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- Scritto da Andrea Vitali
Al Mercato di Campagna Amica in Via Aurelia Nord è il Parmigiano Reggiano della Cooperativa “Le 4 Madonne” di Modena gravemente colpita dal terremoto. In vetrina tornano, dopo il successo di alcune settimane fa, il formaggi dell’azienda dell’appennino modenese “Le Capre della Selva Romanesca”. L’iniziativa promossa da Coldiretti e dal Consorzio Agrario.
L’Emilia Romagna grande protagonista del mercato di Campagna Amica. Dal Parmigiano Reggiano terremotato ai formaggi dell’appennino modenese, torna sabato 17 marzo (dalle 8 alle 12,30) l’appuntamento con il “Sabato a Km Zero” che guida il consumatore alla scoperta dei sapori, delle tradizioni e dei prodotti dell’agroalimentare simbolo del Made in Italy. Fare la spesa diventa così un momento di conoscenza, intrattenimento ed assaggio.
Promossi da Coldiretti in collaborazione con il Consorzio Agrario di Pisa al mercato ospitato nei locali del Consorzio Agrario di Pisa (Via Aurelia Nord, 4) arriva il Parmigiano Reggiano del Caseificio Cooperativo 4 Madonne di Modena. Formato da 40 soci, il Caseificio era stato gravemente colpito dagli eventi sismici del 20 e del 29 maggio scorsi che hanno messo in ginocchio l’Emilia Romagna. Insieme al Parmigiano Reggiano tornano, a grande richiesta dopo il successo del debutto, anche i formaggi dell’azienda dell’appennino modenese “Le Capre della Selva Romanesca”. I formaggi, vere e proprie specialità che spaziano dalla classica robiola dal sapore delicato al formaggio spalmabile, dalla caciotta all’erborinato alla ricotta e allo yogurt, sono prodotti con sistemi tradizionali e naturali a Frassinoro, suggestivo borgo di fine settecento in località Ca’ Abbadina. Oltre ai formaggi emiliano, in vendita ortaggi e frutta di stagione, carne di Chianina Igp, pesce appena pescato, olio extravergine d’oliva, confetture, farine, miele e tanti prodotti del Made in Tuscany. C’è anche la Bottega di Campagna Amica: lo store del gusto.
Per saperne di più vai su www.pisa.coldiretti.it, per conoscere tutti glia appuntamenti con i mercati di Campagna Amica vai su www.campagnamica.it
Fonte Ufficio Stampa
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- Scritto da Andrea Vitali
Secondo le prime stime diffuse dal GSE, il settore delle fonti rinnovabili si è confermato nel 2012 come uno dei comparti maggiormente in crescita nell’intero contesto economico nazionale. 5.700 MW di nuovi impianti in Italia.
Il comunicato ci giunge da APER (Associazione Produttori Energia da fonti Rinnovabili) fondata nel 1987 e che riunisce e rappresenta i produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili per tutelarne i diritti e promuoverne gli interessi a livello nazionale ed internazionale. E’ la prima associazione italiana in quanto a rappresentatività e una delle maggiori a livello europeo per numero di associati e potenza installata. Attualmente conta oltre 400 iscritti, più di 1.200 impianti per un totale di oltre di 9.000 MW di potenza elettrica installata che utilizza il soffio del vento, la forza dell’acqua, i raggi del sole e la vitalità della natura per produrre circa 28 miliardi di kWh all’anno a cui corrisponde una riduzione di emissioni di Co2 di oltre 20 milioni di tonnellate annue.
Cosa aspettarsi, invece, nei prossimi anni?
“Sarebbe auspicabile – sostiene Agostino Re Rebaudengo, presidente di APER – che i positivi risultati fino ad ora raggiunti non venissero vanificati da politiche inadatte a promuovere un sempre maggiore utilizzo di fonti rinnovabili.
