Filiera olivo-olio
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- Scritto da Andrea Vitali
La Nuova olivicoltura, secondo Coldiretti Pistoia, parte dal progetto EVO 2.0 che prevede l’inserimetno di un chip nell’apparato radicale.
Saranno oltre 2,3 milioni di euro gli investimenti stimati per portare a tavola il miglior olio toscano, dando futuro alla qualità alla tradizione e alla bellezza che ruotano attorno all’olivo toscano. Il sistema utilizzerà un anche un chip dentro l’apparato radicale che ha il nome del PIF (progetto integrato di filera), EVO 2.0: Extra Vergine di Oliva… (nella sua versione più aggiornata), nato in Coldiretti Pistoia, che prevede la messa a punto di ‘conoscenze e tecniche’ per innovare e rendere competitiva la filiera olivicola-olearia toscana del domani. Il sistema prevede la collaborazione di 60 soggetti, in prevalenza aziende agricole, ma anche: frantoi, vivai olivicoli e centri di ricerca (Coripro, Cnr e Università della Tuscia), che investiranno risorse proprie, oltre a utilizzare i finanziamenti Ue, nell’ambito del Psr di Regione Toscana.
“Il progetto indagherà le migliori strade per dare gambe, anche economiche, al patrimonio immateriale che è il paesaggio toscano con i suoi uliveti –commenta Simone Ciampoli, direttore di Coldiretti Pistoia-. Un obiettivo che passa per una serie coordinata di attività”. A partire dalla tutela della biodiversità genetica, favorendo l’utilizzo delle cultivar di olivo toscano disponibili nei vivai pesciatini. E poi, aumento della produzione: infittendo gli oliveti esistenti, recuperando quelli abbandonati e realizzando nuovi impianti certificati e resistenti alle malattie. Inoltre, valorizzando agli occhi dei consumatori (con tanto di logo) le qualità organolettiche e salutistiche dell’olio extravergine di oliva toscano. “E per rendere tangibile il legame tra territorio e prodotto messo a tavola- conclude Ciampoli-, EVO 2.0 sperimenterà un sistema di tracciabilità digitale che ‘racconterà’ al consumatore tutto il ciclo produttivo, risalendo dall’olio in bottiglia alla pianta del vivaio utilizzata grazie al chip inserito dell’apparato radicale”.
Pubblichiamo, oltre ad altre 30 aziende partecipanti, la lista delle aziende capofila che parteciperanno con investimenti diretti al Pif Evo 2.0: Campioni Mauro (capofila), CNR – IVALSA, CO.RI.PRO, UNITUS – DAFNE, CAICT, Impresa Verde Pistoia (società di servizi di Coldiretti Pistoia), Az Agr. Cinelli Luca, Az. Agr. Del Ministro Giampiero, Fattoria Il Cassero di Giovannetti Paolo, Lunardi Ambiente e Territorio di Lunardi Riccardo, Podere Leano di Marsala Francesco, Vivai Rosellini Riccardo, Az. Agr. Settelavatoi nove motori, Soc. Agr. Semplice di Carlesi Alessia e Ercolini Emerson, Volpi Francesca, Az Agr. Pieve dei Medici di Pratesi Edoardo, Az. Ag Gentili di Sarti Elisa, Fattoria Verghereto di Landini Emilio, Pinferi Emanuele Giulio, Soc. Agr. Pacini Luciano di Luciana e Cristina S.S., Olivicoltori Valdinievole Soc. Cooperativa arl, Vivai Pietro Pacini, Società Agricola semplice di Pacini Mario e C., Az. Agr. Bentivoglio di Meacci Elisa, Az. Agr. Montecucco di Balducci Carlo, Tenuta di Campagliana di Batisti Maila, Az. Agr. Il Podere dei Sogni di Piccirillo Valentina, Az. Agr La Gramigna di Conti Renata, Soc. Rio Al Guado di Landini Emilio e Andrea, Az. Agr. Del Bravo di Del Bravo Serafino, Az. Agr. Campioni Catiuscia.
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EVO Bio Cerasuola di Titone è il vincitore de “Il Magnifico 2019”, ossia il miglior olio presente in commercio per qualità, eccellenza e potenzialità di impatto sul mercato. Il Premio Personaggio dell’olio 2019 va ad Annie Féolde ed il Premio alla Carriera 2019 a Gianfranco Comincioli.
