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Venerdì 19 gennaio, oltre agli interventi dei presidenti nazionale e regionale della Confederazione Italiana Agricoltori, sono programmati anche quelli degli assessori regionali all’agricoltura Remaschi e all’ambiente Fratoni. Saluti dei sindaci di Campi Bisenzio e Pistoia, del vice sindaca della Città Metropolitana di Firenze, dell’assessore alle politiche economiche del Comune di Prato, e dei presidenti delle Camere di commercio di Firenze, Pistoia e Prato.

L'assemblea si terrà questo venerdì, a partire dalle ore 9 fino alle 13, presso la Limonaia di Villa Montalvo, situata in via di Limite, 15 a Campi Bisenzio, Firenze. Con l’assemblea elettiva sarà ufficializzato il nome del presidente e nascerà ‘Cia Agricoltori Italiani Toscana Centro’, la nuova realtà della Confederazione italiana agricoltori che nasce dall’unione di Cia Firenze-Prato e di Cia Pistoia e si affiancherà alle altre articolazioni territoriali (provinciali o interprovinciali) di Cia in Toscana: Arezzo, Grosseto, Livorno, Pisa, Siena e Toscana Nord.
Un soggetto di rappresentanza agricola con oltre 4.500 soci che avrà un bacino di potenziale utenza agricola enorme sia per numero di aziende (più di 10.600 registrate alla camere di commercio) che per livelli di fatturato, con la quota più alta, fra le articolazioni territoriali di Cia, della plv (produzione lorda vendibile) regionale, grazie in particolare alla forte presenza di aziende vivaistiche, vitivinicole e agrituristiche. Un soggetto che, considerando anche le sezioni di rappresentanza delle persone (fra cui in primis i pensionati), arriva a un totale di 14 mila iscritti e inciderà significativamente su un territorio con oltre 1 milione e mezzo di abitanti (il 41% della popolazione regionale) che si estende per 4800 metri quadrati e abbraccia 69 Comuni (un quarto di quelli toscani).
Al battesimo di Cia Toscana Centro sono previsti, oltre alle relazioni dei presidenti dei vari livelli della Confederazione italiana agricoltori, inclusi i presidenti nazionale Dino Scanavino e regionale Luca Brunelli, interventi degli assessori regionali all’agricoltura, Marco Remaschi, e all’ambiente, Federica Fratoni. Porteranno il loro saluto i sindaci di Campi Bisenzio Emiliano Fossi e di Pistoia Alessandro Tomasi, la vice sindaca della Città Metropolitana di Firenze Brenda Barnini, l’assessore alle politiche economiche del Comune di Prato Daniela Toccafondi, i presidenti delle camere di commercio di Firenze, Leonardo Bassilichi, di Pistoia, Stefano Morandi, e di Prato, Luca Giusti. Sono stati invitati all’incontro anche parlamentari italiani ed europei del territorio e esponenti di associazioni di rappresentanza delle imprese.
Nell’occasione il neo presidente di Cia Toscana Centro, che terrà una relazione sullo stato dell’agricoltura nella sua area di riferimento e sul programma di mandato, è a disposizione dei giornalisti per interviste. Al termine dell’incontro, intorno alle 13, sarà organizzato un buffet a cura delle Donne in campo di Cia.
 
Redazione

Il Ministro Maurizio Martina, in occasione della presentazione fatta a Roma insieme al Presidente di Ismea Enrico Corali e al Direttore generale Raffaele Borriello, ha dato il via alla procedura di messa in vendita di 8mila ettari della Banca nazionale delle terre agricole pronti a essere coltivati. Si tratta del primo lotto che fa parte di un'operazione complessiva da oltre 20mila ettari.