La nostra speranza è che il Governo che verrà, in conformità ai vincolanti obiettivi europei e alla Strategia Energetica Nazionale (SEN) recentemente approvata, adotti una politica coerente, come suggerita dalle 26 azioni per lo sviluppo delle rinnovabili elettriche in Italia, proposte dalla nostra Associazione (aper.it) e sottoscritte dai principali partiti politici prima delle elezioni”.
“Sarebbe un grave errore infatti - conclude il Presidente di APER - non beneficiare degli effetti positivi dello sviluppo delle rinnovabili: risparmio nella “fattura energetica italiana” (non dovendo pagare gas, carbone e petrolio), nuovi posti di lavoro qualificati e, non ultimo, un ambiente migliore e quindi meno malattie dovute alle emissioni inquinanti e ad effetto serra”.
Fonte ufficio stampa
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- Scritto da Andrea Vitali
Il presidente della Cia Giuseppe Politi commenta i dati dell’Istat relativi al 4° trimestre del 2012: il settore ha pagato con 17 mila imprese in meno gli aumenti delle spese di produzione e i danni enormi alle produzioni del clima “a montagne russe”. Ora l’incertezza del “dopo voto”, con il rischio ingovernabilità, accresce le preoccupazioni.
“L’agricoltura archivia il 2012 con forti segnali d’affanno. Dopo aver trainato la crescita per tutta la prima metà dell’anno, anche il settore primario cede ai colpi della crisi e paga con un brusco calo del valore aggiunto (-7,3 per cento) i costi produttivi record sui campi, i pesanti oneri fiscali e gli effetti negativi del maltempo sui raccolti”. Lo afferma il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori, Giuseppe Politi, commentando i dati definitivi del Pil nel quarto trimestre diffusi oggi dall’Istat.
“Le aziende agricole fanno sempre più fatica a stare sul mercato -sottolinea Politi- schiacciate prima di tutto dal peso dei costi di produzione. Nel corso del 2012, infatti, sono aumentate tutte le principali voci di spesa agricole: l’energia è lievitata dell’11,4 per cento, i concimi del 6,2 per cento, le sementi del 6 per cento e i mangimi del 5,5 per cento”.
E non bastano i rialzi dei prezzi dei mezzi di produzione: “L’Imu ha rincarato la dose, con un aumento di 130 milioni di euro solo per il gettito dei terreni agricoli -continua il presidente della Cia- mentre il ‘credit crunch’ ha ormai raggiunto livelli insostenibili, con 3 imprese su 5 che denunciano difficoltà enormi nell’accesso a finanziamenti e prestiti”.
A tutto questo bisogna aggiungere gli effetti del maltempo: “Gelo polare, alluvioni e siccità estiva hanno causato danni enormi alle produzioni nazionali -ricorda Politi- con la perdita di un terzo dei raccolti di mais e di quasi la metà della soia, oltre ad aver inciso sulla vendemmia con una riduzione dei quantitativi dell’8 per cento e ad aver “tagliato” del 15 per cento le coltivazioni di pomodoro da industria”.
“Tutti questi fattori negativi hanno portato quasi 17mila aziende agricole e chiudere i battenti nel 2012 e oggi continuano a frenare ogni slancio imprenditoriale. Senza contare che la confusione del quadro politico post elezioni, con il rischio ingovernabilità, aumenta le preoccupazioni di aziende e agricoltori. Per questo -conclude Politi- auspichiamo una soluzione condivisa che permetta alla politica di rimettere al centro del dibattito la crisi dei settori produttivi, a cominciare dall’agroalimentare. Non è pensabile disperdere una risorsa economica fondamentale per la ripresa del Paese che vale il 15 per cento del Pil”.
Fonte Ufficio Stampa
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- Scritto da Andrea Vitali
Il responsabile di Legambiente Turismo, Angelo Gentili: “Oltre 400 operatori sotto l'etichetta ecologica per un patto virtuoso all'insegna della tutela ambientale e della scelta turistica di qualità”. Premiate 32 strutture in tutta Italia con l'Oscar dell'ecoturismo, consegnato alla Bit di Milano.
