Ispirazioni

In questo articolo scritto da Anneclaire Budin, curatrice della rubrica "Ispirazioni" di Floraviva, scopriamo la curiose storie che circondano il colore verde.

 

In natura, la clorofilla è ciò che dà il colore alla vita vegetale. Nello spettro visibile, il verde si trova tra il blu e il giallo. Nella teoria dei colori, è un colore secondario, ottenuto mescolando blu e giallo. I verdi sono disponibili in tonalità fredde e calde che spesso prendono il nome da luoghi e cose nel mondo naturale. Dal verde bosco al pino, al menta, al verde acqua e al chartreuse, i verdi possono spingersi verso territori marroni e blu, avere momenti pastello e possono essere così ricchi e verdeggianti da sembrare quasi radioattivi.

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"Ponte sopra uno stagno di ninfee" di Claude Monet, 1899

La radice della parola verde dice davvero tutto. Dall'inglese antico, condivide le origini con le parole erba e crescere. La parola fu usata per la prima volta per descrivere i colori per cui è conosciuta oggi in Occidente intorno al 700 d.C.
Su un’interessante nota etimologica, nelle antiche lingue del Giappone, della Cina e del Vietnam, il blu e il verde erano per un certo periodo linguisticamente indistinguibili. La stessa situazione si trova nei testi dell’antica Grecia: la parola per alberi e mari è la stessa. Quindi, se il blu è il tuo colore preferito, anche il verde potrebbe esserlo!
Mentre il colore rosso è sempre stato riservato ai reali, nella società occidentale il verde è associato da tempo alla classe mercantile. Se guardi da vicino, la Gioconda di Leonardo da Vinci indossa un completo con un corpetto verde che si adatta alla sua posizione di moglie di un ricco mercante di seta. Allo stesso modo, la sposa nel ritratto dei Arnolfini di Jan van Eyck mostra la sposa di un ricco mercante in ricchi abiti verdi.

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"Ritratto dei Arnolfini" di Jan Van Eyck

La storia dei colori dell’Irlanda è sicuramente dipinta nei toni del verde. Il colore ha secoli di associazioni con il paese, a causa del suo paesaggio verdeggiante notoriamente poeticizzato. Quei versi di poesia, in cui l'Irlanda è chiamata l'Isola di Smeraldo, furono pubblicati dallo scrittore irlandese del XVIII secolo William Drennan, nella sua poesia "Quando Erin sorse per la prima volta".
Nell'Islam, il colore parla del Paradiso e della generosità della terra promessa. Lo stendardo di Maometto è verde e quasi tutti i paesi in cui l'Islam è la fede ufficiale lo hanno rappresentato da qualche parte sulla loro bandiera.
 

Simbolismo mondiale I voti positivi per il verde si sommano sicuramente. Esiste un accordo globale, dagli Stati Uniti all’Europa, all’Asia e ai paesi islamici, sul fatto che rappresenta il mondo naturale e in particolare la primavera, la giovinezza, la vita, la speranza e il rinnovamento.
Le carte verdi e le luci verdi significano sicurezza e permesso negli Stati Uniti. Sorprendente per coloro che associano la dea ai rosa e ai rossi di San Valentino, Venere è stata storicamente legata al verde poiché è la patrona dei giardini, della vegetazione e dei vigneti.

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"Un culmine" di Lynette Yiadom-Boakye, 2016

Né buono né cattivo intrinsecamente, il verde è anche associato al denaro. I “biglietti verdi” americani sono infatti di colore verde e il nome è diventato sinonimo di tutti i tipi di moneta a corso legale, indipendentemente dal loro colore.
Come tutti i colori, anche il verde ha un lato oscuro. William Shakespeare chiamò per la prima volta il “mostro dagli occhi verdi” nella sua tragedia, Otello. Da allora, l'invidia, l'ambizione, l'avidità e la gelosia sono state associate al colore.
Nelle rappresentazioni moderne e contemporanee, la precedente buona salute del verde ha preso una brutta piega, diventando associata a tossicità e malattia: pensa al "verde alle branchie", all'assenzio, all'adesivo di Mr. Yuk e alla pelle di Frankenstein.

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"Terrazza del caffè di notte" – Vincent van Gogh e "L'interno verde" di Édouard Vuillard, 1891

Il colore si sta polarizzando anche nelle arene politiche. Spesso i partiti e i movimenti verdi insorgono a favore dell’ambiente e nessun altro colore farebbe al caso nostro. Allo stesso modo si ritiene che l'edilizia verde, i prodotti verdi e uno stile di vita verde siano tutti salutari per l'ambiente e salutari.
Colori Fantasia Il verde ha anche un simbolismo fantastico o mistico. Nei primi tempi, ciò veniva perpetuato dalla pelle verde di draghi, fate e animali mitici.
Le rappresentazioni moderne mettono il verde al centro della magia dello schermo di celluloide con l'inizio del Mago di Oz, il primo film in Technicolor. Da allora artisti e registi hanno utilizzato il verde per rappresentare un’ampia gamma, dai paesaggi utopici al surrealismo e al pericolo fantascientifico caratterizzato dalla suscettibilità di Superman alla kryptonite.

