Il vivaista

Ne abbiamo parlato con i ricercatori del settore di meccanica agraria del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa, che hanno già valutato con successo l’uso di tagliaerba autonomi (Mower) per il controllo della copertura dei frutteti riscontrando un risparmio netto di diserbanti, gasolio e manodopera.

Tecnicamente si chiamano mower - tagliaerba in inglese - e sicuramente tutti li abbiamo presenti nei giardini di molte abitazioni, dove in completa autonomia, girano per tagliare il prato con quel loro andamento zigzagante da grossi, simpatici insetti.
Ma oltre all’uso domestico, queste macchine possono avere anche un utilizzo professionale. In un recente studio pubblicato lo scorso anno sulla rivista scientifica Agronomy, i ricercatori del settore di meccanica agraria del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa hanno valutato con successo l’uso di mower autonomi per la gestione della copertura erbosa nei vigneti, riportando risultati interessanti in termini di azzeramento dell’uso di erbicidi, risparmio di carburante agricolo e riduzione della manodopera.
Ma si potrebbero usare anche nei vivai? Sicuramente sì, anche se ovviamente bisogna valutare da caso a caso e da coltura a coltura. Indubbiamente potrebbero essere usati nel controllo del manto erboso dei vivai di prati pronti, dal momento che sono stati ideati apposta per tosare i prati.
Inoltre potrebbero essere usati anche per il controllo delle infestanti o della copertura erbosa nei vivai di piante arbore o arbustive in pieno campo, sia se coltivate in file più o meno fitte, come nel caso degli arbusti, sia in sesti di impianto più ampi, come nel caso di alberi di alto fusto.
Una prospettiva che potrebbe essere molto interessante nell’ottica sia della riduzione dell’uso di erbicidi, sia dell’abbattimento di costi aziendali, in termini di gasolio e di manodopera.
L’importante è riuscire a capire quali sono le macchine giuste in base alle superfici da gestire, alle coltivazioni in campo, alle sistemazioni del terreno, alla disposizione di impianti di irrigazione e a vari fattori che possano influire sulla funzionalità e l’efficacia dei mower.Per cercare di capirlo e valutarne i possibili vantaggi, svantaggi e opportunità, ne abbiamo parlato proprio con i ricercatori di meccanica agraria dell’Università di Pisa.
Come ci ha spiegato il dottor Marco Fontanelli, le estensioni massime e minime di superficie che possono essere gestite, possono andare da un minimo di 250-5000 metri quadrati per alcuni modelli, ad alcuni ettari per macchine più grandi.
Nei modelli più comuni, come quelli normalmente usati per il verde residenziale, si va dai 250 m2 ai 5.000 m2. In questo caso i robot rasaerba hanno traiettorie causali e normalmente devono far fronte alla presenza di ostacoli come alberi, lampioni, arredamento, etc. In questo caso l’area di lavoro deve essere delimitata con sottile ma resistente cavo elettrico disposto sul terreno e collegato alla stazione di ricarica che funge da recinto.
I modelli realizzati per le grandi aree verdi libere, come ad esempio quelle sportive, possono invece arrivare a gestire anche alcuni ettari e si muovono su traiettorie precise, come se fossero guidati da un operatore e l’area di lavoro è controllata dal GPS.
Per quanto riguarda la sistemazione del terreno e la presenza di impianti, come i sistemi di irrigazione non ci sono particolari problemi, purché non ci siano veri e propri ostacoli come fosse o tubi messi a terra. Nel verde domestico solitamente i mower passano normalmente sopra gli irrigatori a scomparsa, ovviamente programmando adeguatamente l’orario in modo tale che il robot rasaerba sia a riposo durante l’irrigazione. Invece in una situazione di campo posso tranquillamente operare in presenza di irrigatori a pioggia o di gocciolatori sospesi, dal momento che queste macchine sono progettate anche per lavorare sotto la pioggia. Per quanto riguarda i sesti di impianto i mower sono in grado di lavora sia nell’interfila, in caso di filari compatti, come nel caso di coltivazioni di specie arbustive, sia tra una pianta e l’altra come nel caso di vivai di piante arboree con un sesto di impianto più largo.
Andando a vedere quale è il costo medio di un mower, la sua durata tecnica e quindi la sua quota di ammortamento, le cose variano a seconda dei modelli e delle aree da gestire e i criteri per la scelta sono molti.
Ovviamente più è grande l’area da tagliare e maggiore è il costo della macchina. Per dare un ordine di grandezza, come ci ha detto il dottor Fontanelli, si può andare dai 600-700 euro fino a oltre 5.000 euro per i modelli per il verde residenziale da usare per piccole estensione. Mentre i grandi modelli attualmente usati per il verde sportivo possono arrivare a oltre 20.000 euro. La durata tecnica è molto elevata perché sono macchine elettriche, semplici da un punto di vista meccanico e generalmente dotate di buoni motori. Si possono tranquillamente superare le 10.000 ore di lavoro e raggiungere i 10 anni di vita con una buona manutenzione.
Ma quanto potrebbe far risparmiare in termini economici, confrontando con quello che è stato studiato nei vigneti? A questa domanda secondo il dottor Fontanelli è ancora difficile dare una risposta precisa. Anche il vigneto infatti è un contesto agricolo per cui queste macchine non sono state progettate, anche se riescono effettivamente a districarsi molto bene tra i filari. Il consumo elettrico è comunque mediamente molto basso. Per dare un ordine di grandezza per un modello di alta gamma per verde residenziale (come utilizzato nelle prove citate su vigneto) siamo intorno ai 20-25 kWh/mese.
Le potenzialità per un loro uso a livello vivaistico quindi ci sono, ma per avere dati più precisi sarebbe interessate realizzare delle sperimentazioni in campo in un vivaio reale. Se ci sono aziende interessate l’Università di Pisa è disponibile.

