Ispirazioni

La prima partecipazione di Porsche alla Milano Design Week è iniziata con un’installazione floreale dell’artista internazionale Ruby Barber.

Durante Milano Design Week 2022 Porsche ha presentato una nuova edizione della mostra itinerante “The Art Of Dreams” con l’installazione “Everywhereness” di Ruby Barber (Studio Mary Lennox, Berlino), esposta a Palazzo Clerici nel cuore del Brera Design District.



La serie d’installazioni artistiche della Casa automobilistica di Stoccarda “The Art Of Dreams” ha debuttato a Parigi a ottobre 2021 con l’opera dell’artista francese Cyril Lancelin, poi esposta a Singapore.
L’obiettivo di Porsche è portare opere interattive nelle maggiori città del mondo; tema conduttore è il sogno, vissuto e interpretato da prospettive diverse.
L’opera dell’artista floreale Ruby Barber stimola lo spettatore a confrontarsi con il proprio senso della realtà e seguire i propri sogni nel labirinto della vita, perdersi e ritrovarsi anche se in un luogo visionario. Si tratta, appunto, di un labirinto di rose al cui interno sono presenti specchi, droni e giochi di luce, tutto simboleggia il rapporto tra uomo, natura e tecnologia.



Nello stesso spazio dell’installazione è presente una Porsche 911 2.4 S Targa del 1972, totalmente restaurata dalla casa madre. Si tratta dell’esemplare svelato per la presentazione della serie limitata Porsche Design 50th Anniversary Edition della 992 Targa 4 GTS.
Accompagnatore dei visitatori, all’interno di questa installazione immersiva, è il marchio orologiero Tag Heuer, al fianco di Porsche dal 2021, che scandisce ufficialmente i tempi del volo dei droni. I piccoli velivoli sorvolano l’installazione reggendo rose per creare un dialogo simbolico e immaginario tra natura e tecnologia per un risultato davvero onirico, d’altronde siamo in un sogno!

Rubrica a cura di Anne Claire Budin

In Danimarca il progetto dei "Giardini rotondi" di Sørensen, nel quartiere suburbano Naerum di Copenaghen, risale al 1948, quando furono realizzati 40 orti ovali, ciascuno di circa 25 × 15 m, disposti su un prato ondulato, tra case popolari da un lato e orti tradizionali dall'altro.



All’inizio Sørensen aveva immaginato il progetto paesaggistico come una griglia regolare di ovali sparsi sul prato, ma alla fine l'idea iniziale ha lasciato posto a una disposizione più libera delle trame e a un aspetto più dinamico del quartiere. Sørensen creò un manuale con le indicazioni per i proprietari delle case, in modo che avessero indicazioni su come disporre i loro cottage, scegliere le siepi con cui circondare il loro giardino rotondo e come disporre l'interno dei loro appezzamenti. Questo manuale era un insieme di suggerimenti, non una lista di regole da seguire alla lettera, ed è stato questo il segreto del successo del progetto dei giardini ovali di Naerum. Dopo più di 70 anni ancora costituiscono una delle zone più belle e affascinanti di Copenaghen.



A Naerum ogni proprietario ha avuto la massima libertà nella creazione del proprio giardino, anche se la comunità ha scelto di seguire dei dettagli comuni come la preferenza delle siepi tagliate, che ha contribuito a mantenere il fascino del progetto. Dall'alto i giardini ovali sembrano incredibili e lo sono ancor di più mentre si passeggia tra le siepi, e questo era il desiderio dell'architetto paesaggista fin dall'inizio. Inoltre non esistono strade che permettono l’accesso diretto alle case, questa è stata una volontà del progetto originale: Sørensen voleva incoraggiare i proprietari a camminare di più, affinché godessero la natura circostante e l’aria buona e, magari socializzassero di più con i loro vicini. Per quanto riguarda la forma dei giardini, Sørensen ha affermato:
" I vicini litigano sempre per la siepe comune: come dovrebbe essere tagliata?”
“ Quanto dovrebbe essere alta?”
 “Qui ognuno ha la propria siepe, con una terra di nessuno in mezzo, quindi non devono litigare! ".

