Filiera foresta-legno

Fare rete per vincere la sfida del PNRR

Uno dei punti di forza della filiera vivaistica pistoiese è sempre stato la capacità delle aziende di fare rete e collaborare nel contesto del libero mercato: dalla ricerca e sperimentazione fino alle vendite. Il modello distrettuale del vivaismo ornamentale pistoiese ha dimostrato nel tempo e oltre i confini nazionali di essere efficace.
Oggi il distretto è a un punto di svolta storico che richiede un nuovo passo in avanti, indispensabile per affrontare con successo la doppia sfida dell’impennata della domanda di alberi e piante da esterno delle città e della richiesta dell’Unione Europea di più alti requisiti di eco-sostenibilità produttiva, due aspetti del Green Deal con cui l’UE cerca di contrastare il cambiamento climatico e i suoi effetti.
Il percorso verso una produzione più ecologica è già stato avviato nel nostro distretto, sia dalle aziende singolarmente sia collettivamente con il Pid “Vivaismo per un futuro sostenibile” curato da AVI e già concluso con successo. Ma ci sono ancora progressi da fare sulla via dell’eco-sostenibilità: sui fronti dell’energia rinnovabile e dell’economia circolare. Inoltre va data con coraggio una risposta all’accresciuta domanda di piante per il verde urbano che non può essere soddisfatta solo nei confini del distretto.
Tutto ciò porta naturalmente all’opportunità di una sinergia con il Distretto forestale della Montagna Pistoiese, a vantaggio di entrambi i distretti. Un bando sui contratti di distretto nell’ambito del PNRR offre l’occasione per una progettualità comune dei due distretti pistoiesi che consenta davvero di fare quel doppio passo in avanti e salto di qualità necessari oggi.
Non c’è tempo da perdere, perché le voci corrono di un crescente interesse di concorrenti stranieri per la nostra Montagna. I rapporti fra Distretto vivaistico e Distretto forestale non sono all’anno zero, ma c’è tanto tanto da fare e in fretta.

Andrea Vitali

ForestSharing: la condivisione che valorizza il patrimonio boschivo italiano

Scopri come ForestSharing sta promuovendo la gestione attiva del bosco attraverso la condivisione e la collaborazione, creando valore per i proprietari forestali e contribuendo alla sostenibilità ambientale.


La gestione attiva e sostenibile del bosco è fondamentale per preservare il patrimonio boschivo italiano e promuovere la filiera foresta-legno. In questo contesto, ForestSharing si propone come una piattaforma innovativa che facilita la condivisione delle risorse forestali, creando un ambiente collaborativo e valorizzando il patrimonio boschivo italiano.

L'accesso a ForestSharing è semplice e gratuito. I proprietari forestali possono iscriversi alla piattaforma e inserire i dati del proprio bosco, indicando le modalità di gestione desiderate, come il taglio del legname, la valorizzazione turistica o il mantenimento. La piattaforma mette in contatto i proprietari con i tecnici di ForestSharing, che analizzano le proprietà forestali e collaborano con i proprietari per individuare le soluzioni migliori.

Uno dei principali obiettivi di ForestSharing è creare valore dal patrimonio boschivo italiano, attraverso la condivisione e la valorizzazione delle risorse. La piattaforma favorisce la gestione condivisa del bosco, consentendo ai proprietari di scegliere le modalità di gestione più adatte alle proprie esigenze. Questo approccio incentiva una gestione responsabile del bosco, contribuendo a preservare l'ambiente e sostenendo la sostenibilità ambientale.

La piattaforma offre una serie di servizi principali, tra cui la condivisione delle risorse forestali, la promozione di pratiche di gestione sostenibile e l'accesso a informazioni utili attraverso una sezione di domande frequenti. Inoltre, l'iscrizione alla piattaforma consente ai proprietari di boschi di entrare a far parte di una community che promuove la condivisione delle conoscenze e delle esperienze nel settore forestale.