Matteo Giusti

piante per cambiamenti climatici - Mati Experience

Il 26 marzo a Pistoia e in diretta streaming il 2° incontro del ciclo Mati Experience 2022 verte sul tema del mutamento del clima. Fra i relatori il Prof. Ferrini, presidente del Distretto vivaistico di Pistoia, che parlerà delle piante per il contrasto ai cambiamenti climatici, e il Dott. Massetti (Istituto per la Bioeconomia IBE-CNR) sulle conseguenze per ambiente e agricoltura. Ingresso gratuito. La partecipazione consente il riconoscimento di crediti formativi per agronomi e periti agrari.

 
“Cambiamenti climatici e comportamento dell’uomo”: questo il titolo del secondo appuntamento del ciclo Mati Experience 2022 in programma sabato 26 marzo mattina a Pistoia presso il Centro Mati 1909 (via Bonellina 46) a partire dalle 9,30. 
Un incontro, moderato da Irene Cecchi dell'Accademia Italiana del Giardino, a cui interverranno docenti universitari, ricercatori e studiosi «per analizzare la situazione attuale e valutare tutti i possibili scenari, con particolare attenzione ai comportamenti umani e a quanto essi siano cambiati e debbano ancora cambiare in risposta all’emergenza climatica e ambientale che stiamo vivendo per evitare conseguenze irreparabili». 
Tra i relatori il Prof. Francesco Ferrini, ordinario di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree dell’Università di Firenze e presidente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia, che interverrà con una relazione intitolata “Le piante per il contrasto ai cambiamenti climatici: CO2 e isole di calore”. Seguirà un intervento del Dott. Luciano Massetti dell’Istituto per la Bioeconomia IBE-CNR con una relazione sul tema “I cambiamenti climatici: conseguenze per l’ambiente e l’agricoltura”.
L’agronomo Bernardo Gozzini, amministratore unico del Consorzio Lamma di modellistica ambientale che cura le previsioni meteo in Toscana, parlerà di “Cambiamenti climatici e piogge intense: metodi previsionali e di allerta”. Mentre l’ultimo intervento, in video da remoto, sarà della Dott.ssa Claudia Tebaldi sui dati emersi nell’ultimo, il sesto, rapporto dell’IPCC (l’Intergovernmental Panel on Climate Change).
Alle 12,15 è prevista la discussione finale dell’incontro.
Il convegno ha ottenuto il patrocinio dell’Ordine dei Geologi della Toscana e prevede il riconoscimento di crediti per la formazione permanente per i Dottori Agronomi e Forestali, per i Periti agrari e Periti agrari laureati e per i Geologi. 
La partecipazione è gratuita ed è possibile prendere parte all’evento sia in presenza in Via Bonellina 46 di Pistoia sia da remoto accedendo alla piattaforma Zoom
Per info e iscrizioni è possibile scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure inviare un sms Whatsapp al numero 342 8110640.
 

