Filiera olivo-olio

Anche quest’anno interverranno esperti di fama nazionale ad Olea, la manifestazione organizzata dall’Istituto tecnico agrario Dionisio Anzilotti di Pescia. Docenti universitari, periti agrari, consulenti della filiera olivicola. Solo che stavolta sarà un incontro virtuale: un webinar che si svolgerà venerdì 7 maggio a partire dalle 9 di mattina. Tema centrale dell’appuntamento, le “Innovazioni nel vivaismo olivicolo”
«Si tratta del momento conclusivo di un percorso di collaborazione molto articolato - ricorda Sara Michelotti, la docente che insieme al collega Matteo Gentili ha reso possibile l'evento -. Insieme agli ex allievi e a Daniela Vannelli hanno contribuito il Collegio Interprovinciale dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati (PLA) di Lucca, Pisa, Pistoia, Livorno e Massa Carrara, il Coordinamento regionale dei Periti Agrari e dei PLA della Toscana e il Civi-Italia, Centro interprofessionale per le attività vivaistiche».
A moderare il webinar sarà il prof. Tiziano Caruso dell’Università di Palermo. Luigi Catalano del Civi-Italia terrà un primo intervento sulla gestione dei vivai in base alle normative recenti, mentre Maurizio Micheli dell’Università di Perugia parlerà delle nuove tecnologie in vitro e Andrea Vitale terrà le conclusioni illustrando gli aggiornamenti tecnici nella propagazione vegetativa. La partecipazione al convegno è libera e gratuita, basta compilare, entro martedì 4 Maggio, il form.
La presentazione di Olea è stata anche l’occasione per annunciare che l'olio di oliva prodotto dall'Istituto Anzilotti è sull'edizione 2021 della Guida agli extravergini di Slow Food, «menzionato per la sua qualità tra più di ottocento aziende e realtà produttive italiane e per la continua sperimentazione sulla coltivazione dell'olivo e il miglioramento della qualità del prodotto». «È un grande successo frutto della collaborazione tra tanti attori diversi – ha dichiarato il dirigente dell'istituto Francesco Panico -. Un ringraziamento particolare va a Daniela Vannelli, esperta di analisi sensoriale e valutazione organolettica degli olii per Slow Food. Da anni Vannelli collabora con l'Anzilotti, tenendo corsi di degustazione basati sul metodo del panel test agli studenti delle quinte dell'indirizzo “Produzione e trasformazione”».

L.S.

 

 

Dai nuovi approcci normativi e tecnologici alla qualità degli oli di oliva sino alle tecniche per la gestione sostenibile del suolo in olivicoltura.
L' Accademia nazionale dell'olivo e dell'olio di Spoleto organizza a partire da oggi, per la primavera - estate  2021, un primo ciclo di seminari a distanza su temi di grande interesse per la filiera. I seminari telematici sono tenuti da uno a tre relatori coordinati da un esperto dell'argomento, hanno durata compresa tra una e due ore e prevedono la possibilità di domande al termine della presentazione.
La partecipazione è gratuita, ma bisogna registrarsi preventivamente ad ogni singolo seminario per poter ricevere il codice di accesso. Questo il link.

PROGRAMMA
30 Aprile, ore 15:30
Nuovi approcci analitico normativi e tecnologici e qualità degli oli di oliva.
Conte L. , Presidente Società Italiana Sostanze Grasse e Servili M., Università di Perugia,
organizzato congiuntamente con  Società Italiana Sostanze Grasse;
14 Maggio ore 15:30
Sequenziamento del genoma dell'olivo: stato dell'arte e prospettive future.
Carbone S., CREA-OFA, Muleo R. Università della Tuscia e Morgante M. Università di Udine;
28 Maggio ore 15:30 di olivo
Caratterizzazione ed importanza della fioritura dell'olivo:
“Olive tree flower quality”
Rapoport H.F., CSIC Cordoba
“Relazioni qualitative e quantitative tra fiori e frutti di olivo”
Rosati A., CREA - OFA Spoleto
15 Luglio ore 15:30
Gestione sostenibile del suolo in olivicoltura.
“Tecniche colturali per la sostenibilità dell'oliveto”
Lodolini E.M., CREA-OFA Roma
“Interazione fra radici dell'olivo e residui organici: fertilità e stanchezza del suolo”
Neri D., Università Politecnica delle Marche , Vignozzi N., CREA - AA Firenze;
“Indicatori di biodiversità nel suolo”
Simoni S., Centro di ricerca Difesa e Cerificazione, CREA Firenze
organizzato congiuntamente con il gruppo di lavoro "Olivo e Olio" della Società dell'Ortoflorofrutticoltura Italiana (SOI).

