Filiera olivo-olio

Il Ministero dell’Agricoltura intensifica i controlli per contrastare le frodi nel settore dell’olio extravergine d’oliva. Il sottosegretario Patrizio La Pietra ribadisce l’impegno per la tutela della qualità e della competitività italiana, in linea con le richieste di Confagricoltura e Unapol per una strategia di settore (leggi di più).

La cabina di regia istituita presso il Masaf punta a garantire trasparenza e tracciabilità del prodotto. Nel 2024 sono stati effettuati numerosi controlli, specialmente in Puglia, principale regione produttrice. Sequestri milionari dimostrano la determinazione del governo contro le pratiche sleali.

L’export di olio EVO italiano è in crescita: nel 2023 il saldo della bilancia commerciale ha registrato un +14% in valore, nonostante una riduzione del 17% in volume. Tuttavia, il settore soffre a causa di importazioni di dubbia provenienza e speculazioni sui prezzi.

Il Masaf lavora anche per valorizzare le DOP e IGP italiane, primato europeo con 42 DOP e 8 IGP. «Vogliamo garantire un mercato equo per produttori e consumatori», ha dichiarato La Pietra.

Per proteggere l’olio italiano, i consumatori devono prestare attenzione all’etichettatura e preferire prodotti certificati, contribuendo così alla difesa della qualità e della tradizione del Made in Italy.

Redazione

L'Italia si conferma leader mondiale nell'extravergine di oliva con la vittoria della Fattoria San Michele a Torri al prestigioso Los Angeles International Extra Virgin Olive Oil Competition. La competizione, giunta alla sua 26a edizione, ha visto la partecipazione di 493 oli provenienti da 17 nazioni e si è svolta al Fairplex di Pomona, in California, consolidandosi come uno degli eventi di riferimento per il settore oleario internazionale.

L'olio biologico Laudemio Frantoio della Fattoria San Michele a Torri ha ricevuto il rinomato Marco Mugelli Award, riconoscimento assegnato al miglior olio extravergine in assoluto tra i vincitori "Best of Show". Questo premio, intitolato al celebre agronomo e assaggiatore italiano Marco Mugelli, fondatore dell'ANAPOO (Associazione Nazionale Assaggiatori Professionisti Olio d'Oliva), rappresenta l'eccellenza assoluta nel settore oleario. Darrell Corti, presidente della competizione, ha sottolineato come questo riconoscimento rappresenti "il meglio del meglio".

L'Italia ha brillato anche nelle altre categorie del concorso. Farchioni Colli Martani D.O.P. Umbria si è aggiudicato il titolo di "Best of Show - Delicate", mentre il Laudemio Frantoio della Fattoria San Michele a Torri ha ottenuto anche il premio "Best of Show - Medium". Per la categoria "Best of Show - Robust", invece, il riconoscimento è andato alla Spagna con Rincón De La Subbética, Hojiblanca, DOP Priego de Córdoba.

Il concorso ha assegnato complessivamente 9 titoli "Best of Show", 30 premi "Best of Class", 115 medaglie d'oro, 139 d'argento e 68 di bronzo, con la partecipazione di produttori provenienti da Algeria, Argentina, Australia, Brasile, Cile, Francia, Grecia, Israele, Italia, Giappone, Libano, Marocco, Portogallo, Spagna, Tunisia, Turchia e Stati Uniti.

Quest'anno è stato inoltre inaugurato un nuovo premio, il Margaret Edwards Award for Best of Show - Flavored, dedicato alla memoria della giudice e consulente neozelandese Margaret Edwards. Il riconoscimento è stato assegnato all'olio GAIA OLIVA, Premium Jalapeno, Aegean dalla Turchia.

Il Los Angeles International Extra Virgin Olive Oil Competition si conferma dunque un palcoscenico di primo piano per il comparto oleario mondiale, evidenziando la qualità e l'eccellenza della produzione italiana nel panorama internazionale.

Andrea Vitali

Il settore olivicolo italiano in crisi strutturale: persi il 30% del raccolto e il 38% della produzione in 15 anni. A Roma, Confagricoltura e Unapol sollecitano un piano nazionale unico per la competitività. Giansanti: 'serve un piano strategico'; La Pietra: 'superare la frammentazione'.

