Il vivaista

L’intervento del Prof. Francesco Ferrini, docente di arboricoltura all’Università di Firenze, all’incontro sul verde urbano organizzato dal Comune di Capannori in occasione della Festa dell’albero: gli effetti benefici delle piante in città, gli studi sulle capacità di varie specie di alberi e arbusti di intercettare i differenti tipi di inquinanti e i metodi per sfruttare al meglio tali capacità nel progettare gli spazi verdi. 

Uno studio sperimentale effettuato per diversi anni su una barriera arbustiva costituita da 6 specie sempreverdi (Arbutus unedoElaeagnus x ebbingeiLaurus nobilisLigustrum japonicumPhotinia x fraseriViburnum lucidum) «ha evidenziato l’importante ruolo delle barriere nella mitigazione degli inquinanti, fra cui in particolare le polveri sottili, e può fornire strumenti validi per contribuire al contrasto dell’inquinamento dell’aria nelle nostre città, oltre che utili informazioni nella scelta, impianto e gestione delle fasce tampone arbustive ai lati delle strade a elevata circolazione di autoveicoli». In un’altra indagine sono state confrontate due diverse metodologie di quantificazione del PMx (polveri sottili), la microscopica e la filtrazione: «i PMx sono stati quantificati in foglie di 32 specie e la regressione lineare tra le due metodologie ha confermato che entrambi i metodi potrebbero essere comparabili quando le foglie hanno una copertura di PMx di almeno l'1%». Nella stessa ricerca «è stata verificata anche una correlazione negativa tra l'accumulo di PMx e l'area fogliare specifica (SLA) e che questo tratto fogliare può essere raccomandato per distinguere tra specie accumulatrici di particelle».
Sono due fra gli studi di cui ha parlato il Prof. Francesco Ferrini, docente di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree all’Università di Firenze e presidente del Distretto rurale vivaistico-ornamentale di Pistoia, verso la fine della sua conferenza del 20 novembre scorso nella sala consiliare del Comune di Capannori sul “Ruolo delle aree verdi per il miglioramento della salute globale” di fronte a un pubblico non professionale. Due studi recenti, entrambi condotti sul territorio toscano: il primo nel Comune di Pescia (finanziato dal Mipaaf), il secondo nella piana lucchese (con il sostegno finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca). Studi molto rilevanti per la principale problematica ambientale della piana di Lucca, che anche nell’anno della pandemia, come richiamò lo scorso febbraio Legambiente, si è confermata maglia nera regionale per i superamenti dei limiti di PM10 (anche se, ha spiegato Ferrini, anche a causa delle correnti d’aria che portano nella piana inquinamento generato altrove). E che ben esemplificano quanto possono fare le piante per la riduzione dell’inquinamento dell’aria, se ben utilizzate, secondo criteri scientifici, oltre a mostrare come gli studiosi quali Ferrini stiano procedendo per affinare le metodologie di impiego di alberi e arbusti delle varie specie per migliorarne gli effetti.
A introdurre la conferenza era intervenuto fra gli altri l’assessore all’ambiente del Comune di Capannori, Giordano Del Chiaro, affermando che Francesco Ferrini è coinvolto nel progetto di studio promosso dal Comune sulla qualità dell’aria che ha comportato l’installazione di diverse centraline sul territorio. «Con il prof. Ferrini – ha detto l’assessore Del Chiaro – stiamo studiando in particolare come il verde e la messa in posa di alberi possano dare un contributo alla riduzione delle polveri sottili nel nostro Comune».
Ferrini ha iniziato la sua relazione sottolineando che adesso c’è più consapevolezza dell’importanza del verde: «c’è maggiore apprezzamento della natura negli ambienti urbani e si è capito che c’è bisogno di infrastrutture verdi nelle città come mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici». Ma è necessaria una «buona governance» di questo trend o “rivoluzione verde”, se vogliamo trarne tutti i benefici possibili.
Quanto è forte la relazione fra spazi verdi, ambienti urbani e salute? Una ricerca citata da Ferrini dimostra che c’è una relazione inversa fra la quantità di spazi verdi presenti in un raggio di 3 km e la percentuale di persone che percepiscono la propria salute come non buona. E fra i benefici socio-sanitari derivanti dalla presenza della natura in aree urbane e periurbane Ferrini ha ricordato i seguenti: incremento della produttività dei lavoratori, miglioramento della salute e del benessere e persino più coesione sociale, riduzione della criminalità e creazione di posti di lavoro.

