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Il 23 luglio (ore 16) nel giardino di Villa Garzoni (Collodi), alla presenza dell’assessore Emmanuele Bobbio, saranno illustrati i progetti regionali in preparazione su Pinocchio e sui distretti vivaistico e floricolo per l’Expo di Milano e si raccoglieranno nuove idee e integrazioni di rappresentanti del territorio. L’incontro, aperto al pubblico, sarà raccontato in diretta da un blogger della Regione, in parallelo a 9 eventi simili in altre location toscane.
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Secondo Cia (Confederazione italiana agricoltori) è colpa delle anomalie climatiche e dei ribassi record dei prezzi sui campi. La Cia commenta i dati diffusi dall’Istat: problemi che incidono sulla competitività delle imprese, bisogna lavorare sul rafforzamento degli strumenti assicurativi e di gestione delle crisi di mercato. E poi avanti sulla promozione e sull’internazionalizzazione delle imprese.
L’export agricolo crolla a maggio sotto il peso delle anomalie climatiche e del taglio dei prezzi sui campi, registrando una flessione tendenziale del 9,2 per cento. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati Istat, spiegando che questo segno meno inverte la tendenza positiva e porta le esportazioni dei prodotti agricoli freschi nei primi cinque mesi del 2014 al -2,1 per cento, compensate però dall’andamento dei prodotti alimentari sui mercati stranieri che salgono al +2,3 per cento tra gennaio e maggio.
Gli agricoltori sono molto preoccupati per i repentini cambi di clima, con i passaggi sempre più frequenti dal caldo alle temperature autunnali, dall’afa a temporali e grandinate di forte intensità -osserva la Cia- che hanno già creato negli ultimi mesi danni enormi al settore e compromesso molte produzioni di pregio.
Alle “bizze” del clima si aggiunge poi la riduzione drastica delle quotazioni all’origine, ad esempio per quanto riguarda la frutta estiva, con i produttori che si trovano a dover scegliere spesso tra vendere il prodotto assolutamente sottocosto o lasciarlo marcire nei campi, per risparmiare almeno le spese di raccolta -dice la Cia-. Ma non sono solo meloni, pesche e nettarine a subire crolli anche del 40 per cento dei prezzi pagati agli agricoltori. A maggio i listini in campagna hanno subito riduzioni tendenziali pesanti anche su ortaggi (-16,7 per cento), cereali (-10 per cento) e vini (-21 per cento).
E’ chiaro che tutto questo incide sulla competitività delle imprese, anche all’estero -osserva la Cia-. Per questo bisogna lavorare sugli strumenti mutualistici e assicurativi nonché per la gestione delle crisi di mercato. Allo stesso tempo occorre rafforzare la capacità di promozione e di internazionalizzazione delle aziende del settore primario.
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Il vicesindaco del Comune di Montecarlo (Lucca) Angelita Paciscopi lo ha spiegato venerdì 11 luglio a margine dell’incontro tra il sindaco di Pescia Oreste Giurlani e alcuni floricoltori del Mefit organizzato da Cia. Il progetto dovrebbe andare in porto già nella prossima edizione: dal 28 agosto all’8 settembre.
Il festival del vino del Comune di Montecarlo si chiamerà “festa” e accoglierà anche i fiori e le piante del Mefit (Mercato Fiori Piante Toscana – Città di Pescia), oltre a quelli dei vivai presenti nel suo territorio comunale. Lo hanno annunciato il sindaco di Pescia Oreste Giurlani e l’assessore all’agricoltura nonché vicesindaco di Montecarlo (Lucca) Angelita Paciscopi venerdì 11 luglio in occasione dell’incontro organizzato al Mefit da Cia (Confederazione italiana agricoltori) per parlare delle politiche agricole e dei piani di rilancio del florovivaismo del Comune di Pescia.
Floraviva ha sentito, a margine dell’incontro, la vicesindaca Paciscopi, chiedendole in cosa consiste il progetto e a che punto è.