L’Italia deve ripensare la strategia dell’olivicoltura per non perdere ulteriore terreno nel mercato internazionale. È l’allarme lanciato questa mattina a Roma, presso Palazzo della Valle, durante il convegno “Olio di oliva: dalla tradizione al futuro. Prospettive per l’olivicoltura italiana”, organizzato da Confagricoltura e Unapol. L’evento ha riunito i principali attori del comparto, con la presenza delle istituzioni, per analizzare i dati allarmanti del settore: negli ultimi 15 anni il raccolto è sceso del 30% e la produzione di olio ha subito una contrazione del 38%, mentre le superfici coltivate sono rimaste quasi invariate (-3%).

“Serve un piano strategico nazionale – ha dichiarato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura – per rafforzare la competitività e fermare l’emorragia produttiva. L’Italia, che oggi si trova dietro Spagna, Turchia, Tunisia e Grecia, rischia di perdere una leadership storica se non si interviene con investimenti mirati e modernizzazione delle strutture produttive. È necessario un cambio di passo deciso, evitando visioni ideologiche e concentrandoci su soluzioni concrete per rendere il nostro olio d’oliva competitivo a livello globale”. Il confronto con altri paesi del bacino mediterraneo evidenzia politiche settoriali più incisive, con Tunisia, Marocco, Egitto e Turchia in forte crescita, grazie a un approccio unitario e investimenti in innovazione.

Un primo passo concreto è stato annunciato dal sottosegretario al Masaf, Patrizio La Pietra, che ha confermato la prossima convocazione del Tavolo Olio per definire linee guida nazionali e promuovere un’interprofessione unica. “Si sta lavorando alla definizione delle linee guida per il comparto – ha dichiarato La Pietra – in modo da essere immediatamente operativi e garantire risorse adeguate per il rilancio del settore. Dobbiamo costruire un piano condiviso che superi la frammentazione attuale e dia agli olivicoltori italiani gli strumenti necessari per competere con i principali produttori mondiali”.

L’oliveto Italia, è stato detto, è poi da ristrutturare. Il 61% delle piante ha più di 50 anni; il 49% ha una densità per ettaro inferiore a 140 piante e solo l’1.5% ha più di 400 piante per ettaro. Il quadro che emerge è di un oliveto Italia vecchio e poco competitivo, che necessita di essere ristrutturato.

Per garantire un futuro all’olivicoltura italiana, secondo Tommaso Loiodice, presidente di Unapol, bisogna puntare su innovazione e formazione. “L’eccessiva frammentazione e la mancanza di un valore equo per l’olio extravergine richiedono visione e cooperazione. È necessario investire in impianti ad alta densità, senza pregiudizi per le varietà, per aumentare la produttività e la sostenibilità economica del settore”, ha sottolineato.

Altro tema cruciale è la valorizzazione del prodotto italiano, a partire dalla formazione nelle scuole e nella ristorazione. Ad oggi, il consumatore medio non conosce a fondo le caratteristiche dell’olio extravergine italiano e spesso si affida al prezzo come unico criterio di scelta. Rafforzare la cultura del prodotto e garantire una comunicazione efficace sulla qualità dell’olio nazionale rappresentano azioni fondamentali per rilanciare il comparto.

È evidente che il mercato globale offre ancora buoni margini per l’olio d’oliva italiano, ma è necessario un cambio di rotta immediato. La sinergia tra istituzioni, produttori e associazioni di categoria può rappresentare la chiave per arrestare il declino e riportare l’Italia tra i protagonisti del settore, a patto che si adotti una strategia capace di coniugare pianta (olivo) e olio.

Andrea Vitali

Olio di oliva: dalla tradizione al futuro. Prospettive per l’olivicoltura italiana

L’evento “Olio di oliva: dalla tradizione al futuro. Prospettive per l’olivicoltura italiana" si terrà il 18 febbraio alle ore 10:30 presso Palazzo della Valle a Roma C.so Vittorio Emanuele II, 101. L'incontro organizzato da Confagricoltura e Unapol per costruire la strategia per il futuro dell’olio di oliva in Italia. Le conclusioni saranno affidate a Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura, e Patrizio La Pietra, Sottosegretario MASAF.