Attraverso ForestSharing, i proprietari di boschi possono ottenere numerosi vantaggi. Oltre alla possibilità di creare valore dal proprio patrimonio boschivo, la piattaforma favorisce la collaborazione e la condivisione di risorse, consentendo di ottimizzare l'utilizzo delle materie prime e di ridurre la dipendenza dalle importazioni. Inoltre, la gestione attiva del bosco contribuisce a sostenere l'ambiente, preservando e valorizzando le funzioni ecosistemiche dei boschi italiani.

La piattaforma ForestSharing si impegna a garantire la trasparenza e la sicurezza dei dati, fornendo un ambiente virtuale affidabile e protetto per la gestione delle risorse forestali. Inoltre, la collaborazione tra proprietari, tecnici e altri attori del settore favorisce lo scambio di conoscenze e promuove una gestione sostenibile e consapevole del bosco italiano.

La condivisione e la collaborazione sono gli elementi chiave per creare valore dal patrimonio boschivo italiano. Grazie a iniziative innovative come ForestSharing, i proprietari di boschi hanno l'opportunità di gestire in modo responsabile e condiviso il proprio bosco, contribuendo alla sostenibilità ambientale e alla promozione della filiera foresta-legno italiana.

ForestSharing ha ottenuto importanti riconoscimenti a livello europeo nel settore forestale. È stato selezionato come best practice nel progetto Rosewood, promosso dalla Commissione Europea, testimonianza del suo impegno nel promuovere pratiche innovative e sostenibili.

Inoltre, ForestSharing ha ricevuto il premio Comunità Forestali Sostenibili 2020 nella categoria Gestione Forestale Sostenibile, promosso da PEFC e Legambiente. Il progetto è stato elogiato per l'applicazione della Sharing Economy nella gestione forestale, dimostrando un forte impegno per la sostenibilità ambientale. Forest sharing è stato selezionato da Impact Now come miglior progetto ad impatto ambientale positivo

La gestione forestale di ForestSharing segue gli standard di qualità di PEFC, garantendo la sostenibilità delle attività svolte.

La collaborazione con diverse organizzazioni e associazioni di rilievo testimonia l'impegno di ForestSharing nel creare una rete solida per promuovere la gestione forestale sostenibile. È socia di EARSC, l'associazione di riferimento per le aziende di remote sensing, e partner di Agresta, un'eccellenza nell'innovazione forestale in Spagna. Inoltre, la collaborazione con Agricolus, leader nella fornitura di servizi innovativi per il precision farming, unisce selvicoltura e agricoltura di precisione per creare valore sostenibile.

La partnership con IED, il principale istituto per lo sviluppo imprenditoriale in Grecia, e la collaborazione con FederLegnoArredo, la principale realtà aggregativa italiana nei settori legno ed arredo, sottolineano l'importanza di ForestSharing nella gestione forestale e nella filiera del legno.

Redazione

La catena del valore eco-ambientale nella Filiera forestale

Inauguriamo questa rubrica di Floraviva che parlerà del mantenimento e dello sviluppo del patrimonio forestale, grazie anche alle filiere locali che avranno il compito, insieme alle istituzioni, della sfida alla sostenibilità eco-ambientale.

La valorizzazione della produzione legnosa rappresenta una delle finalità principali della programmazione e pianificazione forestale in Italia. Tuttavia, l'attuale tasso di prelievo forestale, come risulta da un recente studio presentato durante il "Position Paper del Tavolo di Filiera Foresta Legno" che viene stimato con diversi metodi, porta a risultati variabili compresi tra il 18,4% e il 37,4% dell'incremento annuo (l'incremento annuo tiene conto della crescita naturale delle piante, della formazione di nuovi alberi e della loro crescita in termini di diametro e altezza. È una misura importante per valutare la capacità di un bosco di accumulare carbonio, assorbire anidride carbonica e fornire risorse rinnovabili come il legno). Nonostante la forbice di dati piuttosto amplia, emerge chiaramente che il prelievo italiano rimane molto inferiore rispetto alla media europea, che si attesta al 73% non riuscendo ad intaccare minimamente l'incremento del patrimonio boschivo che in italia è largamente siuperiore a quello agricolo.

