Ispirazioni
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- Scritto da Andrea Vitali
Il Vitra Design Museum presenta "Garden Futures", una straordinaria mostra che analizza l'evoluzione storica e le prospettive future del giardino moderno. Dai pionieri del paesaggismo alle innovazioni digitali, un viaggio affascinante attraverso la cultura del giardino e la sua relazione con il nostro mondo in rapido cambiamento.
Il Vitra Design Museum ha inaugurato "Garden Futures", una mostra pionieristica che esplora l'importanza del giardino nella nostra società contemporanea. Attraverso un'ampia gamma di esempi provenienti dal design, dalla cultura quotidiana e dall'architettura del paesaggio, la mostra solleva domande fondamentali sulle idee che hanno plasmato il nostro concetto di giardino ideale e sul contributo che i giardini possono offrire a un futuro sostenibile per tutti.
Curata dal rinomato duo di designer italiani Formafantasma, la mostra si snoda in diverse sezioni tematiche. Si parte dalla storia, con opere d'arte e architettura che evidenziano il ruolo simbolico e filosofico-religioso del giardino nella nostra vita quotidiana e nell'immaginario collettivo. Successivamente, la mostra esplora il giardino come testimone di sviluppi sociali, politici ed economici, mettendo in luce l'influenza della storia coloniale sulle piante perenni e il ruolo dei movimenti come quello delle città giardino e della Green Guerrilla nella promozione di giustizia sociale e partecipazione pubblica.
Nella terza sezione, "Garden Futures" presenta nove pionieri del giardinaggio contemporaneo, ognuno con una visione unica e innovativa. Si spazia dalle creazioni naturalistiche dell'architetto paesaggista brasiliano Roberto Burle Marx alle composizioni vegetali dell'architetto di giardini Piet Oudolf, dal giardino personale dell'autrice Jamaica Kincaid, che esplora la storia coloniale, allo straordinario giardino-arte creato da Derek Jarman accanto a una centrale nucleare. Questi esempi dimostrano come i giardini siano una forma d'arte che esprime l'identità e la creatività dei loro creatori.
Infine, la mostra si concentra sui progetti attuali che affrontano le sfide del futuro del giardino. In un'epoca di crisi climatica, ingiustizia sociale e perdita di biodiversità, il giardino diventa un luogo di guarigione, spiritualità e apprendimento. "Garden Futures" invita a considerare l'intero pianeta come un giardino che richiede cura e responsabilità nella gestione delle risorse.
Accompagnata da una pubblicazione riccamente illustrata, "Garden Futures" offre un'opportunità unica per esplorare il mondo del giardino e scoprire come possiamo plasmare un futuro sostenibile attraverso la progettazione con la natura.
Rubrica a cura di Anne Claire Budin
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- Scritto da Andrea Vitali
Il verde cobalto è un pigmento minerale sintetico che ha lasciato un segno indelebile nell'arte e si prospetta come un elemento cruciale nella transizione energetica. Esplora la sua storia, le sue caratteristiche e il ruolo chiave che svolge nell'industria delle batterie agli ioni di litio.
Il verde cobalto è un pigmento minerale sintetico che ha fatto la sua comparsa alla fine del XVIII secolo. Composto da ossido di cobalto e ossido di zinco, questa tonalità verde leggermente bluastra e poco satura è stata sviluppata dal chimico svedese S. Rinmann nel 1780. Edouard Manet, uno dei grandi maestri dell'arte, ha utilizzato questo pigmento nel suo celebre dipinto Déjeuner sur l'herbe.
Nonostante la sua bellezza e il suo fascino, il verde cobalto è un pigmento costoso a causa della presenza del cobalto. Per questo motivo, spesso viene preferito il verde cobalto titanio, una combinazione di ossidi misti che offre un verde più intenso e opaco, sebbene meno raffinato.
Un altro aspetto da considerare è il basso potere colorante del verde cobalto, che lo rende meno economico da utilizzare. Tuttavia, i veri appassionati d'arte apprezzano la sua purezza e preferiscono utilizzarlo in forma pura per ottenere risultati sorprendenti.
Oltre al suo impatto nell'ambito artistico, il cobalto riveste un ruolo cruciale nell'industria delle batterie agli ioni di litio. La Repubblica Democratica del Congo detiene il 64% delle riserve mondiali di cobalto e la sua produzione è in costante aumento. Con l'aumento della domanda di veicoli elettrici e smartphone, la richiesta di cobalto è destinata a crescere esponenzialmente nei prossimi anni.
Considerato uno dei minerali chiave nella transizione energetica, gli esperti prevedono che il cobalto sarà oggetto di aste e negoziazioni. Le batterie agli ioni di litio, essenziali per i veicoli elettrici e altri dispositivi elettronici, dipendono fortemente da questo minerale.
Il verde cobalto, con la sua storia affascinante e il suo impatto nell'arte e nell'industria, continua a suscitare interesse e ammirazione. Lasciati affascinare da questo pigmento unico e scopri come sta plasmando il futuro delle tecnologie sostenibili.
Rubrica a cura di Anne Claire Budin
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Scopri l'innovativa creazione di Studio Nucleo: sedute realizzate con terriccio e cartone che si trasformano in veri e propri giardini!
Terra! Non è solo un elemento della natura, ma diventa l'ispirazione per un'arte sostenibile che fonde design e green. Studio Nucleo, un team italiano composto da Piergiorgio Robino e Andrea Sanna, ha ideato una soluzione unica nel suo genere: sedie realizzate con terriccio e cartone che si trasformano in veri e propri giardini.
