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- Scritto da Andrea Vitali
"Anna Marson è un grande tecnico che ha dato un contributo fondamentale sulla svolta attuata in Toscana nelle politiche per il governo del territorio. Ma quando esprime giudizi politici compie scivoloni pericolosi. Respingo quindi con fermezza le sue dichiarazioni sul ruolo del Pd dipinto in un intervista al Corriere della Sera in modo grottesco, come un partito antiambientalista, asservito ad interessi particolari".
Così interviene il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi in relazione al piano paesaggistico attualmente all'esame del consiglio regionale.
"Ricordo ad Anna Marson - prosegue Rossi - che è stato grazie al contributo del Pd che la Toscana ha potuto, prima regione in Italia, approvare una legge innovativa che blocca il consumo di suolo per nuove edificazioni. Ora si tratta di chiudere la legislatura con il lavoro straordinario che è stato fatto sul piano del paesaggio e con la nuova legge sulle cave. Esasperare i toni e le polemiche è il miglior regalo che può essere fatto a coloro che vogliono far fallire questi obiettivi".
"Invito quindi a lavorare seriamente in commissione - così conclude Rossi - confrontandosi con posizioni anche diverse ma legittime e ricercando soluzioni avanzate per conciliare ambiente e lavoro".
In ogni caso sia chiaro che, per quello che mi riguarda, mi adopererò con impegno ed energia affinché questa legislatura si concluda con l'approvazione di questi importanti impegni. Sono convinto che questo è il bene della Toscana al di là delle scaramucce politiche, calcoli elettorali, reazioni inconsulte che possono comprendersi se sono momentanee e, soprattutto, se si riprende subito il lavoro costruttivo per trovare le soluzioni più avanzate ai problemi.
Redazione Floraviva
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- Scritto da Andrea Vitali
"Uno degli obiettivi del Parco è fornire al mondo agricolo la possibilità della multifunzionalità e di innovare quei modelli produttivi che lo necessitano. Grazie al processo partecipativo si può inoltre creare una vera cooperazione fra le aziende, che già hanno una tradizione dinamica, le istituzioni, che possiedono ancora un'importante visione sull'agricoltura, e i cittadini. Si tratta allora di costruire uno scenario di sviluppo locale che integra le risorse agroambientali, culturali e paesaggistiche", così Omero Nardini ha illustrato ieri sera, durante un incontro pubblico a Chiesina Uzzanese, le possibilità fornite dal Parco Agricolo della Valdinievole.
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- Scritto da Andrea Vitali

L'Associazione Italiana Energie Agroforestali (AIEL) ha attivato una petizione on line per chiedere ufficialmente al Governo Italiano la soppressione dei commi 711 e 712 della Legge di Stabilità, che prevedono l'aumento dal 10 al 22% dell’aliquota IVA da applicare alle cessioni del prodotto pellet di legno, destinando (comma 712) le maggiori entrate, per un importo pari a 96 milioni di euro, a incrementare il Fondo per gli interventi strutturali di politica economica. L'obiettivo della petizione è il raggiungimento di 50.000 firme per poter organizzare una conferenza stampa a Roma e presentare il risultato raggiunto. (clicca per aderire alla petizione)
Le aliquote IVA agevolate del 4 e del 10% hanno la finalità di tenere bassi i prezzi di alcuni generi considerati molto importanti o di prima necessità. L'aliquota IVA del 4% si applica infatti ai cibi come pane, pasta, olio, latte e riso, oltre a oggetti di uso comune. Al 10% invece sono tassati beni e servizi come la fornitura dell’elettricità, la carne, il pesce e i combustibili legnosi. Tutti tranne uno, il pellet. Infatti, dal 1 gennaio 2015, come previsto dal comma 711 dell’articolo 1 della legge di stabilità 2015, il Governo Italiano ha disposto l'aumento dal 10 al 22% dell’aliquota IVA da applicare alle cessioni del prodotto pellet di legno, destinando (comma 712) le maggiori entrate, per un importo pari a 96 milioni di euro, a incrementare