Il vivaista

Legge delega sul florovivaismo: istanze dei vivaisti e come sarà attuata

 A Firenze per il 25° Memorial di Vannucci Piante, l’azienda leader del Distretto ornamentale di Pistoia, il sottosegretario per l’agricoltura La Pietra è stato sollecitato sull’attuazione della legge delega sul florovivaismo del 4 luglio scorso. Le istanze dei vivaisti e l’anticipazione del sottosegretario: la legge delega sarà attuata, almeno inizialmente, con un decreto unico che sarà una norma quadro. Sentiti, oltre a La Pietra, Giansanti, Fini, Orlandini, Magazzini, Michelucci, Pagliani, Ferrini, Vannucci, De Castro e Tomasi.

 

Un tema caldo per tutto il florovivaismo italiano e in particolare per il comparto del vivaismo ornamentale, che ha nel distretto pistoiese il suo maggiore centro produttivo, è serpeggiato al Viola Park di Firenze il 19 settembre in occasione del 25° Memorial Vannucci (vedi): come verrà attuata la legge n. 102 del 4 luglio 2024 di “Delega al Governo in materia di florovivaismo” (vedi), che è entrata in vigore il 30 luglio 2024 e dà 24 mesi di tempo al Governo per esercitarla adottando uno o più decreti legislativi che ne attuino le indicazioni di principio e i criteri?

Il primo a farci cenno è stato l’organizzatore del Memorial, Vannino Vannucci, titolare dell’azienda leader Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia, che, nel salutare di fronte all’uditorio il sottosegretario all’agricoltura Patrizio La Pietra che aveva appena finito la sua relazione, lo ha invitato esplicitamente a far adottare alcune revisioni a tutela del comparto vivaistico, con implicito riferimento anche al testo della proposta di legge 389 del 18 ottobre 2022 “Disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico” (vedi), che è il frutto in particolare del lavoro al Senato nella precedente legislatura di La Pietra (che ne è stato relatore) e a cui il Governo attingerà nell’attuare la legge delega del 4 luglio.

Ma qual è l’oggetto e quali sono le indicazioni della legge delega sul florovivaismo 102 del 4 luglio scorso? Essa innanzi tutto impegna il Ministero dell’agricoltura a proporre «uno o più decreti legislativi per costituire un quadro normativo organico in materia di coltivazione, promozione, commercializzazione, valorizzazione e incremento della qualità e dell’utilizzo dei prodotti del settore florovivaistico e della filiera florovivaistica». Decreto o decreti che dovranno essere adottati dal Governo entro 24 mesi dal 30 luglio 2024.

Nella legge delega sono stabiliti anche i principi e criteri direttivi che il decreto o i decreti dovranno seguire. Si tratta di 20 criteri, fra i quali i seguenti:

- la necessità di definire l’articolazione della filiera florovivaistica in tutti i suoi segmenti;

- la creazione di un coordinamento nazionale anche con un ufficio per questa filiera presso il Ministero dell’agricoltura;

- l’elaborazione ogni 5 anni di un Piano nazionale del settore florovivaistico «quale strumento programmatico e strategico che tenga conto delle peculiarità delle produzioni floricole e di quelle vivaistiche, da adottare in coordinamento con la strategia nazionale del verde urbano»;

- la predisposizione di un sistema di rilevazione annuale dei dati statistici del settore del florovivaismo, «comprendente la rilevazione della specie e della quantità di prodotto coltivato e dei relativi prezzi»;

- la pianificazione e istituzione a livello nazionale di piattaforme logistiche per macroaree per la movimentazione e distribuzione dei prodotti all’estero, tenendo conto della collocazione dei distretti florovivaistici e dei mercati;

- una ricognizione dei marchi nazionali esistenti, al fine di certificare il rispetto dei livelli qualitativi, «eventualmente promuovendo l’istituzione di un marchio unico distintivo che garantisca le produzioni nazionali»;

- la qualificazione come centri per il giardinaggio delle imprese agricole di cui all’articolo 2135 del codice civile che operano nel settore del giardinaggio e del florovivaismo e che forniscono beni e servizi connessi all’attività agricola e la definizione della «loro collocazione all’interno della filiera florovivaistica».

Floraviva, sulla scia della sollecitazione iniziale di Vannucci, ha sondato, fra gli importanti esponenti delle categorie agricole e del settore (floro)vivaistico, ma anche fra i politici più coinvolti da tali questioni presenti al Viola Park, quali sono le aspettative e le istanze sul testo di attuazione della legge delega con cui il Governo disciplinerà finalmente in modo organico tutta la filiera florovivaistica.   

giansanti_25_memoriale1.jpgPer il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti «certamente siamo di fronte a un aspetto quasi epocale perché era da tanto tempo che aspettavamo una legge quadro sul florovivaismo. Certamente il floro è una cosa e il vivaismo è un’altra. Bisogna coniugare gli interessi di chi oggi produce fiori, che è una cosa diversa rispetto a chi produce vivaismo». «Completamente diverso – ha continuato Giansanti - è chi fa la gestione del verde o chi cura il verde, come addirittura tutta la parte del gardening. Quindi è un mondo complesso che va giustamente considerato come attività agricola nei limiti e nel rispetto di chi l’agricoltore lo fa però a titolo principale, proprio per evitare che poi possano beneficiarne chi agricoltore non è. Su questo sarà fortissimo l’impegno di Confagricoltura affinché questa attività sia agricola a tutti gli effetti, rivolta esclusivamente agli agricoltori, e certamente sarà importante anche ascoltare il contributo di Confagricoltura Pistoia su alcune modifiche che dovranno essere apportate».

fini_25_memoriale1.jpgA sua volta il presidente di Cia – Agricoltori Italiani Cristiano Fini ha affermato che «è una legge delega che ha avuto un parto piuttosto prolungato: da anni era sul tavolo a livello ministeriale e finalmente siamo arrivati verso la fine. È chiaro che come tutte le leggi che sono state portate avanti nel corso degli anni hanno bisogno magari di qualche aggiornamento, quindi sicuramente qualche ritocco lo si può fare. Ma noi abbiamo bisogno di velocizzare, perché da anni la aspettiamo e finalmente ci siamo arrivati. Adesso abbiamo bisogno di applicarla perché le aziende hanno bisogno sì di risorse, ma hanno anche bisogno di un’impronta legislativa che possa dare veramente un nuovo impulso a questo settore che è fondamentale: tutto nasce da lì».