Rubrica a cura di Anne Claire Budin

Case serre che sembrano uscite da una fiaba, costruite con materiali ecosostenibili, aperte alla natura e al riciclo.

Queste fantastiche case sembrano uscite da una fiaba per bambini, danno la bizzarra impressione di essere state messe sotto una campana di vetro, come fossero cose preziose, prelibatezze…



Pur essendo aperte verso l’esterno e rivolte alla natura circostante, le costruzioni sono sublimate e valorizzate.
Oltre alla loro indole sostenibile ed eco-responsabile, questi progetti riavvicinano alla natura e soddisfano il desiderio di tornare alle origini.
Le Nature House sono progetti di edilizia ecologica influenzata dalla geobiologia e dal feng shui. Per la loro costruzione sono utilizzati quasi esclusivamente materiali e vernici ecologiche. Queste moderne serre, che ricordano un giardino d’inverno, sono una scelta diversa rispetto alle costruzioni attuali. L’habitat di domani, immaginato intorno alle energie rinnovabili.



Le prime Nature House sono nate in Svezia e nell’Europa settentrionale. E’ la casa ecologica senza sprechi, né emissioni nocive, realizzata all’interno di una serra. Una soluzione ecologica per scaldarsi, ma non solo. La costruzione della serra che racchiude la casa è realizzata mettendo insieme dei singoli riquadri in vetro, spessi circa 4 millimetri, con l’intenzione di creare un vero e proprio raccoglitore di sole, dove produrre energia, depurare acqua, aria, coltivare ortaggi e accumulare compost. Correlato a un sistema di trattamento delle acque nere e di purificazione di quelle reflue che, poi, saranno utilizzate per irrigare il giardino.
Inoltre le temperature più miti all’interno della serra, oltre a ridurre la necessità di riscaldamento artificiale, permettono di coltivare e produrre piante tipiche del clima mediterraneo, come fichi, uva, pomodori, cetrioli.
La Nature House rappresenta un modus vivendi improntato alla filosofia del riciclo che rende chiaro come le sostanze inquinanti abbiano una ricaduta diretta su chi le produce.

Rubrica a cura di Anne Claire Budin

 

Di facile coltivazione e dalle delicate fioriture rosa la muhlenbergia capillaris, in autunno,  trasforma i parchi di Wuhan in un richiamo turistico.


In autunno, nei prati di Wuhan, fiorisce la muhlenbergia capillaris, una pianta perenne dalle sfumature color porpora. Ha steli verdi, sottili come capelli, da qui il nome capillaris. Questa pianta fa parte della famiglia delle graminacee ed è originaria degli Stati Uniti, dove è diffusa soprattutto in Florida.



Alla fine dell’estate la muhlenbergia capillaris fiorisce; i suoi fiori rosa, delicati e vaporosi, sono come nuvole colorate dal tramonto, per questa loro caratteristica sono piante ornamentali molto amate. In autunno a Wuhan, capoluogo e popolosa città della provincia di Hubei in Cina, diventata famosa per essere stata l’epicentro della diffusione della SARS2cov19, i turisti vanno a visitare i suoi parchi per fotografare la muhlenbergia capillaris e le distese dei suoi fiori rosa, leggeri come nuvole.

Rubrica a cura di Anne Claire Budin

Ve lo devo dire, se un giorno dovessi sfilare sul Red Carpet a Cannes, non sarà senza un abito floreale di D&G. Come ha fatto Aishwarya Rai Bachchan, la donna più bella del mondo, vincitrice nel 1994 del titolo di Miss Mondo, che il 20 Maggio, durante l’edizione del 75esimo Festival di Cannes è apparsa...

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Mi è apparsa con questo sontuoso vestito D&G, una reinterpretazione di motivi floreali tratti da cinque secoli di storia della pittura.
“I fiori suscitano sentimenti potenti” spiega Gabbana “Ti fanno sognare, come cucire!”.
Eh, se ci fa sognare! Come, negli anni precedenti abbiamo sognato con Sharon Stone nel 2021, Bianca Balti nel 2012, Sonam Kapoor nel 2013…

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Rubrica a cura di Anne Claire Budin