Filiera olivo-olio

La “Strada dell’olioBorghi e castelli della Valdinievole” verrà inaugurata il 3 marzo a Uzzano. Valorizzerà l’olio extravergine di oliva IGP Toscano. Durante la giornata inaugurale, convegno sul tema “Strada facendo… parliamo dell’olio”, coordinato da Slow Food, e degustazione degli oli aderenti.

Domenica 3 marzo alle ore 10,30 al Palazzo del Capitano ad Uzzano si inaugura “La Strada dell’olio. Borghi e castelli della Valdinievole”. Segue il convegno "Strada facendo …parliamo dell’olio", coordinato da Marco De Martin Mazzalon (Slow Food Valdinievole).
L’iniziativa, grazie alla grande qualità dell’olio prodotto su queste bellissime colline, vuole valorizzare una fitta rete di strade comunali, tutti i centri valligiani ed i piccoli borghi e castelli, oltre a tutte le attività collegate, quali ristoranti, agriturismi, bed & brekfast, nonché l’indotto più propriamente legato all’olivicoltura.
Un cenno su alcuni dei tratti compresi nella nuova strada dell’olio: la “Colligiana”, che unisce le strade “Buggiano Colle” e “Colle di Massa” passando per i centri storici di Buggiano e Colle; la via dei “Colli per Uzzano”, che collega il centro storico di Uzzano alla piccola frazione “la Costa” sino a salire sul punto più alto, i Pianacci; da segnalare poi la “via di Cessana”, che si inerpica per un territorio in cui margini e pievi dimenticate sono la testimonianza di come una volta il tempo scorresse con altri ritmi.
Scopo del convegno, secondo Antonella Bellandi, presidente della Strada, è «approfondire tutti gli aspetti che ruotano intorno all’olio extravergine di oliva, la storia, il paesaggio, il gusto e la salute». Sono previsti gli interventi di Alessandro Riccomi (storico), Cinzia Chiarion (direttrice-responsabile di www.olioesalute.it), Sandro Orlandini (Presidente CIA Pistoia), Cinzia Cipriani (imprenditrice agricola) e Daniela Vannelli (ideatrice di “Oliandolare, a spasso con il naso e gli altri sensi”).
«E’ da accogliere con entusiasmo la nascita di una nuova Strada dell’oliocommenta Cinzia Chiarion –. A me è stato assegnato il compito di approfondire le qualità salutistiche cosa che farò con sommo piacere perché iniziative come questa sono da prendere come esempio. Mi auguro, infatti, che nascano altre cento, mille Strade dell’olio perché questo è uno dei modi per valorizzare l’olio italiano troppo a lungo abbandonato a se stesso».
Il convegno sarà aperto dal saluto dei rappresentanti della Regione, della Provincia e soprattutto dei sindaci dei comuni interessati Riccardo Franchi (Uzzano), Daniele Bettarini (Buggiano) e Massimo Niccolai (Massa e Cozzile) che, assieme ad un gruppo di agricoltori, sono riusciti a concretizzare una unione per valorizzare l’olio della loro terra, la Valdinievole.