Ad aprire i lavori sarà Tommaso Loiodice, Presidente di Unapol, con un'analisi della situazione attuale dell’olivicoltura italiana. Seguirà l’intervento di Tiziana Sarnari, analista di mercato ISMEA, che illustrerà i trend produttivi, i consumi e le dinamiche dei prezzi dell’olio di oliva.

Fulcro dell’evento sarà una tavola rotonda sulle sfide e opportunità del settore, con la partecipazione di accademici e rappresentanti delle principali associazioni olivicole. Tra i relatori, Salvatore Camposeo dell’Università di Bari, Walter Placida, Presidente FNP Olio Confagricoltura, Paolo Mariani, Presidente Assofrantoi, e Anna Cane, Presidente del gruppo olio di oliva di Assitol.

Un focus specifico sarà dedicato alle strategie di mercato per l’olio extravergine d’oliva, con interventi di Ignacio Silva, Presidente FIAB e Deoleo, Carlo Alberto Buttarelli, Presidente Federdistribuzione, e Sergio Paolantoni, Vice Presidente FIPE. Si attendono anche le voci istituzionali di Mirco Carloni, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera, e Luca De Carlo, Presidente della Commissione Industria, Commercio, Turismo, Agricoltura e Produzione Agroalimentare del Senato.

L’incontro sarà seguito da una degustazione-aperitivo, curata da Confagricoltura, Unapol, OP Confoliva e i Giovani di Confagricoltura - ANGA, per offrire un’esperienza diretta delle eccellenze olivicole italiane.

Unapol, tra i protagonisti del settore, ribadisce il proprio impegno nella valorizzazione della filiera olivicola, favorendo il dialogo tra istituzioni, produttori e stakeholder per garantire un futuro competitivo e sostenibile all’olivicoltura italiana.

Andrea Vitali

Coldiretti e Unaprol denunciano il pericolo per i produttori italiani: necessarie misure di tutela per garantire qualità e trasparenza.

L’invasione di olio d’oliva tunisino venduto a prezzi stracciati sta generando crescenti preoccupazioni tra i produttori italiani. Secondo Coldiretti e Unaprol, nei primi due mesi della campagna olivicola l’Italia è diventata il principale importatore di olio dalla Tunisia, assorbendo un terzo del totale esportato dal Paese africano. Un fenomeno che, complice l’arrivo dell’olio nuovo nazionale, minaccia di destabilizzare il mercato interno, con pesanti ricadute economiche e qualitative per il comparto Made in Italy.

L'impatto del low cost sulle quotazioni italiane

Venduto a meno di 5 euro al litro, l’olio tunisino esercita una pressione al ribasso sul mercato, rischiando di costringere gli olivicoltori italiani a svendere i propri prodotti al di sotto dei costi di produzione. Una concorrenza che Coldiretti e Unaprol definiscono sleale, soprattutto considerando che l’olio italiano vanta standard qualitativi molto più elevati, oltre a essere sottoposto a rigidi controlli su pesticidi e norme lavorative, a differenza di quanto avviene in Tunisia.

L’accordo UE-Tunisia, che consente l’importazione annuale di 56.700 tonnellate di oli vergini d’oliva senza dazi doganali, sta ulteriormente aggravando la situazione. «Per proteggere gli olivicoltori italiani è necessario rivedere questo accordo, limitandone l’applicazione al periodo tra aprile e settembre, evitando così la sovrapposizione con l’arrivo dell’olio nuovo nazionale», sottolinea David Granieri, presidente di Unaprol.

Rischio frodi e necessità di tracciabilità

L’olio low cost di provenienza straniera alimenta anche il rischio di frodi, con prodotti esteri che vengono spacciati per italiani sul mercato. Coldiretti e Unaprol chiedono l’adozione di un sistema europeo unico per la registrazione e la tracciabilità telematica dell’olio extravergine, per garantire la massima trasparenza lungo tutta la filiera produttiva. Una proposta inviata anche al Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare.