Alla scoperta delle bellezze dell’Italia nel pieno rispetto delle sue differenze e peculiarità. L’etichetta ecologica che Legambiente rilascia alle strutture turistiche che rispondono alle esigenze di eco sostenibilità è un concreto attestato di garanzia, e non solo un simbolo di attenzione all’ambiente. Ne fanno parte tutte quelle strutture che nello scenario turistico si distinguono dalle altre lavorando realmente per portare avanti progetti green e di qualità. Negli ultimi anni, infatti, sono aumentati i viaggiatori che nella scelta della loro destinazione pongono maggiore interesse nel rispetto della natura e optano per alberghi, agriturismi e strutture ricettive che fanno della eco-sostenibilità un vanto e una scelta strategica. L’Italia, ricca di storia e paesaggi da cartolina non può privarsi di tutelare ciò che la distingue dagli altri, proprio in un settore che ne rappresenta la linfa vitale dell’economia. In ogni angolo il Belpaese, dai borghi medievali alle spiagge, passando dalle colline, le pregevoli zone interne e le montagne uniche nel loro genere, la rete dei parchi e le aree protette, regala scenari spettacolari e gli operatori che offrono un’alternativa sostenibile vengono premiati, oltre che dai clienti, da Legambiente con gli Oscar dell’Ecoturismo.
Degli oltre 400 operatori che già aderiscono all’etichetta dell'associazione del Cigno, 32 strutture turistiche sono state premiate per il loro impegno eco-sostenibile alla BIT di Milano lo scorso 14 febbraio, nell’ambito della presentazione della proposta di legge di Legambiente per la Bellezza. Dal Friuli Venezia Giulia alla Puglia, sono 32 le vincitrici del prestigioso premio che dimostrano come si possa fare green economy nel totale rispetto dell’ambiente valorizzando territori, risorse locali e rilanciando l’economia. Nello specifico le strutture ricettive premiate si trovano in: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Campania, Sardegna e Puglia.
“La nostra etichetta – spiega Angelo Gentili, responsabile di Legambiente Turismo - raduna oltre 400 operatori con un patto virtuoso all'insegna della tutela ambientale in ambito turistico. Questa esperienza rappresenta, infatti, la più importante iniziativa italiana per la qualificazione in chiave sostenibile dell'ospitalità turistica e gli Oscar dell’ecoturismo sono un modo per premiare quelle strutture che si muovono in questa direzione, dimostrando che la nostra di idea di turismo basata sul rapporto con il territorio e la sostenibilità ambientale rappresenta una scelta che favorisce sia l’economia che la tutela ambientale. Per avere informazioni o richiedere l'etichetta di Legambiente è possibile scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.”.
Quest’anno gli Oscar dell’Ecoturismo sono stati suddivisi in 5 categorie:
L’oscar per la qualità della gestione è stato assegnato a 7 strutture: l'agriturismo Alture di Polazzo (GO), l'Hotel Bristol di Sottomarina di Chioggia (VE), l'Hotel Toscana di Alassio (SV), il Camping Adriatico di Pinarella di Cervia (RA), l'EcoHotel Roma, l'Agriturismo Terra di Vento di Montecorvino Pugliano (SA), l’Ecoresort Le Sirenè di Gallipoli (LE).
L’oscar per l’alimentazione sana e la qualità enogastronomica è stato assegnato a 6 strutture: oltre ai 4 ristoranti del Gruppo Ethos presenti in quattro province lombarde ci sono anche l'Hotel Le Tegnùe di Sottomarina di Chioggia (VE), l'Hotel Villa Claudia e l'Hotel Luxor di Bellaria Igea Marina (RN), il Ristorante Colpa d'Alfredo di S.Vito di Ostellato (FE), il Calypso Art Hotel di Paestum (SA).