«La giunta comunale di Montecarlo, visto che non è naturalmente un’idea solo mia, ma anzi in primis del sindaco Vittorio Fantozzi, ha avuto l’idea di rilanciare la festa del vino, che è una delle nostre principali eccellenze (abbiamo infatti un vino doc molto importante), collegando il vino al fiore - ha risposto Angelita Paciscopi -. Da assessore con delega anche all’agricoltura, voglio con ciò sottolineare che per noi l’agricoltura non deve essere rappresentata soltanto dalle aziende vitivinicole, ma anche dai vivai, che pure sono presenti a Montecarlo».
«E quindi – ha continuato la vicesindaca - l’idea sarebbe di portare al centro della festa (che per noi è il momento più importante dell’anno, dal 28 agosto all’8 settembre, perché è una festa che richiama migliaia di persone) anche le produzioni di fiori e piante locali».
Come ha spiegato Angelita Paciscopi, pure in questa edizione della festa il vino sarà declinato nelle sue varie «connotazioni» e a diversi «livelli di valorizzazione». Cioè, ad esempio, anche «come bevanda che accompagna la ristorazione» o «momento di degustazione collegato ai prodotti tipici», e ci saranno «più punti di degustazione dei nostri vini».
Con la novità, «anche in considerazione del fatto che siamo comuni confinanti, di questo connubio con i fiori del mercato dei fiori di Pescia». Connubio reso più facile «in seguito all’elezione a sindaco del nostro carissimo amico Oreste Giurlani, che è persona disponibile a queste iniziative e collaborazioni e ci ha infatti dato subito l’ok».
E’ presto per sapere i dettagli di questo progetto non ancora operativo, ma l’intenzione, conclude Angelita Paciscopi, è di far arrivare a Montecarlo, durante i giorni della festa, «i fiori e le piante pesciatini e metterli in mostra accanto a quelli prodotti nel nostro territorio in un’apposita area espositiva, dove saranno anche acquistabili, e inoltre di abbellire Montecarlo nell’occasione con decorazioni floreali. Si tratta ora di vedere se dal progetto si passerà alla realizzazione».
Per ulteriori informazioni:
Azienda Speciale Mefit, tel. 0572-453108
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- Scritto da Andrea Vitali
All’incontro dell’11 luglio al Mefit, il sindaco di Pescia ha tracciato le sue linee d’azione nell’orto-florovivaismo. Il business plan del Pif deve esser pronto a ottobre. Giurlani chiederà alla Regione di fare la sua parte con la priorità al florovivaismo nel Psr e la messa a norma del mercato. Ma a Cia e Coldiretti, che incontrerà a breve, chiede di aiutare le imprese (di ogni dimensione) a mettere nero su bianco le varie esigenze. Poi ci penseranno Comune, Mefit, Distretto floricolo e associazioni di categoria, insieme alla Regione, a definire soluzioni sostenibili economicamente.
«La politica deve riassumere un ruolo trainante e di coordinamento, deve svolgere il compito di tutore del percorso. Poi però i contenuti ce li devono mettere gli imprenditori del florovivaismo, che devono dire di cosa ci sarebbe bisogno per il rilancio del settore».
E’ uno dei concetti chiave espressi dal sindaco di Pescia Oreste Giurlani durante l’incontro di venerdì 11 luglio presso il Mefit (Mercato Fiori Piante Toscana – Città di Pescia), alla presenza di molti esponenti di Cia, per parlare delle politiche agricole del Comune, del percorso per arrivare a definire entro ottobre il business plan del Pif (Piano integrato di filiera) - già abbozzato dal Mefit con il titolo “La filiera orto-florovivaistica: come innovare e vendere meglio” e accolto favorevolmente in prima istanza dal Distretto floricolo interprovinciale Lucca Pistoia – e, infine, dell’annosa questione della struttura mercatale pesciatina, su cui chiederà alla Regione di assumersi le sue responsabilità sulla messa a norma a fronte di un messaggio chiaro da parte pesciatina su quanto serve alla filiera orto-florovivaistica e quanto resta a disposizione per funzioni di altro genere che siano redditizie.