La Banca nazionale delle terre agricole, gestita da Ismea, negli ultimi mesi ha registrato un boom di interesse: 137mila visualizzazioni e 16mila utenti registrati. La Banca, tutta online, è nata per consentire a chi, soprattutto giovani, cerca terre pubbliche da far tornare all'agricoltura.
"Diamo nuovo valore ai terreni pubblici - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - con un  investimento su sostenibilità, economia e lavoro e per questo ai giovani interessati spettano mutui agevolati. Con la Banca nazionale delle terre agricole stiamo sperimentando una nuova forma di rivalutazione dei beni comuni, con l'obiettivo chiaro di favorire lo sviluppo di nuove realtà agricole nei territori. Le risorse che derivano dalla vendita dei terreni saranno totalmente dedicate al sostegno dei giovani agricoltori. Un lavoro che stiamo portando avanti con più strumenti, guardando soprattutto al ricambio generazionale. Abbiamo chiuso proprio in questi giorni anche il bando per il primo insediamento in agricoltura, che aiuta gli under 40 ad acquistare terreni e imprese. Più di 3mila ettari di terra e 100 nuove aziende nascono grazie ai 60 milioni di euro che abbiamo investito con Ismea. Sono semi di futuro del nostro Paese".
Nello specifico trovare un terreno è facile, visto che il sito ha le terre geolocalizzate che possono essere ricercate per Regione. Tutte le informazioni, dalla posizione alle caratteristiche naturali, le tipologie di coltivazioni e i valori catastali sono disponibili sul sito di Ismea. Gli utenti possono consultare la Banca anche per grandezza dei terreni disponibili, potendo così fare ricerche più mirate alle esigenze produttive.
In Italia si contano ben 8.174 ettari di terreno agricolo. La Sicilia è la regione italiana più agricola con ben 1700 ettari di terreno, seguono Toscana e Basilicata con 1300 ettari, Puglia con 1200, 660 ettari in Sardegna e quasi 500 ettari in Emilia Romagna e Lazio. Le colture sono molteplici e variano dal seminativo, 3770 ettari, ai prati e pascoli con 1930 ettari, ai boschi con 800 ettari. Significativi gli ettari destinati alla coltivazione di uliveti e vigneti, rispettivamente 450 e 340 unità.
La procedura prevede un percorso semplice:
- Da dicembre: manifestazione d'interesse per uno o più lotti sul sito della Banca della Terra
- Da febbraio: procedura competitiva a evidenza pubblica tra coloro che hanno manifestato interesse
Inoltre, per i giovani, c'è la possibilità di mutui a condizioni più favorevoli da parte di ISMEA se la richiesta è effettuata da under 40.

Redazione

I Ministeri delle politiche agricole alimentari e forestali e dei beni culturali e del turismo comunicano che i ministri Dario Franceschini e Maurizio Martina hanno proclamato il 2018 "Anno nazionale del cibo italiano". Da gennaio prenderanno il via manifestazioni, iniziative, eventi legati alla cultura e alla tradizione enogastronomica dell’Italia. 

