Notizie
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
I Consorzi di Bonifica sono di tutti, comunità e consorziati. Grave ed inaccettabile l’adesione a Coldiretti firmata dal presidente del Consorzio di Bonifica Medio Valdarno. Luca Brunelli, presidente Cia Toscana si esprime cosi e continua ancora: «Respingiamo le manovre strumentali di Coldiretti, bisogna tutelare il ruolo istituzionale e super partes dei Consorzi di Bonifica, che debbono essere al servizio di tutti. Il Consorzio Medio Valdarno revochi il mandato a Coldiretti. Le Istituzioni intervengano per bloccare queste scorribande»
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Ecco il testo dell’intervento dell’amministratore unico del Mercato Fiori Piante Toscana – Città di Pescia all’incontro di ieri a Villa Garzoni. Baldaccini spiega i vantaggi della presentazione unitaria dei distretti vivaistico-ornamentale pistoiese e floricolo pesciatino-viareggino; e delle sinergie con il “parco europeo della fiaba” e “Pescia città dell’infanzia”, proposti rispettivamente dal segretario della fondazione nazionale Carlo Collodi, Pier Francesco Bernacchi, e dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi.
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Con 22 voti a favore e 18 contrari, le Commissioni Ambiente e Industria del Senato, in seduta comune, hanno approvato il testo del Governo che consente ancora la cattura e l’utilizzo dei piccoli uccelli migratori come richiami vivi, nonostante le richieste contrarie dell’Europa e delle centinaia di migliaia di cittadini che in queste settimane hanno sottoscritto le petizioni e testimoniato la loro indignazione a Governo e politica.
Determinante il cambio di posizione del Governo, che cedendo alle pressioni dei senatori filo venatori, ha in extremis modificato il testo originale del decreto 91 che prevedeva il divieto di cattura e la limitazione della detenzione dei richiami vivi. Determinante, inoltre, il voto dei senatori del PD, che con le encomiabili eccezioni di Laura Puppato e Monica Cirinnà, hanno votato compatti, su indicazione di partito, a sostegno di una delle pratiche più violente e subdole a danno degli uccelli selvatici.
Il nuovo testo partorito dal Governo prevede che si possa continuare a catturare e utilizzare piccoli uccelli selvatici come richiami vivi, salvo attivare le procedure di deroga. In sostanza, il medesimo testo già bocciato dalla Commissione Ambiente e che aveva spinto Bruxelles ad attivare la procedura di infrazione contro l’Italia, nel febbraio dello scorso anno. A tale testo viene aggiunto il riferimento ad un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, che dovrebbe contenere le regole per la cattura dei richiami. La norma prevede tuttavia che il decreto, tra emanazione e recepimento regionale, sia pronto nel giro di un anno e, beffa finale, sia proposto dalla Conferenza delle regioni, ovvero dai soggetti responsabili delle infrazioni comunitarie! Un imbroglio linguistico, degno della peggior politica e teso a perpetuare il massacro sugli uccelli migratori, che renderà ingestibile la materia e spingerà la Commissione a dar seguito alla procedura.
“Si tratta di una delle pagine più penose degli ultimi anni, sotto il profilo del buon governo, della considerazione della natura, del riguardo ai cittadini italiani e del rispetto per le regole comunitarie – dichiarano le Associazioni - Il Presidente Renzi e il Governo italiano entrano in Europa, per il semestre di Presidenza, con l’eredità di una procedura di infrazione aggravata, un deferimento alla Corte di Giustizia che da ieri è più vicino e con il fardello vergognoso della tortura legalizzata a milioni di piccoli uccelli migratori”.
“Tuttavia non è finita qui. Lavoreremo senza un attimo di sosta perché l’Europa punisca duramente l’arroganza italiana e la barbarie dei richiami vivi sparisca definitivamente dalla storia del nostro Paese”.