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Ma quali sono i fattori, i parametri che determinano gli effetti positivi del verde sulla salute? Tre soprattutto, ha spiegato Ferrini, la biodiversità, l’accessibilità (con la nota regola del 3-30-300: 3 alberi visibili da ogni abitazione, 30% di copertura arborea in ogni quartiere, distanza massima di 300 metri dallo spazio verde più vicino per ogni cittadino), la prossimità (a 15/20 minuti di distanza) e l’equità. In particolare, il professore si è soffermato sulla perdita di biodiversità, di specie negli ecosistemi, che si è verificata nel mondo dal 1800 al 2000: -13,6%. È essenziale, ha spiegato, per la salute, perché il declino della biodiversità causa una privazione microbica (scarso microbiota) e quest’ultima può determinare disturbi nella risposta immunitaria, vale a dire alto rischio di malattie infiammatorie. Il concetto fondamentale è quindi quello di salute globale (One Health), che «riconosce che la salute degli esseri umani è legata alla salute degli animali e dell’ambiente».
Ferrini ha poi, tra le altre cose, rapidamente spiegato i meccanismi di intercettazione del particolato da parte delle foglie degli alberi e distinto l’adsorbimento (fissazione sulla superficie delle foglie) dall’assorbimento vero e proprio. Tipicamente, ha detto, 1 cm2 di area fogliare adsorbe 10-70 mg di PMx all’anno e le piante latifoglie sono generalmente più efficaci delle conifere, così come le piante sempreverdi più delle decidue. «La combinazione di tratti diversi – ha affermato il professore richiamando uno studio di Sgrigna et al del 2020 – è un fattore chiave per migliorare l’efficacia sulla riduzione del PM. Foglie ruvide, con forme complesse, elevata densità di stomi e maggiore persistenza delle foglie stesse sono state correlate ai più alti valori di deposizione di PMx». E non vanno trascurate nemmeno le proprietà della corteccia.
Mentre, passando ad altri inquinanti, ha spiegato che un acero di medie dimensioni può rimuovere dall’aria in un anno 60 mg di cadmio, 140 mg di cromo, 820 mg di nichel e 5200 mg di piombo. Ferrini ha inoltre presentato una serie di tabelle con risultati di esperimenti e classifiche di specie arboree in relazione alla loro capacità di intercettare vari tipi di inquinanti.
Ma ha subito avvertito che tali classifiche vanno prese con le pinze, quando si tratta di scegliere le specie giuste per un impianto in ambiente urbano: le condizioni di contesto sono troppo importanti e le variabili in gioco sono tantissime, per cui si tratta di un lavoro da sarto, su misura. Ad esempio, contano moltissimo la posizione (distanza dalla sorgente di inquinamento) e la struttura della vegetazione per il filtraggio dell’aria. Come dimostrato anche dalla ricerca sugli arbusti effettuata a Pescia.
La conferenza di Ferrini si è conclusa con un’ironica citazione di Galeno (Pergamo 129 – Roma 201 d.C.): «Il medico migliore è la natura: cura i tre quarti della malattie e non sparla dei colleghi».

L.S.

Dal 10 dicembre 2021 al 13 gennaio 2022 la 2^ edizione del corso breve gratuito online di formazione professionale “Tecniche di autocontrollo e di riconoscimento tempestivo di fitopatologie o di parassiti”. Sette incontri serali di 2 ore ciascuno (ore 17-19) per vivaisti, agricoltori e altri operatori del comparto attivi in Toscana. Iscrizione entro il 5 dicembre 2021.