Si punterà sulla valorizzazione dei riconoscimenti Unesco legati al cibo come la Dieta Mediterranea, la vite ad alberello di Pantelleria, i paesaggi della Langhe Roero e Monferrato, Parma città creativa della gastronomia e all’Arte del pizzaiuolo napoletano iscritta di recente. Sarà l’occasione per il sostegno alla candidatura già avviata per il Prosecco e la nuova legata all’Amatriciana. Allo stesso tempo saranno attivate iniziative per far conoscere e promuovere, anche in termini turistici, i paesaggi rurali storici, per il coinvolgimento e la promozione delle filiere e ci sarà un focus specifico per la lotta agli sprechi alimentari.
Lo stretto legame tra cibo, arte e paesaggio sarà inoltre il cuore della strategia di promozione turistica che verrà portata avanti durante tutto il 2018 attraverso l’Enit e la rete delle ambasciate italiane nel mondo e permetterà di evidenziare come il patrimonio enogastronomico faccia parte del patrimonio culturale e dell’identità italiana.
«Abbiamo un patrimonio unico al mondo – ha dichiarato il ministro Maurizio Martina – che grazie all’anno del cibo potremo valorizzare ancora di più. Dopo la grande esperienza di Expo Milano, l’esperienza agroalimentare nazionale torna ad essere protagonista in maniera diffusa in tutti i territori. Non si tratta di sottolineare solo i successi economici di questo settore che nel 2017 tocca il record di export a 40 miliardi di euro, ma di ribadire il legame profondo tra cibo, paesaggio, identità, cultura. Lo faremo dando avvio al nuovo progetto dei distretti del cibo. Lo faremo coinvolgendo i protagonisti a partire da agricoltori, allevatori, pescatori, cuochi. E credo che in quest’ottica sia giusto dedicare l’anno del cibo ad una figura come Gualtiero Marchesi, che ha incarnato davvero questi valori facendoli conoscere a livello internazionale».
«Dopo il successo del 2016 Anno nazionale dei cammini e del 2017 Anno nazionale dei borghi, il 2018 sarà l'Anno del cibo italiano. Un’occasione importante per valorizzare e mettere a sistema le tante e straordinarie eccellenze e fare un grande investimento per l'immagine del nostro Paese nel mondo. Grazie alla collaborazione dei Ministeri della Cultura e dell’Agricoltura, l'Italia potrà promuoversi anche all'estero in maniera integrata e intelligente valorizzando l'intreccio tra cibo, arte e paesaggio che è sicuramente uno degli elementi distintivi dell’identità italiana». Così il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini annunciando l’avvio dal primo gennaio 2018 di una campagna di comunicazione social dei musei statali che pone l’attenzione sul rapporto, nei secoli, tra arti e enogastronomia, sottolineandone il ruolo fondamentale nella costruzione del patrimonio culturale italiano.
 
Redazione

Nell’edizione 2018 di Ipm Essen, dal 23 al 26 gennaio, 1600 espositori da quasi 50 Paesi di tutti i comparti del settore del verde a disposizione di florovivaisti, commercianti, garden center, fioristi, paesaggisti e urbanisti europei. Incontri internazionali sulle prospettive del paesaggio e delle città verdi. Molti concorsi e premi alle innovazioni e show floreali, con la partecipazione di due campioni del mondo come Alex Choi e Stein Are Hansen.
 

Con una quota intorno al 60% dell’intera superficie espositiva, saranno come sempre le piante ad occupare l’area più grande di Ipm Essen 2018, la fiera professionale numero uno in Europa per il settore del verde, la cui prossima edizione è in programma dal 23 al 26 gennaio. In tale occasione il pubblico specializzato troverà ad attenderlo l’intera gamma delle colture più trendy del momento di tutti i comparti: dalle piante da appartamento verdi e fiorite alle piante ornamentali e da balcone, passando per le piante perenni e le erbe mediterranee, fino alle piante ortofrutticole e ai prodotti per vivai di ogni genere. Ipm Essen è infatti la piattaforma più importante a livello europeo per presentare agli specialisti le ultime varietà e lanciarle sul mercato. Così anche nell’imminente edizione, che sotto lo slogan “Let's go green together!” avrà come Paese partner la Danimarca (vedi nostro articolo), la vetrina delle novità nella Green City, padiglione 1A, offrirà una straordinaria panoramica di tutte le tendenze della stagione florovivaistica. Lo storytelling più intelligente riguardante colture perenni e arbusti riceverà il prestigioso riconoscimento "Show Your Colours Award” nel padiglione 10.