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Per la prima volta dal inizio della serie storica nel 2005 i prezzi dei prodotti alimentari non lavorati come frutta e verdura fanno segnare un calo dell’1,5 per cento, per effetto del crollo dei consumi ai minimi storici che colpisce soprattutto le classi meno abbienti per le quali l’alimentazione rappresenta la quota più rilevante del budget di spesa. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare i dati Istat relativi alla misura dell’inflazione nel secondo semestre del 2014. La ridotta capacità di spesa è confermata – sottolinea Coldiretti – dal fatto che le persone in condizioni di povertà assoluta hanno raggiunto il record di 6 milioni e 20mila individui nel 2013. In tale situazione più di otto italiani su dieci (81 per cento) per non acquistare sono arrivati a non buttare il cibo scaduto ma a mangiarlo, con una percentuale che è aumentata del 18 per cento dall’inizio del 2014. La spirale negativa della deflazione – sottolinea Coldiretti – ha portato i consumi frutta e verdura a diminuire di oltre il 30 per cento rispetto agli ultimi 15 anni, per un quantitativo che nel 2014 è sceso addirittura ben al di sotto del chilo al giorno per famiglia, un valore inferiore a quelli raccomandati dal Consiglio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Secondo il rapporto Istat/Cnel 2013 sul benessere in Italia - continua la Coldiretti - solo il 18,4 per cento della popolazione ha consumato quotidianamente almeno quattro porzioni tra frutta, verdura e legumi freschi che garantiscono l’assunzione di elementi fondamentali della dieta come vitamine, minerali e fibre che svolgono una azione protettiva, prevalentemente di tipo antiossidante. Il calo è ancora piu’ preoccupante per bambini e adolescenti con il numero di coloro che mangiano frutta e verdura a ogni pasto è sceso al 35 per cento a fronte del 37 per cento nel 2012, mentre quelli che la mangiano una volta al giorno sono passati al 35 per cento, contro il 39 per cento, e si registra anche un aumento di coloro che non l'assumono o lo fanno un massimo di 2 volte a settimana (31 per cento contro il 24 per cento). Gli agricoltori della Coldiretti sono impegnati in una mobilitazione nei confronti dei consumatori per uscire da questa situazione insostenibile e dare a tutti la possibilità di consumare la componente più importante della dieta estiva degli italiani, in un Paese come l’Italia che è leader europeo nella produzione.
Redazione Floraviva
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
La Cia commenta i dati sulla “Qualità dell’ambiente urbano” nel 2013. Nei comuni italiani aumentano le aree “green”, anche se ancora lentamente (quasi l’1 per cento annuo): oggi la disponibilità supera i 32 mq pro capite. E si fa strada una nuova modalità del “costruire verde”, frutto della sinergia con l’agricoltura. Dagli orti verticali ai muri vegetali, i vantaggi sono molteplici: riducono le polveri sottili e contengono gli effetti dello smog; rallentano le acque piovane in un’ottica di difesa idrogeologica; tutelano il paesaggio contro incuria e degrado; moltiplicano le possibilità di “urban farming”.
Non solo meno auto e più biciclette, con l’effetto di un’aria più respirabile: in città conquista terreno anche il verde urbano. Nei capoluoghi di provincia la superficie occupata da parchi, prati e giardini cresce in media di quasi l’1 per cento l’anno, guadagnando negli ultimi dieci anni 6 mq per cittadino. Con il risultato che oggi ogni abitante ha a disposizione mediamente 32 metri quadri di verde. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito al rapporto Istat sulla “Qualità dell’ambiente urbano” nel 2013.
In realtà c’è ancora tanto da fare per migliorare la qualità ambientale delle città italiane, ma l’agricoltura dimostra di aver colto questa tendenza positiva, promuovendo una nuova sinergia con l’architettura -sottolinea la Cia- e lavorando a soluzioni urbanistiche innovative in un’ottica di riduzione delle emissioni, di sostegno al “city farming” e di tutela del paesaggio contro incuria e cementificazione selvaggia.
I nuovi stili di vita e le emergenze ambientali, infatti, impongono di concepire in modo nuovo gli spazi cittadini, dando al verde un ruolo diverso che non è più solamente “ornamentale” ma diventa strutturale -osserva la Cia-. Nascono così i giardini verticali, i muri vegetali, i “garden roof” e ovviamente gli orti urbani: tutte nuove forme del verde urbano, che non è più solo limitato ad aree circoscritte della città, ma si insinua all’interno delle architetture in modo nuovo, penetrando negli spazi e negli interstizi ricavati nella tessitura dei palazzi. E portando con sé molteplici vantaggi, che vanno dalla riduzione del delta termico e delle polveri sottili al forte rallentamento delle acque piovane, fondamentale in un Paese come il nostro dove il rischio idrogeologico coinvolge ben 6.633 comuni. Senza contare, poi, l’importanza dell’impatto estetico e sulla biodiversità.
“Il verde -ha dichiarato il presidente della Cia, Dino Scanavino- aumenta la vivibilità dentro le mura cittadine, svolgendo una duplice funzione. Da una parte contiene gli effetti dello smog, responsabile dell’11 per cento dei casi di aggravamento di asma dei bambini e del 18 per cento dei problemi acuti negli anziani affetti da problemi respiratori; dall’altro il verde pubblico può essere adibito alle coltivazioni a uso domestico con gli orti urbani. In questo modo non solo si dà un sostegno alle famiglie, ma si salvaguarda il paesaggio sottraendo all’incuria e al degrado terreni spesso lasciati incolti e abbandonati. Sono già 57, infatti, le amministrazioni comunali che nel 2013 hanno attivato gli orti urbani da dare in gestione ai cittadini, quasi l’81 per cento nelle città del Nord”.