il Fondo per gli interventi strutturali di politica economica. Dunque l'aumento dell’IVA sul pellet, come nota AIEL, è stato introdotto per generare un aumento delle entrate che in realtà è del tutto teorico. Con questa scelta, l'Italia diventa uno dei Paesi europei che applicano l'aliquota più elevata per questo biocombustibile. "Non sarebbe una sorpresa costatare che, specie in un momento così delicato dal punto di vista economico, l'aumento dell'IVA abbia un effetto depressivo sui consumi, disincentivando l'utilizzo di un biocombustibile che in molte zone d’Italia rappresenta l’unica alternativa alle più costose fonti energetiche fossili", sottolinea AIEL. L'Italia è il primo Paese europeo per consumo domestico di pellet di legno, con oltre 3 milioni di tonnellate potenzialmente impiegabili. Sono oltre due milioni le famiglie che usano questo biocombustibile per riscaldarsi. La metà di loro - circa il 4% del totale delle famiglie italiane - lo impiega come fonte di riscaldamento unica o prevalente. L'aumento dell'IVA sul pellet si traduce allora in un aumento medio della spesa per il riscaldamento pari a 50 euro a famiglia; incremento che può superare i 150-200 euro, nel caso in cui il pellet sia impiegato in caldaie per il riscaldamento centralizzato. Questi dati sono stati calcolati da AIEL sulla base dei consumi medi dichiarati dalla famiglie italiane, pari a 1,5 t/anno. Infine, gli effetti negativi si possano registrare anche per l'industria, sia sul fronte della produzione e della distribuzione del pellet, sia su quello della produzione dei sistemi di riscaldamento. Infatti AIEL ricorda che i produttori italiani di apparecchi domestici alimentati a pellet contribuiscono al prestigio del Made in Italy e sono oggi leader a scala internazionale, esportando oltre il 35% in tutto il mondo e rappresentando più del 90% delle vendite in Europa. La sola produzione di pellet ha una ricaduta occupazionale pari a 8,3 unità lavorative per milione di euro fatturato, contro 0,5 per i derivati dalla raffinazione del petrolio. Inoltre, l’incidenza del valore aggiunto della produzione di pellet è 7 volte superiore rispetto a quello derivante della raffinazione del petrolio. "Nel complesso l'aumento dell'IVA sul pellet dimostra una sensibile inadeguatezza nella politica a sostegno delle fonti rinnovabili, producendo un pericoloso allontanarsi dal raggiungimento degli obiettivi europei previsti al 2020, penalizzando le sinergie nell'ambito della filiera foresta-legno-energia e le ricadute positive in ambito ambientale, di gestione del territorio e di supporto alle comunità locali", conclude AIEL.
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- Scritto da Andrea Vitali
Valorizzazione della carne di razze autoctone di bovini (chianina), suini (cinta) e ovini: supporto distributivo per le aziende zootecniche toscane. Di questo si occupa Agrozootecnica Toscana, alla cui guida è stato nominato il pistoiese Paolo Giorgi, 30 anni a settembre, imprenditore agricolo e da due anni a capo dei giovani imprenditori agricoli di Coldiretti Giovani Impresa della Toscana e di Pistoia.
Agrozootecnica Toscana è la società di scopo di Fai (Filiera agricola italiana) nata nel 2013 con l’obiettivo di valorizzare la produzione di carni di razze autoctone fungendo da 'intermediario' unico nelle trattative con la Grande distribuzione organizzata (Gdo).
Paolo Giorgi è stato nominato nuovo Presidente di Agrozootecnica Toscana dal consiglio di amministrazione della società. Vice Presidente è stato nominato Roberto Nocentini, allevatore del Mugello e che è il presidente dell’Associazione regionale allevatori (Ara), che affiancherà Giorgi nell’attuazione degli obiettivi della società.
Allevatore di un’importante azienda di bovini da carne di Pieve a Nievole, nella Valdinievole, nonostante la giovane età, Giorgi ha già maturato esperienze importanti sia livello regionale che nazionale: è l’attuale Delegato Giovani Impresa Coldiretti Pistoia e Toscana ed è membro dell'Esecutivo nazionale dei giovani imprenditori under 30 di Coldiretti.