L’oscar per l’impegno sociale è stato assegnato a 4 strutture: l'Hotel Diana di Ravenna per l'ospitalità e l'aiuto alle famiglie colpite dal terremoto in Emilia, l'Ogliastra Diving di Bari Sardo (Ogliastra) per le attività di immersione riservata ai disabili, l'Albergo Diffuso Altopiano di Lauco (in Carnia) per l'ospitalità fornita al campo di volontariato per ragazzi under 18 e il Camping Laconella di Capoliveri (Isola d’Elba) per i corsi gratuiti di educazione ambientale organizzati per i piccoli ospiti.
L’oscar per l’eco-sostenibilità è stato assegnato a 12 strutture, attente ad interventi diretti al risparmio e alla produzione energetica da fonti rinnovabili realizzate nel 2012: La Cascina Rodiani di Drezzo (CO); l'Hotel Derby Exclusive di Milano Marittima, l'Hotel Schiller e l'Hotel Loretta di Cervia (RA), il Camping Florenz di Lido degli Scacchi (FE), il Camping Spina di Lido di Spina (FE), l'Agriturismo “Alla Casella” di Porotto (FE), l'Hotel Dory di Riccione (RN), l'Albergo Aquila di Viserbella di Rimini, il Relais del Colle di Ripatransone (AP), l'Hotel Oasi di Cala Gonone/Dorgali (NU) e il Rifugio d'Ogliastra di Jerzu (Ogliastra).
Infine l’oscar per la promozione del territorio è stato assegnato a 3 strutture: il B&B Orto di Balù di Bienno (BS), l'Hotel Progresso di San Benedetto del Tronto (AP) e l'Osteria Arcadia di Santa Giulia di Porto Tolle (RO).
Fonte Ufficio Stampa
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Al convegno “Il tabacco italiano e la riforma della Pac”, tenutosi ieri presso il Mipaaf (Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali), Mario Catania ha sostenuto che “il buon lavoro della politica, a livello nazionale e comunitario, ha consentito di invertire un assetto in principio fortemente penalizzante per il settore”.
“Il quadro che si è andato delineando per il settore del tabacco nell’ambito della nuova Politica agricola comune deve essere considerato sostanzialmente positivo, soprattutto se si considera quali erano i presupposti solo un anno fa”.
Lo ha dichiarato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania concludendo i lavori del convegno ‘Il tabacco italiano e la riforma della Pac’ che si è tenuto ieri nella Sala Cavour del Mipaaf.
“Il buon lavoro della politica, a livello nazionale e comunitario, - ha aggiunto il Ministro - ha consentito di invertire un assetto in principio fortemente penalizzante per il settore, come previsto nella proposta della Commissione. Nel corso dei negoziati e nell’ambito del percorso parlamentare, abbiamo ottenuto dei risultati fondamentali sia per gli aiuti diretti che per il greening”.
“Anche sugli aiuti accoppiati - ha proseguito - sono stati fatti dei passi avanti, ma la partita non è ancora definita, soprattutto in sede di Consiglio dove i Paesi dell’Unione contrari sono la maggioranza. Sul voto del PE della prossima settimana rimangono certamente degli elementi di incertezza ma sono fiducioso”.
“Sono convinto, inoltre, - ha concluso - che a dover diventare un elemento fondamentale per gli equilibri economici del settore debbano essere i Programmi di sviluppo rurale, per i quali sono previsti 20 miliardi di euro, tra risorse comunitarie e nazionali, nel prossimo periodo di programmazione. La sfida è quella di ottenere più agilità e facilità per sviluppare misure specifiche per il settore, ma la capacità di gestire le opportunità offerte dai Psr è una questione di vita e di morte non solo per il comparto del tabacco, ma per tutta l’agricoltura italiana”.
Fonte Ufficio Stampa