orlandini_25_memoriale1.jpgE come vedono la legge delega i vertici di Cia – Agricoltori Italiani e Confagricoltura a livello provinciale pistoiese, dove il vivaismo ornamentale fa la parte del leone nel comparto agricolo? Per il presidente di Cia Toscana Centro (Firenze Pistoia Prato) Sandro Orlandini «la percezione è stata inizialmente positiva perché s’è vissuta anche l’esperienza della legge regionale sul vivaismo: quando è stata fatta, poi il settore è diventato più riconoscibile, sono state indirizzate meglio anche le risorse, quindi continuiamo a guardarla con un pizzico di ottimismo da questo punto di vista e fa bene il sottosegretario [La Pietra, ndr] a rivendicarne l’ultimazione: l’essere entrati nella fase finale. Però ci sono alcune cose essenziali da sistemare. Per lo più quello che veniva detto prima, anche da lui in battuta, perché lo sa è uno dei punti dolenti che gli abbiamo sottolineato: di riuscire a distinguere meglio quello che è floro da ciò che è vivaismo, perché è vero che sono due mondi che si toccano per le questioni fitosanitarie e per alcuni aspetti, ma per tanti altri sono realtà assolutamente diverse». Va precisata meglio la distinzione? «Va precisata meglio – risponde Orlandini -. Noi auspichiamo, dove si riuscissero a raggiungere, delle intese anche a livello nazionale. Specie fra Cia e Confagricoltura abbiamo la strada abbastanza spianata perché i rapporti sono consolidati, e la presenza di entrambi i presidenti nazionali stasera ne è un segnale. Però laddove non si riuscisse ad arrivarci sul livello nazionale, sarà fondamentale il lavoro che faremo all’interno del Distretto di Pistoia, dove c’è assoluta unità di intenti, almeno per queste realtà, e credo che il Ministero terrà conto di queste istanze provenienti dal Distretto, laddove non si riuscisse a livello nazionale».

magazzini_25_memoriale1.jpgAnche il presidente di Confagricoltura Pistoia Luca Magazzini ha sottolineato l’importanza di tale distinzione e non per interessi territoriali. «In questo caso – ha spiegato - più che al vivaismo pistoiese dobbiamo pensare al vivaismo, perché quando si norma un sistema economico o settore produttivo non lo si può vedere solo in un ambito locale, ma va visto con una prospettiva quanto meno nazionale, se non sovranazionale. Quindi, come è stato detto durante l’incontro anche dallo stesso sottosegretario La Pietra, che c’è una necessità oggettiva di programmare separatamente lo sviluppo del settore vivaistico ornamentale da quello floricolo e orticolo. È sotto gli occhi di tutti, perché sono mondi completamente diversi, con dinamiche diverse». Anche tempi produttivi diversi? «Tempi, mercati di riferimento completamente diversi – conferma Magazzini -. Quindi, siccome anche l’utente finale spesso è diverso e il contesto è diverso, anche le prospettive della programmazione della comunicazione e della commercializzazione di questi due settori devono avvenire in modo distinto. I decreti dovrebbero aiutare questo tipo di procedimento».

michelucci_25_memoriale1.jpgPassando alle associazioni di rappresentanza dei vivaisti presenti al Memorial, Alessandro Michelucci, presidente dell’Associazione vivaisti italiani (Avi), che è il soggetto referente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia, ha puntualizzato che nell’attuazione della delega si deve «tracciare questa riga fra i fiori e le piante ornamentali (alberi, cespugli ecc.): i fiori si fanno in 2 o 3 mesi e si riescono a vendere in pochi giorni, mentre le piante vanno programmate di anno in anno e fino anche a 7/8 anni e quindi non è facile per il vivaista programmare quello che sarà venduto fra tanti anni. La floricoltura è più rapida. Ad esempio le stelle di natale si producono d’estate e a Natale si vendono, mentre gli alberi 20/25 ci vogliono 10 anni per farli». Inoltre, con riferimento agli aspetti fiscali delle attività della filiera florovivaistica, ha dichiarato: «non vogliamo che dentro a questa legge ci vengano accomunati ad esempio i giardinieri o i garden: bisogna distinguere chi è agricoltore davvero, produttore e coltivatore, da chi è fornitore di manodopera e venditore di prodotto. Qui la linea di demarcazione deve essere nettamente tracciata, perché noi vivaisti facciamo investimenti di milioni di euro per anni, restiamo esposti per anni, mentre il Garden va in base alla richiesta che ha in quel momento lì, cioè ordina e si rifornisce in breve tempo. Noi produciamo cose ora che non sappiamo se tra 7/8 anni avranno ancora domanda di mercato, perché magari sono cambiate le mode».

pagliani_25_memoriale1.jpgMentre il presidente dell’Associazione nazionale vivaisti esportatori (Anve) Luigi Pagliani si è così espresso sull’attuazione della legge delega: «prima cosa: questa legge è pronta da 10 anni, anzi 11 per la precisione. Quindi 11 anni fa si parlava di questo. Nel frattempo in 11 anni può essere successo che per esempio è diventata vecchia in alcune cose, perché è passato così tanto tempo. Noi come Associazione l’abbiamo fatto presente anche al Ministero: ci sono delle cose che non funzionano più in questa legge. Poi non sappiamo esattamente come verranno fuori questi decreti, quindi per me è un po’ prematuro parlarne, perché ci han detto che dobbiamo prendere a riferimento quella legge che è passata al Senato, ma non sappiamo come saranno scritti questi decreti legislativi: saranno giusti o sbagliati? Non lo sappiamo. Diciamo che c’erano delle cose da correggere». Qualche esempio? «Noi personalmente come Anve – ha risposto - abbiamo presentato una richiesta al Ministro, ad esempio, di prendere in considerazione una cosa che, poiché è in ballo da 11 anni questa legge, non è stata minimamente presa in considerazione: il discorso delle vendite via Internet. Il che probabilmente 11 anni fa non era un problema come lo è adesso, ma questo canale di vendita dei prodotti non è minimamente accennato nella proposta di legge, ma le vendite via Internet devono essere un minimo regolarizzate. Per una serie di motivi, fra cui anche perché il discorso fitosanitario lo impone. Insomma ci sono degli aspetti che vanno ancora regolamentati. Sicuramente io so anche che per altri è molto importante il discorso della regolamentazione dei centri di giardinaggio. Per noi il problema è relativo: il problema esiste, però abbiamo pensato sempre che la legge delega può correggere il problema. Il Ministero è stato sensibilizzato sull’argomento da noi e dalle altre associazioni e quindi abbiamo fiducia che la legge delega venga fuori correggendo questi problemi».

ferrini_25_memoriale1.jpgE quali sono le aspettative del presidente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia, prof. Francesco Ferrini, in merito all’esercizio di questa delega? «Ci aspettiamo che questi decreti attuativi – ci ha risposto - vengano adottati in poco tempo e che non si debbano aspettare i 2 anni che teoricamente sono a disposizione per completare la legge delega con i decreti attuativi e che si tenga conto di quella che è la realtà, che è un po’ diversa da quella che viene talvolta dipinta sui giornali. Cioè, per carità, è un settore che è molto resiliente, e lo ha già dimostrato in altre situazioni di crisi, però in questo momento, dopo il boom post Covid, c’è stato un notevole rallentamento. Quindi al di là delle parole dei politici di piantare tot alberi ecc. ecc. i fatti ci dicono ben altro, soprattutto nel nostro Paese». E vi attendete anche supporti economici? «Certo».