Fornire le competenze di base «per mettere in atto specifici protocolli di sicurezza per il riconoscimento di fitopatologie e parassiti». E quindi, più nel dettaglio, insegnare a «monitorare e prevenire l’azione dei nematodi e degli insetti; mettere in pratica tecniche di diagnosi per i principali patogeni delle specie ornamentali; attivare azioni di diagnostica circa la possibile invasione di patogeni esogeni».
Questi gli obiettivi del corso breve di formazione professionale a distanza “Tecniche di autocontrollo e di riconoscimento tempestivo di fitopatologie o di parassiti” organizzato da PIN – Polo Universitario Città di Prato e Associazione Vivaisti Italiani (AVI), in collaborazione con il CREA e il CNR-IPSP (Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante) e le università di Firenze e di Pisa, nell’ambito del “Gruppo Operativo (GO) Autofitoviv – Buone pratiche per l’autocontrollo e la gestione fitosanitaria sostenibile nel vivaismo ornamentale” coordinato da AVI.
La seconda edizione del corso, che è interamente gratuito in quanto finanziato con le risorse del Psr Feasr 2014-2020 – Regione Toscana, si svilupperà dal 10 dicembre 2021 al 13 gennaio 2022 in sette incontri di 2 ore ciascuno in orario serale (ore 17-19), con la frequenza massima di due volte a settimana. Il corso si svolge interamente online sulla piattaforma Google Meet. È necessario pertanto disporre di un computer con webcam e di una buona connessione Internet.   
Il corso è rivolto ai seguenti destinatari, con sede legale e/o almeno una sede operativa/unità locale in Toscana: imprenditori agricoli, singoli e associati, iscritti al registro delle imprese, dotati di partita IVA; titolari di imprese forestali, singoli e associati, iscritti al registro delle imprese e che abbiano una attività principale o secondaria con codice ATECO che inizi con A 02; amministratori e dipendenti, anche con funzioni dirigenziali, di gestori del territorio, rappresentati da Comuni, Enti Parco ed enti gestori dei siti della Rete Natura 2000.
Per l’iscrizione è necessario fare domanda sull’apposito modulo di iscrizione. Alla domanda va allegata fotocopia di un documento d’identità da inviare a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. entro il 5 dicembre 2021.

Programma del corso

- “Azioni di prevenzione per l’introduzione di insetti esotici nei vivai” / Docente: Elisabetta Gargani
Data: 10/12/2021 ore 17-19
Data: 14/12/2021 ore 17-19

- “Diagnostica precoce d’invasione dei principali patogeni esogeni” / Docente: Nicola Luchi
Data: 17/12/2021 ore 17-19
Data: 20/12/2021 ore 17-19

- “Tecniche di diagnosi innovative per i principali patogeni delle specie ornamentali” / Docente: Anita Haegi
Data: 22/12/2021 ore 17-19

- “Monitoraggio, prevenzione e possibili trattamenti di nematodi” / Docente: Silvia Landi
Data: 10/1/2022 ore 17-19
Data: 13/1/2022 ore 17-19

Per ulteriori informazioni: autofitoviv.eu.

Redazione

Dario Nardella e Cecilia Del Re
Nonostante il parco delle Cascine, la città del giglio ha pochi metri quadrati di verde pubblico pro capite: 21 per l’esattezza. Sotto i 33,8 mq di verde urbano per abitante che Coldiretti ha recentemente stimato come media nazionale. Anche se la situazione è migliore che in metropoli come Roma e Milano, dove secondo tali stime si scende sotto i 18 mq pro capite.
Ma il sindaco di Firenze Dario Nardella e l’assessora all’ambiente Cecilia Del Re si stanno muovendo per cambiare le cose e renderla sempre più green. Mentre prosegue infatti l’iter verso il Piano del verde, proprio nei giorni scorsi è stato approvato dalla Giunta comunale su proposta dell’assessora Del Re un «pacchetto verde da 4,9 milioni di euro» che prevede un’ampia gamma di interventi di ampliamento e manutenzione del verde urbano, compresa la messa a dimora di 2 mila nuovi alberi lungo le strade e nei quartieri. 
«Andiamo avanti con gli interventi per portare Firenze tra le prime città green in Europa - ha proclamato il sindaco Dario Nardella -: puntiamo ad aumentare in modo esponenziale la presenza di alberi in tutta l’area metropolitana e ad aumentare la vivibilità degli spazi urbani per i cittadini con una forte spinta per la realizzazione di nuovi parchi e giardini. Un piano che va di pari passo con tutti gli altri strumenti che stiamo mettendo in campo per gettare le basi di una ripresa sostenibile, dalla mobilità all’innovazione mettendo al centro le politiche ambientali».
«Firenze ha una media di 21 mq di verde pubblico pro capite - ha sottolineato l’assessora Cecilia Del Re -: andiamo avanti allora per aumentare le aree verdi a disposizione della cittadinanza come strumento di equità sociale e benessere psicofisico della nostra comunità. Si tratta di risorse del bilancio ordinario che precedono quelle del React, vincolate ad accompagnare la transizione ecologica. Per rendere più inclusivo e percepibile l’impatto di questi interventi, faremo ancora ricorso al digitale facendo scegliere ai cittadini le aree inesitate che abbiamo mappato e che desiderano che tornino ad essere fruibili. La mappa sarà pronta entro la fine dell’anno».
 