La digitalizzazione del florovivaismo
Oltre alle varietà vegetali, varrà la pena, soprattutto per i visitatori floricoltori, dare uno sguardo attento al settore tecnico. In tutto il padiglione 3 e in alcune sezioni della Galleria e del padiglione 7 si troveranno infatti macchinari, serre, una vasta gamma di terricci e concimi e di tutto ciò che serve a rendere efficiente la coltivazione delle piante e le successive fasi di trattamento e commercializzazione. A tale proposito, un tema centrale della fiera sarà la crescente digitalizzazione della filiera florovivaistica, così come illustrato dall’esposizione didattica nell’Infocenter Gartenbau. Qui sarà possibile vedere gli sviluppi digitali del florovivaismo nei comparti del monitoraggio, delle tecnologie meccaniche automatiche, della formazione e della gestione aziendale. L’Infocenter Gartenbau tornerà inoltre ad essere la piattaforma di presentazione delle associazioni professionali del settore del verde: istituzioni attive nell’ambito della consulenza, della scienza e della ricerca forniranno informazioni e consulenze.

Un paradiso per i fioristi
Ipm Essen proporrà ai fioristi una gamma completa di opportunità nel cuore del polo espositivo, occupando gli interi padiglioni 6-8: qui circa 200 espositori presenteranno coprivasi e fioriere, ceramiche, cesti di vario genere, candele e decorazioni per rendere più accattivante l’attività dei fioristi. Qui inoltre si potranno trovare prodotti promozionali per i punti vendita, come ad esempio le cartoline di auguri. Imperdibili gli show floreali, fra cui quelli di due campioni mondiali come il coreano Alex Choi e il norvegese Stein Are Hansen, della Green City, al padiglione 1°: delle dimostrazioni che terranno anche conto degli attuali trend di consumo e offriranno ispirazioni ai fioristi in visita. La FDF (Fachverband Deutscher Floristen, cioè l’Associazione professionale dei fioristi tedeschi) sarà disponibile ogni giorno per colloqui informativi. Molti altri nuovi spunti arriveranno ai fioristi da Bloom’s e nel centro creativo g&v. In mostra anche contesti di vendita quasi reali.

Concept di vendita efficaci per garden center e dettaglianti del verde
Nel padiglione 13 i rivenditori scopriranno nuove idee per l’allestimento dei punti vendita. I visitatori potranno qui attraversare un mondo unico di esperienze sul tema del “Family Garden” (il giardino di famiglia), in cui saranno presentati ai responsabili delle vendite al dettaglio del settore del verde concetti di vendita futuristici e attenti alla moda. Anche le conferenze dello Speakers’ Corner offriranno nuovi spunti commerciali.

IPM ESSEN offre ai visitatori specializzati un ricco programma di attività concomitanti che prevede congressi, manifestazioni informative e forum di discussione. Ecco una panoramica i momenti salienti:

Martedì, 23 gennaio 2018
• ore 10.00-11.30 Inaugurazione con assegnazione premi alle novità e INDEGA IPM Innovation Award
• ore 14.00 Show dal vivo presso l’FDF-World “La grande apertura di Fleuramour 2018”
• ore 16.00 Show dal vivo presso l’FDF-World “Flower Battles (battaglie floreali) per i giovani fioristi di domani”

Mercoledì, 24 gennaio 2018
• ore 10.00-14.00 “Giornata della formazione”
• ore 10.00-13.30 Congresso sulle prospettive del paesaggio
• ore 10.30-13.00 Conferenze organizzate dalla Fondazione “La città verde”
• ore 11.00 Show dal vivo presso l’FDF-World “Two faces (Due facce): lo show della Coppa del Mondo, con i fioristi campioni mondiali Alex Choi e Stein Are Hansen”
• ore 13.00 Show dal vivo presso l’FDF-World “Flower Battles per i giovani fioristi di domani”
• ore 15.00 Show dal vivo presso l’FDF-World “Floral Fundamentals Family Show” (spettacolo di famiglia sui fondamentali del design floreale)

Giovedì, 25 gennaio 2018
• ore 10.30-12.00 Forum su “Carriere e futuro”
• ore 11.00 Show dal vivo presso l’FDF-World “Floral Fundamentals Family Show”
• ore 14.00-17.00 Forum internazionale su florovivaismo e giardinaggio 2017
• ore 14.00 Show dal vivo presso l’FDF-World “Two faces: lo show della Coppa del Mondo, con i fioristi campioni mondiali Alex Choi e Stein Are Hansen”
• ore 15.30 Assegnazione del premio “Show your Colours Award”