Dal 15 al 17 febbraio 2013 la mostra mercato di 50 aziende italiane di grande qualità. Ideato e curato dal “Maestrod’olio” Fausto Borella.
LUCCA SI TINGE DI VERDE CON L’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA NUOVO
Mostra e vendita degli oli novelli in degustazione, presentazione di libri, incontri.
Dimostrazioni di cuochi, pasticceri, nutrizionisti. Le Corone 2013, riconoscimenti nel nome di Veronelli, il libro Terre d’olio e una tavola rotonda dedicata al mercato dell’olio di qualità. Aperto a esperti, appassionati, neofiti ma anche ai bambini. Extra Lucca, la mostra mercato dedicata agli oli d’oliva extravergini nuovi provenienti da tutta Italia e selezionati da Fausto Borella, noto come “Maestrod’olio”, porta la cultura dell’alimento centrale della dieta mediterranea a Lucca dal 15 al 17 febbraio. La città murata diventa per tre giorni la capitale dell’olio d’oliva di qualità italiano.
La prima edizione di Extra Lucca, patrocinata dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, avrà come cuore Villa Bottini e si snoderà fra i ristoranti e i negozi del nucleo storico cittadino per concludersi all'Auditorium di San Romano.
“Ho ideato Extra Lucca - afferma Fausto Borella - per far conoscere i volti dei produttori che creano oli unici, di una purezza infinita. Desideravo che fosse possibile ascoltare le loro parole, le loro opinioni, i loro dialetti, oltre che assaggiare i loro oli. Ho voluto farlo nel momento dell’anno in cui gli oli nuovi sono disponibili sul mercato”. L'evento permetterà dunque l'incontro con la storia, con il bello oltre che con il gusto. E Lucca è lo scenario ideale perché questo si realizzi.
LA MOSTRA MERCATO
Nelle sale affrescate della cinquecentesca Villa Bottini, si potranno scoprire e degustare i migliori oli “verdi”, ovvero appena franti, del nostro Bel Paese provenienti da Abruzzo, Calabria, Campania, Friuli, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, Veneto accanto a una vasta selezione dai diversi territori dell’olio toscani. Gli oli degustati insieme a prodotti a base di olio, dalle verdure ai cioccolatini, ai prodotti di bellezza, saranno in vendita in un vero e
proprio negozio allestito per l’occasione.
LA GRANDE CUCINA
Alcuni cuochi toscani, o che hanno scelto la Toscana come terra d’elezione, esalteranno l’alimento olio d’oliva cucinando piatti che lo vedono protagonista:
Luca Lacalamita, dal 2011 chef pâtissier all’Enoteca Pinchiorri di Firenze; Marco Stabile che ha portato una nuova stella a Firenze con il suo L’Ora d’Aria, Deborah Corsi che prende ispirazione dal mare e dall’entroterra di San Vincenzo per interpretare i suoi piatti, Cristiano Tomei che ha da poco trasferito il suo ristorante l’Imbuto all’interno del Museo di Arte Contemporanea Lu.C.C.A. Sarà possibile approfittare della sapienza di Luciano Zazzeri, che preparerà un piatto esaltando contemporaneamente le proprietà dell’olio e del pesce. Li affiancheranno e presenteranno giornalisti, sportivi e persone dello spettacolo, tutti accomunati dall’amore per questa grande risorsa della tavola mediterranea.
IL SAPERE
Sara Farnetti, esperta di Nutrizione funzionale, interviene su Olio e Salute sfatando luoghi comuni e fornendo indicazioni essenziali sull’alimento olio d’oliva extravergine.
Domenico D’Affronto, maître chocolatier della Conca d’oro di Venturina (Li) propone l’abbinamento del cacao con tre oli extravergini di territori specifici.
Daniele Cernilli conduce la degustazione dei vini indimenticabili di cantine storiche che con la stessa sapienza stanno producendo grandi oli. I divulgatori Giuseppe Calabrese, Luigi Caricato, Paolo Pellegrini, Maurizio Pescari e i due volti della trasmissione televisiva L’eredità, Ludovica Caramis e Roberta Morise, affiancheranno e arricchiranno gli interventi dei cuochi. La testimonianza su Veronelli, maestro indiscusso di Fausto Borella, ideatore di Extra Lucca, e paladino della cultura dell’olio d’oliva in Italia, è affidata a Gian Arturo Rota e Nichi Stefi, autori del libro fresco di stampa La vita è troppo corta per bere vini cattivi.
DOMENICA 17 FEBBRAIO
Domenica 17 febbraio, la manifestazione si sposta nell’Auditorium di San Romano per la premiazione dei migliori oli d’Italia 2013, il Riconoscimento Luigi Veronelli e la presentazione del libro guida Terre d’olio edito da Cinquesensi Editore. Nel pomeriggio, la tavola rotonda E.V.O. strumenti per nuovi mercati, presentata dal conduttore televisivo Claudio Sottili, concluderà la prima edizione di Extra Lucca.
QUANDO
venerdì 15 e sabato 16 febbraio 2013 dalle 11 alle 19, domenica 17 febbraio 2013 dalle 11 alle 17
DOVE
A Lucca: venerdì 15 e sabato 16 a Villa Bottini, Via Elisa, 9 - Domenica 17 nell’Auditorium San Romano, Piazza San Romano
INFO: www.extralucca.it - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Accademia Maestrod’olioCorso Garibaldi 52, Lucca - t. 0583 495164
UFFICIO STAMPA: cinquesensi – t. 0583 316509 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Fonte Ufficio Stampa