vannucci_intervistato.jpgInfine, ecco il pensiero di chi ha lanciato il tema della legge delega nel corso dell’evento, Vannino Vannucci, che peraltro è il maggiore vivaista ornamentale non solo del Distretto di Pistoia ma anche a livello italiano. «Abbiamo già presentato delle osservazioni precise sia come Associazione Vivaisti che anche come Confagricoltura e che il sottosegretario La Pietra conosce già – ci ha riferito Vannucci -. La prima, come ormai abbiamo detto fino allo sfinimento, è quella di distinguere floricoltura e vivaismo. Secondo, la richiesta di fare attenzione che i garden center, chi fa commercio, non venga confuso con chi fa agricoltura. Poi se il garden center è anche produttore e produce le piante, benissimo: questo aspetto va definito meglio. E ciò lo chiediamo non perché vogliamo male ai garden center, ché anzi sono i nostri clienti, ma perché non si vuol rischiare di mettere in discussione l’assetto fiscale che c’è nel nostro settore, che è composto da veri produttori agricoli». Altri aspetti? «C’è il tema delle piattaforme logistiche, che secondo me sono ottime per i fiori, ma non sono praticabili nel vivaismo ornamentale. Immaginiamoci di mettere una piattaforma logistica al Bottegone di Pistoia da dove partissero tutte le piante: ma quando partirebbero? E poi stando lì le piante soffrirebbero e si rovinerebbero. Non va bene». E sulle vendite online? «Noi online vendiamo qualcosina e solo in Italia (che rappresenta ora il 5% del nostro fatturato) e a prezzi molto alti perché vogliamo rispettare i garden center, che sono nostri clienti. Poi c’è il discorso dei marchi, che anche quello va ponderato bene, perché tanti dei nostri clienti all’estero non vogliono far sapere che le piante non sono loro oppure non sono del loro Paese. Ad esempio in Francia bisogna vendere francese, ma quando non hanno le piante le devono acquistare da noi: figuriamoci se vogliono un marchio! Bisogna stare attenti perché queste teorie a volte si applicano male alla realtà. Comunque nel testo di legge ci sono anche tanti aspetti positivi, questi sono i punti critici secondo noi».

de_castro1.jpgE che cosa dicono i politici e rappresentanti istituzionali sull’argomento? Abbiamo iniziato con l’ex politico Paolo De Castro, vista la sua grande esperienza, riconosciuta in apertura di lavori anche dal sottosegretario La Pietra. «Io con la mia esperienza a Bruxelles di parlamentare europeo non sono entrato dentro le problematiche nazionali – ha esordito - però posso dire che c’è bisogno di fare una norma che possa in qualche modo sistematizzare tutto l’impianto normativo che riguarda il sistema vivaistico, perché oggi ce n’è bisogno non solo dal punto di vista delle novità che introduce la norma. Le risorse sono sempre quelle, non è che la norma introduce opportunità finanziarie. Però è importante per fare rientrare a pieno titolo il sistema vivaistico o florovivaistico all’interno dell’agricoltura. Anche solo questo è un qualcosa di cui si sente bisogno».

tomasi_25_memoriale1.jpgInvece Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia, che è territorio centrale per il vivaismo italiano, si è espresso in questi termini: «la legge è una legge quadro come molte leggi e va declinata. Ecco credo che questi decreti debbano tradurre in sostanza vera la peculiarità del vivaismo e quindi della sua filiera produttiva, del rapporto fra aziende, produttori, commercializzazione. Quindi secondo me deve affinare questo levando lacciuoli per far crescere le aziende. Io credo che si aspettino questo nel concreto i vivaisti. Già avere una legge è importante, poi come la si declina, bisogna riconoscere queste peculiarità. Ecco io la vivo quotidianamente nel Distretto. Credo che in questi anni si siano fatti degli sforzi molto importanti nel trasformare le aziende ancora di più nella direzione della riduzione dell’uso dei fitofarmaci e dell’acqua. Però bisogna dargli una mano. Non si può paragonare questo prodotto ad altri prodotti, come fanno alcune leggi sulla concorrenza europea».

la_pietra_25_memoriale1.jpgInfine ecco che cosa ci ha detto il sottosegretario all’Agricoltura Patrizio La Pietra, che è stato negli ultimi anni il principale promotore di questa legge quadro sul florovivaismo. Innanzi tutto ci ha dato una notizia: col suo ministero, il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf), sta lavorando a un decreto legislativo unico per l’attuazione della legge delega 102 sul florovivaismo. E sarà pronto fra qualche mese. Queste infatti sono le sue parole in replica alla domanda su come accogliere le istanze e richieste di ritocchi dei vivaisti e altre categorie nell’attuare la legge delega: «guardi le rispondo in maniera molto trasparente: noi nella scorsa legislatura abbiamo fatto già un lavoro importante. Avevamo approvato alla Camera un disegno di legge sul florovivaismo, era venuto al Senato, dove io ero relatore di quel disegno e quindi lo conosco molto bene, e avevamo fatto tutta una serie di correzioni concordate con le aziende del comparto. Quindi noi non è che partiamo da zero: partiamo da un lavoro fatto, che ci dà tante informazioni e che ci permette di avere a breve una bozza di decreti attuativi da presentare e ridiscutere con le associazioni. Questa è l’idea che mi sono fatto e spero di poter riuscire ad arrivare a un risultato concreto, cioè a poter definire il tutto nel giro di qualche mese». Dunque in qualche mese i primi decreti attuativi? «Io partirei con un decreto attuativo generale che definisce bene tutte le cose e poi da lì vediamo. Gli uffici stanno lavorando alla bozza di questo decreto».

Entrando nel merito della normativa, così l’ha riassunta La Pietra: «una legge quadro che definisce in maniera precisa quella che è la filiera e chi deve fare cosa; che parla di produzione primaria, ma anche di progettazione del verde, di commercializzazione, parla di un sistema che possa aiutare le singole aziende». La legge, ha proseguito, vuole «dare importanza ai distretti, dare importanza alle op [organizzazioni professionali, ndr], verificare le condizioni per un marchio nazionale di qualità, fare un tavolo permanente del settore, definire anche un ufficio specifico all’interno del Ministero, cioè tutto questo va nella direzione di fare in modo che il florovivaismo e il vivaismo non siano più la cenerentola dell’agricoltura, ma siano invece un elemento importante e fondamentale. Tant’è che all’interno della legge delega abbiamo inserito non solo quello che tradizionalmente viene definito il florovivaismo, cioè il fiore e le piante, ma anche tutto il sistema del vivaismo ortofrutticolo, che è fondamentale per le produzioni ortofrutticole nazionali, ma è sempre stato poco considerato».

Ci rientra anche il vivaismo viticolo? «Esatto. Quando parlo di vivaismo ortofrutticolo significa non solo gli ortaggi, ma significa le viti, significa gli olivi, significa gli alberi da frutto. E tutto questo si crea nei vivai specializzati. Ma anche questi devono avere il giusto riconoscimento. Così come quello che riguarda la forestazione, quindi anche i vivai forestali. Dobbiamo capire come possiamo fare integrare i vivai forestali con i vivai privati, perché noi abbiamo bisogno di produrre piante forestali ma i vivai statali non lo possono più fare, non sono in grado di produrre quella quantità di piante necessaria per andare nella direzione indicata dal prof. Mancuso nel suo intervento (vedi), cioè far sì che nelle città ci sia più verde. Ma per avere più verde, dobbiamo avere più piante. E quindi cercando di unire insieme questa specializzazione, questa specificità delle nostre piante forestali con la produzione e la professionalità dei nostri vivaisti, sicuramente potremo iniziare un percorso che ci porti a valorizzare al massimo il verde».