È interessante notare che circa il 70% del legname prelevato in Italia è destinato alla produzione di legna da ardere, rappresentando una bassa pressione antropica sull'ambiente ma comportando una forte dipendenza dalle importazioni di legno e combustibili legnosi. Paradossalmente, nonostante la presenza di complessi industriali competitivi su scala internazionale nel settore del legno e della cellulosa, la domanda di materie prime legnose non è completamente soddisfatta dalle risorse forestali nazionali.

Per affrontare questa sfiida sarà quindi necessario, come indicato dal MASAF, adottare un approccio più efficiente, sostenibile e "a cascata" nella gestione delle biomasse forestali. Ciò consentirebbe di aumentare il valore prodotto dai boschi italiani e di stabilizzare la filiera locale e nazionale del legno. Inoltre, è importante considerare che le norme forestali nazionali, l'ampia diffusione della certificazione forestale e l'attenzione dei cittadini verso la sostenibilità ambientale rappresentano una garanzia di qualità e sostenibilità, a differenza delle importazioni provenienti da ecosistemi forestali a rischio e da paesi con normative meno stringenti.

Un uso più efficiente delle biomasse forestali non solo contribuirebbe a ridurre la dipendenza dalle importazioni, ma anche a promuovere la sostenibilità ambientale e ridurre significamente l'LCA, preservando le risorse naturali e riducendo l'impatto ambientale. Inoltre favorirebbe lo sviluppo di una filiera legno-energia locale e nazionale, generando benefici economici e occupazionali per le comunità rurali e montane.

Andrea Vitali

La governance del Distretto forestale pistoiese al GAL Montagnappennino

Sarà il GAL Montagnappennino il soggetto referente per la governance tecnica del Distretto rurale forestale della Provincia di Pistoia. L’obiettivo è dare impulso alle attività del territorio con riferimento soprattutto alla nuova programmazione dei fondi comunitari.
La decisione è stata presa all’unanimità durante l’ultima assemblea del Distretto forestale pistoiese, tenutasi venerdì 30 giugno a Pistoia.
I GAL (Gruppi di Azione Locale) sono promossi dall'Unione Europea per sviluppare piani e programmi per il miglioramento socio-economico delle comunità rurali; in Toscana sono 7, e il GAL Montagnappennino è già referente anche per la programmazione LEADER della Montagna Pistoiese.
«La capacità operativa del GAL Montagnappennino – ha affermato il presidente della Provincia Luca Marmo - potrà portare un valore aggiunto alle attività del distretto, soprattutto per individuare negli strumenti e nei programmi previsti il sostegno economico per la realizzazione degli interventi per tutta l’area montana». Mentre il sindaco Alessandro Tomasi ha sottolineato che «il Distretto rappresenta nei fatti l’occasione per cercare di contenere le tendenze demografiche negative, che rischiano di portare la nostra montagna a livelli irreversibili di criticità del saldo demografico».
La presidente del GAL Montagnappennino Marina Lauri ha espresso la propria soddisfazione per la fiducia, annunciando che il GAL aprirà una sede sulla Montagna Pistoiese, messa a disposizione da Luca Marmo in qualità di sindaco di San Marcello Piteglio, per garantire un punto di riferimento anche per le attività specifiche del Distretto.
L’assemblea si è chiusa con l’obiettivo di riconvocarsi a metà luglio, per dare vita a una cabina di regia politica e a un gruppo tecnico, chiamati a definire le prime linee di intervento da portare all’attenzione dei vari tavoli di programmazione.

Redazione

Tanti interventi sui benefici degli alberi, il ruolo del patrimonio boschivo e le riforestazioni supportate dal Pnrr nella Giornata nazionale degli alberi 2022.