Coripro con delegazione olivicoltori dalla Cina e sindaco di Pescia

Il Co.Ri.Pro, consorzio per la certificazione volontaria delle piante di olivo con sede a Pescia, ha ospitato una delegazione di olivicoltori cinesi in visita nella Valdinievole. Agli ospiti stranieri, ricevuti dal sindaco pesciatino, sono state presentate alcune aziende vivaistiche e l’Istituto tecnico agrario statale Dionisio Anzilotti.

Hanno potuto conoscere da vicino anche il nuovo sistema di certificazione messo a punto dai produttori di ulivi aderenti al Co.Ri.Pro gli olivicoltori cinesi giunti in visita a Pescia nei giorni scorsi da una delle più importanti aree agricole del loro Paese. Un sistema di certificazione che «permette ai vivaisti di disporre di piantine certificate virus-free nelle principali varietà toscane, diffuse in tutto il mondo – fa sapere il comunicato di oggi del Consorzio per la certificazione volontaria delle piante di olivo con sede a Pescia che associa le principali aziende di produzione -, come le varietà Frantoio, Leccino, Moraiolo, Maurino e Pendolino», più «altre otto varietà toscane, molto comuni nei disciplinari di produzione degli olii toscani di qualità».
La delegazione cinese, ospite in Valdinievole grazie a un progetto sostenuto dal Co.Ri.Pro. in collaborazione con la Camera di Commercio di Pistoia e l’Agenzia di Promozione della Regione Toscana, è stata ricevuta dal sindaco di Pescia Roberta Marchi e ha potuto visitare alcune aziende vivaistiche, l’Istituto tecnico agrario Dionisio Anzilotti e diverse realtà a carattere tecnico-scientifico o produttivo della filiera dell’olivo che sono presenti sul territorio.
«Ampio apprezzamento – fa sapere Co.Ri.Proè stato manifestato per il livello di esperienza e di competena raggiunto dal settore vivaistico pesciatino, considerato un importante punto di riferimento per lo sviluppo della cultura dell’olivo nel mondo».
Il Co.Ri.Pro. è un consorzio già operante a Pescia dal 1970, costituitosi allo scopo di garantire l’identità varietale e la rispondenza fitosanitaria delle piante prodotte. L’utilizzo di una piantina certificata è il primo passo per una produzione olivicola di qualità, premessa indispensabile per ottenere olio extravergine d’oliva di eccellenza, come l’IGP Toscano, che insieme alle Dop dei diversi territori della regione, ne garantisce l’autenticità.

L.S.

potatura corsi a Firenze e Istituto Anzilotti di Pescia

Due corsi di potatura dell’olivo con parte pratica per imparare velocemente come si fa. Uno è organizzato a Pescia dall’Istituto agrario Anzilotti: le iscrizioni si aprono il 10 gennaio con chiusura al raggiungimento di 48 domande. L’altro, a cura del Caictformazione e sviluppo di Coldiretti, inizia i primi di febbraio a Firenze.