A decretarlo è stata una giuria composta dai maggiori esperti di olio extravergine di oliva italiano ed europeo, che ha ritenuto di premiare il BIO Cerasuola (certificato DOP), un olio monovarietale Ceasuola, cultivar tipica della Sicilia occidentale, soprattutto della provincia di Trapani dove si trova l’azienda Titone. Le altre 5 aziende finaliste erano: Evo Epicure, Knolive Oils - Cordoba; Veneranda 19, Zuppini - Abruzzo; Denocciolato Evolution - Tre Colonne - Puglia; Evo Crognalegno - Masciantonio; Coratina EVO, Intini - Puglia; EVO Bio Cerasuola, Titone - Sicilia; Italiano Grand Cru, Fonte di Foiano - Toscana; Coratina, Dievole - Toscana.
Novità assoluta di questa edizione de “Il Magnifico” è stata il lancio delle Stelle verdi dell’olio EQOO - Extra Quality Olive Oil e cioè un nuovo modo di identificare le aziende con una qualità superiore.
Il premio “Oli Revelation of The Year 2019” (olio rivelazione dell'anno) è invece stato assegnato a Lucciole negli Ulivi, Evo Chianti Classico Dop dell’Azienda Agricola La Costa. Sempre in Toscana si sono distinte l’Azienda Agricola Marchesi Mazzei ed il Frantoio Franci, che si sono aggiudicate rispettivamente “Il Magnifico DOP Chianti Classico 2019” e “Il Magnifico Toscano IGP 2019”. Il premio “Save the Landscape Project 2019” è stato assegnato a Oro di Capri, l’associazione per la tutela dell'olivo e dell'olio a Capri, mentre nell’ambito della partnership commerciale per la vendita degli oli EQOO online, tra Premio il Magnifico ed OlivYou.com, il premio Best Value EQOO Award 2019 - premio rapporto qualità-prezzo va a Olio Mimì, Az.Agr. Donato Conserva.
Annie Féolde si è aggiudicata il Premio Personaggio dell’olio 2019 per il suo impegno nella valorizzazione delle materie prime e per la continua e costante ricerca di eccellenze; Mario Capanna, il Premio EQOO Ambassador 2019 per il suo continuo lavoro nella comunicazione dell’olio di qualità; Gianfranco Comincioli il Premio alla Carriera 2019 - “Marco Mugelli Award”, ed infine Barbara Alfei, il Premio donna dell’olio 2019.
Ultimo premio, conferito in collaborazione con A.I.R.O. - associazione italiana ristoratori dell’olio - e “Come si mangia l’olio” - il progetto editoriale di Andrea Leonardi, Filippo Falugiani e Marco Provinciali per Pacini Editore - al maestro-gelatiere toscano Vetulio Bondi che si aggiudica il premio “Miglior Gelatiere dell’olio 2019”.
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“Il contrasto alla Xylella dovrebbe essere un’assoluta priorità per il governo perché parliamo di una piaga terribile che rischia di uccidere l’olivicoltura. Per questo Unaprol ha deciso di procedere all’acquisto di 100mila piante di ulivo che verranno consegnate ai nostri olivicoltori pugliesi – ha spiegato David Granieri, presidente di Unaprol,
Consorzio olivicolo italiano, che oggi ha partecipato alla manifestazione promossa dalla Coldiretti in piazza di Montecitorio per protestare contro l’assenza di provvedimenti del governo a salvaguardia del comparto - Siamo perfettamente consapevoli che è un piccolo gesto, considerata l’entità del problema, ma è importante dare un segnale e mettere in atto interventi concreti a sostegno degli agricoltori. La Puglia quest’anno ha visto calare la produzione di olio di oliva del 65%, a causa delle gelate e della xylella, una diminuzione record che ha coinvolto tante regioni, dal Lazio alla Sicilia, per un calo complessivo, a livello nazionale, del 57%. E’ chiaro che senza provvedimenti immediati del governo il settore rischia di sparire. E’ necessario un Piano olivicolo nazionale 2.0, servono investimenti per rilanciare il comparto, bisogna programmare, fare più ricerca, migliorare il monitoraggio, contrastare le contraffazioni, diminuire i punti di ingresso delle piante provenienti dagli altri Paesi e andare verso una nuova classificazione dell’olio extravergine, restringendo il limite di acidità per combattere le frodi e aumentare la qualità. Su questo dobbiamo puntare per rimanere competitivi”.
Al termine della manifestazione, una delegazione di olivicoltori è stata ricevuta dal vicepremier Matteo Salvini.
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Crisi olivicoltura nazionale e xylella, Sandro Piccini, di Ota e Italia Olivicola: «La battaglia per la salvaguardia del prodotto olio è di tutti». Gli olivicoltori toscani scenderanno in piazza a Roma il 14 febbraio con i gilet arancioni pugliesi.