«Dedicare del tempo alla conoscenza di questi delicati e forti esseri viventi, affinché essi abbiano l'attenzione che meritano per le tante funzioni ecosistemiche e per i molteplici benefici e servizi che offrono».
Questo, come ricordato quattro giorni fa dal Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf), è lo scopo della “Giornata nazionale degli alberi”, che ricorre ogni 21 novembre. Una finalità che il Ministero dell’agricoltura porta avanti in collaborazione con il Ministero dell’istruzione e del merito tramite «una proposta didattica sui temi dell'educazione ambientale attraverso la conoscenza del patrimonio boschivo italiano e dei suoi più illustri rappresentanti, gli alberi monumentali».
nativeferriniMa in un modo o nell’altro tanti altri soggetti hanno celebrato ieri la Giornata degli alberi 2022: il CREA (il Consiglio nazionale per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) celebrando nuovamente il centenario del CREA - Foreste e Legno e il suo ruolo di «punto di riferimento per le foreste italiane e per la ricerca chiamata a tutelarle»; Confagricoltura sottolineando i benefici degli alberi e dei boschi e indicando la via per una valorizzazione delle foreste d’Italia; Coldiretti soffermandosi, oltre che sulle funzioni degli alberi, sulle quantità di verde a disposizione dei cittadini nelle varie parti del territorio italiano (Coldiretti Toscana ha stilato una classifica delle città migliori della nostra regione) e su come queste saranno aumentate grazie ai finanziamenti del Pnrr e sulla necessità a tal fine di un sostegno al comparto florovivaistico; Assofloro presentando una sorta di appello a una pianificazione dei bandi per le forestazioni che coinvolgano anche il vivaismo privato e non solo il vivaismo forestale pubblico.
Il Ministero dell’agricoltura ha messo a disposizione degli istituti scolastici del Paese «una serie di moduli predisposti dalla Direzione generale dell'economia montana e delle foreste del Masaf su cui impostare la didattica sui temi degli alberi monumentali e, più in generale, delle foreste. I moduli didattici sono stati inviati alle istituzioni scolastiche del territorio nazionale che ne hanno fatto richiesta, in particolare scuole primarie e secondarie di primo grado». Un contributo alle attività organizzate tra i banchi delle scuole per diffondere la conoscenza su alberi e patrimonio arboreo. Il Masaf ha diffuso anche una locandina in cui si ricorda che la Repubblica Italiana riconosce il patrimonio forestale come bene di rilevante interesse pubblico da tutelare e valorizzare per la stabilità e il benessere delle generazioni presenti e future (art. 1 del Testo Unico Forestale) e in cui vengono forniti alcuni dati sul patrimonio boschivo nazionale: «i boschi ricoprono oltre 11 milioni di ettari di superfice, pari al 36,7 per cento del territorio nazionale, per un totale di oltre 12 miliardi di alberi, pari a 200 alberi per ciascun cittadino. Nelle foreste italiane si trovano 139 riserve naturali dello Stato, 166 boschi vetusti, 2.230 boschi da seme, 4.006 alberi monumentali, 120 differenti specie di alberi, 350 specie di arbusti, 2.000 specie di funghi, 2.145 specie di licheni, 117 specie di mammiferi terrestri, 250 specie di uccelli nidificanti, 56 specie di rettili e 46 specie di anfibi».
Con riferimento a questo patrimonio boschivo, ieri Confagricoltura, dopo aver sottolineato che «gli alberi riducono le emissioni, proteggono il suolo, migliorano la qualità dell'aria e la vivibilità dei luoghi» e che «senza il contributo delle foreste sarà impossibile contenere il riscaldamento globale a 1,5 °C, l’obiettivo dell’Accordo di Parigi», ha osservato che «dal 1990 ad oggi circa 1,5 milioni di ettari sono stati persi dall'agricoltura a beneficio di una superficie forestale non gestita, il che significa aumento del pericolo di incendi, riduzione della fruibilità del territorio, perdita di valore paesaggistico e aumento dei rischi idrogeologici», tant’è che «nel 2021 l’Italia è stato il Paese europeo più colpito dagli incendi boschivi». Pertanto, come proposto dal presidente della Federazione nazionale Risorse Boschive di Confagricoltura Enrico Allasia, «dobbiamo lavorare sul riordino fondiario, sull’aggregazione, sulla pianificazione forestale che oggi coinvolge solo il 15% delle superfici e sulla formazione degli operatori che lavorano nel bosco». A tal fine Confagricoltura si è attivata con partner, quali Alberitalia, Sisef, lo stesso ministero dell’Agricoltura, «per cercare di portare avanti questo concetto di valorizzazione del bosco non solo in termini di prodotto, ma anche di servizi ecosistemici».