Redazione

 

 

Da un sondaggio di Confagricoltura e Nomisma su un campione di produttori olivicoli italiani emergono come fattori strategici principali l’aumento dell’efficienza/produttività, le nuove tecnologie per il monitoraggio e la tracciabilità. I maggiori deficit di competenze riguardano l’e-commerce e l’efficienza produttiva. Nel webinar di presentazione dei risultati le proposte del direttore di Confagricoltura Postorino, del presidente della OP Confoliva Silvestri e del presidente di Enapra Brondelli.

L’olivicoltura italiana fra gap strutturali e sfide formative per affrontare l’innovazione. Neanche la metà degli olivicoltori italiani ha ancora affrontato il tema delle tecnologie per l’agricoltura di precisione e 4.0. Eppure il 36,7% di essi considera l’aumento dell’efficienza/produttività come uno dei principali fattori chiave di successo nei prossimi 3/5 anni e il 23,3% punta sui sistemi di tracciabilità. Non solo, fra le carenze di competenze indispensabili per raggiungere gli obiettivi strategici, i produttori olivicoli mettono al primo posto quelle riguardanti l’e-commerce (56% delle risposte) e al secondo le capacità manageriali necessarie ad aumentare la produttività. Mentre le innovazioni tecnologiche ritenute più importanti per il futuro sono i sensori e altri strumenti di monitoraggio (18,6% delle risposte) e le tecnologie per la tracciabilità/blockchain (15%).
Sono questi i risultati principali del sondaggio svolto nei mesi scorsi da Confagricoltura e Nomisma, insieme ad Assofrantoi, Op Confoliva e l’ente di formazione Enapra, su un campione di 90 aziende olivicole rappresentative della nostra olivicoltura in base a criteri geografici, economici e produttivi. Risultati che sono stati presentati e commentati ieri, durante il webinar “Innovazione, digitalizzazione, competenze nel settore olivicolo”, da alcuni dei protagonisti dei soggetti organizzatori.
«Quello olivicolo è un settore complesso e frammentato che attraversa difficoltà strutturali e commerciali, nonostante il livello qualitativo dei suoi prodotti – ha detto il direttore generale di Confagricoltura Francesco Postorino aprendo i lavori -. Serve una spinta forte che rafforzi la competitività e valorizzi, al contempo, le caratteristiche identitarie di qualità dell’olio».
«Dalla survey è emersa la chiara consapevolezza, da parte dei conduttori, dei gap di competitività da colmare – ha posto in evidenza Denis Pantini, responsabile agroalimentare di Nomisma -, ma sono state evidenziate anche grandi potenzialità, alta propensione all’innovazione, particolare sensibilità sui temi della biodiversità e della sostenibilità».
«Emerge un forte fabbisogno di innovazione – ha osservato Walter Placida, presidente della Federazione nazionale olivicola di Confagricoltura -. Bisogna favorire l’agricoltura di precisione per il contrasto alle fitopatie e la riduzione dell’uso dei fitofarmaci, le certificazioni di prodotto sempre più orientate alla sostenibilità, macchinari e attrezzature per ridurre i costi di produzione ed efficientare i processi, la formazione dei produttori per un migliore know how in campo e sui mercati nazionali ed internazionali. Tutte sfide che necessitano di adeguati strumenti sia finanziari, sia tecnici».
«I conduttori – ha aggiunto Pierluigi Silvestri, presidente Op Confoliva - avvertono pure la necessità di interventi e strumenti diretti a favorire le aggregazioni di produttori e di prodotto e a promuovere una cultura oleicola presso i consumatori, che possa favorire una scelta consapevole, orientata al made in Italy ed alla qualità».
Palma Esposito, responsabile del settore Olivicoltura di Confagricoltura, ha ricordato il grande dibattito sulla PAC che potrebbe portare ad una nuova OCM Olio con strumenti come la ristrutturazione degli impianti e la riconversione varietale. C’è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) con un progetto per l’innovazione nella meccanizzazione e l’ammodernamento dei frantoi. Vanno inoltre utilizzati gli strumenti di gestione del rischio, come i fondi di mutualizzazione, per stabilizzare i redditi nel caso di crisi. Le nuove strategie dell'Unione europea legate a Green Deal - biodiversità e “From Farm to Fork” sono poi occasioni imperdibili per rilanciare il settore, puntando sulla sostenibilità.
«La richiesta di innovazione è strettamente connessa a quella di formazione – ha concluso Luca Brondelli, componente della Giunta esecutiva di Confagricoltura e presidente di Enapra - ed è necessaria una nuova mappatura delle competenze per gestire i cambiamenti. Enapra tutti i giorni costruisce piani di formazione su misura per le aziende; si parte dalle analisi dei fabbisogni per definire percorsi formativi su misura».

