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Un piccolo consorzio, una grande rivoluzione: la blockchain che soccorre l'olio italiano con una certificazione che garantisce il 100% Made in Italy.
Una svolta epocale sta trasformando l'olivicoltura: il Consorzio dei Monti Tifatini ha adottato la tecnologia blockchain per certificare l'olio extravergine d'oliva. Per la prima volta, la blockchain viene utilizzata nel settore olivicolo per garantire l'origine 100% Made in Italy e la genuinità del prodotto.
Il Consorzio, composto da imprese e produttori locali, ha ottenuto il prestigioso marchio "FederItaly 100 per cento Made In Italy" grazie a un sistema innovativo di validazione promosso da FederItaly. Attraverso un rigoroso controllo e audit aziendale, il Consorzio ha dimostrato il rispetto delle norme di produzione e dei criteri stabiliti dal marchio.
Ma la vera inno vazione risiede nell'adozione della tecnologia blockchain decentralizzata Icp - Internet computer protocol. Tutte le informazioni relative al prodotto e al Consorzio, compresi i dettagli del processo di certificazione, sono state immutabilmente registrate sulla blockchain. Questo permette di tracciare l'intero percorso dell'olio, garantendo la trasparenza, l'integrità dei dati e la conferma della sua autenticità.
Questa iniziativa rivoluzionaria rappresenta una risposta alle criticità che da sempre affliggono l'olio extravergine d'oliva, come le frodi e la mancanza di chiarezza sulla qualità. Grazie alla blockchain, i consumatori potranno finalmente fare affidamento su un sistema di certificazione sicuro e trasparente, che garantisce l'olio 100% Made in Italy e tutela i produttori locali.
Il Consorzio dei Monti Tifatini, attraverso l'adozione della blockchain, si pone come esempio di innovazione e impegno per la promozione dell'olivicoltura sostenibile e di alta qualità. Questa tecnologia rivoluzionaria potrebbe aprire la strada a un cambiamento radicale nel settore, incoraggiando altri produttori a adottare misure simili per garantire la genuinità e l'autenticità dei prodotti italiani.
Redazione
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La valorizzazione dell'olio extravergine d'oliva toscano conquista i mercati internazionali
Il settore dell'olio extravergine d'oliva made in Tuscany sta vivendo un periodo di crescente apprezzamento sui mercati nazionali e internazionali. Con oltre 91mila ettari ad olivo e coinvolgendo quasi 3 7mila aziende, la Toscana si distingue per il ruolo di rilievo delle Indicazioni Geografiche (IG) toscane, tra cui 4 Denominazioni di Origine Protetta (DOP) e 1 Indicazione Geografica Protetta (IGP). Secondo i dati di Ismea/Qualivita per il 2021, il settore ha registrato un fatturato alla produzione di 29,3 milioni di euro, generando un export pari a 42 milioni di euro, di cui il 75% realizzato al di fuori dell'Unione Europea.
A sottolineare l'importanza di questa economia dell'olio extravergine d'oliva toscano è stato l'evento della Selezione Oli Extravergine 2023, un prestigioso riconoscimento delle eccellenze toscane ospitato presso il Cinema La Compagnia a Firenze. L'evento ha incluso una tavola rotonda con la partecipazione di importanti figure del settore, tra cui Stefania Saccardi, vicepresidente della Regione Toscana e assessora all'Agroalimentare. Durante l'incontro, Saccardi ha sottolineato il potenziale qualitativo e quantitativo dell'olio toscano nei mercati internazionali e l'impegno della Regione nel valorizzare l'olivicoltura toscana attraverso iniziative di comunicazione e promozione.
Francesco Palumbo, direttore di Fondazione Sistema Toscana, ha evidenziato l'importanza di aumentare il livello di informazione e promozione dell'olio d'oliva toscano, affinché i consumatori riconoscano il valore delle produzioni di qualità del territorio toscano. L'obiettivo è attrarre i giovani verso un'agricoltura di qualità e preservare la tradizione e il know-how del settore.
Giuseppe Salvini, segretario generale della Camera di Commercio di Firenze, ha sottolineato l'orgoglio nell'organizzare la Selezione degli Oli Extravergini di Oliva da sette anni, un'iniziativa che racconta ai consumatori italiani e stranieri la qualità dei prodotti toscani. Questo progetto offre visibilità alle aziende olearie toscane che investono in ricerca e innovazione per migliorare costantemente il proprio prodotto.
Nel corso della manifestazione sono state selezionate cinquantadue etichette di olio extravergine di oliva, provenienti da diverse province toscane. Tra i premiati sono stati assegnati riconoscimenti speciali per la migliore selezione di origine, bio, monovarietale e biofenoli, oltre all'ambito titolo di "Miglior olio" per ciascuna DOP e IGP. La produzione IG della Toscana è dominata dall'IGP Toscano, che rappresenta circa il 95% dell'intera produzione certificata della regione, seguito dal Chianti Classico e dalle altre tre DOP. Nel 2021, la produzione toscana ha superato i 29 milioni di euro, contribuendo al 32% dei 91 milioni di euro di produzione nazionale. L'apprezzamento del mercato per l'olio toscano si riflette anche nei prezzi superiori alla media delle altre produzioni.