Lorenzo Sandiford

Al centro del Memorial Vannucci il ruolo primario delle piante contro il riscaldamento terrestre

Il 19 settembre al Viola Park di Firenze, per il 25° Memorial Vannucci, l’azienda leader del Distretto vivaistico di Pistoia ha reso noto l’avviato progetto di misurazione delle quantità di CO2 stoccate da otto specie di alberi fra le più numerose dei suoi vivai, in vista della certificazione. Il prof. Mancuso: «un euro investito in alberi fissa molta più anidride carbonica di ogni soluzione tecnica mai inventata dall’uomo». Vannino Vannucci ha annunciato per fine anno il primo “bilancio di sostenibilità” della sua azienda. I commenti dei vip presenti sul ruolo delle piante e sul progetto: dai politici La Pietra, Giani, De Castro e Tomasi, ai vertici di organizzazioni agricole nazionali e locali come Giansanti, Fini, Orlandini, Magazzini, fino ai presidenti di Anve, Avi e Distretto Pagliani, Michelucci e Ferrini. Battesimo per la rivista Intelligenza Naturale di Vannucci Piante a cura di Massaini. 

 

Il ruolo fondamentale delle piante, e in particolare della loro funzione di stoccaggio dell’anidride carbonica, nella lotta contro il riscaldamento terrestre e il cambiamento climatico. Questo il tema centrale del 25° Memorial Vannucci, l’evento che ogni anno l’azienda leader del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia, Vannucci Piante, organizza in memoria dei genitori dell’attuale titolare, Vannino, e di sua sorella Monica. Appuntamento che quest’anno, giovedì 19 settembre, si è svolto in trasferta al Rocco Commisso Viola Park di Firenze, dove si sono potute ammirare le piante fornite da Vannucci per il design del parco curato dall’architetto Marco Casamonti.

Come spiegato nella sua relazione introduttiva di inquadramento del problema del cambiamento climatico dal prof. Stefano Mancuso, ordinario di arboricoltura all’Università di Firenze, «negli ultimi 200 anni abbiamo tagliato 2 mila miliardi di alberi e in questi 200 anni l’anidride carbonica ha iniziato a salire contribuendo al riscaldamento della terra. Quindi, oltre a produrre anidride carbonica [con le nostre attività, ndr], abbiamo ridotto la quantità di CO2 fissata dagli alberi ed essa va in atmosfera. Dobbiamo ripristinare una quota significativa di questi 2 mila miliardi di piante». «Non sto dicendo – ha proseguito - che gli alberi risolveranno da soli il problema del riscaldamento terrestre, ma che dobbiamo partire da questo: che problema c’è a farlo? Un euro investito in alberi fissa molta più anidride carbonica di ogni soluzione tecnica mai inventata dall’uomo. Oltre al fatto che gli alberi sono belli e importanti per la salute umana, sono uno strumento fondamentale per la cattura dell’anidride carbonica». «Dovreste essere orgogliosi – ha aggiunto Mancuso rivolgendosi ai vivaisti presenti, fra cui una trentina di importanti vivaisti stranieri colleghi di Vannucci – e impegnarvi perché gli alberi diventino la soluzione primaria per affrontare il cambiamento climatico».

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Ma tale tema cruciale, ha ricordato Mancuso, è stato affrontato da Vannucci Piante in modo scientifico e operativo, attraverso un progetto avviato da qualche mese all’interno di uno dei propri vivai - con il think tank fiorentino di designer e scienziati vegetali PNAT e Mancuso stesso - di misurazione della quantità di CO2 sequestrata da 8 specie di alberi fra le più numerose in azienda: una varietà di pero da fiore (Pyrus calleryana ‘Chanticleer’), una di tiglio (Tilia hybrida ‘Argentea’), una di storace americano (Liquidambar styraciflua), una di gelso (Morus platanifolia ‘Fruitless’), una di acacia di Costantinopoli (Albizia julibrissin), una di platano (Platanus x acerifolia), una di lauro canfora (Cinnamomun camphora) e una di leccio (Quercus ilex). Questo progetto, che come accennato da Mancuso comprende anche il monitoraggio dell’assorbimento di altre sostanze inquinanti e poi si estenderà ad altre piante dei vivai, ha già prodotto qualche dato interessante e anche una prima stima della quantità di CO2 complessiva stoccata da tutte le piante nel loro ciclo di vita nel vivaio di Vannucci: 9 mila tonnellate. Ma il progetto prevede, ci ha spiegato poi Vannino Vannucci, che per le piante, in questa fase tutti alberi di taglia importante, venga stimata anche la capacità di stoccare anidride carbonica una volta fuori dal vivaio, con l’obiettivo finale di arrivare a una certificazione completa ai clienti delle capacità di sequestro di CO2 delle proprie piante. «Ad esempio – ha detto Vannucci – se vendiamo un albero, certificheremo al cliente che nei 7/8 anni che è stato nel nostro vivaio ha stoccato tot CO2 e che nei successivi 40/50 anni in cui sarà a dimora sequestrerà un ulteriore tot di CO2».

Questo progetto però, come sottolineato da Vannino Vannucci nel suo intervento iniziale, è solo uno dei tanti fronti del processo di innovazione e transizione verso l’eco-sostenibilità avviato da qualche anno a questa parte dalla Vannucci Piante, che ha ormai superato gli 85 anni di vita ed è giunta alla quarta generazione familiare con i figli Valentina e Tommaso. Ad esempio, già cinque anni fa, ha ricordato Vannucci, «abbiamo inaugurato il primo vivaio a impatto chimico zero» e da diverso tempo «collaboriamo con i maggiori centri di ricerca». Vannucci ha anche annunciato che alla fine dell’anno sarà presentato «il nostro primo “bilancio di sostenibilità”, in cui evidenzieremo precisamente uso e riuso di plastica, acqua, scarti verdi, fitofarmaci e il ricorso alla lotta integrata».

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Vannucci ha inoltre riferito dell’incontro avvenuto in mattinata a Pistoia presso la sua azienda con un significativo gruppo di grandi vivaisti provenienti da tutta Europa per elaborare un documento che sarà portato a Bruxelles in merito alla revisione del Green Deal della Commissione Europea, che dovrà sempre di più coinvolgere il comparto vivaistico per il ruolo che gioca su questo tema, secondo quanto evidenziato dal prof. Mancuso. Per Vannucci è essenziale ricordarsi comunque che «non è importante solo il numero di piante, ma anche quali piante, in quali contesti e con che durata».