Sì, perché, ha spiegato Giurlani seduto accanto all’amministratore unico e al direttore di Mefit, Franco Baldaccini e Fabrizio Salvadorini, che hanno da lui ricevuto la conferma dei rispettivi mandati sino a fine anno, sono solo le imprese e le associazioni di categoria che le rappresentano, Cia e Coldiretti, a sapere esattamente di cosa avrebbero più bisogno e che potenzialità hanno le varie realtà florovivaistiche del territorio al fine di migliorare le proprie performance. E soprattutto sono i floricoltori a dover confermare la propria volontà di farsi avanti e provarci, fermo restando che spetterà poi alla politica, alle associazioni di categoria e al capofila del Pif Mefit, in dialogo con la Regione, impostare un piano di filiera che sia alla portata delle imprese e in cui tendenzialmente tutte le differenti realtà possano trovare una collocazione sostenibile per le proprie tasche.
Ma ripercorriamo, in sintesi, i punti salienti del discorso programmatico e a tutto campo di Giurlani, che ha ricevuto alla fine l’apprezzamento del vicepresidente di Cia Pistoia Stefano Fedi, il quale lo ha ringraziato «perché finalmente a Pescia si ricomincia a parlare di floricoltura […] e abbiamo la possibilità di portare la nostra voce nel contesto del bilancio comunale» e ha aggiunto che «le due parole chiave dovranno essere innovazione e sistema, dato che il Pif e il nuovo Psr (Programma di sviluppo rurale) della Regione interesseranno solo le imprese che sapranno fare appunto innovazione e sistema».
Il sindaco, dopo aver ricordato che si trattava del primo incontro (a cui ne seguirà a breve un altro con Coldiretti) di un lungo percorso da fare assieme a floricoltori e associazioni di categoria agricole da ora ad ottobre, ha sottolineato le tre direzioni della sua azione: a) il florovivaismo e l’agricoltura come parte del suo programma di governo del Comune di Pescia (presentato proprio ieri), b) «i rapporti con la Regione» in questo settore e c) la «questione del mercato-struttura».
Riguardo al punto a, Giurlani ha detto fra l’altro che il Comune, come promesso in campagna elettorale, tratterà agricoltura e florovivaismo come «una priorità» di governo, perché «il florovivaismo continua ad essere la prima fabbrica di Pescia» e, nonostante la crisi, è «uno di quelli che regge meglio e a cui stanno ritornando alcuni giovani», forti «delle radici profonde che ancora ha nel territorio». Quindi «è fondamentale – ha affermato – fargli fare un salto di qualità». Fra le misure che saranno prese a tale scopo ci sarà la creazione di un ufficio agricoltura in Comune, che gli darà un supporto tecnico ed opererà a contatto anche con l’assessorato allo sviluppo e controllo partecipate, in mano al vicesindaco Roberto Peria, che era presente all’incontro di ieri in veste anche di regista del bilancio comunale in preparazione. Grande attenzione sarà dedicata anche alla parte di tassazione delle imprese del comparto su cui il Comune può dire la sua, in particolare la Tari, e poi a fare una pianificazione urbanistica che non penalizzi le esigenze delle aziende agricole (annessi, serre ecc.), in relazione anche ai vincoli imposti dal Consorzio di bonifica del basso Valdarno. Altro strumento importante del Comune, in questo ambito, sarà l’azienda speciale Mefit, che, ha ammesso Giurlani, nel suo anno e mezzo di vita ha riordinato il mercato dei fiori. Anche se, ha osservato il sindaco, devono essere realizzate alcune limature sul fronte degli orari di ingresso e di altri piccoli dettagli organizzativi. «In questa fase ancora transitoria – ha osservato il sindaco, riferendosi al fatto che non è stato risolto il problema della struttura, concessa in gestione dalla Regione al Comune solo fino al 31 dicembre 2014 – bisogna avere un po’ di pazienza, ma dobbiamo in ogni caso avere regole eque e chiare per tutti. Tanto più se poi arriverà anche l’integrazione con il settore orticolo, che comporterà ulteriori problemi organizzativi».