L'idea di base è semplice: la sedia è uno scheletro di cartone che viene posizionato sul prato e riempito di terra. Poi, basta seminare i semi d'erba e attendere. In breve tempo, la sedia si riveste di un morbido manto verde, diventando un luogo di relax immerso nella natura.
La prima volta che TERRA! è stata presentata al Salone Satellite di Milano nel 2000, ha immediatamente attirato l'attenzione. Nel 2001, è stata selezionata per il prestigioso premio Compasso d'Oro come "Prodotto per la Comunità". Negli anni successivi, l'opera è stata esposta in rinomati luoghi artistici come il Centre Georges Pompidou di Parigi nel 2002, la Triennale di Milano nel 2004 e la Biennale di Belo Horizonte in Brasile nel 2012.
Nonostante il successo iniziale, la produzione di TERRA! è stata interrotta nel 2005 poiché l'autoproduzione non era più sostenibile. Nel 2016, i creatori hanno tentato di lanciare un nuovo modello migliorato, ma senza ottenere il successo sperato.
Nonostante la fine della produzione, TERRA! ha lasciato un segno significativo nel mondo dell'arte e del design sostenibile. Questa creazione unica ha dimostrato come sia possibile combinare estetica e natura, trasformando gli oggetti di uso comune in opere d'arte green.
L'eredità di TERRA! continua a ispirare artisti, designer e amanti dell'arte sostenibile, aprendo la strada a nuove possibilità creative nel campo del landart e del design floreale.
Segui la rubrica Ispirazioni di Floraviva curata da Anneclaire Budin per scoprire altre idee innovative e eco-friendly che uniscono arte e natura.
Rubrica a cura di Anne Claire Budin
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- Scritto da Andrea Vitali
Hai mai sentito parlare del "blandscape"? Questo termine indica un approccio che rischia di compromettere la biodiversità urbana. Si tratta di una pratica che crea paesaggi verdi uniformi e privi di carattere, mettendo potenzialmente in pericolo la ricchezza ecologica delle nostre città.
Il "blandscape" si basa sull'adozione di soluzioni di rivegetazione standardizzate, senza considerare le peculiarità locali. Questo porta alla perdita di habitat unici e alla riduzione della varietà di specie vegetali e animali che possono prosperare. Inoltre, favorisce solo alcune specie resistenti, trascurando quelle più rare e specifiche.
È fondamentale comprendere l'importanza di un paesaggio urbano autentico e significativo per il benessere delle comunità e dell'ambiente. Dobbiamo promuovere la diversità delle caratteristiche dell'habitat, l'utilizzo preferenziale ma non esclusivo di piante native o naturalizzate e l'attenzione alla resilienza degli ecosistemi locali.
I progettisti e gli appassionati di giardinaggio devono impegnarsi a creare paesaggi urbani che offrano vantaggi ecologici duraturi e stimolino il benessere della comunità. Non lasciamo che il "blandscape" comprometta la bellezza e la vitalità della natura nelle nostre città. Conoscere e comprendere il significato di queste nuove terminologie ci aiuta a fare scelte consapevoli e a preservare la biodiversità urbana.
Andrea Vitali
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- Scritto da Andrea Vitali
Scopri il maestoso Giardino Shahzadeh in Iran, un paradiso verde nel deserto che incanta con la sua bellezza e storia millenaria.
Il Giardino Shahzadeh, noto anche come "Giardino del Principe", si erge come un gioiello persiano nel sud-est dell'Iran, nella provincia di Kerman. Questo splendido esempio di giardino persiano takht sfida il clima arido e offre un'oasi di tranquillità e serenità.
Situato in una vasta pianura delimitata dalle imponenti montagne di Jupar e Pulvar, il giardino è alimentato da fiumi e da un sistema d'acqua naturale, il Tigran Qanat. Nonostante le condizioni desertiche circostanti, il giardino si distingue per il suo paesaggio lussureggiante e il contrasto cromatico che cattura l'attenzione.
Progettato nel 1850 per il principe Qajar Mohammad Hassan Khan Qajar Sardari Iravani, il giardino subì interruzioni nei lavori dopo la morte del principe nel 1890. Successivamente, a causa di eventi politici e sociali, il giardino fu trascurato e subì danni significativi. Tuttavia, grazie a lavori di conservazione iniziati nel 1959, il giardino fu recuperato e nel 1975 fu riconosciuto come patrimonio nazionale. Nel corso degli anni, il giardino ha affrontato diverse sfide, tra cui il terremoto di Bam nel 2003, ma è stato restaurato e nel 2011 è stato inserito nella lista dei siti del patrimonio mondiale dell'UNESCO.
Il Giardino Shahzadeh si estende su un'area di 5,5 ettari, circondato da un muro che lo separa dal deserto circostante. La sua organizzazione interna segue un asse centrale, con gradini piani che creano una visione armoniosa e raffinata. La varietà di alberi e arbusti presenti all'interno del giardino contribuisce alla creazione di sfumature cromatiche stagionali e offre riparo dal vento del deserto.
Oltre alla sua bellezza paesaggistica, il giardino ospita anche diversi alberi da frutto, tra cui vite, meli, peri, albicocchi, melograni e molti altri. Questi frutti sono parte integrante della cultura locale e aggiungono un tocco di dolcezza e vitalità al luogo.
Il Giardino Shahzadeh rappresenta una testimonianza vivente della maestria dell'architettura e del design persiano, nonché dell'abilità umana nel creare un'armonia tra la natura e l'ambiente circostante. È un luogo che ispira la bellezza, la tranquillità e la connessione con la natura.
Rubrica a cura di Anne Claire Budin