Per potare bene gli ulivi ci vogliono alcune competenze teoriche e pratiche e non si può improvvisare. Non è un caso quindi che proprio in questi giorni siano ai blocchi di partenza, a Pescia e a Firenze, due corsi intensivi di potatura dell’olivo con parte pratica.
Quello a Firenze, organizzato dal “Caict (Centro assistenza imprese Coldiretti Toscana) – formazione e sviluppo”, è «un corso teorico e pratico per imparare velocemente a potare gli olivi» della durata di 12 ore e costa 150 euro Iva compresa, in cui rientrano anche i materiali didattici e la certificazione di frequenza. Il corso di sviluppa in 4 ore in aula, durante le quali «saranno affrontate le basi di fisiologia e botanica della pianta dell’olivo, della sua coltivazione e dei vari metodi di allevamento nonché una illustrazione degli strumenti usati per questa pratica», e 8 in un’azienda olivicola con dimostrazione dei vari sistemi di coltivazione e potatura e con esercitazione pratica sulle piante dei vari tipi di taglio e cura. Le ore in aula sono in calendario venerdì 1 febbraio 2013 presso la sede di Caictformazione e sviluppo a Firenze (via della Villa Demidoff 64/d), mentre le esercitazioni saranno svolte presso l’azienda Podere Poggio al Sole (via Bolognese 290) lunedì 4 febbraio. Per iscrizioni e ulteriori informazioni (fra cui la disponibilità di posti): tel. 055-32357212 o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Il corso a Pescia, presso l’Istituto tecnico agrario statale Dionisio Anzilotti, «mira a fornire le competenze tecniche di base per la potatura dell’olivo nelle principali forme di allevamento ed è indirizzato ad utenti che operino in ambienti di coltivazione dell’olivo sia in forma hobbistica che professionale». La durata è di 18 ore totali, di cui 12 ore di lezione pratica in campo, e il corso si svolgerà a partire dal mese di febbraio. Le iscrizioni possono essere effettuate presso la segreteria dell’Istituto (tel. 0572-49401) a partire dal 10 gennaio e saranno accettate fino ad un massimo di 48 domande. Il corso verrà attivato con l’iscrizione di almeno 12 partecipanti e, in caso di numeri superiori, gli iscritti verranno suddivisi in gruppi di 10 - 12 che verranno definiti nel corso della prima lezione teorica a cui parteciperanno tutti coloro che hanno fatto domanda. Con successiva comunicazione gli iscritti verranno informati della data esatta di avvio del corso. Il costo dell’iscrizione è di 100 euro comprensivi della quota assicurativa. Per ulteriori informazioni si può chiamare il numero della scuola 0572 49401.

L.S.

raccolta olive legge salva olio italiano Pescia

La legge salva olio made in Italy, il ddl Mongiello-Scarpa sulla trasparenza e qualità dell’olio d’oliva approvato definitivamente ieri alla Camera, riceve il plauso di Cia, Coldiretti e Alleanza delle cooperative agroalimentari. Critico invece il commento di Confagricoltura, che si lamenta per la «tanta burocrazia ed incertezza».

