Ispirazioni
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- Scritto da Andrea Vitali
Ricostruire le relazioni tra uomo e ambiente naturale con il confort della tecnologia, Symbiotic Architecture: il progetto surreale dell’architetto Manas Bhatia.
La Symbiotic House, la casa simbiotica, ha l’obiettivo di riportare l’uomo a contatto con la natura, ricostruendo le relazioni tra gli esseri umani e ciò che gli circonda. La Symbiotic House si basa sui valori tradizionali del vivere in armonia con la natura, integrando nel progetto la tecnologia necessaria per uno stile di vita moderno e conveniente.
L'associazione simbiotica, nel campo dell’architettura, si traduce nel rapporto tra edificio esistente e nuovo intervento. Lo scopo delle associazioni simbiotiche è consentire ad almeno un simbionte di trarne benefici.
Utilizzando il potenziale dello strumento d’intelligenza artificiale (AI) MidJourney, l’architetto e progettista computazionale Manas Bhatia immagina un futuro architettonico surreale con il suo progetto Symbiotic Architecture.
Rubrica a cura di Anne Claire Budin
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- Scritto da Andrea Vitali
Gaetano Pesce in quarant’anni di carriera, guidato da una costante spinta all’innovazione e alla sperimentazione, ha realizzato progetti pubblici e privati negli Stati Uniti, Europa, America Latina e Asia, nei campi dell’architettura, urbanistica, progettazione d’interni, designer industriale e espositivo.
Nato a La Spezia nel 1939 ha studiato all’Università di Venezia.
Ragazzi ha 83 anni! Nella sua produzione i confini tra arte, design e industria sono irrilevanti, perché l’arte è anche un prodotto, è la risposta creativa alle esigenze del tempo che stiamo vivendo.
Gli aspetti innovativi del lavoro di Gaetano Pesce, architetto, artista e designer, sono tanti e vari: la ricerca di una doppia funzionalità dell’architettura e degli oggetti, l’uso creativo del colore, la “dimensione politica” nei suoi progetti, il perfezionismo nell’uso dei materiali, la cultura degli oggetti… chapeau!
Rubrica a cura di Anne Claire Budin
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- Scritto da Andrea Vitali
Le molteplici attività creative di Frances Palmer e il suo modo incredibile di renderle armoniose l’una con l’altra: fotografia, ceramica, floricoltura e molto altro...
Una casa costruita intorno alle numerose passioni creative di chi la abita, è la casa di Frances Palmer nel Connecticut. In questo luogo Frances ricerca l’armonia tra le sue molteplici passioni e la trova, creando splendidi vasi e stoviglie nel suo studio, dedicandosi al giardinaggio e all’apicoltura.
Frances produce ceramiche tutto l’anno, nell’arioso fienile e in studio a Weston nel Connecticut, a circa un’ora di macchina da New York City.
Nel New England, durante il periodo estivo, coltiva migliaia di fiori dalla bellezza splendente nei suoi due giardini da taglio. Nelle fotografie che scatta alle sue pentole fatte a mano, le dalie del suo giardino fungono da magnifici oggetti di scena, mentre le sue torte recitano la stessa parte sui piatti che crea.
Frances alleva le api che impollinano i fiori dei suoi giardini e, se le api lasciano il miele, lei lo usa per la preparazione delle torte, che poi faranno bella mostra sui suoi piatti in ceramica.
Frances Palmer vede nel suo lavoro la possibilità concreta di far progredire tutte le parti del suo ecosistema creativo, giorno dopo giorno, armoniosamente, ogni ciclo collegato all’altro. Il muoversi efficacemente tra un’attività e l’altra per tutto il giorno, questo suo essere multitasking che le permette di occuparsi di ceramica, fiori, fotografia, apicoltura e cucina, costituisce la sua esistenza creativa. Intrecciati, i diversi anelli, formano un tutto.
La domanda che le è posta più frequentemente?