Redazione

vivaismo pistoiese export 2021

Da Coldiretti Pistoia la notizia che l’export di piante vive dal Distretto vivaistico pistoiese ha segnato nel 2021 +30% sul 2020 e +40% sul 2019. La Francia è stata nel 2021 il principale sbocco estero (123 milioni, +36% sul 2020) e nonostante Brexit le esportazioni nel Regno Unito sono salite del 43%. Ma è allarme per la guerra e l’inflazione che minimizzano i margini di guadagno e mettono a rischio la tenuta del sistema, compreso il vivaismo.

 
Le esportazioni di piante vive del distretto vivaistico ornamentale di Pistoia hanno registrato un vero boom l’anno scorso. Un andamento perfettamente in linea con le esigenze di più verde nel mondo, prima di tutto per contrastare il cambiamento climatico. Ma questo trend è messo a repentaglio «dalle dinamiche globali dei costi delle materie prime e dalla guerra scatenata dalla Russia di Putin».
E’ quanto annunciato nei giorni scorsi da Coldiretti Pistoia a commento dei risultati complessivi nell’export di piante del distretto pistoiese nel 2021: più 30% a livello globale rispetto al 2020, per un totale di 377 milioni di euro, e più 40% rispetto al 2019, quando l’export globale arrivò a 268 milioni di euro.
Nel dettaglio, secondo le elaborazioni di Coldiretti Pistoia su dati Istat, la Francia è il paese dove si indirizza la quota maggiore di export di piante dal polo vivaistico pistoiese, con esportazioni per 123 milioni di euro nel 2021, cioè più 36,3% rispetto al 2020. In generale, nell’Unione Europea post Brexit si sono totalizzati 286 milioni di euro (+27,5% sul 2020). 
Ma è da sottolineare, in relazione a Brexit, il risultato delle esportazioni verso il Regno Unito che nel 2021 è arrivato a quasi 46 milioni di euro, con un balzo del 43% rispetto al 2020 e del 58% rispetto al 2019. «Il dato del Regno Unito dimostra la capacità di adattamento alle novità del polo florovivaistico pistoiese – si legge nella nota di Coldiretti Pistoia -. Nonostante i sopraggiunti vincoli e limitazioni, i nostri imprenditori hanno dimostrato che si può superare anche le prove più difficoltose, come l’innalzarsi di barriere doganali».
«Purtroppo – ha commentato il presidente di Coldiretti Pistoia Fabrizio Tesi -, lo spropositato aumento dei costi delle materie prime già dall’autunno 2021 e la guerra in Ucraina rendono inutile tanto lavoro sul fronte dell’innovazione e della capacità di produrre piante eccellenti. Il mercato dei paesi ex Sovietici per esempio nel 2021 era arrivato a 18,3 milioni di euro, con un incremento del 56% rispetto al 2020. Un  mercato che al momento, necessariamente è bloccato. Ma a rischio – ha concluso Tesi - c’è la tenuta del nostro modello di sviluppo: con l’aumento spropositato dei costi di produzione, dovuto in gran parte alla speculazione, sarà difficile riuscire a mantenere il circuito economico virtuoso, con aziende che investono, innovano e creano benessere. Questo vale per tutta l’agricoltura e per gli altri settori».
 

Redazione

Il 24 marzo all’Accademia dei Georgofili di Firenze in presenza e online convegno sui risultati delle attività del GO Autofitoviv, coordinate dall’Associazione Vivaisti Italiani, per diffondere buone pratiche per l’autocontrollo e la gestione fitosanitaria sostenibile nel vivaismo ornamentale della Toscana. Registrazione entro il 23 marzo.