E’ arrivata in porto la legge salva olio italiano, ormai ex disegno di legge Mongiello-Scarpa sulla trasparenza e qualità dell’olio di oliva. Ieri la norma è stata infatti approvata in via definitiva dalla Commissione Agricoltura della Camera dei deputati in sede deliberante. Esulta gran parte della filiera: dalle organizzazioni agricole Cia e Coldiretti fino all’Alleanza delle cooperative agroalimentari.
Ma non c’è l’unanimità. Gli agricoltori di Confagricoltura esprimono il proprio disappunto per la «tanta burocrazia ed incertezza» e le «molte criticità nell’applicazione del provvedimento», «nonostante avessimo condiviso – hanno dichiarato in un comunicato stampa ieri - l’obiettivo di una legge che mira a tutelare la qualità e la trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini». In particolare, non digeriscono «il riferimento alla presenza di alchilesteri collegata all’indicazione di origine», senza che nulla sia stato «previsto per evitare che gli oli nazionali, inclusi gli oli Dop e Igp, che hanno un tenore di alchilesteri superiore al parametro indicato, debbano sottoporsi ad un “piano straordinario di sorveglianza”». Temono inoltre «un appesantimento burocratico ed economico a carico delle imprese», lamentano «l’indeterminatezza del piano di sorveglianza ad oggi ancora non definito» e il «peso del nuovo impianto sanzionatorio».
Ecco invece come hanno reagito all’approvazione della legge salva olio made in Italy altri protagonisti della filiera.
Il presidente di Cia, Giuseppe Politi, ha affermato che «in questo modo si tutelano i consumatori e soprattutto i produttori, perché si tratta di norme che aiutano a prevenire e a combattere frodi e sofisticazioni nel settore, che causano ogni anno danni per 1,5 miliardi di euro». «Il testo di legge, infatti, - ricorda Politi - prevede l’obbligo di rendere più chiare le informazioni contenute in etichetta, dall’origine alla categoria merceologica con l’obiettivo di agevolare i consumatori nel riconoscimento e nella scelta del prodotto realmente “made in Italy”». Inoltre, aggiunge il presidente della Cia, «si introduce il vincolo del termine minimo di conservazione e la corretta presentazione degli oli di oliva nei pubblici esercizi, nonché nuove disposizioni per contrastare le pratiche commerciali ingannevoli, ad esempio tutte quelle diciture o immagini o simboli grafici sulla bottiglia che evocano zone geografiche non corrispondenti all’effettiva origine territoriale delle olive». «E’ un segnale importante di attenzione al settore che il ddl sia stato approvato prima dello scioglimento delle Camere. Ora - conclude Politi - occorre vigilare che le norme siano applicate nel modo migliore e bisogna lavorare affinché queste misure di trasparenza e tracciabilità in etichetta siano estese a tutte le produzioni agricole». Sulla stessa linea d’onda anche il presidente di Cia Toscana Giordano Pascucci, che in una nota di oggi dice fra l’altro che «la qualità dell’olio extravergine d’oliva toscano da oggi è più tutelata».
Altrettanto entusiasta Coldiretti, che per bocca del presidente Sergio Marini parla di «risultato che rappresenta un passo straordinariamente importante nella direzione della trasparenza e della lotta alla contraffazione sugli oli extravergini di oliva a tutela dei produttori e dei cittadini» e sottolinea «l’unanimità nell’approvazione della legge da parte di tutti i gruppi parlamentari sia al Senato che alla Camera ed il parere positivo del Governo […] nonostante “i non pochi bastoni tra le ruote”». I coltivatori diretti riassumono come segue i contenuti della legge, non senza ricordare alcuni dati del settore: «l’Italia è il secondo produttore mondiale di olio di oliva con circa 250 milioni di piante e una produzione di oltre mezzo milione di tonnellate e può contare su 40 oli extravergine d'oliva Dop/Igp. Il fatturato del settore è stimato in 2 miliardi di euro con un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative».
«Con la nuova legge - sottolinea la Coldiretti - mettere in etichetta indicazioni fallaci e non veritiere “che evocano una specifica zona geografica di origine degli oli vergini di oliva non corrispondente alla effettiva origine territoriale delle olive” diventa reato di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine (articolo 517-quater del codice penale). Vengono inoltre aggiunte sanzioni accessorie, con l’interdizione per 5 anni dal realizzare attività di comunicazione commerciale e attività pubblicitaria aventi per oggetto oli di oliva e il divieto di ottenere, a qualsiasi titolo, contributi, finanziamenti o mutui agevolati da parte di istituzioni nazionale e/o europee, per chi sia stato oggetto di condanna per reati nel settore. Per i marchi che evocano una specifica zona geografica che non coincide con l’effettiva origine delle materie prime scatta quindi il ritiro. Si inaspriscono anche i controlli, con il rafforzamento degli istituti processuali e investigativi (intercettazioni, ecc.). Contro il segreto sulle importazioni agroalimentari, verrà poi garantito il diritto d'accesso alle informazioni concernenti l’origine degli oli di oliva detenute dalle autorità pubbliche a tutti gli organi di controllo e alle amministrazioni interessate».
«Si va, ancora, a migliorare - continua la Coldiretti - la leggibilità delle etichette e si completa l’intervento già anticipato dal Parlamento con una norma precedente sul valore probatorio del panel test, al fine di garantire la corrispondenza merceologica e la qualità degli oli di oliva e punire la non conformità dei campioni degli oli di oliva vergini alla categoria dichiarata in etichetta. Si fissano inoltre limiti più restrittivi per il contenuto di etil esteri degli acidi grassi (Eeag) e di metil esteri degli acidi grassi (Meag) e saranno rese note le risultanze delle analisi che sono pubblicate ed aggiornate mensilmente in una apposita sezione del portale Internet del Ministero delle Politiche Alimentari e Forestali. In etichetta viene anche previsto un termine minimo di conservazione non superiore a 18 mesi dalla data di imbottigliamento nonché specifiche modalità di presentazione degli oli di oliva nei pubblici esercizi, imponendo l’obbligo di idonei dispositivi di chiusura o di etichettatura e di sanzioni connesse alla violazione delle relative disposizioni».
Da segnalare infine il plauso del presidente dell’Alleanza delle cooperative agroalimentari, Maurizio Gardini, che ha osservato che «il consumo mondiale di oli vergini è destinato nei prossimi anni a crescere: è quindi fondamentale poter competere con il resto del mondo differenziando e rendendo riconoscibili le nostre produzioni d’eccellenza».