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I pigmenti verdi provengono da numerosi minerali: viridiano, smeraldo e malachite solo per citarne alcuni. Quelli con retroscena interessanti per chi ha inclinazioni artistiche includono il verderame, la polvere verde ottenuta mettendo piastre di rame in tini di vino in fermentazione, utilizzata sui murali dell'antica Pompei.
Il pigmento non era permanente e non funzionava bene con altre vernici. È anche altamente tossico, come avvertiva Leonardo da Vinci nel suo trattato sulla pittura. Il verde cromo lo sostituì nello studio dell’artista alla fine del 1800.

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"Il presidente Barack Obama" di Kehinde Wiley e "Nudo femminile con scialle verde visto da dietro" di Käthe Kollwitz, disegno litografico

Prima dei secoli XVIII e XIX, quando entrarono in scena i pigmenti e i coloranti verdi sintetici, i coloranti verdi potevano davvero essere chiamati sfumature di marrone. I primi uomini della preistoria tingevano i tessuti verdi dai rami della betulla, anche se i risultati erano opachi e bruniti.
Il verde è un colore fedele al suo simbolismo e ai suoi stereotipi nella maggior parte del tempo nelle belle arti. Può essere sfarzoso e glamour, lussureggiante e vivace, e talvolta malaticcio e minaccioso.
Può anche far sentire le persone tranquille perché il verde è riposante per gli occhi. Stare in un ambiente verde può ridurre la fatica secondo uno studio che risale agli anni '30.

Ispirazioni è una rubrica curata da AnneClaire Budin

I Tongkonan, le case ancestrali del popolo Torajan in Indonesia, non sono solo meraviglie architettoniche ma anche esempi di convivenza tra architettura e natura. I loro tetti, realizzati con mezzi bambù, offrono un habitat ideale per muschi, felci e orchidee, trasformandosi in veri e propri giardini verticali che isolano e abbelliscono.


Nel cuore del Sulawesi meridionale, gli appassionati di muri verticali possono trovare ispirazione in una forma di architettura che, senza saperlo, ha anticipato di secoli questa moderna tendenza del verde urbano: i Tongkonan del popolo Torajan. Queste strutture tradizionali, con i loro tetti a sella maestosi, non sono solo un simbolo culturale, ma rappresentano anche una lezione di sostenibilità e integrazione con l'ambiente.

I tetti a barca dei Tongkonan, realizzati con mezzi bambù posati orizzontalmente, hanno permesso nel corso dei secoli la formazione di un ecosistema proprio. La vegetazione, che spontaneamente ha colonizzato questi spazi, funge da isolante naturale contro l'umidità e le variazioni termiche, offrendo un esempio vivente di come le abitazioni possano coesistere in armonia con la natura circostante.

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Le felci, principalmente le specie Davallia denticulata e Vittaria ensiformis, si aggrappano e crescono rigogliose lungo queste strutture, mentre le orchidee aggiungono tocchi di colore e delicatezza al panorama verdastro dei tetti. Questa simbiosi non è solo funzionale ma crea anche uno spettacolo visivo unico che incanta e ispira.

La nostra curatrice, Anneclaire Budin, ha selezionato una collezione di fotografie che illustrano la bellezza di questi "muri verticali" naturali. Le immagini mostrano il dettaglio della vegetazione che vive in simbiosi con i tetti di bambù e celebrano la bellezza di queste strutture uniche nel loro genere.

Attraverso la lente di Floraviva, i Tongkonan diventano muse ispiratrici per chi cerca soluzioni ecologiche e naturali nell'arte del giardino verticale. Queste case dimostrano che, molto prima dell'avvento del design sostenibile, esistevano già pratiche architettoniche che rispettavano e valorizzavano l'ambiente naturale.

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Per chiunque sia interessato a portare un pezzo di questa antica saggezza nel proprio ambiente urbano, i Tongkonan sono un promemoria che il verde verticale è più di una moda; è un ritorno alle nostre radici più profonde, un richiamo alla convivenza con il nostro mondo naturale.

Con la giusta ispirazione e rispetto per la biodiversità, anche le nostre moderne abitazioni potrebbero trasformarsi in santuari verdi, dimostrando che l'integrazione tra architettura e natura è possibile e, soprattutto, desiderabile.