Ecco le reazioni e i commenti degli importanti esponenti del mondo politico-istituzionale e del settore agricolo nazionale e pistoiese presenti al Viola Park per il Memorial Vannucci 2024.

la_pietra_25_memoriale1.jpgA cominciare dal sottosegretario di stato per l’Agricoltura Patrizio La Pietra, che ha detto: «la serata è estremamente positiva, per questo ringrazio l’azienda e in particolare Vannino Vannucci che riesce sempre con queste iniziative non solo a far parlare del verde e del settore, ma rappresenta anche un elemento estremamente importante nel tessuto sociale, soprattutto pistoiese, perché riesce a fare tante attività positive per il territorio al di là dell’attività produttiva. Poi, è chiaro, l’intervento del prof. Mancuso è stato molto bello e coinvolgente. Il compito di chi studia, della scienza, è trovare nuovi strumenti per poter avere una sempre maggiore precisione nella produzione e sugli effetti della produzione e per capire quale strada percorrere, per indirizzare». Mentre «il compito della politica e di questo Governo – ha aggiunto La Pietra - è di facilitare il più possibile le attività di chi lavora, anche con delle nuove leggi e con delle misure più precise e con delle risorse meglio definite e più adatte alla filiera. Nello specifico noi siamo riusciti finalmente ad approvare la legge delega sul florovivaismo, che è una legge che dà la possibilità al Governo di intervenire direttamente con una serie di decreti attuativi per creare di fatto una legge quadro nazionale del settore» [vedi].

 de_castro1.jpgAnche l’ex ministro dell’agricoltura Paolo de Castro - a lungo punto di riferimento dell’agricoltura italiana in Unione Europea (soprattutto dalla Commissione Agricoltura del Parlamento europeo) - ha riconosciuto i meriti di «un’azienda leader in tutta Europa come i vivai Vannucci» e ha osservato che «la relazione di Stefano Mancuso ci ha colpiti a tutti quanti, perché il problema è certamente quello di ridurre le emissioni di CO2 e però lui ci ha fatto capire quanto sia importante il ruolo delle piante per ridurla questa CO2. Se noi riuscissimo a ritornare ai livelli di un centinaio di anni fa come numero di alberi, probabilmente saremmo in grado di assorbire anche le emissioni che stiamo emettendo adesso. Quindi è evidente che c’è una grandissima attenzione oggi sul tema che le piante possono giocare un ruolo non soltanto di bellezza, e questo posto ne è un esempio, ma anche una straordinaria utilità per tutti noi». E a proposito del progetto di misurazione della CO2 stoccata dalle piante e della sua utilità per far comprendere il ruolo degli alberi al di fuori del vivaismo ha risposto: «sì, perché nessuno ha, come ha detto il prof. Mancuso, la percezione di quanto sia importante questo lavoro di assorbimento. Se solo un’azienda, ancorché grande come quella di Vannucci, assorbe 9000 tonnellate di CO2: è una cosa straordinaria. E si pensi poi al verde urbano: anche quello ha una potenza di assorbimento straordinario, non solo di CO2 ma anche di tanti microelementi dannosi».

giani_25_memoriale1.jpg«Io ritengo che Vannucci sia uno dei grandi imprenditori che rendono la Toscana orgogliosa di un settore quale quello del florovivaismo che trova a Pistoia la sua centralità e in lui uno dei protagonisti in positivo – ha detto invece il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani -. È indubbio che vi è una visione imprenditoriale ma anche una visione strategica ambientale importante. L’imprenditore è colui che sa porsi nella sua dinamica di mercato, di manager in quello che è un flusso generale di andamento della società e oggi la società non possiamo che condurla in una dimensione più green, perché i cambiamenti climatici sono indotti da una presenza eccessiva di CO2 nell’aria e chi se non l’albero è in grado di trasformare ciò che è veleno in vita? La CO2 che si trasforma in ossigeno e conseguentemente consente il benessere dell’uomo che vive il pianeta». «Io ritengo – ha continuato - che la visione che oggi Mancuso ci ha offerto sia una visione non solo condivisibile ma che tutti ci dobbiamo impegnare ad applicare. La forestazione urbana è fondamentale perché è proprio nelle città che si creano le condizioni maggiori di inquinamento. E il rapporto con il verde è qualcosa di prezioso quanto salutare per ogni uomo e quindi per la nostra comunità. Un’occasione come questa è l’occasione per dare un senso di profonda riflessione culturale sull’importanza di una società green che trovi nella produzione florovivaistica l'elemento centrale di orientamento delle nostre comunità». E la Regione «ci metterà risorse – ha concluso Giani -. Lo abbiamo già fatto nelle linee di finanziamento dei fondi europei e del Pnnr, ma continueremo su questa strada».

tomasi_25_memoriale1.jpgIl sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi ha prima messo in luce quanto sia «bello far conoscere ai nostri cittadini direttamente che cosa aziende come la Vannucci Piante realizzano a Firenze e nel mondo» e che «il Viola Park è un esempio della capacità realizzativa di una nostra grande azienda, che si serve comunque di un distretto e di tantissimi collaboratori. È un’occasione per noi pistoiesi, io c’ero già stato personalmente, di toccare con mano le capacità, in questo caso della Vannucci, di fare cose che sono invidiate in tutto il Paese». Poi, sul ruolo delle piante e la possibilità di misurare sempre meglio l’anidride carbonica stoccata, ha fatto due osservazioni: «la prima è che la misurazione, sia pure scientifica, rende in modo chiaro alle persone comuni l’importanza della pianta. Cioè, se raccontato bene dal punto di vista comunicativo, secondo me anche una persona comune che non è dentro a questo tema ma che avesse sentito e ascoltato quanto spiegato oggi avrebbe capito che con una piantumazione intensiva si elimina l’impatto di anidride carbonica che magari in una zona industriale c’è, si lamenta e dà disagio ai cittadini. Quindi continuiamo così, traduciamo ciò in numeri concreti in un racconto per le persone comuni, perché il cambiamento deve essere condiviso con le persone comuni non solo tra gli addetti ai lavori». In secondo luogo, ha detto che «della relazione di Vannino Vannucci mi ha colpito una cosa molto importante: che è compito loro dire che è tutto bello, però le piante hanno bisogno di cura, hanno bisogno di professionalità, vanno mantenute e non solo piantate. Quindi in un racconto ideologico, fatto solo di numeri, di follia ideologica del green deal, ha detto da produttore: sì piantiamo, sì ma ci vuole qualità, vanno mantenute e ci vuole professionalità. E questo non va mai dimenticato, soprattutto noi di Pistoia lo sappiamo».