Interverrà anche l’assessore all’agroalimentare della Regione Toscana Stefania Saccardi all’apertura del convegno di presentazione dei risultati del progetto del Gruppo Operativo Autofitoviv sulle “Buone pratiche per l’autocontrollo e la gestione fitosanitaria sostenibile nel vivaismo ornamentale” in programma giovedì 24 marzo dalle 14,30 alle 18,30 presso l’Accademia dei Georgofili di Firenze (sia in presenza che online). Con lei il presidente dei Georgofili Massimo Vincenzini, a fare gli onori di casa, e Luca Magazzini, presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani, che è il soggetto referente del Distretto vivaistico-ornamentale di Pistoia e che ha coordinato le attività di Autofitoviv realizzate per la parte formativa e informativa da Lab. Center for Generative Communication per PIN – Polo Universitario Città di Prato e per la parte convegnistica dall’Accademia dei Georgofili.
Un convegno che sarà l’occasione per fare il punto sui risultati dell’attività formativa svolta, da ricercatori e docenti di Crea, Cnr e università di Firenze e Pisa, per preparare le aziende vivaistiche e gli altri operatori della filiera florovivaistica a prevenire l’introduzione e/o contrastare la diffusione di patogeni, a cominciare dagli organismi nocivi da quarantena, all’interno dei vivai con metodi ecosostenibili. Formazione offerta gratuitamente e riservata a operatori della filiera florovivaistica con base in Toscana che è stata finanziata dalla sottomisura 1.2 nell’ambito del bando PS-GO 2017 del Programma di Sviluppo Rurale 2014 – 2020 della Regione Toscana (fondi FEASR).
La partecipazione potrà avvenire solo dietro compilazione, entro le ore 14 di mercoledì 23 marzo, di questo form. Le iscrizioni per la partecipazione in presenza saranno accolte compatibilmente con la capienza della sala. I partecipanti riceveranno le credenziali di accesso alla piattaforma web. Per accedere alla sede accademica è necessario mostrare la certificazione verde Covid-19 (Green pass rafforzato) ed è obbligatorio indossare mascherina di tipo FFP2 o di superiore capacità filtrante.

Programma 

Ore 14.30 - Apertura dei lavori
- Massimo Vincenzini, Presidente Accademia dei Georgofili
- Stefania Saccardi, Assessore Agricoltura Regione Toscana
- Luca Magazzini, Presidente Associazione Vivaisti Italiani

Ore 14.45 - Interventi dei partner: “Le azioni del Progetto AUTOFITOVIV
- “Coordinamento del GO e del Piano Strategico; attività di supporto ai partner scientifici” Associazione Vivaisti Italiani
- Vannucci Piante
- Società Agricola Innocenti e Mangoni Piante
- “Ottimizzazione gestione fitosanitaria: Alien Pest” Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria (CREA) - Centro Difesa e Certificazione (DC)
- “Ottimizzazione gestione fitosanitaria: Acari” Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria (CREA) - Centro Difesa e Certificazione (DC)
- “Gestione dei nematodi fitoparassiti in vivaio: monitoraggio, prevenzione e metodi di controllo ecosostenibili” Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria (CREA) - Centro Difesa e Certificazione (DC)
- “Gestione fitosanitaria di Phytophthora spp. in vivaio” Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria (CREA) - Centro Difesa e Certificazione (DC)
- “Messa a punto di metodi speditivi per il controllo di organismi nocivi in ingresso e monitoraggio per oidi e ruggini” Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) - Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante
- “Controllo di fitofagi chiave delle colture ornamentali mediante l’impiego di mezzi sostenibili” Università di Firenze - Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI)
- “Messa a punto di sistemi di monitoraggio dedicati alla gestione fitosanitaria del vivaio” Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria (CREA) - Centro Orticoltura e Florovivaismo
- “Gestione sostenibile della flora infestante nell’attività vivaistica” Università di Pisa - Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agroambientali (DiSAAA-a)
- “Divulgazione verso il mondo scientifico, tecnici e imprese agricole” Accademia dei Georgofili
- “Azioni di informazione, formazione e visite aziendali” Lab. Center for Generative Communication per PIN Soc. Cons. a r.l. – Servizi Didattici e Scientifici

Ore 18.00 - Sintesi dei risultati raggiunti e loro divulgazione sul territorio (Associazione Vivaisti Italiani)

Ore 18.30 - Chiusura dei lavori

Redazione

L’iscrizione al premio di progettazione del Forum internazionale ECOtechGREEN 2022, rivolto a progetti realizzati o in fase avanzata (anche già premiati), scade il 15 marzo. Presentazione delle 7 categorie tematiche riguardanti il verde tecnologico e link al bando.