 

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In questo articolo esploreremo la trasformazione del Parco Orientale di Maulévrier, situato vicino a Nantes e Angers in Francia. Creato tra il 1899 e il 1913, è il più grande giardino giapponese d'Europa. Scopriremo la sua storia, dalla nascita con Edouard François Colbert nel 1680, fino alla sua rinascita nel 1980, e come è stato riconosciuto come un giardino da passeggio del periodo Edo. Il ruolo di Alexandre Marcel, un influente architetto orientalista, nella creazione di questo spazio unico verrà esaminato in dettaglio.

 

Dalla Nascita alla Rinascita: Il Viaggio del Parco

Il Parco Orientale di Maulévrier, oggi noto come il più grande giardino giapponese d'Europa, ha una storia ricca e affascinante. Nel 1680, il castello di Maulévrier e il parco adiacente vennero acquisiti da Edouard François Colbert. Distrutto durante le guerre della Vandea, fu ricostruito tra il 1815 e il 1830, dando vita a un primo parco romantico.

Nel 1895, la tenuta fu acquistata da Eugène Bergère, un ricco industriale tessile. I Bergère incontrarono Alexandre Marcel, un noto architetetto parigino, che sposando Madeleine Bergère, diventa l'architetto della tenuta. Marcel, appassionato di estremo orientalismo, e insieme ad Alphonse Duveau, trasformarono il paesaggio in un magnifico "paesaggio giapponese". Elementi orientali dall'Esposizione Universale di Parigi del 1900 furono integrati nel parco, tra cui uno stagno e numerose piante esotiche.

Dopo essere caduto nell'oblio per circa 40 anni, nel 1980 la comunità di Maulévrier si mobilitò per restaurare il giardino. Sotto l'impulso di Jean-Louis Belouard, allora sindaco, il parco venne acquisito dal comune e classificato come sito naturale francese. Da allora, il parco ha subito un intenso restauro, mantenendo l'estetica originale e le dimensioni in stile giapponese.

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Un Giardino di Passeggio e Trasformazione

Nel 1987, il Parco Orientale di Maulévrier fu riconosciuto da tre esperti giapponesi come un autentico giardino da passeggio del periodo Edo, rappresentante il paradiso shintoista e buddista e la vita dell'essere umano. Questo giardino unico offre un'esperienza immersiva, con un percorso che si snoda lungo le rive del Moine, circondato da un'atmosfera di mistero e magia.

L'Eredità di Alexandre Marcel

Alexandre Marcel (1860-1928), l'architetto che ha giocato un ruolo fondamentale nella creazione del giardino, è stato un pioniere dell'orientalismo in architettura. Oltre al suo lavoro a Maulévrier, Marcel è noto per aver realizzato i padiglioni della Cambogia, della Spagna e della Compagnie des Messageries Maritimes all'Esposizione Universale di Parigi del 1900. La sua influenza si estende ben oltre i confini di Maulévrier, avendo lavorato su progetti in tutto il mondo.

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Conclusioni e Prospettive Future

Il Parco Orientale de Maulévrier non è solo un luogo di bellezza estetica, ma anche un ponte tra culture e epoche. Celebrerà il suo 40° anniversario di apertura al pubblico nella primavera del 2025, segnando un altro capitolo importante nella sua lunga e illustre storia. Questo giardino rimane un luogo di pace, contemplazione e bellezza, che continua ad affascinare e ispirare i visitatori da tutto il mondo.

 

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Elon Musk immagina un futuro in cui l'energia solare alimenta l'intero paese. Un impianto fotovoltaico gigantesco potrebbe soddisfare il fabbisogno energetico degli Stati Uniti, secondo il CEO di Tesla. Questa visione audace rappresenta una possibile soluzione per affrontare la crisi energetica globale.

 

Elon Musk, l'imprenditore visionario dietro aziende come Tesla e SpaceX, ha recentemente condiviso una proposta audace per il futuro dell'energia solare. Secondo Musk, il fabbisogno energetico degli Stati Uniti potrebbe essere completamente soddisfatto grazie all'energia proveniente dal Sole.

In una recente apparizione al podcast "The Joe Rogan Experience", Musk ha delineato la sua visione di un impianto fotovoltaico massiccio che coprirebbe un'area di circa 160 x 160 chilometri. Questo gigantesco reattore solare potrebbe generare abbastanza energia per alimentare l'intero paese. Sebbene possa sembrare un'idea straordinaria, Musk sostiene che sia tecnicamente fattibile.

La chiave per rendere questa visione una realtà sarebbe l'uso di avanzate tecnologie di batterie per immagazzinare l'energia generata dai pannelli solari durante il giorno, consentendo di utilizzarla anche di notte o in caso di maltempo. Tesla, l'azienda di Musk, è già all'avanguardia nello sviluppo di soluzioni di stoccaggio dell'energia, come il Powerwall e il Powerpack, che potrebbero integrare perfettamente l'energia solare nella rete elettrica degli Stati Uniti.