L.S.

 

 

 

Domina la Spagna, a cui si devono più della metà dei 131 oli di oliva extravergini partecipanti, nei podi delle varie sezioni del Concorso internazionale Mario Solinas 2021. Fra i 13 premiati anche un olio italiano di un’azienda pugliese, giunto secondo nella categoria “Fruttato maturo”.


Sono tredici gli oli d’oliva extravergine premiati nell’ultima edizione del Concorso internazionale Mario Solinas 2021, il premio di qualità più importante del mondo, organizzato dal Consiglio oleicolo internazionale (Coi). Sì, perché in una delle cinque categorie, “Emisfero australe”, non sono stati assegnati il secondo e terzo premio. A dominare sono stati gli oli iberici con due primi posti, due secondi e tre terzi. L’Italia si è aggiudicata un secondo posto con un olio extravergine “Fruttato maturo” di un produttore pugliese: l’azienda agricola Leone Sabino di Canosa.
Lo ha reso noto tre giorni fa il Coi precisando che hanno partecipato all’edizione di quest’anno del premio di qualità Solinas, che prende il nome da un noto ricercatore italiano che ha dato un grande contributo alla standardizzazione dei criteri di qualità, 131 campioni di olio di oliva extravergine provenienti da 12 paesi di tutte le parti del mondo. Per la precisione: Algeria (6), Argentina (1), Australia (1), Cina (3), Croazia (1), Grecia (4), Italia (3), Giordania (1), Portogallo (24), Spagna (76), Tunisia (10) e Turchia (1).
I campioni di olio, presentati da singoli produttori o da associazioni di produttori e distributori, sono stati giudicati da una giuria internazionale composta dai leader delle giurie riconosciute dal Coi. In conformità alle regole del concorso stabilite lo scorso novembre, gli oli sono stati ripartiti, prescindendo dalla sezione “Emisfero Sud”, in quattro categorie a seconda del valore mediano d'intensità dell’attributo “fruttato”.