“Come ha iniziato?” Frances racconta di aver affinato le sue capacità multitasking quando i suoi tre figli erano piccoli. “Nessuno ha mai molto tempo libero, mi sono allenata a fare cose diverse in piccoli segmenti di tempo durante il giorno”.
Un tempo Frances aveva un’attività di maglieria e, quando saliva in metropolitana, provava a lavorare un po’ ai ferri, in questo modo realizzò la parte migliore di un maglione! Una donna prodigiosa e creativa, cui piace cimentarsi con i lavori manuali e lavorare da sola.
Frances avvolge ogni vasetto in carta di giornale e cera d’api e, dopo averci aggiunto una nota dolce, lo spedisce con amore nella sua nuova casa.
Frances Palmer non ha mai desiderato di possedere una mega-impresa, spiega “ho sempre voluto qualcosa che posso gestire, mi piace soprattutto la realizzazione”.
Rubrica a cura di Anne Claire Budin
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- Scritto da Andrea Vitali
L’Hooke Park è il campus nel bosco dell’AA nel Dorset nel Regno Unito. Al suo interno ha sede una struttura educativa, destinata ad aumentare le sue attività di progettazione, officina, costruzione e paesaggio.
Hooke Park ospita il programma di master post laurea Design+Make, riceve visitatori e programmi dell’AA, ospita anche corsi brevi, conferenze e eventi durante tutto l’anno.
I progetti sono supportatati da una squadra eterogenea di validi professionisti, tra cui artigiani, progettisti, ingegneri di robotica e forestali, insieme in un ambiente che unisce foresta, studio, laboratori e cantiere.
La foresta di Hooke Park è un antico bosco di 150 ettari, in un’area di straordinaria bellezza naturale, adagiata sulle colline costiere che si affacciano al mare, nel Dorset Occidentale.
Un lungo viale si snoda, subito dopo il cancello d’ingresso, per una radura di 3 ettari, dove ha sede il campus, suddiviso tra la zona lavoro e laboratori e la zona abitativa. Se volete, è possibile visitarlo! Il primo lunedì di ogni mese.
Rubrica a cura di Anne Claire Budin

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- Scritto da Andrea Vitali
Una radice in un parco pubblico di Seoul, opera d’arte da ammirare e da vivere in relax.
Root Bench è la realizzazione della proposta vincitrice dell’Hangang Art Competition. Un arredo pubblico installato nel prato che mostra la forma dinamica della radice che si diffonde per tutto il terreno del parco.

Le persone possono riposarsi sedendosi e appoggiandosi alle sue diverse altezze, Root Bench è uno stimolo visivo che crea un forte contrasto con lo sfondo del grande parco all’aperto, il concetto principale che esprimono sia il progetto che la sua realizzazione è che la forma organica che si espande dal centro crea una connettività spaziale.
L’opera è stata progettata dall’algoritmo del computer di Yong Ju Lee e presenta la dinamicità della geometria tridimensionale. La struttura, in metallo, con basamento in cemento sostiene la forma complessiva come struttura principale e il ponte di legno lo copre.
Root Bench suggerisce una forma circolare completa, si fonde con l’erba e rende meno nitido il confine tra installazione artificiale e ambiente naturale. I visitatori possono interagire tra di loro, riposarsi a proprio agio e, contemporaneamente, godersi l’opera d’arte.
Le sue diverse altezze permettono a Root Bench di essere una panchina per bambini (25 mm), una sedia per adulti (450 mm) e un tavolo (75 mm).
La sua forma ritmica suggerisce sensazioni piacevoli all’Hangang Park di Seoul.
Il modello matematico con cui è stata progettata descrive il cambiamento dello spazio e nel tempo, crea creazioni chimiche locali, in cui le sostanze si trasformano l’una nell’altra e che poi si diffondono nello spazio circostante.
Rubrica a cura di Anne Claire Budin


