Il verde tecnologico interpretato non solo come verde pensile e verticale ma più in generale quale mezzo per avviare una vegetalizzazione complessa degli spazi urbani. Un modo per riflettere in chiave propositiva sul ruolo dell’architettura del paesaggio come strumento capace di innescare un nuovo processo di rigenerazione delle città attraverso la diffusione di “nature based solutions”.
Queste le finalità del premio di progettazione interno al Forum Internazionale “ECOtechGREEN - Ecologia Tecnologia Verde per la sostenibilità e il paesaggio”, organizzato da Paysage con la rivista internazionale Topscape e Padova Hall in collaborazione con il Consiglio nazionale degli Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori. Forum la cui prossima edizione si svolgerà dal 21 al 22 aprile 2022.
Come ben specificato nel bando, l’ECOtechGREEN Award intende attirare l’attenzione sull’eccellenza progettuale a livello internazionale in relazione alle tematiche del verde tecnologico premiando i migliori progetti realizzati o in fase di realizzazione avanzata. Possono partecipare alle 7 sezioni del Premio, purché regolarmente iscritti ai rispettivi ordini o collegi, architetti, ingegneri, agronomi, agrotecnici, geometri, periti agrari, ma anche università e centri di ricerca, pubbliche amministrazioni ed enti pubblici, associazioni e fondazioni, imprese esecutrici. La presentazione e la candidatura delle opere può essere fatta dai progettisti, dalla committenza, dagli esecutori, da enti pubblici o di diritto pubblico, da fondazioni ed enti culturali, anche con riferimento agli esiti di selezioni, premi o concorsi di architettura.
Le categorie del concorso sono:
a) Verde tecnologico e infrastrutture verdi per la sostenibilità
b) Forestry Urban Technology: tecnologie e progetti per lo sviluppo della forestazione urbana.
c) Green Wall: verde verticale e pareti vegetali
d) Hi-tech City Landscape: NBS e SUDS: verde pensile, giardini in quota, roof top, Nature-Based Solutions, Sustainable Drainage Systems e strategie che vedono l’applicazione della natura per la mitigazione ambientale dell’involucro edilizio.
e) Verde tecnologico & Shopping Mall: i luoghi per il consumo reinterpretati non solo come luoghi di acquisto ma anche di intrattenimento e di dimensioni tali da costituire delle “città del consumo” in cui la natura diventa elemento scenografico.
f) Verde tecnologico e ricettività: per i progetti di paesaggi ricettivi in cui il verde pensile e verticale ampli l’offerta dei servizi nel rispetto della qualità
ambientale.
g) Studi, ricerche, brevetti, tesi, prototipi relativi allo sviluppo di tecnologie verdi per il progetto del paesaggio.
Il termine ultimo per l’invio dei progetti è il 15 marzo 2022.
Per ulteriori informazioni sulle modalità di partecipazione leggere il bando (da pagina 7 in poi).

L.S.

Una recente pubblicazione del Crea fa il punto sullo stato dell'arte e sulle nuove tecnologie che possono essere usate in campo e in serra per diagnosticare precocemente gli attacchi delle malattie fungine e controllarle più efficacemente usando meno fitofarmaci