giansanti_25_memoriale1.jpgPassando agli esponenti dell’imprenditoria agricola, il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, vicepresidente del Comitato delle organizzazioni agricole europee (Copa), si è così espresso sul tema del Memorial: «non posso che ringraziare Vannino Vannucci che ha voluto mettere al centro del dibattito il valore delle piante. Piante che non hanno solamente un aspetto ornamentale ma oggi più che mai sono vita. Lo ha fortemente richiamato nel suo intervento. Stiamo affrontando ormai sempre di più gli effetti del cambiamento climatico e in questo percorso diventa fondamentale da parte di tutti gli agricoltori iniziare a darvi la giusta considerazione nella coltivazione e per tutto quello che riguarda la parte vegetale delle nostre coltivazioni. Che siano coltivazioni in ampio campo, che siano ambiti vivaistici o addirittura un miglior utilizzo degli ambiti forestali, diventa oggi sempre più fondamentale mitigare gli effetti del cambiamento climatico, sia rispetto agli aspetti erosivi sia rispetto alla qualità dell’aria. Ed è stato dimostrato anche oggi con gli studi presentati dal prof. Mancuso quanto gli effetti della pianta possano essere positivi nella gestione complessiva della vita di tutti noi. Quindi dobbiamo tornare a credere nello sviluppo e nella gestione migliore di quello che è il grande patrimonio delle piante con un grande progetto ambizioso in Italia e mi auguro in Europa, perché quando poi si parla di “green”, “verde”, chi meglio degli agricoltori è in grado di coniugarlo?»

fini_25_memoriale1.jpgSulla stessa linea d’onda il presidente nazionale di Cia – Agricoltori Italiani Cristiano Fini: «finalmente viene affrontato questo tema in maniera molto diretta e anche molto forte, perché dobbiamo comunque diffondere, divulgare la cultura legata alla pianta, all’importanza delle piante. Lo diamo spesso per scontato, quando invece la pianta è per noi veramente fondamentale, come ha detto il prof. Mancuso, è il motore della nostra vita». «Le piante nelle città, ma anche nei boschi – ha continuato il presidente di Cia – Agricoltori Italiani - sono un patrimonio che dobbiamo coltivare, curare e fare crescere perché comunque abbiamo bisogno di aumentare davvero il numero di piante. Per fare questo sicuramente servono risorse, ma servono anche delle politiche e serve anche diffondere la cultura che la pianta è veramente fondamentale per la nostra vita: dall’assorbimento della CO2 ma anche per il contrasto agli effetti del cambiamento climatico, visto quello che esso sta provocando e a quanto ad esempio è successo purtroppo nuovamente in Emilia Romagna non più tardi di oggi e ieri. Quindi è chiaro che queste iniziative sono fondamentali per implementare l’impianto e la cura delle piante».

magazzini_25_memoriale1.jpgMentre il presidente di Confagricoltura Pistoia Luca Magazzini, che è un vivaista con l’incarico di presidente della federazione di prodotto “Florovivaismo” a livello di Confagricoltura regionale toscana, ha prima sottolineato l’immagine positiva per Pistoia di un allestimento a verde come quello del Viola Park: «è il motivo finale per il quale si lavora ogni giorno, per poter ottenere queste realizzazioni. È un piacere poterle vedere: spesso da produttori non si coglie neanche questa apoteosi finale. Nel momento in cui si producono le piante si cerca di fare delle belle piante, di farle al meglio. Poi è la capacità degli architetti, dei paesaggisti di inserire queste piante in un contesto particolare come questo. Non riuscirei a pensare un modo migliore di porre le piante». Poi, riguardo al discorso di Mancuso sulla misurazione della capacità di assorbimento della CO2 delle piante in vivaio, ha detto: «è un processo conosciuto, ma sapere di poterlo quantificare è un qualcosa che ti inorgoglisce: capisci di poter fare una performance che va al di là delle proprie aspettative. Nel momento in cui produci una pianta pensi sempre al bello, pensi sì che può rendere la vita migliore a tutti, più piacevole, però ecco che abbia questa capacità di ridurre gli inquinanti sul pianeta e che lo possa fare in una maniera più performante di tutto il resto, come ha detto Mancuso, fa un effetto particolare».

orlandini_25_memoriale1.jpgSandro Orlandini, presidente di Cia – Agricoltori Italiani Toscana Centro (Firenze Pistoia Prato), premesso che lui rappresenta «soprattutto le realtà vivaistiche un po’ più piccole», ha evidenziato che «in questi casi si percepisce anche l’importanza di chi poi questo materiale riesce a finalizzarlo, a portarlo sul mercato, a valorizzarlo. E da pistoiese l’altra soddisfazione è avere qui il presidente di Cia nazionale». Sul ritorno d’immagine anche per i vivaisti subfornitori del Distretto risponde: «sì, assolutamente, anche perché poi tutto questo si tiene in piedi, come diceva prima anche Vannino Vannucci, perché di fatto si tratta di un vero e proprio cluster, di un territorio che lavora in sinergia, e non penso solo a tutte le aziende agricole ma anche alle realtà dell’artigianato e del commercio. Alla fine è un territorio intero che si muove. E poi si vede anche dalle presenze istituzionali: non è mancato nessuno dei personaggi del mondo politico-istituzionale ed economico pistoiese, dal sottosegretario La Pietra in giù». Riguardo all’assorbimento di CO2 delle piante e alla lotta al cambiamento climatico attraverso l’eco-sostenibilità produttiva dice: «io, da produttore forestale che interloquisce nello specifico col vivaismo, posso dire che sono tante le misure che si riescono ad attivare anche a livello regionale per portare avanti innovazioni ecosostenibili. Noi del settore forestale siamo un esempio di come piano piano il nostro materiale [legnoso per la pacciamatura, ndr] dalla bassa percentuale iniziale sta entrando prepotentemente nella produzione vivaistica. E questo [nostro prodotto, ndr] va ad aumentare la circolarità delle produzioni vivaistiche». Inoltre, a proposito del numero di alberi di cui ha parlato Mancuso, Orlandini ricorda anche «l’importanza della manutenzione dei nostri boschi cedui anche per l’assetto del territorio, oltre che per il contributo alla crescita delle realtà del vivaismo, che quando vengono visitate sono esse stesse un biglietto da visita grazie al fatto di essere inserite in una cornice come quella della Montagna Pistoiese, tenuta in una certa maniera e in modo da non creare dissesti a valle».

pagliani_25_memoriale1.jpgFloraviva ha sentito anche i presidenti delle organizzazioni del comparto florovivaismo invitate all’appuntamento, iniziando con Luigi Pagliani, presidente di Anve – Associazione nazionale vivaisti esportatori, che sul tema della misurazione del sequestro di anidride carbonica al centro del Memorial ha affermato: «sicuramente è importante, per il discorso dei cambiamenti climatici, andare incontro a questo tipo di domande. Ma soprattutto i vivaisti, oltre a produrre le piante, devono anche esserci politicamente quando si discutono questi tipi di problemi riguardanti l’ambiente. Quindi è fondamentale una presenza politica e non solo tecnica e, diciamo, non solo produttiva. Durante la serata si è visto anche questo. Le cose che mi hanno toccato di più sicuramente sono questo aspetto del verde che già conoscevamo bene, ma la richiesta anche di una presenza politica quando si parla del verde».