«L’olivicoltura italiana va salvata con interventi strutturali importanti che ormai non sono più rimandabili» sottolinea Sandro Piccini, rappresentante dell'Organizzazione dei produttori olivicoltori toscani OTA (aderente ad Italia Olivicola) associazione che si schiera con gli olivicoltori pugliesi che da settimane manifestano il proprio dissenso. «Siamo pronti a sostenere concretamente i nostri colleghi pugliesi perché la battaglia per la salvaguardia del nostro prodotto è di tutti - continua Piccini -. È arrivato il momento che la politica nazionale inserisca tra le sue priorità quella del rilancio del prodotto simbolo dell’Italia e della Dieta Mediterranea nel mondo, l’olio extravergine d’oliva 100% italiano». Gli olivicoltori toscani sono preoccupati anche per l’avanzata continua della xylella che sta distruggendo gli olivi pugliesi. «La xylella è un problema nazionale ed europeo e come tale va affrontato - ha concluso Piccini -. Nelle prossime settimane organizzeremo incontri di sensibilizzazione sul tema perché l’allerta deve essere massima anche in Toscana».
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Si è tenuto ieri pomeriggio il tavolo della filiera olivicola presieduto dal Sottosegretario Alessandra Pesce. Il Tavolo tecnico è un importante strumento di concertazione che vede la partecipazione di rappresentanti istituzionali ed economici coinvolti nella messa a punto delle linee strategiche di sviluppo del settore.
La riunione ha permesso di evidenziare le azioni in campo portate avanti a livello nazionale: la finalizzazione del piano olivicolo attualmente in essere, i progetti di filiera, l'OCM (Organizzazioni Comuni dei Mercati Agricoli) e la lotta alla contraffazione.
"Le emergenze vanno affrontate nella loro eccezionalità con misure e azioni mirate, come ribadito nei giorni scorsi con il Ministro Centinaio" ha dichiarato il Sottosegretario Pesce "Non dobbiamo però perdere di vista il rilancio del settore in chiave prospettica, con una visione strategica e di sistema. Per questo bisogna guardare alla nuova PAC, al rafforzamento della qualità e delle produzioni, al posizionamento sui mercati, alla tutela del Made in Italy e alla corretta informazione del consumatore attraverso azioni di comunicazione e promozione".
"Ritengo importante il rilancio del settore come elemento strategico per lo sviluppo sostenibile dei territori, comprese le aree interne e svantaggiate, delle imprese e dell'occupazione" ha concluso Pesce.
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Sono saliti a 1,2 miliardi i danni provocati dal diffondersi della Xylella fastidiosa, il batterio che provoca il rapido disseccamento dell'olivo, che avanza inesorabilmente ed si è estesa su 770.000 ettari di terreno in Puglia dove è comparsa per la prima volta nell’ottobre del 2012, quando fu data la prima segnalazione di anomali disseccamenti su un appezzamento di olivo. E’ quanto emerge dallo studio “Salvaolio” della Coldiretti presentato in occasione della manifestazioni degli agricoltori scesi in piazza a Roma all’indomani dell’approvazione della manovra per chiedere le misure necessarie per salvare gli uliveti italiani. A questo punto serve un deciso cambio di passo con risorse per gli agricoltori colpiti e le necessarie “eradicazioni chirurgiche” che – ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - se fossero state fatte prima avrebbero risparmiato alla Puglia e all’Italia questa situazione drammatica. In questo contesto – sostiene Prandini - è importante il decreto sullo stato di emergenza per far partire il piano di interventi per fare fronte alla Xylella fastidiosa in Puglia annunciato dal ministro per le Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo Gian Marco Centinaio. Siamo però di fronte ad uno scenario apocalittico per cui sono essenziali tempi certi dell’iter del Decreto poiché – ha concluso Prandini - la tempistica è essenziale, affinché le linee programmatiche entrino in vigore almeno in funzione della ripresa vegetativa per consentire i reimpianti, gli innesti e favorire adeguamenti e programmazione delle attività dei frantoi. In sei anni – sottolinea la Coldiretti – si sono susseguiti errori, incertezze e scaricabarile che hanno favorito l’avanzare del contagio che dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando pericolosamente a Monopoli, con effetti disastrosi sull’ambiente, sull’economia e sull’occupazione. Anche in questo caso non mancano le responsabilità regionali e anche comunitarie e sotto accusa – continua la Coldiretti – è il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto poiché il batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi è stato introdotto nel Salento dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam. “Una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i nostri prodotti quando vengono esportati”, ha concluso Prandini.
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