L'agricoltura di precisione può avere un ruolo importante anche nel settore vivaistico. L'utilizzo di sensori, modelli informatici previsionali e tecnologie diagnostiche, si sta affermando sempre di più in vari settori agricoli per ridurre e rendere più efficiente l'uso dell'acqua, dei fertilizzanti e dei trattamenti fitosanitari. Una strategia che è in grado di aumentare nello stesso tempo sia la sostenibilità economica delle aziende, riducendo i costi, sia la sostenibilità ambientale, riducendo gli input idrici e chimici delle colture.
Per quanto riguarda il vivaismo, una recente pubblicazione del Crea, apparsa sulla rivista scientifica Sustainability (Traversari et al., 2021), ha fatto il punto sullo stato dell'arte e sulle prospettive dell'utilizzo di tecniche di agricoltura di precisione per il controllo delle malattie fungine delle pianta ornamentali, con l'obbiettivo di ridurre l'uso degli anticrittogamici.
Oggi i prodotti anticrittogamici rappresentano il 22% del valore di tutti i fitofarmaci venduti nel mondo. Ma secondo un recente studio commissionato dal Parlamento Europeo, in Italia i fungicidi rappresentano il 60% di tutti i prodotti fitosanitari venduti. Per quanto il loro impatto economico sulle colture ornamentali, specialmente di quelle in serra, possa essere basso come costo vivo, la riduzione dell'uso dei fitofarmaci resta un obbiettivo delle politiche ambientali dell'Unione Europea, e in ogni caso un uso più efficiente di questi prodotti può essere comunque interessante anche dal punto di vista economico.
Per raggiungere questi obbiettivi l'agricoltura di precisione può offrire varie soluzioni. Una e l'uso di sensori in grado di valutare precocemente la presenza di attacchi fungini, in base ai dati ottici rilevati sulle foglie. Sensori che possono esser usati come strumenti diagnostici per rilevare un attacco e permettere di intervenire con la massima tempestività o di evitare di fare un trattamento nel caso non ce ne sia la necessità. Senza entrare nel dettagli specifico delle singole tecnologie, l'uso dei sensori ottici permette di avere dei dati che indicano la stato ottimale della pianta, per poi valutare le varie alterazioni che possono essere messe in relazioni a specifici stress:  carenze idriche o stress termici o, nel nostro caso, attacchi di patogeni fungini. I ricercatori del Crea hanno riportato risultati interessanti che sono stati ottenuti sia in lavori fatti da altri ricercatori e disponibili in studi già pubblicati, sia da osservazioni dirette fatte presso il centro di ricerca di Pescia. Da studi già pubblicati, l'uso dei sensori ottici ad esempio è stato in grado di rilevare la presenza di Fusarium circinatum – il responsabile del cancro resinoso – su piantine di pino in vivaio, di Austropuccinia psidii – agente della ruggine del mirto - su mirto australiano, o di Teratosphaeria su eucalipto, un genere di funghi responsabile di lesioni a carico di fusti, steli e foglie di queste piante. Nelle prove fatte a Pescia invece, sono stati ottenuti risultati interessanti sull'individuazione di attacchi di diverse crittogame delle rose, piante scelte come modello sperimentale in quanto possono essere usate sia come arbusti da giardino, sia come piante in vaso, sia come fiori recisi, coprendo un po' tutte le branche del vivaismo ornamentale. In particolare sono stati valutati con successo sistemi per rilevare la presenza di attacchi di Phragmidium sp. responsabile della ruggine, di Diplocarpon rosae, agente della ticchiolatura e di Sphaerotheca pannosa, che causa l'oidio della rosa.
Oltre ai sensori per la rilevazione degli attacchi in atto sulle piante, un altro approccio usato in agricoltura di precisione è quello dell'uso di modelli previsionali. Si tratta di sistemi informatici basati su dati ambientali (umidità temperatura, precipitazioni ecc.) e integrati con dati sullo stadio di sviluppo delle piante e la capacità di diffusione delle spore del fungo, che sono in grado di dire quale è il rischio di attacco di una malattia, in modo da decide se intervenire o meno con un trattamento per prevenire l'infezione. Insomma qualcosa di simile della famosa “legge dei tre dieci” usata dai viticoltori per stabilire quando iniziare i trattamenti contro la peronospora della vite, ma sviluppata in maniera tecnologica e specifica per determinate colture. Questi sistemi previsionali informatici sono già usati in frutticoltura e in orticoltura anche di pieno campo, mentre al momento sono meno diffusi in campo vivaistico. Comunque per le piante ornamentali esistono già dei sistemi previsionali per prevedere attacchi fungini. E' il caso di  Sphaerotheca pannosa sulle rose, di Botrytis cinerea che causa la muffa grigia sulle foglie e sui fiori delle gerbere, di Erysiphe polygoni responsabile dell'oidio delle clematis, di Sclerotinia homoeocarpa che causa ingiallimenti e necrosi sui manti erbosi e di Peronospora sparsa, agente della peronospora delle rosacee.
Tutti questi strumenti e possibilità tecnologiche possono poi essere integrati tra loro, in quella che viene definita IoT - internet of things, l'internet delle cose - cioè strumenti connessi con la rete internet in grado di comunicare autonomamente tra loro e di inviare dati e notifiche ai computer o i cellulare degli operatori. Una vera e propria domotica a misura delle serre e dei vivai.
La strada quindi è aperta, secondo i ricercatori del Crea, anche se può e deve essere sviluppata per poter raggiungere obbiettivi sempre più interessanti in un settore, come quello vivaistico, caratterizzato da una grande varietà di colture in ambienti spesso ristretti.

Matteo Giusti