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«L’8 Marzo 2022 ha significato un +25% di conferimenti di mimosa proveniente soprattutto dai soci della Liguria e specularmente un +25% di confezioni vendute, pari a oltre 500.000 pezzi, nei vari pesi e formati».
Così è stato riassunto in una nota pubblicata ieri il risultato delle vendite di mimose della cooperativa pesciatina Flora Toscana in occasione della Festa della Donna 2022.
«Ci riteniamo soddisfatti – si legge nella nota -, la quantità di mimosa, soprattutto nella varietà Gauloise, ha risposto molto bene alla richiesta del mercato. Anche a livello qualitativo il prodotto è andato molto bene, nonostante le rigide temperature il clima asciutto ha fatto sì che la qualità del prodotto fosse eccellente».
Flora Toscana conclude che «nonostante i timori per l’aumento delle materie prime in particolar modo degli imballaggi, dei trasporti e dei tristi venti di guerra provenienti dall’Est europeo, il mercato, in tutti i suoi canali, ha retto molto bene».
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«Il migliore augurio in occasione dell’8 marzo è che ci si renda realmente conto dell’apporto strategico delle donne per il futuro del mondo e del Paese perché sarà il fattore D a dare la spinta alla ripresa e al progresso».
È quanto affermato dalla presidente di Confagricoltura Donna Alessandra Oddi Baglioni alla vigilia della Festa della Donna 2022 in una nota in cui si ricorda il peso e ruolo delle imprenditrici agricole in Italia, dove sono «più di 200.000 le aziende agricole condotte da donne, molte under 35, che rappresentano circa un terzo del totale».
A contraddistinguere le associate a Confagricoltura Donna è in primo luogo l’alto tasso di scolarizzazione, visto che ben 2 su 3 sono laureate e in particolare «si occupano di attività innovative, come ad esempio l’utilizzo delle rilevazioni aeree via satellite, con i droni e le etichette parlanti capaci d’individuare la provenienza dei prodotti». Ma Confagricoltura Donna conta, oltre al tradizionale comparto dell’agriturismo, «numerose imprenditrici nella viticoltura, nell’allevamento, nel florovivaismo, nelle produzioni ortofrutticole, nelle colture estensive e nelle agroenergie». Inoltre «il 15% delle aziende associate è ad indirizzo biologico» e «da tempo, le imprenditrici hanno affrontato il tema della transizione ecologica».
«L’agricoltura è uno dei comparti economici nel quale si registra il più alto tasso femminile di imprenditrici smart e attente all’innovazione – conclude Alessandra Oddi Baglioni -. Le aziende condotte da donne sono socialmente più responsabili, attente alla sostenibilità, con ampi margini di crescita e aprono la strada ad un futuro più inclusivo per tutti».
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