A sua volta Coldiretti nazionale ha richiamato alcuni benefici delle piante e del verde per la nostra qualità della vita, come la capacità di una pianta adulta di «catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili», mentre «un ettaro di piante è in grado di aspirare dall’ambiente ben 20mila chili di anidride carbonica (CO2) all’anno», e poi «gli effetti di mitigazione sui microclimi metropolitani visto che differenza di temperatura estiva delle aree urbane rispetto a quelle rurali raggiunge spesso valori superiori a 2°C nelle città più grandi, secondo uno studio Ispra». Coldiretti ha inoltre comunicato alcuni dati sul verde a disposizione degli italiani in generale e sulle varie parti del territorio, utilizzando due parametri: i metri quadrati di verde a disposizione di ogni cittadino e il numero di alberi per cento abitanti. A cominciare dal fatto che nelle città italiane si dispone in media di appena 33,8 metri quadrati di verde urbano per abitante, con la situazione peggiore nelle metropoli, «dove i valori vanno dai 15,2 metri quadrati di Messina ai 17,1 di Roma, dai 17,8 di Milano ai 22,2 di Firenze, dai 42,4 di Venezia ai 9,2 di Bari, secondo l’Istat». A questo proposito Coldiretti Toscana, rendendo noti i dati regionali, ha messo in luce che tra i primi 20 capoluoghi di provincia italiani per numero di alberi ogni 100 abitanti vi sono Arezzo (al 4° posto con 40,3 alberi) e Massa (al 19° con 23,6 alberi). Ma c’è poco da gioire, visto che nelle città toscane «si dispone di appena 23,5 metri quadrati di verde urbano contro una media nazionale di 33,8 metri quadrati». E c’è poi il paradosso che Pistoia, la capitale del vivaismo europeo, ha solo 15,6 alberi ogni cento abitanti, in settima posizione a livello di una regione che non eccelle. La risposta di Coldiretti, che ha annunciato «6,6 milioni di nuove piante in arrivo grazie ai fondi del Pnrr per creare corridoi verdi fra città e campagne, mitigare le isole di calore in estate, rafforzare il terreno contro le bombe d’acqua e ripulire l’aria inquinata dallo smog», è un progetto, in collaborazione con Federforeste e Assofloro, «per far nascere foreste urbane con una connessione ecologica tra le città, i sistemi agricoli di pianura a elevata produttività e il vasto e straordinario patrimonio forestale presente nelle aree naturali».
Sull'argomento si è espressa ieri la stessa Assofloro, con un comunicato in cui si fa appello a utilizzare, per le forestazioni e riforestazioni previste nei bandi del Pnrr e non solo, «piante italiane e coltivate in Italia!». «Possiamo comprendere – ha dichiarato la presidente Nada Forbici (vedi) - in questa fase iniziale di avvio dei progetti di forestazione, la scelta del Mite [Ministero della transizione ecologica, ndr] di fare coltivare la prima tranche di alberi che andranno piantati entro dicembre 2022 a un unico Vivaio regionale, vista la totale assenza di pianificazione anche da parte della stragrande maggioranza delle Città Metropolitane, ma certo non possiamo accettare che questo diventi la soluzione per le piante che andranno piantate entro il 2024 e poi 2026. E neppure accettiamo che le piante vengano coltivate da Vivai d'Oltralpe con i nostri semi, come pare stia accadendo». Per Assofloro «le piante devono essere italiane e coltivate in Italia, con il contributo dei vivai privati che possono moltiplicare la capacità produttiva dei Vivai Regionali da cui proviene il materiale certificato utilizzato per le forestazioni» e per fare ciò «abbiamo bisogno di iniziare fin da subito a pianificare le coltivazioni in collaborazione con i Centri Nazionali Biodiversità dei Carabinieri, che detengono i materiali di propagazione di qualità e di provenienza certa, e con i Vivai Regionali, che hanno grande esperienza e capacità in termini di germinazione e prima coltivazione delle giovani piante, per concertare con loro l’azione di accrescimento nei nostri siti produttivi. In questo modo possiamo mettere velocemente sul mercato la pianta giusta, in salute e controllata dal punto di vista fitosanitario, con la garanzia di provenienza certificata». 

Redazione