Il patrimonio unico dell’olivicoltura italiana

L’Italia, con circa 400mila aziende agricole attive e 250 milioni di piante di ulivo, rappresenta un punto di riferimento mondiale per qualità e biodiversità. Il nostro Paese vanta ben 43 oli Dop e 7 Igp, che ne fanno il leader europeo per il numero di denominazioni riconosciute. Tuttavia, questa eccellenza rischia di essere compromessa dalla concorrenza sleale di prodotti esteri a basso costo.

Coldiretti ricorda che tutelare il settore dell’olio d’oliva significa preservare non solo un comparto strategico per il Made in Italy agroalimentare, ma anche un tesoro culturale, paesaggistico e biologico unico al mondo. Misure urgenti di regolamentazione e trasparenza sono fondamentali per garantire la sostenibilità economica e la qualità di un prodotto simbolo del nostro Paese.

Redazione

WORLD_OLIVE_OIL_RANKING

I migliori oli d’oliva del mondo: eccellenza e salute La classifica mondiale degli oli d’oliva di Olive Oil Times, basata sui risultati della World Olive Oil Competition, celebra i produttori che combinano tradizione, innovazione e sostenibilità. Questo ranking evidenzia i migliori oli extravergine d’oliva, valutati per sapore, benefici per la salute e qualità produttiva.

L’Italia protagonista della scena globale Il Bel Paese conferma la sua leadership, grazie a produttori di altissimo livello che rappresentano l’eccellenza italiana. Tra i nomi di spicco nella classifica mondiale troviamo:

  • Olio Fonte della Pace (Fontanaro Estate) – 10 premi, simbolo della qualità umbra.
  • Domenica Fiore Olio Novello – 9 premi, un olio che rappresenta l’arte dell’olivicoltura.
  • Pruneti Frantoio – 9 premi, un orgoglio della Toscana.
  • Mandranova Nocellara – 9 premi, eccellenza siciliana.

Nel complesso, l’Italia si distingue per la varietà delle sue cultivar, come Coratina, Nocellara e Frantoio, che arricchiscono il panorama mondiale dell’olio d’oliva.

Confronto con il panorama internazionale Paesi come la Spagna, gli Stati Uniti e il Portogallo si stanno affermando con risultati eccellenti:

  • Spagna domina la classifica con marchi come Oro del Desierto Organic Coupage, posizionato al primo posto.
  • Stati Uniti avanzano con marchi emergenti come Apollo Olive Oil e Grumpy Goats Farm.
  • Portogallo si distingue per il crescente riconoscimento di oli come Casa de Santo Amaro Prestige.

Un’opportunità per il settore italiano L’Italia ha tutto il potenziale per rafforzare la sua posizione di leadership:

  • Export in crescita: Nel 2023, l’export italiano ha superato i 64 miliardi di euro, con l’olio d’oliva tra i prodotti trainanti​​.
  • Innovazione: Le tecniche di produzione avanzate, come la spremitura a freddo, assicurano la qualità e la sostenibilità del prodotto.
  • Marketing del territorio: Le DOP e IGP italiane, come quelle della Toscana e della Puglia, continuano a essere un fattore distintivo.

Il futuro del settore olivicolo L’Italia deve puntare su:

  1. Digitalizzazione: Migliorare la presenza online dei produttori per raggiungere i mercati internazionali.
  2. Promozione della sostenibilità: Far leva sulla crescente domanda di prodotti biologici.
  3. Valorizzazione delle piccole realtà locali: Sostenere le aziende familiari per preservare le tradizioni.

Dati curiosi sull’olio d’oliva italiano

  • L’Italia vanta oltre 200 cultivar di olive riconosciute, un patrimonio unico al mondo.
  • Puglia e Toscana sono le regioni più premiate a livello internazionale.
  • Circa il 50% della produzione nazionale è destinata all’export.

Concludendo La classifica mondiale di Olive Oil Times è un’occasione per celebrare i successi italiani e per riflettere sulle sfide future. Gli oli d’oliva italiani, unici per qualità e tradizione, rappresentano una risorsa strategica per il nostro paese, da valorizzare con strategie innovative e sostenibili.

👉 Leggi l’intera classifica e scopri i migliori oli d’oliva italiani e internazionali: Link.
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Andrea Vitali