“Vogliamo e dobbiamo potenziare i già buoni risultati dei primi mesi di attività di Agrozootecnica Toscana. Agendo su tutti i tipi di allevamenti da carne di qualità: inclusi gli ovini, accanto a bovini e suini. La struttura commerciale della società di scopo ci permette -spiega Paolo Giorgi- di trattare con la grande distribuzione organizzata non per una singola azienda, ma per un gruppo numeroso ed importante di aziende del settore che offrono prodotti di filiera di qualità garantite nella provenienza, nel legame con il territorio e nei metodi di allevamento comunicando la distintività del Made in Italy”.
Agroozootecnica Toscana pensa come far ottenere all’allevatore un prezzo equo, puntando sulla valorizzazione della qualità: “che non è un elemento accessorio -spiega Giorgi- al contrario, è l’elemento che fa la differenza, permettendo di ottenere quel valore aggiunto fa sviluppare le aziende”.
Per ridurre e razionalizzare i costi, la macellazione dei vitelloni o delle cinte avviene in mattatoi convenzionati che aderiscono al progetto. “Attraverso la società possiamo migliorare il reddito degli agricoltori e garantire ai consumatori un prodotto di origine sicura, italiana e tracciata”.
Redazione Floraviva
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- Scritto da Andrea Vitali
"Ovviamente il caso in questione fa un po' più rumore perchè si tratta di un cucciolo della Scuola Nazionale Cani guida per ciechi di Scandicci, un animale con una 'missione' sociale. Ma di episodi come questo se ne contano di continuo, spesso taciuti o destinati a passare in sordina, tra l'indifferenza generale. E invece è giusto parlarne e tenere alta l'attenzione su un fenomeno che fatico a spiegarmi e che non ha alcuna giustificazione". Anche la vicepresidente della Regione Stefania Saccardi commenta l'episodio che ha causato il decesso, lunedì scorso, del cucciolo di labrador di proprietà della Scuola Nazionale Cani Guida per ciechi di Scandicci.
Il cane, che era stato dato in affidamento lo scorso luglio ad una famiglia che abita vicino a Firenze, si è sentito male dopo aver probabilmente ingerito un boccone avvelenato lasciato da qualcuno in un parco poco distante dal cimitero dell'Antella, piccola frazione del Comune di Bagno a Ripoli. Il luogo dove è accaduto l'episodio non è nuovo ad episodi di questo tipo. "Ancora – ha aggiunto la vicepresidente Saccardi – alla Scuola non sono arrivati i risultati dell'autopsia condotta dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale, ma secondo il veterinario che ha prestato le prime cure al povero animale si tratta con molta probabilità di morte per avvelenamento. A questo punto si tratta soltanto di capire il tipo di sostanza utilizzata".
La Scuola ogni anno è in grado di addestrare e consegnare a persone con disabilità visiva più di venti cani. Le razze che meglio si prestano per questo tipo di attività sono labrador e golden retriever. Dalla Scuola inoltre escono cani che vengono impiegati anche per la pet therapy e come ausilio a disabili motori. Dopo circa due mesi dalla nascita, e dopo aver verificato con alcuni test la loro predisposizione, la Scuola 'affida' i cuccioli a famiglie volontarie che provvedono ad abituarli alle situazioni quotidiane più disparate, la cosiddetta fase di socializzazione ed educazione. Il periodio di 'affido' dura un anno, poi il cucciolo rientra alla Scuola per l'addestramento prima della consegna.
Durante l'anno in cui l'animale viene dato in affidamento, le famiglie ricevono dalla Scuola tutto l'occorrente. "La Scuola – ha concluso Saccardi – svolge una funzione fondamentale per agevolare la vita non soltanto di persone con disabilità visiva ma anche di bambini, anziani, disabili. In questo momento ci sono alcune difficoltà a reperire nuovi affidatari e questo bruttissimo episodio non deve frenare la voglia di chi vuol prendere un cucciolo in affidamento. Approfitto pertanto di questa triste circostanza per fare un appello a chi, armato di amore, passione e un po' di tempo libero, fosse interessato a fare quest'esperienza". Per informazioni contattare la Scuola allo 055 4382855.
Redazione Floraviva