Venerdì, 26 gennaio 2018
• ore 12.00 Consegna dei premi ai vincitori della competizione FDF-World
• ore 12.30 Show dal vivo presso l’FDF-World “Two faces: lo show della Coppa del Mondo, con i fioristi campioni mondiali Alex Choi e Stein Are Hansen”

Redazione

In un anno «segnato da siccità, alluvione e incendi con danni per oltre 400 milioni», secondo Coldiretti, l’agricoltura toscana si è fermata a 2,35 miliardi di plv (contro i 2,60 del 2016). Stabili, nonostante il lieve calo della floricoltura, le produzioni del settore florovivaismo, in cui si è visto però un +10% delle vendite. Cresce dell’8% l’agriturismo. A -30% la produzione d’olio. Sopra la media nazionale le aziende di giovani e donne.


Un anno drammatico per le campagne toscane, segnate da eventi calamitosi che hanno inciso pesantemente sulle produzioni: la siccità ha lasciato ferite profonde, stimate dalla Regione in 428 milioni di euro, colpendo un po’ tutti i settori e in particolare seminativi, ortofrutta, miele ma anche vino ed olio.
E’ quanto affermato da Coldiretti Toscana nel comunicato di ieri al termine dei suoi “stati generali” alla presenza dell’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi, durante i quali è stato tracciato un quadro di sintesi dell’agricoltura nel 2017. Secondo le stime dell’associazione di categoria agricola, la produzione lorda vendibile (plv) di quest’anno si fermerà a 2,35 miliardi di euro con un calo del 9,6% rispetto al 2016, che fu anch’esso un anno di crisi con una plv di 2,6 miliardi. Ma in questo contesto generale il settore del florovivaismo (vivaismo e floricoltura) ha registrato produzioni complessivamente stabili, nonostante il lieve passo indietro della floricoltura. Ed è andato bene anche l’agriturismo, cresciuto dell’8% in termini di imprese e di recettività e confermatosi leader nazionale con 4530 strutture, un quarto di quelle presenti a livello nazionale.
Sul versante occupazionale, a fronte di un leggero calo in termine di operai agricoli assunti, si è avuto un incremento delle aziende agricole iscritte all’Inps. Significativo resta l’apporto delle donne, che sono alla guida di circa il 40% delle imprese autonome, così come la presenza di titolari under 40, che sono saliti al 16.5% delle imprese agricole: dati che collocano l’agricoltura toscana sopra la media nazionale per aziende giovani e in rosa.
«Nonostante quest’annata drammatica possiamo segnare alcuni risultati raggiunti – dichiara Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana -. Segnali di nuove opportunità vengono dalle norme introdotte sulla origine obbligatoria in etichetta per latte e derivati, per la pasta e presto per il pomodoro. Dal 19 Aprile 2017 è in vigore l’obbligo di indicare l’origine in etichetta per il latte UHT ed i prodotti lattiero-caseari. Il prossimo 17 Febbraio 2018 scatta l’obbligo dell’indicazione dell’origine in etichetta del grano utilizzato per la pasta, e siamo in attesa della pubblicazione del decreto sul pomodoro per l’indicazione obbligatoria su conserve, sughi e derivati, che vanno nella direzione di tutelare il vero Made in Italy».
«Diverse sono, comunque, le questioni aperte su cui Coldiretti sta lavorando, come l’insostenibile situazione dei danni arrecati dalla fauna selvatica e dai predatori. - sottolinea il direttore di Coldiretti Toscana Antonio De Concilio – Son problematiche che trovano ulteriore esasperazione anche perché le aspettative sulla ripresa dalla crisi che ha duramente colpito l’Europa e l’Italia negli ultimi anni, sono rimaste parzialmente disattese anche nel 2017. Così come le altre economie regionali, anche quella toscana continua a risentire degli effetti della recessione». La situazione congiunturale