Il pacchetto verde fiorentino
Il pacchetto consiste in una serie di accordi quadro per accelerare la transizione ecologica della città già avviata puntando «non solo sulle funzioni urbane delle alberature, ma anche sul loro valore ambientale in termini di abbattimento di inquinanti nell’aria e mitigazione delle isole di calore, a partire dai risultati dello studio realizzato con Università di Firenze e Cnr» (vedi).
- 700mila euro andranno al rinverdimento di aree e pareti degli edifici e alla realizzazione e riqualificazione di aree verdi pubbliche attraverso misure per favorire il risparmio e l’efficienza energetica, l’assorbimento delle polveri sottili, la riduzione dell’effetto ‘isola di calore’ e l’incremento della regolare raccolta delle acque piovane; 
- 500mila euro andranno a interventi di riqualificazione del patrimonio arboreo di tutti i quartieri, attraverso la sostituzione delle ceppaie esistenti nei giardini pubblici e nei giardini scolastici con altrettanti nuovi giovani alberi; - 800mila euro andranno alla riqualificazione delle alberature stradali attraverso la messa a dimora di nuovi alberi e il reintegro di quelli abbattuti, anche con procedure d’urgenza; 
- 700mila euro andranno alla riqualificazione di piazze e aree verdi per recuperare o incrementare la funzionalità e fruibilità delle aree e degli arredi; 
- 800mila euro andranno alla riqualificazione ambientale di aree comunali attraverso interventi di manutenzione straordinaria; 
- 900mila euro andranno al recupero di aree inesitate per rendere fruibili questi spazi attraverso interventi di manutenzione straordinaria del verde installazione di arredi, percorsi pedonali, impianti di irrigazione, interventi di forestazione urbana e nuove piantagioni; 
- 500mila euro andranno alla manutenzione straordinaria dei giardini scolastici.


Redazione

Illustrati il 15 novembre a Firenze alla presenza del sindaco Nardella i risultati di uno studio sulle isole di calore in città, realizzato dall’Università di Firenze e dal Cnr, che servirà da base di riferimento per il Piano del verde. Le aree più calde, pari al 14% della superfice comunale e con temperatura media estiva superficiale di 38° C, sono quelle con copertura arborea dell’1%, mentre le più fresche, pari al 3% e con temperatura di 10 gradi in meno, hanno copertura arborea del 93%. L’assessora all’ambiente Del Re: «forestazione urbana proprio nelle zone indicate dallo studio e anche tetti e pareti verdi». Nella piana Firenze-Prato-Pistoia il 55% degli edifici industriali ricade in aree calde estive e tali siti hanno una copertura arborea media inferiore al 4% e una erbacea sotto il 12%.