I VINCITORI DEL PREMIO QUALITA’ MARIO SOLINAS 2021

Primo premio:
- Fruttato verde intenso: Olivar de la Monja, S.L. – Baeza (Jaén) – Spagna
- Fruttato verde medio: S.C.A. San Felipe Apóstol – Baeza (Jaén) – Spagna
- Fruttato verde delicato: Terra Creta Grand S.A. “Terra Creta Grand Cru EVOO” – Chania (Creta) – Grecia
- Fruttato maturo: Huilerie Bechir Jarraya – Om El Janna – Mateur – Tunisia
- Emisfero Sud: “El Mistol Clásico” Agropicuaria El Mistol S.A. - San Juan –Argentina

Secondo premio:
- Fruttato verde intenso: Almazaras de la Subbética S.L. – Priego de Córdoba (Córdoba) – Spagna
- Fruttato verde medio: Entre Caminos Selección/Escalera Álvarez, SAT – La Roda de Andalucía (Sevilla) - Spagna
- Fruttato verde delicato: Fima Olá – Produtos Alimentares SA – Abrantes (Ribatejo) – Portogallo
- Fruttato maturo: Azienda agricola Leone Sabino – Canosa Di Puglia (BT) – Italia

Terzo premio:
- Fruttato verde intenso: SCA Ntra. Sra. de los Remedios (Oro de Canava) – Jimena (Jaén) – Spagna
- Fruttato verde medio: Hispania Food Company XXI, S.L. – Carcabuey (Córdoba) – Spagna
- Fruttato verde delicato: Sovena – Portugal Consumer Goods, S.A. – Algés – Portogallo
- Fruttato maturo: Agricola Sant Isidre i Secció de Credit – Juncosa (Lleida) – Spagna

Redazione

 

 

Il sindaco di Castiglion Fiorentino Mario Agnelli è stato eletto coordinatore delle 50 Città dell’Olio della Toscana, la regione più rappresentata. Agnelli: «l’olio una grande opportunità per il rilancio economico-turistico del nostro territorio». Ieri l’altro a Roma incontro con il sottosegretario del Mipaaf Francesco Battistoni. L’obiettivo del presidente delle Città dell’Olio Sonnessa è «dare nuovo impulso all’oleoturismo e alla costruzione di una proposta turistica integrata».

Eletto alcuni giorni fa coordinatore regionale delle Città dell’Olio della Toscana e contestualmente entrato nel consiglio direttivo nazionale, il sindaco di Castiglion Fiorentino Mario Agnelli ha partecipato il 29 marzo a Roma all’incontro tra una delegazione della sua associazione, guidata dal presidente Michele Sonnessa e dal direttore Antonio Balenzano, e il sottosegretario del Ministero delle Politiche agricole, senatore Francesco Battistoni.
Nell’occasione l’associazione Città dell’Olio si è presentata illustrando il proprio impegno nell’ambito della promozione del turismo dell’olio e dell’olivicoltura sociale, del contrasto all’abbandono dei terreni agricoli e del recupero dei paesaggi olivati. «Ci sono tutti i presupposti – ha dichiarato il presidente nazionale Michele Sonnessa - per lavorare insieme alla sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa che veda il Ministero e le Città dell’Olio giocare in squadra in alcune partite fondamentali: dalla formazione e educazione dei consumatori, soprattutto giovani, alla valorizzazione dei territori da cui nasce l’oro verde. Siamo pronti a fare la nostra parte e siamo felici di aver trovato nel sottosegretario un interlocutore competente».
La settimana scorsa, all’indomani dell’elezione a coordinatore delle Città dell’Olio della Toscana da parte dell’assemblea regionale, composta da 50 comuni, il numero più alto a livello nazionale, Mario Agnelli aveva sottolineato che «tra gli scopi dell’associazione abbiamo anche quello della valorizzazione del turismo legato al mondo dell’olivicoltura». «Grazie alle tante iniziative promosse in questi anni con impegno dal nostro rappresentante nazionale Marcello Bonechi e dal Presidente Michele Sonnessa – aveva aggiunto Agnelli -, le Città dell’Olio dovranno catalizzare sempre di più l’attenzione di enti come la Regione Toscana e il Ministero dell’Agricoltura per evitare l’abbandono dei territori e mantenere e tutelare un paesaggio unico nel mondo. Credo che l’olio rappresenti anche una grande opportunità per il rilancio economico-turistico del nostro territorio». E in tale circostanza così si era espresso il presidente Sonnessa: «la Toscana con la sua grande tradizione e vocazione olivicola e le sue 50 Città dell’Olio è il fiore all’occhiello della nostra associazione. Grazie al lavoro prezioso del Vice Presidente Vicario Marcello Bonechi e dell’ex coordinatrice Consuelo Cavallini, le Città dell’Olio toscane si sono consolidate e hanno lavorato bene in sinergia. Insieme si può ancora crescere, mettendo in campo progettualità per educare al consumo consapevole le giovani generazioni e per dare nuovo impulso all’oleoturismo e alla costruzione di una proposta turistica integrata e ancora più appetibile per chi arriva nei nostri territori».