michelucci_25_memoriale1.jpg«Avere un’azienda così nell’Associazione vivaisti può far solo piacere – ha esordito invece Alessandro Michelucci, presidente dell’Associazione vivaisti italiani (Avi), soggetto referente del Distretto vivaistico di Pistoia, riferendosi a Vannucci Piante -. Basta vedere i personaggi invitati e qui presenti. Significa che l’azienda è importante. E ci sono anche produttori stranieri, fra i più grossi vivai di produzione stranieri». Michelucci ha poi manifestato soddisfazione anche per il ruolo raggiunto da Avi, grazie appunto anche alla sua azienda leader, nel settore vivaistico nazionale ed europeo. Riguardo al discorso di Mancuso sul ruolo delle piante, ha detto: «finalmente c’è qualcuno che riesce a far passare questo messaggio e a farlo arrivare alla gente. Perché noi produttori le sappiamo già queste cose, ma quello che abita in città con le spiegazioni del prof. Mancuso magari riesce a capire meglio e credere a quello che i vivaisti sostengono». E sulla quantificazione della CO2 stoccata? «Non entro nel merito delle quantificazioni in questione, perché non ne ho conoscenza diretta. Comunque sia che le piante assorbano anidride carbonica è un dato di fatto, così come lo è che per fare abbassare la temperatura nelle città ci vogliano le piante, perché dove c’è il cemento si raggiungono temperature elevate e già con un pezzo di giardino o un prato si sta meglio rispetto a dove c’è l’asfalto».

ferrini_25_memoriale1.jpgIl presidente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia Francesco Ferrini, professore ordinario di Arboricoltura all’Università di Firenze, ha così riassunto il significato dell’appuntamento: «ciò che è venuto fuori dalla giornata di oggi, che si è completata con la parte di stamani, è che delle piante, come già sapevamo, non se ne può fare a meno, in particolare degli alberi. È anche venuto fuori che le aziende vivaistiche devono diventare una sorta di think tank, un hub da cui poi parte la rigenerazione urbana. Fino ad ora si sono fatti tutti approcci top down, cioè prima si decide il progetto poi si va a vedere se ci sono le piante. Io credo che debba esserci un cambio di paradigma, cioè che si va a vedere se ci sono le piante e sulla base delle piante si fa il progetto. Se le piante non ci sono, si fa in modo che queste vengano prodotte in tempo consono per produrre un buon progetto. Infatti un buon progetto sarà ricordato se le piante sono belle, perché in questo contesto in cui ci troviamo [il Viola Park, ndr] se le piante fossero state tutte secche, sarebbe stato tutto completamente diverso, nonostante lo stesso costruito». Riguardo all’incontro della mattinata a Pistoia fra vivaisti italiani e stranieri, così l’ha descritto Ferrini: «una sorta di think tank per capire come interfacciarsi a livello europeo per fare in modo che il vivaismo conti di più, ma anche semplicemente perché si tenga presente che quando si fanno certi annunci, come i 3 miliardi di piante, i 1000 miliardi di piante, si chieda a chi le piante le produce se queste piante ci sono veramente o no. Se poi c’è anche lo spazio per piantarle o no e se ci sono i soldi per piantarle o no, perché io ho dei dubbi che ci siano le piante da mettere a dimora e i soldi per comprarle e per gestirle e anche lo spazio dove piantarle». Infine, sulle misurazioni in vivaio dell’anidride carbonica stoccata dalla piante, ha rilevato: «l’aspetto positivo è che se ne parli, se ne parli sempre di più, ma ricordandosi che le condizioni di vivaio standardizzate non sono quelle dell’ambiente urbano, quindi ciò che esce dal vivaio deve poi essere declinato nell’ambito urbano e non sempre i risultati sono gli stessi».

massaini_25_memoriale1.jpgIn occasione del 25° Memorial Vannucci è stata lanciata la nuova rivista di Vannucci Piante, Intelligenza Naturale, a cura del direttore marketing Andrea Massaini. A lui abbiamo chiesto di riassumerci in che cosa consiste questa nuova iniziativa editoriale, che prevede 4 numeri esclusivamente cartacei da oggi al 2026. «A noi sembrava che ci fosse bisogno – ci ha risposto Massaini - di indagare un po’ di più in questo settore, di approfondire temi ricorrenti (anche con una certa retorica) sulle piante, sui valori di aziende familiari come sono tante aziende vivaistiche, andando a cercare delle parole totem che potessero significare qualcosa di veramente importante e profondo su questo mestiere e sulla nostra azienda. Quindi siamo partiti con quattro temi che sono quello del respiro, evocando l’uomo e l’albero e le piante; le mani, visto che la manifattura è ancora un elemento importante e le mani sono uno strumento di lavoro vero e proprio per le aziende vivaistiche; poi le città, che comunque, come abbiamo ascoltato stasera, sono pronte a recepire questa materia prima che le aziende vivaistiche producono; e il tempo (l’editoriale di partenza), che viene brutalizzato, velocizzato, mentre invece la natura ha bisogno del suo tempo. Su quest’ultimo tema gli scrittori scelti hanno preso degli spunti e sono andati per la loro strada costruendo dei veri e propri racconti. Sono testi molto evocativi, suggestivi quasi, e non c’è nessun riferimento alla produzione. Sono temi un po’ alti, alla Calvino. Però alla fine, anche con questa nota poetica finale e con alcune immagini un po’ bizzarre, penso che possano restituire al lettore delle sensazioni, che è un po’ il nostro intento». A chi è rivolta la rivista? «Inizialmente avevamo pensato ai dipendenti dell’azienda e ai collaboratori – ci ha detto Massaini -. Poi da come è venuto questo primo numero pensiamo che possa anche essere destinato al pubblico generale e al lettore comune e prossimamente lo promuoveremo in città e lo daremo pure ai clienti. È bilingue, in italiano e in inglese, e ci permette un’ampia diffusione. Non sarà mai una rivista tecnica, ma di taglio culturale. Abbiamo individuato una ventina di parole totem su cui andremo poi a pescare».

 

Lorenzo Sandiford 

LeoneAssicura: inaugurata la nuova sede di via Manzoni a Pistoia con un'installazione green dell'Associazione Vivaisti Italiani (AVI)

Pistoia, 10 settembre 2023 – L'Associazione Vivaisti Italiani (AVI) ha collaborato con LeoneAssicura, agente generale di Generali Italia spa, per l'inaugurazione della nuova sede in via Manzoni a Pistoia, creando un progetto paesaggistico all'insegna della sostenibilità. L'installazione, composta da circa cinquanta piante ornamentali tipiche del distretto vivaistico di Pistoia, rappresenta un segnale concreto di sensibilizzazione sul ruolo cruciale che il verde ornamentale e le pratiche sostenibili giocano nel contesto del cambiamento climatico.

 

Questa iniziativa sottolinea il contributo innovativo del distretto vivaistico pistoiese, il più importante d'Europa, nel promuovere la sostenibilità ambientale e l'adattamento alle nuove sfide climatiche. L'inserimento di piante come Loropetalum, Nandina Obsessed, Nandina domestica, Eucalyptus, Lagerstroemia, Cipresso Castellangold e Bambù trasforma la nuova sede in un’oasi verde, dimostrando come la natura e l'architettura possano convivere armoniosamente. LeoneAssicura, attraverso questa partnership con AVI, non solo ha reso più accogliente la sua nuova sede, ma ha voluto contribuire attivamente alla promozione di valori legati alla sostenibilità e alla cura del territorio. Il nuovo spazio riflette questa missione, con soluzioni innovative rivolte in particolare al settore vivaistico, dimostrando un impegno concreto nel sostenere l'economia locale e la tutela ambientale. Il presidente di AVI, Alessandro Michelucci, ha sottolineato l'importanza di questa collaborazione: "In un momento in cui il cambiamento climatico impone nuove sfide, è fondamentale il ruolo del distretto vivaistico nel promuovere una gestione sostenibile del verde. Questa installazione rappresenta un piccolo ma significativo esempio di come l'impegno del nostro settore possa contribuire a sensibilizzare la comunità sull'importanza del verde ornamentale e delle piante come alleati nella lotta al cambiamento climatico." 