nel settore agricolo presenta una condizione di difficoltà, ma «nonostante ciò, l’agricoltura resta un settore di punta dell’economia regionale – continua De Concilio - svolgendo funzioni di ordine economico, ma anche ambientale e sociale, garantendo un presidio costante sul territorio e la salvaguardia ambientale, ostacolando la disgregazione delle comunità rurali e favorendo la coesione sociale. Anche sul piano strettamente economico, il valore aggiunto a valle della filiera diviene straordinario, se si pensa al solo valore di esportazioni come quella vinicola con cui si superano i 900 milioni di euro, e che l’export regionale presenta una significativa quota agro-alimentare di oltre 2000 milioni di euro pari al 23% del totale delle esportazioni regionali».
Il 2018 vedrà Coldiretti impegnata nell’espansione del progetto di Campagna Amica, una rete di vendita diretta che nella sola Toscana ha toccato il tetto dei 390.000 acquisti da parte dei cittadini, presso i 75 mercati presenti sul territorio regionale. In pratica un toscano su dieci ha fatto almeno una volta la spesa nei mercati targati Coldiretti, che sviluppano un giro di affari 11milioni e 700mila euro.
La composizione della plv agricola vede al vertice il florovivaismo con oltre il 30% e 760 milioni di euro, unico settore ad avere il segno positivo, seguito dagli allevamenti al 22% con 540 milioni di euro, poi i seminativi al 16% con 380 milioni di euro, che hanno subito un vero e proprio tracollo. Le aziende florovivaistiche censite nella nostra regione sono circa 3.600 e operano su una superficie di 7.500 ettari ripartiti tra vivaismo (6.500 ha) e floricoltura (1.000 ha). Benché contribuiscano per circa il 30% al valore della produzione agricola regionale, rappresentano solo il 3,4% delle aziende agricole e soltanto lo 0.9% della sau (superficie agricola utilizzata) della Toscana. Nel 2017 la produzione è stata stabile, con un leggero calo della floricoltura. Ma Coldiretti ha registrato un forte incremento delle vendite rispetto al 2016, con +10%.
Discorso a parte merita il settore vitivinicolo, che in Toscana può contare su oltre 58 mila ettari di superfici vitate: ha subito una perdita nelle uve raccolte del 36%, ma una riduzione della plv di soltanto il 12%, perché le quotazioni hanno registrato rialzi significativi per le diverse denominazioni, dal 20% fino anche al 40%. Grande è stata la richiesta di export, salita di 5 punti percentuali. La produzione di vino si è fermata a circa 1 milione e 700mila ettolitri e la Toscana rappresenta il 6.3% del vino italiano, attestandosi come sesta regione per produzione. Oltre il 70% dei vini è venduto sui mercati esteri (export 900 milioni di euro). In pratica una bottiglia su cinque di vino italiano bevuta oltre confine viene dalla Toscana.
Riguardo all’olivicoltura, Coldiretti ricorda che «l'oliveto toscano copre 91.500 ettari (l’11% della superficie agricola regionale), con 48mila aziende agricole che caratterizzano fortemente il paesaggio. Mediamente vengono prodotti circa 170mila quintali di olio. Quest’anno la produzione è molto diversificata, con un calo medio del 30%, attestandosi intorno a 120 mila quintali di olio. Le rese particolarmente elevate hanno compensato in parte il calo produttivo». Però, secondo Coldiretti, «le proiezioni per l’olio restano intorno al -4% con contributo in termini di plv di 100 milioni di euro».
Infine la superficie investita a grano è scesa a 80.000 ettari, dei quali 57.000 a grano duro e 23.000 a tenero, e sono circa 7.500 le imprese agricole interessate. Quest’anno la produzione è crollata del 40% fermandosi a 2,2 milioni di quintali. Gli ettari seminati a grano sono diminuiti del 26%.
 
Redazione