Redazione

 

 

Puglia, Umbria, Abruzzo, Calabria e Lombardia regioni capofila nel consorzio nazionale Movimento Turismo dell’Olio (MTO) presentato a Roma l’11 marzo. Le quattro parole chiave della strategia sono sostenibilità, nuove tecnologie, in-formazione, fare rete. La direttrice Cisonno: «intendiamo promuovere l’oleoturismo come modalità di turismo slow in armonia con la natura» e «unire il pubblico con il privato, ispirandoci al recente Patto di Spello per creare un coordinamento tra Movimento Turismo del Vino, MTO, Città del Vino, Città dell’Olio, ed una rete di ristoratori».


Promuovere i territori olivicoli italiani e il loro prodotto attraverso il binomio turismo - tradizione di qualità dell’olio extravergine made in Italy.
Questo l’obiettivo del Movimento Turismo dell’Olio (MOT), consorzio nazionale che è stato costituito di recente e presentato ufficialmente l’11 marzo scorso a Roma presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato alla presenza, tra gli altri, di Nicola D’Auria, presidente del Movimento Turismo del Vino Italia (MTV), che è socio fondatore del Mot, e del senatore Dario Stefàno, artefice della legge nazionale sull'oleoturismo.
Alla guida per i prossimi 6 anni il tandem tutto pugliese composto dal presidente Donato Taurino, produttore di olio salentino, e dalla direttrice e ideatrice del progetto Vittoria Cisonno, già direttrice del Movimento Turismo del Vino. Con loro, come riportato da Askanews, il Conte Franco Silvano Toni di Cigoli (Umbria) quale vicepresidente, i consiglieri Piercarmine Tilli (Abruzzo), Raffaele Maria Maiorano (Calabria), Nicoletta Manestrini (Lombardia) Sebastiano de Corato (consigliere MTV) e il presidente del comitato tecnico Angela Canale. Ma se il MOT vede aderenti, soci fondatori e apripista i consorzi delle regioni Puglia, Umbria, Calabria, Lombardia e Abruzzo per un numero attuale di associati di circa un centinaio di realtà, come reso noto dall’Ansa, sono previste prossimamente le adesioni di Toscana, Lazio e delle altre regioni.
Grazie a questa nuova realtà, si mira a dare una ulteriore spinta al sistema olivicolo nazionale e alle regioni con tale vocazione, fra cui la Puglia, la regione leader nazionale consolidata della produzione di olio d’oliva, anche se ultimamente colpita in alcune aree dalla Xylella fastidiosa, che per prima qualche anno fa ha avvertito la necessità di costituire il Consorzio “MTOlio Puglia”, che oggi conta 23 soci olivicoltori. Nel corso degli anni ha organizzato ABC Olio e Ulivo Day, eventi rivolti ai turisti gourmet curiosi di conoscere le qualità olfattive e gustative dell’olio evo, e di dare una identità ai frantoiani-artigiani di casa nostra. L’idea dell’olioturismo o oleoturismo venne in mente dieci anni fa a Vittoria Cisonno, la quale, in parallelo all’esperienza di successo del Movimento Turismo del Vino, decise di imbarcarsi in una nuova avventura, e costituì il MTO Puglia, nel quale esperienza, tradizione, alimentazione e scienza si intrecciano per valorizzare l’olio d’oliva italiano, che può contare su olive di eccellente qualità, estratte a freddo in frantoi dotati di impianti certificati che consentono la perfetta conservazione della materia prima.