Sui punti b e c, cioè i rapporti con la Regione Toscana e la questione del mercato come struttura, Giurlani ha affermato che «come si era detto in campagna elettorale e come aveva dichiarato anche l’assessore Salvadori, c’è bisogno di mettersi attorno a un tavolo e vedere davvero che potenzialità ci sono per mettere in campo una strategia efficace, perché non possiamo permetterci di farci dare i soldi e poi non ottenere risultati». «La floricoltura è una competenza regionale e se non sono più i tempi del piano della floricoltura, ci dovrebbe essere comunque una programmazione regionale del florovivaismo». Due sono gli ingredienti necessari, secondo Giurlani, di tale programmazione. Primo, sul fronte dei finanziamenti di origine europea, il florovivaismo deve essere tra le priorità del Programma di sviluppo rurale e in particolare dei Pif, con delle risorse dedicate al settore: «si era parlato con l’assessore di 6/7 milioni di euro». Secondo, «bisogna individuare nel Praf (Piano regionale agro-forestale) delle risorse regionali da dare alle associazioni di categoria e alle aziende come supporto allo sviluppo del Pif: bastano alcune decine di migliaia di euro per i servizi di animazione e consulenza alle imprese».
Infine, sulla struttura mercatale di Pescia, Giurlani ha anticipato che incontrerà gli assessori all’agricoltura e al patrimonio, Gianni Salvadori e Vittorio Bugli, per dirimere il problema. «La Regione – argomenta - non può dire “te la passo a te, arrangiati”. Da parte nostra però, al di là che è bella la struttura, non deve essere solo un luogo dove si viene la mattina. Può diventare uno strumento sempre più di servizio per le aziende (da tutti i punti vista) e in grado di attirare di nuovo la gente, con qualcuno che sceglie su quali produzioni puntare perché il mercato tira da quella parte, ecc. ecc. Ma noi dobbiamo essere in grado di dire alla Regione se per queste rinnovate funzioni di service la struttura ci serve per tutto il tempo o solo per una parte del tempo, e in che misura, perché se no costa troppo. Cioè dobbiamo dire se c’è spazio e in che misura per attività e funzioni diverse, che ovviamente non dovranno essere gestite da Mefit».
Alla luce di tutte queste considerazioni, ha concluso Giurlani, tre sono le azioni più urgenti. 1) Chiedere alla Regione di mettere in sicurezza subito la struttura del mercato, per un investimento che dovrebbe aggirarsi intorno ai 2 milioni di euro, e di prolungare la concessione del mercato al Comune per più anni, in modo da consentire agli operatori di lavorarci e investirci con più tranquillità. 2) Costruire questo meccanismo del Pif sulla filiera orto-florovivaistica in maniera efficace e credibile, in dialogo anche con la Regione. A tale scopo, come già detto, è essenziale il ruolo delle imprese e delle associazioni di categoria: «Cia e Coldiretti – ha rimarcato Giurlani - devono mettersi in gioco fino in fondo con la loro conoscenza delle imprese e devono stare dentro al Pif da attori protagonisti in un percorso unitario. La partita si gioca da qui all’autunno e per ottobre dobbiamo avere già pronto il business plan del Pif». 3) In attesa che si metta in moto questa operazione di ristrutturazione e rilancio del settore e del mercato, Mefit, come già visto, deve «perfezionare» ulteriormente il lavoro ordinario e cogliere tutte le opportunità che si presentano. Tra i miglioramenti in rampa di lancio, Giurlani ha segnalato che «ci siamo attivati con Rtrt, la rete telematica regionale, per dotare il Mefit di wifi». Mentre, fra le opportunità in preparazione, ha fatto cenno alla partecipazione alla festa del vino (e adesso, di nuovo, anche dei fiori) del comune di Montecarlo (vedi nostra intervista) e all’ipotesi di collaborazione con il Comune di Viareggio (incontrerà il sindaco viareggino il 16 luglio) per una «promozione comune» della floricoltura e del Carnevale.
