Filiera foresta-legno

foresta peccioli

Gestione attiva, sostenibilità e filiera del legno al centro dell’assemblea CEPF ospitata da Confagricoltura in Toscana

Quattromila alberi autoctoni piantati a Nardò da Fondazione Sylva con Intesa Sanpaolo e Alberitalia, per restituire verde al Salento colpito dalla Xylella e creare un nuovo polmone urbano.

FORLENER

Il 16 maggio a Lariofiere (Erba) durante il FORLENER, convegno sulle buone pratiche per il riuso del materiale vegetale da manutenzione del verde. 

sandro orlandini

“Urgente un dietro front”, avverte il presidente di Cia Toscana Centro: le limitazioni previste dalla Regione minacciano la selvicoltura, la tenuta economica delle aziende e la gestione attiva dei boschi

“La Regione Toscana prevede limitazioni aberranti alla gestione forestale che metteranno in ginocchio il comparto e provocheranno la chiusura di molte aziende, compromettendo la vitalità socio-economica delle aree montane e rurali”: lo denuncia Sandro Orlandini, presidente di Cia Toscana Centro, in merito al processo di revisione delle misure di conservazione per i siti Natura 2000. La riforma, motivata da un’infrazione Ue, secondo Orlandini comporta un abbandono del taglio del bosco ceduo a favore dell’alto fusto, con conseguenze negative per la redditività, il sottobosco e persino per il contenimento delle acque. A rischio, sottolinea, “non solo biodiversità e paesaggio, ma anche l’economia di territori dove la selvicoltura rappresenta l’ultima possibilità occupazionale”. Cia Toscana Centro, insieme ad altre sigle, ha chiesto un incontro urgente con la Regione per avviare un percorso partecipato e sospendere l’iter di approvazione delle nuove normative. “Serve un confronto basato su evidenze scientifiche e conoscenza dei territori: la vera conservazione valorizza la gestione attiva, non la penalizza”, conclude Orlandini.

Andrea Vitali

 
 

Con l’avvio ufficiale della Rete Nazionale dei Boschi Vetusti, l’Italia diventa il primo Paese europeo a tutelare in modo sistematico i boschi più antichi e intatti del suo patrimonio forestale.

In occasione della Giornata internazionale delle foreste del 21 marzo, la Direzione generale dell’economia montana e delle foreste del MASAF, in collaborazione con i Corpi e i Servizi forestali regionali, ha annunciato l’avvio operativo della Rete Nazionale dei Boschi Vetusti, istituita con decreto del 5 aprile 2023. Un passo storico per la tutela dei boschi antichi italiani, veri scrigni di biodiversità e memoria ecologica.

I boschi vetusti sono definiti come aree forestali di almeno 10 ettari dove l’assenza di disturbo umano per oltre 60 anni ha permesso il pieno sviluppo degli stadi evolutivi del bosco, dalla rinnovazione alla senescenza, con alberi di grandi dimensioni e un suolo ricco di materia organica. Ad oggi, circa 60 boschi sono già pronti per essere iscritti nella rete, con l’obiettivo di superare i 100 boschi vetusti entro un anno.

Una sezione speciale della rete è dedicata alle 13 Faggete Vetuste UNESCO, già riconosciute come patrimonio mondiale dell’umanità.

Il primo bosco vetusto ufficialmente inserito nella rete è l’abetina di Rosello (Chieti), nella Val di Sangro: 211 ettari di bosco misto dominato dall’abete bianco, con esemplari monumentali di faggio, tasso, cerro, tiglio e molte altre specie autoctone, tra cui il secondo abete bianco più alto d’Italia (59 metri).

Per ulteriori informazioni: www.masaf.it, sezione foreste > boschi vetusti.

Redazione 

Grazie all’approccio LEADER, i Gruppi di Azione Locale promuovono le strategie Smart Villages contro lo spopolamento delle aree montane e rurali

Le strategie Smart Villages in Italia sono diventate realtà grazie ai GAL (Gruppi di Azione Locale) che, nel quadro dell’approccio LEADER, stanno implementando soluzioni innovative per contrastare lo spopolamento e rilanciare le aree rurali e montane. Si tratta di un passaggio operativo che coinvolge sempre più territori, con bandi già pubblicati in varie regioni, prime selezioni di beneficiari e una forte attenzione alla partecipazione civica, all’innovazione digitale e sociale e alla creazione di servizi di prossimità. Emblematico il caso del GAL “Escartons e Valli Valdesi” in Piemonte, attivo con il progetto “GALassie di Comunità” e 48 proposte Smart Village già avviate. Tra i GAL già coinvolti figurano anche il GAL MontagnAppennino in Toscana e il GAL Valle Umbra e Sibillini in Umbria, impegnati a promuovere coesione sociale e sostenibilità attraverso strumenti digitali e reti territoriali. A supporto di questa transizione, la Rete Rurale Italiana ha avviato iniziative come lo Smart Rural Hub e workshop metodologici, mentre a livello nazionale l'iniziativa “Open LEADER” raccoglie e valorizza esperienze e indicatori utili a monitorare l’efficacia delle strategie locali. Le Smart Villages si configurano così come un modello concreto per rivitalizzare i territori, rafforzare le comunità locali e attrarre nuove energie e competenze.

Redazione