La strategia nazionale del MTO tracciata da Cisonno e Taurino si basa su quattro parole chiave: sostenibilità, nuove tecnologie, in-formazione, fare rete. «Il comparto produttivo oleicolo italiano – ha spiegato Vittoria Cisonno – è maturo per avviare un lavoro sinergico a tutto vantaggio di un prodotto che merita di essere comunicato e conosciuto in tutto il mondo per le sue caratteristiche che lo rendono unico. Con le iniziative ecosostenibili intendiamo promuovere l’oleoturismo come modalità di turismo slow in armonia con la natura. Ci aiuterà la tecnologia con il sito web per la promozione dell’extravergine e la commercializzazione di esperienze oleoturistische e video emozionali, utili per la campagna di marketing con cui si racconterà il Movimento Turismo dell’Olio. L’in-formazione è la chiave di volta: formare e informare i consumatori sull’extravergine, le cultivar regionali, le denominazioni d’origine, oltre che formare i singoli operatori sulla ricezione oleoturistica, aiutarli a costruire una proposta interessante e a raccontarsi emozionando, è di fondamentale importanza per riuscire nel progetto. Con la rete che attiveremo intendiamo unire il pubblico con il privato, ispirandoci al recente Patto di Spello per creare un coordinamento tra MTV, MTO, Città del Vino, Città dell’Olio, ed una rete di ristoratori al fine di dialogare in maniera univoca con le istituzioni locali e nazionali».
Con il Movimento Turismo dell’Olio si intende realizzare una promozione integrata del prodotto «aprendo al turismo dell’olio le porte dei nostri frantoi – aggiunge Donato Taurino – per mostrare tutte le fasi della lavorazione perché i consumatori oggi esigono essere informati su tutto ciò che arriva sulle loro tavole e soprattutto capire il valore di un’agricoltura rispettosa dell’ambiente. Conoscere i territori di produzione, il lavoro che sta alla base di ogni litro di olio di qualità, le storie ed il sapere degli agricoltori e dei frantoiani, contribuisce a dare valore al prodotto. Siamo convinti che il turismo legato alle terre dell’olio extravergine, al pari del vino, rappresenti il fiore all’occhiello del made in Italy e dunque un volàno strategico per l’economia del nostro Paese che vanta un patrimonio olivicolo unico al mondo per varietà (circa 500 cultivar) e fascino paesaggistico. Ma c’è ancora un enorme potenziale inespresso che intendiamo tirar fuori attraverso l’impegno del MTO che punta a coinvolgere attivamente aziende di qualità e tutte le regioni del Paese».
«L’Italia dell’olio extravergine – ha aggiunto il senatore Dario Stefàno – rappresenta sulla carta un brand vincente, senza dubbio capace di competere con l’ampia offerta del mercato globale per la sua indiscussa qualità, per la sua storia millenaria e per le sue varietà territoriali che ne costituiscono un innegabile valore aggiunto. Tuttavia, per molti anni il turismo dell’olio non ha riscosso il successo che meriterebbe, essendo sempre stato al traino dell’enoturismo e messo in secondo piano anche durante i grandi eventi legati al vino. Occorre dunque dare una spinta decisiva per attuare una vera e propria inversione di tendenza, che negli ultimi tempi si sta lentamente concretizzando, grazie anche a iniziative di sensibilizzazione come il recente video promozionale dedicato a tutti gli EVO d’Italia pubblicato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. In questo senso il Movimento Turismo dell’Olio, attraverso una cabina di regia unica, potrà dare un forte contributo proprio perché rappresenta l’occasione ideale per fare realmente rete e presentarsi a livello internazionale con più incisività».
«L’olio extra vergine è fondamentale per lo sviluppo economico di tanti nostri territori – ha sottolineato Raffaele Maiorano, consigliere MTO e responsabile SDG di Confagricoltura - Il nostro impegno è far conoscere e promuovere il potenziale della nostra produzione e la cultura dell'olio, contribuendo allo sviluppo sostenibile della filiera».

Redazione