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- Scritto da Andrea Vitali
"Occorre trovare soluzioni concrete per il riutilizzo sociale dei beni che vengono confiscati alla mafia: per dare un messaggio forte ed importante a chi questi beni li ha impiegati per finalità illecite ma anche per non vanificare l'impegno di chi la legge l'ha faticosamente voluta ed ottenuta". La vicepresidente Stefania Saccardi ha concluso così il proprio intervento al tavolo regionale di coordinamento sui beni confiscati alla mafia che stamattina, a Palazzo Strozzi Sacrati, ha riunito per la prima volta tutti i soggetti coinvolti: Comuni, Associazioni, prefetture, forze dell'ordine.
"L'idea di costituire un tavolo – ha detto la vicepresidente - che fosse in grado di individuare e adottare soluzioni concrete per far sì che tutto questo patrimonio sottratto alla malavita non resti inutilizzato è venuta pochi giorni fa, a Pisa, quando insieme a Don Ciotti abbiamo celebrato la riapertura di un'edicola confiscata alla mafia. Tanti soggetti coinvolti mi hanno chiesto se la Regione potesse diventare il coordinatore di tutte le iniziative, idee, proposte. Ma anche di diventare l'interlocutore nei confronti dell'Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Mancava una regia. Questo tavolo dovrà servire come luogo per il confronto e la condivisione ma soprattutto per l'adozione di soluzioni operative".
Impiegare tanti beni immobili inutilizzati, ma anche aziende e negozi, per scopi sociali. "Sarebbe un bel segnale perchè la cosa che fa più male alle associazioni mafiose – ha proseguito Stefania Saccardi - è la sottrazione degli strumenti finanziari con cui svolgono la loro attività criminosa. Un segnale oltrechè simbolico anche tangibile perchè le necessità sociali sono tantissime e questa è una ricchezza che non possiamo permetterci di perdere".
Alle tante difficoltà dei Comuni di poter utilizzare i beni riassegnati dall'Agenzia si sommano quelle di avere un quadro aggiornato della situazione. "L'Agenzia – ha spiegato Stefania Saccardi – ha da poco un nuovo direttore. Il primo passo del tavolo sarà quello di chiedere un incontro per chiarire alcuni aspetti fondamentali. Anzitutto per capire se una parte dei fondi che vengono sequestrati alle mafie possano essere utilizzati per ristrutturare i beni immobili. La maggior parte dei Comuni, oltre alla penuria di risorse per fare questo, deve anche scontrarsi con i mille ostacoli. Spesso sui beni gravano ipoteche che gli stessi Comuni non possono accollarsi. In secondo luogo – ha poi aggiunto – per chiedere sempre all'Agenzia un aggiornamento del censimento dei beni, l'ultimo risale al gennaio 2013".
Il tavolo tornerà presto a riunirsi con un obiettivo importante, lavorare immediatamente ad alcune proposte operative. "La prossima volta – ha concluso la vicepresidente – insieme ai Comuni che hanno dei beni utilizzabili dobbiamo realizzare qualcosa di concreto, entrare in contatto con soggetti disposti a gestirli, coinvolgere anche soggetti come la lega delle cooperative. Anche la Regione metterà a disposizione le risorse immediatamente disponibili. Per ora le esperienze virtuose sono poche, per i tanti motivi che rendono una legge ben fatta di fatto impossibile da attuare".