Attualmente, il settore dell'energia solare negli Stati Uniti sta vivendo una crescita senza precedenti, con una previsione di aggiungere 32 gigawatt di nuova capacità in un solo anno, rappresentando un aumento del 53% rispetto al 2022. Questa tendenza non è limitata agli Stati Uniti, poiché l'Europa sta assistendo a una significativa espansione nella produzione di energia solare.

In Italia, l'energia solare attraverso impianti fotovoltaici ha registrato un aumento del 115% rispetto all'anno precedente, raggiungendo una capacità di 3,1 gigawatt. Tuttavia, la complessità delle autorizzazioni e delle normative sta ostacolando una crescita ancora più rapida di questa fonte di energia pulita.

A livello globale, ci sono progetti ancor più ambiziosi che cercano di sfruttare l'energia solare. L'Agenzia Spaziale Europea (ESA) sta esplorando la possibilità di catturare l'energia solare nello spazio e trasmetterla sulla Terra, un concetto noto come SBSP (Solar Based Space Power). Anche il Giappone ha fissato l'obiettivo di distribuire energia solare dallo spazio entro il 2025.

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In conclusione, la visione di Elon Musk di utilizzare l'energia solare su vasta scala per soddisfare il fabbisogno energetico degli Stati Uniti rappresenta un approccio audace e innovativo alla sostenibilità energetica. Con il costante sviluppo tecnologico e l'espansione dell'energia solare in tutto il mondo, questa visione potrebbe non essere così lontana dalla realtà.

 

Redazione

La ricchezza botanica di Wulingyuan, il luogo che ha ispirato i paesaggi di Avatar, sono però anzitutto un patrimonio mondiale noto per le sue foreste primordiali e la straordinaria varietà di piante e animali.

 

Nel cuore della Cina, si trova un luogo straordinario che sembra essere uscito direttamente dalle scene di Avatar. Wulingyuan, con i suoi imponenti pilastri di arenaria che superano i 200 metri di altezza, non è solo un paradiso visivo, ma anche un tesoro botanico di inestimabile valore.

La regione di Wulingyuan è una vera e propria cattedrale naturale per chiunque sia affascinato dalla botanica e dal florovivaismo. Secondo le ricerche di Zheng Wanjun, Wulingyuan ospita 18 specie di gimnosperme (incluse 3 varietà), appartenenti a 16 generi e 6 famiglie. Le angiosperme, secondo le statistiche di Hutchinson, sono rappresentate da 734 tipi (53 varietà), in 282 generi e 96 famiglie. La flora di Wulingyuan è caratterizzata da specie specifiche della Cina e del Giappone, come il ginkgo, l'Eupatorium, il Pseudotaxus chienii, il Cephalotaxus fortunei, il Tetracentron sinense, la Dipteronia sinensis e l'Emmenopterys henryi, alcune delle quali sono rare e pregevoli.

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Queste specie non solo aggiungono bellezza e varietà al paesaggio, ma sono anche delle "reliquie culturali viventi" del patrimonio naturale. Gli alberi secolari di Wulingyuan, come l'abete rosso nero NAO a Shentangwan, alto 43,5 metri e con una circonferenza di 5,95 metri, sono testimoni viventi della storia naturale della regione. Nel villaggio di Zhangjiajie, un esemplare di Davidia insignis, noto come fossile vivente, cresce maestosamente, sottolineando l'importanza di questi alberi per la ricerca scientifica e la conservazione.

La varietà e l'unicità delle piante di Wulingyuan offrono ai ricercatori un'opportunità unica per studiare la sopravvivenza, la struttura forestale e le strategie di conservazione in un ecosistema così ricco e variegato. Per i lettori di Floraviva e per gli appassionati di vivaismo e florovivaismo, Wulingyuan rappresenta un'opportunità di apprendimento e ispirazione senza pari.

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La nostra rubrica "Ispirazioni", con la cura fotografica di AnneClaire Budin, vi porta in un viaggio attraverso questo paesaggio sorprendente. Le immagini selezionate non solo catturano la bellezza visiva di Wulingyuan, ma sottolineano anche la sua ricchezza botanica, rendendo evidente il legame tra la fantastica terra di Avatar e la realtà botanica straordinaria che essa rappresenta.

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In conclusione, Wulingyuan non è solo una destinazione turistica per i fan di Avatar, ma un luogo dove la natura mostra tutta la sua magnificenza e diversità, offrendo spunti inestimabili per il mondo del vivaismo e del florovivaismo. Attraverso l'esplorazione di questo eccezionale patrimonio mondiale, possiamo apprezzare la bellezza e la complessità del mondo naturale, ispirando un nuovo approccio alla conservazione e allo studio delle piante.

 

Ispirazioni è una rubrica curata da AnneClaire Budin