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L'installazione realizzata da AVI rappresenta un modello di integrazione tra natura e sviluppo economico, dimostrando come il distretto vivaistico di Pistoia sia protagonista di primo piano nel promuovere soluzioni innovative per affrontare le sfide ambientali globali. Con questo progetto, AVI rafforza ulteriormente il legame tra il settore vivaistico e il territorio, ponendosi al centro del dibattito sulla sostenibilità. AVI, con i suoi oltre 230 associati, si conferma leader nella promozione del verde ornamentale, fornendo soluzioni concrete che valorizzano il ruolo delle piante ornamentali nella salvaguardia dell'ambiente e nella mitigazione degli effetti del cambiamento climatico.

Redazione

GaLaBau 2024, fiera giardinaggio, Vannucci Piante, vivaismo ornamentale, eventi settore verde, paesaggisti, innovazione nel vivaismo

GaLaBau 2024, la fiera biennale di giardinaggio e greendesign, si terrà dall'11 al 14 settembre a Norimberga. La delegazione italiana conta 40 aziende, con Vannucci Piante a rappresentare il vivaismo italiano.

 

 L'Italia sarà presente a GaLaBau 2024, la principale fiera internazionale biennale del giardinaggio, paesaggio e greendesign, con una delegazione di 40 aziende. Questo conferma il ruolo di primo piano dell’Italia nel mercato internazionale del settore verde. Tra le partecipanti, spicca Vannucci Piante, leader europeo nel vivaismo ornamentale, che esporrà al Padiglione 4A, Stand 4A-109. Riconosciuta per la sua capacità di coniugare tradizione e innovazione, Vannucci Piante rappresenta il punto di riferimento per il vivaismo a GaLaBau con oltre 3000 varietà coltivate su più di 500 ettari. Durante i quattro giorni della manifestazione, i visitatori, inclusi paesaggisti, agronomi, giardinieri professionisti e buyer della GDO e GDS, potranno scoprire le ultime tendenze nel design del paesaggio, incontrare esperti del settore e partecipare a eventi formativi e di networking. Per maggiori informazioni e dettagli su come partecipare all'evento, visita la pagina dedicata su FloraViva: GaLaBau 2024 - Info per visitare la fiera.

 

Redazione

Dalla Royal FloraHolland Autumn Fair già in svolgimento, al Salon du Végétal e Harrogate Flower Show, fino a Flormart, il mese di settembre è ricco di appuntamenti per il settore floro-vivaistico, per ripartire subito il primo ottobre con Iberflora che si terrà a Valencia.

 

Settembre è un mese denso di appuntamenti per il settore florovivaistico, con eventi che spaziano dal commercio di fiori e piante alle ultime innovazioni in ambito agricolo e sostenibile. Ecco una panoramica degli eventi più importanti, con le rispettive località e nazioni in cui si svolgono. Il calendario si apre con il Salon du Végétal, che si terrà a Nantes, in Francia, dal 10 al 12 settembre. Questo evento è uno dei più importanti a livello europeo, riunendo professionisti e appassionati del mondo delle piante ornamentali, con una vasta gamma di espositori e un ricco programma di conferenze. Dal 13 al 15 settembre, l'Harrogate Flower Show animerà la cittadina di Harrogate, nel Regno Unito. Questa fiera è rinomata per le sue spettacolari esposizioni di giardini e fiori, diventando un appuntamento fisso per chi opera nel florovivaismo britannico e internazionale. Dal 25 al 27 settembre, l'Italia sarà protagonista con il Flormart a Padova, uno dei principali eventi nazionali per il florovivaismo. Questa fiera offre un’ampia esposizione di piante, attrezzature e tecnologie per il giardinaggio, rappresentando un’occasione ideale per discutere di sostenibilità e innovazione nel settore. Un altro appuntamento chiave è l'Iberflora, che si terrà a Valencia, in Spagna, dal 1° al 3 ottobre. Questa fiera internazionale è un punto di riferimento per il settore florovivaistico mediterraneo, offrendo una vasta gamma di prodotti e servizi per professionisti del verde, dai vivai alle tecnologie per il giardinaggio. Per ulteriori dettagli e informazioni su questi e altri eventi del settore florovivaistico, potete visitare la sezione dedicata agli eventi sul sito di FloraViva al seguente link: Eventi Floro-Vivaistici. Qui troverete tutte le informazioni necessarie per partecipare a questi appuntamenti cruciali.

 Redazione

Dizionario di Gestione Forestale Sostenibile: la novità del Congresso SISEF

Al XIV Congresso Nazionale SISEF a Padova, Fondazione AlberItalia presenta il Piccolo Dizionario di Gestione Forestale Sostenibile, opera collettiva per un linguaggio condiviso sulla gestione delle foreste.

 

Lunedì 9 settembre avrà inizio a Padova il XIV Congresso Nazionale SISEF, un momento di incontro e confronto sulle sfide attuali e future che riguardano gli alberi e le foreste, i diversi servizi ecosistemici e le filiere di prodotto, nell’ambito di sistemi socio-ecologici in cui le foreste e la società sono sempre più interconnessi.. Durante l'evento, sarà presentato ufficialmente "FORESTE E SOCIETÀ: Piccolo Dizionario di Gestione Forestale Sostenibile", una nuova iniziativa promossa dalla Fondazione AlberItalia in collaborazione con la casa editrice Compagnia delle Foreste e con il patrocinio dell'Accademia Italiana di Scienze Forestali e SISEF. Il dizionario, frutto del contributo di 88 esperti del settore, esplora 110 parole chiave relative alla gestione forestale, ponendosi come punto di riferimento per chi opera nel settore e per chi è interessato a comprendere l'importanza degli ecosistemi forestali nel contesto del cambiamento globale. La presentazione avverrà il 9 settembre alle 20:30, come side event del congresso. Inoltre, dal 26 al 30 settembre, Torino ospiterà il "Terra Madre - Salone del Gusto 2024", dove il 28 settembre si terrà un incontro intitolato "Noi e le foreste. Come gestire questo rapporto?". L'evento, moderato dal Prof. Marco Marchetti, vedrà la partecipazione dei Professori Renzo Motta e Fabio Salbitano e si parlerà di come la gestione forestale deve andare oltre la sostenibilità, puntare alla responsabilità (individuale e collettiva) e mettere insieme tanti aspetti ed esigenze. La partecipazione è gratuita, previa registrazione a questo link.

Redazione