A livello nazionale e internazionale, la produzione di olio di oliva è concentrata nel bacino del Mediterraneo, con Spagna e Italia che rappresentano la maggior parte delle esportazioni mondiali. In Italia, l'olio di oliva copre mediamente il 15% della produzione mondiale. La Toscana si distingue per la sua interpretazione delle Indicazioni Geografiche nel settore olivicolo, con una quota di prodotto IG che supera la media nazionale. Questo successo ha ispirato altre regioni italiane a seguire la strada delle certificazioni di ambito regionale.
La Selezione Oli Extravergini 2023 è stata un'importante vetrina per promuovere l'olio extravergine d'oliva toscano di alta qualità e sottolineare l'impegno della regione nel valorizzare il settore olivicolo. L'apprezzamento crescente per il made in Tuscany testimonia l'eccellenza dei prodotti toscani e la passione degli agricoltori e degli operatori della filiera. Continuiamo a celebrare e promuovere l'olio extravergine d'oliva toscano, un tesoro culinario riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo.
Redazione
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Il riconfermato presidente di Unaprol Granieri individua fra le sfide dell’olivicoltura italiana: restrizione dei parametri dell’evo e difesa del panel test.
«Abbiamo diverse sfide in questi anni per il rilancio dell’olivicoltura italiana attraverso azioni in Italia e in Europa a tutela della qualità del prodotto, del lavoro degli agricoltori e a garanzia dei consumatori. A iniziare, ad esempio, dalla proposta di restringere i parametri chimici della categoria dell’olio extravergine e dal contrasto a ogni azione che miri a delegittimare il valore probatorio del panel test».
Lo ha dichiarato nei giorni scorsi, non appena riconfermato presidente di Unaprol - Consorzio olivicolo italiano, David Granieri, 44 anni, già presidente di Unaprol da nove anni e attuale vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente di OP Latium. Il presidente e l’intero consiglio di amministrazione di cui è espressione resteranno in carica fino al 2026.
«Dobbiamo sensibilizzare la politica – ha aggiunto David Granieri - a credere davvero in questo settore attraverso un nuovo piano olivicolo nazionale che rafforzi le filiere produttive virtuose attraverso nuovi impianti, l’ammodernamento di quelli esistenti per cui sono già state stanziate le prime risorse. Abbiamo il dovere di farci trovare pronti anche per affrontare le sfide del cambiamento climatico che quest’anno, ad esempio, in base alle prime stime, potrebbero dimezzare le produzioni in Spagna».
«Fondamentale sarà anche proseguire nella lotta alla Xylella e nelle azioni su Ministero e Regione Puglia per velocizzare l’iter di spesa dei 300 milioni già stanziati per il piano straordinario di rigenerazione olivicola della Puglia e per stanziare ulteriori risorse – ha concluso il presidente di Unaprol -. In tal senso, la liberalizzazione del brevetto della cultivar FS-17 Favolosa, che con il leccino è l’unica resistente alla malattia, e il sostegno alla ricerca di nuove cultivar resistenti potrebbero favorire la rinascita dell’olivicoltura salentina».
Redazione
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Per Assitol con l’attuale scarsità d’olio extra vergine d’oliva (per il -30% in Italia e -50% in Spagna nel 2022-23) il sottocosto può accelerare l’esaurimento.
«Sta succedendo quello che avevamo paventato agli inizi della campagna: a causa della scarsa produzione, il nostro settore rischia di non avere a disposizione la quantità di extra vergine sufficiente a rifornire il mercato nei prossimi mesi». E «il ricorso al sottocosto potrebbe anticipare l’esaurimento».
Questo il grido di allarme lanciato nei giorni scorsi da Andrea Carrassi, direttore di Assitol: l’Associazione italiana dell’industria olearia aderente a Federalimentare e Confindustria. Per la quale si può parlare apertamente di «crisi» nella filiera dell’olio extra vergine d’oliva. Una crisi che dipende dalla disastrosa campagna olearia, su cui hanno inciso siccità ed episodi di meteo estremo, e dai rincari della materia prima.
L’Italia, si legge nel comunicato di Assitol del 22 maggio, «ha registrato un pesante calo produttivo, pari al 30% in meno di olio». Ma «a pesare sui mercati è stata soprattutto la situazione della Spagna, primo produttore mondiale di olio d’oliva, che ha visto dimezzare i propri quantitativi a causa della siccità prolungata, attestandosi sulle 700mila tonnellate». «Questa contrazione record – continua il comunicato - ha generato l’impennata verso l’alto dei costi della materia prima, cui si sono aggiunti i rincari energetici e quelli del confezionamento. La disponibilità di olio, sia in Italia che all’estero, è quindi ai minimi termini. Per giunta, stando alle prime previsioni sulla prossima campagna, il quadro è destinato a peggiorare, a causa del perdurare della siccità in Spagna e in buona parte del Mediterraneo».
In questo scenario, la diminuita disponibilità di olio e i rincari non hanno però fermato le vendite promozionali di olio evo. Le aziende temono così di non riuscire a garantire ai consumatori i loro prodotti nei prossimi mesi e la costante spinta promozionale potrebbe addirittura anticipare l’esaurimento dei già scarsi quantitativi di olio a disposizione.
«Ecco perché ribadiamo – ha concluso Carassi - l’appello al senso di responsabilità di tutta la filiera, dalla produzione agricola all’industria che rappresentiamo, fino alla grande distribuzione, affinché sia possibile garantire l’olio d’oliva sulle tavole degli italiani».
Redazione
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Aumentato dalla Regione Toscana il tetto di piante a ettaro negli oliveti dell’Ecoschema 3 della Pac 2023-27. Saccardi: «hanno valore non solo paesaggistico».
Redazione