Lorenzo Sandiford

raccolta di olive meccanica in impianto superintensivo

E’ il risultato più eclatante della sperimentazione in un’azienda agricola di Montaperti (Castelnuovo Berardenga) di un sistema produttivo importato dalla Spagna ma applicato pure a cultivar autoctone. Per la raccolta meccanizzata di un quintale d’olive in un impianto superintensivo si spendono 9 euro invece dei 50 che ci vogliono in un impianto classico.

Si è conclusa ieri la raccolta delle olive nell’azienda agricola Vagnoni a Montaperti (Castelnuovo Berardenga), dove dal 2008 i proprietari e il Consorzio Agrario di Siena stanno portando avanti un progetto sperimentale per incrementare la resa olivicola dell’impianto con un sostanziale taglio del costo di produzione. Fra i risultati uno spicca su tutti: la raccolta effettuata con un macchinario nato per raccogliere le uve quale la vendemmiatrice semovente Braud, appena modificata, si presta perfettamente alla nuova funzione con gli impianti di olivi superintensivi. Da una spesa media di 50 euro a carico del produttore per la raccolta di un quintale di olive in un impianto classico si passa a circa 9 euro, con un risparmio di oltre l’80%.
«Un risultato – ha sottolineato Roberto Ceccuzzi, responsabile del servizio tecnico agrario Capsi -  che proietta questo metodo di coltivazione nel futuro dell’olivicoltura allo scopo di sostenere l’olivicoltura tradizionale che deve comunque essere rispettata permettendo all’agricoltore una capacità reddituale ben più ampia dettata in primo luogo dal risparmio dei costi di produzione».
Come viene illustrato nella nota di Impress, nell’azienda agricola Vagnoni per il quarto anno consecutivo è stata portata avanti la coltivazione dell’olivo secondo la pratica di derivazione spagnola dell’impianto superintensivo. Per quanto riguarda le cultivar, la sperimentazione è stata fatta su diverse tipologie, autoctone e non, con selezioni precise e mirate ad una resa maggiore sia in termini di qualità che di quantità.
Sono stati confrontati alcuni sesti d’impianto per individuare gli investimenti ottimali di piante ad ettaro:
a) con varietà di olivo adatte al sistema superintensivo, sono state testate, in un caso, 1250 piante ad ettaro, con 4 metri di distanza tra i filari e 2 metri tra un olivo e l’altro; in un secondo caso, 1666 piante ad ettaro con 4 metri tra i filari e 1,5 metri fra un olivo e l’altro; e in un terzo caso, 2500 piante per ettaro con 4 metri tra i filari e un metro fra un olivo e l’altro.
b) con varietà di olivo tradizionali, invece, 1040 piante per ettaro con 4 metri tra un filare e l’altro e 2,4 metri tra una pianta e l’altra.
Le diverse cultivar sono state frante singolarmente per studiarne le rese e comprendere le differenze organolettiche. La produzione olivicola media è stata di 66 quintali ad ettaro, il 55% della produzione ideale. Ad incidere in maniera negativa sui risultati produttivi sono stati principalmente tre fattori della campagna olivicola: il gelo invernale, il forte vento di Scirocco durante l’impollinazione, le alte temperature e la siccità estiva.