«Questo monitoraggio è un passaggio fondamentale perché ci offre una mappa puntuale sulle isole di calore in città e in base a questa possiamo e dobbiamo mettere in atto interventi di mitigazione del clima».
Così il sindaco di Firenze Dario Nardella ha inquadrato lunedì 15 novembre le finalità dello studio sulle isole di calore condotto nell’ambito dell’accordo tra Comune di Firenze, Dipartimento di Scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali (Dagri) e Centro di Bioclimatologia (Cibic) dell’Università di Firenze e Istituto di Bioeconomia (Ibe) del Consiglio nazionale delle ricerche. «Nel percorso verso l’adozione del primo Piano del verde della città di Firenze - ha aggiunto l’assessore all’Ambiente e urbanistica Cecilia Del Re - abbiamo mappato insieme a Università di Firenze e Cnr i  luoghi di Firenze e area metropolitana nei quali la temperatura è più alta rispetto alla media: esiti e prospettive saranno inseriti nel Piano del verde». E la tutela del clima sarà inserita direttamente nello statuto comunale. Un obiettivo, quello della tutela del clima, ha spiegato l'assessora, «che vogliamo raggiungere con varie azioni, tra cui la forestazione urbana proprio nelle zone indicate dallo studio, dove sarà possibile prevedere anche tetti e pareti verdi per rendere la città più salubre».
Ma che cosa è emerso dallo studio sulla distribuzione della temperatura dell’aria e della temperatura superficiale nel territorio fiorentino condotto da Francesco Ferrini, Fabio Salbitano, Simone Orlandini, Marco Morabito, Luciano Massetti, Martina Petralli, Giulia Guerri, Alfonso Crisci e Cristiano Foderi?
Innanzi tutto, come prevedibile, «differenze di temperatura tra zone completamente edificate e asfaltate e zone con percentuali diverse di aree verdi». Nello specifico, «le aree più calde (quelle generalmente chiamate ‘hot-spot’) ricoprono circa il 14% della superficie comunale di Firenze, con una temperatura media superficiale estiva di 38 °C, un consumo di suolo di poco superiore al 90% e una copertura arborea di circa 1 per cento. Le aree più fresche estive (indicate come aree ‘cool-spot’) invece rappresentano solo il 3% dell’intera superficie comunale con una temperatura media superficiale di 28 °C e una copertura arborea del 93%».
Dagli studi è risultato anche che «la temperatura media superficiale estiva (rilevata alle ore 10 in giornate serene) del Comune di Firenze è stata di 34 °C, con valori minimi e massimi di 24 °C e 45 °C». Inoltre che c’è un’alta variabilità del tessuto urbano fiorentino, come dimostrato dalle differenze nel numero di “notti tropicali” di oltre 36 notti tra le zone più calde e quelle più fredde della città.
Dal punto di vista storico, sono nettamente aumentati i giorni con temperature superiori a 34 °C: fino al 1980 erano circa 80 per decennio, mentre negli ultimi anni arrivano a circa 450 giorni per decennio. E le temperature medie annuali sono aumentate a Firenze dall’inizio del 1800 ad oggi di circa 1,5 °C, passando da 14,6 a 16 °C (quasi 1 °C  negli ultimi 20 anni).
Gli studi hanno superato i confini comunali di Firenze estendendosi in tutta l’area metropolitana fiorentina (la piana Firenze-Prato-Pistoia), la cui situazione termica condiziona il microclima cittadino. E’ venuto fuori che circa il 30% dell’area metropolitana è interessato da anomalie termiche superficiali, in cui ricade oltre il 60% degli edifici industriali. Più precisamente, circa il 55% ricade in aree calde estive, mentre poco meno del 5% in aree fredde invernali.
Nei siti industriali che ricadevano nelle aree calde è stato rilevato uno scarso potere riflettente delle coperture degli edifici, un consumo di suolo generalmente superiore all’85%, una copertura erbacea inferiore al 12% e una copertura arborea inferiore al 4%. Ciò ha favorito una temperatura superficiale media estiva diurna di 38 °C. In queste aree è coinvolto oltre il 50% dei lavoratori del settore industriale nell’area metropolitana, con ripercussioni importanti sia in termini di potenziali impatti per la salute di quelli impegnati all’aperto o in ambienti confinati non condizionati, con impatti significativi sulla loro produttività e sui consumi energetici per il condizionamento degli ambienti di lavoro.

L.S.

Uno strumento operativo, nato in seno al progetto Prato Urban Jungle, per rendere sempre più verde la capitale del tessile. Si chiama “Prato Forest City” ed è una piattaforma online per forestare Prato con la collaborazione di cittadini, associazioni e imprese.
Sarà presentata ufficialmente giovedì 2 dicembre, dalle ore 15 alle 18, con un evento che sarà trasmesso in diretta streaming sulle pagine Facebook Prato Urban Jungle (@pratourbanjungle) e della Città di Prato (@cittadiprato) e sul canale You Tube di Città di Prato.
Ecco il programma della presentazione:
15.00 - Saluti di Lorenzo Bini Smaghi, presidente del Centro Pecci
15.10 – “La forestazione urbana comincia in vivaio” Francesco Ferrini, presidente del distretto vivaistico di Pistoia
15.20 – “Le relazioni virtuose tra il Comune e i privati nella gestione del verde pubblico” Cristina Sanzò, Assessore alla città curata del Comune di Prato
15.30 – “La piattaforma Prato Forest city e le prime campagne di crowdfunding” Valerio Barberis, Assessore all’urbanistica, ambiente ed economia circolare del Comune di Prato
16.00 – “Come funziona la piattaforma Prato Forest City” intervento a cura di Treedom
16.30 – “Le connessioni con il mondo delle imprese e l'innovazione” Benedetta Squittieri, Assessore all'innovazione e alle attività produttive del Comune di Prato
16.45 – “Verde è salute – la partnership con l’USL Toscana Centro” Daniela Matarrese, Direttrice Ospedale S. Stefano
17.15 – “Il ruolo della Fondazione AMI Prato” Claudio Sarti, presidente della Fondazione AMI
17.30 - Conclusioni di Monia Monni, Assessore alla transizione ecologica e sviluppo sostenibile della Regione Toscana, e Matteo Biffoni, Sindaco del Comune di Prato.

