche armoniose e incoraggiare i consumatori a riconoscere e apprezzare le proprietà sensoriali di tali oli».
Quest’anno gli oli partecipanti sono stati 157, provenienti sia da Paesi membri che da Paesi non membri del Coi, e sono stati valutati da un panel internazionale composto da 8 esperti riconosciuti dal Coi, fra i quali nessun nome italiano. Le categorie di oli d’oliva extravergini del concorso erano le seguenti: robusto, medio, delicato, maturo e dell'emisfero sud. Durante la premiazione Mercedes Fernandez, capo dell'Unità di ricerca e standardizzazione del Coi, ha presentato le caratteristiche degli oli vincitori e si è congratulata con tutti i finalisti.
First prize
Intense green fruitiness: S.C.A. Nuestra Sra. De los Remedios, Oro de Cánava - Jimena - (Jaén) - Spain
Medium green fruitiness: Yihai Kerry Investments Co.Ltd, Olivoila - Shangai - China
Mild green fruitiness: Sociedad Cooperativa Andaluza San Sebastián - Guadalcanal - (Seville) - Spain
Ripe fruitiness: Olis Solé, S.L. - Mont-Roig del Campo (Tarragona) - Spain
Southern Hemisphere: Cobram Estate - Murray - Australia
Second prize
Intense green fruitiness: S.C.A. Agrícola de Bailén Virgen de la Zocueca - Picualia - Bailén (Jaén) Spain
Medium green fruitiness: Les Conserves de Meknès, Olea Food, S.A. - Meknès - Morocco
Mild green fruitiness: Casa Juncal - Oro Bailen - S.L.U. - Villanueva de la Reina - (Jaén) - Spain
Ripe fruitiness: Huilerie Bechir Jarraya – Mateur - Tunisia
Third prize
Intense green fruitiness: Almazaras de la Subbética, S.L., Carcabuey (Córdoba) - Spain
Medium green fruitiness: S.C.O. de Valdepeñas, Colival - Valdepeñas (Ciudad Real) - Spain
Mild green fruitiness: Oleomorillo, S.L., Basilippo - El Viso del Alcor (Seville) - Spain
Ripe fruitiness: Olivko – Tunis - Tunisia
FINALISTS
Intense green fruitiness:
1st Aceites Perales de Baeza - Pradolivo - C.B. - Baeza (Jaén) - Spain
2nd Hispasur Aceites, S.L. - Priego de Córdoba (Córdoba) - Spain
3rd El Labrador, sat 8064 – Fuente la Piedra (Málaga) - Spain
Medium green fruitiness:
1st Manuel Molina Muñoz e Hijos, S.L. - Almedinilla (Córdoba) - Spain
2nd Sovena Portugal Consumer Goods, S.A. - Algés - Portugal
3rd SAOV Sociedade Agrícola Ouro Vegetal, Lda. - Alferrarede (Abrantes) - Portugal
Mild green fruitiness:
1st Aceites Olivar del Valle, S.L. - Bolaños (Ciudad Real) - Spain
2nd Compagnie Générale des Industries Alimentaires, COGIA - Sousse - Tunisia
3rd Entre Caminos Selección, Escalera Álvarez, Sat - La Roda de Andalucía (Seville) - Spain
Ripe fruitiness:
1st Domaine Fendri - Sfax - Tunisia
2nd Quinta do Crasto, S.A. - Sabrosa (Vila Real) - Portugal
3rd Agrícola la Maja, S.L. – Mendavia (Navarra) - Spain
Redazione
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Replica di Coldiretti Pistoia alla proposta di Confagricoltura Pistoia di istituire un distretto specializzato nel vivaismo olivicolo in Valdinievole: interveniamo a seguito «delle curiose richieste, delle disponibilità e delle precisazioni diffuse in questi giorni sui media locali, relative all’esigenza di istituire un distretto del vivaismo olivicolo».
«Una storia semplice. Il distretto del vivaismo olivicolo (e floricolo) c’è già, è operativo e ha presentato un progetto (Pid) per un totale di 3,3 milioni di euro, già dichiarato ammissibile dalla Regione, che coinvolge tra Pescia e Lucca quasi 50 soggetti».
Redazione