Redazione

Assessore del Chiaro - Comune di Capannori

Il Comune di Capannori celebra la Giornata Nazionale degli Alberi e la Festa dell’Albero il 20 novembre con mostra-mercato di vivaisti e donazione di piantine di quercia e convegno su verde urbano e lotta la cambiamento climatico a cui interviene Francesco Ferrini. Il Comune promuove il reimpianto compensativo di alberi abbattuti riconoscendo il diritto all’ossigeno e grazie a un finanziamento regionale di 190.000 euro pianterà 1.300 alberature autoctone. 


Sabato 20 novembre il Comune di Capannori celebrerà la Giornata Nazionale degli Alberi (che ricorre il 21 novembre) e la Festa dell’Albero con due iniziative promosse insieme all'Osservatorio di Rinascita Ambientale (ORA – green office): l'osservatorio comunale nato per dare un supporto tecnico-scientifico all'amministrazione sui temi legati alla qualità dell'aria e al cambiamento climatico, con particolare riferimento alla concentrazione di polveri sottili in atmosfera. 
A partire dalle ore 10 e fino alle ore 17 in piazza Aldo Moro si terrà una mostra-mercato dei vivaisti della Piana di Lucca organizzata da Legambiente Capannori-Piana Lucchese che vedrà anche la presenza di stand di associazioni ambientaliste locali. A coloro che visiteranno la mostra l'amministrazione comunale donerà una piantina di quercia, affinché possa essere messa a dimora nei loro giardini e spazi verdi. 
Nel pomeriggio, alle 16, nella sala consiliare, sempre in piazza Aldo Moro, si svolgerà un convegno sul tema del verde urbano e della lotta al cambiamento climatico che vedrà la partecipazione di Francesco Ferrini docente di Arboricoltura e Coltivazioni Arboree all'Università di Firenze e presidente del Distretto rurale vivaistico-ornamentale di Pistoia. 
«Con queste iniziative realizzate in occasione della giornata nazionale degli alberi vogliamo mettere l'accento sulla fondamentale importanza che il patrimonio arboreo ha per un territorio – ha dichiarato l'assessore all'ambiente, Giordano Del Chiaro -. Gli alberi infatti sono i nostri principali alleati nella lotta al cambiamento climatico e nell'abbattimento delle polveri sottili svolgendo un ruolo primario nel miglioramento della qualità dell'aria e della vita dei nostri cittadini». 
«Per questo – ha continuato Del Chiaro - vogliamo che il patrimonio verde presente sul territorio venga mantenuto e a questo fine abbiamo varato il progetto per il “reimpianto compensativo” di alberi e piante abbattuti sul territorio comunale, riconoscendo il diritto all'ossigeno dei cittadini. Allo stesso tempo stiamo lavorando per implementare la presenza di alberi con nuove piantumazioni. Con il progetto Amaca (Alberi per Migliorare l'Aria a Capannori) ci siamo aggiudicati un finanziamento regionale di circa 190 mila euro per mettere a dimora circa 1.300 nuove alberature autoctone che,  a partire dalla prossima primavera, andranno a rendere più verdi e più salutari 11 aree urbane, tra cui alcuni parchi e viabilità di varie frazioni. Nell'ambito della redazione del piano del verde sarà inoltre realizzato un censimento degli alberi presenti sul territorio per poi programmare quanti e quali nuovi alberi mettere a dimora per raggiungere l'obiettivo della “neutralità climatica”». 


Redazione